mercoledì 30 gennaio 2013
martedì 29 gennaio 2013
MIGLIAIA DI DISSIDENTI IRANIANI RISCHIANO LA VITA NEL DISINTERESSE DELLA COMUNITA’ INTERNAZIONALE
di Alddo Forbice
UMANITARIA
Vi racconteremo una storia di cui non troverete alcun riscontro sui giornali,ma anche nelle radio e nelle tv. Ne parlavo solo io a “Zapping” e qualche volta sui quotidiani ,quando riuscivo a convincere i direttori,notoriamente refrattari ai temi sui diritti umani. Tanti direttori,anche autorevoli,sostengono infatti che le violenze sulle donne e i bambini ,le esecuzioni capitali,gli arresti arbitrari e le torture non interessino la gente,che – per utilizzare una loro espressione,forse troppo cinica – “non tirano”,nel senso che i lettori preferiscono occuparsi d’altro. In realtà ,non è così o perlomeno non è più come un tempo perché,per fortuna,nell’ultimo decennio,la sensibilità dell’opinione pubblica sui temi umanitari è cresciuta moltissimo. Lo confermano le straordinarie campagne umanitarie campagne promosse a “Zapping”,con la raccolta di milioni di firme.
Ma parliamo ora del caso del campo di Ashraf ,una cittadina in Iraq costruita da alcune migliaia di cittadini iraniani che, ai tempi di Saddam Hussein,si erano rifugiati in questo paese per sfuggire alle persecuzioni del regime degli ayatollah. Si tratta di una comunità di 3700 uomini,donne e bambini che ,vivevano in assoluta segregazione in questo paese, circondati dall’esercito iracheno che segue rigidamente le direttive del governo di Bagdad ,ormai allineato sulla linea del regime islamico di Teheran. Gli abitanti di Ashaf hanno subito inaudite angherie,soprusi e violenze dei tank iracheni che,periodicamente,senza alcun rispetto per la vita umana, sparavano con cannoni e mitragliatrici contro il campo,provocando molte vittime (decine di morti e centinaia di feriti). I dissidenti iraniani hanno potuto godere,subito dopo l’occupazione militare dell’Iraq da parte della coalizione occidentale,della protezione americana .Ma ,quando l’esercito Usa,ha lasciato l’Iraq anche la protezione è venuta meno: i cittadini iraniani sono rimasti in balia dell’esercito di Maliki,che faceva di tutto per boicottarli,rendendo difficile ogni possibilità di sopravvivenza (non entravano più cibi freschi,i feriti non venivano portati negli ospedali ,chi riusciva a fuggire dal “campo” non aveva più la possibilità di rientrare e così via) .L’obiettivo chiaro : deportare gli iraniani in Iran ,dove il regime di Ahmadinejad li avrebbe torturati e impiccati perché considerati “terroristi” e nemici storici ( in Iran si contano oltre 100 mila vittime della resistenza). Il Consiglio della resistenza iraniana ( che ha sede a Parigi,ed è presieduto dall’attivissima Maryam Rajavi) ha fatto di tutto per salvaguardare la vita di questi uomini e donne,sensibilizzando gli Stati Uniti,l’Ue,le Nazioni Unite e tutte le organizzazioni internazionali che si occupano di diritti umani. Ma i risultati sono stati fin’ora deludenti perchè la comunità internazionale si è sempre disinteressata di questo caso. L’anno scorso ,dopo lunghe trattative (tra l’Onu e il governo iracheno) sembrava che degli spiragli si fossero aperti per salvare la vita di queste migliaia di cittadini. L’accordo prevedeva il trasferimento degli abitanti di Ashraf nel campo Liberty ,dove dovevano risiedere “provvisoriamente”,in attesa di essere definitivamente accolti in una serie di paesi occidentali,possibilmente dove già vi sono comunità iraniane. In realtà ,una volta cacciati da Ashaf i dissidenti si sono trovati a vivere in ambienti malsani (anche privi di acqua e di fognature) ,con difficoltà e ostacoli difficilissimi. Abbandonati dalla comunità internazionale ora migliaia di cittadini temono massacri,senza ricevere alcuna garanzia di poter emigrare in altri paesi dove potersi ricostruire una nuova vita. Ogni giorno partono da Ashaf ( un centinaio di profughi sono rimasti lì) e dal campo Liberty sos ,ma le risposte sono deboli. Il governo iracheno fa di tutto per accontentare le direttive dei falchi di Teheran: vuole cioè continuare a tenere nel lager Liberty i dissidenti, in condizioni disumane, negando persino il diritto di emigrare e persino di vendere tutti i beni ,mobili e immobili di Ashaf. Una tragedia umanitaria,di cui nessuno si occupa. Neppure i media .
