sabato 31 luglio 2010

lunedì 26 luglio 2010

Iran, nuove sanzioni dalla Ue. grande soddisfazione delle comunità iraniane

Comunicato stampa
Finalmente anche l'Unione Europea ha deciso la strada della fermezza accogliendo le giuste e legittime richieste del popolo e della resistenza iraniano varando una serie di sanzioni e provvedimenti contro il settore energetico e militare del regime fondamentalista e terroristico dei mullah. Tale decisione segna un'altra grande vittoria per la popolazione che vede sparire le risorse energetiche del paese nelle tasche delle organizzazioni terroristiche e militari del regime di Ahmadinejad.
Secondo me queste misure sono giuste e necessarie ma non sufficienti per costringere Teheran a rinunciare il suo programma atomica militare con cui cerca di prendere in ostaggio l'intero mondo civile. Bisogna affiancare tali provvedimenti con una serie di iniziative rivolte e sostenere la popolazione che vive da trentanni in un regime sanzionatorio permanente. La più grave sanzione a cui è sottoposto il popolo iraniano è quella della mancanza della libertà di espressione e di opinione politica e religiosa.
A nome della comunità iraniana residente in Italia ringrazio il consiglio dei ministri dei 27 paesi europei che hanno oggi varato le sanzioni e chiedo ancora fermezza e determinazione contro il regime dei mullah che è la più grande minaccia nel terzo millennio per l'intera umanità. Bisogna mirare alle radici dell'albero del male e di non mollare e disposti a pagare il prezzo che è necessario da pagare onde garantire un futuro migliore le prossime generazioni garantendo la pace e stabilità e sicurezza per il mondo di oggi.
Grazie l'Unione Europea e un doppio ringraziamento al governo italiano per la sua disponibilità e prontezza nell'affrontare il pericolo iraniano.
Davood Karimi, presidente dell'associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia

Iran, nuove sanzioni dalla Ue

NUCLEARE
Colpito il settore dell'energia
I ministri degli Esteri dei 27 varano un pacchetto per indurre Teheran a rinunciare al programma nucleare. Colpite le industrie del gas e del petrolio, con divieto di nuovi investimenti, di assistenza tecnica e di trasferimento delle tecnologie....
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BRUXELLES - L'Unione Europea ha adottato nuove sanzioni contro il programma nucleare iraniano colpendo in particolare il settore energetico, il gas e il petrolio, strategico per la Repubblica islamica. Lo riferisce una fonte diplomatica che ha partecipato alla riunione dei ministri degli Esteri di 27.

Le misure adottate dalla Ue vanno persino oltre quelle varate dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu lo scorso 9 giugno. E' previsto il divieto di ogni nuovo investimento, assistenza tecnica o trasferimento di tecnologia in Iran, soprattutto nel campo della raffinazione e della liquefazione del gas.

Inoltre, gli scambi commerciali con la Repubblica Islamica devono essere resi più difficili, vietate le attività delle banche iraniane ed esteso il numero di cittadini iraniani a cui vietare il visto, con particolare riguardo per le guardie della rivoluzione, l'armata ideologica del regime di Teheran. La maggior parte delle sanzioni diventerà effettiva da martedi, con la pubblicazione sul giornale ufficiale della Ue.

GRANDE SODDISFAZIONE DELLE COMUNITà IRANIANE PER LE NUOVE SANZIONI VARATE DALL'EUROPA

Cosa dicono le sanzioni europee contro l'Iran
26 luglio 2010

Energia, finanza, trasporti: questi i tre principali settori toccati dalle nuove sanzioni Ue che scatteranno da domani con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Ue dei dettagli della ecisione varata oggi dai ministri degli Esteri dei 27.


ENERGIA. Scatta per gli operatori europei il divieto di investire nel comparto delle attività energetiche iraniane (petrolio, gas e liquifezione del gas). Inoltre, le imprese europee non potranno fornire attrezzature e trasferire tecnologie, ad esempio nel campo della raffinazione delle benzine, dove l'Iran dipende per il 40% dei suoi consumi dalle importazioni.

BANCHE. È previsto il congelamento dei fondi depositati all'estero dalle persone inserite nella 'black list' Ue (personaggi coinvolti in attività legate al nucleare o alle Guardie della rivoluzione). Ogni transazione di importo superiore ai 40.000 euro è vietata se non esplicitamente autorizzata. In Europa non potrano essere aperte nuove filiali di banche iraniane nè potranno essere avviate nuove relazioni tra istituti europei e iraniani.

TRASPORTI. Le navi iraniane sospette potranno essere ispezionate delle autorità portuali europee. I gestori dei servizi aeroportuali negli scali Ue non potranno fornire assistenza ai voli 'cargò iraniani. I beni all'estero della Irisl (Islamic Republic of Iran Shipping Lines) vengono congelati.

Al di là di queste misure, L'Ue prevede di limitare la copertura assicurativa alle operazioni commerciali con l'Iran e di rafforzare l'embargo già in atto sui beni a 'doppio usò (civile e militare). Complessivamente, la black list Ue dovrebbe arrivare a comprendere, con le nuove sanzioni, un centinaio di persone e oltre 60 tra società e filiali.

Iran: confermate condanne oppositori

25 luglio, 14:18


(ANSA) - TEHERAN, 25 LUG - I giudici d'appello hanno confermato in Iran sentenze fino a nove anni e mezzo di carcere emesse contro attivisti dell'opposizione. Le sentenze erano state emesse dalle Corti rivoluzionarie in seguito alle manifestazioni di protesta dello scorso anno contro la contestata rielezione alla presidenza di Ahmadinejad. Lo scrivono i siti dell'opposizione. Nove anni e sei mesi di reclusione sono stati inflitti a Bahareh Hedayat, una dirigente dell'organizzazione studentesca Tahkim Vahdat

Afghanistan: Intelligence, dall'Iran armi e soldi ai Talebani

NUOVE PROVE SUL TERRORISMO IRANIANO
Teheran, 26 lug. - (Adnkronos/Aki) - L'Iran sta conducendo una battaglia silenziosa contro le forze americane nel vicino Afghanistan fornendo soldi e armi ai Talebani, oltre che provvedendo ad addestrare alcuni militanti. E' quanto si legge nei documenti riservati resi noti dal sito WikiLeaks, secondo cui i servizi segreti afghani accusano il governo iraniano di fornire sostegno diretto ai Talebani. La tesi sostenuta nei documenti non puo' essere accertata, sottolinea il quotidiano 'Guardian' che rilancia la notizia, ma diplomatici americani di alto livello ammettono un maggior coinvolgimento iraniano in territorio afghano.

