lunedì 29 settembre 2008

LA POLITICA DI ACCONDISCENDENZA EUROPEA SECONDO DANIEL PIPES


Nella foto: Professore Daniel Pipes, esperto in materia del terrorismo e del fondamentalismo islamico
Fonte: ICN-News.com

POLITICA INTERNAZIONALE. Rabbonire l'Iran?
MEDIO ORIENTE, 11:45:00

2008-09-29 NEW YORK
di Daniel Pipes

Pezzo in lingua originale inglese: Appease Iran?

Dopo Hitler, la politica dell'appeasement dei dittatori - ridicolizzata da Winston Churchill come se fosse cibo per coccodrilli, nella speranza che chi la esercita sia l'ultimo ad essere mangiato - sembrava essere definitivamente screditata. Eppure, questa politica ha riscosso qualche successo ed oggi continua ad essere una vera e propria tentazione quando si ha che a fare con la Repubblica islamica dell'Iran.

Da tempo, il mondo accademico mette in discussione la disinvolta vivificazione dell'appeasement. Già nel 1961, A. J. P. Taylor, docente della Oxford University, giustificò i tentativi di Neville Chamberlain, mentre Christopher Layne della Texas A&M University attualmente arguisce che Chamberlain "fece del proprio meglio con le carte di cui disponeva". Daniel Treisman, un politologo della UCLA, reputa che la diffusa opinione contraria all'appeasement sia "fin troppo forte", mentre Ralph B.A. Dimuccio, un suo collega della University of Florida, la definisce "semplicistica".

Il 30 settembre 1938 Neville Chamberlain ha erroneamente proclamato la "pace nel nostro tempo".
In quella che è probabilmente la trattazione più convincente della tesi a favore dell'appeasement, Paul M. Kennedy, uno storico britannico che insegna alla Yale University, ha dimostrato che l'appeasement ha una lunga e credibile storia. In un suo articolo del 1976, "The Tradition of Appeasement in British Foreign Policy, 1865-1939", Kennedy ha definito l'appeasement come "un metodo per comporre i dissidi "accogliendo e ottemperando alle rimostranze tramite ragionevoli negoziazioni e compromessi", evitando in tal modo gli orrori della guerra. Presupporre che gli esseri umani siano ragionevoli e pacifici è un approccio ottimista, ha rilevato lo storico.

Dal primo governo di William Gladstone fino al suo discredito avvenuto alla fine degli anni Trenta, l'appeasement era - nelle righe di Kennedy - un termine "di tutto rispetto" ed era perfino "una forma di diplomazia tipicamente britannica" che ben si addice al carattere del paese e alle circostanze. Kennedy ha arguito che la politica avesse quattro basi semipermanenti, che ben si applicano agli Stati Uniti di oggi:

* Base etica. Dopo che il movimento evangelico prese piede in Inghilterra agli inizi del secolo XIX, la politica estera britannica contenne una forte spinta a sanare le controversie in modo equo e pacifico.
* Base economica. Come principale operatore commerciale su scala mondiale, il Regno Unito nutriva un vitale interesse nazionale ad evitare interruzioni commerciali, delle quali avrebbe risentito in modo spropositato.
* Base strategica. L'impero globale britannico implicava che esso fosse sovra-esteso (il che ne faceva, per usare una locuzione di Joseph Chamberlain "un titano stanco"); di conseguenza, esso dovette scegliere le sue battaglie con parsimonia, facendo del compromesso un modo gradito e abituale di affrontare i problemi.
* Base nazionale. L'estensione del diritto di voto ha fatto sì che l'opinione pubblica diventasse un fattore di crescente importanza nei processi decisionali, e l'opinione pubblica non amava le guerre, specie quelle costose.

Ne conseguì che per oltre settant'anni Londra ha perseguito, con rare eccezioni, una politica estera "pragmatica, di conciliazione e ragionevole". Più volte, le autorità hanno riscontrato che "la soluzione pacifica delle controversie sia stata molto più a vantaggio della Gran Bretagna rispetto a quanto lo sarebbe stata l'opzione di ricorrere alla guerra". In particolare, l'appeasement ha costantemente influenzato la politica britannica nei confronti degli Stati Uniti (in relazione, ad esempio, al Canale di Panama, ai confini dell'Alaska, all'America Latina come sfere d'influenza americane) e della Germania guglielmina (la proposta della "tregua navale", le successioni coloniali, la moderazione nei rapporti con la Francia).

Kennedy giudica positivamente questa linea politica, dal momento che ha guidato per decenni in modo proficuo gli affari esteri dello stato più potente al mondo e "racchiude parecchi degli aspetti più raffinati della tradizione politica britannica". Se non è stato un brillante successo, l'appeasement ha permesso a Londra di adattarsi alla crescente influenza dei suoi rivali non-ideologici come gli Stati Uniti e la Germania imperiale, che in genere potevano contare sull'accettare concessioni, senza diventare infiammati. Essa, pertanto, ha rallentato il graduale declino del Regno Unito.

Ma dopo il 1917 e la Rivoluzione bolscevica le concessioni non riuscirono a placare il nuovo tipo di nemico ideologicamente orientato - Hitler negli anni Trenta, Brezhnev negli anni Settanta, Arafat e Kim Jong-II negli anni Novanta, e oggi Khamene'i e Ahmadinejad. Questi ideologi sfruttano concessioni e offrono ingannevolmente una contropartita che non intendono dare. Coltivando aspirazioni di egemonia globale, costoro non possono essere rabboniti. Le concessioni a loro fatte equivalgono davvero a nutrire il coccodrillo.

Ma per quanto disfunzionale sia in questo periodo, l'appeasement fa costantemente appello alla moderna psiche occidentale, cosa che ineluttabilmente accade quando gli stati democratici fronteggiano gli aggressivi nemici ideologici. In riferimento all'Iran, ad esempio, George W. Bush avrà coraggiosamente condannato pubblicamente "il falso conforto dell'appeasement che è stato ripetutamente screditato dalla storia", ma Michael Rubin, direttore del Middle East Quarterly, scorge a ragione nelle realtà della politica statunitense che "adesso Bush sta rabbonendo l'Iran".

Riassumendo, la politica di appeasement risale a un secolo e mezzo fa, ha goduto di un certo successo e rimane sempre viva. Ma con i nemici ideologici essa deve essere deliberatamente ricusata, per timore che le tragiche lezioni degli anni Trenta, Settanta e Novanta vadano ignorate. E reiterate.

di Daniel Pipes
Liberal
26 settembre 2008
http://it.danielpipes.org/article/5915
Commento:
condivido pienamente le osservazioni più che leggittime del professor Daniel Pipes, uno dei massimi esperti americani in materia del terrorismo islamico internazionale e profondo conoscitore della situazione politica iraniana e convinto sostenitore del coinvolgimento della popolazione nel cambiamento politico della situazione del paese.
I miei migliori complimenti al professore per i suoi articoli molto significativi e sempre chiari e limpidi.
Grazie professore
Karimi Davood

NUOVA RISOLUZIONE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU. E' UN AVVERTIMENTO OPPURE UN'ALTRA PRESA IN GIRO. I MULLAH SI FERMERANNO? UN MIRAGGIO?


Iran sfugge a nuove sanzioni in nuova risoluzione Onu
domenica, 28 settembre 2008 10.34

Nuova risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu è stata accolta con un atteggiamento molto dispregiativo da parte dei dirigenti del regime dei mullah. L'hanno chiamato un altro pezzo cartaccea che non vale nulla.Si può comportarsi nel mondo di oggi con tali atteggiamenti arriganti e prepotenti? La mia risposta è purtroppo si. Allora quale è la strada giusta per fermare i mullah e evitare un altro catastrofe umano? La strda è semplice e non rischiosa."sostenere la terza via del presidente Maryam Rajavi", presentata oramai da tre anni durante un suo intervento al Parlamento europeo, il 20 dicembre 2005, in cui traciava la linea della resistenza iraniana per affrontare il pericolo del fondamentalismo islamico iraniano. Appunto, tradotto in lingua comprensiva significa "la chiusura totale della politica di accondiscendenza intrapresa dagli europei e capeggiata dal responsabile per la politica estera europea lo spagnolo Solana e allo stesso tempo la rimozione del nome della resistenza iraaniana dalla lista nera europea e americana". Questi, secondo me sono due elementi fondamentali che valgono più di mille risoluzioni dell'ONU. Basti guardare un momento e riflettere sulle dichiarazioni dei dirigenti iraniani sulle risoluzioni dell'ONU: "carta straccia, carta senza valore, menzogne ecc...". Ma allo stesso tempo guardiamo le loro posizioni sulla loro principale preoccupazione interna e internazionale:" la resistenza iraniana e l'Organizzazione dei Mojahedin del Popolo Iranianao". Non esiste un'occasione, un appuntamento, una manifestazione, una ricoorenza in cui i dirigenti iraniani non ne chiedano la testa e la loro repressione. Ne sanno qualcosa i diplomatici stranieri in particolare dei paesi coinvolti nella situazione attuale irachena.
Comunque non vorrei essere pessimista e dire che non servano queste risoluzioni anzi sono la prima persona che insiste sull'approvazione di nuove e piu dure rsioluzioni da parte del Consiglio di Sicureazza dell'ONU. Ma ribadisco che non bastano da sole e devono essere accompagnate dalle cure complementari. Da sole non fanno effetto e anzi incoraggiano il virus del "KHOMEINITE" di moltiplicarsi con più vigore e più velocità per costruire la prima "bomba atomica islamica". Concludo e dico se veramente la comunità internazionale ha paura della bomba atomica deve obbligatoriamente seguire la autostrada" LA TERZA VIA DIMARYAM RAJAVI" pagando addirittura nessun pedaggio anzi godendo della velocità e del percorso senza il rischio di incepparsi negli inconvenienti del caso tra cui incidenti, tamponamenti e quanto altro. Invece se la comunità internazionale decide di risolvere la questione iraniana attraverso le vie collaterali e statali io dico BUON VIAGGIO: Come aspettatore sono chiamato in seguito a leggere sui giornali incidenti dopo incidenti seguiti da un forte massacro dei passeggeri malcapitati imbarcati involontariamente sui mezzi guidati dagli sbandati politici che hanno scelto le vie più tortuose e più insicure. Naturalmente in quel caso ancora una volta tocca al popolo iranianao e alla sua legittima resistenza di scendere in campo per salvare il salvabile pagando sulla sua pelle altissimo prezzo di tale operazione.
Allora, dico ancora che finchè siamo in tempo possiamo accorciare le distanse e iniziare a lavorare gomito a gomito. Però ad una sola condizione: togliendo il nome della resistenza dalla lista nera europea.
karimi davood, analista politico iraniano

NAZIONI UNITE (Reuters) - Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha varato all'unanimità ieri una risoluzione che ordina all'Iran di porre fine al suo programma nucleare, senza però imporre a Teheran le sanzioni che Washington e i suoi alleati avrebbero voluto.

