venerdì 27 febbraio 2009

E LA STORIA CONTINUA: L'ITALIA ANCORA UNA VOLTA IN BALIA DEL REGIME DEI MULLAH



E'da un pò di tempo che per gli addetti ai lavori si notavano dei forti cambiamenti nelle parole del ministro degli esteri italiano: l'On. Frattini.
Oggi su tutti i mass media italiani si parlava della proposta italiana da porre all'attenzione degli americani. Nella proposta si prevede un forte riconoscimento del ruolo iraniano come grande potenza( leggilo terroristico)ed aprirgli la porta dell'Europa e del mondo civile onde lasciarlo pascolare indisturbato e piantare le moschee e le basi per l'espansione del fondamentalismo!
Signor Frattini se l'obiettivo è questo lei è spacciato come il più inesperto ministro degli esteri della storia repubblicana. Un tale tentativo fu fatto al tempo di D'Alema quando fu primo ministro e invitò in Italia il grande carnefice del popolo iraniano Khatami. Anche in quell'occasione D'Alema pensava di aver scoperto l'acqua calda. Invece al posto dell'acqua c'era l'acido solforico che bruciò le vite di migliaia di persone in Iraq e in Afghanistan. Basti vedere il numero dei soldati italiani uccisi dalle bombe dei mullah. Anche in quell'occasione gli americani, per non sporcarsi le mani e la reputazione hanno affidato al governo D'Alema il compito di domare il mostro dei mullah. E con quali risultati ottenuti? nessuno.
La bomba atomica è andata avanti indisturbata e le vite umane iraniane e straniere spezzate in Iran, in Iraq e in Afghanista e in altre parti.
Signor ministro prima di trattare con i mullah bisogna conoscere la loro natura morale e materiale.
Mi pare che anche questa volta gli americani desiderano raccogliere gli scherementi umani con le mani d'altrui.
Non si presti a questo gioco. Il finale è spaventoso. I mullah non si prestano a questi giochi,loro andranno avanti per la loro strada e costruiranno il prima possibile la bomba atomica islamica. Per loro il negoziato e le trattative sono dei monologhi per acquistare più tempo e allontanare lo spettro della guerra fino al giorno in cui costruiranno questa maledetta bomba islamica come vettore necessario per l'espansione del fondamentalismo islamico nel mondo.
Karimi Davood, analista politico iraniano

In basso trovate l'articolo pubblicato al riguardo da La Stampa.it
Iran, Hillary dà il via libera
alla missione di Frattini

L'incontro di ieri a Washington tra Frattini e Hillary Clinton
+ Obama ai marines: "La guerra in Iraq finirà il 31 agosto 2010"



Roma si candida come apripista alle nuove relazioni tra Washington e il Paese degli ayatollah
EMANUELE NOVAZIO
INVIATO A WASHINGTON
Via libera dell’amministrazione americana alla missione di Franco Frattini a Teheran. «Non ci sono obiezioni di principio, andrò entro marzo», annuncia il ministro degli Esteri dopo l’incontro con il segretario di Stato Hillary Clinton e l’inviato di Obama in Afghanistan, Richard Holbrooke. La visita sarà soprattutto una consultazione in vista della conferenza G8 sull’Afghanistan in programma a Trieste in giugno - nessun legame col dossier nucleare - alla quale il capo della nostra diplomazia ha invitato l’Iran. «Un Paese importante per la stabilizzazione della regione» - sottolinea - e per il quale l’appuntamento italiano è l’occasione per uscire dall’isolamento. L’invito non è ancora ufficiale, in attesa di consultare i Paesi arabi moderati alla conferenza su Gaza di Sharm, lunedì. Ma il via libera di Washington alla partecipazione iraniana (si tratta ora di «stabilirne il come»), e alla missione a Teheran di Frattini, è un viatico decisivo a un’iniziativa che - se avrà successo - potrebbe consentire all’Italia di svolgere un ruolo di apripista nelle relazioni fra la Repubblica islamica e la nuova amministrazione americana. Se - come il nostro governo auspica - a Trieste siederanno allo stesso tavolo Hillary Clinton e il ministro Manucher Mottaki, comincerà una nuova fase nei rapporti fra due Paesi che da oltre 30 anni sono sull’orlo dello scontro aperto.

Fermo restando che sul nucleare resta in piedi l’impianto attuale delle sanzioni, in mancanza di solide garanzie sugli obiettivi non militari del programma iraniano. Su questo punto la signora Clinton ha confermato a Frattini la linea del doppio binario: minaccia di sanzioni accompagnata da offerte di dialogo. L’iniziativa del ministro è importante - aldilà del suo obiettivo primario - anche per la posizione italiana nell’arena mondiale, e per il rilancio delle relazioni con l’amministrazione Usa dopo il ritiro di Bush: un presidente con il quale il nostro premier si intendeva spesso a colpi di pacche sulle spalle. Con l’arrivo di Obama le regole sono cambiate e - la nostra diplomazia ne è consapevole - bisogna riconquistarsi un ruolo sulla base dei fatti. Aldilà di riconoscimenti importanti ma rituali come quelli di ieri: «L’Italia è un partner affidabile, leader in tante importanti questioni», ha detto Hillary Clinton nella breve dichiarazione che ha preceduto l’incontro. «Confermiamo il nostro pieno impegno a una stretta collaborazione con gli Usa», ha risposto il nostro ministro. Se avrà successo, quello che Frattini definisce «un cambio di passo importante» di Washington con l’Iran sarà un «fatto» di peso, con importanti ricadute anche per chi ha iniziato «una nuova strategia». Nei suoi colloqui americani, Frattini ha parlato anche di Guantanamo: l’Italia è disponibile a valutare «seriamente» le richieste americane, che per il momento però non ci sono state: «Nessuna lista di nomi», da Washington.

lunedì 23 febbraio 2009

UN ALTRO PILASTRO DEL FONDAMENTALISMO ISLAMICO DI MATRICE KHOMEINISTA:INNUMEREVOLI DOVERI E NIENTE DIRITTI

GIORNI DI DOLORE E DI SOFFERENZA PER UNA DONNA CONDANNATA ALLA LAPIDAZIONE
ASHRAF KALHOR, SECONDO IL RACCONTO DEL SUO AVVOCATO VIVE MOMENTI DI INCUBO E DI PAURA NEL FAMIGERATO CARCERE DI EVIN



nella foto: Atefe Rajabi di anni 16 impiccata in piazza della città di Nekah dietro l'ordine diretto di Khatami pseudo riformista e attuale candidate alle presidenziali del regime dei mullah

nella foto: lo strumento con cui il fondamentalismo islamico di matrice khomeinista governa il territorio sotto il suo regno


Un’altra caratteristica principale del fondamentalismo islamico di matrice khomeinista oltre alla misoginia è la legge "tanti doveri e niente diritti". Nel regno del fondamentalismo, poiché la vita umana non ha nessun valore, e l'unico obiettivo è raggiungere la meta espansionistica, tutta la risorsa e capacità umana e materiale si concentra attorno alla conservazione e al mantenimento del potere ad ogni costo. Il che significa che in uno stato gestito dal fondamentalismo, nulla resiste alle leggi dello stato che possono interpretare solamente ed esclusivamente la volontà del gruppo clericale al potere. Per esempio, in Iran di oggi, gestito dalle regole fondamentaliste islamiche, non sono riparati alle violenze islamiche nemmeno gli uomini che hanno una vasta copertura giuridica in tutte le materie. Alcuni giorni fa è stato impiccato nella città di Sari, nel nord dell'Iran un uomo di 50 anni, maestro di musica e sposato e padre di tre figli. Prima fu condannato alla lapidazione e poi convertito nell'impiccagione. Il motivo della condanna a morte? Adulterio. Faccio questo esempio per dire che nemmeno gli uomini sono esclusi dalle pene riservate esclusivamente alle donne. Di solito le donne adultere sono condannate alla lapidazione. Tuttora nelle carceri iraniane si trovano decine di donne condannate alla lapidazione. A Teheran la signora Ashraf kalhor che vive giorni di dolore e di sofferenza. Signora Kalhor è condannata alla lapidazione per adulteria.
Per quanto riguarda il tema di quest’articolo devo aggiungere che nessun uomo o donna è escluso dalle infuria fondamentaliste dei mullah. Basti guardare il libro delle persone condannate a morte: ci si trovano ragazze di 11 anni fino alle persone anziane di 70 anni. Nessuno è riparato e coperto dalle leggi stesse del fondamentalismo. La sorte delle persone a prescindere dal sesso e dall'età è affidata nelle mani del giudice di turno che interpreta le circolari e gli ordini governativi. Per lo stesso reato una persona può essere ucciso e un’altra persona può essere lasciato libero. Anche perché la corruzione è un’altra faccia dei "tanti doveri e nulla di diritti".
Lo stesso fondatore del regime islamico dei mullah, ayatollah Khomeini ha ordinato di mettere al servizio dell'Islam fondamentalista tutte le risorse e i mezzi a disposizione del paese. Dall'A all’A. Per esempio tutti i ministeri e lo stesso presidente è al completo servizio dell'espansione dell'Islam nel mondo. Tutte le strutture governative e non devono essere disposti a collaborare con il regime in qualsiasi momento e circostanza. Chi non collabora rischia la chiusura e la morte. Anche perché la motivazione usata dai giudici è la "la mancata collaborazione per i sacri obiettivi dell'Islam"! Leggilo del regno dei mullah iraniani.
Chiudo e affermo che nel regno del fondamentalismo non ha nessun significato la parola del DIRITTO e invece la parola del DOVERE è tappezzata da tutte le parti anche sui muri.
karimi davood, analista politico iraniano

