domenica 29 novembre 2009

Iran, l'ayatollah Amoli lascia: «Il mio popolo soffre e io non posso aiutarlo»

Un'altro concreto esempio della forte e profonda spaccattura al vertice del regime fondamentalista e terrorista iraniano
Si è dissociato anche ayattollah Javad Amoli, già Imam della preghiera del venerdi della città santa Qom


Nella foto Ayattolah Javad Amoli

L'ayatollah Javadi Amoli non guiderà più la preghiera del venerdì nella città santa sciita di Qom.

MILANO - L'ayatollah Javadi Amoli, uno dei religiosi più in vista dell'Iran, fra quelli incaricati di guidare la preghiera del venerdì nella città santa sciita di Qom, si è dimesso dal suo incarico di imam. Il gesto è chiaramente da mettere in relazione alla politica di repressione attuata dal presidente Ahmadinejad dopo la sua contestata rielezione. Nei mesi seguiti alle elezioni presidenziali del giugno scorso, l'ayatollah Amoli aveva più volte criticato i metodi di repressione delle proteste e aveva manifestato compassione per le sofferenze del popolo iraniano.

L'ULTIMO SERMONE - Il quotidiano Etemad, che dà notizia oggi della decisione, non precisa i motivi, ma riferisce alcune frasi pronunciate dall'ayatollah nel suo ultimo sermone, due giorni fa. «Gli Ulema (i leader religiosi) hanno il dovere di ascoltare la gente e di risolverne i problemi», aveva detto Amoli, aggiungendo: «Il nostro Paese vive del sostegno del suo popolo e noi non dobbiamo intraprendere azioni che facciano perdere al popolo la fiducia nel sistema». La posizione dell'ayatollah, personaggio religioso già stimato ai tempi di Komeini, aveva destato preoccupazione nel regime, tanto che nei mesi passati nella città santa di Qom sono stati organizzati vari raduni di fondamentalisti per protestare contro i sermoni di Amoli. Come sottolinea il quotidiano Etemad, il leader religioso non mancava mai di «criticare severamente la situazione politica ed economica del popolo».

«HO FALLITO» - Più volte, durante le proteste e i tafferugli seguiti alla rielezione di Ahmadinejad, Amoli aveva rinunciato a guidare la preghiera del venerdì. «Quando l'imam del venerdì espone i problemi che assillano la gente e quei problemi vengono risolti, questo prova che egli li ha espressi bene. Ma se quei problemi non vengono risolti, significa che egli ha fallito nel suo intento», ha detto sconsolato Amoli nel suo sermone di addio.


29 novembre 2009

giovedì 26 novembre 2009

UN BREVE FILMATO SUL CAPO SUPREMO AYATTOLTERRORE ALI KHAMENEI

martedì 24 novembre 2009

LA DOLOROSA STORIA DI TARANEH MOUSSAVI IN UN CARTONE ANIMATO


la dolorosa storia di Taraneh Moussavi, arrestata durante le proteste popolari post/12 giugno scorso, violentata ripetutamente dai Basiji e dai Passdaran e bruciata e abbandonata in mezzo al deserto, raccontata in un'animation di Simone Ferrarini.
Grazie Simone
davood karimi

sabato 21 novembre 2009

LUISSbarcamp 2009. L'ALTRO IRAN




Nella Foto: On. Elisabetta Zamparutti, co-presidente del Comitato interparlamentare per un Iran Libero, Pier Luigi Petrillo, docente di Diritto Pubblico Comparato, università di Siena e, il sottoscritto

Nella foto: Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Dott. Gianni Letta, il sottoscritto e signor Ahmad Akramian, membro della Commissione esteri del consiglio Nazionale della resistenza iraniana

Oggi ho partecipato al Barcamp LUISS 2009 organizzato dal gruppo 20 e 20 costituito dai laureati e laureandi della prestigiosa università Luiss di Roma a cui hanno partecipato numerosi personaggi del mondo della scienza, della politica e del mondo imprenditoriale italiano. Dott. Gianni Letta, sottosegretario alla presidenza del Consiglio ha aperto i lavori della manifestazione che suddivideva in 8 sezioni. Alla sezione iraniana, "L'ALTRO IRAN", hanno partecipato On. Carlo Ciccioli,Co-presidente del Comitato Interparlamentare per un Iran Libero, On. Elisabetta Zamparutti, co-presidente del Comitato Interparlamentare per un Iran Libero, Dott. Lucio Caracciolo, professore Studi strategici dell'Università Luiss e altre personalità del mondo politico e accademico. Dott. Antonio De Napoli ha egreggiamente moderato il dibattito che ha toccato tutti gli aspetti della questione iraniana: dalla violazione dei diritti umani alla minaccia del fondamentalismo islamico e della costruzione della bomba atomica islamica. Da parte della resistenza iraniana ha preso la parola Sig. Ahmad Akramian, membro della commissione esteri del Consiglio Nazionale della resistenza iraniana che ha esposto i punti di vista della Presidente Maryam Rajavi e ha portato alla conoscenza del pubblico presente in sala la sua famosa alternativa chiamata la " terza via: non alla guerra, non alla politica di accondiscendenza si al cambiamento democratico da parte del popolo iraniano".
Il sottoscritto ha parlato del fondamentalismo islamico del matrice khomeinista e dei suoi rischi per il terzo millennio elencando e spiegando le caratteristiche fondamentali di questo problema mondiale specialmente dopo la fine della guerra fredda e dopo il crollo dell'Unione Sovietica. Le tre pecularietà del fondamentalismo islamico: la repressione, il terrorismo e la bomba atomica senza i quali il regime dei mullah non reggerebbe in piedi nemmeno per un secondo.
karimi davood

venerdì 20 novembre 2009


Nella foto la mamma di Neda agha soltani piange sulla tomba di Neda, sempre pieno di fiori portti dai visitatori

mercoledì 18 novembre 2009

IRAN, APPELLO A BARAK OBAMA, PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI D'AMERICA


Nella foto Neda Agha Soltan, una delle vittime della repressione e della violenza applicate dal regime di Ahmadinejad contro la grande rivolta popolare post 12 giugno.

APPELLO MONDIALE AL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI D’AMERICA PER VENDERE I BENI SEQUESTRATI ALL’IRAN E DEVOLVERE IL RICAVATO AI FAMILIARI DELLE VITTIME DELLA REPRESSIONE IN IRAN

Egregio Presidente degli Stati Uniti d’America

Signor Barak Obama

Quale Associazione dei Rifugiati Politici Iraniani residenti in Italia siamo profondamente grati all’amministrazione americana per aver disposto il sequestro della Alavi Foundation, proprietà di un’organizzazione islamica controllata dal regime di Teheran e supporto logistico del terrorismo iraniano negli Stati Uniti. Moschee, terreni, conti correnti ed un intero grattacielo nella Fifth Avenue di New York del valore complessivo di 500 milioni di dollari. Un’ottima iniziativa che, sappiamo, s’inserisce nel quadro delle sanzioni adottate contro il programma nucleare della Repubblica Islamica ed il più grande sequestro della storia disposto dalla magistratura statunitense all’interno di un’operazione antiterrorismo. Tuttavia le giovani ed i giovani iraniani si chiedono da che parte stia oggi l’America: se al loro fianco o con la tirannia di Ahmadinejad. Il 4 novembre, mentre si celebrava il primo anno dal Suo insediamento alla Casa Bianca, in occasione della giornata dello studente, i manifestanti lo domandavano a gran voce: “Barak Houssein Obama Ya ba Una ya ba Ma", “Barak Hussein Obama o sei con noi o sei con il regime dei mullah”.

Come segno tangibile del Suo supporto, senza “se” e senza “ma” al popolo iraniano che combatte contro tale tirannia e della volontà USA di ristabilire la pace, la democrazia e la libertà in Iran, chiediamo che vengano venduti tutti i beni sequestrati al regime di Ahmadinejad e il ricavato venga devoluto ai familiari delle vittime del terrorismo e della repressione, come risarcimento per quanto hanno dovuto sopportare. In particolare durante la grande rivolta popolare, nella quale sono stati arrestati, torturati, violentati e uccisi ragazze e ragazzi come Neda Agha Soltan, Taraneh Moussavi, Sorhab Arabi, Ashkan, Khorshid, ali, Azar, e molti altri. Solo in questo modo il Governo americano potrà sdebitarsi con il popolo iraniano e dimostrargli di non volere soltanto un dialogo fine a se stesso con la teocrazia che lo opprime e che minaccia il mondo procedendo verso la costruzione della bomba atomica, ma di essere davvero dalla sua parte, di essere sinceramente suo amico.