Il testo della risoluzione era stato concordato dai 5 membri permanenti del Consiglio -- Gran Bretagna, Cina, Francia, Russia e Usa -- più la Germania a margine dell'assemblea generale dell'Onu venerdì.

Le 18 righe della risoluzione chiedono all'Iran di "allinearsi completamente e senza ritardi" alle precedenti risoluzioni che chiedono la fine del piano di arricchimento dell'uranio e riafferma "l'impegno a trovare una soluzione negoziata" alla questione.

Il documento chiede inoltre agli iraniani di rispondere alle richieste dell'agenzia atomica dell'Onu che sta investigando se Teheran stia o meno conducendo ricerche per costruire la bomba atomica.

L'Iran - che ha bollato la nuova risoluzione come "non costruttiva e senza garanzie" - insiste che il suo piano nucleare ha solamente fini civili.

sabato 27 settembre 2008

NUOVO ACCORDO DEI PAESI 5+1. MARYAM RAJAVI LANCIA UN APPELLO ALLA COMUNITA' INTERNAZIONALE PER LE SANZIONI GENERALI CONTRO I MULLAH




NUCLEARE IRAN: ACCORDO SU NUOVA RISOLUZIONE
di Emanuele Riccardi


NEW YORK - Dopo un accordo raggiunto tra i permanenti con diritto di veto, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è pronto ad approvare una risoluzione sull'Iran, senza prevedere nuove sanzioni, ma ribadendo l'intenzione della comunità internazionale di risolvere la questione del nucleare di Teheran attraverso la diplomazia. A sorpresa, la strada è stata spianata da un incontro, inizialmente non in calendario, dei cosiddetti 5+1, i permanenti dell'Onu (Usa, Gb, Francia, Russia e Cina) più la Germania, che si sono riuniti in mattinata a New York, ai margini dell' Assemblea Generale. Nei giorni scorsi un primo consulto a sei sull'Iran era stato annullato, dato che non appariva pensabile poter progredire sulla questione iraniana, viste le tensioni tra Usa e Russia dopo la crisi della Georgia. Il primo ad annunciare il progetto di risoluzione, la cui approvazione è attesa entro domani, è stato non a caso il ministro degli esteri russo Serghei Lavrov. Secondo l'ambasciatore russo Vitaly Ciurkin, si tratta di un documento breve, che da un lato "conferma le attuali incertezze all'interno dei permanenti del Consiglio", dopo la crisi georgiana, dall'altro indica la volontà di Mosca di continuare a collaborare con la comunità internazionale. Il segretario al Foreign Office David Milliband e il francese Bernard Kouchner hanno sostanzialmente confermato che il Consiglio di Sicurezza non pensa per il momento a nuove sanzioni, mentre il responsabile per la politica estera europea Javier Solana ha parlato di accordo "molto positivo". Per l'italiano Franco Frattini a risoluzione deve "essere asciutta ma completa", confermando la volontà di sanzioni "effettive" e "credibili". In un incontro con i giornalisti italiani dopo un intervento al Consiglio di Sicurezza, Frattini ha detto che il documento dovrà "confermare la volontà di sanzioni effettive" contro l' Iran perché "solo sanzioni credibili sono una alternativa seria al disastro, cioé alla tentazione di passare dalla diplomazia e dalle sanzioni ad una azione militare, che sarebbe un disastro non solo per la regione ma per il mondo intero". Frattini ha spiegato che parallelamente alla risoluzione, può "partire la ricerca degli Stati che da subito sono pronti a implementare le sanzioni" già votate, auspicando che i paesi europei "diano il buon esempio. Applichiamo credibilmente le sanzioni che già ci sono".
COMMENTO: grande soddisfazione tra varie comunità iraniane sull'accordo dei 5+1 per una nuova round di sanzioni e di provvedimenti. Anche ieri il nostro presidente la signora Maryam Rajavi ha lanciato un nuovo appello ai governatori dell'Aiea e ai membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu finchè adottino nuove misure sanzionatorie generali contro il regime dei mullah.
Un sincero ringraziamento al nostro ministro degli esteri Franco Frattini che ha dimostrato più fermezza nella sua richiesta di nuove sanzioni contro il programma atomico dei mullah.
Karimi Davood

MARYAM RAJAVI: L'INTEGRALISMO ISLAMICO IRANIANO E' MILLE VOLTE PIU' PERICOLOSO DELLA BOMBA ATOMCA ISLAMICA


Nella foto i kamikaze iraniani sotto il ritratto di khomeini durante la manifestazione della giornata di Ghods di ieri a Teheran. I kamikaze non sono un moltiplicarsi dello stesso Khomeini all'interno del regime dei mullah? Fino a quando?

LA FAMOSA STORIA DEL GATTO E 7 TOPOLINE CON I PACCHI INCENTIVI
Il regime fondamentalista di Ahmadienjad ha festeggiato ieri a Teheran "la giornata di Ghods"(Gerusalemme), in sostegno alla causa palestinese!!! Tele giornata fu ideata da khomeini. Tutti gli anni il regime dei mullah organizza per l'ultimo venerdì del mese di Ramazan una serie di manifestazioni di sostegno alla causa palestinese!!! Come? portando in piazza dei candidati kamikaze pronti a farsi esplodere contro il nemico israeliano. Da una parte per bocca del suo presidente Ahmadienjad lancia gravi minacce per la distruzione di uno stato Sovrano e dall'altra porta in piazza e mette in evidenza le sue artiglie e i suoi migliori armi: appunto i kamikaze, piccoli e grandi. Addirittura ha istituito un organismo per la raccolta di fondi e per l'iscrizione dei futuri candidati a prescindere della loro età e sesso.
Ha giustamente rilevato la nostra presidente della resistenza signora Maryam Rajavi che "il fondamentalismo islamico è mille volte più pericoloso della sua bomba atomica dei mullah". Ragionando su questo argomento si può capire facilmente, basta guardare la foto sopra pubblicata che si riferisce alla manifestazione di ieri a Teheran, quanto sia pericolosa la dottrine fondamentalista di Khomeini. Sotto il suo maligno ritratto sono schierati i giovani di tutte le età pronti a farsi esplodere contro gli israeliani e gli americani. In questo campo il regime dei Teheran non fa sconti a nessuno. L'ha già dimostrato in Iraq, in Afghanistan e nemmeno ha risparmiato i suoi storici alleati tra cui l'Italia. Non guarda in faccia a nessuno. Al momento opportuno si appare come un fulmine a ciel sereno e poi sparisce in un secondo. Lascia pure le impronte. Non ha paura dell'identificazione. Anzi insiste a dire che è stato lui. Sa benissimo che la politica d’accondiscendenza europea non lo metterà sotto accusa. Perché ha paura non della sua bomba atomica bensì del suo terrorismo e dei suoi kamikaze, sfruttabili in qualsiasi momento e luogo. Al contrario della bomba atomica, l'uso del terrorismo è assai più facile e collaudata. Ma non è cosi per l'arma nucleare. Questa arma è usata per altri fini piuttosto deterrenti. Il regime dei mullah si sta dotando della bomba atomica per complementare il suo arsenale militare composto: kamikaze, terrorismo, bombe convenzionali e non, bombe chimiche( per usi di laboratorio, alcuni mesi fa Teheran ha acquistato 300 scimmie di una rara razza africana), razzi, missili ecc... Grazie alla denuncia della resistenza iraniana fatto nel 2002 il progetto atomico militare di Teheran ha subito un forte rallentamento. Purtroppo la comunità internazionale non ha saputo valutare la pericolosità di questo fenomeno e ha lasciato il campo libero al fondamentalismo sperando di poter domare il mostro sfamandolo. Ma è stato un miraggio. Nella letteratura persiana esiste una poesia molto famosa che fa riferimento all'insaziabile voglie dei mullah di impadronirsi di tutto e di tutti. La poesia dice" in una vecchia città persiana, una volta c'era un gatto che tutti i giorni catturava un topo e lo mangiava in santa pace. La comunità dei topi si era stufata di questo gatto e aveva deciso di convocare una seduta straordinaria per discutere di questo problema. Si decide grazie ai componenti più anziani una linea di moderazione e di "pacchi incentivi" come succede oggi con il regime dei mullah. Si decide di scegliere 7 topoline più belle e di mandarle, ognuna con un cesto di frutta e di delizie, dal gatto e di chiedere uno status di sicurezza e di pacifica convivenza. Si contatta il gatto e si chiede appuntamento. All'ora x le 7 topoline si fanno più belle e si truccano e ognuno con un cesto di delizie sulla testa si presentano a casa del gatto . Il padrone di casa si prepara per l'evento e chiede alla servitù di pulire la casa e di renderla più ospitale per gli ospiti speciali. Quando entrano tutte le 7 topoline nella stanza del gatto arriva l'ordine dal padrone di casa di sigillare tutte le vie di fuga. La fine della favola: mangiate vive tutte le 7 topoline naturalmente insieme ai "pacchi incentivi"!
Questa è la fine dell'Europa se non smette di presentarsi con i pacchi incentivi e di delizie tra cui "il mantenimento del nome della resistenza iraniana nella lista nera europea e americana".
Adesso guardate il ritratto di Khomeini: i kamikaze islamici sotto il suo ritratto sono esattamente lo stesso khomeini anche se hanno la testa coperta con kafie palestinese. Il pensiero del fondatore del regno del terrore e del fondamentalismo è mille volte più pericoloso della bomba atomica islamica di Teheran.
La parola è di Maryam Rajavi, presidente eletta dalla resistenza iraniana.
Karimi Davood, rifugiato e analista politico iraniano.