mercoledì 18 febbraio 2009

LETTERA APERTA AL MINISTRO DEGLI ESTERI FRANCO FRATTINI






LETTERA APERTA AL MINISTRO DEGLI ESTERI FRANCO FRATTINI
Caro signor Ministro Frattini
Oggi attraverso i vari telegiornali che hanno diffuso diversi reportage sul suo viaggio lampo in Afghanistan sono venuto a conoscenza delle Sue affermazioni , chiedendo“il coinvolgimento dell’Iran nel processo di pacificazione in Afghanistan” !
Signor ministro se tali dichiarazioni fossero fatte dall’ex ministro degli esteri del governo di centro sinistra io non ne avrei dato la benché minima attenzione anche perché è ben nota la vicinanza del governo Prodi al regime degli Ayatollah che sono i veri autori della destabilizzazione in Afganistan e in Iraq( basti vedere il numero dei caduti italiani).
Ma venendo da Lei che è una persona ben nota negli ambienti anti fondamentalisti mi incuriosisce molto e non so spiegarmi la ragione di questo radicale cambiamento di opinione e di posizione. Forse Lei ritiene che dal momento che la fonte fondamentale dello sponsorizzazione dei Talebani e delle forze ostili alla coalizione e al governo Afghano è il regime dei mullah allora dobbiamo trattare direttamente con l’Iran!. Se è cosi abbia il coraggio di ammetterlo.
Allora secondo Lei, il coinvolgimento dei veri autori della guerra e della destabilizzazione, è lo strumento idoneo per la lotta contro l’influenza dei mullah in Afghanistan ? Lei pensa che i mullah spendano miliardi di dollari nello sponsorizzazione del terrorismo regionale esclusivamente per esibizione e per necessità di sollecitare un loro coinvolgimento nella pacificazione?
Signor ministro in un film americano, ci fu una volta un pompiere che appiccava il fuoco alle macchine e tempestivamente si faceva trovare presente nel soccorso e nei lavori dello spegnimento dell’incendio appiccato da lui stesso. Gli obiettivi di quel povero pompiere erano quello di attirare l’attenzione dei suoi superiori per conferirgli qualche premio. Ma l’obiettivo dei mullah non è il gradimento dei loro superiori anche perché i mullah non vi considerano i superiori anzi vi considerano degli infedeli da uccidere, da massacrare e da mandare a casa non in piedi ma in orizzontale.
Secondo me quando Lei si fece sentire, i mullah prestavano più attenzione alle Sue parole, ma oggi Le assicuro che considerano le sue dichiarazioni un segno del fallimento della coalizione militare e della debolezza dell’Italia.
Lei sa benissimo che il regime dei mullah è un elemento di principale importanza nella destabilizzazione dei paesi della regione in particolare in Afghanistan e in Iraq. Non lo dico io ma lo dicono i vostri servizi di intelligence. Non si può coinvolgere il regime fondamentalista e terrorista dei mullah in un’operazione che è anni luce lontana dalla loro natura. Contro il tumore maligno del fondamentalismo islamico di matrice khomeinista che mira a costruire un regno islamico in tutti i paesi della regione bisogna dimostrare la fermezza e la determinazione. Lo strumento del terrorismo usato dal regime iraniano, è il vettore che porta avanti questo disumano progetto designato dal fondatore del regime della violenza e del terrorismo appunto Khomeini. In più i mullah stanno cercando di aggiungere a questa macchina distruttrice anche la bomba atomica islamica che secondo me grazie alla politica di accondiscendenza dei paesi europei è assai vicina alla sua realizzazione.
Signor ministro
La sua dichiarazione in Afghanistan è per il regime di Teheran una posizione di debolezza e di timore e naturalmente incoraggia la loro interferenza quotidiana nella politica afghana.
Il regime dei mullah è sorretto su tre pilastri: la repressione interna( 120.000 fucilazioni e impiccagioni; il terrorismo( migliaia di morti in America, in Europa e in Medio Oriente) e la bomba atomica. Nel caso che venisse a mancare uno dei questi pilastri l’intero regime crollerebbe in poco tempo e finirebbe nella pattumiera della storia. Allora come mai Lei pretende che questo regime prenda una sega elettrica e amputare uno dei suoi più fondamentali pilastri come lo è il terrorismo? Gli eventi della striscia di Gaza sono ancora freschi e le ferite sono ancora aperte. Basta che Lei faccia un giro tra gli ospedali palestinesi e israeliani per vedere da vicino i segni della violenza iraniana scatenata attraverso i suoi tentacoli stranieri appartenenti alla Sepah Ghods.
L’alternativa a questa situazione non è quello di rifugiarsi sotto il mantello dei mullah mendicando la serenità e la pace. I mullah iraniani fin quando saranno al potere non vi concederanno nemmeno un briciolo di pace e di tranquillità. Vi attaccheranno di più quando dimostrerete la debolezza e si tireranno indietro quando dimostrerete fermezza.
Signor Ministro non si dimentichi la faccenda dei militari inglesi catturati nelle acque irachene. Quando l’ex primo ministro Blair ha dato un ultimo ultimatum i mullah iraniani hanno consegnato gli ostaggi entro il termine previsto insieme con un sacco di regali e vestiti nuovi.
L’unica lingua che i mullah iraniani conoscono è la lingua della fermezza e della forza. Il resto per loro sono solo parole al vento.
Signor ministro Lei dovrebbe coinvolgere il popolo iraniano nel processo dell’ acquisizione della democrazia e della libertà in Iran e non il regime dei mullah nella presunta pacificazione dell’Afganistan.
Le chiedo scusa di aver La disturbata. E’ da trentanni che lavoro nella lotta al fondamentalismo islamico di matrice khomeinista e posso assicurar Le che queste Sue dichiarazioni non fanno altro che piacere ai mullah e incoraggiarli nella continuazione della loro politica di destabilizzazione della regione e nella costruzione della bomba atomica islamica come mezzo strategico “di garanzia per la sopravvivenza della Repubblica islamica iraniana”( come disse Khomeini).
Cordiali saluti
Karimi Davood, Presidente Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia

sabato 14 febbraio 2009

MARYAM RAJAVI: IRAN, IL VENTO DI CAMBIAMENTO


Nella foto: Maryam Rajavi a Bruxelle
Intervista a Maryam Rajavi
14 feb 2009
limes
Iran, il vento del cambiamento

di Fausta Speranza
Il People´s Mojahedin Organization of Iran (PMOI) non è più un'organizzazione terrorista per la Ue.
Lo stato dell'opposizione interna iraniana. Colloquio con Maryam Rajavi, presidente eletta del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana.
(28/01/09)

“I venti del cambiamento soffieranno sull’Iran”:
con questa espressione la presidente eletta del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana, signora Maryam Rajavi, esprime a Limes tutta la sua soddisfazione per la decisione dell’Unione Europea di rimuovere dalla lista nera delle organizzazioni terroristiche il People´s Mojahedin Organization of Iran (PMOI), l’organizzazione militante di opposizione al regime dei Mullah in Iran.


A fine gennaio 2009 si ribalta, dunque, la misura voluta dalla Gran Bretagna nel 2002, dopo gli attentati in Usa dell'11 settembre.
Sulla scia delle misure straordinarie contro il terrorismo era stato inserito nella lista nera anche il PMOI, fondato già nel 1965 con l'obiettivo di rovesciare l’allora regime dello Scià rifacendosi ad un Islam moderato.
Oggi combatte quello che la Rajavi definisce “il regime fascista religioso dei Mullah” a Teheran ma, secondo vari pronunciamenti della Corte europea (l’ultimo il 4 dicembre 2008) “non ci sono serie e credibili giustificazioni” per parlare di atti terroristici.
Chiuso il capitolo europeo, resta però la lista nera degli Usa.
Maryam Rajavi, che rappresenta la rete di opposizione all’estero, parla di iscrizione “ingiustificata come non mai” e chiede al nuovo presidente USA Obama di “mettere da parte scelte di condiscendenza con i Mullah e di rimuovere il PMOI dalla lista nera”.

La Rajavi denuncia “l’uso di qualunque tipo di pressione politica e diplomatica” da parte di Teheran per mantenere il bando all’organizzazione che denuncia crimini e gravissime violazioni dei diritti umani da parte dell’attuale dirigenza iraniana.
Quando parla di “politica di condiscendenza”, la Rajavi parla anche di “gretti interessi economici” da parte di tanti paesi europei, che hanno rallentato la decisione sul PMOI e soprattutto contraddicono le sanzioni imposte per le questioni del nucleare.
A questo proposito, nello stesso giorno in cui l’Unione Europea accoglie i ricorsi sul PMOI, la Germania annuncia un’inversione di rotta:
il governo tedesco, secondo fonti di stampa, ha ordinato uno stop alle garanzie pubbliche sui crediti concesse alle aziende che esportano in Iran. Lo ha fatto dopo l’evidenza dei fatti che segnala una crescita notevole dell'export tedesco verso l'Iran nel 2008, nonostante l’irrigidimento delle sanzioni.
Tra i maggiori critici dell'aumento delle esportazioni tedesche verso l'Iran ci sono gli Stati Uniti e Israele, secondo il quale a fine novembre 2008 l'export all'Iran era cresciuto del 10,5% su base annua, fino a 3,58 miliardi di euro.

