sabato 29 gennaio 2011

IMPICCATA ALL'ALBA DI STAMATTINA ZAHRA BAHRAMI


Iran: impiccata irano-olandese Bahrami
Famiglia, false accuse costruite dopo arresto in proteste piazza

29 gennaio, 16:52

(ANSA) - TEHERAN, 29 GEN - Non sono bastati l'intervento dell'Olanda ne' l'interessamento del Parlamento europeo a salvare la vita di Zahra Bahrami, una donna di 46 anni con cittadinanza iraniana e olandese impiccata oggi a Teheran. Dopo essere stata arrestata nelle manifestazioni anti-governative del 2009, era stata condannata a morte per traffico di droga. I familiari della donna affermano che quelle sulla droga erano accuse fabbricate dalle autorita' iraniane.

Appello Ue a Iran: stop pena di morte
Ashton: dichiarare una moratoria il più presto possibile
27 gennaio, 20:57


Guarda la foto1 di 1
(ANSA) - BRUXELLES, 27 GEN - L'Unione europea è "molto preoccupata" per l'ondata di esecuzioni capitali in Iran e chiede a Teheran di sospendere questa pratica. "Le esecuzioni nel Paese stanno avendo una tendenza allarmante", dichiara l'alto rappresentante della politica estera della Unione Europea, Catherine Ashton. "La Ue chiede alle autorità iraniane di fermare immediatamente tutte le sentenze di pene capitali pendenti e di dichiarare una moratoria il più presto possibile", ha aggiunto.

mercoledì 26 gennaio 2011

IL MIRAGGIO DEGLI ACCORDI CON IL REGIME DI TEHERAN: SOLO DELUSIONI

IL NEGOZIATO
Nucleare, delusione a Istanbul
Tra Occidente e Iran nessun accordo
Conclusa la due giorni di incontri in Turchia tra il gruppo 5+1 guidato dalla Ashton e i rappresentanti di Teheran, che rivendicano il diritto all'arricchimento dell'uranio. La rappresentante Ue: "Non sono fissate date per un nuovo round, ma la porta della diplomazia resta aperta"
La delegazione iraniana a Istanbul, al centro il capo negoziatore Saeed Jalili
ISTANBUL - Si sono conclusi con un deludente nulla di fatto i colloqui di due giorni a Istanbul sul nucleare iraniano fra Teheran e le potenze occidentali. Lo ha detto la responsabile della politica estera Ue, Catherine Ashton, che guidava la delegazione dei 5+1. La Ashton, a nome del gruppo composto dai paesi del Consiglio di sicurezza (Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna) più la Germania, ha dichiarato nella conferenza stampa conclusiva che non è previsto alcun nuovo incontro con Teheran, ma che la porta della diplomazia resta aperta, se l'Iran intende dimostrare gli scopi pacifici del suo programma nucleare: "Il processo può andare avanti se l'Iran sceglie di rispondere positivamente", ha detto la Ashton. "Ora aspettiamo di sentire se l'Iran, dopo aver riflettuto", ha aggiunto. Da parte sua il capodelegazione iraniano, Said Jalili, ha detto invece che sono previsti nuovi incontri, per i quali però non sono stati ancore fissati nè una data né un luogo.

Le posizioni sembrano rimanere inconciliabilli. Teheran ha parlato di disponibilità alla "collaborazione" con l'Occidente, purché si riconosca e si rispetti il suo status di fatto di Paese nucleare, e vuole dirottare la discussione sul disarmo globale e sulle dotazioni nucleari militari di Israele. E, malgrado le speranze del 5+1, Teheran ha messo in chiaro nelle settimane precedenti di non voler nemmeno discutere del proprio programma nucleare, né dell'attività di arricchimento dell'uranio, che considera propri diritto non negoziabili. E così è stato: le discussioni interlocutorie del primo giorno, secondo fonti diplomatiche, non hanno nemmeno toccato l'argomento, malgrado - dice una fonte presente ai colloqui citata dalla Reuters - la Ashton "sembra aver avuto un certo successo nel restringere i divari e gli iraniani sembrano interloquire positivamente con lei". Neanche una seconda riunione nel pomeriggio di ieri, protrattasi fino a tardi in serata a Istanbul, è riuscita a entrare nel vivo delle questioni. Secondo la Bbc, una fonte diplomatica a questo punto ha cominciato ad esprimere frustrazione nei confronti del comportamento di Teheran.
(22 gennaio 2011)

ROMA, DI FRONTE ALL'AMBASCIATA DEI MULLAH , MANIFESTAZIONE DI PROTESTA CONTRO LE BARBARIE IN IRAN


FERMIAMO LE IMPICCAGIONI DEI PRIGIONIERI POLITICI
IN IRAN

Condanniamo l’impiccagione di due prigionieri politici arrestati nelle proteste post-elettorali del 2009

Manifestazione di fronte all' ambasciata Iraniana a Roma
Giovedi 27 Gennaio 2011
Ore:15
Via Nomentana n.363


No alle esecuzioni dei detenuti
No alla dittatura religiosa al potere in Iran!
Basta la politica di accondiscendenza con i fondamentalisti islamici in Iran

La comunità iraniana in Italia condanna l’impiccagione dei prigionieri politici Jaafar Kazemi e Ali Haji Aghai apparteneti all’Organizzazione dei Mojahedin del Popolo Iraniano avvenuto lunedi 24 gennaio. I due detenuti furono arrestati durante le manifestazioni post-elettorali del 2009.
La comunità iraniana lancia un appello per una manifestazione di protesta contro le barbarie perpetuate dal regime dei mullah e per impedire l’ondata di impiccagioni dei prigionieri politici in Iran.