giovedì 25 settembre 2008

AVRAHAM B. YEHOSHUA SMENTISCE LA GIORNALISTA DELLA STAMPA DI TORINO


Nella foto: famoso scritore israeliano Avraham Yehoshua


Con grande piacere ho trovato sul sito della Stampa di Torino la lettera di smentita dello scrittore israeliano che chiarisce alcuni punti assai importanti della sua chiacherata telefonica di un mese fa con la famosa giornalista multispecializzata in questioni islamiche e iraniane della Stampa di Torino. Non si sa perchè il contenuto di una chiacherata telefonica deve aspettare un mese per essere resa pubblica! Forse si stava cercando il momento più opportuno per buttarla fuori e agitare le acque del mare già agitata del medioriente?
In ogni caso sono molto soddisfatto della lettera dello scrittore Yehoshua che ha chiarito i punti cardini del suo pensiero trasmesso e pubblicato in modo intenzioso e storto.
24/9/2008
Grazie Yehoshua
Pubblico in seguito la lettera dello scrittore israeliano.
karimi davood

Israele-Iran chi spegne la miccia
AVRAHAM B. YEHOSHUA

Con mio grande rammarico, nel resoconto fatto da Farian Sabahi (La Stampa di lunedì) di una conversazione telefonica intercorsa fra di noi circa un mese fa, ci sono alcuni errori. Non ho mai detto che l’Iran non è un pericolo per Israele. Ho detto invece che l’Iran è un pericolo non solo per Israele, il che fa una bella differenza. In effetti, durante tutta la conversazione, ho ripetuto e insistito sul fatto che la produzione della bomba atomica da parte dell’Iran costituisce un problema per tutta la zona del Golfo e per il Medio Oriente, e che potrebbe diventare anche un problema nel contesto dei rapporti fra il mondo islamico estremista e il resto del mondo. Per questo sono contrario a che Israele, il mio Paese – nonostante sia quello più direttamente e principalmente minacciato – si assuma il compito di un intervento militare tanto complesso come la distruzione delle centrali nucleari iraniane, rischiando con ciò una grave, violenta reazione.

Se, dopo la conquista dell’Iraq da parte degli Stati Uniti, l’Iran ha davvero timore che la discutibile dottrina formulata da Bush in merito alla «ricostruzione dei popoli» possa metterlo di fronte al rischio di un’invasione americana mossa allo scopo di cambiare il suo regime, se questa fosse la ragione per cui l’Iran sta sviluppando il suo programma nucleare, in tal caso toccherebbe alla comunità internazionale dare all’Iran concrete garanzie che le cose non stanno così. A condizione, ovviamente, che l’Iran interrompa il suo programma di armamento nucleare. Non ho mai detto che gli Stati Uniti hanno già invaso altri Paesi del Medio Oriente, oltre all’Iraq.

In breve, quello dell’Iran è un problema internazionale, e non tocca a Israele risolverlo per conto del resto del mondo. Da questo punto di vista, le interviste rilasciate da Barack Obama offrono un’ottima disamina della questione: per un verso l’umiliazione concreta delle sanzioni internazionali imposte all’Iran, ma per l’altro anche la proposta di avvio di un dialogo altrettanto concreto fra Stati Uniti e Iran. Benché molti siano portati a un paragone automatico fra la Germania nazista e l’Iran khomeinista, io ancora penso che ci siano molte differenze. Perché l’Iran è consapevole che se attaccasse Israele, potrebbe confrontarsi con una reazione di ordine atomico. Perciò non si deve aver premura di accendere una miccia così temibile; si tratta invece di optare per sistemi più morbidi, più semplici, che possano risolvere o quanto meno mitigare il problema nucleare dell’Iran.

martedì 23 settembre 2008

Ahmadinejad? Assolto da Abraham Yehoshua. Berlusconi? “maleducato”


Ho trovato un interessante articolo sulle pagine web dell'Opinione.it a proposito dell'intervista dello scrittore israeliano con la Stampa di Torino. Condivido le preoccupazioni e le osservazioni del collega Modignani quando dice che Yehoshua "non capisce niente di politica". Appunto questa è la linea del governo iraniano di pubblicare più possibile le opinioni di coloro che hanno una fama mondiale e allo stesso tempo sono anche degli "ignoranti politici". Attraverso questo canale mediatico il regime dei mullah e in particolare i suoi servizi segreti riescono a mobilitare molta gente che è totalmente allo scuro degli obiettivi del regime e involontariamente diventano " i soldati senza paga di Dio Khomeini". Secondo me è molto grave l'azione di questi intellettuali che pur finire sui giornali siapprestano per pochi spiccioli o addirittura per nulla. E' il mio dovere sottolineare questo lato della questione. Perchè li conosco e conosco anche coloro che si prestano e si vendono volontariamente e coscientemente a questo sporco gioco dei mullah. Dopo ogni apparizione di tali interviste, i mass media del regime riservano un grande spazio a queste osservazioni spacciandole per "l'opposizione al Sionismo" dirottando l'attenzione del pubblico verso altre questioni scaricando la responsabilità della guerra di domani sulle spalle degli israeliani. Chiudendo la mia breve osservazione chiedo a coloro che conoscono il grande scrittore israeliano Yehoshua di informarlo degli maligni intenzioni iraniane e di stare più attento a dire alcune cose che possono essere usate dal regime terroristico di Ahmadienjad contro il popolo ebraico e israeliano. Iran ogni anno spende milioni e milioni di dollari per finanziare il terrorismo dinamitardio e mediatico: a pari passo porta avanti entrambi, usando i terroristi fanatici di varie nazionalità, la sua politica di interferenza negli affari interni dei paesi islamici e non( vedi l'Iraq e Afghanistan), e allo stesso tempo sfrutta pienamente i suoi canali esistenti nei mass media per diffondere la sua politica propagandistica.
A voi l'articolo paubblicato dal Opinione.it di Modignani
I miei complimenti a Alessandro Litta Modignani
Karimi Davood, analista politico e conoscitore del fondamentalismo islamico iraniano




Iran, per chi non suona la campana di allarme

di Alessandro Litta Modignani

Opinione.it
In un mondo alla rovescia, lo scrittore Abraham Yehoshua dichiara a La Stampa che l’Iran non è un pericolo per Israele. In un mondo alla rovescia, è il regime iraniano, che minaccia di “cancellare l’entità sionista”, a rimproveranza una “mancanza di stile” a Silvio Berlusconi. Perché ha paragonato indirettamente il presidente di Teheran a Hitler. E lo stesso Ahmadinejad, oratore all’Onu, parla dello sviluppo dei popoli. Abraham Yehoshua è sicuramente un grande scrittore, ma di politica capisce assai poco. Nell’intervista pubblicata ieri sul quotidiano La Stampa, lo scrittore israeliano non solo mostra di sottovalutare la minaccia iraniana, ma sembra anche voler preventivamente rimproverare a Israele alcune scelte che lo Stato ebraico potrebbe essere costretto a compiere, suo malgrado, nel prossimo futuro. Il titolo stesso del pezzo (“Teheran non è un pericolo per Israele”) è tutto un programma. “Ahmadinejad non è Hitler, perché non ha altrettanto potere ed è consapevole che Israele può distruggere l’Iran”. Forse Yehoshua non conosce quanta irrazionalità vi fosse nel nazismo e in Hitler? E quanta ve ne sia oggi nel fondamentalismo islamico? Egli dimostra di non aver riflettuto abbastanza sulla natura intrinsecamente folle del fanatismo religioso, del quale i kamikaze rappresentano solo il tragico epifenomeno. Sulla base di questo argomento, non sarebbe mai potuta scoppiare la II Guerra Mondiale, un’autentica apoteosi di irrazionalità anche sul piano militare.

L’Iran, sostiene Yehoshua, rappresenta una minaccia assai più per i paesi del Golfo che per Israele. Ma questo non significa nulla: una minaccia non esclude l’altra, anzi la rafforza. E’ vero, l’Iran punta all’atomica, ammette ancora lo scrittore, ma perché teme un’aggressione americana come quella all’Iraq. Sulla base di questa giustificazione, tutti i paesi del mondo dovrebbero possedere l’atomica, poiché “minacciati” dai soli 8 che attualmente ne dispongono. E la Corea del Nord, allora? E La Corea del Sud, di conseguenza? E tutti gli altri, perché no? Yehoshua definisce “inaccettabile” il modo in cui Ahmadinejad parla di Israele, ma ritiene che sia l’Occidente a doversi fare carico del problema. “L’Iran non è affar nostro”, arriva a dire: parole degne di uno sprovveduto. Un attacco trasformerebbe l’Iran da nemico “passivo” (quale sarebbe ora) ad attivo, pertanto gli israeliani non devono fare la guerra, “soprattutto non per primi”, ammonisce il letterato pacifista. Ma se l’Iran avrà la bomba, solo chi attacca per primo avrà speranza di sopravvivere. Nell’analisi di Yehoshua, Israele deve continuare a mantenere la calma ai suoi confini. Il pensiero che Iran, Hezbollah e Hamas attaccheranno al momento opportuno, neppure lo sfiora. “Non dobbiamo buttare benzina sul fuoco... Non è nostro dovere attaccare l’Iran” è la conclusione. Il fatto che la minaccia iraniana non sia ancora pronta, caro professore, non significa che non sia reale. Al contrario, significa che quando sarà pronta, sarà troppo tardi. Forse un attacco preventivo non sarà il “dovere” di Israele, come dice Yehoshua, ma certo è un suo diritto. Nel frattempo, per avere implicitamente paragonato Ahmadinejad a Hitler, una nota diplomatica iraniana accusa Silvio Berlusconi di “atteggiamento non equilibrato e al di fuori delle regole protocollari per un capo di governo europeo”. Senti chi parla. Per un capo di governo iraniano, evidentemente, queste stesse regole non valgono. Ieri notte “Hitler” parlava all’Onu. Chissà che lezione di stile.