IRAN: LAPIDAZIONE DELL'"ADULTERA", SPARITO IL SUO AVVOCATO




(AGI/AFP) Teheran, 26 lug. - L'avvocato della donna condannata a morte per lapidazione in Iran e' scomparso dopo che le autorita' iraniane avevano emesso un mandato d'arresto nei suoi confronti. Lo rende noto il sito dell'opposizione Rahesabz.
Secondo un articolo pubblicato sul portale, "gli agenti di sicurezza si sono presentati sabato nell'ufficio di Mohammad Mostafai, ma l'avvocato in quel momento non era in sede". "Non sono riuniti ad arrestarlo. Ma sabato sera, hanno arrestato sua moglie, Fereshteh Halimi, e il fratello di lei, Farhad Halimi, vicino all suo ufficio. Da allora non si hanno notizie di Mohammad Mostafai".
l'avvvocato difende Sakineh Mohammadi-Ashtiani, la donna di 42 anni, madre di due figli, condannata alla lapidazione per adulterio da un tribunale iraniano. La pena, che ha suscitato un'ampia mobilitazione di condanna al livello internazionale, e' stata temporaneamente sospesa. Secondo Rahesabz, Mostafa, che e' anche un noto attivista a favore dei diritti umani, e' stato convocato due volte nei giorni scorsi per essere interrogato.

giovedì 22 luglio 2010

SHIRIN EBADI CITTADINA ONORARIA DI GENOVA!!!!!!!

Nobel iraniana Shirin Ebadi cittadina onoraria di Genova
Cerimonia nell'ambito della Settimana dei diritti
21 luglio, 19:36

(ANSA) - GENOVA, 21 LUG - Il premio Nobel Shirin Ebadi e' stata insignita con la cittadinanza onoraria di Genova insieme a un giornalista iraniano dissidente.

''Abbiamo molte cose in comune, voi italiani e noi iraniani - ha detto Ebadi, in esilio in Europa da un anno -. Per i nostri due popoli la democrazia ha in significato sacro, anche voi avete combattuto e resistito durante la dittatura e il ricordo dei vostri combattenti costituisce per noi un elemento di coraggio''. Alla cerimonia, nell'ambito della Settimana dei diritti, ha partecipato il sindaco Marta Vincenzi.(ANSA).

venerdì 16 luglio 2010

GRANDE VITTORIA DELLA RESISTENZA IRANIANA

GRANDE VITTORIA DELLA RESISTENZA IRANIANA: LA CORTE DI APPELLO AMERICANO HA SCAGIONATO I MOJAHEDIN DEL POPOLO DALL'ACCUSA DEL TERRORISMO ORDINANDO AL SEGRETARIO SI STATO LA SIGNORA HILARY CLINTON DI RIVEDERE LA LISTA NERA. I MIEI MIGLIORI AUGURI AI MOJAHEDIN DEL POPOLO IRANIANO

ATTENTATO SUICIDA A ZAHEDAN CONTRO I PASSDARAN

Fin dal 79, fin quando si insaturo' il regime fanatico e repressiv-terroristico del fondamentalismo islamico di matrice khomeinista, l'intero paese e' caduto dentro un diluvio di violenza, di repressione e di terrorismo che portato la morte e lo spargimento di sangue fin ogni 4 angoli della terra. Non esiste terra che non sia macchiata dalla violenza e dall'odio khomeinista che ha detestato qualsiasi valore e riferimento umanitario. Basta guardare la coronologia del terrore e ci si rende facilmente da dove nasce tanto odio e terrore. Nel solo Iran ci sono stati piu di 120000 donne e uomini consegnati alla BOIA che senza un minimo segno di umanita' ha sparato nel corpo e nell'anima di chi aveva evocato il desiderio di avere la liberta' e la democrazia. Nell'ultimo anno, il mondo intero, grazie agli occhi di Neda Aghasoltan e di numerosi altri caduti diffusi attraverso l'internet ha potuto testimoniare quanto sia disumano questo regime clericale. Ancor di piu' anche sul piano della lotta alla costruzione della bomba atomica dei mullah il mondo civile e le sue istituzioni democratiche hanno preso, pur in ritardo enorme, delle posizioni nette e penetranti che hanno indotto il regime dei mullah a intraprendere delle iniziative terroristiche contro i paesi che hanno partecipato a questa giusta inizitiva umanitaria a favore del popolo iraniano. L'attentato di oggi e di IERI contro i militari italiani e stranieri in Afghansitan e in Iraq fa parte di questo controattacco del regime di Ahmadinejad.
Per quanto riguarda l'attentato di Zahedan devo aggiungere che i ragazzi kamikaze legati al gruppo Jundollah hanno sferrato il loro attacco contro una cerimonia militare della Sepah Passdaran in rappresaglia all'uccisione del loro leader comandante Righi, arrestato in Pakistan e riportato in Iran e impiccato in prigione . Secondo le informazioni in mio possesso tutte le vittime di questo attentato fanno parte del corpo della Sepah Passdaran e dei Basiji che hanno partecipato attivamente contro la grande rivolta popolare del paese. Il regime di Ahmadinejad ha subito dichiarato che le vittime sono dei civili e non dei militari. Anche questa dichiarazione del regime dimostra il fatto che quanto sia colpito nel cuore da questo doppio azione di rappresaglia sferrato dal movimento Righi-Jundollah.
Concludo e ribadisco il fatto che tutto questo spargimento di sangue compreso la morte dei militari italiani, l'uccisione delle donne e dei giovani iraniani hanno radici nell' identita' disumana del regime dei mullah. La mia esperienza trentennale puo' testimoniare che in molte occasioni lo stesso regime dei mullah ha organizzato degli attacchi terroristici contro le sue stesse forze civili e militari per poi attribuirne la responsabilita' alle forze della resistenza iraniana. In ogni caso condanno fermamente qualsiasi azione violenta che coinvolga la popolazione inerme e aggiungo che alla fine dei conti e' responsabilita' della popolazione a scegliere i modi piu' giusti per combattere la repressione applicata dal regime dei mullah.
Davood Karimi


Iran: attentati,bilancio sale a 26 morti
Hillary Clinton ha condannato le azioni terroristiche
16 luglio, 10:23