Comunita’ iraniana in Italia
Associazione Donne Democratiche Iraniane in Italia
Associazione Rifugiati Politici Iraniani residenti in Italia
Associazione Medici Iraniani in Italia
Associazione Giovani Iraniani in Italia

26 Gennaio 2011

martedì 25 gennaio 2011

IRAN DIETRO ALL'ATTENTATO ALL'AEROPORTO DI MOSCA

Tenendo conto degli ultimi avvenimenti internazionali riguardo la questione atomica iraniana in cui la Russia ha giocato attivamente un ruolo chiave, ovvero i negoziati nucleare della 5+1 in Turchia e il ripensamento della Russia ad avviare il centrale atomica di Bushehr, nonostante innumerevoli promesse, io credo che dietro gli attentati all'aeroporto di Mosca ci sia di sicuro manus lungus dell'Ayattolterrore Ali Khamenei. Secondo la mia esperienza trentennale di opposizione al regime terroristico dei mullah, l'Iran ha sempre reagito con massima violenza al dissenso interno ed internazionale. Basti osservare il crescente numero di esecuzioni degli ultimi giorni, all'intensificarsi degli attentati contro le forze straniere in Afghanistan in cui molti soldati sono stati trucidati sotto le bombe iraniane. Bisogna ricordare che il regime dei mullah ha sempre guardato alle opposizioni interne degli altri paesi come una preziosa fonte di pressione e di ricatto. Se non si concepisce questo argomento difficilmente vi si può ragionare e capire le ragioni di cosi tanta violenza ed odio. Spesso e volentieri i terroristi della forza Ghods della sepah Passdaran sfruttano persone innocenti e ignare a trasportare del materiale esplosivo nei luoghi prescelti e le fanno saltare attraverso uso del telecomando da chi è già presente sul luogo dell'attentato. Non bisogna trascurare il fatto che pochi giorni fa il mullah Ayattolterrore Ali Khamenei ha promosso di un grado il generale Passdar Soleimani capo della Sepah Ghods del quale ne è il responsabile esecutivo delle azioni ed operazioni extra territoriali della Sepah Passdaran. Lascio immaginare a chi di competenza quali saranno le conseguenze di una furia integralista di ampio spettro che secondo me è frutto di una politica di accondiscendenza internazionale che da anni sta devastando l'intero mondo dando la possibilità al regime di Ahmadinejad di portare avanti una dura politica di repressione interna a cavallo di un attacco terroristico contro i suoi stessi alleati di ieri.Il mondo politico deve prendere una seria lezione dal 11 settembre di New York, al 13 marzo di Spagna e dalle bombe nelle metropolitane di Londra fino ad arrivare all'attacco dell'aeroporto di Mosca altrimenti diventeremo tutti ostaggi del fondamentalismo islamico senza via di scampo.
In conclusione vorrei aggiungere che a tutto ciò esiste un rimedio di poco costo ma di gran efficacia: il popolo iraniano e la suo legittima rappresentante la presidente Maryam Rajavi che alcuni anni fa ha proposto la Sua terza via.
Davood Karimi analista politico iraniano

lunedì 24 gennaio 2011

E' terminato l'inverno!

IN ONORE DEI CADUTI DELLA GRANDE RIVOLTA POPOLARE

IMPICCATI ALL'ALBA DI OGGI DUE NOTI ATTIVISTI IRANIANI




Comunicato stampa congiunto:
Associazione Donne democratiche insieme all'associazione giovani e associazione rifugiati politici iraniani residenti in italia condannano fermamente l'impiccagione di Jafar Kazemi, anni 52 e Mohammad Ali Haj Aghai, di anni 60, padri di due componenti della resistenza iraniana dislocati nel campo di Ashraf. l'esecuzione di stammattina preceduta da una lunga serie di impiccagioni avvenuti nel mese passato( all'incirca 100), è il segno chiaro di una impennata di azioni repressive nei confronti del popolo iraniano che lotta perla libertà e la democrazia in Iran nonchè l'altra faccia della medaglia che è il terrorismo internazionale di cui le vittime sono ben noti al mondo intero. Il regime dei mullah impossibilitato ad affrontare la grande rivolta interna e l'unanimità dell'opinione internazionale contro il suo programma atomica militare si è visto costretto a ricorrere alla repressione e al terrorismo colpendo i pionieri della libertà in Iran e i difensori della pace in medioriente quali le forze armate stranieri presenti in Afganistan e in Iraq. La morte del soldato italiano, luca Sanna e l'impiccagione di due noti prigionieri politici di stamattina dimostra la debolezza ed indulgenza con cui la comunità internazionale sta affrontando il pericolo del fondamentalismo e del terrorismo iraniano. Pertanto Noi, le tre associazioni degli oppositori iraniani ci rivolgiamo al governo italiano per chiedere la ferma condanna delle esecuzioni dei prigionieri politici e della politica del terrorismo iraniano che ha immerso nel lutto numerose famiglie italiane. Riteniamo che la politica del silenzio è il fratello maggiore delle plotoni di esecuzione e delle bombe iraniane. Chiediamo al governo italiano e in particolare al presidente Berlusconi di portare al Consiglio di Sicurezza dell'Onu la proposta di esaminare la questione dei diritti umani e del terrorismo internazionale gestito e finanziato dal regime iraniano.
Infine desideriamo esprimere le nostre profonde condoglianze al presidente Maryam Rajavi, ai familiari di Jafar Kazemi e Mohammad Ali Haj Aghai e ai loro figli che si trovano nel campo di Ashraf, avamposto della libertà e della democrazia iraniana.
Associazione Donne democratiche iraniane
Associazione Giovani iraniani
Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia

domenica 23 gennaio 2011

ENNESIMO FALLIMENTO DELLE TRATTATIVE SUL NUCLEARE DEL REGIME DEI MULLAH


ANSA.it > Mondo > News

TEHERAN....

NULLA DI FATTO NEI COLLOQUI A ISTANBUL - Nessun risultato, nemmeno un accordo su un prossimo appuntamento, ma la porta della diplomazia resterà aperta, se Teheran ci ripensa: come le premesse della vigilia facevano presagire, sono terminati così oggi i due giorni di colloqui di Istanbul fra l'Iran e le sei potenze occidentali sul controverso programma nucleare iraniano. "Delusione" è la parola usata al termine degli incontri da Catherine Ashton, responsabile della politica estera Ue che ha mediato le discussioni, per indicare il sentimento della delegazione del gruppo di 5+1 (Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia e Germania). E sembra non aver sortito alcun effetto sui colloqui turchi neanche l'annuncio, fatto in contemporanea dall'ambasciatore iraniano presso l'Aiea, Ali Asghar Soltanieh, secondo cui Teheran è pronto a passare uranio a basso arricchimento alla Russia in cambio di uranio altamente arricchito da stoccare provvisoriamente in Turchia. La delegazione iraniana, ha detto nella conferenza stampa conclusiva l'Ashton, ha mostrato chiusura, ha posto "precondizioni inaccettabili".