Signor Presidente

Con tale iniziativa l'America e il mondo civile darà una ferma e determinata risposta al regime dei mullah che continua costantemente a incrementare la sua repressione e le sue attività terroristiche in Iran e nel resto del mondo. Il mondo civile ha il dovere e l’obbligo umano di schierarsi da parte del popolo iraniano.

Davood Karimi, presidente dell’Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia
( CHIEDO A CHI DESIDERA FIRMARE APPELLO DI MANDARE UN EMAIL ALL'INDIRIZZO irandemocratico@yahoo.it).
GRAZIE davood Karimi
Il testo in inglese:

WORLD APPEAL TO THE PRESIDENT OF THE UNITED STATES OF AMERICA FOR SELL THE SEIZED GOODS TO IRAN AND TO HAND OVER THE PROCEEDS TO THE FAMILIES OF THE VICTIMS OF THE REPRESSION IN IRAN

Dear Mr. President of the United States of America

Mr. Barak Obama

We the Association of Iranian political refugees resident in Italy we are deeply grateful to the American Administration for having arranged the seizure of the Alavi Foundation, owned by an organization controlled by the Islamic regime in Tehran and Iranian logistic support of terrorism in the United States. Mosques, lands, bank accounts and an entire skyscraper on the Fifth Avenue in New York of the total value of 500 million dollars. An excellent initiative which we know fits into the framework of the sanctions imposed against the Islamic Republic's nuclear program and the largest seizure in U.S. history provided by the judiciary in an operation against terrorism. However, the young and the young Iranians are wondering which side is America today: if you stand by them or by the tyranny of Ahmadinejad. On the 4th of November, while they celebrated the first year of Your taking office at the White House, during the Day the student, the protesters demanded in a loud voice, "Barak Houssein Obama Ya ba Una ya ba Ma", "Barak Hussein Obama or you’re with us or you are with the mullahs' regime”.
As a tangible sign of your support , without "ifs" or "buts", to the Iranian people that fight against that tyranny and U.S. will to restore peace, democracy and freedom in Iran, we ask that all seized property to the regime to be sold and donated to the families of victims of terrorism and repression, as compensation for what they have endured. Particularly during the great revolt, in which they were arrested, tortured, raped and murdered. Girls and boys like Agha Neda Soltan, Taraneh Moussavi, Sorhab Arabi and many others. Only in this way the U.S. government will repay the Iranian people and show that it doesn’t want only a with the end in itself dialogue with the theocracy that oppresses them and threatening the world moving towards the construction of the atomic bomb, but to be really on its part, to be truly his friend.

Mr President

With This initiative America and the civilized world will give a firm and determined response to the clerical regime that continues to steadily increase its repression and its terrorist activities in Iran and around the world. The civilized world has the human duty and obligation to take sides with the Iranian people.
I Davood Karimi, the President of the Association of the Iran Political Refugees Resident in Italy, asks who wants to sing the appeal to send an e-mail to irandemocratico@yahoo.it.
Davood Karimi, cell. 3387862297

UN'ALTRA PROVA SULLE INTERFERENZE TERRORISTICHE IRANIANE IN YEMEN



Dal Newsletter della Fondazione De Fonseca
Iran - Arabia Saudita
possibile scontro navale



17 novembre 2009

Lo scontro fra l’esercito saudita e i ribelli yemeniti al-Houthi – appoggiati e finanziati dall’Iran – sul confine fra Arabia Saudita e Yemen si sta intensificando, quindi Riyadh ha deciso di evacuare almeno 250 villaggi – più di 175.000 persone. Il conflitto ormai si è esteso dalla provincia di Saada, nello Yemen, alla provincia di Najran, nella parte sudoccidentale dell’Arabia Saudita, dove risiede una setta sciita ismaelita – che collabora con i ribelli al-Houthi, appartenenti ad una setta sciita zaidita.

L’esercito saudita ha aumentato il numero e l’intensità degli attacchi contro i ribelli e ha intenzione di schiacciare le ambizioni espansionistiche iraniane nella regione. Tuttavia Riyadh ha scarsa esperienza militare e fa fatica a contrastare gli al-Houthi, che hanno guadagnato posizioni all’interno del territorio saudita. Anche l’esercito yemenita è mal equipaggiato e ha incontrato notevoli difficoltà nell’inseguire i ribelli in un terreno così impervio. L’Arabia Saudita attualmente ha elaborato una nuova strategia che prevede la creazione di una zona cuscinetto lunga circa 10 km e il bombardamento massiccio dei monti Saada da parte dell’aviazione.

Gli Iraniani sin dall’inizio del conflitto hanno rifornito gli al-Houthi di grandi carichi di armi attraverso la Somalia e l’Eritrea e hanno inviato miliziani di Hezbollah a combattere accanto ai ribelli yemeniti – finora negli scontri ne sono morti almeno 60.

Secondo un rapporto pubblicato su Strategic Forecast, le Guardie della Rivoluzione acquistano le armi che vengono poi spedite in Somalia ed Eritrea. Da qui vengono caricate su navi e inviate attraverso il Mar Rosso verso Salif, sulla costa yemenita. L’Arabia Saudita però, per interrompere il flusso di armi, il 12 novembre scorso ha dispiegato tre navi da guerra lungo la costa settentrionale dello Yemen, così Teheran è stata costretta a cambiare rotta e a spedire le munizioni verso Shaqra, nel sulla costa meridionale dello Yemen – da qui le munizioni raggiungono prima Marib, nello Yemen centrale, poi proseguono verso Baraqish e infine raggiungono i monti Saada (vedi mappa a lato). Per proteggere i rifornimenti di armi quindi anche la Repubblica Islamica, con la scusa di proteggere le navi cargo e le petroliere dagli attacchi dei pirati somali, ha inviato ! la flotta nel Golfo di Aden.

L’escalation militare sembra ormai inarrestabile con una così fitta presenza di navi da guerra nella regione il rischio di uno scontro navale frontale si fa sempre più probabile.

A cura di Davide Meinero

Iran: Nirenstein, le donne iraniane sono con Neda


Nella foto: On. Fiamma Nirenstein
Ringraziando l'On. Fiamma Nirenstein per aver espresso la sua solidarietà al popolo iraniano e per aver sostenuto il lavoro dei dissidenti iraniani contro la presenza terroristica della moglie di Ahmadienjad a Roma pubblico volentieri la sua preziosa dichiarazione:
Dichiarazione dell'on. Fiamma Nirenstein (Pdl), vice-presidente della Commissione Esteri della Camera dei deputati

Siamo al fianco dei dissidenti iraniani e di tutti quelli che manifestano contro la presenza a Roma e il discorso di Azam al Sadat Farahi, moglie del presidente iraniano Ahmadinejad. Per noi, come per tutti i democratici del mondo, il simbolo delle donne iraniane è Neda Agha Soltan, uccisa a 27 anni a sangue freddo dalle forze del regime iraniano solo per aver portato in piazza il suo desiderio di libertà, la sua bellezza, la sua vitalità. Neda era contro il regime che la signora Azam al Sadat Farahi e' venuta qui a rappresentare e a pubblicizzare. Sono certa che le donne iraniane sono ben più fiere di Neda che della signora Ahmadinejad. Personalmente non possiamo giudicarla, ma di lei il presidente iraniano dice che sia stata una delle sue grandi maestre. Ad oggi, risulta perfettamente congeniale al sistema ultrarepressivo di un Paese che penalizza in particolare la donne.

lunedì 16 novembre 2009

LA MAGISTRATURA AMERICANA HA SEQUESTRATO UN GRATTACIELO IRANIANO. LA NOSTRA PROPOSTA


Nella foto Neda Agha Soltan uccisa il 20 giugno scorso dal regime dei mullah

AMERICA DEVE VENDERE I BENI SEQUESTRAI ALL'IRAN E RISACCIRE CON IL RICAVATO LE FAMIGLIE DELLE VITTIME DELLA REPRESSIONE COME NEDA AGHA SOLTA E TARANEH MOUSSAVI
I Ragazzi di Teheran continuano a gridare fortemente rivolgendosi al presidente Obama" Obama o con noi o con Ahmadinejad"!