Ogni tanto torna ad alzarsi la temperatura del confronto tra Teheran e le grandi potenze mondiali del gruppo '5+1' (Usa, Gran Bretagna, Cina, Russia, Francia e Germania) sul programma nucleare iraniano e ora c’è attesa per come evolveranno le cose con l’amministrazione Obama.
A Bruxelles sottolineano che la porta del dialogo con Teheran ''resta sempre aperta'' mentre si mette in conto l’applicazione letterale delle sanzioni previste dalla risoluzione 1803 dell'ONU.
Finora Maryam Rajavi ha accusato la comunità internazionale di non saper uscire dall’alternanza tra le “carote” offerte dall’Unione Europea e il “bastone” paventato dagli Stati Uniti.

Il Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana è nato nel 1981 e ha sede a Parigi.
Il suo fondatore è Massud Rajavi ma per motivi di sicurezza non è dato sapere dove si trovi.
Maryam Rajavi, invece, che è la presidente eletta, interviene pubblicamente seppure con alte misure di sicurezza.
Annualmente riunisce a Parigi circa 7000 iraniani in esilio.
Ripete che la soluzione alla crisi iraniana non è né “la politica delle concessioni al regime dei mullah, sostenuta negli ultimi due decenni dall’Occidente in generale e dall’Unione Europea in particolare, né la guerra e l’intervento militare straniero”.
La terza via, secondo il CNRI, “è una svolta democratica nel paese grazie al sostegno al popolo iraniano e alla resistenza organizzata”.
Si vedrà sarà la via che imboccherà Obama e se si tratterà di un’ulteriore terza via.
A febbraio ci sarà la prossima riunione delle grandi potenze sul programma nucleare iraniano.
Al momento il massimo esperto in tema di nucleare nell’ambito della resistenza iraniana, Alireza Jafarzadeh, che ha lasciato il suo Paese 20 anni fa ed è autore del libro “L’atomica Teheran”, ci dice che le informazioni a disposizione sugli studi sul nucleare in Iran sono quelle che provengono dall’interno del Paese proprio dall’Organizzazione dei Mujahidin del Popolo Iraniano (PMOI). A Limes ha rilasciato questa intervista:

R. - “Il regime iraniano non intende abbandonare l’arricchimento dell’uranio o nessun’altra parte del programma nucleare e, dunque, a meno che la comunità internazionale non fermi tutto ciò, il regime iraniano è sul punto di disporre della bomba atomica.

D. – La comunità internazionale secondo lei conosce realmente la situazione? Esperti certamente si sono recati in Iran per fare verifiche o hanno colloqui, come questi giorni Solana, con esponenti politici iraniani, o ci sono le posizioni degli Stati Uniti, ma secondo lei dispongono di informazioni chiare e corrette sui rischi?

R. – Io credo che il mondo sia stato nell’oscurità per quanto riguarda la realtà del programma nucleare dell’Iran.
E’ stata l’opposizione iraniana che ha messo in luce tutti i più importanti siti nucleari dell’Iran, come Natanz, Arak, Isfahan, Karaj e altri siti. L’AIEA ha raccolto le informazioni dell’PMOI, si è recata in questi siti e ha svolto le sue ispezioni.
Ma non tutti i siti nucleari iraniani sono stati ispezionati dall’AIEA, non tutti gli esperti nucleari sono stati interrogati dall’AIEA perchè il regime iraniano ha impedito il contatto con questi esperti.
Dunque noi crediamo che la pressione della comunità internazionale debba crescere in modo significativo per pretendere la sospensione del programma di armamenti nucleari dell’Iran.

D. – Quanto è avanzato il programma nucleare iraniano? Che cosa esattamente possono realizzare al momento?

R. – Io credo che il regime iraniano disponga di un avanzatissimo programma nucleare e pensando che non verranno fermati per uno, due o tre anni, allora è sicuro che avranno tutto il necessario per mettere insieme la bomba nucleare.
L’orologio sta per scoccare.
Non abbiamo molto tempo.
La comunità internazionale dovrebbe agire molto in fretta.

D. – Lei dice uno, due o tre anni. A volte si sente dire meno di due anni…

R. – Le cose si muovono molto in fretta. Esattamente nessuno può dirlo, ma anch’io confermo la possibilità di meno di due anni.

D. – I cinque anni di conflitto in Iraq, prima l’attacco e poi la guerra civile e poi l’attuale situazione di guerriglia, hanno aiutato il regime iraniano? Attualmente passa attraverso l’Iraq materiale utile per il regime in tema di nucleare?

R. – La situazione in Iraq aiuta il regime iraniano nel senso che il regime di Akmadinejad interferisce in Iraq.
Il punto in questo caso non è il nucleare ma la rete terroristica che l’Iran riesce a supportare in Iraq.
L’Iraq sta rendendo più potente il vicino Iran.
Terroristi del regime iraniano già erano presenti in Iraq e sono stati il maggiore fattore di destabilizzazione dall’inizio della guerra in Iraq nel 2003.
E’ necessario fermare tutto ciò.

D. – Parliamo di materiale importato da paesi occidentali, paesi europei in Iran: il Consiglio nazionale della Resistenza Iraniana ha denunciato diverse volte l’ingresso di materiale non lecito secondo le convenzioni internazionali e utile a scopi nucleari, è vero?

R. – E’ vero, l’anello di congiunzione in Iran è la Khatam ol-Anbia Construction Garrison, braccio economico del ministero della Difesa iraniano.
Paesi occidentali hanno assicurato all’Iran materiali tecnologici e conoscenze utili ai fini nucleari insieme con altro materiale tecnologico.
In alcuni casi lo hanno fatto con consapevolezza, in altri casi senza consapevolezza.
E’ il motivo per cui noi crediamo che l’Iran, il regime, debba essere sottoposto a un embargo totale che blocchi l’accesso a qualunque forma di tecnologia.
Non possiamo sapere cosa fanno con materiale che apparentemente è per computer o con altro materiale metallurgico.
Finchè l’Iran ha un programma nucleare e sostiene il terrorismo, i paesi europei devono assicurargli l’embargo per il petrolio, per le armi e anche l’embargo a livello diplomatico.

D. – Ma è possibile oggi, nel mondo globalizzato, fermare completamente la tecnologia per un intero popolo, per un intero paese?

R. – Sì, se prendono una decisione in tal senso, è possibile.

D. – E’ quello che chiedete all’Unione Europea?

R. – L’Unione Europea ha bisogno di mettere sotto pressione il regime iraniano incrementando le sanzioni.
Questo non significa colpire il popolo ma il regime.
Il regime sta aumentando le entrate per il petrolio e tutti i soldi non vengono utilizzati per aiutare la popolazione ma piuttosto per sostenere la rete terroristica e per far avanzare i programmi nucleari.
Ecco perchè è urgente decidere per l’embargo totale.

D. – Voi, opposizione all’estero, ricevete informazioni sui programmi nucleari del regime dall’opposizione interna.
Ma quanto è difficile avere queste informazioni?

R. – E’ molto difficile. La situazione è molto difficile e rischiosa. Delle persone hanno perso la loro vita per questo.
Ma la resistenza è talmente forte che il regime non riesce a stroncare questa e altre attività.
L’informazione continua ad arrivare anno dopo anno.

D. – Ci sono persone che hanno perso la vita anche di recente?

R. – Non proprio di recente: alcuni due anni fa.
La resistenza riesce sempre meglio ad avere informazioni.

D. – In definitiva qual è la vostra richiesta agli Stati Uniti e all’Europa?

R. - La politica delle concessioni, basata su interessi economici di vita breve, su contratti lucrativi con i mullah, ha avuto solo conseguenze negative.
L’oppressione in Iran è cresciuta, Teheran si sta dotando di armi nucleari, sta esportando il fondamentalismo nel Medio Oriente e nel mondo.
L’Europa stessa è sempre più colpita da tutto ciò.
La principale richiesta del Consiglio Nazionale di Resistenza Iraniana all’Europa, dopo quella ottenuta oggi di cancellare dalla lista nera delle organizzazioni terroristiche i Mujahedin del Popolo Iraniano (PMOI), è di adottare le stesse sanzioni decise dagli Stati Uniti il 25 ottobre 2007. Gli Stati Uniti hanno adottato sanzioni nei confronti del Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche (Irgc) e della sua unità extraterritoriale, conosciuta come Qods Force; di nove altre entità affiliate all’Irgc, con i loro capi; di tre importanti banche iraniane. E’ qualcosa di importante.
Ma ripeto che l’embargo sulle tecnologie dovrebbe essere totale.
Agli Stati Uniti, invece, chiediamo di cancellare il PMOI dalla lista nera dei terroristi e di escludere l’attacco armato contro il nostro Paese.


