domenica 28 giugno 2009

TEHERAN: GRANDE MANIFESTAZIOE DI PROTESTA. 700.000 IN PIAZZA


Oggi sono scesi in piazza 700.000 persone
2000 persone arrestate
numerose persone ferite durante gli scontri
Raid delle squadre Basiji nelle case delle persone arrestate e ferite
Domani altre manifestazioni
"Morte al dittatore e morte a Khamenei" è stato lo slogan più scandito in piazzza
I passdaran durante i raid negli ospedali trasferivano, nonostante la dura resistenza dei sanitari, i feriti nei luoghi segreti
Il regime dei mullah per bocca dell'imam del venerdi di Teheran ha dichiarato che da "oggi in poi i manifestanti vengono considerati dei Mohareb" cioè vengono condannati a morte
Arrestati anche 8 impiegati locali dell'ambasciata britannica. Il regime dei mullah con questo gesto vuole sottoporre alle feroci torture il personale locale per costringeli a confessare di essere gli "uomini-collegamento" tra i manifestanti e gli inglesi. Tutto ciò per preparare il terreno al massacro dei prigionieri e dei manifestanti
Assocazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia mette in guardia la coscienza della comunità internazonale su questo disumano complotto del regime dei mullah e chiede a tutte le istituzioni internazionali di intervenire urgentemente e fortemente in sostegno al popolo iraniano adottando prima possibile una serie di sanzioni polittico-economiche contro il regime nazi-clericale dei mullah
Il regime si sta preparando per portare a termine un grande massacro ai danni della popolazione
Chiedimo in particolare al governo italiano, che ospitera a beve la G8 di portare all'ordine del giorno dei lavori una dura risoluzione contro il massacro e lo sterminio in atto sostenendo allo stesso tempo la grande rivolta della popolazione per la libertà e la democrazia in Iran.
Karimi Davood, presidente dell'associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia

LE'VY: " IL REGIME IRANIANO HA I GIORNI CONTATI"


INTERVISTA AL FILOSOFO FRANCESE
Lévy: "Il regime iraniano
ha i giorni contati

Il filosofo Bernard-Henri Lévy
“Khamenei ha smesso di fare
l’arbitro ora l’unità del Paese
s’è rotta per sempre”

MARIA GIULIA MINETTI
MILANO
La vera questione è ciò che si ha in testa quando si decide che la sorte del genere umano ci è indifferente o quando, all’inverso, si assume il ruolo di chi sceglie di fare come se la disgrazia degli altri lo riguardasse…». È una delle frasi-chiave di Nemici pubblici, il libro a due voci di Michel Houellebecq e Bernard-Henri Lévy (alla Milanesiana per presentarlo) in uscita da Bompiani, e chi fra i due sia quello che sceglie di fare come se la disgrazia degli altri lo riguardasse, è facile capirlo. Proprio ieri è apparsa la notizia dell’ultima «intrusione» di Lévy nella disgrazia altrui: la diffusione su internet di un video dove Ahmadinejad ringrazia un gruppo di ayatollah oltranzisti per i «servigi resi» e proclama giunto il momento di «esportare la rivoluzione islamica nel mondo».

Eppure lei si dice convinto che queste elezioni siano il principio della fine per il regime iraniano.
«Non sono sicuro ma accetto la scommessa. Certo, non credo che possa accadere da un giorno all’altro. Viviamo in un’epoca di tempi corti. O le cose accadono subito o sembra che non debbano più accadere. Provi a chiedere in giro: la gente crede che la rivoluzione di Khomeini sia accaduta in un lampo. C’è voluto un anno».

C’è anche l’ipotesi Tien An Men…
«C’è anche quell’ipotesi, ma io mantengo la mia scommessa. Perché credo che il regime islamista in Iran sia “rotto”. Riposava su un’unità vera. Ma oggi quell’unità è di facciata. E dal giorno in cui Khamenei ha deciso di appoggiare il risultato delle elezioni ha perso il suo ruolo di arbitro. Il conto alla rovescia è cominciato a partire da quel giorno».

Il suo «engagement» è inesausto. L’Iran è solo l’ultima causa di una serie densissima, Algeria, Bosnia, Afghanistan, Pakistan, Darfur…
«Non sono solo interventi sporadici, prese di posizione sui giornali. Se mi dedico a una causa mi metto a disposizione completamente».


E dunque mi stupisco che in questo libro si sia messo a dialogare con Houellebecq, il suo perfetto opposto.
«Niente è più stimolante per uno scrittore che mettersi alla prova con uno che ha idee diverse. E poi ritengo Houellebecq uno degli scrittori migliori d’Europa. Mettiamola così: è uno degli scrittori che più rispetto ed è uno degli scrittori con cui più sono in disaccordo». A
che serve il dibattito?
«È una grande opportunità, per chi scrive. Un modo di “mettere in pericolo” le proprie idee. Farle vacillare, creare “intranquillità” nella propria testa…».
Intranquillità?
«È una parola di Pessoa».

A volte sembra che lo scopo di Houellebecq sia soprattutto quella di «andare a vedere» fino a che punto può spingersi con la provocazione.
«È la definizione di un buon intellettuale. Andare a vedere fin dove la provocazione ti porta, a partire da dove diventa debolezza… È questo il buon uso delle idee».

Una delle idee di Michel Houellebecq è che la religione musulmana sia responsabile della degenerazione terrorista.
«È un’idea completamente sbagliata, da cui dissento radicalmente».
Da cosa dipende secondo lei il terrorismo islamico?
«Dalla politica. Bisogna avere il coraggio di dire ad alta voce che c’è un fascismo in senso proprio nel mondo musulmano. Ed è vivo perché non è mai stato pensato come tale. Al contrario di quanto è successo in Italia, Germania, Francia dove la questione è stata pensata, elaborata, sviscerata».