Ragazzi di Teheran continuano a gridare fortemente rivolgendosi al presidente Obama" Obama o con noi o con Ahmadinejad"!
Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia esprime la sua piena gratitudine alla magistratura americana per aver messo sotto l'indagine e sequestro la piu' soffisticata macchina di supporto logistico del terrorismo iraniano in America. Secondo le notizie trappellate dalla stampa americana tali provvedimenti sono stati presi nell'ambito delle sanzioni adottate nei confronti del programma atomico militare del regime dei mullah.
A nome del popolo iraniano esprimo la nostra piena soddisfazione per quanto e' stato fatto ed avvanziamo, con tanto coraggio ed orgoglio, una nostra proposta secondo cui l'America, in segno di benevolenza nei confronti del popolo iraniano e della sua volonta' di restaurare la pace, la liberta' e la democrazia in Iran, deve vendere tutti i beni sequestrati al regime terrorista iraniano e risarcire con il ricavato i familiari delle vittime della repressione e del terrorismo quali in primis i familiari delle vittime della grande rivolta popolare come Neda Agha Soltan, Taraneh Moussavi, Sohrab Arabi, Ashkan e numerose altre ragazze e ragazzi che sono stati arrestati, violentati e uccisi nelle carceri del regime di ahmadienjad. Solo in questa maniera il governo degli Stati Uniti D'America potra' sdebitarsi nei confronti del popolo iraniano e dimostrare la sua volonta' di essere al fianco della popolazione e non ,come si sospetta, al fianco del regime di Ahmadienjad. Non va dimenticato che il 4 novembre scroso, durante le manifestazioni di protesta, in occasione della giornata degli studenti, i manifestanti a Teheran gridavano a gran voce, rivolgendosi al presidente americano Barak Houssein Obama:" Barak houssein Obama Ya ba Una ya ba Ma" tradotto in italiano significa: Barak Houssein Obama o sei con noi o sei con il regime dei mulla" chiedendo ad Obama prtaicamente una scelta di campo netto e fermo. Una cosa che fino ad oggi e' venuto a mancare nell'amministrazione americana.
Il popolo iraniano esige giustamente la chiarezza e la scelta di campo per valutare le sue forze e i suoi amici . Dobbiamo sapere, ed e' il nostro diritto di chiedere a tutti i governi stranieri di dichiarare le loro intenti per quanto riguarda l'illeggittimita del governo e del regime di Ahmadinejad che a gran velocita' sta andando verso la costruzione della bomba atomica militare che secondo me sara' la vera causa della prossima guerra in medioriente.
L'America deve ed ha la responsabilita' storica di dimostrare al regime dei mullah che non tollerera' assolutamente ne il massacro dei giovani iraniani e ne lo sterminio dei suoi soldati dislocati in Iraq e in Afghanistan.
La vendita' dei beni sequestrati all'Iran e lo stanziamento del suo ricavato a favore dei familiari delle vittime della repressione e' un ottimo segnale che illumina la volonta' del popolo iraniano ed allo stesso tempo mette le catene ai polsi di un regime repressivo e terrorista.
Coraggio Presidente Obama!
I ragazzi dell'Iran continueranno a gridare :"O Con Noi O Con I mullh"!
Karimi Davood, presidente dell'Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia

rassegna stampa del comunicato stampa sulla condanna della visita della moglie del passdar terrorista Ahmadinejad

From Times Online November 16, 2009

World leaders at UN summit vow to aid farmers in bid to help starving


Karimi Davood, of the association of Iranian political refugees in Italy, protested that Mr Ahmadinejad's wife represented a regime guilty of the "bloody suppression of peaceful protests in Iran for freedom and democracy" and called on the Italian authorities to expel her.
Tiscali.net
...Polemica delle associazioni di rifugiati iraniani -
L'associazione dei rifugiati politici iraniani residenti in Italia ha condannato fermamente la presenza della moglie del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, definito "pasdaran terrorista", al vertice Fao Roma. Lady Ahmadinejad, Azam al Sadat Farahi, partecipa al secondo vertice delle First ladies del movimento dei Paesi non allineati organizzato quest'anno dalla moglie del presidente egiziano Hosni Mubarak. La First Lady iraniana indossa occhiali e lo chador nero e non è mai stata vista prima in occasioni pubbliche da sola. "Il regime liberticido e terrorista dei mullah ha mandato a Roma in segno di oltraggio e disappunto alla comunità internazionale la moglie del presidente di un regime che ha represso in sangue e continua a reprimere le pacifiche manifestazioni del popolo iraniano per la libertà e la democrazia", ha affermato in un comunicato inviato ad Apcom Karimi Davood, presidente dell'associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia. Parlando a nome della comunità iraniana, Davood ha chiesto "al governo italiano di espellere la moglie di Ahmadinejad prima possibile evitando il propagarsi delle propagande terroristiche iraniane in Italia e in Europa". Secondo l'associazione, "la presenza della moglie di Ahmadinejad in Italia un fatto gravissimo ed un errore politico da parte del governo del presidente Berlusconi". Davood chiede "a tutte le organizzazioni e organismi per i diritti umani e in particolare alle organizzazioni che lottano per i diritti delle donne di condannare, nel nome di Ned Agha Soltani e Taraneh Moussavi, due simboli della resistenza delle donne iraniane, la presenza della moglie di Ahmadienjad chiedendone l'espulsione immediata".15 novembre 2009
Il Corriere della sera.it
VIGILIA DEL VERTICE - Il summit delle first ladies dei Paesi non allineati ha fatto da apripista al vertice Fao, al via lunedì. Guidato da Suzanne Sabet, moglie del presidente egiziano Hosni Mubarak, aveva all'ordine del giorno il tema dell'accesso delle donne alle risorse produttive. Presente anche Isabella Rauti, moglie del sindaco di Roma Gianni Alemanno e capo del Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio. La partecipazione della moglie di Ahmadinejad non ha mancato di suscitare polemiche: la sua presenza è stata aspramente criticata dall'associazione dei rifugiati politici iraniani residenti in Italia. «Il regime liberticido e terrorista dei mullah ha mandato a Roma in segno di oltraggio e disappunto alla comunità internazionale la moglie del presidente di un regime che ha represso in sangue e continua a reprimere le pacifiche manifestazioni del popolo iraniano per la libertà e la democrazia» dice il presidente dell'associazione Karimi Davood. I rifugiati chiedono dunque al governo italiano di «espellere la moglie di Ahmadinejad prima possibile, evitando il diffondersi delle propagande terroristiche».


domenica 15 novembre 2009

Il sussidiario.net
(ANSA) - ROMA, 15 NOV - L'esperimento iraniano: gli insegnamenti religiosi, per garantire la sicurezza alimentare alle famiglie. A proporlo la moglie di Ahmadinejad. Nel corso del vertice delle first ladies della Fao, Azan Al Sadat Farahi ha spiegato che in Iran e' in atto un esperimento che prevede, tra l'altro, un supporto dell'allattamento, ma anche la cooperazione tra le piccole famiglie. L'Associazione dei rifugiati iraniani ha chiesto al governo italiano la sua espulsione.
Panorama.it
(ANSA) - ROMA, 15 NOV - L'esperimento iraniano: gli insegnamenti religiosi, per garantire la sicurezza alimentare alle famiglie. A proporlo la moglie di Ahmadinejad. Nel corso del vertice delle first ladies della Fao, Azan Al Sadat Farahi ha spiegato che in Iran e' in atto un esperimento che prevede, tra l'altro, un supporto dell'allattamento, ma anche la cooperazione tra le piccole famiglie. L'Associazione dei rifugiati iraniani ha chiesto al governo italiano la sua espulsione.
Fao: proposta moglie Ahmadinejad

L'esempio iraniano contro la fame

(ANSA) - ROMA, 15 NOV - L'esperimento iraniano: gli insegnamenti religiosi, per garantire la sicurezza alimentare alle famiglie. A proporlo la moglie di Ahmadinejad. Nel corso del vertice delle first ladies della Fao, Azan Al Sadat Farahi ha spiegato che in Iran e' in atto un esperimento che prevede, tra l'altro, un supporto dell'allattamento, ma anche la cooperazione tra le piccole famiglie. L'Associazione dei rifugiati iraniani ha chiesto al governo italiano la sua espulsione.