lunedì 22 settembre 2008

LETTERA DI RINGRAZIAMENTO AL PRESIDENTE BERLUSCONI


Egregio Presidente del Consiglio Italiano
On. Silvio Berlusconi
L’Associazione Donne Democratiche Iraniane in Italia , l’Associazione Giovani iraniani insieme all’Associazione dei rifugiati politici iraniani residenti in Italia desiderano esprimere la loro massima solidarietà a Lei e al suo governo per aver dimostrato fermezza e determinazione contro il fondamentalismo islamico di matrice Khomeinista paragonando giustamente il presidente Passdar e il “uomo di mille colpi di grazia”, Ahmadinejad al suo legittimo predecessore Hitler.
A nome del popolo iraniano La informiamo che la sua affermazione ha suscitato un grande interesse al livello popolare e ha portato in Iran il nome dell’Italia, del suo Popolo e del suo Presidente all’apice della gratitudine e della gioia.
Signor presidente
Vogliamo ringraziare anche il suo ministro degli esteri On. Franco Frattini per aver mantenuto una posizione di alto profilo che ha difeso tenacemente il Presidente del Consiglio Italiano dalle ingiurie e dalle accuse del regime fondamentalisa dei mullah.
Il Passdar Ahmadinejad attraverso le sue folli dichiarazioni e comunicazioni desidera portare l’intero mondo verso una situazione di permanente conflitto e guerra. Pertanto è un dovere morale e politico di tutti coloro che non condividono, per varie ragioni, nè il regime dei mullah e nè il suo presidente, di raccogliersi attorno a Lei e dimostrando una vera e reale opposizione contro colui che reclama la distruzione di uno stato sovrano e allo stesso momento cerca di costruire in nascosto la sua” bomba atomica islamica”
Signor Presidente
Il popolo iraniano in particolar modo le donne e i giovani iraniani sono a suo fianco e La ringraziano di cuore per le Sue graditissime affermazioni e posizioni.
Cordiali saluti
Roma, 22.09.2008
Shahrzad S. presidente dell’Associazione Donne Democratiche iraniane in Italia
Karimi Azar, presidente dell’Associazione Giovani iraniani
Karimi Davood, presidente dell’Associazione Rifugiati Politici Iraniani residenti in Italia

DOMANI A VIENNA NUOVE E IMPRESSIONANTI RIVELAZIONI CONTRO LA BOMBA ATOMICA DEI MULLAH

CONFERENZA STAMPA A VIENNA
NUOVE RIVELAZIONI IN CAMPO DELL’ACQUISIZIONE DELLA TECNOLOGIA PER IL TRASPORTO DELLE TESTATE NUCLEARI E IL PROGRAMMA MISSILISTICO DEL REGIME DEI MULLAH

Il Consiglio Nazionale della resistenza iraniana ha ottenuto nuove informazioni sul progetto dell’acquisizione della capacità di trasporto delle testate nucleari. Tale informazioni riguardano le società di copertura, il luogo di ricerca e di perfezionamento del progetto e dei missili nonché i dati e le qualifiche riguardanti le autorità e i tecnici coinvolti in questo progetto. Martedì prossimo, alle ore 8 e 45 il Consiglio Nazionale della resistenza iraniana indirà una conferenza stampa a Vienna, presso la Sala Lent Men e renderà pubbliche tutte le informazioni in suo possesso.
Verranno diffuse anche nuove informazioni sui siti per la produzione dei missili di lunga gittata e balistici su cui verranno montate tali testate nucleari.
Data: 23 settembre 2008
Ore: 8 e 45
Luogo: Sala Lent Men
Segretariato del Consiglio Nazionale della resistenza Iraniana
21 settembre 2008

GRAZIE PRESIDENTE BERLUSCONI



Teheran contro Berlusconi: parole indegne

Alessandro Monti, numero due dell’ambasciata italiana in Iran, è stato convocato al Ministero degli Esteri di Teheran. Oggetto: le parole del Cavaliere su Ahmadinejad

Una protesta ufficiale iraniana è stata inviata
al nostro Paese. Alessandro Monti, numero
due dell’ambasciata italiana in Iran, è stato
convocato infatti al Ministero degli Esteri di
Teheran. Oggetto le parole del premier Berlu-
sconi su Ahmadinejad, pronunciate durante
un viaggio a Parigi avvenuto lo scorso 16
settembre.

Durante la visita nella capitale francese, dove il Cavaliere ha incontrato l’organizzazione ebraica Keren Hayesod, il presidente del Consiglio avrebbe paragonato il presidente iraniano Ahmadinejad ad Adolf Hitler (senza mai citare direttamente nessuno dei due). La diplomazia iraniana ha deplorato i commenti di Berlusconi, dicendo che «non sono degni del popolo italiano e della sua ricca cultura. Un atteggiamento non equilibrato che va oltre le regole protocollari per un capo di governo europeo».

La nota di protesta è stata consegnata ad Alessandro Monti, poiché l’ambasciatore Alberto Bradanini, giunto a Teheran solo il mese scorso, non ha ancora presentato ufficialmente le credenziali allo Stato
21-09-2008 19:50
La Farnesina replica alla protesta dell'Iran


(ANSA) - ROMA, 21 SET - La Farnesina replica alla protesta dell'Iran per le frasi pronunciate dal premier Silvio Berlusconi davanti a esponenti ebraici a Parigi. L'Italia auspica che l'Iran 'assuma un atteggiamento piu' responsabile in campo internazionale nel rispetto della dignita' e del diritto all'esistenza di ogni nazione e cultura'. Le parole del premier, precisa la nota, si riferivano alle ripetute dichiarazioni 'che hanno messo in dubbio eventi storici acclarati come l'Olocausto e l'esistenza di Israele'.


COMMENTO:
Grazie alla ferma e decisa posizione espressa dalla Farnesina il regime di Ahmadinejad ha scelto due vie paralelle pensando di poter azzittire la voce del presidente Berlusconi e di conseguenza ottenere una "ufficiale scusa" da parte dello stesso Presidente oppure da parte della Farnesina. Ma ne l'una e ne l'altra ha espresso le scuse anzi la Farnesina con un comunicato molto apprezzabile e molto fermo ha detto in poche parole che il regime dei mullah deve stare zitta e non rompere scatole sul piano internazionale!
Complimenti a questa posizione. Desiderio esprimere la nostra totale condivisione con il governo italiano e con la Farnesina su quanto è stato detto e risposto contro la protesta ufficiale del regime dei mullah.
L'arroganza dei mullah è tale che loro possono dire tutto quello che vogliono, possono auspicare l'eliminazione dello stato d'Israele, mettere le bombe contro i convogli stranieri presenti in Iraq e in Afghanistan ma se qualcuno trova il coraggio, come il caso del presidente Berlusconi, per dire e per protestare il regime dei mullah subito scatta il meccanismo della "offesa all'Islam!". Con il terrorismo islamico di Ahmadineaj bisogna dimostrare la feremzza altrimenti domani lo troviamo a casa e sotto la finestra.
Mi auguro che anche altri capi di stato europei si schierino a fianco del presidente Berlusconi e dimostrino la loro fermezza nei confronti dell'erede legittimo di Hitler.
Grazie presidente Berlusconi. Lei ha avuto il coraggio di dire quello che il popolo iraniano lo dice da 30 anni.
grazie al ministro Frattini per la sua ferma posizione e opposizione alle pretese del regime dei mullah
Karimi Davood, presidente Associazione rifugiati politici iraniani in Italia

NOTIZIE CORRLATE:
Italia-Iran/ Sottosegretario Craxi: Grave Teheran su Berlusconi
Denunce preoccupano,serve reazione a follia politica Ahmadinejad

Roma, 21 set. (Apcom) - La Sottosegretario agli Esteri Stefania Craxi definisce assai "grave" la protesta formale del Governo di Teheran con l'Italia per le parole del Premier Silvio Berlusconi sul presidente iraniano Ahmadinejad. "no francamente stupita dall'ultima uscita del Governo di Teheran. L'Italia è un Paese che non ha mai negato il dialogo con l'Iran, anzi. Ma definire indegne del popolo italiano le parole del suo Presidente del Consiglio è francamente quanto di più grave si potesse affermare", afferma la Sottsegretario alla Farnesina.

"Ahmadinejad - sottolinea Stefania Craxci- non perde occasione per minacciare ed auspicare la distruzione di Israele, parte della storia d'Europa. E lo fa in un momento cruciale, con la comunità internazionale che sta moltiplicando gli sforzi per far germogliare la pianta della riconciliazione arabo-israeliana. Tralascio le ultime preoccupanti denuncie dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica sul dossier nucleare".

"Da Teheran - conclude l'esponente del Governo Berlusconiu- giungono segnali inquietanti, che dovrebbero sollecitare la comunità internazionale nell'adozione di misure che rendano alfine cosciente il grande e fiero popolo iraniano, discendente dalla grande stirpe persiana, che la folle politica di Ahmadinejad lo conduce solo in un vicolo cieco".
Iran protesta contro Berlusconi. Frattini: Ahmadinejad sia più responsabile
Inviato da Redazione il 22/9/2008 11:02:09 ( )
di Marco Pesenti

Le frasi dette dal premier italiano Silvio Berlusconi, che in un assemblea con l’organizzazione ebraica Eren a Esod aveva indicato, pur senza nominarlo, il presidente iraniano Amadinejad ad Hitler, hanno fatto arrabbiare Teheran.