"Noi siamo venuti con delle proposte specifiche e pratiche che miravano a stabilire fiducia", ha detto la britannica, e avevamo avanzato delle idee, fra cui una nuova versione dell'accordo per lo scambio con l'estero di uranio arricchito. Nulla di fatto e quindi nessun ulteriore incontro all'orizzonte, ha detto la Ashton, per la quale, tuttavia, per Teheran "la porta resta aperta" e "il processo può andare avanti se l'Iran risponde positivamente", mentre intanto le sei potenze "restano compatte". Nel primo round dei colloqui, lo scorso dicembre a Ginevra, almeno le parti si era dette d'accordo a rivedersi. Stavolta no. Secondo la controparte iraniana, invece, il tutto è rimandato a successivi incontri, per i quali, precisa però il numero due della delegazione iraniana, Massud Abolfazl Zohrevand, non sono stati fissati ancora né un luogo né una data. Ma il sostanziale fallimento, afferma Said Jalili, capo della delegazione, è da imputarsi al fatto che qualsiasi accordo non può non "riconoscere i diritti" della Repubblica islamica ad avere il proprio ciclo di produzione di combustibile nucleare.

I diritti dell'Iran di arricchire l'uranio, ha detto Jalili nella conferenza stampa conclusiva a Istanbul, deve essere rispettato dai Paesi occidentali. Una conclusione del resto perfettamente in linea con le dichiarazioni che da Teheran si sono susseguite nelle settimane che hanno preceduto il tanto atteso appuntamento di Istanbul, dal presidente Mahmud Ahmadinejad al ministro degli esteri ad interim, Ali Akhbar Salehi: l'Iran non intende andare a Istanbul per discutere quelli che ritiene suoi diritti inalienabili e non negoziabili, cioé il diritto di avere energia nucleare e di arricchire da solo l'uranio. Semmai, ha fatto presente oggi Zohrevand, per Teheran la discussione avrebbe dovuto vertere sul disarmo globale e il presunto arsenale nucleare di Israele.

Tony Blair «Oggi è l’Iran la minaccia da affrontare»

Per la seconda volta in un anno l’ex premier britannico Tony Blair è tornato davanti alla commissione di inchiesta sulla guerra in Irak a Westminster, che deve accertare la legittimità del coinvolgimento di Londra. Blair ha espresso rincrescimento per i caduti e ha poi spostato il discorso sull’Iran, accusando Teheran di appoggiare gruppi terroristici nella regione e di sabotare il processo di pace in Medio Oriente. «Gli iraniani lo fanno perchè non sono d’accordo con il nostro modo di vivere. A un certo punto dovremo togliere la testa dalla sabbia e capire che l’Iran è solo una parte di un quadro molto più vasto di quella regione. Bisognerà affrontare quella battaglia».

mercoledì 19 gennaio 2011

CONDOGLIANZE PER LA MORTE DEL SOLDATO ITALIANO LUCA SANNA

Le mie profonde condoglianze per la morte del soldato italiano, Luca Sanna, caduto sotto il fuoco del fondamentalismo islamico in Afghanistan!

lunedì 17 gennaio 2011

Iran: procuratore smentisce, condanna Sakineh non e' stata sospesa

17 gennaio, ore 15:29

commenta 0 vota 1 invia stampa
Teheran, 17 gen. - (Adnkronos/Aki) - "La condanna a morte emessa nei confronti di Sakineh Mohammadi Ashtiani non e' stata sospesa, al momento non ci sono novita' rilevanti sul caso e tutto resta come prima". E' quanto ha dichiarato il procuratore nazionale iraniano, l'hojjatoleslam Mohseni Ejei, in un'intervista rilascia all'agenzia di stampa ufficiale 'Irna', smentendo la notizia circolata in mattinata circa la sospensione della condanna a morte nei confronti della donna accusata di adulterio e complicita' nell'omicidio del marito.

Cristiani perseguitati in tutto il mondo


Camera dei Deputati

On.le Alessandro Pagano


“Gli Approfondimenti”