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UN'ALTRA PROVA DELL'INTERFERENZA TERRORISTICA DEI MULLAH IN MEDIORIENTE

Fonte: il Foglio.it

14 febbraio 2009

Teheran apre al dialogo, ma non ferma le navi misteriose
Le rotte africane verso Gaza, un mercantile ignoto alla fonda a Cipro, la caccia di israeliani e americani
Un mercantile partito dall’Iran scivola nel Canale di Suez con un carico di armi senza proprietario. Sulla sua scia si mettono le navi della marina americana e gli 007 d’Israele: lo seguono, ma non lo possono fermare. E’ partito da Bandar Abbas, il porto iraniano dei pasdaran, ha superato le acque dell’Egitto ed è entrato nel Mediterraneo. Ora, un mese dopo, si trova a Limassol, Cipro, sotto la custodia dell’esercito greco. La stiva cela l’ultimo intrigo del medio oriente, il tesoro di una caccia che coinvolge militari e servizi segreti di tre continenti. La sua sagoma è comparsa sui radar della marina israeliana nei giorni di Piombo fuso, l’operazione militare che ha distrutto le infrastrutture di Hamas a Gaza City. L’identità reale rimane un mistero, così come la nazionalità. Alla partenza si chiama Iran Hedayat, poi diventa Famagustus e appartiene alla flotta panamense, di fronte a Gaza il capitano dichiara invece che il vascello si chiama Monchegorsk, appartiene a una compagnia di Mosca ma batte bandiera cipriota. Monchegorsk è il nome di una città russa affacciata sul mare di Barents.

Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha detto che il paese è pronto al dialogo, “se c’è rispetto reciproco”, con gli Stati Uniti. Ma, a dispetto delle aperture diplomatiche, i pezzi del piano iraniano di egemonia sul medio oriente si muovono ancora. Secondo l’intelligence militare di Israele, il mercantile alla fonda a Cipro trasportava armi per rifornire i magazzini sotterranei dei guerriglieri rimasti nella Striscia: sessanta tonnellate di missili Grad e Fajr, lanciarazzi, esplosivo per fabbricare i razzi Qassam, mine, fucili, pistole e munizioni. Un rifornimento partito in ritardo, perché ormai la flotta israeliana controlla i porti della regione e impedisce l’attracco ai convogli sospetti. Anche la marina americana segue negli stessi giorni i movimenti del vascello. L’Uss San Antonio è pronta a intervenire. E’ una nave della Quinta flotta e fa parte della Combined task force 151, il contingente internazionale arrivato nel Golfo di Aden per fermare i pirati somali.

Ha ricevuto questo ordine speciale dal Pentagono dopo un incontro fra l’ex segretario di stato americano, Condoleezza Rice, e il ministro degli Esteri di Gerusalemme, Tzipi Livni. A bordo della San Antonio ci sono elicotteri, mezzi anfibi e squadre speciali pronte all’abbordaggio. Nonostante i sospetti, americani e israeliani non fanno partire un colpo. “E’ normale che gli Stati Uniti cerchino di rimanere fuori dall’operazione – dice Rayon Tanter, presidente dell’Iran policy committee di Washington – solitamente queste operazioni avvengono sotto copertura”, perché il codice marittimo non permette di fermare una nave che batte bandiera di uno stato sovrano. Il Foglio racconta la storia il 22 gennaio; il giorno seguente, l’ambasciata iraniana di Roma chiede di rettificare. Oggi il Monchegorsk è fermo da una settimana nel porto di Limassol, guardato dai militari greci e dalle autorità cipriote. Dopo le prime verifiche, le autorità dell’isola hanno chiesto l’intervento delle Nazioni Unite. Nessuno, in via ufficiale, ha ancora detto con chiarezza che cosa nascondono le stive del mercantile partito dall’Iran.

Per il Comitato sanzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu, il carico del vascello viola la Risoluzione 1747, che proibisce alla Repubblica islamica di esportare armi. Il presidente cipriota, Demetris Christofias, esclude che il Monchegorsk possa tornare in Iran. “Prenderemo una decisione definitiva nei prossimi giorni, dopo aver completato tutte le ispezioni”, dice all’agenzia di stampa Reuters. “Tocca al governo di Cipro decidere che fine farà il carico del mercantile”, spiega un diplomatico americano. Se il Monchegorsk tornerà in mare, la marina di Israele potrebbe intervenire, ma sfiorerebbe lo scontro armato diretto con l’Iran.
Nel Golfo di Aden, la striscia d’acqua che separa l’Africa dalla Penisola araba, c’è un altro problema. Da poche settimane due navi della flotta iraniana hanno raggiunto la regione per combattere i pirati somali. Fanno porto nella città di Aseb, in Eritrea. Per lo Shin Bet, avrebbero un ruolo anche nella storia del Monchegorsk.

Le armi trasportate dalle navi iraniane arrivano a Gaza attraverso due rotte, entrambe africane. La prima passa per la Somalia e il Sudan: i contrabbandieri prendono in consegna i carichi delle navi iraniane e le trasportano nel Sinai, dove sono smistate attraverso i tunnel che collegano Gaza a Rafah, in territorio egiziano. Questi tunnel sono stati colpiti duramente nei giorni di Piombo fuso, ma il venti per cento sarebbe ancora in funzione. La seconda rotta attraversa le acque egiziane e raggiunge il Sinai a pochi chilometri da Gaza. I mercantili lavorano nel cuore della notte, quando la marina israeliana ha il divieto di intervenire, come dice un accordo firmato con il Cairo. Il Monchegorsk non è il primo cargo misterioso seguito dai satelliti israeliani. Nei giorni scorsi, la marina di Gerusalemme ha fermato una nave libanese salpata da Tripoli e diretta a Gaza. La nave ha come nome Tali: anche il capitano di questo vascello ha fatto tappa a Cipro. Lo scorso anno, la marina greca ha bloccato il Susanna, un mercantile partito dalla Slovenia che portava armi e missili a Bandar Abbass. Pochi mesi fa, poi, i turchi hanno intercettato un carico di missili diretti in Venezuela. Sui container c’era scritto soltanto “motori per camion”.

Nei giorni scorsi, durante un vertice con gli Stati Uniti e con gli alleati europei andato in scena a Copenhagen, i diplomatici israeliani hanno chiesto di trovare una soluzione al traffico di armi in medio oriente e di permettere alle sue navi di fermare e ispezionare i mercantili sospetti. Alla fine di gennaio, il governo di Ehud Olmert ha ottenuto dalla Casa Bianca collaborazione sul piano contro il contrabbando di armi verso la Striscia di Gaza. Gli Stati Uniti forniranno tecnologia e addestramento al personale impiegato lungo i valichi. Un team di genieri americani è già a Rafah, il centro egiziano del contrabbando. Il Cairo non vede positivamente la presenza di militari stranieri sul proprio territorio e il ministro degli Esteri, Ahmed Aboul Gheit, ha fatto sapere ieri che nessuna nave militare potrà entrare nelle acque territoriali egiziane. Il paese, però, accetterà aiuti economici per fermare il contrabbando di armi. Ma gli ayatollah vogliono aumentare la propria influenza sul medio oriente e investono milioni di dollari per ricostruire, a modo loro, il Libano e la Striscia di Gaza.

mercoledì 11 febbraio 2009

DIALOGO TRA USA E IRAN. UN MIRAGGIO



notizia e il commento di karimi


Iran/ Obama: azioni Teheran potrebbero destabilizzare M.O.
Presidente Usa: è ora che Iran invii segnali costruttivi


iran: obama, spero in diplomazia…


New York, 10 feb. (Apcom) - L'Iran è un Paese che "ha una storia straordinaria ed è popolato da gente straordinaria, ma il suo Governo si comporta in modo poco utile quando si tratta di promuovere la collaborazione internazionale". Inoltre, "le azioni intraprese finora potrebbero destabilizzare il Medio Oriente".

Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti Barack Obama nel corso della sua prima conferenza televisiva dalla Casa Bianca trasmessa in prima serata.

"Nelle relazioni con l'Iran devono essere usate tutte le risorse a disposizione del Paese, compresa la diplomazia. Mi aspetto che nei prossimi mesi ci sia un'apertura, in modo da portare le strategie nella giusta direzione. E' tempo che l'Iran invii segnali costruttivi".
COMMENTO:

Premesso che per il regime dei mullah il dialogo significa il "monologo",
premesso che per quanto riguarda i temi della discussione cioè la bomba atomica e il supporto al terrorismo interessati agli americani il regime iraniano è fortemente irremovibile,
premesso che il regime dei mullah dimostra la disponibilità al dialogo solo e solo per la perdita del tempo e per acquisire altri tempi necessari alla costruzione della bomba tomica
Premesso che i temi proposti dal presidente Obama riguardano la bomba atomica e il terrorismo due principale pilastri del regime dei mullah

posso affermare che qualsiasi dialogo, accompagnato sia dagli incentivi o dalle frustate sarà un perditempo in assoluto. I mullah mangeranno i pacchi incentivi e restituiranno le frustate nella forma delle bombe e degli attentati terroristici.
Anche perche i temi interesseti riguardano due pilastri su cui regge il regime dei mullah: la bomba atomica e il terrorismo.
Nei precedenti articoli avevo riportato che il regime dei mullah è fondato su tre pilastri: la bomba atomica, la repressione e il terrorismo. Questi sono tre motori che trainano e portano avanti la macchina del fondamentalismo islamico iraniano.
Allora come possibile che il regime dei mullah si metta ad un tavolo per discutere sull'amputazione di due dei suoi tre pilastri? la risposta è scontata e chiara come la luce del sole.
Per quanto riguarda la mia conoscenza di entrambi i protagonisti di un eventuale dialogo tra Iran e America, posso ribadire che il nuovo presidente degli Stati Uniti d'America, Barak Obama non potrà andare a lungo sulla via del dialogo, e la situazione sicuramente si precipiterà in una situazione che proietterà la prospettiva di uno scontro catastrofico e violento tra la comunità internazionale e il regime dei mullah. Il presidente Obama aveva già annunciato la sua disponibilità al dialogo basato su una certa scadenza e non a lungo termine. Teheran non potrà mai accettare una scadenza. Allora fin dall'inizio, senza entrare nel merito degli argomenti della discussione, la struttura diplomatica addetta alla preparazione delle condizioni del Dialogo-Monologo si immergerà in un tempestoso mare, pieno di insidie terroristiche da parte dei mullah.
Anche perchè con lo strumento del dialogo gli americani vogliono percorrere di persona l'ultimo shance-occasione rimasto a loro disposizione prima di entrare in una qualsiasi fase di reazione, sia militare che sanzionatorie. I mullah iraniani hanno già letto le carte e le intenzioni di Obama!
karimi davood, analista politico iraniano.

lunedì 9 febbraio 2009

SI RICANDIDA KHATAMI, GRANDE CARNEFICE ED ESECUTORE MATERIALE DELLA FAMOSA FATWA DI KHOMEINI


Traduzione della Fatwa:
In nome del supremo[Dio]

In tutti questi casi chiunque non abbia cambiato opinione la sua pena è la morte. Velocemente eliminate i nemici dell'Islam. Per quanto riguarda altre pratiche il mio parere è procedere in modalità da rendere esecutiva la pena al più presto possibile.