Guarda la foto1 di 1 (ANSA) - TEHERAN, 16 LUG - E' salito a 26 morti e oltre 300 feriti il bilancio di un doppio attentato suicida avvenuto ieri presso una moschea sciita in Iran. Il gruppo estremista sunnita Jundullah, il cui capo, Abdolmalek Righi, e' stato impiccato il mese scorso a Teheran, ha rivendicato gli attentati, compiuti nella Grande moschea di Zahedan, capoluogo della provincia del Sistan-Baluchistan. Il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, ha condannato gli attentati

giovedì 8 luglio 2010

MANIFESTAZIONE DI SOLIDARIETA CON LA grande rivolta popolare iraniana

Roma: manifestazione di protesta contro il regime dei mullah in occasione dell'anniversario della rivolta studentesca del 18 Tir, repressa in sangue dal regime dei mullah:
luogo: Roma di fronte all'ambasciata iraniana in via Nomentana dalle ore 13 alle 16

BAZAR DI TEHERAN E' IN SCIOPERO DA TRE GIORNI: UN MORTO

ultime notizie da Teheran: Bazar è in sciopero. Numerosi arresti. Un morto e molte persone ferite. In continuo incremento i scioperi dei bazar dell'Iran contro il regime di Ahmadinejad

martedì 6 luglio 2010

IRAN IMPICCATI 5 UOMINI E UNA DONNA


Nella città di Orumieh è stata impiccata una donna insieme al figlio
Ad Isfahan sono stati impiccati 4 uomini


(ANSA) - TEHERAN, 6 LUG - Quattro uomini condannati a morte per traffico di stupefacenti sono stati impiccati nel carcere di Isfahan, nell'Iran centrale. Le esecuzioni sono avvenute ieri.

Queste impiccagioni portano a 88 il numero delle persone messe a morte dall'inizio dell'anno in Iran, secondo fonti di stampa.

Nella Repubblica islamica la pena capitale e' prevista per omicidio, traffico di stupefacenti, rapina a mano armata, violenza carnale, spionaggio e adulterio.

Iran: 4 impiccati Per traffico di droga

Il regime terrorista e fondamentalista dei mullah spesso e volentieri manda al patibolo i prigionieri politici con la falsa accusa di essere "trafficanti di droga"!
06 luglio, 19:42

(ANSA) - TEHERAN, 6 LUG - Quattro uomini condannati a morte per traffico di stupefacenti sono stati impiccati nel carcere di Isfahan, nell'Iran centrale. Le esecuzioni sono avvenute ieri.

Queste impiccagioni portano a 88 il numero delle persone messe a morte dall'inizio dell'anno in Iran, secondo fonti di stampa.

Nella Repubblica islamica la pena capitale e' prevista per omicidio, traffico di stupefacenti, rapina a mano armata, violenza carnale, spionaggio e adulterio.

APPELLO PER SALVARE UNA MAMMA DI BIMBI DALLA LAPIDAZIONE

ADESIONE DELL'ASSOCIAZIONE RIFUGIATI POLITICI IRANIANI ALL'APPELLO DEI DUE FIGLI DELLA SIGNORA SAKINEH CONDANNATA ALLA LAPIDAZIONE PER ADULTERIO
CHIEDIAMO ALLE ORGANIZZAZIONI PER I DIRITTI UMANI E AI SEMPLICI CITTADINI DI PROTESTARE PRESSO L'AMBASCIATA DEL REGIME DEI MULLAH CHIEDENDO IMMEDIATO RILASCIO DELLA SIGNORA ASHTIANI
IN PARTICOLARE CI RIVOLGIAMO AL GOVERNO ITALIANO E IN PARTICOLARE AL PRESIDENTE BERLUSCONI DI CONVOCARE L'AMBASCIATORE IRANIANO E DI PRESENTARGLI LAPROTESTA UFFICIALE DEL GOVERNO ITALIANO CONTRO QUESTO ENNESIMO CASO DISUMANO OLTRE ALLA PENA DI MORTE INFLITTE AI MINORENNI
PER DOMANI E'PREVISTA L'ESECUZIONE DI UN MINORENNE NEL CARCERE DI ADEL ABAD DI SHIRAZ




NELLA FOTO LA SAKINEH MOHAMMADI ASHTIANI, CONDANNATA ALLA LAPIDAZIONE


Condannata alla lapidazione per adulterio: i figli lanciano un appello
di Eleonora Tiso - Martedì 6 Luglio 2010 alle 11:30



La disperata richiesta di aiuto per la loro madre da parte dei due figli è l’ennesimo segnale della gravità della condizione in cui versano le donne vittime dell’estremismo religioso. La donna iraniana, 43enne, si chiama Sakineh Mohammadi Ashtiani ed è stata condannata alla pena di morte per lapidazione dopo un’accusa di adulterio.

Nel maggio 2006 aveva ricevuto 99 frustate perché accusata di rapporti extra coniugali con due uomini e, così, ieri Amnesty International ha chiesto alle autorità iraniane di fermare l’esecuzione imminente della donna, madre di due ragazzi, e l’impiccagione di un’altra donna che ha affermato di essere un’attivista politica.


Nonostante questo, però, la donna è stata condannata perché, secondo del codice penale islamico dell’Iran, l’adulterio è punito con la lapidazione o la fustigazione, mentre omicidi e altri reati come il traffico di droga sono puniti con l’impiccagione.

Come si legge sul Daily Mail, le condanne alla lapidazione sono state ampiamente utilizzate dopo la rivoluzione islamica del 1979 in Iran, anche se negli ultimi anni erano divenute molto rare. Ora, l’ultimo drammatico appello arriva dai due figli della donna.

Sajad, 20 anni, e Farideh, 16, hanno infatti detto:

Per favore aiutateci a porre termine a questo incubo e a non farlo diventare realtà. Spiegare i minuti e i secondi delle nostre vite è molto difficile. Le parole perdono il loro significato in questi momenti di agonia. Aiutateci a salvare nostra madre.