Un fascismo in senso proprio?
«Mistica nazionalista, culto della forza, ossessione della purezza, antisemitismo… Il movimento dei Fratelli Musulmani appare contemporaneamente ai fascismi europei, ne è l’incarnazione mediorientale».
Ma a differenza di quanto è successo in Europa questo fascismo, lei dice, non è stato chiamato col suo nome e poi «superato».
«Il mondo arabo musulmano non ha fatto questo lavoro. Hanno un fascismo tanto più pericoloso in quanto non è mai stato riconosciuto come tale. Ma è una questione politica, in ogni caso, non religiosa. Ho trovato particolarmente disgustoso, quando è uscito, il libro di Oriana Fallaci (La rabbia e l’orgoglio, ndr). Un libro razzista che attaccava la religione musulmana. Io attacco una politica che chiamo fascista e ha una forma pakistana, iraniana, afgana eccetera».
La religione, però, viene abbondantemente usata da questi fascismi.
«Si ricorda la frase di Kant “Limitare il sapere per far posto alla fede”? Nel nostro caso proporrei di cambiarla così: “Limitare la fede per far posto alla politica”. Ma in ogni caso una cosa io so e credo: i musulmani sono miei fratelli, i fascisti sono i miei avversari».
Fede e politica sono tutt’uno nell’Islam. Lo Stato è legittimato da Dio. La sua legge è la legge dello Stato.
«No, deve cambiare, può cambiare. Guardi la Bosnia. Perché mi ha interessato? C'erano là dei musulmani che avevano rotto il paradigma».
L’aveva fatto anche il Baath in Siria e in Iraq.
«Sì, però erano fascisti».
Aspettiamo l’Iran?
«Io ho molta fiducia».

sabato 27 giugno 2009

IRAN: SPARISCONO I FERITI DAGLI OSPEDALI


Secondo le informazioni arrivate da Teheran le forze speciali del regime disumano dei mullah fanno irruzione in tutti gli ospedali e arrestano i feriti e li trasferiscono nelle carceri segreti.
Secondo le nostre informazioni arrivate dalle fonti attendibili, i passdaran sottopongono i feriti, anche gravi a dure interrogazioni accompagnate dalle torture e maltrattamenti fisici e morali.
L'Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia lancia un appello a favore delle persone ferite e arrestate durante la grande rivolta popolare e chiede alla comunità internazionale in particolare all'occidente di intervenire urgentemente presso gli organismi internazionali al fine di salvare la vita dei giovani feriti e arrestati.
Associazione Rifugiati politici iraniani residenti in Italia

ULTIMA NOTIZIA: MUSSAVI SI E' ARRESO A KHAMENEI

Secondo le ultime notizie arrivate da Teheran il Consiglio governato da Rafsanjani ha riconosciuto la legittimità delle elezioni e ha chiesto di porre fine alla contenziosa elettorale. Anche Mussavi ha reso pubblico una nota indirizzata agli iraniani residenti all'estero e li ha messi in guardia di " non permettere alle forze e ai gruppi estranei ai principi della santa costituzione del sistema islamico di interferire e di approffittare della situazione post elettorale."
Il che significa la totale resa della banda di Rafsanjani di fronte agli attacchi sferrati da Ali Khamenei come capo supremo del regime dei mullah. La resistenza iraniana per bocca della sua presidente della repubblica aveva auspicato, il 20 giugno scorso di fronte a 100.000 iraniani presenti alla sala Villepin di Parigi, che Rafsanjani e Mussavi non si arrendino alle pressioni e alle minacce del capo supremo e di schierarsi a fianco della popolazione.

venerdì 26 giugno 2009

giovedì 25 giugno 2009

IL REGIME DEI MULLAH HA CONFESSATO CHE IL 60% DEGLI ARRESTATI NON HA PARTECIPATO AL VOTO!


Analisi:
Il regime dei mullah in un servizio trasmesso dai suoi mass media ha rivelato che " dai controlli effettuati sui documenti d'identità delle persone arrestate è venuto fuori questo dato che il 60% degli arrestati non si è recato alle urne"!
Questa confessione conferma quanto ha già pubblicato la resistenza iraniana e anche il sottoscritto che la maggior parte della popolazione non ha riconosciuto la verità e la legittimità delle urne e ha applaudito il boicottaggio chiesto dalla resistenza iraniana.
Devo ribadire ancora una volta che l'occasione ellettorale è stata una scintilla per lo scoppio della rabbia della popolazione che vive da trentanni nella repressione e nella violenza imposta dal regime dei mullah. Quello che oggi noi testimoniamo è lo specchio della realtà socio-politica di un paese che da tre decenni è governato da un regime dittatorial-religioso che noi chiamiamo Il fanatismo religioso.
La situazione attuale è il risultato naturale di un malessere e dissenso generale frutto di una situazione economica disastrosa e di una vita repressa in ogni suo aspetto. Questa situazione di forte ebolizione e rabbia e malcontento si è riversato automaticamente nella classe dirigente del regime islamico che ha funzionato come un veleno in seno a tutto il regime dei mullah portandolo alla spaccatura totale e generale. Questa rivolta popolar-nazionale è il risultato naturale e evolutico di una situazione politica illegittima e arrogante che senza il consenso della base ha portato l'intero paese verso una politica di militarizzazione atomica e terroristica consumando, sulla pelle della gente, miliardi e miliardi di dollari spesi sia in materia atomica che terroristica. Basti guardare la quantità delle cifre che il regime dei mullah spende tuttora per il finanziamento dei gruppi terroristici mediorientali che colpiscono costantemente i popoli iracheno, palestinese, israeliano nonchè le forze militari occidentali coinvolti nel mantenimento della pace. Tali politiche adottate nei trentanni di un regno fondamentalista che mira a esportare il terrorismo islamico khomeinista in tutto il medioriente ha ridotto sul lastrico l'intera popolazione. Ecco perchè nelle strade iraniane si vedono i ragazzi e la gente appartenenti a tutti i ceti sociali: operai, insegnanti, medici, professori, commercianti ecc...
Un fatto di una importanza enorme è la partecipazione delle donne iraniane alla rivolta nazionale. Un elemento da riflettere e da ammirare. Le donne iraniane nei trentanni del regime dei mullah sono state la parte più colpita della società iraniana. Le donne sono state discriminate in tutte la parti e in tutte le forme inimmaginabili. Sono state escluse da tutti i loro diritti e assegnati a loro solamente dei doveri. Ecco perchè oggi siamo testimoni di questa loro orgogliosa partecipazione di massa nelle manifestazioni. Neda, simbolo della resistenza iraniana ne è una brillante testimone.
Di fronte alla sua grandezza mi inclino la testa e ne sono orgoglioso di essere un suo concittadino.
Una dato certo: saranno le donne iraniane a sferrare l'ultimo colpo mortale sulla testa dell'inetro regime fondamentalista dei mullah mandandolo per sempre nella pattumiera della storia garantendo la pace e la sicurezza al popolo iraniano e a tutto il mondo che attualmente è colpito fortemente, sia nell'anima che nel corpo, dall'ideologia terroristica di Khomeini!
Viva il ricordo di Neda