L'Unita'.it
Fao: proposta moglie Ahmadinejad
(ANSA) - ROMA, 15 NOV - L'esperimento iraniano: gli insegnamenti religiosi, per garantire la sicurezza alimentare alle famiglie. A proporlo la moglie di Ahmadinejad. Nel corso del vertice delle first ladies della Fao, Azan Al Sadat Farahi ha spiegato che in Iran e' in atto un esperimento che prevede, tra l'altro, un supporto dell'allattamento, ma anche la cooperazione tra le piccole famiglie. L'Associazione dei rifugiati iraniani ha chiesto al governo italiano la sua espulsione.


(ANSA) - ROMA, 15 NOV - L'esperimento iraniano: gli insegnamenti religiosi, per garantire la sicurezza alimentare alle famiglie. A proporlo la moglie di Ahmadinejad. Nel corso del vertice delle first ladies della Fao, Azan Al Sadat Farahi ha spiegato che in Iran e' in atto un esperimento che prevede, tra l'altro, un supporto dell'allattamento, ma anche la cooperazione tra le piccole famiglie. L'Associazione dei rifugiati iraniani ha chiesto al governo italiano la sua espulsione.


Universita'.it
Fao: Al via vertice a Roma. La Capitale blindata accoglie i leader mondiali
Grande attesa per il discorso di Papa Benedetto XVI

Tuttavia, il summit al femminile di ieri non è passato in sordina. Al contrario, ha suscitato numerosi malumori soprattutto tra la comunità di immigrati iraniani in Italia, a causa della presenza della moglie di Ahmadinejad, aspramente criticata: “ Il regime liberticida e terrorista dei mullah – dichiara Karimi Davood, presidente dell’associazione rifugiati - ha mandato a Roma, in segno di oltraggio e disappunto alla comunità internazionale la moglie del presidente di un regime che ha represso in sangue e continua a reprimere le pacifiche manifestazioni del popolo iraniano per la democrazia”.

Il Giornale del Friouli.net
VIGILIA DEL VERTICE – Il summit delle first ladies dei Paesi non allineati ha fatto da apripista al vertice Fao, al via lunedì. Guidato da Suzanne Sabet, moglie del presidente egiziano Hosni Mubarak, aveva all’ordine del giorno il tema dell’accesso delle donne alle risorse produttive. Presente anche Isabella Rauti, moglie del sindaco di Roma Gianni Alemanno e capo del Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio. La partecipazione della moglie di Ahmadinejad non ha mancato di suscitare polemiche: la sua presenza è stata aspramente criticata dall’associazione dei rifugiati politici iraniani residenti in Italia. «Il regime liberticido e terrorista dei mullah ha mandato a Roma in segno di oltraggio e disappunto alla comunità internazionale la moglie del presidente di un regime che ha represso in sangue e continua a reprimere le pacifiche manifestazioni del popolo iraniano per la libertà e la democrazia» dice il presidente dell’associazione Karimi Davood. I rifugiati chiedono dunque al governo italiano di «espellere la moglie di Ahmadinejad prima possibile, evitando il diffondersi delle propagande terroristiche».
Il Quotidiano.net
....
La sua partecipazione al vertice non ha mancato di suscitare polemiche: l’associazione dei rifugiati politici iraniani residenti in Italia ha condannato fermamente la presenza della moglie del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, definito “pasdaran terrorista”. “Il regime liberticido e terrorista dei mullah ha mandato a Roma in segno di oltraggio e disappunto alla comunità internazionale la moglie del presidente di un regime che ha represso in sangue e continua a reprimere le pacifiche manifestazioni del popolo iraniano per la libertà e la democrazia”, ha affermato in un comunicato il presidente Karimi Davood.

Il Quotidiano.net
...La sua partecipazione al vertice non ha mancato di suscitare polemiche: l’associazione dei rifugiati politici iraniani residenti in Italia ha condannato fermamente la presenza della moglie del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, definito “pasdaran terrorista”. “Il regime liberticido e terrorista dei mullah ha mandato a Roma in segno di oltraggio e disappunto alla comunità internazionale la moglie del presidente di un regime che ha represso in sangue e continua a reprimere le pacifiche manifestazioni del popolo iraniano per la libertà e la democrazia”, ha affermato in un comunicato il presidente Karimi Davood.

domenica 15 novembre 2009

ASSOCIAZIONE DONNE DEMOCRATICHE IRANIANE CONDANNA LA PARTECIPAZIONE DELLA MOGLIE DEL PASSDAR AHMADINEJAD AI LAVORI DEL SUMMIT DI ROMA

comunicato stampa:
Associazione donne democratiche iraniane in Italia condanna la presenza sul territorio italiano della moglie dell' illegittimo presidente del regime teocratico dittatoriale dei mullah e chiede energicamente al governo italiano di espellerla dal territorio nazionale. Dopo gli ultimi eventi post 12 giugno scroso, in cui numerose ragazze e ragazzi sono stati massacrati dal regime di Ahmadinejad, non esiste più nessuna giustificazione per la presenza della moglie del presidente di un regime che in barba alle leggi internazionali e alla comunità internazionaale porta avanti una dura e feroce repressione contro il popolo iraniano che chiede solamente la libertà e la demcorazia.
A nome di Neda e di numerose altre donne uccise dal regime di Ahmadienjad chiediamo alle organizzazioni che si occupano dei diritti delle donne la ferma condanna della presenza della moglie di Ahmadinejad e ci rivogliamo al governo italiano per una sua immediata espulsione dal territorio nazionale italiano. La presenza della moglie di Ahmadinejad e la sua partecipazione ai lavori del summit delle firs lady a Roma, la città eterna, è una offesa al popolo iraniano e a tutte le donne che combattono per liberare l'Iran dalle tenaglie di un regime terrorista e repressivo.
Associazione Donne Democratiche iraniane in Italia

LA MOGLIE DEL PASSDAR TERRORISTA AHMADINEJAD A ROMA: LA FERMA CONDANNA DELLA COMUNITA' IRANIANA


NEL NOME DI NEDA AGHA SOLTAN CONDANNIAMO FERMAMENTE LA PRESENZA DELLA MOGLIE DEL PASSDAR TERRORISTA MAHMOUD AHMADINEJAD A ROMA
L'associazione dei rifugiati politici iraniani residenti in Italia condanna fermamente la presenza della moglie del passdar terrorista mahmoud ahmadinejad a Roma. Il regime liberticido e terrorista dei mullah ha mandato a Roma in segno di oltraggio e disappunto alla comunità internazionale la moglie del presidente di un regime che ha represso in sangue e continua a reprimere le pacifiche manifestazioni del popolo iraniano per la libertà e la democrazia. La comunità iraniana chiede al governo italiano di espellere dal territotio italiano la moglie di Ahmadinejad prima possibile evitando il propagarsi delle propagande terroristiche iraniane in Italia e in Europa. Riteniano la presenza della moglie di Ahmadinejad in Italia un fatto gravissimo ed un errore politico da parte del governo del presidente Berlusconi. Chiediamo a tutte le organizzazioni e organismi per i diritti umani e in particolare alle organizzazioni che lottano per i diritti delle donne di condannare, nel nome di Ned Agha Soltani e Taraneh Moussavi, due simboli della resistenza delle donne iraniane, la presenza della moglie di Ahmadienjad chiedendone l'espulsione immediata. Di fronte alla violenza, alle brutalità e al terrorismo usate dal regime di Ahmadienjad nei confronti del popolo iraniano e della comunità internazionale occorre dimostrare fermezza e determinazione. Non va dimenticato che dietro la repressione in Iran e il terrorismo in Afghanista e in Iraq, dove morirono numerosi militari italiani, esiste la manus lungus del regime di Ahmadienjad di cui la moglie oggi passeggia tranquilamente nelle strade della città eterna e partecipa al secondo vertice delle first ladies del movimento dei Paesi non allineati organizzato quesst'anno dalla moglie del presidente egiziano Husni Mubarak.
Karimi Davood, presidente dell'associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia

IRAN: MOGLIE AHMADINEJAD A ROMA PER VERTICE FAO, IL SUO PRIMO IMPEGNO PUBBLICO
ultimo aggiornamento: 15 novembre, ore 14:31commenta 0 vota 0 invia stampa
Roma, 15 nov. (Adnkronos) - La signora Ahmadinejad, moglie del presidente iraniano, e' a Roma per partecipare al secondo vertice delle first ladies del movimento dei Paesi non allineati iniziato questo pomeriggio alla Fao. La signora Ahmadinejad occhiali e chador nero, ha a fianco l'inviata della Namibia, e il posto vuoto della delegazione irachena. Fin dalla prima elezione del marito a presidente, nel 2005, la signora Ahmadinejad, una laurea in ingegneria, tre figli e posizioni molto conservatrici, non era mai apparsa in occasioni pubbliche da sola.
«Neda era pronta a morire per la libertà del suo Paese»
15 novembre 2009

