domenica 26 ottobre 2008

UN'ALTRA PROVA DELLO SPONSORIZZAZIONE DEL TERRORISMO DA PARTE DEL REGIME DEI MULAH

La repubblica.it

M.O.:VICE COMANDANTE IRAN, ARMIAMO MILIZIE DELLA LIBERTA'
L'Iran fornisce armi agli "eserciti della liberta'" attivi in Medio Oriente. E' quanto sostiene Hossein Hamedani, vice comandante della milizia Basij, corpo di volontari dei Guardiani della Rivoluzione. "Oggi, non solo le nostre forze armate sono auto-sufficienti, ma gli eserciti della liberta' della regione ricevono da noi parte delle loro munizioni", ha spiegato Hamedani, stando al sito delle Guardiani della rivoluzione. L'ufficiale non ha spiegato cosa intendesse con "eserciti della liberta'", ma si tratta di un'espressione piu' volte usata in passato dai funzionari iraniani per indicare il movimento palestinese Hamas e quello libanese Hezbollah e le loro attivita' di lotta armata contro lo Stato israeliano.
Commento: il regime dei mullah si regge su tre pilastri: la repressione, il terrorismo e la bomba atomica. La politica di accondiscendenza dell'occidente(L'America e l'Europa compresa) è la colonna supplementare. Nel caso che venisse a mancare uno dei tre vitali colonne l'intero regime crolla su se stesso. Ecco perchè Teheran investe a pari passo sul terrorismo, sulla repressione e sulla bomba atomica. Mette in azione la macchina terroristica finanziando le organizzazioni stranieri quali Hamas e Hezbollah e allo stesso tempo impicca le ragazze e i ragazi iraniani nele piazze pubbliche invitando perfino i reporter stranieri per riprendere tutta la scena. Contemporaneamente dichiara attraverso il suo presidente che "l'energia atomica( leggilo bomba atomica islamica), è una questione nazionale e non ci si arretra nemmeno di un milimetro". Secondo me l'unico mezzo con cui si può fermare la macchina della guerra atomica dei mullah è la popolazione e la sua leggittima resistenza. E' qui che entra in scena il pilastro supplementare che fino ad oggi ha sempre mantenuto in piedi uno scudo attorno al regime dei mullah mettendo in lista nera il nome della resistenza iraniana e cntribuendo al prolungamento della vita del regime dei mullah. Occorre che il mondo occidentale ponga fine a questa politica e lasci libero il popolo iraniano a decidere il suo destino. una volta chiuso il capitolo della politica di accondiscendenza, diventano molto più vulnerabili le tre fondamentali pilastri sopraindicati. Bisogna concentrare l'attenzione attorno alle forze interne della popolazione dando voce a coloro che vivono quotidianamente la repressione e la violenza in particlare necessita puntare sulla forza delle donne che è la parte più colpita e più sofferta della società.
Per evitare la guerra esiste una via: terza via presentata dal nostro presidente Maryam Rajavi che di recente è stata ospite del Senato e della Camera.
Concludo e ribadisco che il tumore iraniano( il regime dei mullah), ha una sola cura e antidoto: la resistenza iraniana rappresentata dalla signora Maryam Rajavi. Qualsiasi altra cura porterà a prolungare la crescita e la metastasi del tumore(fondamentalismo islamico), naturalmente a spese del popolo iraniano e di altri popoli che ne saranno vittime del terrorismo alimentato dai mullah.
Karimi Davood, analista politico iraniano

venerdì 24 ottobre 2008

PRESIDENTE RAJAVI A ROMA: LA COMUNITA' IRANIANA RINGRAZIA IL GOVERNO, I SENATORI E I DEPUTATI ITALIANI





Nella foto: On. Carlo Ciccioli tra i manifestanti di fronte al palazzo Montecitorio

Nella foto: Maryam Rajavi di fronte al Senato risponde alle dimostrazioni di gioia degli iraniani presenti in piazza.

Nella foto il presidente Rajavi in piazza Montecitorio
Il secondo viaggio del nostro presidente a Roma ha segnato un'altra conquista storica. Durante la sua permanenza ha partecipato a due conferenze organizzate dagli illustri senatori e Onorevoli deputati presso il palazzo Madama e il palazzo Montecitorio in cui il presidente Rajavi ha avuto un massimo riconoscimento da parte di entrambi rami del parlamento dove tra l'altro sono state presentate due petizioni firmate dalla maggioranza dei membri del Senato e della Camera. Durante la seconda conferenza è stato annunciato anche la seconda sentenza della Corte di Giustizia Europea in cui i giudici riconoscono la leggittimità della resistenza iraniana ordianando all'Unione Europea di rimuovere i Mojahedin del Popolo dalla loro lista nera.
Sintetizzando il secondo viaggio del presidente Maryam Rajavi posso affermare che è stato fatto un passo gigante nella direzione della rimozione del nome della resistenza iraniana dalla lista nera europea. Negli entrambi documenti firmati dalla maggioranza dei senatori e deputati si chiede l'immediata rimozione e si chiede al governo italiano di offrirsi come promotore di tale iniziativa.
A nome dell'Associazione Rifugiati Politici Iraniani desidero esprimere il nostro profondo ringraziamento al popolo, ai senatori e ai deputati e alla classe politica italiana che hanno acconsentito lo svolgimento straordinario di questa "tappa Romana" che ha aperto l'occhio del mondo democratico sulle legittime richieste del popolo iraniano per ripristinare la democrazia e la libertà in Iran. Un Iran diverso da quello gestito e diretto dal fondamentalismo islamico dei mullah dove il terrorismo, la repressione e la bomba atomica regnano quotidianamente nella politica del paese. Concludo e ringrazio anche le forze dell'ordine che ci hanno garantito, con la loro tenacia e infatticabile determinazione, il diritto di manifestazione e lo svolgimento delle dimostrazioni di gioia dei simpatizzanti del presidente Rajavi.
Karimi Davood