Davood Karimi, analista politico

IRAN: EUROPARLAMENTO PROTESTA CON AMBASCIATORE TEHERAN, STOP VIOLENZE


IRAN: EUROPARLAMENTO PROTESTA CON AMBASCIATORE TEHERAN, STOP VIOLENZE

Bruxelles, 25 giu. - (Adnkronos/Aki) - Il presidente uscente del Parlamento Europeo Hans Gert Poettering ha duramente protestato con l'ambasciatore iraniano in Belgio, Ali Asghar Khaji per la dura repressione delle manifestazioni in Iran. Lo rende noto un comunicato dell'Assemblea Ue diffuso dopo un incontro tra i due alla sede del Parlamento a Bruxelles. "Chiediamo al regime di Teheran - ha dichiarato Poettering - di porre fine alla violenza, di consentire ai dimostranti di manifestare, di liberare i giornalisti in carcere e di permettere ai media stranieri di lavorare liberamente nel paese. Il Parlamento Europeo ribadisce il suo sostegno alle proteste pacifiche dei cittadini in Iran".

ROMA: IN NOME DI NEDA DUE MANIFESTAZIONI DI PROTESTA. Fini sdegnato. Casini: "oggi anche noi siamo iraniani"



Presidente Fini in piazza San Lorenzo in Lucina durante la manifestazione di solidarietà con i giovani iraniani

IRAN/ Fini: nessuna realpolitik può superare lo sdegno per quanto sta accadendo

"Non ci può essere alcuna motivazione di realpolitik o di carattere economico tale da impedire alle coscienze di esprimere il loro sdegno per quanto sta accadendo in Iran". Gianfranco Fini interviene alla manifestazione a sostegno dei giovani iraniani in lotta con il governo di Ahmadinejad organizzata dal 'Forum Giovani' a Piazza San Lorenzo in Lucina, "é un dovere di tutti coloro che amano la libertà di essere idealmente - dice Fini interpellato dai giornalisti in mezzo ai manifestanti - al fianco di quei ragazzi iraniani e condannare nel modo più risoluto la brutale e spietata repressione in atto a Teheran".

"La realtà iraniana - ha detto ancora il presidente della Camera - è complessa per cui non bisogna perdere la speranza però è indubitabile che la teocrazia iraniana in questo momento sta mostrando il suo vero volto non solamente agli occhi della comunità internazionale ma anche nei confronti del popolo iraniano. Se non ora quando esprimere lo sdegno? Ora più che mai perché il regime degli Ayatollah mostra la sua pericolosità agli iraniani e non soltanto all'Occidente e ad Israele".

"E' molto significativo e anche molto bello che i giovani italiani di tutti i movimento politici, senza alcuna distinzione, abbiano deciso di manifestare per esprimere il loro sdegno nei confronti - ha concluso Fini - della dittatura iraniana".


ROMA:DUE MANIFESTAZIONI

La prima manifestazione, in piazza della Repubblica, è stata organizzata dall'Associazione dei Giovani iraniani in Italiain cui hanno partecipato numerosi cittadini iraniani e italiani. I manifestanti lanciavano gli stessi slogan che in questi giorni vengono sentiti nelle strade di Teheran: Morte al dittatore, morte a Khamenei. All'inizio della manifestazione il presidente dell'Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia aprendo l'iziativa di protesta ha detto" a Nome di Neda, simbolo della resistenza e della volontà ferrea delle donne iraniane ringrazio tutti i partecipanti e ribadisco la nostra volontà di sostenetre con tutte le nostre forze la grande rivolta nazionale del popolo iraniano per rovesciare il regime dei mullah e per ripristinare la libertà e la democrazia in Iran esattamente lo stesso obiettivo per cui la nostra carissima Neda ha sacrificato la sua vita.
In seguito hanno parlato altri rappresentanti delle associazioni iraniane presenti sul territorio italiano e alla fine Azar Karimi, presdiente dell'Associazione dei Giovani iraniani e organizzatrice della manifestazione ha letto una dolorosa lettera scritta dalla sorella di Neda che ha commosso tutti i presenti. La manifestazione è terminato con il lancio degli slogan a favore della grande rivolta popolare che è determinata ad andare avanti fino al rovesciamento totale del regime iraniano.
Al secondo appuntamento di ieri, svolto in piazza San Lorenzo in Lucina e organizzato dal Forum Nazionale dei Giovani italiani hanno aderito e partecipato 58 associazioni dei giovani di entrambi schieramenti politici compresi Associazione Giovani iraniani, associazione Dnne democratiche iraniane e associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia.
Alla manifestazione hanno aderito anche numerosi autorità italiane e tra cui Gian Franco Fini, presidente della Camera, il ministro della Gioventù Giorgia Meloni, il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, che è salito sul palco con la bandiera tricolore della resistenza iraniana, On. Carlo Ciccioli del Pdl, il vice presidente della Camera Maurizio Lupi, la deputata del Pd Federica Mogheri, il parlamentare dell'Idv Fabio Evangelisti. Ci sono stati tre interventi delle tre associazioni che hanno aderito alla manifestazione.
Sholeh Shahrzad, presidente dell'Associazione donne democratiche iraniane nel suo commovente intervento ha detto: "a far cadere il regime saranno le donne, perchè sono loro quelle che hanno subito la maggior repressione".
Azar Karimi, presidente dell'Associazione giovani iraniani nel suo intervento, a nome di Neda ringraziando i presenti ha elencato 5 richieste alla comunità internazionale prima di dare la lettura alla lettera della sorella di Neda:
-non riconoscere il governo di Ahmadinejad,
-adozione delle sanzioni generali contro il regime,
-mandato di cattura contri i capi del regime dei mullah e i responsabili del massacro della popolazione,
-divieto di transito per i dirigenti iraniani in Europa e nel resto del mondo,