E’ sempre la solita storia da duemila anni a questa parte! Il cristianesimo si conferma una religione scomoda e quindi da eliminare a tutti i costi. Già Tacito la dichiarava “perniciosa”; un decreto Senatoriale del 35 d.C., “strana ed illecita” ; Svetonio “malefica” ; Minucio, “tenebrosa e nemica della luce” ; Tacito, “detestabile”.
Per tutti questi motivi, da sempre è stata posta fuori legge e perseguitata. Solo nel XX° secolo si sono registrati 45 milioni di martiri, più di quanti ne abbiano fatti i 19 precedenti secoli messi assieme.
Oggi i maggiori persecutori dei cristiani sono gli islamici, i quali dichiarano senza timore di voler conquistare il mondo nel lungo periodo e di voler distruggere il Cristianesimo in Terra Santa e Medio Oriente nel breve periodo.
E’ un fatto talmente evidente, con migliaia di morti in tutto il mondo e con centinaia di migliaia di esuli, che chi continua a negare ciò dimostra solo di essere in mala fede.
Il perché di queste persecuzioni risiede nel fatto che la cultura cristiana è una autentica diga alle mire espansionistiche dell’Islam. Una volta eliminate le minoranze cristiane, per il fondamentalismo le porte del mondo occidentale si spalancherebbero.
I cristiani, tra l’altro, sono scomodi anche perché spesso sono gli artefici dello sviluppo culturale dei loro Paesi. Essi sono strumento vitale di modernità, ma la parte più numerosa dell’Islam è contraria a qualsiasi processo di modernizzazione.
L’Islam, statistiche alla mano, risulta rispettoso delle altre religioni quando esse sono numericamente maggioritarie, oppure quando sono forti culturalmente. Viceversa quando le altre religioni sono minoritarie, esso diventa prevaricante.
In questo momento l’Islam ha capito di avere di fronte un Occidente debole e diviso, incapace di difendere se stesso e gli altri, e coerentemente con la propria ideologia e con lo stesso Corano, rilancia sempre di più. Solo in Iraq dal 2004 ad oggi si è passati da 1 milione di cristiani a quattrocentomila. 600mila persone sono state quindi costrette ad un vero e proprio esodo verso altre nazioni.
Da qui la necessità di sostenere i cristiani perseguitati attraverso un sostegno concreto e non attraverso sterili chiacchiere.
Le reazioni dopo la strage di fine anno in Egitto sono infatti un termometro che l’epoca delle chiacchiere deve finire. Persino il Santo Padre, che all’Angelus del 2 gennaio 2011 aveva detto una ovvietà e cioè che “in atto vi è una strategia di violenza che ha di mira i cristiani”, è stato malamente strapazzato dall’ Imam del Cairo, Ahmed al-Tayeb. E dire che al-Tayeb è considerato un Imam tra i più moderati.
La cosa non è strana! Nell’Islam, come è risaputo, manca qualsiasi senso di autocritica. Magari in privato è disponibile ad ammettere qualche colpa, ma in pubblico ogni intervento è apologetico.
Giorni fa un importante giornale egiziano ha pubblicato sessanta interventi sulla strage. Tutti gli interventi hanno sostenuto che l’attentato non aveva niente a che fare con l’Islam e che semmai vi era stata la solita mano di Israele e Stati Uniti.
Nel frattempo abbiamo assistito ad un salto di qualità. Gli attacchi terroristici hanno assunto una connotazione religiosa sempre più marcata e sono giunti ad un livello di violenza sempre più efferato, al punto di puntare ad uccidere gente inerme dentro le Chiese mentre prega, cioè nel momento di maggiore debolezza, e sempre durante le feste religiose più importanti, al fine non soltanto di colpire le vite umane, ma anche di scoraggiare psicologicamente queste genti.
Nigeria, Pakistan, Iraq, Filippine, Egitto, Libano e così via… ormai la lista è impressionante. Il totale dei perseguitati raggiunge i 200 milioni di persone. Certo! Non tutte le violenze sono riconducibili al fondamentalismo islamico, ma la stragrande maggioranza dei casi sì.
Benedetto XVI nel Messaggio dell’Angelus del 2 gennaio 2011 è andato oltre. Con grande lucidità ha spiegato che il pericolo non viene solo dal fondamentalismo, ma anche dal laicismo. IL Pontefice ha ragione perché entrambi sono due forme di totalitarismo.
Infatti il fondamentalismo è una dittatura palese e aperta, perchè vuole imporre la religione con la forza della violenza. Ma anche il laicismo è una dittatura che però è subdola perché relega la religione ad una sfera privatistica (al limite credi in ciò che vuoi dicono i laicisti purché non lo si manifesti, non lo si testimoni e non lo si condivida con altri).
Ecco perché le tragedie del fondamentalismo vengono sfruttate dal laicismo, il quale sostiene altresì che tutte le religioni producono solo scontri e violenza.
Per questi motivi abbiamo sostenuto in Parlamento una mozione del PDL che poi è stata unificata a quella degli altri partiti. La Camera all’unanimità ha chiesto che il nostro Governo si impegni, attraverso pressioni diplomatiche ed economiche, affinchè nei Paesi dove i cristiani sono perseguitati, il diritto alla libertà religiosa sia e completamente garantito.
Perché è risaputo sin dalla notte dei tempi che la libertà religiosa è la madre di tutte le libertà.


Alessandro Pagano

ENNESIMA IMPICCAGIONE DEI PRIGIONIERI POLITICI



Nella foto il prigioniero politico kurdo, Hossein Khazri, impiccato pochi giorni fa.

mercoledì 12 gennaio 2011

un interessante videomusica persiano della cantante popolare persiana Homeira

Appello internazionale per la liberazione di Nasrin Sotoudeh


DIRITTI UMANI

CNRI – La signora Nasrin Sotoudeh, avvocato dei prigionieri politici in Iran, è stata condannata a 11 anni di carcere, il divieto per 20 anni di lasciare il paese e 20 anni divieto alla pratica. E' stata accusata di "collaborare contro la sicurezza nazionale, propaganda contro il sistema e di non rispettare il codice di abbigliamento durante un discorso."

Nasrin Sotoudeh, madre di due bambini di 3 e 10 anni, è stata tenuta in isolamento nella sezione 209 del carcere di Evin a Teheran dal suo arresto 5 settembre 2010.
La resistenza iraniana chiede al Consiglio di sicurezza dell'ONU, Alto Commissario per i diritti umani, relatori speciali sugli arresti arbitrari e donne, tutti i diritti umani e le organizzazioni per i diritti delle donne, gli ordini degli avvocati e giuristi di tutto il mondo ad adottare misure urgenti per liberare la signora Sotoudeh e altri prigionieri politici.
Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana

lunedì 10 gennaio 2011

Manifestazione contro le impiccagioni e la repressione in Iran

Oggi alle ore 14 la comunità iraniana residente in Italia organizza una manifestazione, in piazza della Repubblica a Roma, contro la politica della repressione e delle impiccagioni in Iran. siete invitati tutti!

domenica 9 gennaio 2011

Iran: attivista diritti umani condannata a 4 anni e 74 frustate


News > Esteri > Iran: attivista diritti umani condannata a 4 anni e 74 frustate


Teheran, 9 gen. - (Adnkronos/Dpa) - La giornalista e attivista per i diritti umani iraniana Shiva Nazar Ahari, 26 anni, e' stata condannata da una Corte d'appello della Repubblica Islamica a 4 anni di carcere e 74 frustate per le sue attivita'. Lo riferiscono gruppi d'opposizione su Internet. Lo scorso settembre l'attivista era stata condannata in primo grado a sei anni di carcere. La donna e' al momento a piede libero su cauzione.

sabato 8 gennaio 2011

Comitato Italiano dei parlamentari per Iran libero condanna con sdegno l’attacco contro i resisdenti a Campo Ashraf


Sabato 08 Gennaio 2011 10:01
Agenti del regime iraniano attaccano con pietre e bombe molotov i residenti di Ashraf, ferendone 175.
Urgente tutela umanitaria internazionale.