(AGI)IRAN: RISCHIA LAPIDAZIONE, APPELLO PER SALVARE MAMMA 2 BIMBI 07:00
IRAN: RISCHIA LAPIDAZIONE, APPELLO PER SALVARE MAMMA 2 BIMBI
Washington - Una donna iraniana 42enne, madre di due bambini, rischia la lapidazione da un momento all'altro in Iran. La donna e' stata condannata nel 2006 per adulterio, che fu costretta a confessare -secondo i suoi difensori- dopo 99 frustate.

lunedì 5 luglio 2010

Iran: sanzioni, aerei a secco all'estero

Davood Karimi: il mancato rifornimento di carburante agli aerei iraniani da parte di alcuni paesi europei e del Golfo Persico è un'ottimo segnale da parte della comunità internazionale contro le ambizioni atomiche del regime fondamentalista dei mullah e va incoraggiato e sostenuto dal resto del mondo civile. A nome dell'Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia condivido e sostengo questa iniziativa intelligente ed efficace contro il sistema di trasporto iraniano con cui il regime di Ahmadinejad fornisce costantemente la sua rete terroristica nel resto del mondo. L'occidente e al suo capo gli Stati Uniti D'America hanno perso inutilmente 8 anni negli inutili negoziati che hanno permesso ulteriormente al regime iraniano di portare avanti il suo pericolosissimo piano atomico militare e hanno anche ulteriormente spinto il mondo verso una catastrofica guerra con il regime di Ahmadienjad. Ma ancora non è tardi. C'è un detto persiano secondo cui " qualora si cattura il pesce dall'acqua sarà ancora fresco"! L'adozione di questo prezioso provvedimento dimostra che il mondo civile sta aprendo gli occhi su una dura realtà assai pericolosa ed esplosiva: il regime dei mullah si sta avvicinando pericolosamente alla bomba atomica. Secondo me bisogna trovare un modo più concreto e coeso per contrastare le ambizioni atomiche iraniane costituendo quanto prima una larga intesa tra i paesi coinvolti nella faccenda iraniana aggiungendo alle sanzioni anche un grande supporto al dissenso interno contro il regime dei mullah.La comunità internazionale non deve avere paura degli effetti sulla popolazione iraniana. Quest'ultima è da trentanni che è sottoposta alle più feroci sanzioni e restrizioni imposte dal regime di Ahmadinejad. Le sanzioni mirate e ben studiate contro la vendita di petrolio che è l'unica fonte di approvvigionamento per il terrorismo e per la repressioni interna saranno un mezzo assai efficace e produttive in seno alla lotta per la libertà e la democrazia. La pace e la sicurezza nel mondo passano attraverso un profondo cambiamento politico del scenario attuale.
Non bastano le sole iniziative restrittive ma necessitano anche urgentemente iniziative di sostegno e di supporto a coloro che sono attivi nella lotta per la libertà e la democrazia in Iran.
Quattro Paesi rifiutano rifornimenti ma Ahmadinejad rassicura
05 luglio, 18:39

(ANSA) - TEHERAN, 5 LUG - Gb, Germania, Eau e Kuwait si rifiutano da giovedi' scorso di rifornire carburante agli aerei passeggeri iraniani nei loro scali. Un segnale che forse le sanzioni decise la settimana scorsa dagli Usa contro Teheran per il suo programma nucleare cominciano a mordere, ma il presidente Ahmadinejad insiste nel dire che non avranno alcun effetto.

Secondo Aliari, per far fronte a questa situazione gli aerei civili iraniani devono fare scalo in aeroporti di altri Paesi raddoppiando le spese.

Le sanzioni all'Iran

5 luglio 2010

Il presidente statunitense Barack Obama ha convertito in legge le sanzioni votate recentemente dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU contro la Repubblica Islamica. Washington eserciterà maggiori pressioni sulle aziende che commerciano con gli Stati Uniti perché blocchino le esportazioni di benzina e di tecnologia all’Iran.

L’economia iraniana non è assolutamente autarchica. L’Iran è il quarto maggior produttore di petrolio del mondo (3,8 milioni di barili al giorno), l’esportazione di petrolio grezzo rappresenta oltre il 24% del PIL nonché il 75% delle entrate dello stato. Ma l’industria petrolifera iraniana versa in pessime condizioni per la cattiva manutenzione e la vecchiezza degli impianti, a causa dei mancati investimenti. L’Iran è dunque costretto a importare il 30% della benzina dall’estero e ad acquistare tecnologia, capitali e servizi dall’Occidente per mandare avanti l’economia.

Gli USA e l’UE sperano che le nuove sanzioni riescano a convincere l’Iran a rinunciare al programma nucleare. Ma se che gli Stati Uniti non imporranno il blocco fisico alle importazioni di benzina o alle esportazioni di petrolio la Repubblica Islamica potrà commerciare tramite gruppi illegali organizzati, disposti a correre qualunque rischio pur di ottenere lauti guadagni. L’esempio del programma Oil-for-Food per l’Iraq è un classico esempio di ciò che potrebbe accadere.

Le sanzioni saranno inefficaci se non saranno fatte rispettare con un blocco navale – ma renderanno più difficile la vita alla Repubblica Islamica.

Attualmente le sanzioni in vigore contro la Repubblica Islamica sono tre.

1) La risoluzione del Consiglio di Sicurezza 1929

Approvata dal Consiglio di Sicurezza ONU il 9 giugno con 12 voti a favore (fra cui Russia e Cina), due contrari (Turchia e Brasile) e un astenuto (Libano).

Le sanzioni prendono di mira 41 aziende, fra cui la compagnia di trasporti della Repubblica Islamica e l’impresa edile Khatam al Anbiya (Ghorb), controllata dai Pasdaran. Secondo la risoluzione tutti gli stati possono requisire i carichi illeciti e distruggerli. L’Iran ha minacciato di bloccare il traffico di petrolio nello stretto di Hormuz in caso di confisca delle proprie navi.

2) Comprehensive Iran Sanctions Accountability and Divestment Act.

Sono le sanzioni approvate dagli Stati Uniti.
Colpiscono tutte le aziende che forniscono benzina alla Repubblica Islamica – produttori, industrie di trasporto, etc.

In passato l’Iran aveva formato joint ventures con Malesia, Indonesia, Azerbaigian, Regno Unito e Croazia per ottenere la tecnologia necessaria a sviluppare i propri giacimenti e ammodernare le raffinerie. In base alle nuove sanzioni le aziende che continueranno a vendere benzina e tecnologia industriale alla Repubblica Islamica non potranno più accedere alla Banca Statunitense per l’Import-Export, e non potranno quindi vendere i propri prodotti sul mercato statunitense né stipulare contratti con il governo.

3) La dichiarazione dell’UE contro l’Iran.