Neda Soltan, la giovane iraniana morta durante le proteste post-elettorali in Iran ed i cui volto è diventato il simbolo dell’opposizione a Mahmoud Ahmadinejad, aveva detto al suo ragazzo di essere pronta a «prendersi un proiettile nel cuore» durante le manifestazioni, e di volerci andare in ogni caso, perché lo sentiva come un suo dovere.
Neda Soltan

Intervistato dal domenicale The Observer in una località segreta, l’ex fidanzato Caspian Makan, fuggito dall’Iran dopo aver trascorso due mesi in carcere per aver criticato le autorità dopo la morte della ragazza, ha spiegato che ben lontana dall’essere una marginale partecipante alla manifestazioni, Neda era politicamente attiva e convinta dell’importanza di combattere per «la democrazia e la libertà degli iraniani».

«Ottenere la democrazia è una responsabilità di tutti», aveva detto Neda al fidanzato, conosciuto ad aprile durante un viaggio in Turchia. «Se mi sparano al cuore o mi arrestano non è importante perché siamo tutti responsabili per il nostro futuro», aveva aggiunto la 26enne. Makan, 38 anni e fotografo professionista, non era d’accordo e quando le manifestazioni si erano fatte via via più violente aveva chiesto a Neda di non andare.

L’ultima volta che si sono parlati prima della manifestazione, avevano litigato proprio per questo. Neda non ascoltava Caspian e lo accusava di non documentare le scene di strada. «Neda è stata in prima linea fin dal primo giorno. Era una leader naturale e attirava dalla sua parte molti manifestanti. Credo che sia questo il motivo per cui le hanno sparato. Lo stato iraniano ed i suoi funzionari non la volevano», ha detto Makan, che dopo aver lasciato l’Iran ha rilasciato due interviste, una all’Observer e una che verrà trasmessa in un documentario della Bbc.

venerdì 13 novembre 2009

Iran/ Khamenei ha istituito nuovo servizio d'intelligence


Nella foto signora Maryam Rajavi tra On. Gabrielle Albertini, presidente della commissione esteri del PE e On. Quadras vice presidente del PE.
Recentemente nella sua visita a Brussell la presidente della resistenza iraniana, Maryam Rajavi ha rivelato un profondo cambiamento strutturale nei servizi di intelligence del regime dei mullah riportando dettagliatamente tutti i cambiamenti effettuati di recente per affrontare le future manifestazioni e ribellioni popolari. Secondo quanto ha rivelato la presidente Rajavi, il capo supremo del regime dei mullah ha costituito speciali formazioni di intelligence che rispondono esclusivamente a lui e al gruppo di lavoro da lui dipendenti.
Le ultime misure repressive sono mirate a contrastare, secondo quanto riferito la signora Rajavi durante la sua visita al Parlamento Europeo, dove ha incontrato numerosi esponenti del mondo politico europeo tra cui l'ex sindaco di Milano Gabriele Albertini, ad affrontare con tempestività qualsiasi movimento di proteta popolare. L'ex sindaco Albertini ed atttuale presidente della commissione esteri del parlamento europeo durante il suo incontro con la presidente Rajavi ha espresso la sua solidarietà al popolo iraniano condannando l'uso della violenza da parte del regime di Ahmadinejad contro le pacifiche manifestazioni popolari in Iran.
Colgo occasione per ringraziare da parte dell'associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia l'europarlamentare Gabriele Albertini per la sua solidarietà e vicinanza al popolo iraniano.
Qui in seguito riporto una breve notizia sulle rivelazioni della signora Maryam Rajavi pubblicato da un quotidiano di lingua araba e diffusa dal Apcom.
Karimi Davood
Roma 13/11/2009 14:00

Roma, 13 nov. (Apcom) - Secondo fonti iraniane definite 'ben informate' dal quotidiano panarabo al Sharq al Awsat, la guida suprema della Rivoluzione islamica, Ali Khamenei, ha dato il via alle più grande riforma dele strutture d'intelligence nel Paese dalla scomparsa del fondatore della Repubblica islamica iraniana, l'imam Komeini avvenuta nel 1989. Secondo le fonti del foglio arabo edito a Londra, Khamenei, ha istituito un nuovo servizio d'intelligence che risponderà direttamente alle sue direttive ed a quelle del comando dei Pasdaran, il corpo d'elite dei guardiani della Rivoluzione. Si tratterebbe di "sette strutture di intelligence e forze di sicurezza" tra le quali ci sarebbero: "la sezione 107 di intelligence che risponde direttamente a Khamenei"; "una sezione di controllo monitoraggio della rete internet"; "un corpo di agenti civili"; e "un'unità di volontari Basij". Il compito principale della nuova struttura sarebbe quello di "prevenire disordini" , come quelli avvenuti durante le grandi contestazioni di piazza della protesta dei riformisti dopo le rielezioni di Mahmoud Ahmadinejd dello scorso giugno. Il cambio avviene a pochi giorni dalle rivelazioni del giornale iraniano 'Ibtikar' che aveva sostenuto che l'ex capo delle milizie Basijj, Hussein Taib, dietro sua richiesta era stato trasferito. Taib, secondo le stesse fonti, potrebbe essere stato disegnato a guidare la nuova strutture d'intelligence. Sempre nello stesso ambito, i guardiani della Rivoluzioni hanno annunciato la nomina di, Hussein Hamadani, come nuovo comandante che sarà responsabile per la sicurezza della "Grande Teheran"; ovvero l'area della capitale annessa ai grandi sobborghi che la circondano. Hamadani, occupava la carica di vice comandante dei Basij, le milizie volontarie della Rivoluzione che avevano avuto un ruolo fondamentale nella brutale repressione delle proteste post-elettorali.

Iran - Rajavi al Parlamento europeo chiama alla solidarietà con il popolo iraniano ed Ashraf



Friday, 13 November 2009
Incontro tra Maryam Rajavi e Gabriele Albertini, in Parlamento Europeo

La Presidente eletta del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana, la signora Maryam Rajavi s'è incontrata, il 12 novembre con On. Gabriele Albertini , Presidente della Commissione Esteri del Parlamente Europeo. La signora Rajavi si era recata in Parlamento europeo per partecipare ad una seduta in cui si discuteva della rivolta crescente in Iran e della situazione dei dissidente iraniani nel Campo Ashraf in Iraq. La seduta era presenziato dal vice presidente del Parlamento On. Alejo Vidal-Quadras.

Nell'incontro tra Rajavi e Albertini, in presenza di Vidal-Quadras, s'è parlato delle numerose manifestazioni in tutte le città iraniane e della repressione selvaggia da parte del regime iraniano e del numero alto delle impiccagioni, cosi come della situazione dei dissidenti iraniani ad Ashraf. Il Presidente della Commissione Esteri del Parlamento europeo ha condannato la sistematica violazione dei diritti umani in Iran e ha espresso il sostegno suo e del Parlamento europeo alla lotta democratica del popolo iraniano. On. Albertini ha espresso anche solidarietà con i residenti del Campo di Ashraf e ha affermato che tutti i diritti dei residenti di Ashraf devono essere rispettati, secondo le Convezioni e leggi internazionali, in particolare secondo i principi elencati nella risoluzione del Parlamento europeo del 24 aprile.

Nel suo intervento nella seduta del Parlamento europeo in presenza di decine dei parlamentari la Presidente eletta del CNRI ha parlato della crescente rivolta in Iran e della situazione di Ashraf. Oltre alla Rajavi, hanno parlato numeroso parlamentari e hanno condannato le violenze esercitate da parte del regime e hanno espresso il loro sostegno alla lotta degli iraniani e hanno chiesto le garanzie per salvaguardare i diritti dei residenti di Ashraf in base della risoluzione del Parlamento europeo del 24 aprile 2009.