Comunicato

Il Comitato italiano di parlamentari e cittadini per un Iran libero condanna con sdegno l’attacco avvenuto oggi in Iraq contro gli esuli iraniani residenti a Camp Ashraf, intorno a mezzogiorno ora locale, da parte di agenti del regime iraniano reclutati dall’ambasciata iraniana a Baghdad e del Comitato per la liquidazione di Ashraf presso il primo ministro iracheno. Le squadre di aggressori hanno lanciato pietre, bombe molotov, bottiglie e oggetti acuminati all’interno del campo, ferendo 175 residenti – fra i quali 83 donne.

Questo nuovo inaccettabile atto di violenza contro persone definite ‘protette’ dal diritto internazionale segue di pochi giorni la decisione della Corte Nazionale Spagnola di avviare un processo contro i responsabili dei sanguinosi attacchi contro Ashraf del luglio 2009, in cui persero la vita undici residenti e centinaia furono feriti. Il 5 gennaio di quest’anno il ministro degli esteri del regime iraniano, Ali Akbar Salehi, incontrando a Baghdad il primo ministro iracheno Nouri-al-Maliki lo ha invitato esplicitamente a prendere misure ‘concrete’ contro i membri dell’OMPI residenti ad Ashraf.

Le forze armate irachene, lungi dall’assicurare la protezione dei residenti di Ashraf secondo gli obblighi sanciti dalla IV Convenzione di Ginevra, hanno facilitato l’attacco. Ancora una volta, il Comitato italiano di parlamentari e cittadini per un Iran libero ribadisce che gli Stati Uniti devono – in termini di obblighi internazionali – riassumere la tutela dei residenti di Ashraf che avevano demandato all’Iraq nel gennaio 2009 e che le Nazioni Unite devono con la massima urgenza disporre a Camp Ashraf una missione permanente di monitoraggio.

Roma, 7 gennaio 2011
Comitato italiano di parlamentari e cittadini per Iran libero
Il presidente : On. Carlo Ciccioli
La co– presidente : On. Elisabetta Zamparutti
Il coordinatore: Antonio Stango

NUOVO ATTACCO TERRORISTICO IRANO-IRACHENO CONTRO IL CAMPO DI ASHRAF

giovedì 6 gennaio 2011

Iran, olandese condannata a morte

davood karimi: la signora Zahra Bahrami è stata arrestata nel giorno di Ashura di un anno fa durante le manifestazioni post elettorali del 12 giugno del 2009 e successivamente è stata accusata di traffico di droga, una grave accusa che comporta la pena di morte. Il regime dei mullah spesso e volentieri accusa i manifestanti e i combattenti di traffico di droga e li condanna a morte.
Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia condanna fermamente questa disumana politica dei mullah e chiede intervento urgente del governo italiano, delle organizzazioni umanitarie, della comunità europea per salvare la vita della signora Zahra Bahrami.



Pena capitale per traffico di droga
Una iraniana cittadina olandese è stata condannata a morte in Iran per traffico di droga. Lo riferiscono i giornali olandesi che riportano un'intervista della figlia. La donna, Zahra Bahrami, 45 anni e nata in Iran, si era poi trasferita in Olanda e aveva acquisito la cittadinanza olandese. Secondo la figlia, Banafsheh Najebpour, la condanna a morte è stata emessa domenica. L'ambasciatore olandese a Teheran non ha potuto incontrare la donna.

Ultimo aggiornamento ore 09:00

mercoledì 5 gennaio 2011

Iran: arrestati missionari cristiani

ANSA.it > Mondo > News

Hanno creato movimento 'deviato e corrotto'.Presto altri arresti
04 gennaio, 21:58

(ANSA) - 4 GEN - Le autorita' iraniane hanno arrestato alcuni 'missionari cristiani' nella provincia di Teheran. Lo ha detto il governatore della regione, Morteza Tamaddon, citato dall'agenzia ufficiale Irna. Tamaddan ha qualificato i missionari arrestati come 'tabshiri'. Come i talebani afghani anche i missionari sono dei parassiti, ha spiegato, e hanno creato un movimento 'deviato e corrotto' con l'appoggio di Gb in nome del cristianesimo, ma il loro complotto e' fallito. Ci saranno altri arresti.

Iran,eseguita impiccagione pubblica


Tg com mondo:
Omicida giustiziato su luogo delitto
Un uomo riconosciuto colpevole di omicidio è stato impiccato pubblicamente in piazza in Iran sul luogo esatto dove commise il delitto a Teheran. Yaghub, 31 anni, uccise un uomo, un rivale in amore, nella stessa piazza. Fu ripreso però da un passante con il cellulare e il filmato, diffuso su internet e dalla tv, servì a identificarlo. Ad assistere all'esecuzione c'era una folla numerosa. Sale così a 13 il numero delle impiccagioni dall'inizio dell'anno.

Morto suicida il figlio minore dello scià di Persia

DAVOOD KARIMI: LE MIE PIU' SENTITE CONDOGLIANZE ALLA FAMIGLIA E IN PARTICOLARE ALLA MAMMA DI ALIREZA






L'ex principe iraniano Alireza Pahlavi, figlio minore dello Scià dell'Iran, si è suicidato nella sua casa negli Stati Uniti. Suo fratello, Reza Pahlavi, ha scritto sul suo sito web: "E' con immenso dolore che vorremmo informare i nostri connazionali della scomparsa del principe Alireza Pahlavi".

"Come milioni di giovani iraniani, anche lui era profondamente turbato per tutti i mali che sono accaduti sulla sua amata terra, così come per dover portare il peso di aver perso un padre e una sorella in giovane età".