Il Consiglio dei Ministri dell’UE ha approvato le sanzioni all’unanimità, e ha passato il compito di deciderne i meccanismi d’attuazione al Consiglio per gli Affari Esteri. A metà luglio dovrebbe uscire la versione definitiva.

Le sanzioni aggiuntive proposte dall’UE mirano a colpire i settori finanziario, energetico, commerciale della Repubblica Islamica. Si tratta di una scelta importante, dato che finora le aziende europee hanno continuato a fornire tecnologia alla Repubblica Islamica. Le nuove sanzioni intendono bloccare ‘nuovi investimenti, assistenza tecnica e trasferimenti di tecnologie, attrezzature e servizi in ambiti quali raffinazione, liquefazioni e tecnologia LNG (gas naturale liquefatto)’. Dato che l’Iran acquista buona parte della tecnologia dall’Europa, soprattutto dalla Germania, le sanzioni europee creeranno senz’altro problemi al regime iraniano.

Quale sarà l’esito delle sanzioni?

Le sanzioni normalmente vengono rispettate dalle grandi multinazionali, che pur di salvare la reputazione si adeguano immediatamente alle nuove direttive. Sono numerose le aziende che hanno deciso di interrompere le reazioni commerciali con l’Iran:

· l’azienda spagnola Repsol il 28 giugno ha annunciato di essersi ritirata da un progetto a partecipazione mista con la Royal Dutch Shell per lo sviluppo del giacimento di South Pars, in Iran;
· lo stesso giorno l’azienda francese Total ha smesso di vendere benzina all’Iran;
· l’azienda italiana Eni il 29 aprile si è ritirata da un progetto di sviluppo del giacimento di Darkhovin, in Iran;
· l’azienda russa LUKOIL il 7 aprile ha cessato la vendita di benzina all’Iran;
· l’azienda malese Petronas il 15 aprile ha dichiarato che avrebbe smesso di importare greggio dall’Iran;
· l’azienda indiana Reliance Industries il 1 aprile ha interrotto le importazioni di petrolio dall’Iran;
· le aziende svizzere Trafigura e Vitol hanno interrotto le vendite di benzina;
· l’azienda inglese Lloyd a marzo ha dichiarato di volersi adeguare alle nuove sanzioni;
· l’azienda tedesca Munich Re ha dichiarato che non avrebbe più fatto affari con le compagnie di assicurazioni iraniane;
· la compagnia di assicurazioni German Reinsurer Hannover Re AG smetterà di collaborare con l’Iran;
· la compagnia di assicurazioni europea Allianz a febbraio ha dichiarato di voler chiudere tutti i contratti con l’Iran;
· l’azienda tedesca Siemens ha dichiarato a febbraio che avrebbe smesso di fare affari con l’Iran;
· l’azienda svizzera Glencore ha smesso di vendere benzina all’Iran.

Tuttavia il mercato nero è florido, e molte aziende continuano a vendere tramite terzi per evitare le sanzioni. Aziende quali Glencore, Vitol e Trasfigura sono esperte nell’aggirare le sanzioni, mentre Reliance ha continuato a vendere benzina all’Iran attraverso l’azienda malese Petronas e l’azienda kuwaitiana Indipendent Petroleum Group.

Non essendo previsto il blocco navale, le sanzioni difficilmente riusciranno a raggiungere lo scopo prefissato e a scalfire il programma nucleare iraniano. L’UE e gli USA potranno guadagnare un po’ di tempo dando l’impressione di aver trovato un modo per risolvere la questione nucleare iraniana. Ma al di là della retorica, i risultati saranno alquanto limitati.

Iran: John Bolton:“la posizione di Maryam Rajavi sull’Iran è quella da eseguire”


Monday, 05 July 2010
CNRI - "Il motivo per cui noi dobbiamo sostenere l'opposizione democratica in Iran è per vedere finalmente un cambiamento al governo, il prima possibile. Alcuni importanti personaggi occidentali affermano che l'Iran non è ancora pronto per la democrazia; io credo fermamente che loro si sbaglino, e che invece l'Iran e gli iraniani siano pronti, più che pronti!" Questo è quel che ha dichiarato John Bolton a Tavergny lo scorso 26 giugno 2010.
Il vecchio ambasciatore americano all'ONU ha preso la parola dinanzi a migliaia e migliaia di iraniani, provenienti da ogni parte del mondo e recatisi in Francia per sostenere Maryam Radjavi e il Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana.
Prima di lui anche l'ex primo ministro spagnolo Aznar aveva sottolineato in un discorso come in Iran ci sia assoluto bisogno di un cambiamento democratico.

Ecco ancora altri estratti dal discorso di Bolton:


"Grazie mille a tutti voi. E' con immenso piacere che oggi mi trovo qui, in un'occasione cosى importante per il popolo iraniano e vi ringrazio di avermi dato la possibilità di essere qui. Vi dico subito che ci sono decine di migliaia di americani che credono fermamente che nelle politiche degli U.S.A. uno degli obiettivi più importanti da raggiungere sia quello di mediare per un cambiamento politico in Iran.

Non credo ci sia bisogno di ricordare a voi presenti quanti e quali crimini abbia commesso il regime e quanti innocenti siano morti.
E' un governo non legale, che mantiene il potere con la forza e la crudeltà dei suoi crimini. Quel che è davvero importante è che il resto del mondo si sta accorgendo che specie negli ultimi anni il regime è divenuto sempre più una dittatura militare. Si tratta di un regime di oppressione fascista che controlla totalmente l'Iran. La repressione crudele che è seguita alle elezioni presidenziali del 12 giugno dell'anno scorso ha aperto finalmente gli occhi all'opinione pubblica mondiale e non soltanto perchè l'elezione ed i risultati delle stesse sono stati truccati o perchè i Pasdaran e i Bassiji hanno esercitato pressioni e crimini sui cittadini iraniani, ma soprattutto perchè tutti si sono resi conto che il regime intimorito dalla forza del popolo, puٍ solo ricorrere alla maniere violente e che invece il popolo unito negli ideali democratici di libertà è molto unito e forte.

Io devo innanzitutto dire che gli americani specie dopo la questione del broglio elettorale hanno preso una posizione molto determinata. Io credo che l'amministrazione non voglia dire la verità su ciٍ che è accaduto in Iran perchè spesso sono state tese le mani per i negoziati e in particoloare per il programma delle armi nucleari.
Tutti coloro che conoscono il regime dovrebbero sapere che quella mano tesa ora non ci sarà più e non si negozierà su nulla, nè sul programma iraniano nè sulla libertà del popolo iraniano. Soprattutto dovrebbe capirlo l'amministrazione di Washington.