Aldo Forbice
alle 15:38
domenica 27 gennaio 2013
Viva il ricordo dei caduti ebrei, uccisi barbaramente dal nazismo hitleriano, padre politico del regime dei mullah
"se il mondo non si sente ebreo almeno per oggi la colpa non è di chi ha sterminato milioni di bambini, donne e uomini che coi loro corpi si sono fatti scudo per garantirci un mondo più sicuro e più lontano dal nazismo ma è di chi non ci dà la possibilità di informazione. Il risultato: la nascita di un nuovo nazismo di matrice islamica khomeinista che minaccia il mondo intero!" dvd
Viva il ricordo di tutte le donne, bambini e uomini ebrei caduti sotto il nazismo!
alle 02:16
venerdì 18 gennaio 2013
Iran/ Negoziati su nucleare a Teheran conclusi con nulla di fatto
Giovedi, 17 Gennaio 2013 - 20:00
alle 07:49
giovedì 17 gennaio 2013
la copertura delle attività terroristiche iraniane in America Latina
Iran/ Obama firma legge per arginarne influenza in America Latina
Alcuni giorni fa il presidente Obama ha firmato la legge della “lotta contro influenza iraniana in America latina”. Obiettivo di tale legge è quello di affrontare e combattere l’influenza e l’espansione delle attivityà della divisione GHODS(Gerusalemme), della Sepah Passdaran, forza extraterritoriale addibito al terrorismo islamico iraniano. Tali attività sono sotto la coperturaa degli organi religiosi dislocati in America Latina e tutto ciò è al centro di questa nuova legge americana.
La divisione GHODS( Gerusalemme), della Sepah Passdaran è stata fondata 21 anni fa. Il colonello passa Esmail Ghaani, sostituto comandante attuale della Divisione Ghods( vice ghasem Soleimani), ha chiamato questa forza terroristica come “ Esercito internazionale Islamica” di cui il piu importante obiettivo è quello di interferire direttamente nella vita politica di altri paesi contribuendo alla realizzazione degli obiettivi del fondamentalismo islamico iraniano. Negli ultimi 10 anni la divisione Ghods ha giocato un ruolo estremamente attiva contro le popolazioni irachene, afghane, libanesi e siriano. Attualmente tale divisione è direttamente coinvolto nella difesa del regime Bashar asad partecipando in tutte le misure repressive usate daal regime siriano contro la popolazione in rivolta. Lo stesso colonello Ghanai alla fin del maggo sccorso ha dichiarato che “se non fossimo stati presenti in Siria il regime di Bashar Asad sarebbe stato già caduto”. Durante la presidenza di Ahmadinejad c’è stato un grande e impegnativo coinvolgimento di questa Forza in America latina in articolar modo in Venezuela. Lo stesso Ghasem Soleimani, capo ognipotente della divisione ha dichiarato che con la nostra presenza in questa parte del mondo noi abbiamo installato e rafforzato la linea della difesa del regime nell’anticamera americana!
Questa divisione manda i suoi uomini nelle zone interessate sotto varie coperture tra cui istituti di volontariate, religiosi, culturali, diplomatiche in virtù all’aiuto date dalle ambasciate e progetti umanitari. Tale procedura vale per America Latina. Una delle organizzazioni estremamente attiva in questo campo è “ organizzazione delle scuole religiose all’estero” coinvolta attivamente in America Latina, come copertura, da parte della divisione Ghods in questa zona del mondo. Tale organizzazione diretta dal mullah Hejasi, capo ufficio del capo supremo Ali Khamenei, viene usata dalla divisione Ghods, dal ministero dei servizi segreti per portare a termine operazioni speciali, espansione del fondamentalismo e il terrorismo. Il suo bilancio economico viene garantito direttamente dall’ufficio del capo supremo e tramite del mullah Hejasi. Il regime iraniano sotto la copertura della religione espande il terrorismo e il fondamentalismo e per tali obiettivi ha istituito due organi importanti e paralleli
il centro mondiale della scienza islamica: tale centro arruola gli studenti di teologia ( TALABE), di ogni provenienza e li addestra nella città santa di Qum addestrandoli per portare a termine i suoi obiettivi fondamentalisti e poi li rimanda a casa. Tali elementi diventano successivamente epicentro delle attività della divisione Ghods e del ministero dell’informazione( servizi segreti) nei loro paesi di origine.