Nella dichiarazione Reza Pahlavi ha anche detto che sebbene suo fratello Alireza, 44 anni, abbia "lottato per anni per superare il suo dolore, poi ha infine ceduto e durante la notte del 4 gennaio 2011, nella sua residenza di Boston, si è tolto la vita, gettando la sua famiglia e gli amici in un grande dolore ".

L'ex Scià di Persia, Mohammad Reza, è stato spodestato durante la rivoluzione islamica del 1979 e membri della sua famiglia sono andati in esilio negli Stati Uniti.
Lo scia' di Persia, morì nel 1980 in Egitto, dove era stato costretto a riparare. La figlia Leila Pahlavi, la più piccola tra i cinque figli dello scià, venne invece trovata morta l'11 giugno 2001, dopo "una lunga depressione" e dopo una overdose di farmaci.

lunedì 3 gennaio 2011

PORTAVOCE DELLA FORZA DI GIUSTIZIA IRANIANA SMENTISCE L'ANNULLAMENTO DELLA SENTENZA DI MORTE PER SAKINEH

Secondo quanto ha dichiarato oggi il portavoce della forza di giustizia iraniana, il mullah Mohseny Ajei, durante la sua settima conferenza "la pena non puo essere annullata anche perchè i familiari della vittima chiedono l'esecuzione della legge di taglione" sottolineando che la signora Sakineh ha al suo carico due fascicoli indipendenti: uno sulla legge del taglione e l'altro sulla pena per atti contro il pudore"." stiamo valutando se la sentenza rilasciata alla base delle leggi religiose è da rivalutare o no" ha aggiunto Mohseny Ajei.
Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia che ha rivelato i contenuti di un recente documento firmato dall'Ayatolterrore Ali Khamenei sull'esecuzione della sentenza in segreto nella prima settimana di Gennaio ritiene che le dichiarazioni di Mohseni Ajei è un'altra conferma delle intenzioni del regime dei mullah nel proseguire nell'esecuzione della sentenza di morte di Sakineh Ashtiani
sollecitando il mondo della politica italiana e internazionale ad alzare la voce e mobilitarsi contro la macchina della repressione e del terrorismo del regime fondamentalista dei mullah che tra l'altro è anche il responsabile numero uno degli atti del terrorismo contro le chiese cristiane in Egitto e in Iraq nonchè dell'uccisione dei soldati stranieri in Afghansitan.
Davood Karimi, presidente dell'associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia

Nostre condoglianze ai familiari di Matteo Miotto


LE NOSTRE PIU' SENTITE CONDOGLIANZE AL GOVERNO ITALIANO, ALL'ESERCITO ED AI FAMILIARI, IN PARTICOLARE AI GENITORI DI MATTEO MIOTTO, UCCISO IN AFGHANISTAN PER MANO DEI TERRORISTI DEL REGIME FONDAMENTALISTA DEI MULLAH IRANIANI.
DAVOOD KARIMI.

Le nostre condoglianze e solidarietà ai familiari delle vittime degli ultimi attentati contro i cristiani

Comunicato stampa
SOLIDARIETA' CONDOGLIANZE AI FAMILIARI DELLE VITTIME DEGLI ATTENTATI TERRORISTICI CONTRO LE CHIESE CRISTIANE IN EGITTO E IN IRAQ

A nome dell'associazione rifugiati politici iraniani condanno fermamente gli attentati terroristici per mano del regime integralista iraniano contro le popolazioni cristiane egiziane e irachene esprimendo la solidarietà e le condoglianze con i familiari delle vittime augurando pronta guarigione per i feriti.
L'obiettivo di tale atti disumani è quello di scatenare la guerra tra i civili di varie religioni ed esportazione della crisi ed instabilità al di fuori dei confini iraniani onde spaventare la comunità internazionale ed allontanare lo spettro di un attacco militare contro i siti atomici del regime dei mullah. A prova di tutto ciò va sottolineato l'incremento improvviso delle impiccagioni dei detenuti politici e non verificatesi negli ultimi giorni. Nell'arco della settimana passata sono stati impiccati almeno 350 prigionieri di cui 35 dichiarati ufficialmente. Nella sola giornata di oggi sono stati impiccati 7 detenuti nel carcere di Kirmanshah, ovest dell'Iran.
Davood Karimi, presidente dell'associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia

IRAN, IMPICCATE ALTRE 7 PERSONE

ALL'ALBA DI STAMATTINA IL REGIME TERRORISTA E DISUMANO DEI MULLAH HA IMPICCATO 7 DETENUTI NEL CARCERE DI KIRMANSHA. LA NOTIZIA E' STATA DIFFUSA DAL PROCURATORE DELLA CITTA' DI KIRMANSHA, MOJTABA MALEKI.
NELL'ARCO DI QUESTA SETTIMANA IL REGIME DEI MULLAH HA DICHIARATO UFFICIALMENTE L'IMPICCAGIONE DI 30 PERSONE MA IL NUMERO REALE E' MOLTO SUPERIORE E SI AGGIRA INTORNO A 350 PRIGIONIERI IMPICCATI IN TUTTO IL PAESE.

domenica 2 gennaio 2011

DUE FOTO A CONFRONTO!


Nella foto prodi e ahmadinejad ridono sul sangue versato dai giovani iraniani per mano delle squadre paramilitari Basiji durante le manifestazioni post-elettorali del 2009
Uno dei giovani manifestanti ucciso dai passdaran durante le manifestazioni di protesta post-elettorali

sabato 1 gennaio 2011

IRAN, RESPONSABILE E IL MANDANTE DELL'ATTENTATO DI ALESSANDRIA


EGITTO: MUBARAK VEDE L'IMPRONTA DI "MANI STRANIERE"

Il presidente egiziano, Hosni Mubarak, ha detto che l'attentato contro una chiesa cristiana di Alessandria 'ha l'impronta di elementi stranieri', ma ha assicurato che il suo governo trovera' i responsabili. 'Il terrorismo non ce la fara' a destabilizzare l'Egitto e la sua unita' tra cristiani e musulmani', ha detto Mubarak in un messaggio speciale diffuso dalla televisione .
Il commento:

Per arrivare al mandante di questo disumano attentato bisogna vedere a chi giova in questo momento l'esecuzione di un tale attentato? Al regime di ahmadienjad. Iran ha una forte necessità di spargere il sangue sia in paese che all'estero: basti vedere che negli ultimi giorni sono stati impiccati complessivamente una quarantina di persone e la coincidenza di tale incremento della violenza all'interno del paese con gli attentati all'estero si deve insospettire la comunità internazionale sulla responsabilità iraniana. Va sottolineato che le due macchine del terrorismo e della repressione del regime iraniano vanno paralleli e funzionano a staffetta o contemporanea. E' una squadra unita che funziona senza sosta. L'obiettivo è quello di spaventare sia il popolo iraniano che la comunità internazionale e allontanare lo spettro di una rivolta interna oppure un attacco straniera! L'ingegneria terroristica del regime iraniano è stato studiato al tavolino e dal consiglio di sicurezza nazionale ed avvallato e approvato dall'ayatolterrore Ali Khamenei.
Secondo me ci sono numerosi simiglianze tra attentato contro i cristiani iracheni per mano del regime dei mullah e quello contro i cristiani egiziani di Alessandria.
davood Karimi

Caso Sakineh: l’esecuzione è imminente!







Non è la prima volta che una possibile esecuzione della donna sia annunciata come imminente e poi si rivela infondata. Coincidenza vuole che oggi però il figlio di Sakineh, Sajjad abbia dichiarato pubblicamente che la madre è colpevole e ne ha chiesto l'applicazione della pena.

Si teme per la vita di Sakineh Mohammadi-Ashtiani. Si tratta della donna iraniana condannata nel 2006 alla lapidazione per adulterio e a morte per il suo coinvolgimento nell'omicidio del marito. Ricorsa in appello, nel 2007 la condanna per complicità nell’omicidio del marito è stata ridotta a dieci di reclusione, ma quella alla lapidazione è stata confermata. Nel luglio scorso però, la condanna alla lapidazione è stata sopsesa in attesa di un nuovo esame del fascicolo. Sakineh attualmente è detenuta nel carcere di Tabriz, nell'Iran nord-occidentale in attesa di esecuzione della sentenza. Per chiedere salva la vita della donna si è mobilitata l’opinione pubblica mondiale. Finora le autorità iraniane si sono destreggiate tra un altalenate annuncio e smentita di una possibile esecuzione della condanna a morte della donna. I timori però, stavolta sono più forti anche perché il regime degli Ayatollah non è nuovo ad esecuzioni a sorpresa e in segreto. Questi nuovi timori nascono dalle diverse indiscrezioni che giungono dal lontano Paese Mediorientale. Preoccupazioni avvallate anche dalla rivelazione fatta stamani da Davood Karimi, presidente associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia. Davood ha affermato di essere in possesso di un documento segretato pervenutigli oggi direttamente dall’Iran. Un documento che attesta che lo scorso 29 dicembre l'Ayatollah Ali Khamenei, Guida Suprema dell’Iran, in risposta ad una domanda della procura generale di Tabriz sul da farsi in merito al caso Sakineh, ha risposto per iscritto, con tanto di suo timbro, dando il suo 'nulla osta' per l’esecuzione della donna. Khamenei si è però, raccomandato di non rendere pubblica la notizia dell'esecuzione e consigliato il periodo festivo della prima settimana del 2011 come il più indicato. Di fatto, secondo la rivelazione di Davood l’Iran punta sull'elemento sorpresa della comunità internazionale per giustiziare la donna. Non è la prima volta che una possibile esecuzione di Sakineh sia annunciata come imminente. Un allarme finora sempre rivelatosi infondato, ma questa volta c’è una variante. Coincidenza vuole infatti, che giusto oggi il figlio di Sakineh, Sajjad Ghaderzadeh ha dichiarato pubblicamente la madre colpevole dell'omicidio del padre. Al tempo stesso però, il giovane ha chiesto che la pena stabilita per la madre, la lapidazione, venga commutata in impiccagione. L’occasione gli è stata data nel corso di una conferenza stampa a Tabriz organizzata dalle autorità giudiziarie iraniane. Un fatto questo che collegato al resto porta a pensare che le autorità iraniane si stiano preparando il terreno per agire. E’ questo infatti, il modus operandi di Teheran per bypassare le pressioni che vengono dall’esterno in merito a casi come la vicenda della donna rea confessa di adulterio e complicità nell’omicidio del marito.
Ferdinando Pelliccia

AHMADINEJAD E LA MANO TESA DI OBAMA!


Davood karimi: la fine di chi vende a credito la sicurezza e la stabilità del mondo!

SAKINEH: RIFUGIATI IRANIANI IN ITALIA, ESECUZIONE IMMINENTE




15:23 01 GEN 2011

(AGI) Roma - I rifugiati politici iraniani in Italia lanciano un allarme per la vita di Sakineh, la donna iraniana condannata a morte per adulterio. "Secondo un documento top secret pervenutomi all'alba del primo gennaio 2011 da una attendibile fonte interna", afferma un comunicato di Davood Karimi, presidente dell'associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia, "l'ayatollah Ali Khamenei, in risposta ad una domanda della procura generale di Tabriz sul da farsi per il caso di Sakineh, ha rilasciato il 'nulla osta' per la sua impiccagione a condizione di 'non pubblicare la notizia dell'esecuzione' e consigliando il 'periodo festivo della prima settimana del 2011'" .

TG1 ONLINE
SAKINEH, "ESECUZIONE IMMINENTE"
L'allarme arriva dall'associazione rifiugiati politici iraniani, secondo cui "Ali Khamenei ha dato il nulla osta per l'impiccagione". La data fissata entro il "periodo festivo della prima settimana del 2011”.
l'ayatollah Ali Khamenei
ROMA - I rifugiati politici iraniani in Italia lanciano un allarme per la vita di Sakineh, la donna condannata a morte in Iran per adulterio e complicità nell'omicido del marito. “Secondo un documento riservato pervenutomi all’alba di oggi da una attendibile fonte interna, l’ayatollah Ali Khamenei, in risposta ad una domanda della procura generale di Tabriz sul da farsi, ha rilasciato il 'nulla osta' per l’impiccagione”. È quanto afferma un comunicato di Davood Karimi, presidente dell'associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia.