Io ci tengo ad assicurarvi che la popolazione americana, quella universitaria, quella dei congressi, quella dei circoli culturali ha perfettamente preso coscienza di come il regime di Teheran sia un regime con cui non si possa e non si debba assolutamente negoziare e con cui si debba per forza escludere la politica dell’accondiscendenza.

L'incontro di oggi è la dimostrazione per il regime di Ahmadinejad che l'Iran democratico esiste ed il popolo è unito, e soprattutto è un grande segnale che dichiara al mondo intero che gli iraniani desiderano esercitare legittimamente il controllo sul proprio paese e che stanno lottando per un governo civile e democratico.
Gli iraniani martoriati da una dittatura trentennale, meritano la libertà come ogni altro popolo ed i parlamentari europei, canadesi, americani stanno prendendo importanti posizioni per far sى che ciٍ si realizzi.

Il sostegno che il regime iraniano conferisce al terrorismo internazionale, tanto da definire il regime banchiere centrale del terrorismo, ha permesso che l'Iran cadesse acnor di più in un isolazionismo sempre più profondo che ha poi comportato crescenti imposte al popolo iraniano.

La politica americana deve essere attiva e deve impegnarsi per garantire la libertà agli iraniani. Io credo che la prima cosa che bisogna dire chiaramente è che gli U.S.A. non devono mettersi contro i gruppi di opposizione legittima che combattono civilmente per un cambiamento legittimo. Come voi sapete in molti paesi europei l'OMPI è stata finlamente rimossa dalle liste di organizzazioni terroristiche. Al momento questo non è il caso degli Stati Uniti. Ma moltissimi membri del Congresso esortano il segretario di Stato, Hillary Clinton, a rivedere questa posizione che dopotutto era stata imposta nel 1997 sotto l'amministrazione di Bill Clinton, e che sembra aver soltanto favorito la crescita di un regime sanguinario. Incombe sull'amministrazione il peso di una decisione molto importante quindi, rivedere la posizione come hanno fatto in Europa o fare finta di non sentire.

L'opposizione americana al terrorismo internazionale è molto ben organizzata ma noi ci auguriamo che questa opposizione si basi su fatti e non su ideali. Credo che a breve termine gli USA debbano garantire la sicurezza e la stabilità dei residenti iraniani nel campo di Ashraf.

La presenza americana all'interno del campo dovrà essere un modo per evitare i crimini fisici e psicologici che il regime attua contro gli iraniani. L'ONU deve prontamente dichiarare all'Iraq di non avere più intenzione di accettare l'ingerenza irakena nel Campo di Ashraf, ingerenza pilotata dal regime iraniano. Questo argomento sarà di certo uno dei più importanti al congresso americano. abbiamo visto nelle ultime settimana come in Consiglio di sicurezza siano state imposte sanzioni sul programma delle armi nucleari. Le sanzioni sono utili per far pressioni sul regime e tramite esse si potrà arrivare ad una caduta del governo e ad un Iran democratico. Purtroppo non credo siano sufficienti solo le sanzioni per arrestare la crudeltà del regime e la sua corsa all'armamento nucleare.
Il nostro sostegno alla lotta per la democrazia non vuole essere retorico.

Quando il regime otterrà l'arma nucleare di certo sarà rinforzato e anche l'esercito lo sarà. Il possesso delle armi nucleari da parte dell'iran rappresenterà un problema soprattutto per i paesi vicini ma anche per gli iraniani, che saranno costretti a nuove repressioni sempe più dure.

Penso che sia molto importante che l'opposizione democratica si batta per far sى il regime non riesca a dotarsi di armi nucleari. I commentatori occidentali dicono che l'opposizione alle armi nucleari da parte del popolo non fa che rafforzare il regime. Noi sappiamo che non è proprio cosى. Crediamo che i punti fondamentali del programma della signora Rajavi debbano essere espliciti. Mi permetto di citare una sua dichiarazione : “Noi vogliamo che l'Iran di domani non abbia armi nucleari nè di distruzione di massa. E' questa la posizione giusta”.

Aznar: Dobbiamo portare un cambiamento di regime in Iran


Aznar: Dobbiamo portare un cambiamento di regime in Iran, questo è ciò che vuole il popolo iraniano
CNRI - Parlando al raduno degli iraniani a Parigi il 26 giugno, l'ex Primo Ministro spagnolo José María Aznar ricordato la rivolta del popolo iraniano lo scorso anno e ha detto che il popolo iraniano vuole un cambiamento di regime e che l’ha dimostrato nelle sue proteste, nonostante la repressione. I seguenti sono estratti dal suo discorso:

Sono molto felice di essere qui con tutti voi partecipare a questo magnifico e assai impressionante incontro oggi a Parigi con i miei amici iraniani che lottano per la libertà e la democrazia nel loro paese. Io vi appoggio. Vi ringrazio molto per il vostro invito.