IRAN: MELONI, GIOVANI ITALIANI UNITI PER LA LIBERTA'


Roma, 24 giu. (Adnkronos) - "Questa manifestazione dimostra la capacita' dei giovani italiani che di fronte a questioni epocali sanno compattarsi. Una manifestazione trasversale, a cui tutte le sigle, indipendentemente dall'estrazione politica, hanno dato la loro adesione e' il modo migliore per compattarsi rispetto ai giovani che stanno scendendo in piazza a Teheran, dove e' in corso una rivolta anche generazionale". Lo ha detto il ministro delle Politiche per i giovani Giorgia Meloni, intervenendo alla manifestazione in piazza San Lorenzo in Lucina a Roma in favore della liberta' del popolo iraniano.

"L'immagine di Neda -ha proseguito Meloni- e' destinata a segnare questo tempo in modo analogo all'immagine del 5 giugno 1989 di un ragazzo fermo davanti ai carrarmati a piazza Tienanmen. Nell'89 in tanti scelsero di guardare dall'altra parte e si spera che questo non accada oggi".

IRAN: CASINI, OGGI ANCHE NOI SIAMO IRANIANI


Roma, 24 giu. (Adnkronos) - "Oggi anche noi siamo iraniani. Con l'animo, la mente e il cuore". Lo ha detto il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, intervenendo alla manifestazione a piazza San Lorenzo in Lucina a Roma in favore della liberta' in Iran. "Tutti noi siamo vicini a questo paese straordinario che e' l'Iran -ha proseguito Casini- pieno di intellettuali, di uomini e donne ricchi di risorse. E' ancora possibile nel 2009 indignarsi in una societa' che ormai si e' rassegnata a tutto".


POL - Iran, Casini: Convocare subito ambasciatore, fermare macello
Roma, 24 giu (Velino)
- “Chiediamo che il governo italiano compia un atto formale immediato di convocazione dell’ambasciatore per esprimere lo stato d’animo di tutto questo Parlamento e del popolo italiano. Non possiamo accettare un macello di studenti, donne e uomini, e ci risulta anche che in queste ore si stia sparando davanti al Parlamento iraniano”, Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc e capogruppo centrista alla Camera, interviene a Montecitorio per denunciare l’escalation di violenze a Teheran e invitare l’esecutivo del nostro paese ad assumere provvedimenti. Il leacer centrista segnala che è prevista la convocazione delle Commissioni esteri riunite per il 1° luglio con la presenza del governo. “Avremmo preferito modalità diverse, ma, come il mio gruppo ha comunicato alla Presidenza, non ci sembra il caso di sollevare oggi una questione tra maggioranza e opposizione sul problema di quando e come riferire, che tutto sommato può essere anche secondario”. Mentre è a suo avviso primario che la Farnesina convochi formalmente l’ambasciatore iraniano per manifestare il disappunto del nostro paese. Un’attenzione al caso Iran che Casini ribadisce dal palco della manifestazione in corso a piazza San Lorenzo in Lucina: secondo il leader centrista “non è il momento delle parole ma dei fatti. Oggi siamo tutti iraniani, con l’animo, la mente e il cuore a un paese di cultura e grande capacita”.

Nell’aula della Camera, prima di Casini era intervenuto Roberto Giachetti, deputato del Pd, denunciando che a Teheran “un genocidio, un massacro. Una donna intervistata da un network americano ha detto: questo è Hitler. Le milizie hanno cominciato a colpire chiunque, alcuni sono stati gettati da un ponte (ci sono delle testimonianze). Credo che la situazione, come era facilmente prevedibile, stia diventando drammatica. So che c’è un orientamento del governo ad intervenire, a seguito delle richieste che sono già state avanzate da tutti i gruppi del Senato e della Camera nei giorni scorsi, il 1° luglio presso le Commissioni esteri riunite di Camera e Senato, ma credo che queste notizie probabilmente impongano - ovviamente è una richiesta che avanziamo, ma penso che sia ragionevole prenderla in considerazione - che l’informativa del governo sia resa in tempi più rapidi e probabilmente anche alla luce di quanto sta accadendo, che credo - ha concluso Giachetti - sia davvero preoccupante”. Richiesta che Casini ha sottoscritto - aggiungendo però l’esortazione a convocare l’ambasciatore iraniano - e che il presidente di turno, Antonio Leone, si è impegnato a “rappresentare alla Presidenza”.

mercoledì 24 giugno 2009

ULTIME NOTIZIE DA TEHERAN: UN MASSACRO



Sono in corso violenti scontri tra i dimostranti e le forze repressive del regime terrorista dei mullah.
Centinaia di morti e feriti fino ad ora
Migliaia di dimostranti si sono radunati di fronte alla piazza Baharestan per protestare contro il regime dei mullah
i passdaran hanno aperto il fuoco contro i dimostranti uccidendo e ferendo numerose persone

MANIFESTAZIONE A ROMA CONTRO IL REGIME DEI MULLAH







Care Associazioni,
a seguito della nostra partecipazione al meeting internazionale del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana tenutosi a Parigi lo scorso sabato 20 giugno us, il Forum indice una manifestazione di solidarietà per i giovani iraniani .

In queste ore, seguendo le notizie che ci giungono dall'Iran, sentiamo l'esigenza di manifestare anche noi la nostra solidarietà generazionale ai nostri coetanei che chiedono con determinazione democrazia, libertà, rispetto dei diritti umani e civili.