Il premier aveva definito anche «follie» le parole di Ahmadinejad sulla necessità di cancellare dalla carta geografica lo stato di Israele. L'Iran non ha certamente gradito e ha ufficialmente protestato con l’Italia, deplorando le parole del presidente del Consiglio: «Non sono degni del popolo italiano e della sua ricca cultura». La protesta del governo iraniano è stata presentata al vice dell’ambasciata italiana in Iran, Alessandro Monti, che è stato convocato presso il ministero degli Esteri di Teheran. Secondo Assan Ashqavi, portavoce della diplomazia dell'Iran, le parole di Berlusconi rappresentano «un atteggiamento non equilibrato che va oltre le regole protocollari per un capo di governo europeo». Subito è arrivata la replica italiana, comunicata dal ministero degli Esteri. In una nota la Farnesina precisa che l'Italia auspica che l’Iran «assuma un atteggiamento più responsabile in campo internazionale nel rispetto della dignità e del diritto all’esistenza di ogni nazione e cultura ». Le parole di Berlusconi, continua la nota, si riferivano alle ripetute dichiarazioni «che hanno messo in dubbio eventi storici acclarati come l’ locausto e l'esistenza di Israele». Il ministro Franco Frattini, in previsione del suo prossimo viaggio a New York per partecipare all’Assemblea generale dell’ Onu, ha auspicato l'applicazione di sanzioni contro il regime di Teheran: «Dobbiamo lavorare sul nucleare iraniano. Non possiamo lasciare senza una risposta l’atteggiamento dell’Iran che rifiuta il negoziato e una qualsiasi collaborazione con l'Agenzia nucleare della Nazioni Unite. uindi - ha concluso Frattini - dovremo elaborare delle sanzioni con il Consiglio di icurezza, che dovrà applicarle all’Iran».

sabato 20 settembre 2008

NEW YORK, MARTEDI, UNA GRANDE MANIFESTAZIONE DI PROTESTA CONTRO AHMADINEJAD E IL REGIME DEI MULLAH


Nella foto: La vice candidata repubblicana Sara Palin insieme al futuro presidente della repubblica americana John McCain.


In occasione della prossima visita del passdar terrorista Ahmadinejad A new York gli iraniani residenti in America e in Canada hanno organizzato una grande manifestazione di protesta contro la presenza di Ahmadinejad al palazzo dell'Onu, dove dovrà pronunciare il suo discorso martedi prossimo alle ore 14.
Alla manifestazione hanno aderito diverse associazioni americane tra cui alcune comunità ebraiche. Tra gli oratori si vede anche il prossimo vice presidente americano signora Sara Palin. Si prevede la partecipazione di migliaia di manifestanti provenienti da tutte le parti del globo. L'biettivo degli organizzatori è quello di esprimere la rabbia della comunità internazionale contro il suo ingresso sul suolo americano e il suo intervento presso l'assemblea generale dell'ONU. E' un fatto assai grave il solo rilascio del visto al presidente di un regime terroristico che sta cercando di costruire la bomba atomica per prendere in ostaggio l'intera umanità e instraurare un impero di male e di violenza chiamato "regno dell'Islam".
Aderiamo con tutta la nostra forza alla manifestazioen di New York e auguriamo un grande successo per gli organizzatori di questa grande mobilitazione popolare mai vista in America.

BERLUSCONI: " AHMADINEJAD COME HITLER", TEHERAN MINACCIA RITORSIONI E VENDETTE TERRORISTICHE


Nella foto: i militari italiani presenti sul territorio afghano e presi di mira dalle forze terroristiche del regime dei mullah


Nella foto il presidente Berlusconi. In una recente visita a Parigi ha comparato il presidente del regime terroristico dei mullah con Adolph Hitler


Nella foto il presidente Maryam Rajavi insieme al presidente della Camera On. Fini e On. Ciccioli


Iran: un deputato mette in guardia l' Italia contro la sua politica estera
Adnkronos 17 settembre (AKI) - un deputato iraniano ha avvertito l' Italia che le relazioni politiche ed economiche potrebbero soffrire per le opinioni espresse dal primo ministro italiano Silvio Berlusconi e dalla visita in Italia di un oppositore di primo piano. “Se continuate in questa via, dovrete pagare un prezzo molto elevato, poiché saremo obbligati a rivalutare le nostre relazioni politiche ed economiche con l' Italia„, ha dichiarato Sarvari, membro della commissione degli affari esteri e della sicurezza nazionale del Parlamento di Teheran. “Questi atti avranno delle conseguenze ed il prezzo che l'Italia dovrà pagare per queste imprudenze non sarà di poco conto. L'Italia dovrà perfettamente rivalutare la decisione di ricevere membri di questo gruppo terroristico che sono attualmente in Iraq„, ha dichiarato Sarvari. Teheran non avrebbe apprezzato il discorso pronunciato martedì da parte di Berlusconi a Parigi dove riceveva un premio del gruppo Franco-Juif Keren Hayessod, durante il quale ha indirettamente comparato Adolf Hitler con il presidente radicale dell’ Iran, Mahmoud Ahmadinejad. Ma le osservazioni di Sarvari si riferiscono in particolare ad una recente visita di Maryam Radjavi, presidente del Consiglio nazionale della resistenza iraniana, braccio politico dell'organizzazione del Mojahedin del popolo d' Iran, l' opposizione armata. Maryam Radjavi si è recata in Italia alla metà di luglio nell’ambito di una campagna a favore del ritiro dell'OMPI dall'elenco delle organizzazioni terroristiche dell'Unione europea. L' oppositore iraniana è stata invitata dai deputati italiani per una serie di interventi al parlamento italiano . “L' Italia mette in pericolo la sua presenza in Iran. Ha cominciato un gioco pericoloso, che non ha alcuna possibilità di guadagnare„, ha detto un assistente del portavoce del ministro iraniano degli affari esteri Hassan Ghashghavi a Adnkronos International (AKI).


Notizie correlate:

AFGHANISTAN
Militari italiani ancora nel mirino
ordigno contro un convoglio, tutti illesi
La bomba è deflagrata al passaggio dei mezzi militari italiani nella provincia di Baghdis nell'ovest del Paese. L'esplosione non ha provocato danni e nessuno ha riportato ferite


Esplosione, feriti tre militari italiani

Roma, 20 settembre 2008 - Un ordigno esplosivo è deflagrato al passaggio di un convoglio militare italiano nella provincia di Baghdis nell'ovest dell'Afghanistan. La bomba non ha provocato danni e nessun militare italiano ha riportato ferite. Lo riferiscono all'Adnkronos fonti militari.

Proprio ieri nella stessa zona sui era verificato un attentato analogo che aveva provocato danni a un mezzo militare italiano e lievi contusioni per un militare. Anche oggi, infatti, i veicoli blindati 'Lince' della pattuglia italiana sono stati presi di mira nell'area di Balamarghab. L'ordigno era stato sistemato sul ciglio della strada. Dopo l'attentato di oggi, i mezzi hanno portuto far rientro regolarmente alla base

NUOVA ONDATA DI TERRORE IN IRAN


Nella foto il giudice procuratore di Teheran Said Mortazavi, l'autore dell'omicidio della giornalista iranocanadese Zahra Kazemi, uccisa alcuni anni fa dopo essere stata arestata di fronte al carcere di Evin.

Alcuni giorni fa il procuratore di Teheran, il più feroce boia dei giovani iraniani, Said Mortazavi, ha annunciato una nuova stagione di terrore contro i giovani iraniani in particolare quelli della capitale, dove sono nato nella primavera del 1959. Apunto Teheran. Qui nasce spontaneamente una domanda. Perchè oggi scende in campo il giudice Mortazavi? Colui che alcuni mesi fa ha portato in piazza, proprio di fronte al suo ufficio e in mezzo al centro della capitale, e ha convocato pure i giornalisti stranieri e ha impiccato due giovani di appenna 23 e 20 anni. Il mtivo per cui il regime dei mullah sta intensificando ancora di piuù l'atmosfera della repressione interna( + l'uso del terrorismo internazionale, vedi attentato contro l'ambasciata americana in Yemen), si trova all'interno della situazione in cui versa il regime dei mullah: l'aumento delle sollevazioni e ribellioni e scioperi e proteste interne oltre al grande rischio di una imminente guerra americana contro il regime dei mullah. Ecco perchè il procuratore di Teheran inizia un" incremento dela repressione preventiva" onde ostacolare ed evitare la scesa in campo della popolazione in particolare i giovani. Alcuni giornifa abbiamo avuto una tragica notizia secondo cui i passdaran hanno sfondato la porta di un appartamento al sesto piano di un palazzo di Teheran dove era in corso una festa di compleanno e hanno gettato giù dal sesto pian una ragazza di appenna 20 anni. Era da un pò di tempo che si evitavano tali gesti.
Secondo me le parole del procuratore Mortazavi dimostrano ancora una volta la paura e il terrore dei mullah iraniani verso i giovani che sono un futuro potenziale esercito che "deve" sferrare il colpo finale sulla testa del regime islamico dei mullah chiudendo per sempre la maligna pagella e dossier del fondamentalismo islamico di matrice khomeinista liberando per sempre il mondo dal terrore iraniano.
Qui in seguito vi lascio il link di un breve filmato sulla repressione dei giovani:

giovedì 18 settembre 2008

55mila Evangelici chiedono di processare Ahmadinejad per incitamento al genocidio d'Israele


Thursday, 18 September 2008

Fonte: http://www.icn-news.com/?do=news&id=4617

2008-09-18 GERUSALEMME - L'Ambasciata Cristiana Internazionale di Gerusalemme sta per consegnare al segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, una petizione firmata da oltre 55.000 cristiani di 128 paesi con la quale si chiede di processare il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad per "incitamento al genocidio contro Israele".
"Il silenzio della maggior parte dei leader cristiani tedeschi ha portato all'orribile sterminio degli Ebrei europei lasciando un segno profondo nelle chiese. Abbiamo quindi un ineludibile dovere morale di far sentire la nostra voce di fronte ad un'altra minaccia genocida contro gli Ebrei".