Cari Amici,
Il popolo iraniano merita un governo che non sia basato su una brutale repressione. Essi meritano un governo che rispetti la dignità umana e garantisca la loro libertà e prosperità. Il popolo iraniano merita un governo diverso. Esso ha bisogno e merita un cambiamento di regime in Iran.
Gli iraniani sono un grande popolo. Oltre 30 anni fa, l'Iran ha intrapreso un corso che non avrebbe potuto essere più catastrofico per la sua popolazione, per la regione e per il mondo. Con l'ascesa dell'ayatollah Khomeini [nel 1979], la Repubblica islamica dell'Iran è diventata una forza brutale con e destabilizzante senza di lui. In primo luogo, hanno spazzato via valori come la libertà, la democrazia e la dignità di ogni persona, limiti al potere, le pari opportunità, il pluralismo, la critica e il dialogo, per non parlare della parità di genere.
E va detto forte e chiaro che il regime di Khomeini è stato costruito su una montagna di sangue iraniano. Il problema è la natura del regime attuale. All'esterno, l'Iran è diventato un potere rivoluzionario il fondamentalismo è stato esportato nel mondo e nella regione il più possibile. E a tal fine, non ha esitato a fare ricorso al terrorismo o a creare gruppi per difendere il suo programma ovunque ritenuto necessario.
Penso che nessuno sano di mente abbia ancora qualche dubbio sulle reali intenzioni degli ayatollah per quanto riguarda il loro programma nucleare. Gli ayatollah vogliono la bomba e se la comunità internazionale non prende provvedimenti efficaci per vanificare i loro obiettivi e i loro sforzi finiranno per ottenerla.
Abbiamo trascorso diversi anni di trattative diplomatiche cercando inutilmente di convincere l'Iran a fermare il suo programma. E una bomba nucleare nelle mani di uno come Ahmadinejad è un pericolo reale. Con una costante sfida alla comunità internazionale, il regime di Ahmadinejad non è solo una minaccia per il paese, ma anche per il resto della regione. Un Iran nucleare porterà solo una maggiore instabilità e diventerà una minaccia più grande per l'Europa. Pochi giorni fa, le Nazioni Unite, ancora una volta hanno deciso una risoluzione che condanna l'Iran. E 'stata la quarta negli ultimi tre anni. A loro volta, Usa e Ue hanno approvato nuove sanzioni. Non so se ogni raccomandazione ai membri della comunità internazionale di intensificare la loro pressione contro il regime porterà i frutti che le risoluzioni precedenti non sono state in grado di portare. Questo senza dubbio infiamma il regime di Teheran e i suoi elementi più pericolosi come le Guardie Rivoluzionarie. Tuttavia, le sanzioni mirano a costringere il regime ad avviare seri negoziati sul suo programma nucleare con lo scopo di portarlo a sospenderlo. Le sanzioni, dunque, non sono destinate a porre fine al regime che è ciò di cui abbiamo veramente bisogno.
Per me, fermare l’arricchimento nucleare di Teheran è indispensabile ma non sufficiente. Dobbiamo portare un cambiamento di regime in Iran. Il popolo iraniano, ha mostrato che, nonostante la repressione questo è quello che vuole e a mio parere le democrazie liberali hanno l'obbligo di sostenere la libertà in quei luoghi dove non esiste e le persone che la cercano. Purtroppo, questo non è stato fatto l'anno scorso e ho capito perfettamente la possibile sensazione di frustrazione o di abbandono da parte di molti iraniani. Nonostante le sanzioni approvate di recente, la più grande potenza del mondo a volte sembra più concentrata nel tentativo di far contenti i suoi oppositori che di aiutare le forze della libertà. E, noi europei, anche nonostante le sanzioni da poco approvate, continuiamo a preferire dare la priorità ai nostri interessi commerciali a breve termine più che ad ideali politici che dovremmo difendere tutto il mondo. ... Il popolo iraniano ha sofferto abbastanza e merita qualcosa di diverso, migliore, una vita sicura in libertà. Molti devono cercare questo in luoghi diversi dal loro patria. Questo assai impressionante incontro di oggi è un buon esempio.
Ma, io non voglio concludere il mio discorso senza ricordare e offrire qualche parola di incoraggiamento a tutti coloro che non sono stati capaci di trovare condizioni come le nostre. Mi riferisco a tutti coloro che vivono nei campi profughi lontano dalle loro case e comodità, e in particolare a coloro che vivono oggi, e hanno vissuto per molti anni, a Campo Ashraf vicino a Baghdad. Creato nel 1986, simbolo di tenacia, le oltre 3000 persone che vi abitano sono ora sottoposte a vessazioni da parte delle autorità irachene, non certo perché vogliono, ma perché hanno ceduto alle pressioni del regime degli ayatollah. Pertanto, sia questo un appello alla comunità internazionale per porre fine allo stato di polizia che il regime iraniano vuole imporre al suo stesso popolo, semplicemente perché non è d'accordo con esso. Il futuro di Ashraf è legato all'Iran e il futuro dell'Iran è legata alla libertà, al rispetto per la persona, all'uguaglianza e alla dignità umana. La fine del regime di Khomeini è davvero dietro l'angolo. E 'nostro dovere garantire che tale angolo si avvicini sempre di più ogni giorno. Mentre io personalmente sosterrò sempre i miei amici iraniani, dissidenti, attivisti dell'opposizione, e la gente come voi che lotta per la libertà e la democrazia in Iran.
Grazie mille e buona fortuna.

domenica 4 luglio 2010

UN INTERESSANTE ARTICOLO DELL'ON. ALESSANDRO PAGANO SUL CAMPO DI ASHRAF


On. Alessandro Pagano con il simbolo del campo di Ashraf ricevuto dalle mani del presidente Maryam Rajavi
Camera dei Deputati

On.le Alessandro Pagano
“Gli Approfondimenti”
LIBERTA’ PER L’IRAN
Per la pace nel mondo urge abbattere il regime teocratico di Ahmadinejad.