SAVIANO E FAZIO RENDONO OMAGGIO ALLE DONNE IRANIANE





Nella foto lo scrittore Roberto Saviano che ha commemorato maestosamente il ricordo di due donne cadute nella recente rivolta popolare iraniana contro il regime di Ahmadinejad: Neda e Taraneh

Nella Foto la signora Shahrzad Sholeh, presidente dell'Associazione donne democratiche iraniane legge la lettera della sorella di Neda, dopo aver ricevuto dalle mani del signor Renzo Rossellini, il premio Roberto Rossellini dedicato a Neda, simbolo delle donne della resistenza iraniana
Secondo le mie informazioni lo speciale del programma Che tempo che fà di Fabio Fazio ha suscitato un grande entusiasmo e soddisfazione tra la popolazione tanto che ne hanno parlato tutti i siti e mezzi di informazione che trasmettono le notizie in Iran. Il regime dei mullah per contrastare questo interesse popolare ha dato un grande risalto ad una manifestazione dei suoi seguaci svoltasi di fronte all'ambasciata britannica per chiedere "l'estradazione del killer di Neda" cioè il medico che ha soccorso Neda negli ultimi istanti della sua vita: il Dott. Arash Hejazi. Nonostante fosse ormai di dominio mondiale il volto criminale e disumano del regime che ha mirato e colpito particolarmente le più belle donne iraniane come Neda e Taraneh, il regime di Ahmadinejad continua ad accusare la resistenza iraniana di "essere l'autore di tali crimini ai fini propagandistici"!
Ma la risposta a codeste vili accuse è arrivata nello stesso istante che Neda perdeva la vita e volava verso l'infinto del cielo d'amore del popolo iraniano diventando leggittimamente il simbolo delle donne, non solo della resistenza iraniana, ma di tutte le donne del mondo e quando coi suoi profondi e bellissimi occhi ha gridato"morte al dittatore, viva la libertà e la democrazia"! Si Neda come ha detto Saviano nel suo prezioso e indimenticabile programma "amava la vita e le cose belle","amava la libertà".
Ancora una volta a nome delle rispettive famiglie di Neda e Taraneh ringrazio tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo indimenticabile programma che ha oltrepassato i confini ed ha raggiunto il suo interlocutore principale e fondamentale cioè il popolo iraniano e e i suoi cari pionirei della libertà e della democrazia, appunto le donne iraniane come il fondamentale elemento nel prossimo cambiamento del quadro politico iraniano verso un futuro di pace e di tranquillità democratica e libera.

Grazie Roberto, Grazie Fabio
Karimi Davood,presidente dell'associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia



mercoledì 11 novembre 2009

POL - Iran, Nirenstein (Pdl): presentata mozione contro repressione

A nome dell'associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia e specialmente a nome di tutti quei ragazzi e ragazze che hanno riportato orgoglio e onore al mondo intero con il sacrifico della loro vita, ringrazio anticipatamente On. Fiamma Nirenstein e tutti i suoi colleghi per aver dato vita a questa importante mozione parlamentare a favore del popolo e della sua resistenza contro uno dei più feroci regime esistenti al mondo. Lo stesso regime che allo stesso tempo che siede ai tavoli del negoziato sul suo programma nucleare militare schiaccia anche il bottone delle sue autobombe e sguinzaglia i suoi uomini kamikazze in mezzo mondo e in particolar modo in Afghanistan e in Iraq contro i militari italiani e americani.
Il popolo iraniano non dimenticherà mai coloro che gli sono stati vicini nei momenti più tenebri della sua storia.
Grazie ancora
karimi davood

Roma, 11 nov (Velino) - “La mozione contro la repressione iraniana che ho depositato oggi alla Camera ha riscosso un grande successo di adesioni bipartisan” dichiara in una nota Fiamma Nirenstein, vicepresidente della commissione Esteri della Camera. Il testo, che in pochi giorni ha raccolto 45 adesioni, “prende spunto - spiega - dal caso dello studente iraniano Mahmoud Vahidnia che, il 28 ottobre scorso, ha affrontato l’ayatollah Ali Khamenei nel corso di un incontro pubblico e del quale non si hanno più notizie certe dopo che pare sia stato fermato da agenti dell’intelligence. La mozione affronta in maniera più estesa il tema della repressione del dissenso in Iran a seguito delle controverse elezioni presidenziali del 12 giugno scorso, evidenziando come, da allora, non sia ancora stata fatta chiarezza sul reale numero delle vittime negli scontri né delle persone tuttora in stato di fermo, e segnalando come siano almeno 36 le persone delle quali non si hanno più notizie. La mozione, che cercheremo di far calendarizzare al più presto, impegna il governo, oltre a cercare di fare luce sul caso del giovane Vahidnia, a farsi promotore anche in sede europea di una politica comune volta a fare chiarezza sulle continue violazioni di diritti umani in Iran”.

Segue l’elenco dei firmatari: Fiamma Nirenstein (Pdl), Furio Colombo (Pd), Rita Bernardini (Radicali-PD), Souad Sbai (Pdl), Gianfranco Paglia (Pdl), Gianni Vernetti (Misto), Benedetto Della Vedova (Pdl), Emerenzio Barbieri (Pdl), Giuliano Cazzola (Pdl), Walter Verini (Pd), Renato Farina (Pdl), Gabriella Carlucci (Pdl), Margherita Boniver (Pdl), Antonio Razzi (Idv), Marco Calgaro (Pd), Gianni Mancuso (Pdl), Carmen Motta (Pd), Riccardo De Corato (Pdl), Alberto Torazzi (Lnp), Beatrice Lorenzin (Pdl), Enrico La Loggia (Pdl), Giuseppe Marinello (Pdl), Francesco Laratta (Pd), Giancarlo Lehner (Pdl), Domenico Di Virgilio (Pdl), Jean Leonard Touadi (Pd), Antonio Foti (Pdl), Amalia Schirru (Pd), Salvatore Torrisi (Pdl), Silvano Moffa (Pdl), Lucio Barani (Pdl), Alessandro Ruben (Pdl), Emanuele Fiano (Pd), Calogero Mannino (Udc), Olga D’Antona (Pd), Enzo Raisi (Pdl), Paolo Corsini (Pd), Francesco Tempestini (Pd), Raffaello Vignali (Pdl), Luca Barbareschi (Pdl), Enrico Pianetta (Pdl), Francesco Nucara (Misto-Repubblicani), Paola Goisis (Lnp), Pierangelo Ferrari (Pd), Angela Napoli (Pdl).

ROBERTO SAVIANO RENDE OMAGGIO ALLE DONNE IRANIANE E IN PARTICOLARE A NEDA E TARANE


Nella foto Roberto saviano lo scrittore che nel programma "che tempo che fa" condotto dal giornalista Fabio Fazio ha reso omaggio a due donne iraniane uccise barbaramente dal regime dei mullah

Nella foto Neda Agha Soltan uccisa il 20 giugno scroso durante una pacifica manifestazione di piazza a Teheran

Nella foto Taraneh Moussavi, arrestata, violentata ripetutamente dagli agenti del regime dei mullah e uccisa
Nel programma di stasera, "Che tempo che fa", condotto da Fabio Fazio e con la partecipazione dello scrittore Roberto Saviano, ha reso omaggio al popolo, alla resistenza delle donne iraniane in un modo assai egregio e maestoso raccontandola storia di due simboli della recente rivolta popolare iraniana: Saviano ha parlato di Taraneh Moussavi e Neda Agha Soltani, due ragazze che partecipavano attivamente alle manifestazioni post-elettorali del 12 giugno scorso in cui il pasdar terrorista Ahmadinejad è stato riconfermato per la seconda volta dal capo supremo del regime iraniano Ayatolterrore Ali khamenei.
A nome di Neda, Taraneh e delle loro famiglie desidero ringraziare il coraggioso scrittore italiano che ha reso omaggio a due simboli della resistenza iraniana sottolineando la volontà delle donne iraniane di lottare, non per morire ma per essere disposte a morire per la libertà e la democrazia in Iran. Saviano, come è nel suo stile in un'atmosfera di assoluto silenzio dei presenti ha cominciato a raccontare la storia di Taraneh Moussavi e di tutto quello che le è successo subito dopo l'arresto e il trasferimento in una località segreta. Saviano ha raccontato le ripetute violenze sessuali a cui è stata sottoposta Taraneh da parte di numerosi guardiani della rivoluzione aggiungendo che " Taraneh aveva le parti genitali posteriori ed anteriori lacerate" tanto è vero che i pasdaran l'hanno riportata furoi dall'ospedale bruciandola e successivamente ucciderla per coprire il loro crimine.
Saviano ha poi spiegato il perchè del regime iraniano sull'uso la violenza sessuale contro chiunque venga arrestato ed ha aggiunto che il regime dei mullah attraverso tale misura cerca di terrorizzare silenziosamente la società e dire ai ragazzi ed alle ragazze della protesta che "la violenza sessuale vi attende"!
Saviano alla fine ha commemorato egreggiamente le due bellissime figure della resistenza iraniana e ha detto che il regime dei mullah sceglie le sue prede tra le più belle ragazze perchè è "nemico della bellezza e delle gioia e della vita" aggiungendo che Neda e Taraneh era due "bellissime" ragazze che amavano la vita, il trucco, la musica e non volevano assolutamente morire. Loro volevano vivere ma vivere in Libertà e democrazia scegliendo come vestirsi e truccarsi liberamente".
Da parte dell'Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia ringrazio in primo piano il conduttore Fabio Fazio del programma "che tempo che fà" che ha concesso un ampio spazio allo scrittore Saviano per poter commemorare le due bellissime figure della grande rivolta popolare iraniana e poi dico a Saviano grazie. Stasera hai reso omaggio al popolo iraniano ed in particolare alle donne come il principale fattore del successo della grande battaglia-rivolta iniziate per rovesciare il regime dei mullah,per riportare la democrazia e la libertà in Iran.