Ruhollah Khomeini Musavi

Nella foto:la Fatwa scritta da khomeini con cui in una sola settimana dell'estate del 1987 sono stati massacrati più di 30.000 membri e simpatizzanti dell'Organizzazione dei Mojahedin del popolo Iraniano, compresi donne e minorenni. Uno degli esecutori materiali di quella Fatw fu attuale candidato delle farse elezioni presidenziali del regime dei mullah: Khatami. In quell'estate, secondo i racconti dei prigionieri politici, lo pseudo riformista khatami si recava nelle carceri di varie città iraniane a capo di un gruppo di persone composto prevalentemente dai passdaran addetti alla fucilazione e dimostrando ai prigionieri la coppia della Fatwa di khomeini diceva " eccoci la Fatwa dell'Imam Khomeini. Vi stermineremo tutti. Abbiamo ordine di passare alle armi chiunque sia fedele ai Mojahedin". E' cosi fu. Khatami & compagni hanno applicato e praticato parola per parola le 6 righe scritte con il maligno l'inchiustro dell'odio e del disprezzo della vita umana. Sì, in quel periodo e successivamente a quel genocidio Khatami ha dimostrato quanto sia fedele, fino alle ossa, alla fede integralista e fondamentalista del "vecchio guffo" come giustamente il grande giornalista italiano Igor Man ha chiamato Khomeini. Non bisogna dimenticare che lo stesso Khatami durante la sua presidenza ha sempre obbedito al leader supremo e ha portato avanti la sua politica del terrorismo e della repressione: la famosa repressione della rivolta degli studenti dell'università di Teheran e le continue azioni terroristiche registratesi durante la fine del suo mandato in Iraq contro i soldati stranieri compresi i carabineri di Nassiriah.
karimi davood

MASSUD RAJAVI LEADER STORICO E INDISCUSSO DELLA RESISTENZA IRANIANA


MASSUD RAJAVI, ANTITESI DEL FONDAMENTALISMO ISLAMICO DI MATRICE KHOMEINISTA E LEADER STORICO E INDISCUSSO DELLA RESISTENZA IRANIANA
IL MERITO DELLA GRANDE VITTORIA DELLA RESISTENZA IRANIANA E DELLA RIMOZIONE DEL NOME DEI MOJAHEDIN DEL POPOLO DALLA LISTA NERA VA A LUI E ALLE SUE DIRETTIVE.
UOMO DI GRANDI QUALITA' UMANE E POLITICHE
UOMO CHE IN PRIMA FILA HA PAGATO CON IL SANGUE DEI SUOI PARENTI STRETTI IL PREZZO DELLA RESISTENZA CONTRO IL REGIME DEGLI AYATTOLAH: HA PERSO LA MOGLIE, LA SORELLA INCINTA, IL COGNATO, IL FRATELLO E ALTRI 120.000 UOMINI E DONNE CHE NEL SUO NOME, AL MOMENTO DELLA FUCILAZIONE, HANNO SCANDITO LO SLOGAN" VIVA RAJAVI, VIVA LIBERTA'"


Massud Rajavi raccoglie tutte le speranze del popolo iraniano per un Iran libero, democratico, pluralista e senza discriminazioni ne raziali ne etnici, dove tutte le donne e gli uomini a differenza della loro colore di pelle e fede religioso sono uguali uni ad altri. Nell'Iran di domani guidato da Massud Rajavi lo stato è anni luce lontano da qualsiasi religione e tutte le religioni hanno pari diritto di manfestazione ed espressione. Ogni cittadino sceglierà liberamente il modo divivere e di vestire secondo la sua fede religiosa e scelta personale. Dove le donne non saranno più costrette a subire la violenza dello stato e la discriminazione istituzionalizzata degli uomini. Dove la giustizia giudica i reati commessi alla base del codice penale e civile democratica del paese e non alla base dell'ordinamento religioso. Dove a fianco di ogni moschea costruiremo una chiesa e una sinagoga. Dove amore, passione, poesia, crescita sociale, libertà di espressione e di opinione sostituiranno l'odio e la violenza khomeinista. Dove i fiori fioriranno e spargeranno il loro profumo in tutto il mondo. Dove non esisterà mai e mai più la pena di morte, la tortura e maltrattamenti fisici. Dove le donne e gli uomini hanno pari diritti e doveri. Dove a differenza di altre società evolute la DONNA dimostrerà le sue straordinarie capacità di gestione e di amministrazione. Una grande conquista sia per le donne che per gli uomini. Secondo me dove la donna comanda la guerra non ha più ragion di essere. Grazie presidente Rajavi per averci insegnato di come vivere liberi e di come pensare da liberi uomini.

KHATAMI, VECCHIO LUPO DELLA MULLACRAZIA SCENDE IN CAMPO.



Nella foto:Ali Khamenei, leader supremo e Velayate Faghih del regime fondamentalista e terrorista dei mullah

DUE FOTO CHE RITRAGGONO ESATTAMENTE LE DUE FACCE DELLA STESSA MONETA DELLA REPUBBLICA ISLAMICA DEI MULLA: KHATAMI E AHMADINEJAD




NELLA FOTO: IL PRIGIONIERO POLITICO KURDO, FERITO E INVALIDO DI ENTRAMBI I PIEDI, IMPICCATO IN PIAZZA PUBBLICA NELL'OVEST DELL'IRAN PER ORDINE DIRETTO DI AHMADIENJAD


NELLA FOTO: ATEFE RAJABI, ANNI 16, PROSTITUA CON HANDICAP MENTALE, IMPICCATA IN PIAZZA PUBBLICA DELLA CITTA' DI NEKAH, IL 15 AGOSTO DEL 2004 PER ORDINE DIRETTA DI KHATAMI



NUOVA ERA DI DEMAGOGIA
E' PIU' PERICOLOSO DI AHMADIENJAD
AHMADINEJAD HA LA PISTOLA IN BELLA VISTA E KHATAMI LA NASCONDE SOTTO IL MANTELLO E BEL SORRISO


Premesso che in un regime dittatoriale in particolare quella religiosa non esistono delle libere elezioni,
Premesso che nella costituzione islamica iraniana esiste la "VELAYATE FAGHIH", CHE SIGNIFICA LA CONCENTRAZIONE DI TUTTO IL POTERE NELLE MANI DEL LEADER SUPREMO, DALLA A ALLA Z
Premesso che il regime iraniano sfrutta i meccanismi e i sistemi tipici dei paesi democratici ai fini di leggitimizzare la sua dittatura religiosa
Premesso che qualsiasi tipo di protesta da parte dei virtuali interlocutori delle elezioni iraniane sono represse duramente e ferocemente.
Allora posso con tanta sicurezza ripetere che le nuove e farse elezioni presidenziali dei mullah sono uno show-spettacolo scritto dal regista VELAYATE FAGHIH Ali Khamenei con esito scontatissimo. Entrambi i finti-candidati sono all'ordine completa e sublime del capo supremo Khamenei
Allora perche il leader supremo ha chiamato nuovamente in servizio il vecchio servitore della repubblica islamica, autore delle più feroci leggi e legislazioni della storia contemporanea tra cui "l'invio dei bambini monouso sui campi minati senza l'autorizzazione dei genitori"," la violenza carnale contro le ragazze prima della fucilazione" "altrimenti vanni direttamente in paradiso"!?
Cercherò di rispondere brevemente. Il primo è che ormai il pericolo americano non è quello dei primi anni della guerra Iraq - usa, quando gli americani hanno invaso l'Iraq e hanno cacciato il presidente iracheno; secondo riguarda il fattore interno. Come sapete recentemente grazie ad una campagna giuridica durata sette anni la resistenza iraniana è stata rimossa dalla lista nera europea aprendo una nuova era nelle relazioni tra gli europei e il popolo iraniano rappresentato dalla sua legittima resistenza. In poche parole se il leader supremo per necessita estere, quali la presenza forte degli americani lungo l confine con Iraq, fu costretto a nominare Ahmadinejad, oggi per il fattore interno, cioè la rinascita vittoriosa della resistenza iraniana, Khamenei è costretto cento volte di più a richiamare in servizio il vecchio lupo e figlio legittimo dell'ideologia khomeinista: fondamentalismo, terrorismo, repressione e diniego di qualsiasi diritto dell'uomo.
Il leader supremo se né accorto che la comunità internazionale in particolare gli americani non hanno più la capacità e la possibilità di attaccare il loro regime e in qualche modo secondo le informazioni in mio possesso, il consigliere per gli affari internazionali di Khamenei ha detto" che per altri ventanni gli americani non penseranno mai ad attaccare alla repubblica islamica". Allora i mullah grazie alle migliaia di bombe collocate in Iraq e in Afghanistan hanno costretto gli americani ad alzare le mani. E' per questo motivo che si sentono sicuri da parte dell'estero. E poi anche sul piano della questione atomica hanno capito che la comunità internazionale non ha seri intenzioni di affrontarlo con la fermezza e serietà. Oramai tratta con la rassegnazione. Questa è un’affermazione di uno dei consiglieri di Khamenei di cui non posso portare il nome.
Di conseguenza rimane il fattore interno. Quale personaggio può scendere in campo e di dare una mano al leader per bloccare e neutralizzare ancora questo fondamentale fattore interno? Nessuno, escluso Khatami che grazie a 8 anni di demagogismo interno ed internazionale era riuscito a convincere sia “la grande satana” americana che gli europei a inserire il nome della resistenza iraniana nella lista nera. Un fatto del genere con la faccia di Ahmadinejad non è possibilmente possibile!
La figura di Ahmadinejad ha servito ad allontanare il pericolo americano. Oggi il pericolo è scongiurato e allora è necessario di sostituire il cane Boxer con il Yorkshire. Con tanti scusi al genere canile. Anche perché ne possiedo una anche io che si chiama Sasha.
Ecco perché il leader supremo ha tirato fuori dalla sua tasca la carta bruciata e secondo una mia recente affermazione " la supposta scaduta e riciclata" chiamata Khatami.
karimi davood, analista politico iraniano