Guarda il filmato:
http//www.icejusa.org/site/PageServer?pagename=StopIranVideo

mercoledì 17 settembre 2008

IL TERRORE DEL FONDAMENTALISMO ISLAMICO: NUOVO ATTENTATO TERRORISTICO CONTRO GLI STATI UNITI D'AMERICA


Il terrorismo islamico di matrice khomeinista è tornato per colpire la campagna elettorale americana. Un attentato come quello che colpito l’ambasciata americana in Yemen non veniva realizzato da tempo e dimostra come gli Stati Uniti siano ancora nel mirino del network del terrore. l'obiettivo del terrorismo è quello di destabilizzare quanto più possibile l'atmosfera della campagna elettorale americana per attribuirne la responsabilità a Bush e in particolare ai repubblicani e cosi via spianare la strada all'elezione del candidato nero Obama. Per il fondamentalismo e la sua colonna vertebrale( il regime dei mullah a Teheran), l'elezione del candidato democratico alla presidenza della repubblica americana sarebbe come un dono di Dio. Ecco perchè il regime dei mullah ha investito milioni e milioni di dollari nella campagna elettorale di Obama. Un investimento intelligente e fruttuoso( ammesso che malauguratamente venga eletta), che spazzerà via lo spettro della guerra contro Teheran. Il regime dei mullah sta passando i peggiori momenti della sua esistenza fin dal maligno giorno in cui ha preso piede sul suolo iraniano. Non sa se viene attaccato o no ma allo stesso tempo non perde occasione per attaccare e aggredire. Attacco preventivo è una difesa a largo spettro che gli iraniani sempre haqnno usato nei loro rapporti con il mondo inetro sia in campo commerciale che politico. Il che spiega anche la forte l'interferenza negli affari interni dei paesi musulmani. Cerca di destabilizzare l'inetro mondo per poter "pescare nelle acque torbide". Però non bisogna cascare nelle sue trame e trappole. Bisogna alzare il grado di vigilenza e ad una voce unica e forte rispondergli attraverso " il sostegno forte e irrevocabile al popolo iraniano e lla sua resistenza" togliendola dalla lista nera europea e americana. Questa è l'unica via. A rischio della nostra vita vi indichiamo la strada a quattro corsie e senza il pedaggio. E senza il rischio. A voi la decisione. Se vi sta bene le strade statali e pieno di curve e insidie vi rispettiamo pur mantenedo la nostra posizione che alla fine siete obbligati a prendere l'autostrada a quattro corsie: Sostenere il popolo iraniano e la sua resisetenza.
Concludo e ribadisco che finchè esiste questo regno del terrore ne gli americani e ne gli europei vedranno un giorno di pace e di tranquilità. Vi terrà con il respiro sospeso.
karimi davood, analista politico ed esperto in materia del fondamentalismo islamico iraniano.

BERLUSCONI A PARIGI: AHMADINEJAD COME HITLER


Esteri
•Iran, programma nucleare non cambia


Il premier condanna le minacce iraniane a Israele
Il presidente del consiglio chiede attenzione verso le "follie" ideologiche di Teheran



Parigi - "Anche un tal signore all'inizio sembrava un democratico e poi ha fatto quel che ha fatto, e voi purtroppo sapete a chi mi riferisco". È netta la posizione di Berlusconi nei confronti delle minacce iraniane a Israele.

Davanti al pubblico di fede ebraica dell'Associazione Keren Hayesod di Parigi, il premier non ha usato oggi mezzi termini nel paragonare Ahmadinejad a Hitler, ammonendo: "dovremmo fare tutti attenzione alle follie di chi addirittura arriva a dire che bisognerebbe cancellare Israele dalla carta geografica".
Grazie presidente Berlusconi. E' il nostro dovere ringraziarLa per le sue ferme e decise posizioni sul fondamentalismo islamico di matrice khomeinista. A nome della nostra Associazione desidero informarLa che il popolo iraniano non dimenticherà mai coloro che hanno avuto il coraggio e la capacità umana di opporsi al fondmanetalismo islamico e alla sua bomba atomica islamica.
Grazie presidente
karimi davood, presidente Associazione rifugiati politici iraniani in Italia

martedì 16 settembre 2008

IRAN: BERLUSCONI, ATTENZIONE A FOLLIE SU ISRAELE


Nella foto: il premier Berlusconi
» 2008-09-16 14:26

PARIGI - "Credo che dovremo avere tutti la massima e assoluta attenzione nei confronti delle follie di chi addirittura arriva a dire, magari soltanto per ragioni politiche interne, che bisognerebbe cancellare Israele dalla carta geografica. Queste sono cose a cui noi dobbiamo avere il senso che hanno e non crediamo siano reali però già una volta c'era un tal signore che all'inizio sembrava un democratico e che poi ha fatto quel che ha fatto e voi purtroppo sapete a chi mi riferisco". E' un passaggio dell'intervento del premier Silvio Berlusconi davanti ai membri dell'Associazione ebraica Keren Hayesod, a Parigi. Il presidente del Consiglio fa un riferimento indiretto alle dichiarazioni del presidente iraniano Ahmadinejad.

"Quindi noi - ha aggiunto il presidente del Consiglio - dobbiamo avere grandissima attenzione e io l'ho detto a tutti i miei colleghi a cominciare dal presidente George Bush". "Però - ha proseguito - guardando al secolo che abbiamo alle spalle, dobbiamo dire di essere fortunati perché quel secolo è stato davvero insanguinato da due ideologie terribili: da un lato il comunismo, che credendo di poter portare la Gerusalemme celeste in terra, ha portato soltanto miseria, terrore e morte nei paesi dove è andato al potere; e dall'altra parte il nazismo che, basandosi su questo concetto assurdo della prevalenza di una razza, ha provocato gli istinti più bestiali degli uomini e ha prodotto quelle tragedie di cui voi siete state le prime vittime".

domenica 14 settembre 2008

NUOVO LOGO DELL'ASSOCIAZIONE RIFUGIATI POLITICI IRANIANI RESIDENTI IN ITALIA



Nella foto: la minorenne Atefeh Rajabi uccisa pubblicamente all' età di 16 anni il 15 agosto del 2004 a Nekah, una cittadina del nord dell'Iran

nella foto: il minorenne Behnam Zareh, impiccato nella seconda meta di agosto scorso nella città di Shiraz
Associazione Rifugiati Politici Iraniani residenti in Italia è un gruppo di lavoro formato dai dissidenti di nuova e di vecchia data e che si occupa esclusivamente a denunciare la feroce violazione dei più elementari diritti umani calpestati quotidianamente dal regime dei mullah in particolare i diritti delle donne e dei bambini. Sappiamo che la caratteristica fondamentale e basilare del fondamentalismo islamico di matrice khomeinista è la sua misoginia. E' la sua opposizione a qualsiasi diritto delle donne e in particolare delle ragazze. Non dimentichiamo l'esecuzione pubblica delle donne e in particolare l'impiccagione pubblica di una ragazza di 16 anni, avvenuta il 15 agosto del 2004 nella città di Nekah: Atefeh, una ragazza minorenne, con dei handicap mentali che è stata portato in piazza e impiccata dal giudice religioso della cittadina, il mullah Rezaii. L'altro esempio della violenza dei mullah è la pena di morte contro i minorenni che ultimamente ha preso una dimensione assai tragica: nel solo mese di agosto sono stati impiccati di minorenni di nome Hezai( nella città di Isfahan), e Behnzam Zare( citta di Shiraz). Nelle carceri iraniane, tuttora si trovano, secondo le stime delle organizzazioni umanitarie internazionali, all'incirca 260 minorenni in attesa di impiccagione. Un'altra tragica dimensione del fondamentalismo è il suo terrorismo islamico e il suo dispregio verso la vita. Non mancano esempi in questo campo basti guardare tutto quello che avviene in Iraq, in Afghanistan, in Israele, in Palestina, in Libano e nei paesi arabi ecc...

Uno dei compiti di primo ordine della nostra Associazione, oltre a denunciare le atrocità quotidiane commesse contro le ragazze e le donne iraniane è anche quello di lavorare con la stampa e il mondo della politica italiana per portare alla loro conoscenza sia la vera situazione politica che i seri rischi che corre il mondo di oggi da parte del fondamentalismo islamico e della sua bomba atomica.
La nostra Associazione è finanziata esclusivamente da parte dei soci e di coloro che desiderano sostenerci in questo cammino e che amano la libertà e la democrazia in Iran.
Anticipatamente da parte mia e dei membri dell'Associazione Rifugiati Politici Iraniano ringrazio tutti coloro che ci aiutano e ci aiuteranno in futuro e ribadisco ancora una volta che senza il sostegno delle amiche e degli amici italiani non avremmo potuto fare tutto quello che fino ad oggi siamo riusciti a portare a termine.
Un cordiale ringraziamento a tutti coloro che desiderano sostenerci in questo dura e tortuosa strada verso la libertà e la democrazia in Iran.
Karimi Davood, presidente Associazione Rifugiati Politici Iraniani In Italia
Roma, 16.09.2008

Berlusconi- Cheney: Iran non deve avere la bomba atomica


Nella foto: il presidente Berlisconi insieme al presidente degli Stati Uniti d'America George W. Bush



Esteri
IRAN: CHENEY-BERLUSCONI, NON DEVE AVERE ARMI NUCLEARI
Roma, 9 set. - (Adnkronos) - L'Iran non deve potersi dotare di armi nucleari. E' la posizione di Italia e Stati Uniti espressa dal vice presidente americano Dick Cheney, al termine di un incontro con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. "Abbiamo concordato che non possiamo dare all'Iran la possibilita' di avere armi nucleari", ha detto Cheney