Eravamo in 70.000 in uno stadio della periferia parigina. Esuli e profughi iraniani provenienti da mezzo mondo si sono concentrati a Parigi assieme alle rappresentanze parlamentari di quasi tutto l’Occidente per manifestare contro il regime teocratico di Khamenei e di Ahmadinejad.
Gli iraniani dissidenti, che da trent’anni a questa parte fuggono dall’Iran per non essere uccisi, sono centinaia di migliaia e molti di loro lo scorso 26 giugno, come ogni anno, si sono riuniti al grido “Iran democratico, Iran libero”.
Per solidarizzare con loro, dal Parlamento italiano siamo arrivati in quattro: oltre a me, Carlo Ciccioli (capo delegazione e vero propulsore di questa straordinaria iniziativa), Elisabetta Zamparutti del PD e Massimo Romagnoli del PDL. Come si vede una iniziativa autenticamente condivisa da tutto il Parlamento italiano.
La manifestazione è stata organizzata così come ogni anno per commemorare la ricorrenza del 20 giugno del 1980 quando il regime massacrò uomini e donne dell’opposizione.
Quel giorno oltre 500 persone furono uccise e all’epoca Ahmadinejad faceva parte dei plotoni di esecuzione avendo l'incarico di infliggere i colpi di grazia alle sventurate vittime.
Sono passati 30 anni ma nulla è cambiato. Da allora gli arresti arbitrari, le fucilazioni e i processi sommari sono stati la regola; il regime non si è fermato davanti a nulla e chi si è opposto è stato ucciso senza riguardo per nessuno, nemmeno per i bambini, le donne incinte e gli anziani.
La dittatura di stampo islamico non ha mai avuto remore a usare la religione per giustificare omicidi e guerre (pensiamo alle minacce rivolte ad Israele, che secondo Ahmadinejad dovrebbe essere spazzato via dalla faccia della terra).
Ciò che è peggio è che questi misfatti vengono compiuti alla luce del sole e senza vergogna. Esaminiamo due casi concreti:
1) Alle ultime elezioni, Ahmadinejad ha vinto grazie ai brogli e nei giorni successivi ha fatto sparare ai giovani dell’Onda Verde che contestavano il risultato elettorale;
2) Come tutto il mondo sa, Ahmadinejad sta preparando la bomba atomica mediante l’arricchimento dell’uranio. Il dittatore ha sempre proibito le ispezioni internazionali nel suo Paese evitando ogni forma di controllo ed è dei giorni scorsi la notizia giunta dagli USA che ormai l’Iran ha uranio sufficiente per produrre due bombe atomiche da qui a qualche mese.
Per fortuna da tempo l’opposizione alla dittatura si è ben organizzata, e ha dato vita a due gruppi riuniti sotto la stessa bandiera: il Consiglio della Resistenza Iraniana (500 persone che rappresentano il Parlamento in esilio), che ha sede a Parigi e la cui presidente è Maryam Rajavi di cui siamo stati ospiti; e i Mujaheddin del Popolo che vivono ad Ashraf. Questo campo è una striscia di terra di 36 Km/q, che si trova nel cuore dell’Iraq, vicino Baghdad. Attualmente in questa terra di esilio ci sono 4.000 dissidenti iraniani, la maggior parte uomini di cultura. Essi rappresentano una vera e propria diga contro il tentativo di invasione della dittatura islamica.
Sono completamente disarmati e per evitare di essere assaliti e assassinati come è successo il 28 luglio dell’anno scorso si sono messi sotto la protezione degli USA.
I Mujaheddin di Ashraf sono quotidianamente e intensamente impegnati ad attirare l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale sulla totale mancanza di democrazia e libertà in Iran e a smascherare le menzogne del regime.
A questo punto qualcuno potrebbe chiedersi: ma perché, tra crisi e problemi vari, dovremmo preoccuparci anche di questa dittatura ?
Intanto perché le culture persiane e occidentali sono sorelle (ricordiamoci che l’origine di questo paese è indo-europea), ma soprattutto come possiamo mai pensare di non fare nulla quando l’Iran ogni giorno di più si mostra uno Stato pericoloso ed assassino al punto di possedere armi di distruzione di massa.
Diffondere la verità è una virtù ma oggi bisogna farlo a maggior ragione ! È evidente infatti che le sanzioni della comunità internazionale non bastano più perché chi è abituato ad imporre il potere con la violenza non rispetta nessun tipo di regole.
Ciò che veramente fa la differenza invece è l’opinione pubblica. Quando essa è ben organizzata il potere di pressione diventa straordinario. Ecco perché è necessario mobilitarsi, fare terra bruciata attorno ad Ahmadinejad e ricordarsi che nel 1938 l’approccio morbido dei politici europei di allora consegnò l’Europa ad Hitler.
Oggi diffondere notizie sulla dittatura teocratico-islamico-iraniana, che ai più sono sconosciute, è cosa giusta !
Ma l’Occidente deve fare presto perchè Ahmadinejad e Khamenei tra poco avranno la bomba atomica e non esiteranno un secondo ad usarla.
Mai come adesso fare opinione a favore della Resistenza Iraniana significa lavorare per la pace e la libertà di tutto il mondo.

Alessandro Pagano

sabato 3 luglio 2010

Nucleare Iran, Obama firma la legge Via a nuove sanzioni contro Tehera


Nota di davood Karimi

GRANDE SODDISFAZIONE DELLA COMUNITA' IRANIANA PER LA FIRMA DELLE SANZIONI DA PARTE DI OBAMA
A nome dell'Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia desidero esprimere la nostra soddisfazione e gratitudine per la firma della legge sulle sanzioni contro il regime terrorista e fondamentalista di Ahmadinejad. E' un'ottimo provvedimento e iniziativa ma non ancora sufficiente per costringere il regime dei mullah a retrocedere sulle loro intenzioni atomiche. Questo provvedimento va integrata e completata nel quadro di una più ampia iniziativa politica di sostegno morale a favore della popolazione iraniana. In tal caso possiamo sperare e io ne sono certo che la cura avrà effetti desiderati e indebolirà il regime di Ahmadinejad fino a piegarlo su stesso. In quel momento scenderà in campo la rabbia di un popolo represso per trentanni da un regime tirannico, misogino e terrorista che non ha mai rispettato le più elementari diritti del popolo iraniano trascinando nelle più sanguinose guerre e avventure terroristiche internazionali sprecando sia le risorse umane che economiche attraverso finanziamenti a favore delle organizzazioni terroristiche mediorientali quali Hamas e Hezbollah.
Grazie presidente Obama
Spero che altri i suoi colleghi ne prendano atto e facciano altrettanto.
Davood Karimi


SI AGGIUNGONO A QUELLE APPROVATE DAL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELLE NAZIONI UNITE.

«Colpita al cuore capacità di finanziare programmi nucleari»




Barack Obama (Ap)WASHINGTON - Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha firmato il provvedimento con il quale il Congresso ha varato due settimane fa le nuove sanzioni contro l’Iran, che si aggiungono a quelle approvate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
IL DISCORSO - «Con queste sanzioni colpiamo al cuore la capacità del governo iracheno di finanziare e perseguire i suoi programmi nucleari, e mostriamo al governo iraniano che le sue azioni hanno delle conseguenze e che se insisterà sullo sue posizioni la pressione internazionale non farà che aumentare, così come il suo isolamento», ha dichiarato Obama, il quale ha concluso: «Non vi è dubbio che gli Stati Uniti e la comunità internazionale sono decisi a impedire all’Iran di acquisire armi nucleari». Le sanzioni statunitensi mirano essenzialmente a impedire a Teheran di approvvigionarsi di benzina e altri combustibili, dato che l’Iran - pur essendo uno dei principali Paesi produttori di greggio - non possiede un numero di raffinerie sufficiente; inoltre, viene proibito alle banche di avere contati con istituti esteri che forniscano servizi alle Guardie della Rivoluzione iraniane (Pasdaran). (Apcom con fonte Afp)

MARYAM SOODBAR, UN'ALTRA CADUTA DELLA GRANDE RIVOLTA POPOLARE IRANIANA

 
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