domenica 8 febbraio 2009

CONFERENZA DI MONACO: LA MUCCA IRANIANA HA DATO UN CALCIO AL SECCHIO DEL LATTE MUNTO DALLA POLITICA DI ACCONDISCENDENZA!


IN MATERIA DEL DIALOGO, BISOGNA PRENDERE PER IL COLLO IL LEADER SUPREMO DEI MULLAH, ALI KHAMENEI, ALTRIMENTI TUTTO E' UNA PRESA IN GIRO

UNO DEI TRUCCHI DEI MULLAH E' QUELLO DI CAMBIARE CONTINUAMENTE I LORO NEGOZIATORI
L'ALTRO TRUCCO E' QUELLO DI ARRESTARE, NEL CASO DI NECESSITA', I LORO NEGOZIATORI PER MANDARE IN ARIA ANNI DI LAVORO DEGLI EUROPEI



Il miraggio di domare gli ayattollah iraniani ha gettato una doccia fredda sulla testa di quanti volevano portare i mullah a Monaco e convincergli a collaborare con la comunità internazionale per porre fine al contenzioso atomico militare dei mullah. Gli inviati iraniani hanno pascolato tra le carote offerte dagli occidentali e alla fine hanno dato un calcio al secchio del latte, munto dalla politica di accondiscendenza europea e se ne sono andati contenti e felici. Senza ascoltare le richieste e le suppliche internazionali hanno detto e ripetuto costantemente le loro opinioni e le loro posizioni ripetendo per ennesima volta tutto quello che già avevano espresso per bocca del loro presidente passdar Ahmadinejad, eliminazione dell'Israele compreso.
In un precedente articolo avevo scritto che il dialogo con i mullah non esiste. Quello che esiste è un monologo. I mullah iraniani non ascoltano nessuno in quanto la questione atomica è una linea rossa e indiscutibile. La bomba atomica islamica è una garanzia strategica per il regime di Teheran per cui non è assolutamente immaginabile che qualcuno possa discutere su questo argomento. Dott. Solana ne sa qualcosa. Secondo le rivelazioni della resistenza iraniana, il regime dei mullah è da piu di 20 anni che sta lavorando segretamente su questo argomento mantenendo all'oscuro perfino l'Agenzia per energia atomica dell'ONU. Grazie ai Mojahedin del Popolo Iraniano e grazie al sacrificio di centinaia di simpatizzanti il mondo è venuto alla conoscenza di questo diabolico progetto. Sfido chiunque possa scommettere sul fatto che i mullah si ritirino di un solo milimetro dalle loro pretese atomiche islamiche. Il regime iraniano usa la disponibilità internazionale e la considera un segno di debbolezza e di incapacità di reazione. Dal 2003, anno in cui la resistenza iraniana ha reso pubblico l'esistenza di tale progetto, il mondo occidentale ha portato avanto un vano tentativo di convincere i mullah a desistere dalla costruzione della bomba atomica. Che cosa ha ottenuto? Nulla. Anzi con la politica di dialogo, scusate se ripeto "MONOLOGO", ha permesso ai mullah di andare avanti nella loro intenzione e di nascondere ancora i loro siti strategici e vitali per la costruzione della bomba atomica islamica.
Allora la soluzione? Secondo me l'unica soluzione valida e efficace è l'uso della fermezza e della determinazine contro il regime dei mullah. Intendiamoci bene non uso della forza militare. Aggraverebbe la situazione. I mullah iraniano ne saranno pure contenti. Il mondo attraverso l'ONU e il Consiglio di Sicurezza deve adottare con urgenza delle sanzioni generali e completi in tutti i settori. A partire dal campo petrolifero, finanziario, armamenti, tecnologico ecc... Questa è l'unica soluzione. E' dolorosa ma efficace. Meglio perdere oggi 100 miliardi di dollari che domani perdere milioni e milioni di vite umane innocenti. Vi giuro e vi garantisco che nel caso di inadempienza di questo civile e responsabile dovere, il scenario è assai catastrofico. Ci dobbiamo preparare per perdere milioni e milioni di persone.
Ma attenzione, la politica sanzionatoria, se non è accompagnata dal riconoscimento dei diritti del popolo iraniano per portare a termine la sua politica di cambiamento radicale e democratico del quadro politico del paese, rimarrà ancora senza successo.
Nel precedente articolo avevo anche sottolineato l'errore strategico della conferenza di Monaco: aver invitato i sicari degli ayattolah è stato un segno di debbolezza. I mullah di Teheran l'hanno percepito.
Il regime teocratico e fondamentalista di matrice khomeinista conosce solamente la lingua della forza e basta.
karimi davood, analista politico iraniano.

sabato 7 febbraio 2009

L'IRAN FA TREMARE OBAMA E IL MONDO



Vi consiglio un'accurata attenzione all'articolo del dott. Paniccia
grazie
karimi



Fonte:Globalist
di Arduino Paniccia
Sabato 07.02.2009 14:00



In America la parte migliore del potere non è come gestirlo, ma come raggiungerlo. Lo sta scoprendo Obama, la cui lunga ed esaltante campagna presidenziale ha entusiasmato il mondo intero e galvanizzato lo stesso giovane senatore dell’Illinois. Poi ha vinto e adesso gli tocca far seguire i fatti alle parole. Criticare da fuori è più facile che gestire da dentro e adesso, tra congedi forzati di membri appena nominati del suo staff e sorprese dall’estero, Obama scopre addirittura che il suo predecessore non aveva tutti i torti quando spingeva per la costruzione di un ombrello missilistico in Europa. Non ha nemmeno finito di rassicurare la Russia promettendo di non procedere con quel progetto ed ecco che l’Iran lancia un satellite utilizzando un vettore a combustibile solido in grado di portare testate convenzionali o nucleari in Europa ed in tutto il Medio Oriente, Israele incluso ovviamente.

Sembra di essere tornati alla Guerra Fredda: presidenti, primi ministri ed i loro stati maggiori europei e americani sono naso all’insù ad osservare preoccupati il decollo del satellite iraniano, che oltre a ricevere e lanciare trasmissioni su diverse frequenze lancia anche all’Occidente e ad Israele un messaggio poco rassicurante. Questo è un “film” che abbiamo già visto: tra non molto, al massimo un paio d’anni, l’Iran annuncerà al mondo il successo del suo primo esperimento nucleare militare.

Prima di quell’annuncio ci sono due possibili strade da seguire. La prima: non fare nulla ed osservare atterriti quanto è già avvenuto con India e Pakistan negli anni ’70, tuttalpiù replicando la farsa degli inutili gruppi di contatto, totalmente superflui finchè Russia e Cina continueranno più o meno scopertamente ad aiutare gli ayatollah. La seconda: iniziare da subito una pesante offensiva diplomatica ed economica contro l’Iran, volta ad un vero isolamento di quel regime.

Mentre India e Pakistan sono comunque democrazie (la prima è la più grande del mondo e la seconda ha recentemente defenestrato incruentamente un “dittatore”), l’Iran è un paese la cui rivoluzione è stata in realtà un vero golpe che ha instaurato un regime teocratico e feroce.

Come abbiamo prefigurato su queste colonne, gli USA sono stati colti di sorpresa, né il nuovo Segretario di Stato Hillary Clinton ha mai speso una parola degna di rilievo sul nucleare iraniano. L’idea di sedersi a tavolino con Ahmadinejad e trattare con lui può essere ancora valida, ma appare più una prospettiva volta al “damage control” che non uno stop effettivo alle ambizioni nucleari iraniane. Oltretutto, chi conosce il mondo arabo, sa che presso quelle culture il gesto di disponibilità è spesso frainteso per segnale di debolezza. Pur riconoscendo alla diplomazia e alla leadership iraniana una maggiore sofisticazione nel disbrigo degli affari internazionali, il timore che una forma mentale antica contribuisca a creare equivoci è forte.