L'appuntamento è Oggi mercoledì 24 giugno a Roma, a P.zza San Lorenzo in Lucina alle ore 18.
Vi preghiamo di dare massima diffusione a questa comunicazione

Aspettiamo le adesioni delle Vs associazioni e la Vs partecipazione!

in rappresentanza del Consiglio Direttivo,
Antonio De Napoli
--



FORUM NAZIONALE DEI GIOVANI: MANIFESTAZIONE DI SOLIDARIETA' PER GIOVANI IRANIANI

In piazza e su internet per mostrare solidarietà ai giovani di Teheran. Il Forum Nazionale dei Giovani invita i ragazzi italiani alla manifestazione di solidarietà nei confronti dei giovani iraniani che in queste ore manifestano in piazza per chiedere democrazia, libertà, il rispetto dei diritti umani e dei diritti civili.

L’appuntamento è mercoledì a Roma, in Piazza San Lorenzo in Lucina, alle ore 18.

Per le strade di Teheran, a rischio della vita, una moltitudine di giovani chiede con coraggio democrazia. Le poche immagini che la censura non riesce a fermare raccontano il sacrificio di giovanissime vittime. Come Neda, uccisa a 16 anni, mentre manifestava accanto a suo padre e diventata subito il simbolo della protesta.

Ai giovani come Neda e al loro desiderio di mettere le basi per la costruzione di un Iran libero e democratico, il Forum Nazionale dei Giovani vuole dimostrare solidarietà generazionale in modo concreto.

Per questa ragione lanciamo l'appello a tutte le organizzazioni giovanili, indipendentemente dalla loro estrazione culturale, politica o religiosa, a aderire a questa manifestazione.

informazioni: 3384339954

martedì 23 giugno 2009

ROMA, PIAZZA DELLA REPUBBLICA: MANIFESTAZIONE DI PROTESTA CONTRO IL REGIME DEI MULLAH



Comunicato stampa:
Associazione Giovani Iraniani, nel nome di Neda, giovane ragazza uccisa dalle mani del regime fanatico e misogino dei mullah, ha organizzato per domani, 24 giugno una manifestazione di protesta contro le barbarie del regime dittatoriale khomeinista e per sostenere la lotta del popolo iraniano per la libertà e la democrazia in Iran.
Associazione Giovani iraniani invita tutti i cittadini di scendere in piazza per sostenere quei ragazzi e ragazze che coraggiosamente sono scesi nelle strade di tutte le città iraniane scandendo lo slogan "morte al dittatore, morte a Khamenei".
In questo storico momento il nostro popolo ha bisogno della partecipazione e della solidarietà di tutti i popoli democratici del mondo.
Presidente dell'associazione giovani iraniani in Italia
Azar Karimi
La manifestazione si terrà a Roma, alle ore 14 in piazza della Repubblica e si concluderà alle ore 17.

PER NEDA, SIMBOLO DELLA RESISTENZA E DELLA PARTECIPAZIONE DELLE DONNE NELLA LOTTA AL REGIME FONDAMENTALISTA E MISOGINA DEI MULLAH


Nella foto su un volantino attaccato sopra un mazzo di fiori si legge:
"CARA NEDA, AUGURI PER IL TUO VOLO VERSO I CUORI DELLA POPOLAZIONE"

Intervista di Davood Karimi con il Panorama.it


“Nessuna soluzione politica: è iniziata la fine degli Ayatollah”
emanuele rossi
Martedì 23 Giugno 2009
http://blog.panorama.it/mondo/2009/06/23/nessuna-soluzione-politica-e-iniziata-la-fine-degli-ayatollah/


Neda, fiore della libertà


La voce di Davood Karimi tradisce la pre-occupazione e l’eccitazione per quanto sta accadendo a Teheran. Aspetta questo momento da trent’anni. Lui come gli altri rifugiati iraniani e gli oppositori politici del regime islamista che si riconoscono nella guida della Resistenza Iraniana, Massoud Rajavi. Karimi cura un blog molto aggiornato con notizie e foto dall’Iran ed è il presidente dell’Agenzia Iran democratico. A Panorama.it parla della rivolta nelle strade delle città iraniane.

Cosa vogliono davvero i manifestanti? Un riconteggio dei voti, l’elezione di Mousavi o un cambiamento più radicale dell’intero sistema?

La protesta ripercuote la volontà di un popolo oppresso da trent’anni, che vuole semplicemente libertà e democrazia. Le elezioni sono state il pretesto di cui c’era bisogno, anche se quasi tutti sapevano che si trattava di una fiction tv.

Ma Mousavi non è propriamente contro il sistema e finora l’obiettivo delle proteste non è Khamenei ma Ahmadinejad

Non è vero. La contestazione è più radicale. Ieri nelle piazze di Rezai, a Teheran, i giovani gridavano “Morte a Khamenei”, la Guida suprema. Non si limitano a chiedere un cambio del governo. I nostri amici e colleghi tentano di testimoniarlo, ma temo che il regime non tornerà sui suoi passi. Non c’è una soluzione politica all’orizzonte, l’Occidente deve ascoltare il popolo iraniano e non concentrarsi sul colore verde.

Ma chi c’è dietro ai manifestanti? Chi organizza le proteste? Gli appoggi politici sono da cercarsi nella parte vicina a Rafsanjani?

Il giorno dopo le elezioni il ministro dell’Interno ha detto che le manifestazioni erano sostenute da gruppi terroristici e non dai partiti. L’unica leadership riconosciuta è quella della resistenza iraniana, quello che vogliono gli studenti è la morte del regime e la democrazia. E hanno colto le elezioni come occasione per allargare le spaccature interne al clero e ai politici.

Crede che Mousavi continuerà con l’opposizione se questa si radicalizzerà?

Ci sono due strade per Mousavi: o si arrende a Khamenei o sceglie la resistenza che lotta da trent’anni. E’ l’unica via. Ormai il popolo è in piazza, nonostante i Basiji e la repressione.

La grande maggioranza delle informazioni ci giungono da Teheran, ma cosa sta succedendo nel resto del paese?
A quanto sappiamo in ogni città ci sono focolai di protesta e tensioni soffocate nella repressione. Il nord dell’Iran e la zona dove vivono i Curdi è paralizzata da scioperi e manifestazioni. Ma la partita decisiva si gioca a Teheran.

Sembra ormai accertato che ci siano stati brogli, ma il sostegno ad Ahmadinejad nelle aree rurali non era comunque molto alto?