venerdì 6 novembre 2009

IRAN, IL RUOLO DELLE DONNE NELLE PROTESTE DEL 4 NOVEMBRE, GIORNATA DELLO STUDENTE














La manifestazione di fronte all'ambasciata russa con slogan: "l'ambasciata russa è il covo delle spie"!

mercoledì 4 novembre 2009

iran: duri scontri a Teheran tra i manifestanti e le forze della sicurezza. Manifestanti gridavano: "Obama o con o con il dittatore"

ARRESTATA LA MAMMA DI NEDA
Mehdi Karubi, ex candidato arrestato e picchiato
I FERITI VENGONO CURATE NELLE CANTINE IN TIMORE DELLE RITORSIONI DELLA sEPAH pASSDARAN
LE CARCERI EXTRACOLME DI PERSONE ARRESTATE
GLI ARRESTATI SOTTOPOSTI ALLE PIU' DISUMANE MISURE DI DETENZIONI
I manifestanti gridavano:"Hoosei Barak Obama o con noi o con il regime dei mullah"

Un significativo slogan dei manifestanti: Obama, Obama O con noi O con loro(I mullah,ndr)


Manifestazioni all'interno del campus universitario di Teheran

width="425" height="344">

I manifestanti calpestano il ritratto del capo supremo Ali Khamenei


slogan dei manifestanti: "Iran verde e prosperosa non vuole la bomba atomica"



un breve filmato sulla feroce attacco delle forze Basiji contro i cittadini di Teheran

Un breve filmato delle manifestazioni di oggi a Teheran

un breve filmato sul soccorso della popolazione nelle cantine delle abitazioni, prestato ai manifestanti feriti durante gli scontri

mercoledì 4 novembre 2009
DURI SCONTRI TRA GLI STUDENTI E LE FORZE DI SICUREZZA
Secondo le informazioni appena giuntemi dall'Iran sono in corso numerose manifestazioni di protesta contro il regime di Ahmadinejad, I manifestanti scandiscono gli slogan "Morte al dittatore, morte a Khamanei". Ci sono stati numerosi scontri tra i manifestanti e le forse basiji che hanno aggredito la gente coi bastoni, coltelli, asce e pallottole. Ci sono stati numerosi feriti e morti. Gli ospedali di Teheran sono colmi di feriti. La Sepah Passdaran si trova in uno stato d'allarme rossa e ha mobilitato tutte le sue forze a disposizione. Le strade di Teheran sono diventate dei campi di battaglia tra la gente e i Passdaran ceh sparano sui manfestanti. Il carcere di Evin è stracolmo di ragazzi arrestati stamattina.
karimi davood

martedì 3 novembre 2009

ROMA, PIAZZA BARBERINI, MANIFESTAZIONE DI SOLIDARIETA' CON GLI STUDENTI IRANIANI


Nella foto: sulla lavagna "nostro appuntamento il 4 novembre; noi siamo figli dell'Iran"

"MORTE AL DITTATORE, VIVA LA LIBERTA' E LA DEMOCRAZIA IN IRAN"

Associazione giovani iraniani in Italia in occasione della giornata degli studenti, 13 aban( calendario iraniano), ha organizzato per domani una manifestazione di solidarietà con gli studenti e con la grande rivolta popolare. La manifestazione si terrà a Roma in piazza Barberini alla quale hanno aderito Associazione donne democratiche e associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia.
La data 13 Aban, 4 novembre è uno storico appuntamento annuale in cui si commemora il ricordo di decine di studenti di Teheran caduti sotto le pallottole del regime dello Scià.
Associazione Giovani iraniani in Italia
Orario: dalle 14 alle 16
Luogo: Roma Piazza Barberini

lunedì 2 novembre 2009

IRAN:GASPARRI,COMUNITA’INTERNAZIONALE FACCIA LUCE SU VAHIDNIA


Nella foto il presidente Gasparri

nella foto lo studente iraniano Mahmoud Vahidnia che ha sfidato Khamenei
INTERVENTO PUBBLICO DEL PRESIDENTE GASPARRI A FAVORE DELLO STUDENTE IRANIANO CHE HA SFIDATO IL CAPO DEL REGIME DEI MULLAH AYATOLTERRORE ALI KHAMENEI
(AGI) - Roma, 2 nov - “Chiederemo in Parlamento al governo italiano di attivarsi con immediatezza nell’ambito della comunita’ internazionale perche’ si faccia luce sul caso di Mahmoud Vahidnia, lo studente iraniano da cui non si hanno notizie dopo un suo pubblico intervento alla presenza dell’ayatollah Ali Khamenei”. Parla il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri.

“Vogliamo sapere con urgenza - incalza Gasparri - se Vahidnia e’ libero o detenuto, perche’ la sua iniziativa assuma un grande valore simbolico nell’impegno della comunita’ internazionale per la liberta’ dell’Iran. Anzi, da questo punto di vista si deve fare di piu’. Non e’ accettabile che mentre Ahmadinejad prepara armi nucleari ed annuncia la distruzione di Israele, all’interno dell’Iran si reprima con violenza ogni tipo di dissenso. Ci sono gia’ stati episodi che probabilmente la comunita’ internazionale ha sottovalutato. Bisogna fare di Mahmoud Vahidnia un simbolo della liberta’ ed assumere immediate iniziative su questa vicenda, anche mettendo in discussione i rapporti politici e diplomatici con l’Iran la cui condotta diventa ogni giorno piu’ intollerabile. Cosa fanno le organizzazioni internazionali? Dove sono le organizzazioni che spesso polemizzano perfino con le politiche per la sicurezza italiane? Perche’ tacciono e non agiscono? Le nostre iniziative nel Parlamento italiano serviranno a stimolare non solo il nostro governo, ma tutti coloro che hanno a cuore le ragioni della liberta’”. (AGI
Karimi Davood: un caloroso ringraziamento al presidente Gasparri da parte dell'Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia per il suo impegno a favore dei diritti umani in Iran.
Grazie presidente!

domenica 1 novembre 2009

Scomparsa la poetessa Alda Merini



Le nostre più profonde condoglianze al popolo italiano per la scomparsa di Alda Merini, una delle più grandi poetessse dell'900.