In ogni caso, in questo quadro ogni strategia di dialogo è vana se prima non capiamo se questa che sembra destinata a diventare una potenza militare provvista di arma nucleare intenda continuare a bluffare o piuttosto non dia ascolto per davvero ai suoi alleati più moderati e alle Nazioni Unite.

venerdì 6 febbraio 2009

MONACO: SI RIPETE NUOVAMENTE L'ERRORE CHE PORTO' HITLER A DIVENTARE IL CARNEFICE DI MILIONI DI INNOCENTI





La conferenza di Monaco di questo anno ha aperto i lavori nel segno della lotta contro la proliferazione della bomba atomica e la sicurezza dell'Europa. La cosa estrana è che l'intero programma della conferenza è concentrato sulle attività nucleari iraniane e di conseguenza sulle sue riprecussioni sulla sicurezza mondiale. Dal momento che negli ultimi due anni l'Iran ha ripetutamente lanciato e esperimentato il raggio di azione dei suoi missili arrivando addirittura alla capacità di ragiungere L'Europa, allora, se l'Iran è il princilae accusato, perchè è stato invitato a far parte in pieno dei lavori della conferenza? La storia recente della politica di accondiscendenza è stata fortemente fallimentare a tal punto che non solo ha acconsentito ai mullah iraniani di portare avanti e indisturbati i loro lavori e attività missilistici e nucleari, ha anche messo il tappeto rosso per il loro ingresso alla conferenza di sicurezza di Monaco. Secondo me l'errore fatale è qui. Se veramente le intenzioni della comunità internazionale sono quelle di affrontare il pericolo e la minaccia atomica iraniana, allora, avrebbero dovuto escluderlo categoricamente dai lavori per dare in primiss un forte segnale di concretezza e di fermezza. Putroppo non è stato cosi. Per il regime dei mullah è stato senza dubbio un successo il solo fatto di essere invitato alla conferenza. Sicuramente l'occasione della conferenza gli permetterà ancora di spargere il seme del dialogo( io chiamo monologo), e la vana speranza di poter domare il mostro più pericoloso della pianeta con un mazzo di carote. Vi assicuro che i mullah e i loro inviati alla conferenza, oltre a mangiare le carote strapperanno e ingoieranno anche il braccio di chi glielo ha offerto.
Per il resto lascio che la storia parli. Spero che non sia troppo tardi.
karimi davood, analista politico iraniano.

giovedì 5 febbraio 2009

KHATAMI, CARTA BRUCIATA DEI MULLAH SI CANDIDA NUOVAMENTE. SI PUO' PARAGONARE OBAMA CON KATAMI?



E' UN GRAVE OLTRAGGIO ALL'INTELLIGENZA UMANA PARAGONARE IL NUOVO PRESIDENTE AMERICANO OBAMA CON KHATAMI, CARTA BRUCIATA DEI MULLAH

Nella foto: impiccagione dei minorenni, l'altra faccia di Khatami
Premesso che in un regime dittatoriale non esistono elezioni libere e che il regime dei mullah usa sostanzialmente le forme istituzionali democratiche, quali le libere elezioni come mezzo di legittimazione del suo regno dittatoriale, devo pubblicare le mie opinioni circa alcuni sviluppi di recente data.
Ultimamente con l’avvicinarsi delle farse elezioni presidenziali, ancora una volta è uscito fuori dalla scatola magica del leader supremo del regime degli ayatollah,Ali Khamenei, incominciando a fare dichiarazioni traballanti. Addirittura qualcuno è arrivato a paragonarlo al nuovo presidente degli Stati Uniti D'America, Barak Obama.
Premesso che paragonare un uomo religioso di alto rango del regime dei mullah, autore delle più disumane leggi islamiche, quali l'invio dei bambini "MONOUSO" sui campi minati in Iraq durante la guerra, nonché della violenza carnale sulle ragazze vergini prima della fucilazione ed essere carnefice del massacro degli studenti avvenuto nei primi anni della sua presidenza nonchè l'autore della diffusione e dell'espansione del terrorismo internazionale(vedi Iraq e Afghanistan), con il nuovo presidente di colore degli Stati Uniti D'America, non solo è un oltraggio a milioni di persone che hanno votato Obama ma anche all'intelligenza di tutti quelli che hanno creduto “nell’uomo del cambiamento". Se Obama è una pasticca curativa contro l'intero male che hanno fatto i precedenti presidenti americani, Khatami è una "supposta" scaduta e riciclata contro un male che dura da trent’anni in Iran. Se Obama è uomo di cambiamento , Khatami è uomo d’inganno e di furbizia dei mullah. Basti guardare gli otto anni del suo governo. Che cosa ha prodotto di positivo? Ha solamente ingannato la comunità internazionale ed ha portato avanti di nascosto il suo progetto atomico. Se Obama ha suscitato e suscita tuttora una grande speranza nelle masse deluse americane e mondiali, il mullah Khatami è un lupo che cambia il pelo ma non il vizio. Se Obama è un Martin Luter King resuscitato come lo sostengono alcuni ambienti poplari, il mullah Khatami è un morto che cammina. Khatami Ha già dimostrato che nei suoi 8 anni di governo è stato sempre un uomo sublime al capo supremo Ali Khamenei ed ha sempre obbedito ai suoi ordini portando avanti di persna la politica di terrorismo e di espansione della rivoluzione islamica. Se Obama è un’assoluta novità nella storia americana, il mullah Khatami è la più vecchia carta bruciata del regime fondamentalista dei mullah. Se Obama si è instaurato a Casa Bianca, grazie alla volontà di milioni di americani frustrati e delusi, una ragione valida c'è stata: voglia di cambiamento. Ma il mullah khatami che cosa vuole cambiare? Il regime dei mullah? In che cosa? In un altro regime islamico? Allora se c'è ne uno, che bisogno c'è di farne un altro? Allora è qui che è nascosto l'inganno.
Recentemente il popolo iraniano ha avuto un grande riconoscimento e vittoria senza precedenti nella storia dei popoli. La sua legittima resistenza è stata rimossa dalla lista nera europea. E' stato rimosso un grande ostacolo posto dinnanzi al processo per un cambiamento democratico in Iran. Con tale decisione dell'UE che è stata ottenuta grazie a 4 sentenze della Corte di Giustizia europea e con l'aiuto di migliaia di senatori, deputati, avvocati, giuristi, personalità politiche europee e americane, la velocità del processo di cambiamento in Iran ha preso dimensioni straordinarie ed ha ridato una nuova speranza al popolo represso e oppresso da trent’anni del regno dei mullah. Ecco perché ancora una volta il leader supremo ha tirato fuori la carta bruciata di Khatami: contrattaccare la rivincita della resistenza iraniana e nuovamente confondere lo stato psicologico della popolazione interna ed esterna e mandare un messaggio all'estero: "E' KHATAMI L'UOMO DI CAMBIAMENTO"!
Ribadisco e concludo che Khatami è solo un burattino nelle mani del regime dei mullah. E' solamente una supposta scaduta e riciclata.
A me il dovere di mettere in guardia la comunità internazionale a costo della mia vita.
Attenzione: il tempo utile è quasi esaurito e il regime dei mullah si sta avvicinando spaventosamente al compimento della sua BOMBA ATOMICA ISLAMICA DI MATRICE KHOMEINISTA.
Risultato di questo scenario: Il Fondamentalismo islamico di matrice khomeinista aggiunto alla bomba atomica islamica è uguale ad un mondo preso in ostaggio, ricattato costantemente e privo di qualsiasi tipo di sicurezza e di serenità!
karimi davood, analista politico iraniano

mercoledì 4 febbraio 2009

I MULLAH HANNO MANDATO IN ORBITA UN SATELLITE ISLAMICO


Nella foto.un momento del lancio del missile che ha portato in orbita il satellite islamico dei mulla "Omid"

LA MESSA IN ORBITA DEL SATELLITE "OMID" DIMOSTRA LE INTENZIONI GUERRAFONDAIE CONTRO I PAESI DELLA REGIONE E IN PARTICOLARE ISRAELE
L'OPERAZIONE "OMID" DIMOSTRA ANCORA UNA VOLTA LE VERE INTENZIONI DEI MULLAH SULLA COSTRUZIONE DELLA BOMBA ATOMICA