IRAN: TRIBUNALE EUROPEO CANCELLA MUJAHIDDIN POPOLO DA LISTA NERA TERRORISMO
Lussemburgo, 23 ott. - (Adnkronos) - La corte europea di prima istanza del Lussemburgo impone la rimozione dell'Organizzazione dei Mujahiddin del popolo iraniani, un ombrello sotto cui si riuniscono diversi gruppi dell'opposizione al regime di Teheran, dalla lista nera europea dei Paesi e delle organizzazioni che sostengono il terrorismo. I Mujahiddin erano stati inseriti nella lista nel 2002, e da allora i loro fondi in Europa erano stati congelati. Il verdetto arriva in seguito al ricorso presentato dall'Organizzazione in seguito a una prima sentenza in suo favore da parte di un tribunale britannico lo scorso anno.


Iran: Rajavi, Una Vittoria La Sentenza Ue Su Resistenza Ma Italia Prema Su Bruxelles

(Aki) - E' una "vittoria eclatante", secondo la presidente del Consiglio nazionale della Resistenza iraniana Maryam Rajavi, la sentenza con cui il Tribunale Ue di prima istanza ha chiesto oggi l'annullamento della decisione del Consiglio europeo che ha congelato i beni dell'Organizzazione iraniana dei Mujahiddin del Popolo (Pmoi), inserita nella lista Ue delle organizzazioni terroristiche. Da Roma, dove ha partecipato questa mattina a una conferenza stampa presso Montecitorio con un gruppo di deputati italiani di tutti gli schieramenti, la Rajavi ha chiesto al governo italiano di impegnarsi perché Bruxelles rispetti la decisione del Tribunale e cancelli la Pmoi dalla 'black list'.

martedì 21 ottobre 2008

BENVENUTA A ROMA PRESIDENTE RAJAVI


E' arrivata a Roma la nostra amatissima presidente della resistenza iraniana signora Maryam Rajavi, per una serie di appuntamenti politici importanti.
A nome dell'Associazione dei rifugiati politici iraniani residenti in Italia Le porgo i nostri migliori auguri e il nostro caloroso benvenuto.
Grazie presidente.

lunedì 20 ottobre 2008

NUOVA ONDATA DI REPRESSIONE IN PUBBLICO


Teheran | 19 ottobre 2008
Fustigazioni pubbliche in Iran
Manifestazione a TehranNove uomini sono stati fustigati sulla pubblica piazza in Iran essendo stati riconosciuti colpevoli da una Corte rivoluzionaria di "minacce all'ordine pubblico". Lo scrive oggi l'agenzia Irna, sottolineando che i condannati erano "teppisti" che si erano affrontati in una rissa tra bande.

Ciascuno dei condannati ha ricevuto 74 frustate, ha detto Hadi Tabriz, portavoce della Corte rivoluzionaria di Qom, la citta' santa sciita 130 chilometri a sud di Teheran, dove e' avvenuta la pubblica esecuzione.

Erano anni che in Iran non si aveva notizia di fustigazioni sulla pubblica piazza. Una iniziativa che appare in linea con una offensiva avviata dalle autorita' di Teheran fin dalla primavera del 2007 con lo scopo dichiarato di difendere la moralita' islamica e la sicurezza.

Molti i cosiddetti 'teppisti' arrestati nel corso delle operazioni. Ma la polizia ha fermato anche centinaia di donne e ragazze giudicate 'malvelate', ragazzi con pettinature all'occidentale o semplicemente persone che portavano a spasso il cane, animale considerato impuro dall'Islam.

sabato 18 ottobre 2008

UNA DOMANDA AL MINISTRO FRATTINI: FA PIU' PAURA SE ABBAIA IL CANE O IL PADRONE?