Balle. False voci diffuse dal regime, veleno che è stato raccolto dai giornalisti occidentali. Le elezioni erano una farsa e la partecipazione è stata bassa. Io sapevo già nel pomeriggio che avrebbe “vinto” Ahmadinejad, il regime aveva bisogno di questa fiction, anche quattro anni fa avevano organizzato i brogli per fare vincere i conservatori. Mousavi è stato imbrogliato, pensava di potercela fare. Ma questa volta è stato un boomerang perché la gente che è andata a votare si è resa conto della truffa.

Cosa dovrebbe fare la comunità internazionale in questo scenario?

La resistenza iraniana ha chiesto di sostenere il popolo iraniano e chiudere ogni accondiscendenza nei confronti del regime: il dialogo non ha prodotto nulla

Un intervento militare?

Assolutamente no. Sarebbe sfruttato dagli ayatollah, maestri dell’inganno, e ricompatterebbe il consenso contro l’Occidente. C’è una terza via: il sostegno politico alla resistenza e al popolo iraniano, che sa camminare con le sue gambe.

Voi rifugiati e oppositori politici all’estero come agite?

Cerchiamo di fare pressione e dare informazione. Pochi giorni fa a Parigi c’è stata una grande manifestazione di 95mila persone. Il nostro dovere è di tenere alta l’attenzione internazionale, fare arrivare le storie di chi muore per manifestare, come quella povera ragazza, Neda. Dobbiamo dimostrare che non è morta inutilmente. Per questo ho organizzato una manifestazione domani a Roma, a Montecitorio, alle 5 del pomeriggio, in suo nome.

Cosa pensa che accadrà in Iran se le proteste continueranno?

La diga della paura, del terrore, ormai è saltata. Aumenteranno le violenze e la repressione dei Basiji, il regime si chiuderà in se stesso e porterà a termine la chirurgia interna eliminando le voci più critiche. Ma per loro la fine è iniziata. Andiamo verso la resa dei conti.

Mi sembra difficile che il movimento abbia successo senza alcun appoggio tra i militari…

Proprio ieri ho saputo che uno dei maggiori capi dei Pasdaran è stato rimosso dall’incarico per essersi rifiutato di sparare ai manifestanti. Il nome non lo posso dire. Ma l’opposizone tra le forze armate c’è, molti sono già stati eliminati. Ma il colpo finale verrà dalle donne: sono loro a dare la svolta. Scendono in piazza, incitano i compagni e i figli e sono più efficaci delle armi. La libertà e la democrazia sono vicine.

A NOME DI NEDA DUE PAROLE CON MINISTRO FRATTINI


Il mondo guarda sbalordito alle donne e alle ragazze iraniane e al loro sangue che colora le strade di Teheran, annafiando la speranza e la ferrea volontà di coltivare per sempre i profumati fiori della libertà e della democrazia, e Lei singnor ministro degli esteri italiano ancora guarda speranzosa al lancio di una piccola apertura del regime agonizzante dei mullah verso di Lei e verso la G8. Che brutta delusione da parte Sua. Non vorrei essere assolutamente al posto Suo.
Il mondo ammira la volonta e il coraggio dei giovani iraniani e in particolare la volontà delle donne che alla fine tocca loro a sferrare il colpo mortale sulla testa del regime dei mullah, e lei come uomo si dispiace perchè il regime terrorista dei mullah che è anche il responsabile numero uno della morte dei vostri soldati in Iraq e in Afghanistan, "ha perso un'opportunità"!!!
Quali opportunità signor ministro? Il regime dei mullah sta perdendo, grazie ai ragazzi e ragazze iraniane come Neda, il suo terreno di battaglia e Lei lo invita al G8 per trascinarlo in una inutile discussione diplomatica che è in realtà un perdi tempo totale per tutti gli attori in campo. Signor ministro guardi per favore agli occhi di Neda e si vergogni. Si vergono di essere un uomo e di rappresentare una nazione che merita molto di più di quanto Lei sta offrendo come ministro degli esteri.
Signor Frattini
Invitare il rappresentante del regime dei mullah al G8 è un oltraggio e un'offesa al popolo iraniano e al sangue di Neda, uccisa barbaramente alcuni giorni fa.
Signor Frattini
se le Sue intenzioni sono quelle di costituire uno scudo protettivo attorno ai soldati italiani presenti in Afganistan, invitando il carnefice dei vostri soldati in Iraq alla conferenza di G8 Lei sbaglia di grosso anche perchè cosi facendo incoraggia il terrorismo iraniano a proseguire sulla sua strada di interferenza in Afghanistan.
Signor ministro Lei deve sapere che il regime dei mullah ha assai poca considerazione nei confronti del vostro governo e inparticolar modo nei suoi confronti perchè vi considerano indipendenti dagli ordini "d'altrui".
Concludo e Le suggerisco di abbandonare l'idea di conquistare il cuore dei mullah anche perchè loro al posto del cuore hanno una miniera di odio e di violenza nei confronti del genere umano!
A nome di Neda e di tutti i caduti di questi ultimi giorni La invito di prendere una dura posizione contro le barbarie del regime e di dimostrare che il popolo italiano è più sensibile ai diritti umani che agli inetressi economici e di riconoscere la volontà dei giovani iraniani per un cambio radicale del quadro politico attuale che è quello di ripristinare la libertà e la democrazia in Iran. Due elementi di cui la realizzazione dipende esclusivamente alla caduta del regime dei mullah di cui i primi beneficiari siete anche Voi italiani.
Grazie e cordiali saluti
Karimi Davood, presidente dell'Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia

UN PROVVISORIO BILANCIO DEGLI SCONTRI DI QUESTA SETTIMANA DI RIVOLTA: QUASI MILLE MORTI E FERITI



Secondo le attendibili fonti interni, il bilancio degli scontri di questa settimana di rivolta è pesanitissima: si parla addiritura di mille morti e feriti, e migliaia di manifestanti arrestati e trasferiti nelle carceri iraniane. Secondo quanto mi ha informato la fonte di Teheran, il regime dei mullah raccoglie i cadaveri e le trasferisce immediatamente nei luoghi segreti senza avvisare i parenti e poi successivamente li seppelisce di nascosto lasciando i parenti delle vittime in una situazione di disperazione. Non sapendo della fine del proprio caro i parenti si rivolgono a tutti gli ospedali e medicine legali e le carceri cercando il proprio parente che evidentemente risulta di essere scomparso. In questa maniera il regime disumano dei mullah evita i funerali di massa e altre manifestazioni di protesta e rivolte che si creerebbero durante i funerali. Esattamente come al tempo dello Scià che durante i funerali la gente organizzava altre manifestazioni di protesta.
Comunque secondo le informazioni in mio possesso nella sola giornata di ieri, durante le manifestazioni di protesta dei giovani di Teheran sono stati uccisi almeno 25 persone e feriti 200 manifestanti. Questa è l'esplosione della rabbia popolare contro la piu feroce dittatura della storia persiana. L'esplosione di un vulcano di cui per trentanni ne abbiamo parlato e lavorato. Queste rivolte sono il risultato di una grande "INGEGNIERIA SOCIALE" guidata e diretta dalla nostra amatissima presidente Maryam Rajavi. Ieri i manifestanti lanciavano costantemente lo slogan "morte a khamenei e ahmadinejad". Il che significa che la rivolta popolare è entrato in una nuova fase che non guarda piu agli imbrogli elettorali di una parte ma guarda al rovesciamento totale di un regime dispotico, dittatoriale con tutti i suoi componenti. Secondo le dichiarazioni di una ragazza raggiunta telefonicamente dal una tv americana a Teheran "la gente ha ormai superato la prima fase che riguardava la guerra tra le bande interne e non pensa piu a Mussavi e Ahmadinejad man pensa a come rovesciare il regime dei mullah e ripristinare la libertà e la democrazia in Iran".

karimi davood

lunedì 22 giugno 2009

SCONTRI IN CORSO A TEHERAN: DECINE DI MORTI E FERITI. CENTINAIA DI MANIFESTANTI ARRESTATI









Secondo le informazioni che arrivano attraverso i canali della resistenza iraniana, attorno alla piazza Rezaii, a Teheran, ci sono stati duri scontri tra i manifestanti e le forze repressive del regime dei mullah. Gli scontri continuano ancora. Una banca è stata data alle fiamme. I passdaran hanno attaccato i manifestanti con il lancio dei lacrimogeni e hanno aperto il fuoco all'altezza d'uomo. Fino ad'ora si parla di decine di morti e centinaia di feriti. I manifestanti lanciano slogan contro il capo supremo Ali Khamenei gridano "morte al dittatore, morte a Khamenei".
Il sangue di Neda è resuscitato nel corpo delle donne e degli uomini che da trentanni sono sottoposti dalla feroce violenza applicata contro l'intera popolazione .
Le manifestazioni di oggi sono state organizzate in onore di Neda.
Neda sei con noi e dentro di noi e ci illumini la strada verso la libertà e la democrazia in Iran

DURI SCONTRI A TEHERAN


SONO STATI UCCISI 6 MANIFESTANTI
secondo le informazioni arrivate dalle fonte della resistenza iraniana, durante gli scontri di oggi pomeriggio sono stati uccisi 6 manifestanti e feriti un centinaio
Le manifestazioni di oggi sono in ricordo della giovane Neda uccisa dai passdaran durante una manifestazione di protesta contro il regime dei mullah.
karimi

E' GIA' INIZIATA UNA GRANDE MANIFESTAZIONE A TEHERAN. 10000 GIOVANI IN PIAZZA


Nella foto: Neda, simbolo della resistenza iraniana, della rabbia di un popo represso da tre deccenni di violenza khomeinista



Ultime notizie:
Nel nome di Neda e di centinaia di caduti di questi giorni di rivolta è iniziata una altra grande manifestazione a Teheran. Migliaia di giovani si sono diretti verso la piazza Rezaii gridando "morte al dittatore","Morte a Khamenei". I Passdaran hanno iniziato a sparare delle pallottole e dei lacrimogeni e hanno attaccato i manifestanti. Secondo le notizie che arrivano dal centro di Teheran la situazione è assai esplosiva e la tensione è altissima. La rabbia di un popolo represso e oppresso da tre deccenni di violenza khomeinista sta bruciando radici e rami dell'albero del regime dei mullah. Il sangue versato dalla giovanissima Neda sta accendendo e alimentando la voglia di libertà e di democrazia in tutte le strade iraniane.

giovedì 18 giugno 2009

avviso ai gentili utenti




Per sostenere la grande rivolta del popolo iraniano contro il regime barbaro e dittatoriale dei mullah, compreso tutte le sue fazioni interne, dalla A alla Z, domani vado a Parigi. Perchè parigi? perche sabato prossimo si terra una grande manifestazione in sostegno della rivolta del popolo iraniano alla presenza della signora Maryam Rajavi, la nostra amatissima presidente della resistenza iraniana.
Spero di poter portarvi nuove notizie sull'evoluzione della situazione interna.
grazie
karimi davood