LA REPUBBLICA.IT
24ORE

Roma 15:23
SAKINEH: RIFUGIATI IRANIANI IN ITALIA, ESECUZIONE IMMINENTE
I rifugiati politici iraniani in Italia lanciano un allarme per la vita di Sakineh, la donna iraniana condannata a morte per adulterio. 'Secondo un documento top secret pervenutomi all'alba del primo gennaio 2011 da una attendibile fonte interna', afferma un comunicato di Davood Karimi, presidente dell'associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia, 'l'ayatollah Ali Khamenei, in risposta ad una domanda della procura generale di Tabriz sul da farsi per il caso di Sakineh, ha rilasciato il 'nulla osta' per la sua impiccagione a condizione di 'non pubblicare la notizia dell'esecuzione' e consigliando il 'periodo festivo della prima settimana del 2011'' .

Nuova rivelazione sul caso Sakineh


secondo un documento top segreto pervenutomi all'alba del primo gennaio 2011 da una attendibile fonte interna, Ayattollah Ali Khamenei, capo supremo del regime dei mullah, in risposta ad una domanda della procura generale di Tabriz sul da farsi per il caso di Sakineh, ha rilasciato il "nulla osta" per la sua impiccagione a condizione di "non pubblicare la notizia dell'esecuzione", consigliando il "periodo festivo della prima settimana del 2011". Nel documento si raccomanda "elemento sorpresa della comunità internazionale" ricordando il caso dell'impiccagione del noto prigioniero politico "Ali Saremi", simpatizzante dei Mojahedin del popolo, impiccato a sorpresa alcuni giorni fa e seppellito di nascosto e lontano dai suoi familiari!
Ali Saremi aveva passato 24 anni della sua vita nelle carceri del regime dei mullah.
Il documento porta la data del 29 dicembre e il timbro di Ali Khamenei.

Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia chiede al governo italiano, alle associazione per i diritti umani e alle istituzioni internazionali di intervenire urgentemente e prima che sia tardi per salvare la vita di Sakineh.
Davood Karimi, presidente dell'associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia
Roma 1 gennaio 2011

A 03:59

UNA BUONA NOTIZIA:L'India blocca l'export di petrolio dall'Iran

di Vittorio Da Rold
31 dicembre 2010




L'India si aggiunge al folto gruppo di paesi che hanno deciso di stringere sempre di più il cordone delle sanzioni finanziarie al regime degli ayatollah bloccando i pagamenti delle importazioni di petrolio attraverso la stanza di compensazione usata finora. A meno che Teheran decida di collaborare seriamente con gli ispettori dell'Aiea sul suo controverso programma nucleare, sospettato dall'Occidente di nascondere scopi militari.



È un brutto colpo per il presidente iraniano, Mahmoud Ahmadinejad, che per rappresaglia ha deciso a sua volta di bloccare la vendita all'India di 400mila barili al giorno, il 13% dell'import totale del gigante asiatico, una mossa che però costringerà Teheran a trovare a sua volta nuovi acquirenti o a stoccare il greggio invenduto, visto che l'India acquistava un quinto dei 2 milioni di barili che l'Iran esporta al giorno. Oggi, le due parti torneranno al tavolo delle trattative, ma intanto Ahmadinejad ha risposto a muso duro alle nuove procedure finanziarie che New Delhi ha chiesto di rispettare per i 12 miliardi di dollari di transazioni annuali che intercorrono tra i due paesi.
L'intricata vicenda prende le mosse apparentemente da un questione tecnica: la fine dell'uso indiscriminato della stanza di compensazione degli otto paesi dell'area dell'Asia meridionale appartenenti all'Acu, l'Asian Clearing Union. Un sistema che consente il pagamento tra paesi attraverso l'intervento delle banche centrali, lasciando un margine di incertezza sull'identità delle società coinvolte. Le modifiche che Delhi vuole introdurre tendono quindi a far apparire alla luce del sole quali società iraniane facciano affari con quelle indiane, evitando di occultare "relazioni pericolose" con aziende nella black list come quelle appartenenti ai Guardiani della rivoluzione, società sottoposte a sanzioni americane che si aggiungono a quelle dell'Onu.


I funzionari americani del Tesoro hanno recentemente fatto pressione su New Delhi in occasione della visita di Obama affinché le imprese indiane continuino a fare le operazioni finanziarie attraverso l'Acu, senza però correre il rischio di violare una legge firmata dal presidente americano nel mese di luglio che vieta alle aziende internazionali di fare affari con 17 banche iraniane, gran parte delle società del settore del petrolio e del gas di Teheran, così come con quelle società legate ai Guardiani della Rivoluzione. Se una società indiana dovesse violare le sanzioni americane, Washington potrebbe a sua volta vietarle di fare affari negli Stati Uniti. Insomma occorre scegliere tra l'Iran e gli Usa ed è facile capire perché l'India ha scelto Washington.
Davood Karimi: condivido e apprezzo le ultime iniziative indiane contro il regime dei mullah.

IRAN: IMPICCATE 4 PERSONE PER RAPIMENTO ED ESTORSIONE

NELL'INDIFFERENZA E NEL NEGLIGENZA INTERNAZIONALE IL REGIME TERRORISTA DEI MULLAH ha ucciso stamani altri 4 prigionieri politici!


(AGI) Teheran - Esecuzioni all'alba del nuovo anno in Iran dove quattro uomini sono stati impiccati accusati di rapimento ed estorsione di denaro. Gli uomini "hanno rapito gente innocente - ha detto il responsabile della Giustizia della regione di Sistan-Baluchestan Ebrahim Hamidi - estorto denaro dalle loro famiglie, causato paura e insicurezza uccidendo alcuni degli ostaggi".
.

 
AID : AGENZIA IRAN DEMOCRATICO