2-organizzazione delle suole coraniche e religiose all’estero. Il regime iraniano ha istituito delle scuole coraniche in più di 80 paesi per addestrare i giovani al fondamentalismo di matrice khomeinista
Attività fondamentaliste e terroristiche in America meridionale :
-anche in questa parte del mondo il regime dei mullah ha istituito delle organizzazioni islamiche, coraniche e rappresentanze politiche e religiose. In alcuni paesi tali centri vengono gestite direttamente dal personale addestrate locale che in precedenza hanno avuto addestramenti e insegnamenti nei centro mondiale delle scienze islamiche.
-In America meridionale l’ Argentina è l’epicentro delle attività dell’organizzazione coranica e delle scuole islamiche iraniane. Questa organizzazione ha istituito in quasi tutta l’Argentina delle scuole coraniche e delle moschee gestite direttamente dal personale locale argentina.
-Brasilia: Nalla città Curitiba di Brasile l’organizzazione delle scuole religiose ha una sede centrale.
-Isola Guyana: in questa Isola il regime iraniano usa la copertura di un centro di studi diretto da un Mullah di origine indiano che per tanti anni ha studiato a Qum e nel centro mondiale della scienza islamica e si chiama Dott. Abed Hossein Tasdigh
Trinidad: Trinidad e Tobago è uno stato insulare dell'America centrale caraibica.
alle 14:37
mercoledì 16 gennaio 2013
ESIGE LA POSIZIONE COMUNE CONTRO IL TERRORISMO ISLAMICO IRANIANO IN MALI
E' un atto criminoso lasciare i francesi da soli nella lotta contro i terroristi islamici di matrice iraniana dislocati in Mali. Esige urgentemente una posizione comune della comunità euro-americana! Con l'avvicinarsi della scadenza dell'agenzia dell'Aiea contro il programma atomico militare il regime degli ayattollah ha scatenato il suo terrorismo islamico contro i francesi! davood karimi
alle 13:37
venerdì 11 gennaio 2013
Mani iraniane dietro omicidio politico di tre attiviste Kurde
Omicidio politico in Francia
le mani dell' ayattoll-terrore Ali Khamenei dietro il massacro di tre donne kurde in Francia!
secondo le informazioni pervenutemi dall'Iran, subito dopo la ripresa delle trattative tra il governo turco e il movimento kurdo PKK, il regime iraniano ha ordinato il massacro di tre dirigenti kurdi in Europa per far fallire le trattative in corso tra Ankara e il leader Ochalan.
alle 10:55
martedì 8 gennaio 2013
Ennesima impiccagione pubblica di due gay in Iran. Si tratta di due fratelli accusati di stupro sodomita - la motivazione di solito usata dal regime per colpire i gay - nei confronti di un 17enne
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Inizia col sangue e la repressione il 2013 dei gay iraniani. Due fratelli, di 21 e 24 anni, sono stati impiccati nella pubblica piazza nella città di Shahr-e-Kord, nell'Ovest del paese. L'accusa, per i due, è stata di stupro sodomita nei confronti di un ragazzo diciasettenne. A riferilo è l'agenzia Mehrnews. L'accusa di violenze sodomite è quella usata solitamente dal regime per colpire con la pena di morte i ragazzi omosessuali. L'esecuzione è avvenuta il 5 gennaio.