Commento: Complimenti al presidente Berlusconi per le sue chiare ferme posizioni in materia della pericolosità del fondamentalismo islamico e della sua bomba atomica. Va a Lui e al suo governo tutta la nostra ammirazione e gratitudine. Tale posizione dimostra l'intelligenza del governo italiano nel percepire quanto sia pericolosa la questione nucleare del regime dei mullah. Devo anche ribadire che il pericolo del fondamentalismo islamico è mille volte peggio della sua bomba atomica.
Con il pensiero e l'ideologia fondamentalista islamica di matrice khomeinista si può far diventare ogni ragazzo o ragazza un potenziale aspirante "KAMIKAZZE" che può far danni in ogni parte del globo. L'uso della bomba atomica da parte del regime iraniano è esclusivamente va inquadrato in un ambito estrettamente "ricattatorio". Cioè i mullah iraniano la useranno solamente per ricattare i paesi della regione e le grandi potenze e scoraggiarli da qualsiasi operazione mirata a destabilizzare oppure rovesciare il regime disumano della repubblica islamica. Ma far esplodere una bomba atomica non è cosi semplice e che prima di farlo brillare in qualche parte del mondo la comunità militare internazionale farebbe del regime di Khomeini un cumulo di macerie bruciate. Invece lo strumente del kamikazze nelle mani del regime terrorista iraniano è un mezzo valido ed efficace che oltre ad spaventare il mondo occidentale metterebbe a tacere anche moltissimi paesi che potrebbero avere in qualchemodo un opinione diverso dal regime di Khomeini. Allora se mescoliamo entrambi gli strumenti vediamo che cosa uscirebbe fuori: "il fondamentalismo islamico di matrice khomeinista + lo strumento del kamikazze uguale ad un mondo incatenato ed esausto e agonizzante che si trascina a fatica verso la sua tomba. Tutto ciò è = alla morte della civiltà".
karimi davood, analista politico e studioso in materia del fondamentalismo islamico iraniano.

giovedì 11 settembre 2008

11 SETTEMBRE, GIORNO DELLA MEMORIA PER TUTTI COLORO CHE SONO STATE VITTIME DEL FONDAMENTALISMO ISLAMICO IRANIANO


Volendo e non volendo oramai questa data è entrata prepotentemente e tragicamente nella memoria dell'umanità. E' diventata una data da commemorare e da rispettare in onore di coloro che sono state colpite direttamente dall'odio fondamentalista e islamica di matrice khomeinista. Non bisogna dimenticare che è stato lo stesso khomeini a dichiarare l'America come un paese di "Satana" e di conseguenza da combattere. E' stato lo stesso khomeini a dichiarare la guerra al grande Satana e aprire la strada ad una lunga serie di attentati contro gli americani e i loro paesi amici. E' stato lo stesso grande Boia del popolo iraniano a dichiarare l'America come il nemico numero uno dell'Iran. Leggilo il regime dei mullah e il loro fondamentalismo. Per confermare tutto cio non è necessario ricorrere alle formule e alle equazioni difficli. Basti contare il numero dei morti americani degli ultimi trentanni. Cioè da quando il maligno regime dei mullah ha preso il piede a Teheran. Non c'è posto in cui non si possano contare le vittime americane: dall'Iraq all'Afghanistan, dal libano all'Israele e via dicendo. Khomeini ha coltivato il seme dell'odio e della violenza contro il mondo civile auspicando di portare il mondo intero sotto la bandiera del fondamentalismo islamico. A tal fine lo stesso Khomeini ha suggerito ai suoi discepoli di riccorrere alla costruzione della bomba atomica per " salvaguardare la soppravvivenza della repubblica Islamica"!
Concludo e ribadisco che finchè esisterà questo regime fondamentalista e terrorista ci saranno ancora altri 11 semttebmre e forse anche peggio di quello che è avvenuto 8 anni fa per mano di alcuni ragazzi esaltati dal fondamentalismo islamico di matrice khomeinista.
Spero che la comunità internazionale se ne renda conto della gravità del problema iraniano che che apra gli occhi sulla realta del paese e della diffcoltà in cui vive tutta la popolazione riconoscendo alla resistenza iraniano il suo fondamentale ruolo nel contrastare realmente il maligno fenomeno del fondamentalismo sialmicxo di matrice khomeinista. Secondo me l'unica via vera e saggia è quella di sostenere il popolo iraniano e la sua resistenza per rovesciare il regime fondamtalista iraniano e per togliere per sempre dal corpo della socità di oggi questomaligno e pericolosissimo tumore che lo ha afflitto trentanni fa. Altrimenti la metastasi fara la sua strada e mescolata alla bomba atomica ci ritroveremo fra pochi anni l'intera regione mediorientrale sotto la influenza del regime dei mullah.
Esattamente come è successo con l'Iraq. Gli americani hanno cacciato il governo precedente e hanno consegnato volontariamente o involontariamente il paese nelle mani dei sicari iraniani.
Il mio augurio è che il prossimo 11 settembre possiamo celebrare la memoria dei caduti dell'11 settembre nella grande pizza della libertà di Teheran. sono sicuro che quel giorno i caduti di quel disumano attentato gioiranno insieme al popolo iraniano sentendo che la giustizia ha fatto il suo dovere.
A quel giorno
viva il ricordo di tutte le vittime del fondamentalismo islamico a prescindere dalla razza e dalla nazionalità compreso i 120000 ragazzi e ragazze iraniane uccise sotto la tortura negli ultimi trentanni.
karimi davood, presidente associazione rifugiati politici iraniani in Italia

mercoledì 10 settembre 2008

HUMAN RIGHT WATCH: IRAN, IMPICCATI 26 MINORENNI


Nella vignietta il capo supremo del regime dei mullah, ayattollah Khamenei si rivolge alla ragazza condannata a morte dicendo: "non fare smorfie, non guardarmi male, ti sto impiccando legalmente"


l'agenzia stampa francese in una nota da Washington ha scritto che secondo l'organizzazione per i diritti umani americana, Human Raight Watch, fin dal 2005 sono stati impiccati in Iran 26 minorenni e per cui il regime dei mullah ha il posto nel guinness dell'impiccagione dei minorenni. Secondo questa organizzazione almeno 6 casi sono stati avvenuti nell'anno 2008. Human Right Wacth ha lanciato un urgente appello all'assemblea generale dell'Onu per intraprendere delle immediate azioni contro l'uccisione dei minorenni in Iran. Secondo le organizzazioni per i diritti umani, nelle carceri iraniani si trovano almeno altri 100 minorenni in attesa dell'impiccagione.
Anche noi aderiamo a questo appello chiedendo l'immediato intervento delle organismi competenti a favore dei minorenni che rischiano la vita. Tenendo conto delle recenti esecuzioni dei minorenni chiediamo anche l'intervento del governo italiano presso gli organi competenti nonchè il regime dei mullah, condizionando qualsiasi relazione e lo scambio politico commerciale, al miglioramento delle condizioni dei prigionieri politici nonchè all'immediata sospensione dell'esecuzione dei minorenni in Iran.
karimi davood

LE GRIDA DI AIUTO DI UN MINORENNE POCHI GIORNI PRIMA DELL'IMPICCAGIONE




Nella foto: il minorenne Behnam Zare, impiccato nella saeconda meta di agosto nel carcere di Shiraz, nonstante una forte mobilitazione delle organizzazioni iraniane e straniere a suo favore. la seta di sangue da parte dei mullah iraniani ha prevalso sulla pietà umana del popolo iraniano che ha tentato tutte le strade pure salvare il minorenne Behnam.
Condoglianze dela mia associazione e degli amici italiani alla famiglia di Behnam.

A voi la dolorosa grida di aiuto lanciato da behnam pochi giorni prima della sua impiccagione avvenutosi nel carcere di Shiraz:

"Mi chiamo Behnam Zare,
e' da tre anni che vivo nel carcere di Adel Abad di Shiraz,
io sono un assassino,
ho commesso questo reato all'eta di 15 anni,
sono fortemente pentito del mio operato,
mi rivolgo a voi, i difensori dei diritti umani, a voi uomini liberi, perfavore salvatemi,
e' stato un incidente,
vi prego di salvarmi,
io voglio vivere,
io voglio essere libero,
sto passando gli ultimi giorni della mia vita,
e' possibile che mi mandino al plotone di esecuzione in qualsiasi momento,
vi chiedo se il Dio sarà soddisfatto che io muoia all'eta di 15 anni?
mi rivolgo a coloro che ascoltano la mia voce,
cè qualcuno che possa aiutarmi?
io vi chiedo di portare la mia voce all'attenzione di tutti i popoli del mondo,
vi chiedo di salvarmi,
io voglio vivere,
vi chiedo di salvarmi,
io voglio vivere,
salvatemi,
io voglio vivere,
io voglio vivere,
io voglio vivere..."