Signor ministro Frattini ho avuto piacere di leggere le sue ultime dichiarazioni sul viaggio di prodi a Teheran dove ha stretto le mani gondolanti di sangue dei vari responsabili del terrorismo e del fondamentalismo. Lei nella sua ultima dichiarazione ha giustamente espresso che non l'avrebbe fatto e L'ammiro per questa sua intelligente scelta politica. Ma allo stesso tempo vengo a sapere dalle notizie dell'Ansa che Lei ha contattato il passdar terrorista Jalili per iniziare una nuova era di dialogo e che l'avrebbe addirittura invitato di venire a Roma.
Signor ministro la nostra comunità ha sempre avuto una certa simpatia per Lei e per il suo governo, perchè, Lei ha sempre mantenuto una certa distanza e ha dimostrato una forte opposizione al programma atomico militare dei mullah ribadendo la posizione italiana in molti organi internazionali. Tali dichiarazioni ha sempre suscitato il nostro positivo interesse e ha portato la gioia nei cuori di coloro che soffrono quotidianamente la violenza e la repressione del regime di Ahmadienjad.
Signor ministro adesso tenendo conto delle sue ultime dichiarazioni nasce la domanda spontanea: che cosa successo nell'arco di poche settimane che Lei ha cambiato la sua posizione e dal falco è passato al passarotto mettendo alla pratica una serie di circostanze per attirare l'attenzione del lupo? E' cosi che Lei desidera affrontare il pericolo del fondamentalismo islamico che tra l'altro è il carnefice dei vostro carabinieri caduti a Nassiria? Oppure Lei ha in mente un'altra strategia che noi comuni mortali non sappiamo?
Signor ministro mi puo spiegare che differenza c'è tra Ahmadienjad e passdar Jalili, capo del consiglio superiore della sicurezza nazionale? Secondo i nostri dati il passdar Jalili è assai piu importante del passdar Ahmadinejad. Secondo le informazioni a mio possesso lo stesso leader supremo del terrorismo e del fondamentalismo, Khamenei in una riunione segreta aveva prospettato la sostituzione di Ahmadienjad con Jalili, grazie alle pressioni internazionali che mandavano dei messaggi segreti, forse anche Lei è uno di essi, lamentandosi che per la "bruttezza della figura del presidente Ahmadienjad", hanno dei problemi presso il loro pubblico per intrattenere delle releazioni diretti con Ahmadinejad proponendo di cambiarlo durante le prossime farse elezioni presidenziali.
Signor ministro
Lei è un politico ed anche secondo alcuni amici è un esperto della questione iraniana e per cui sa benissimo che nella gerarchia clericale dei mullah il ruolo di Jalili è assai piu importante di quello coperto dal presidente ahmadienjad. Allora, come mai prodi non dveva incontrare Ahmadienejad e lei dovrebbe stringere le mani del pasdar Jalili e invitarlo a Roma? Signor ministro fa piu effetto se abbaia il cane di fronte ad un pericolo o se lo immita il padrone? Chi fa piu effetto? il cane o il padrone? E la domanda fondamentale: chi di loro è piu importante? Ahmadienjad che abbaia oppure Jalili che lo conduce e lo nutre attraverso il consiglio superiore della sicurezza nazionale del terrorismo e del fondamenalismo?
Signor ministro La prego di rispettare almeno i figli e le vedove dei carabinieri trucidati dalle bombe iraniane e per favore smetta di fare demagogia e mettere delle differenze tra il cane che abbaia(ahmadienjad) e il padrone che lo alimenta( Jalili).
Signor ministro le sue ultime dichiarazione hanno dato forti occasioni al regime dei mullah per propagandare al'interno del paese e dire avete visto che la politica di fermezza di ahmadienjad ha dato i suoi frutti? E che l'Italia ha chiesto di intrattenere rapporti e relazioni bilaterali con Iran?
Signor Ministro nelle ultime settimane sono stati impiccati decine e decine di persone. In un solo giorno solo 29 esseri umani sono stati impiccati.
L'ultima parola: signor ministro il capo di ahmadienjad, Jalili ha accettato il suo invito e la risposta l'ha dato attraverso l'ultimo attentato contro i militari italiani in Afghanistan.
La notizia è di oggi.
La saluto e cordiali saluti
Karimi davood, analista politico e presidente associazione rifugiati politici iraniani in Italia

venerdì 17 ottobre 2008

GRANDE NOTIZIA: HA VINTO GIAPPONE ED ESCLUSO IRAN DEI MULLAH DAL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU

ONU: GIAPPONE IN CONSIGLIO DI SICUREZZA, IRAN RESTA FUORI

(AGI/AFP) - New York, 17 ott. - Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a partire dal 2009 cambia volto. Entra il Giappone eletto dall'Assemblea generale con 158 voti mentre l'Iran, che correva per un posto nella stessa area geografica, e' stato sonoramente sconfitto ottenendo solo 32 voti. Nel gruppo europeo hanno conquistato un seggio per il biennio 2009-2010 l'Austria e Turchia. Messico e Uganda, infine, entrano per America Latina e Africa. (AGI)
Commento: grande soddisfazione del popolo iraniano per la sconfitta del regime dei mullah.

giovedì 16 ottobre 2008

RUBEN E BERTOLINI: Interrogazione parlamentare su Prodi in visita ad Ahmadinejad


Nella foto: On. Alessandro Ruben

Nella foto: Onorevole Isabella Bertolini
16 ottobre 2008 ore 16:00

I deputati del Pdl Isabella Bertolini e Alessandro Ruben. hanno annunciato un’interrogazione parlamentare al governo e al ministro degli affari esteri Frattini per sapere se l’esecutivo fosse a conoscenza della visita dell’ex premier Romano Prodi al presidente dell’Iran Ahmadinejad e dei motivi dell’incontro. "Ritengo questa visita un fatto veramente grave, specie dopo le dichiarazioni di Ahmadinejad all’Onu sull’esistenza dello stato di Israele. Mi sorprende che un ex premier, nel suo nuovo incarico al suo primo viaggio, incontri il presidente iraniano. E il motivo, secondo quanto riporta la stampa, sarebbe stato un incontro dedicato alla storia delle religioni. Sempre secondo quanto riporta la stampa, Prodi avrebbe sostenuto che finche’ ci saranno truppe straniere in quell’area non ci potra’ essere pace. Vorrei ricordare a Prodi che ci sono anche soldati italiani. Una linea duale che certo non fa bene alla politica estera italiana cosi’ egregiamente portata avanti dal ministro Frattini e che rappresenta il reale pacifismo nella zona".

16/10/2008
Un sentito ringraziamento ai deputati della Camera On. Ruben ed On.Isabella Bertolini
karimi davood

mercoledì 15 ottobre 2008

GRANDE SODDISFAZIONE DELLA COMUNITA' IRANIANA PER LA DECISIONE UNANIME DELLA COMMISSIONE ESTERI


Nella foto: On.Fiamma Nirenstein (Pdl), Vicepresidente della Commissione Affari Esteri e Comunitari
http://www.fiammanirenstein.com/articoli.asp?Categoria=11&Id=2036
Ho appena avuto una bella notizia diffusa dal blog dell'On. Nirenstein, che la saluto, secondo cui la commissione esteri della Camera ha approvato in un voto unanime la forte opposizione dell'Italia alla candidatura del regime fondamentalsita e terrorista dei mullah per un seggio al Consiglio di Sicurezza dell'ONU.
A nome di tutti gli iraniani desidero esprimere i nostri più sentiti ringraziamenti a tutti i membri della Commissione esteri della Camera. Secondo me questo documento è un motivo di orgoglio per tutto il popolo italiano e dimostra la sua vicinanza al popolo iraniano, oppresso ferocemente dal regime integralista dei mullah. Questa risoluzione dimostra che il cuore politico della Camera si è resa conto che al regime dei mullah occorre dimostrare la fermezza e la determinazione e non bisogna offrire l'occasione che tanti anni fa ha offerto dul piatto d'argento il famoso politico inglese Artur Neville Chamberlain. La conseguenza di quella politica è ben noto a tutti e non è necessario che ne menzioni ulteriormente. La risoluzione di oggi è in perfetto armonia con le aspirazioni del popolo e della resistenza iraniana.
Concludo e stringo con tutto il cuore le mani di quei deputati che hanno firmato una pagina di orgoglio sia per la Camera che per il popolo italiano.
Karimi Davood, presidente Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia

Risoluzione in Commissione Esteri sulla candidatura dell'Iran al Consiglio di Sicurezza ONU
Dichiarazione dell’On. Fiamma Nirenstein (Pdl), Vicepresidente della Commissione Affari Esteri e Comunitari:

«Oggi si è registrato un successo in Commissione Esteri con la votazione e conseguente approvazione all’unanimità di una Risoluzione che di fatto impegna il Governo italiano a ricercare in sede europea un’effettiva unità d’intenti per impedire all’Iran di entrare nel Consiglio di Sicurezza, come sta tentando di fare. Infatti il documento impegna il Governo a prevenire l’ingresso di Paesi sotto sanzioni all’interno del Consiglio di Sicurezza. E’ di un'arroganza inaudita il fatto che l’Iran, già sanzionata per tre volte dal Consiglio di Sicurezza, tenti di entrare nell’organo garante della sicurezza internazionale, che dovrebbe difendere il mondo dalla minaccia sia atomica che terrorista che l’Iran oggi rappresenta».
«Il voto dell’Assemblea Generale Onu» aggiunge l’On Nirenstein «è previsto per questo venerdì 17 ottobre e 5 membri non permanenti del Consiglio di Sicurezza saranno eletti per i prossimi due anni a partire dal gennaio 2009. L’Iran, candidato contro il Giappone per il blocco regionale asiatico, non è solo nella sua pretesa: è già sostenuto dai 57 Stati membri dell’Organizzazione della Conferenza Islamica e potrebbe riscuotere ulteriori consensi nel largo blocco dei Paesi Non Allineati». «Nella Risoluzione approvata» continua l’On. Nirenstein «viene osservato come l’Iran non rispetti i parametri necessari per risiedere nel Consiglio di Sicurezza, innanzitutto perché l'Iran continua manifestamente a perseguire obiettivi opposti a quelli stabiliti dalla Carta delle Nazioni Unite, secondo la quale il Consiglio di Sicurezza opera per contribuire “al raggiungimento della pace, della sicurezza e degli altri obiettivi dell'Organizzazione”; in particolare, la Risoluzione ricorda che l'Iran ha ripetutamente invocato, persino in sede Onu - come ha fatto il Presidente Ahmadinejad nel corso dell'Assemblea Generale, lo scorso 24 settembre - la distruzione d’Israele, un legittimo Stato membro dell’Onu. Inoltre, la Risoluzione evidenzia come l’Iran continui ostentatamente a disattendere le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza (riconfermate dallo stesso lo scorso 27 settembre) in merito al suo programma nucleare». «Pare paradossale» aggiunge Nirenstein «che un Paese sottoposto a sanzioni del Consiglio di Sicurezza possa risiedere all’interno di questo stesso organo, diventando così di fatto giudice del proprio caso».
«La Risoluzione» conclude Nirenstein «promuove una decisiva azione europea per salvaguardare, insieme alla decenza del discorso internazionale, che deve cancellare dal suo linguaggio ogni accenno antisemita e antioccidentale, anche la credibilità del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. L’Iran con il suo comportamento, armando Hezbollah e Hamas, promuovendo una cultura dell’odio contro Israele e Stati Uniti, violando i diritti umani basilari, applicando largamente la pena di morte, costruendo oltre a centrali atomiche anche missili di lunga gittata che minacciano chiunque si trovi all’interno del loro raggio, ha intrapreso una strada che solo la consapevole fermezza del mondo democratico è in grado di fermare».


Segue il testo della Risoluzione:


CAMERA DEI DEPUTATI
ATTI DI INDIRIZZO
Risoluzioni in Commissione:

La III Commissione,

premesso che:

il 17 ottobre l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite sarà chiamata ad eleggere 5 paesi membri non permanenti del Consiglio di Sicurezza per i prossimi due anni, a partire dal 1o gennaio 2009;
gli Stati che hanno presentato la propria candidatura per la regione asiatica sono il Giappone e la Repubblica Islamica dell'Iran;
secondo la Carta delle Nazioni Unite, il Consiglio di Sicurezza opera per contribuire «al raggiungimento della pace, della sicurezza e degli altri obiettivi dell'Organizzazione»; all'articolo 23, la Carta dell'ONU stabilisce che l'Assemblea Generale, nell'eleggere i membri non permanenti del Consiglio di Sicurezza, debba prestare particolare attenzione all'impegno dello Stato candidato nel perseguire i succitati obiettivi;
l'Iran continua manifestamente a perseguire obiettivi opposti a quelli stabiliti dalla Carta delle Nazioni Unite e a disattendere le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza; in particolare, solo per ricordare i fatti più recenti, l'Iran ha ripetutamente invocato, persino in sede ONU - come ha fatto il Presidente Ahmadinejad nel corso dell'Assemblea Generale, lo scorso 24 settembre - la distruzione dello Stato d'Israele e ha ostentatamente rifiutato di adempiere alle risoluzioni (riconfermate dal Consiglio di Sicurezza lo scorso 27 settembre) in merito al suo programma nucleare;

per essere eletto a membro non permanente del Consiglio di Sicurezza, lo Stato candidato deve ottenere i 2/3 dei voti dell'Assemblea: la candidatura dell'Iran è già sostenuta dai 57 Stati membri dell'Organizzazione della Conferenza Islamica e potrebbe riscuotere ulteriori consensi nel blocco dei Paesi Non Allineati; tale candidatura non appare tuttavia sostenibile poiché l’Iran è attualmente sottoposto a sanzioni per non aver assolto gli adempimenti richiesti dall’AIEA in tema di proliferazione nucleare;

l’ammissione in Consiglio di Sicurezza di un Paese soggetto a sanzioni dallo stesso Cds disposte rischierebbe di pregiudicare la credibilità e l’attendibilità di tale organo, inserendo nella sua composizione un Paese che diventerebbe tra l’altro giudice del proprio caso.