Lo scorso settembre il presidente dell'Iran Mahmoud Ahmadinejad, durante un'intervista alla CNN definì l'omosessualità un "comportamento molto sgradevole" che è stato vietato da "tutti i profeti, le religioni e le fedi". I gay - aveva aggiunto - sarebbero sostenuti da "capitalisti irriducibili" che non hanno cura dei "valori umani". |
alle 11:38
lunedì 7 gennaio 2013
mercoledì 2 gennaio 2013
Riflessioni tratte da “Come io vedo il mondo - Albert Einstein”, 1956
La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall'angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E' nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere 'superato'.
Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell'incompetenza. L' inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c'è merito.
E' nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze.
Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro.
Finiamola una volta per tutte con l'unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla."
Albert Einstein
alle 19:19
Gli Ayatollah: Le donne della resistenza iraniana contro il regime
http://www.libertaegiustizia.it/2012/12/18/le-donne-della-resistenza-iraniana-contro-il-regime/
18 dicembre 2012 -
Loredana Biffo *
E’ indubbio ormai che la caduta del sanguinario regime iraniano degli Ayatollah dipenda dalle donne combattenti.
La Resistenza è costituita prevalentemente al femminile, non a caso la Presidente (Maryam Rajavi) è una donna, questa è una spina nel fianco degli oscurantisti clericali, che per tale motivo hanno ulteriormente inasprito la repressione sulle donne. Si pensi all’alto valore simbolico che può avere una movimento di resistenza governato da una donna, in un paese in cui hanno sempre prevalso la shi’à e la sunna, cioè l’interiorizzazione del principio quietista che garantisce l’obbedienza al “principe” nell’intento di evitare la fitna – il conflitto che può portare alla guerra civile. Così come la taqiyya o “dissimulazione”, consente di non rendere palese il dissenso verso l’autorità quando la sua manifestazione comporti un grave pericolo per chi lo esprime. Si tratta di una sfida inaccettabile per il regime, che la percepisce come un oltraggio al potere maschile e clericale. A tal proposito, è di domenica 16 dicembre la notizia che è stato attuato un provvedimento di legge in base al quale la concessione del passaporto alle donne, verrà data solo tramite l’acquiescenza del tutore, del nonno, del marito, o attraverso un decreto di un giudice shariatico. E’ evidente che una Resistenza al femminile, sostenuta anche da uomini che hanno fatto un passo indietro, lasciando il governo della resistenza alle donne, perchè sono state le più vessate dai regimi iraniani, prima da Khomeini e ora dagli Ayatollah, è la spina nel fianco di questo regime clericale e oscurantista, questo ha dichiarato la Presidente Maryam Rajavi. Le continue restrizioni della libertà e dei diritti delle donne, hanno lo scopo di annientare la loro indomita volontà di rovesciare la Repubblica Islamica. Purtroppo complice di questa situazione, è ancora la disinformazione da parte dei media internazionali, che non danno notizie sul grande lavoro che le donne iraniane stanno portando avanti da anni per la democratizzazione dell’Iran, la separazione tra Stato e religione, la libertà religiosa, politica e i diritti umani, fondamento irrinunciabile di una società democratica e secolarizzata. La recente cancellazione dei Mojahedin del Popolo (combattenti per la libertà in Iran) dalla “lista nera” del terrorismo internazionale, da parte degli Stati Uniti (avvenuta nel mese di Novembre dopo anni di lotta), il regime clericale iraniano, ha inasprito l’oppressione sul popolo, sui dissidenti, e in particolare sulle donne. Questo perchè per il regime è un duro colpo quello assestatogli dalla “resistenza”, che da anni lo combatte e che era stata definita dal regime stesso una “organizzazione terrorista”, per far apparire i resistenti come dei sovversivi agli occhi del mondo, avendo così gioco facile nel far inserire i resistenti nella “blak list” del terrorismo internazionale voluta dall’ America in conseguenza all’attentato alle torri gemelle l’ 11 settembre 2001. Il 13 novembre le autorità iraniane hanno proceduto all’impiccagione in piazza di 45 persone. Sono state almeno 440 le impiccagioni effettuate nella Repubblica Islamica dall’inizio dell’anno. Inoltre ci sono notizie di numerosi prigionieri morti in carcere per