LA DOLOROSA STORIA DELLA DONNA IMPICCATA DUE SETTIMANE FA


Soheila Ghadiri (Khorshid), impiccata due settimane fa nel carcere di Evin
La vera storia di Soheila Ghadiri impiccata recentemente.
Il racconto dello zio pubblicato in un sito iraniano:

Alcuni giorni fa un anziano signore entra negli uffici del giudice Jaberi, responsabile della "sezione esecuzioni delle condanne a morte della procura di Teheran". E gli dimostra la carta d'Identità di una donna di nome khorshid( il sole), chiedendogli la consegna del cadavere della donna chw è stata impiccata con il nome di Soheila Ghadiri. L'anziano signore si presenta come lo zio della donna di cui è apparso sui giornali la foto e la notizia dell'impiccagione. Il giudice Jaberi dice di "non conoscere questo nome" e che non gli risulta tra le persone impiccate recentemente. Ma l'anziano signore insiste aggiungendo che la donna impiccata due settimane fa non si chiamava Soheila Ghadiri ma si chiamava Khorshid e che il nome era inventato da lei per non rovinare la reputazione della famiglia.
Lo zio di Khorshid aggiunge che 10 anni fa il padre della donna fu ucciso in una rissa e lui si era incaricato di adottare la famiglia della sorella coi figli portandoli nella sua città nel sud dell'Iran sistemanoli in una casa in affitto. Ha poi raccontato che Khorshid era una bella ragazza e il padre la costringeve di uscire nelle strade e di vendere le sigarette .
Dopo alcuni mesi Khorshid decide di fuggire dalla nuova città e di rifugiarsi a Teheran dove avrebbe avuto più occasioni per una sistemazione migliore.
Purtroppo la città di Teheran è stata poco clemente con lei e l'ha abbandonata nelle mani degli uomini che si approfittavano di Lei tenendo conto anche delle sue condizioni mentali critiche. Khorshid ha raccontato che le "case abbandonate erano il suo letto e il cielo la sua coperta". Avevao vissuto nel caldo e freddo della città di Teheran rifugiandosi nelle zone e palazzi abbandonati dove veniva spesso aggredito e sfruttato da altra gente che si trovavano nelle stesso condizioni sue.
Khorshid rimane incinta e prima del parto viene portato in una casa per le mamme abbandonate e dopo 5 giorni dal parto sgozza il figlio. In tribunale durante il processo gridava:" lo ammazzato per amore non volevo che si trovasse nelle mie stesse condizioni non sapevo come crescerlo". Khorshid viene condannata dalla ingiustizia islamica del regime khoeminista a morte per impiccagione. Non aveva soldi per nominare un avvocato. Lei si rassegnò alla sentenza del giudice. Non fece nulla contro la condanna a morte. La riteneva una sua liberazione. Infatti non ne parlo mai coi familiari che ognitanto contattatva per avere un pò di soldi per comprare la frutta!

Nel carcere di Evin, un giorno Khorshid parla con una sua assistente sociale del e le confessa la sua vera storia e identità chiedendole di contattare lo zio per avere un pò di soldi. L'assistente sociale la mette in contatto con lo zio che dopo averla sentito le "grida ti devono impiccare". Dopo la telefonata l'uomo si pente del suo comportamento e si mette nuovamente in contatto con Khorshid che gli racconta la sua storia e l'uccisione del figlio di 5 giorni chiedendogli un pò di soldi per comprare la frutta:" Zio qui ci danno solamente da mangiare ma la frutta la dobbiamo comprare noi. sono tre anni che non mangio la frutta. Qui quando le amiche mangiano la frutta io le guardo e basta. portami per favore un pò di soldi. Zio qui non ho detto a nessuno che ho la famiglia. A tutti ho raccontato di essere sola e di non avere familiari. Qui mi sento sola e isolata ed estranea, aiutami per favore. ho tanta voglia di mangiare un pò di frutta!" L'anziano signore racconta al giudice che a causa della sua pessima situazione economica non ha potuto esaudire il desiderio della nipote e racconta ancora che alcune settimane fa riceve ancora una telefonata di lei in cui Khorshid chiedeva di "poter vedere per ultima volta la madre" senza dire che sarebbe stata impiccata fra pochi giorni ma lo zio non ha ancora potuto esaudire questo desiderio per le pessime condizioni di salute della madre. Khorshid non aveva mai detto alla famiglia che è stata condannata a morte da un regime che nl nome dell'Islam ha fomentato nei suoi trentanni di maligno regno solamente la violenaza e la povertà e la fame. Khorshid si prostituiva per la fame e la miseria in cui si trovava. Il caso di Khorshid ha scosso duramente la coscienza degli iraniani e di tutti quanti che hanno saputo della sua storia post-mortum. E' stata la donna più povera e più sola. Dopo l'impiccagione avvenuta, quando il funzionario del carcere di Evin è uscito dal cancello per chiamare i suoi familiari ha incontrato un silenzio assoluto tra i presenti. Non aveva nessuno fuori dal cancello per ritirare il suo corpo distrutto e soffocato dalla furia disumana del regime di Ahmadinejad.
"Il Sole" è stata impiccata per ordine del giudice Jaberi assieme al suo amore e all'ultimo desiderio: vedere e abbracciare la mamma per ultima volta!
Khorshid, Sole, sei viva nei nostri ricordi.
karimi davood

UNA BUONA NOTIZIA DALL'IRAQ: FONDATO IL MOVIMENTO NAZIONALE IRACHENO


Nella foto: Dott. Saleh Motlak e Dotto Ayad Allawi


LA NUOVA FORMAZIONE E' UNA VITTORIA PER IL POPOLO IRACHENO E UNA DURA SCONFITTA PER IL REGIME DEI MULLAH DI TEHERAN

I sei soldati uccisi in Afghanistan da parte del terrorismo di Ahmadinejad e Khamenei
La formazione della nuova creatura politica in Iraq, composta dall'unione di due movimenti di grand rilievo nella lotta al fondamentalismo e al terrorismo iraniano permetterà agli iracheni di avere una maggiore sicurezza nelle battaglie politiche parlamentari futuri.La nuova creatura si chiama Il Movimento Nazionale Iracheno. E' composto dal connubio tra il movimento Vefagh Melli guidato dal dott. Ayad Allawi, ex primo ministro, e il Fronte del Dialogo Nazionale guidato dal dott. Saleh Al Matlak. Entrambi uomini politici godono un grande consenso popolare interna ed internazionale e in passato hanno subito numerosi attentati terroristici orchestrati e guidati dal regime iraniano contro i loro parenti, familiari e loro stessi. Questo movimento diventerà una roccaforte e una dica contro l'avvanzarsi delle interferenze di Teheran per cui dovrà essere supportato e aiutato da coloro che stanno cercando di stabilizzare la situazione politica del paese. Naturalmente Teheran ha minimizzato la formazione di questo movimento e cercherà di contrastarlo e colpirlo sia fisicamente che politicamente.
La tv Aljazira trasmettendo un servizio su questo avvenimento ha detto che l'obiettvo della nuova formazione è "creare delle opportune condizioni politiche nazionali per porre fine alle tendenze tribali in Iraq".
Secondo me, e conoscendeno entrambi i personaggi, avendo ospitato in Italia numerosi uomini e donne irachene legate a questi due uomini politici, ritengo una grande conquista per il popolo iracheno che da anni è bersagliato e colpito costantemente da parte del terrorismo iraniano. Ritengo opportuno e doveroso fare i nostri migliori auguri al popolo iracheno, al Movimento Nazionale Iracheno, al dott. Allavi e al dott. Motlak sperando che possano solidificare sempre di più l'unità del paese che oggi è sotto la minaccia iraniana. Questo evento è un primo passo verso un futuro parlamentare sano e privo di tensioni. Naturalmente non dobbiamo dimenticare che fin quando esiste il regime iraniano nè il popolo iracheno, nè il popolo americano, nè il popolo palestinese e nè il popolo israeliano vedranno la pace, la tranquilità e la sicurezza. Ormai il medioriente e in particolare modo Iraq, Afghanistan e Pakistan sono diventati, per il regime iraniano, un triangolo di tiro al bersaglio contro gli americani e le forze stranieri. I 6 soldati uccisi recentemente in Afghanistan sono stati colpiti direttamente dai sicari e terroristi mandati dal regime di Ahmadienjad.
In questo quadro drammatico e triste in cui l'intero mondo sta diventando vittima delle infiltrazioni del terrorismo iraniano ritengo opportuno sollecitare e aiutare coloro che sono contrari alle interferenze iraniane di riunirsi attorno ai tavoli di trattative e di dialogo e di comporre dei gruppi unici di lavoro. La mia esperienza trentennale mi permette di suggerire due parole: "resistenza e fermezza" come l'unica cura contro il fondamentalsimo islamico di matrice khomeinista senza le quali l'espansione della repubblica islamica spazzerà tutti i fini e confini regionali e mondiali issando la bandiera dell'islam khomeinista perfino nel giardino della Casa Bianca. In quel giorno al posto del presidente Obama avremmo un Ayattollah Obama!
karimi davood, analista politico

 
AID : AGENZIA IRAN DEMOCRATICO