impegna il Governo:

a ricercare in sede europea una effettiva unità di intenti e di azione per preservare il ruolo e la credibilità del Consiglio di Sicurezza dell'ONU in modo che non includa Paesi sottoposti a sanzioni.
(7-00055)
«Nirenstein, Colombo, Guzzanti, La Malfa, Fiano, Picchi, Pianetta, Migliori, Martino, Pistelli, Boniver, Maran»

martedì 14 ottobre 2008

Le Figaro. Maryam Rajavi. Iran: l'Europa deve dire di no a bombe e terrorismo


Maryam Rajavi, presidente eletta dalla resistenza iraniana

Monday, 13 October 2008
di Maryam Rajavi, Presidente eletto dal Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana

Le Figaro, 10 ottobre, 2008 - L'Ultimo rapporto IAEA (Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica) sul programma nucleare di Teheran è allarmante. Mohammad El Baradei e Javier Solana intendevano evitare questo risultato con una strategia morbida e con l'adulazione nei confronti di Teheran. Ora saranno finalmente convinti che più i mullah sono persuasi con lusinghe è più cresce il loro appetito per una bomba nucleare?

Dal 2002, quando la Resistenza Iraniana rivelò per la prima volta i principali siti nucleari clandestini del regime, i governi occidentali hanno portato avanti per sei anni negoziati infruttuosi associandoli ad incentivi.

Questi governi hanno sprecato il tempo della comunità internazionale continuando a concederlo ai mullah. Inoltre l'aumento del 18% delle esportazioni dell'UE verso l'Iran non fa altro che screditare le sanzioni dell'UE nei confronti del regime. Questi sviluppi non sono forse collegati tra loro?

La questione nucleare mostra il fallimento della politica occidentale nei confronti della dittatura religiosa che governa l'Iran. La nostra opinione è che gli ultimi sei anni hanno fornito un tempo prezioso ai mullah di Teheran per raggiungere la fase finale di approntamento della bomba nucleare. Ora sono in procinto di produrre testate nucleari.

Inoltre gli ultimi sei anni hanno condotto all'occupazione estesa e clandestina dell'Iraq da parte del regime iraniano, che lavora per tenere in ostaggio la democrazia e la sicurezza dell'Iraq. I mullah hanno poi appannato il processo di pace tra israeliani e palestinesi, diviso a metà la Palestina, spinto il Libano sull'orlo della guerra civile e diffuso il fondamentalismo ed il terrorismo in tutto il mondo.

In breve, una politica di accondiscendenza nei confronti dei mullah ha danneggiato pace e sicurezza globali. Continuarla significherebbe causare esiti ancora più disastrosi in tutto il mondo.

In questa politica sembra risuonare la poesia del famoso poeta iraniano dell''800 Obide Zakani, che descrive come un gruppo di topi cercando di convincere con moine il gatto affamato lo alimentava con doni sempre nuovi.

Di recente Ali Khamenei, leader supremo dei mullah, ha parlato della necessità di un secondo mandato presidenziale per Mahmoud Ahmadinejad, presidente dei mullah. Abbiamo bisogno di altre prove per dimostrare il fiasco di una politica di accondiscendenza basata su gesti di buona volontà verso il regime?

Questo tipo di approccio è giunto ad una empasse. L'occidente ha fatto quattro errori fondamentali.

Il primo è che l'Occidente ha accettato la falsa dimostrazione di forza dei mullah. Non ha tenuto conto del fatto che i mullah nascondono la loro vulnerabilità reale, derivata dalla debolezza intrinseca, sotto il velo di atti crudeli e tattiche terroristiche.

Il secondo è ignorare la profondità del disprezzo e l'odio per il regime iraniano da parte del popolo iraniano. Il tentativo corporativo del regime di diffondere l'idea profondamente falsa che se la comunità internazionale decidesse di adottare una politica rigorosa nei confronti del regime, come ad esempio il boicottaggio, la gente inizierebbe a sostenere i mullah. Fingono di ignorare la miseria e gli episodi di tortura sofferti dal popolo iraniano durante il governo dei mullah.

Si può scoprire fino a che punto i mullah incarnino “il potere del popolo” ricordando che, secondo cifre ufficiali, i loro deputati in parlamento in quattro città principali hanno raccolto solo tra il 2% ed il 14% dei voti. Infatti il consenso sociale del regime rappresenta solo il 3% circa della popolazione essendo compreso nei “Corpi delle Guardi Islamiche Rivoluzionarie” (IRGC – Islamic Revolutionary Guard Corps), la forza paramilitare Bassij, e nei servizi di intelligence.

I mullah hanno rifiutato ripetutamente gli appelli della Resistenza Iraniana per elezioni veramente libere in Iran con gli auspici delle Nazioni Unite. Questo perché sono perfettamente al corrente che sospendere le impiccagioni e le torture anche solo per un giorno li esporrebbe al sollevamento di massa della popolazione.