le torture subite, tra questi anche un blogger identificato come Sattar Behesti, ucciso mentre si trovava in fermo di polizia; vi è stata anche un’esecuzione collettiva di 35 persone avvenuta nel carcere di Mashhad, nel nordovest dell’Iran. I 35 detenuti sono stati prelevati dalla sezione 101 del carcere di Vakil-abad, sono noti solo due nomi dei prigionieri impiccati pubblicamente: Khsrow Hassani di 21 anni, e Abdol Ahmad Kopri di 26, non sono stati resi noti i crimini per i quali erano stati condannati a morte. In genere la condanna a morte viene emessa per dissidenza politica, apostasia, omosessualità, furto, droga (è sufficiente il possesso di 30 grammi) e adulterio, ovviamente solo per le donne che non vengono impiccate ma lapidate. E’ evidente che, come ha detto il rappresentante del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana Aboulghassem Rezaee, la rimozione dei resistenti dalla lista dei gruppi terroristici degli Stati Uniti, avvenuta il 28 settembre scorso, ha alterato l’equilibrio del potere degli Ayatollah, segnando un punto a favore della resistenza. A questo punto il regime dittatoriale, invischiato in gravissime crisi interne e lotte intestine, schiacciato dalle sanzioni economiche, ha aumentato la repressione sul popolo, che è ad un record storico: nelle ultime due settimane sono state impiccate almeno 100 persone, e la barbara uccisione del blogger Sattar Behesti in conseguenza alle torture subite, comincia finalmente a scuotere l’opinione pubblica internazionale. L’inviato speciale dell’Onu ha confermato che la situazione dei diritti umani in Iran è di una gravità crescente. La presidente eletta della Resistenza Iraniana Maryam Rajavi, nella conferenza internazionale di Parigi del 17 novembre scorso ha dichiarato che il regime degli Ayatollah è invischiato in cinque fattori di crisi: la ribellione del popolo siriano, le lotte interne al regime stesso che stanno lacerando l’apparato governativo, lo stallo sul programma nucleare e la bancarotta economica. L’Iran è un Paese in cui sono stati molti gli scontri con i “turbanti”, cioè il clero fondamentalista sciita (fin dai tempi del governo di Reza Pahlavi, che aveva intrapreso in qualche modo una via, seppur difficile, di modernizzazione) il ritorno di Khomeini nel 1979, ha imposto una torsione fondamentalista che ha bloccato qualsiasi possibilità di riforma attraverso l’instaurazione di un regime clericale fondato sul partito unico. Una scelta che ha impedito nel periodo del Khomeinismo, e con gli Ayatollah attuali, l’emergere di leader laici riconosciuti e capaci di mettere fine all’identificazione del potere nel “velayat-e-faqih”, ossia la perfetta identificazione della politica e della società nella religione, in virtù del “giusto faqih”: il “dotto religioso”, che in assenza del Dodicesimo Imam (cioè i dodici successori del Profeta) ne esercita la funzione. Gli obiettivi sono: la repressione dei costumi “corrotti”, la limitazione della “libertà di stampa”, e la lotta alla “depravazione e corruzione morale”. E’ così che la “lotta contro il male” avviene attraverso una capillare azione repressiva contro l’inosservanza dei costumi islamici, ma soprattutto attraverso la pratica delle impiccagioni in pubblico. Cosa che se in passato avveniva solo per criminali accusati di gravi reati, ora sono applicate anche ai giovani (si consideri che l’Iran è composto da una popolazione con un’altissima percentuale di giovani) che consumano alcool, dissidenti politici e adulteri. Sono numerosissimi i casi in cui la “polizia religiosa” procede a frustare per strada le donne “mal velate”. Quando nell’estate del 2011 centinaia di ragazzi e ragazze avviarono una protesta e un’offensiva ai costumi, furono arrestati e fustigati nelle piazze di Teheran. Alla luce dei fatti, non è difficile immaginare quanto sia grande il coraggio da parte dei dissidenti di dare vita ad una “Resistenza” formata prevalentemente da donne, con a capo una donna. Si può certamente affermare che se e quando il regime degli Ayatollah verrà rovesciato, questo sarà per merito delle donne iraniane, e questa non sarà solo una vittoria iraniana, bensì un esempio e uno stimolo a tutte le donne del mondo.
Loredana Biffo è ricercatrice sociale, giornalista e fa parte del circolo LeG Torino
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alle 06:23
martedì 1 gennaio 2013
Iran: eseguite cinque impiccagioni
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