Irandemocratico: pochi giorni dopo questo doloroso appello di Behnam, lo spirito maligno di khomeini si è fatto vivo prepotentemente ( come in tanti altri casi recenti e non lontani tra cui attentati terroristici di vari generi verificatisi dall'Argentina al Libano, dall'Afghanistan all'Iraq, dall'America Latina all'America del Nord....) e si è attorcigliato attorno al collo di questo minorenne e con tutto l'odio disumano di cui è alimentato e composto ha posto fine alla vita di un giovane minorenne che aveva tanta voglia di "vivere".
Alla vigilia dell'11 settembre devo ricordare che il fondamentalismo islamico ha un cuore che batte la musica della violenza, dello spargimento del sangue degli innocenti, della destabilizzazione degli equilibri politici in tutte le parti del globo, del fomentarsi della povertà e della fame. Tutto ciò nel nome dell'Allah!
Nel nome di questo innocente minorenne, impiccato appena pochi giorni fa dichiaro che finche batte a Teheran il cuore del fondamentalismo non ci sarà mai e mai la pace e la stabilità nè nella regione e nè nel resto del mondo. Aggiungo che la macchina nucleare del regime fondamentalisto sta correndo a gran velocità verso la costruzione della bomba atomica islamica che sarà la vera causa scatenante della prossima guerra nella regione. La costruzione della bomba "atomica islamica" ha una rilevanza strategica e di protezione e di prevenzione da qualsiasi attacco e aggressione proveniente dall'estero. Lo stesso dittatore Khomeini chiamò la bomba atomica " la vera e necessaria garanzia per la sopravvivenza della repubblica islamica iraniana"!!!
Infine colgo occasione per esprimere la nostra profonda solidarietà con le vittime dell'11 settembre e aggiungo concludendo che tutte le azioni del regime iraniano hanno un doppio messaggio: uno rivolto all'interno del paese e l'altro rivolto all'estero. Quando i mullah portano in piazza la plotone di esecuzione e di fronte agli occhi del pubblico spaventato e terrorizzato tirano su, grazie alle grù, il corpo dei giovani iraniani, chiamando pure le telecamere stranieri, vogliono trasmettere un solo messaggio sia al popolo iraniano che ai governi stranieri: questa è la fine di chi osa a sfidarmi e rivolgendosi agli stranieri li mette in guardia da qualsiasi interferenza e aggressione specificando con il linguaggio della violenza che porterà anche a casa loro la forca e la violenza. Credo che il regime iraniano sia stato sempre fedele con le sue promesse. Non le ha mai tradite. Le ha sempre mantenute.
karimi davood, analista politico iraniano ed esperto in materia del fondamentalismo islamico di matrice khomeinista.

lunedì 8 settembre 2008

Usa e Israele pronti a bombardare l'Iran

IL TEMPO.IT
08.09.2008
SOLO UNA RIVOLTA INTERNA PUO' SALVARE TEHERAN

Di Aldo Forbice

Ormai tutti ne sono convinti: l'Iran sarà presto bombardato. Non è chiaro se con missili o bombe convenzionali (o nucleari) sganciate da aerei. La differenza fra gli "analisti" di politica iraniana e i nostri commentatori è sulla data, e se saranno gli americani o gli israeliani a prendere l'iniziativa.


O entrambi. Ma qui giocano molti fattori. Intanto ci limitiamo a far notare che, finalmente, europei, americani e israeliani hanno preso coscienza che il regime iraniano è deciso ad andare avanti sul programma nucleare di Khamenei e Ahmadinejad, che ha poco da spartire con l'uso civile di questa energia. Il presidente-dittatore non perde occasione per ribadire che le tre serie di sanzioni economiche e finanziarie decise dall'Onu non hanno danneggiato molto Teheran. Anzi il regime islamico ha trovato il modo di aggirare l'embargo facendo provviste di grano dal nemico storico...gli Usa. Verranno acquistato 1,8 milioni di tonnellate di cereali dal Grande Satana, un paese con cui non ci sono rapporti diplomatici da 30 anni.
I media iraniani non hanno parlato di questo accordo perché Ahmadinejad, che aveva promesso sussidi agli agricoltori (600 miliardi di rial) e la nascita di qualche migliaio di cooperative (ne erano previste 1113, ma ne sono nate 95) ha imposto una rigida censura. Ora però l'attenzione è concentrata sul prossimo attacco aereo, previsto tra il 5 novembre e il 19 gennaio 2009. Date calcolate in base alle elezioni Usa, che avranno luogo a novembre e al cambio della guardia ufficiale alla Casa Bianca. Quasi sicuramente ad essere colpite saranno la centrale di Isfahan, l'impianto di Natanz (dove sono concentrate migliaia di centrifughe per l'arricchimento dell'uranio), il centro di produzione di plutonio di Arak, ma anche altri impianti sotterranei (uno vicino a Teheran).
Chi agirà per primo? Le diplomazie sono al lavoro. È certo che gli israeliani si stanno preparando (hanno già attuato una esercitazione attorno a Creta nel giugno scorso: l'isola non è stata scelta a caso: si trova a 1500 chilometri da Israele, la stessa distanza che separa lo stato ebraico dal territorio iraniano) e, per il momento, vengono "frenati" da Bush, alle prese con la campagna elettorale. Ma i tempi sono vicini per l'ora X. Se l'attacco non dovesse riuscire sarebbe inevitabile una reazione missilistica contro Israele e le basi americane nel Golfo Persico. Ma, d'altra parte, Gerusalemme, polemizzando anche col nostro ministro degli Esteri, ha definito "una catastrofe" se Ahmadinejad riuscirà a vincere la scommessa dell'arma atomica.
Per il momento ci sembra tiepida l'iniziativa dell'Ue, mentre l'Onu prepara nuove sanzioni economiche contro Teheran. Ma lo Stato fondamentalista non sembra preoccuparsene. C'è solo da augurarsi che la popolazione e la resistenza iraniana facciano sentire la loro protesta contro un regime sanguinario (220 impiccagioni dall'inizio del 2008). È l'unica speranza per prevenire una nuova catastrofe.

giovedì 4 settembre 2008

NUOVE INIZIATIVE INTERNAZIONALI PER ALLONTANARE LA SIRIA DAL FONDAMENTALISMO IRANIANO



Commento:
A proposito delle attività nucleari militari iraniane va ribadito con la fermezza che il regime dei mullah si sta avvicinando velocemente alla fatidica data del "non ritorno". Si stanno ultimando gli ultimi lavori per la costruzione della bomba atomica. La parola è della resistenza iraniana. La stessa fonte che 5 anni fa rivelò per la prima volta l'esistenza di un diabolico progetto militare atomico compreso una decina di siti super segreti e super specializzati nella costruzione dei pezzi e degli strumenti necessari alla costruzione della "prima bomba atomica islamica iraniana", chiamato dal piu' grande boia del secolo scorso, ayattollah khomeini " la garanzia per la soppravvivenza della repubblica islamica iraniana"!!!. Leggilo il regime dei mullah. l'Islam non ha mai avuto la necessità di garantirsi la soppravvivenza con la bomba atomica costata fino ad oggi miliardi e miliardi di dollari riducendo sul lastrico un intero popolo e mettendo al serio rischio la sicurezza dell'intero mondo. Un popolo costretto a vendersi la figlia per due soldi non pensa mai alla soppravvivenza dell'Islam. Caso mai penserà a come sfamarsi la pancia dei propri figli.
Comunque a proposito della nuova iniziativa del presidente Sarkozy mirata ad allontanare la Siria dal fondamentalismo islamico iraniano desidero esprimere la nostra piena soddisfazione anche perchè la Siria deve capire che oramai è arrivato il tempo di decidere da quale parte stare? In Iran esiste una provverbio secondo cui" non si può nutrirsi sia dal sacco e sia dal mangiatoio". Si riferisce al cavallo che porta con se un sacco di fieno. Bisogna scegliere ol il "sacco" oppure il "mangiatoio". Fino ad oggi la Siria si è nutrito sulla pelle del popolo iraniano ricattando il regime dei mullah sulle sue attività terroristiche in Libano avendo in cambio per quasi trentanni il petrolio gratis. E non solo il petrolio.
Secondo me il gesto del presidente Sarkozy è molto prezioso e bisogna incoraggiarlo a proseguirlo in direzione e in funzione antiiraniano.
karimi davood

Iran; Nucleare, Sarkozy: Teheran si prende "un grosso rischio"

Roma, 4 set. (Apcom) - Con lo sviluppo del suo programma atomico per fini militari l'Iran si prende "un grosso rischio", e Israele un giorno potrebbe attaccare i siti nucleari iraniani. Lo ha detto oggi il presidente francese, Nicolas Sarkozy, durante il vertice di Damasco con il presidente siriano Bashar al Assad, il premier turco Recep Tayyp Erdogan e l'emiro del Qatar, Hamad ben Khalifa al Thani.

"L'Iran si prende un grosso rischio se continua il suo processo per lo sviluppo del nucleare militare", ha detto Sarkozy. "Ne siamo certi, perchè un giorno, quale che sia il governo israeliano, potremmo ritrovarci un mattino con Israele che ha attaccato".

Secondo Sarkozy, se si vuole evitare questa "catastrofe" è necessario che l'Iran blocchi il suo programma di arricchimento dell'uranio. "La Francia - ha assicurato il presidente - è pronta ad aiutare l'Iran con il nucleare civile, come testimonianza della nostra buona volontà", ma Teheran "non può rifiutare i controlli completi e onesti" compiuti dagli ispettori dell'Aiea, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica.

martedì 2 settembre 2008

IMPICCATO UN MINORENNE DI 17 ANNI



Sono appenna tornato da Calabria, dove avevo organizzato una mostra. Con enorme dispiacere ho avuto la notizia dell'impiccagione del minorenne Behnam Zarei che all'eta di 15 anni aveva ucciso un suo compagno di giochi.
Purtroppo l'intera mobilitazione delle organizzazioni per i diritti umani non ha potuto ammorbidire il cuore dei genitori della vittima e di conseguenza il regime sanguinario e disumano dei mullah ha stretto attorno al collo del giovanissimo Behnam tutto il suo odio e sdegno che nutre verso il popolo iraniano. Il motivo è semplice ha bisogno di versare il sangue degli innocenti per poter garantire la sua maligna soppravvivenza. Questa violenza è l'altra faccia della bomba atomica dei mullah.
Qui sotto vi lascio l'ultima intervista rilasciata da Behnam prima dell'impioccagione. Si sente la sua voce in persiano ma si capisce lo stesso. Non ha bisogno dell'interprete per far capire tutta la sua disperazione.
Solidarietà e condoglianze della mia associazione alla famiglia di Behnam. Arriverà il giorno in cui il popolo iraniano si rivendicherà il sangue innocente di tutti i Behnam.
http://ca.youtube.com/watch?v=XDw37nK2WKs ( il link della voce di behnam)
karimi davood

 
AID : AGENZIA IRAN DEMOCRATICO