Il terzo errore dell'occidente è non considerare la situazione esplosiva della società iraniana. L'economia del paese versa in condizioni disastrose ed il tasso di inflazione e di disoccupazione crescono di giorno in giorno. Il prezzo del pane è raddoppiato e quello del riso, alimento principale della dieta iraniana, è triplicato solo nell'ultimo anno. Ciononostante neppure una piccola parte del bilancio che ora raggiunge i 100 milioni di dollari è andato nelle tasche del popolo iraniano.

Infine l'occidente non ha preso in considerazione l'unica soluzione reale alla crisi iraniana. Il regime ed i suoi alleati affermano che non esiste alcuna alternativa ai mullah che sia credibile, legittima e saldamente radicata. In assenza di forze per il cambiamento il governo “eterno” ed assoluto dei mullah è ritenuto inevitabile e la popolazione considerata contraria ad essere coinvolta nel perpetrare il cambiamento. Al contrario esiste realmente una forza efficace e dinamica all'interno della società iraniana e nella sua storia, erede di una delle maggiori civiltà dell'umanità, che sta appassionatamente lavorando per ottenere la libertà.

La resistenza al fondamentalismo in Iran rappresenta la soluzione reale alla crisi essendo stata messa in moto da movimenti sociali e popolari. La Resistenza Iraniana, il cui asse centrale è costituito dal PMOI (Organizzazione dei Mojahedin del Popolo Iraniano), organizzazione musulmana democratica e tollerante, rappresenta l'antitesi la fondamentalismo religioso sotto l'egida dell'islam.

La nostra resistenza rifiuta ogni forma di intervento proveniente dall'estero, avocando al suo posto un cambiamento democratico da parte del popolo iraniano. La resistenza si impegna a ripristinare le libertà fondamentali ed a fondare in Iran una repubblica pluralistica e secolare in cui sono bandite censura ed inquisizione, nel rispetto della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

Tuttavia questa opzione al momento è stata messa da parte. Includere PMOI, il principale movimento di opposizione ai mullah, nella lista nera dell'Europa delle organizzazioni terroristiche, rappresenta la conseguenza logica della lunga serie di errori politici dell'occidente. Per paura di perdere accordi economici redditizi, come i contratti di approvvigionamento del petrolio, l'UE si è rifiutata di seguire l'esempio della Gran Bretagna e cancellare PMOI dalla propria lista nera. Inginocchiarsi al cospetto dei mullah è una grande vergogna. L'etichetta di terroristi ha aiutato il regime ad eliminare fisicamente i propri oppositori ed a mettere sotto pressione 3.500 membri di PMOI che attualmente risiedono al campo di Ashraf, in Iraq.

Finché l'UE continua ad etichettare il principale movimento iraniano di opposizione come “terrorismo” bloccando la strada al cambiamento in Iran continuerà a rimanere ostaggio dei mullah. Non chiediamo all'UE nient'altro che di restare neutrale quando si tratta della battaglia del popolo iraniano per la libertà e la democrazia. La Francia, che ora detiene la carica di presidente di turno, riveste un compito di importanza fondamentale a tal fine.

PRODI A TEHERAN CON KHATAMI E AHMADINEJAD


nella foto: prodi, khatami ed Annan durante la conferenza di ieri per ufficializzare la candidattura di khatami
LO SDEGNO, IL DOLORE E LA DISAPPROVAZIONE DELLA COMUNITA' IRANIANA VERSO IL VIAGGIO E LA PRESTAZIONE DI PRODI A TEHERAN

PRODI STRINGE LE MANI DI AHMADINEJAD, STESSE MANI CHE HANNO UCCISO MIGLIAIA DI GIOVANI IRANIANI E NON
AHMADINEJAD RIFIUTATO E CACCIATO DALL'ITALIA DURANTE I LAVORI DELLA FAO E RICEVUTO E RIABILITATO DA PRODI A TEHERAN.


Atefe, 16 anni impiccata in piazza durante la presidenza di Khatami

B.S. minorenne impiccato in carcere poche settimane fa nella citta di Shiraz

Esecuzione collettiva in piazza pubblica di pche settimane fa nella citta di Bojnurd

Un cittadino curdo ferito durante i combattimenti e impiccato in piazza in Kurdistan nonstante fosse ferito e paralizzato di entrambe le gambe

E alla fine la foto di ieri dell'ex premier italiano, romano prodi, che ringrazia Ahmadinejad sorridendo e aprendo le labbra fino alle sue budella. Chi sa, forse ha chiesto al presidente terrorista iraniano qualche "azione amichevole" in cambio della sua "prestazione" politica per mettere a repentaglio la stabilità del governo del presidente Berlusconi. Attenzione al lupo!