IRAN: CONTINUANO LE PROTESTE E GLI SCONTRI IN TUTTE LE CITTA' IRANIANE




Secondo le notizie attendibili nella sola giornata di lunedi sono stati uccisi sotto i colpi sparati dai Passdaran 19 ragazzi e ragazze che avevano partecipato alle manifestazioni di protesta contro il regime dei mullah. Intanto si dilaga come macchia d'olio la protesta popolare e la gente lancia slogan contro Khamenei, Ahmadinejad: "Morte al dittatore, morte a Khamenei e Ahmadinejad". Questo slogan significa rifiutare totalmente il regime dei mullah con tutti i suoi componenti: dalla A alla Z cioè da Rafsanjani, Khatami e Mussavi a Khamenei e Ahmadinead. Secondo me l'intera popolazione che è stata repressa per trentanni si è esploso come un vulcano contro la totalità del regime dei mullah compreso tutte le sue fazioni interni. Un regime in cui era al potere per 8 anni lo stesso rivale di Ahmadinejad cioè Mussavi e una volta Rafsanjani e ancora una volta Khatami ed oggi AShmadinejad. Si sapeva già le le elezioni erano una fiction televisiva e propagandistica per usi esterni e secondo le informazioni giuntemi dall'interno del regime tre mesi prima lo stesso capo supremo avevao comunicato personalmente ad Ahmadinejad per "costituire il tavolo di ingegnieria elettorale"! Io stesso il giorno delle elezioni alle 11 ho dichiarato che secondo i dati in mio possesso Khamenei ha già confermato Ahmaqdinejad e nello stesso giorno ho parlato a Sky indiretta e ho comunicato il risultato definitivo di questa farsa elezione. Non mi credeva nessuno e io insistevo e i miei interlocutori mi dicevano speriamo che non sia cosi! Ma cosi è stato.
Va ribadito che in un regime dittatoriale tipo iraniano che è anche religioso, cioè la peggior forma della dittatura non possono esistere le elezioni altrimenti non esisterebbe piu la dittatura. Tutto quello che c'è e di cui noi siamo testimoni è una fiction propagandistica ai fini di legittimizzare il sistema all'occhio degli stranieri. Comunque vadano le cose, il regime dei mullah si è avvicinato fortemente alla sua fine. Ha avuto, in questa occasione, una forte e chiara risposta dalla popolazione: lo slogan morte al dittatore significa la volontà del popolo nel rovesciare a qualsiasi costo l'intero regime dei mullah compreso tutte le sue fazioni. Da questo regime non può nascere un colombo. Può nascere una vipera e basta. Sotto qualsiasi nome che vengano sono tutti uguali e sono tutti bastoni del capo supremo del regime dei mullah.L'esperienza di 8 anni di Khatami ha dimostrato che questo regime è irreformabile e chiunque arrivi ad occupare posti di comando deve sotto stare all'ordine di Khamenei e basta. Questa è la struttura che forma il regime dei mullah.
Ieri sera durante il mio intervento alla manifestazione in piazza Farnese organizzata dal Riformista e dalla radio radicale ho chiesto all'occidente di schierarsi a fianco del popolo iraniano per ripristinare la libertà e la democrazia in Iran. Un Iran libero e democratico farebbe bene anche all'occidente.
UN SALUTO AI CADUTI DI QUESTI GIORNI DI BATTAGLIA PER LA LIBERTA' E LA DEMOCRAZIA
VIVA I MANIFESTANTI CHE CORAGGIOSAMENTE SFIDANO IL REGIME TERRORISTA DEI MULLAH NELLE STRADE DI TEHERAN E DI TUTTE LE CITTA' IRANIANE
KARIMI DAVOOD

martedì 16 giugno 2009

DURANTE ATTACCO AL DORMITORIO DELL'UNIVERSITA' DI TEHERAN SONO STATI UCCISI E FERITI NUMEROSI STUDENTI


L'ESPLOSIONE DELLA RABBIA POPOLAZRE CONTRO IL REGIME DEI MULLAH HA PORTATO IN PIAZZA MILIONI E MILIONI DI MANIFESTANTI

CONTINUANO GLI SCONTRI TRA I GIOVANI E LE FORZE DELLA SEPAH PASSDARAN

IN TUTTE LE CITTA' IRANIANE SONO IN CORSO DELLE MANFSTAZIONI DI PROTESTA CONTRO IL REGIME FONDAMENTALISTA DEI MULLAH
LA GENTE ATTACCA I CENTRI STATALI E GOVERNATIVI
I MANIFESTANTI SCANDISCONO SLOGAN:"MORTE AL DITTATORE, MORTE A KHAMENEI E AHMADINEJAD"


Secondo le informazioni giuntemi da Teheran sono stati feriti e uccisi numerosi studenti universitari del dormitorio. Tra cui si sono identificati 5: Fatemeh Barati, Kasra Sharafi, Kambiz Shojai, Mohsen Imani e Mobina Ehterami. Il regime dei mullah, secondo queste informazioni ha di nascosto seppellito i loro corpi al cimitero Beheshte Zahra di teheran senza aver informato i loro parenti. Gli ospedali di Teheran sono pieni di feriti e di corpi delle persone uccise dalle pallottole dei Passdaran.Secondo il racconto dei testimoni, i passdaran entrano negli ospedali con le ambulanze e portano via i cadaveri delle persone uccise durante gli scontri e li seppeliscono di nascosto.

lunedì 15 giugno 2009

ULTIME NOTIZIE: ALMENO 20 MORTI E CENTINAIA DI FERITI SECONDO I TESTIMONI OCCULARI. MOLTE RAGAZZE TRA LE VITTIME. MILIONI DI MANFESTANTI A TEHERAN


Continuano gli scontri tra la polizia e i dimostranti che lanciano slogan "morte al dittatore", " morte a Ahmadinejad e Khamenei".
Secondo i testimoni occulare sono scesi in piazza almeno 4 milioni di iraniani che scandivano lo slogan"morte al dittatore", "morte a Khamenei".

I PASSDARAN APRONO IL FUOCO CONTRO I MANIFESTANTI. NUMEROSI FERITI E MORTI TRA I DIMOSTRANTI


FRATTINI AL TG 1:" QUELLO CHE CI PREOCCUPA è L'ESPLOSIONE DELLA VIOLENZA IN IRAN"






nella foto: aggressione dei passdaran contro una donna.frattini deve dire da che parte sta dalla parte della donna e del branco dei manganellatori?


Che vergogna!
Frattini che si preoccupa delle manifestazioni di dissenso del popolo contro il regime fondamentalista e terrorista dei mullah che ha ucciso numerosi militari italiani in Iraq e in Afghanistan!!!
Caro Frattini il popolo iraniano non ha bisogno che Lei si preoccupi dell'esplosione della violenza in Iran. Quello che succede oggi non è la violenza è l'esplosione della rabbia di un popolo che da trentanni vive la violenza dei mullah sulla propria pelle grazie alla vostra politica di accondiscendenza. Trentanni in cui l'Europa ha saccheggiato i beni e le risorse del popolo iraniano appoggiando e garantendo la soppravvivenza di un regime criminale e disumano.
Signor frattini sarebbe meglio che Lei si preoccupi delle sue faccende e basta. Alla piazza ci pensa il popolo iraniano e i suoi miglior figli e figlie.

 
AID : AGENZIA IRAN DEMOCRATICO