Con l'avvicinarsi delle elezioni presidenziali del regime fondamentalista iraniana, tutte le bande dei mullah si sono mossi per strappare possibilmente, ammesso che il capo supremo gli conceda la possibilità prima che finiscano sotto qualche camion, uno spazio propagandistico onde caldeggiare la scena politica iraniana. In questa direzione è ammesso tutto. Dal momento che Ahmadinejad non è riuscito, fino ad oggi, a registrare un successo internazionale, salvo qualche fugacce incontro all'Onu con dei personaggi tipo ex premier italiano, la sua banda, di fronte alle critiche dei rivali politici inventavano "occeanche attenzioni del popolo new yorchese al passaggio del presidente Ahmadienjad", " foto ricordo con un comandante militare americano in Iraq", rivelatosi falso perche il comandante americano non era altro che l'interprete delle forze alleate," diversi viaggi nei paesi canaglia oppure paesi poveri africani che per una manciata di dollari ti fanno pure la festa nazionale per un anno( perchè sono alle spese di Ahmadienjad)ecc... anche la banda rivale appartenente al vecchio lupo-mullah(Khatami), ha cercato di tagliarsi uno spazio ricorrendo ai vecchi meccanismi della politica: per tanti anni io ti ho dato da mangiare e adesso me lo devi ricambiare. La banda di khatami a proposito ha organizzato una serie di convegni sul tema della“ religione nel mondo moderno” finalizzate sempre ai fini elettorali. In questo disegno clericale Khatami ha chiamato i suoi vecchi "compagni di merenda" tra cui ex segretario generale dell'ONU, Kufi Annan ed ex premier italiano: romano prodi( non merita le iniziali maiusscoli). Nel frattempo la banda di Ahmadinejad ha cercato di controbattere contro questa "campagna internazionale elettorale" e ha costretto Khatami, attraverso le minacce di morte addirittura contro i suoi ospiti internazionale a circoscrivere tale campagna annullando addirittura la parte fondamentale della maratona Khatamai-prodi: la conefernza di Yazd nella città natale di Khatami è stato annullato, dove prodi and compagni avrebbero dovuto chiedere ufficialmente a khatami di ripresentarsi alle prossime presidenziali per salvare il mondo dal pericolo dei falchi iraniani. Adesso non vorrei entrare nel merito del discorso del premier trombato italiano ma vorrei sottolineare quanto questo personaggio sia di cattivo gusto e facilemente accessibile per le prestazioni politiche a favore del carnefice dei soldati italiani che sono caduti e tuttora cadono sotto le pallottole iraniane in Iraq e in Afghanistan( rivolgersi alle rivelazioni del sismi di qualche anno fa).
Guardate la foto di prodi che per bilanciare la sua sottomissione al regime dei mullah ha voluto anche di incontrare la porta bandiera del terrorismo internazionale e "dell'eliminazione dell'Israele dalla faccia della terra": appunto l'uomo di mille colpi di grazia, colui che personalmente è coinvolto nella presa di ostaggi americani e nel terrorismo internazionale.
Adesso guardate la foto di prodi che stringe le mani sanguinanti di Ahmadinejad. Quelle mani che hanno premuto sul bottone del fondamentalismo islamico che ha portato via in una manciato secondi molte vite umane italiani a Nassiria in Iraq.
Non vi viene la voglia di vomitare?
Karimi Davood, ananlista politico iraniano

giovedì 9 ottobre 2008

CONFERENZA STAMPA DEL GRUPPO VERDI DELLA REGIONE TOSCANA



In sostegno al campo di Ashraf è sceso ieri in campo anche il gruppo verdi della regione toscana organizzando una conferenza stampa presso sala Montanelli della Regione Toscana a Firenze in via Cavour.
Ieri alle 12 è iniziata una conferenza stampa organizzata dal gruppo verdi della regione Toscana in cui hanno preso parte il presidente del gruppo Consiliare Verdi per l'Unione Mario Lupi, Fabio Roggiolani, Presidente della quarta commissione e l'assessore alla cooperazione internazionale Provincia di Siena dott. Pietro Del Zanna e il presidente dell'Associazione rifugiati politici iraniani Karimi Davood.
Tutti gli oratori hanno parlato della situazione irachena in cui la sicurezza è un elemento assai scarso in tutti i settori politico e sociali del paese. Secondo i partecipanti alla conferenza il passaggio della guardia del campo di Ashraf dagli americani agli iracheni è un fatto grave che comporterebbe seri rischi per tutti i residente del campo stesso. Dott. Delzanna, all riguardo, ha ribadito che nell'eventualità di un fatto del genere i resistenti del campo di Ashraf rischiano di fare la fine di altri 120.000 ragazzi iraniani che sono stati torturati e poi passati per le armi. Gli oratori hanno denunciato vivamente i tentativi del regime iraniano nella repressione del campo di Ashraf chiedendo al governo americano di non commettere questo grave errore che comporterà serie conseguenze umane per la resistenza iraniana e per il popolo stesso dell'Iran chiedendo alle forze americane di non lasciare la sorveglianza e la guardia del campo della resistenza iraniana nelle mani delle forze armate irachene e di rispettare tutte le norme internazionali che salvaguardano tutti i residenti del campo di Ashraf.
Alla fine della conferenza una delegazione dei Verdi insieme al presidente dell'Associazione dei rifugiati politici iraniani si è recato presso il Consolato degli Stati Uniti D'America per consegnare personalmente il comunicato stampa della conefrenza di cui vi riporto integralmente.
Karimi Davood

REGIONE TOSCANA
CONSIGLIO REGIONALE
Gruppo Consiliare
VERDI per l'Unione
Comunicato Stampa



Diritti umani in Iran : emergenza umanitaria

Mario Lupi – capogruppo Verdi Regione Toscana, Fabio Roggiolani – consigliere regionale Verdi, Pietro Del Zanna – assessore alla pace e alla cooperazione internazionale della Provincia di Siena, Davood Karimi - presidente Associazione Rifugiati Politici Iraniani residenti in Italia sono intervenuti alla conferenza stampa di oggi presso il Consiglio Regionale che si è conclusa con la consegna di una lettera al Console Usa di Firenze dal tenore seguente:

“ I Verdi toscani sono da sempre preoccupati per la situazione dei diritti umani in Iran, ma in questo frangente particolare vogliamo esprimere una ulteriore particolare preoccupazione per la sorte degli oppositori iraniani Mojahedin del Camp Ashraf in Iraq. Da sempre, il regime dittatoriale di Tehran governa l`Iran con la repressione, incarcerando, passando per le armi o uccidendo sotto tortura i suoi oppositori, in particolare i Mojahedin del Popolo. Questo gruppo, rifugiatosi in Iraq nel momento in cui l`Iran rifiutava il piano di pace proposto da Baghdad, nel 2002 fu inserito nella lista europea delle organizzazioni terroristiche dietro precisa richiesta del regime iraniano. Da allora i Mojahedin iraniani hanno presentato ogni ricorso legale possibile per scrollarsi di dosso l`infamante ed ingiusta etichetta di terrorismo: un’accusa assolutamente infondata, su cui sia la Corte di Giustizia Europea (il 12 dicembre 2006), sia la Corte inglese POAC (il 30 novembre 2007), sia la Corte d’Appello inglese (il 7 maggio 2008) si sono espresse dichiarando l’estraneità dei Mojahedin ad attività di stampo terroristico. I Mojahedin di Ashraf City sono inoltre tutelati dal diritto internazionale ai sensi della IV a Convenzione di Ginevra, che sancisce la condizione di non refolman secondo la quale essi non possono essere né espulsi, né estradati. Con la sua politica di ingerenza in Iraq, il regime iraniano mira anche ad annientare la sua più ferma opposizione, i Mojahedin del Camp Ashraf, che in seguito ad una delibera governativa irachena sono adesso a rischio di espulsione, estradizione in Iran e annientamento fisico. Sensibili alla situazione dei diritti umani in Iran e consapevoli della pericolosità del fondamentalismo islamico diffuso dal regime iraniano e contestato vivamente dai Mojahedin del Popolo, i Verdi del Consiglio regionale Toscano chiedono alle autorità internazionali, europee e italiane di esercitare ogni pressione possibile affinché i Mojahedin del Popolo Iraniano siano depennati dalla lista delle organizzazioni terroristiche europee, come passo fondamentale per contenere l`arroganza politica della dittatura iraniana. I Verdi del Consiglio Regionale Toscano chiedono al console Usa di Firenze di far presente al Governo Americano il grosso rischio umanitario che comporterebbe il passaggio del controllo del Camp Ashraf al governo iracheno ricordando che il trasferimento della protezione dei residenti di Ashraf nelle condizioni attuali è contrario al principio di non rimozione, alla quarta convenzione di Ginevra, alla convenzione sui profughi, alla convenzione contro la tortura, e comporterebbe una catastrofe umanitaria. ufficio stampa - Gruppo Verdi per l’Unione

gruppoverdi@consiglio.regione.toscana.it

lunedì 6 ottobre 2008

D'ALEMA E L'ENIGMA DEI MULLAH!



Due immagini del fondamentalismo islamico di matrice khomeinista di un paese di cui secondo l'ex premier è fondamentale il suo ruolo per la pace e stabilità nella regione!!!!
ho letto stamattina una dichiarazione dell'Ayattolmullah D'Alema che mi ha sconvolto molto. Nel titolo della notizia si legge che D'Alema ha considerato l'Iran un paese "chiave per la PACE"!!! Non metto in dubbi questa realtà che il paese "Iran" sempre è stato un punto cardine per tutta la regione. Ma L'Iran a cui si riferisce Ayattolmullah D'Alema non è l'Iran come paese di grande cultura e di civiltà bensì l'Iran dei mullah di cui D'Alema sempre è stato un grande ammiratore e fedele. All'onorevole D'Alema bisogna ricordare che gli assassini dei carabinieri in Iraq non sono elementi chiave per la stabilità e la pace bensì sono la causa fondamentale della instabilità e della violenza in medioriente e nel resto del mondo. La dichiarazione dell'ex premier mi ricorda quel film americano in cui il protagonista "pompiere" appiccava il fuoco agli appartamenti e alle macchine e successivamente si presentava in modo assai veloce per domare il fuoco! In questa maniera dimostrava la sua efficienza e professionalità nel soccorrere i malcapitati. L'Idem con il regime iraniano. L'ex premier D'Alema deve sapere che il regime dei mullah è la causa fondamentale della violenza e del terrorismo e della guerra nella regione e nel mondo. Premiare e coinvolgere questo regime in qualsiasi processo di pace e di mediazione è sicuramente un grave errore per tutta la umanità. Bisogna coinvolgere il popolo iraniano e non il regime dei mullah che è la fonte principale del terrorismo e del fondamentalismo islamico che si sta dotando anche della bomba atomica islamica. Secondo me esclusione del popolo iraniano nel processo per la pace e il coinvolgimento del regim dei mullah, come auspica D'Alema, è un errore strategico e gravissimo per tutta la umanità. Fin quando i mullah regnano nel paese della antica civiltà ci saranno anche dei morti italiani sia in Iraq che in Afghanistan. All'ex premier consiglierei di non abbeverarsi più di tanto dalla fogna medievale dei mullah. Loro sono destinati a sparire. Forse esiste in comune un destino tra D'Alema e i mullah.
Devo ribadire ancora una volta che prima o poi il popolo iraniano farà i conti con il regime dittatoriale dei mullah. Allora è legittimo e doveroso ricordare al presidente D'Alema di abbandonare urgentemente la zattera dei mullah e di aggrapparsi alla gloriosa nave della resistenza iraniana che tra mille insidie e temporali e repressioni si sta avvanzando maestosamente verso l'aurora di un Iran libero e democratico.
A quel giorno
Karimi Davood, analista politico iraniano
Ecco il testo della dichiarazione di D'Alema pubblicato da Ansa:
Notizie Ansa
D'Alema, Iran paese-chiave per pace
Senza concorso di Teheran nessuna soluzione stabile
(ANSA) - ROMA, 6 OTT - 'L'Iran e' un Paese chiave per la pace' in una 'grande area di instabilita' attraversata anche da spinte fondamentaliste'. Cosi' D'Alema. L'ex premier ha sottolineato che l'Iran si trova 'in un'area di conflitti di grande portata e nessuno potra' trovare una soluzione stabile senza il concorso positivo di Teheran'.'L'Iran - ha aggiunto - e' un Paese nei confronti del quale e' necessario fare politica e non punirlo solo con le sanzioni, perche' questo sarebbe controproducente'.

06 Ott 13:35

 
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