Ammesso che sia vera la notizia dela messa in orbita di un satellite islamico iraniano il che dimostra le rivelazioni della resistenza iraniana secondo cui il regime dei mullah sta proseguendo indisturbato sul piano della dotazione di armamenti atomici e di missili di lunga gitata. La politica di accondiscendenza europea non ha prodotto altro che un fallimento della politica nei confronti del fondamentalismo islamico dei mullah. Secondo le rivelazioni della resistenza iraniana, il regime di Teheran non ha smesso nemmeno per un secondo le sue ricerche e i suoi lavori per complementare la costruzione della bomba atomica islamica. Questa fallimentare politica ci condurrà prima o poi verso una catastrofica guerra mondiale. Gli 8 anni del governo di Khatami e i quasi 4 anni di Ahmadinejad hanno creato la preziosa possibilità di portare avanti le ricerche e gli sforzi in direzione della atomizzazione del regime dei mullah. La comunità internazionale si deve rendersi conto che il fondamentalismo islamico già di per se è un pericolo incalcolabile e imprevvedibie per la sicurezza dell'intero globo. Basti gardare la cronologia delle sue interferenze in medioriente e in tuti gli 4 angoli della terra. Ha sparso sangue e odio ovunque e dovunque. Ha ucciso senza dover rendere conto a nessuna autorità internazionale i cittadini di tutti i paesi del globo. Sulla sua pagella criminale pesano le vite spezzate di numerosi cittadini militari italiani uccisi in Iraq e in Afghanistan. Se viene dotato anche della bomba atomica la fine della sicurezza è scontatissima. Il regime dei mullah fino ad oggi, senza la bomba atomica ha preso in ostaggio la traquilità e la sicurezza di tutto ll mondo. Figuriamoci quando si doterà della bomba atomica islamica!

martedì 3 febbraio 2009

ANCORA IN AZIONE LA DISUMANA LEGGE KHOMEINISTA DEL TAGLIONE. IERI UNA DONNA DI 33 E OGGI UN GIOVANE DI 27 ANNI


il ritratto reale del più grande dittatore della storia persiana


Alcuni giorni fa il regime barbaro e fondamentalsita dei mullah a lasciato nelle mani di un uomo anziano( il suocero. ndr) la sorte di una donna di 33 anni che durante un tentativo di violenza carnale aveva ucciso il marito. La donna ha raccontato ai giudici che "durante un attacco di asma mio marito mi ha preso alle spalle e ha cercato di violentarmi. Io per liberarmi di lui e poter riprendere il respiro ho preso una pietra che si trovava sul tavolo della cucina e lo colpito. purtroppo il colpo è stato fatale e mio marito è deceduto. Non avevo nessuna intenzione di ucciderlo. E' stato un incidente". Nulla ha potuto convincere i giudici religiosi della innocenza della moglie. Hanno sentenziato la morte della povera donna per mano del padre del marito. Cosi è stato fatto. Il vecchietto è salito sul patibolo e ha messo il cappio al collo della donna di 33 anni e l'ha spinto nel vuoto. Questa è la giustizia khoeminista dopo trent'anni dal suo maligno ingresso in Iran. Un paese devastato nell'anima e nel corpo. Un paese in cui l'odio ha trovato il terreno fertile nella disumana ideologia khomeinista della morte. Un paese in cui l'amore e il perdono sono stati messi al bando e uccisi sotto i colpi mortali del fondamentalismo islamico khomeinista. Un paese in cui la vita e il destino delle persone, vittime stesse del regno khomeinista sono consegnati nelle mani della vendetta e dell'odio. E' di ieri la notizia dell'acceccamento di un giovane attraverso l'uso dell'acido solforico. Ancora le barbarie e l'odio hanno avuto il terreno e il campo aperto grazie a trent'anni del regime islamico dei mullah.
a voi la notizia diffusa dal Tgcom.it
Karimi Davood
3/2/2009
Iran, applicata legge del taglione
Ragazzo sarà accecato come vittima
Dieci gocce di acido solforico per occhio: così un giovane iraniano che ha reso cieca una ragazza gettandole in faccia dell'acido, sarà a sua volta accecato in base alla legge islamica del taglione. L'aggressione, confessata dal responsabile, è avvenuta quattro anni fa: la giovane rifiutò le sue insistenti richieste di matrimonio. La sentenza è stata confermata dalla Corte suprema ed è quindi diventata esecutiva.

La Legge del taglione è un principio in uso presso le popolazioni antiche e consiste nella possibilità riconosciuta a una persona che abbia ricevuto un'offesa di infliggere all'offensore una pena uguale all'offesa ricevuta. Il principio era presente già nel Codice di Hammurabi nel quale la pena per i vari reati è spesso identica al torto o al danno provocato: occhio per occhio, dente per dente.

Il condannato, che si chiama Majid e ha 27 anni, ha confessato di avere gettato l'acido in faccia alla ragazza, Ameneh, di 26, perché questa aveva rifiutato le sue insistenti proposte di matrimonio. L'aggressione è avvenuta quattro anni fa in una strada di Teheran. Inutili sono state le lunghe e costose cure alla quale la giovane è stata sottoposta in Spagna per cercare di salvarle la vista.

"Non dimenticherò mai l'ultima immagine che ho visto, quella di lui che mi aggredisce, e che ritorna in tutti i miei incubi", ha detto Ameneh, rifiutando di concedere a Majid il perdono, che gli risparmierebbe l'esecuzione della pena. Negli ultimi anni sono stati segnalati in Iran altri casi di aggressioni simili da parte di giovani uomini contro ragazze che li avevano respinti.

MESSAGGIO DI AUGURIO DELL'ON. JOLE SANTELLI AL PRESIDENTE MARYAM RAJAVI





Nella foto: On. Jole Santelli, vice presidente della commissione affari costituzionali della Camera

Dopo la grande vittoria della giustizia europea sulla politica di accondiscendenza e la conseguente rimozione del nome della resistenza iraniana dalla lista nera europea, una delle prime adesioni inviate all'ufficio del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana è stato il messaggio di congratulazione dell'On. Jole Santelli, vice Presidente della Commissione Affari Costituzionali.
A nome dell'Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia desidero esprimere i miei migliori auguri e ringraziamenti all'On. Santelli dicendole che il popolo iraniano non dimenticherà mai coloro, come On. santelli, che l'hanno sostenuto nei momenti più bui della sua storia.
Grazie On. Santelli per la sua solidarietà e vicinanza alle richieste democratiche delle donne iraniane.
Karimi Davood, presidente associazione rifugiati politici iranianiin Italia
Il testo della lettera di congratulazioni:
La presente per esprimere al Consiglio nazionale della resistenza iraniana le più sentite congratulazioni per la rimozione dei Mojahedin del Popolo dell'Iran dalla lista delle organizzazioni terroristiche.
E' un risultato importante per Maryam Rajavi e per tutti quelli che, come me, hanno creduto nella battaglia per la libertà del popolo iraniano.
Con tale decisione l'Ue ripara una condizione di grave ingiustizia che le donne iraniane hanno combattuto con coraggio, per un Iran laico e democratico e in difesa delle donne musulmane vittime della teocrazia islamica.
Colgo l'occasione per rivolgere a tutti voi un caro saluto, che vi prego di estendere a Maryam Rajavi.
Jole Santelli
Roma, 27 gennaio 2009

lunedì 2 febbraio 2009

IRAN-USA: NUOVI COLLOQUI CON IL REGIME FONDAMENTALISTA DEI MULLAH


Ahmadinejad in una recente apparizione dimostrando la sua arma letale ha detto con questo sgozzeremo tutti gli oppositori interni ed esterni dell'Islam

Barak Obama, nuovo presidente americano
E' da alcuni giorni che vengo costantemente interpellato dai colleghi di stampa che mi chiedono un patrere sulla ipotesi di apertura di una nuova era tra il regime fondamentalista e terrorista dei mullah e gli Stati Uniti D'America del nuovo presidente.
A proposito, devo ribadire per ennesima volta che il regime dei mullah non è un tipo che sia disposto a concedere qualche cosa. E' un regime che sempre pretende e chiede ancora e di più. Il dialogo con i mullah, come la recente storia della questione atomica ha dimostrato, è come camminare sull'acqua. Ci si sprofonda e ci si perde la vita. Le intenzioni dei mullah iraniani sono quelli di spargere la voce sulla loro disponibilità di dialogo e poi far predere del prezioso tempo onde complementare il loro diabolico piano atomico militare islamico. Basti guardare ai 5 anni di trattative con l'Agenzia per l'energia atomica dell'ONU e capire le vere intenzioni degli ayattollah.
Ribadisco con tantadeterminazione che credo di più in un connubbio reale tra il sole e la luna con la coseguente nascita di un figlio maschio che in una vera e fruttuosa trattativa tra i mullah e la comunità internazionale. La mia convinzione nasce da trentanni di lotta contro la nomenclatura religiosa iraniana e dalla mia profonda conoscenza della natura e del DNA degli ayattollah. Iran non accetetrà mai e mai gli ordini dall'alto e il suo comportamento trentennale conferma tutto il mio realismo. Per me è chiaro come la luce del sole che il regime dei mullah ancora un'altra volta prenderà in giro e trascinerà nel fango l'amministrazione americano e porterà avanti la sua micidiale strategia di tensione onde coprire più possibile l'andamento e lo sviluppo del suo progetto atomico. L'unico obiettivo del regime iraniano è quello di arrivare prima possibile alla bomba atomica islamica e basta. Su questo punto gli ayattollah non sono disposti a ritirare nemmeno di una virgola. Lo stesso presidente del regime iraniano, Ahmadinejad ha detto che "il treno atomico iraniano non ha ne freni e ne la marcia indietro". Allora non capisco come si potrà intavolare dei negoziati con uno che finge di essere sordo alle richieste internazionali? Questo non sarà un dialogo sarà sicuramente un monologo! Alla fine credo che Obama uscirà dalla sala delle trattative con le ossa rotte e con un turbante sulla testa!
Aggiungo ancora che gli americani ancora una volta ci sono cascati con la testa. Con i mullah non si discute. Con loro bisogna parlare attraverso il popolo iraniano riconoscendo la loro legittima resistenza, guidata dal nostro amatissima presidente signora Maryam Rajavi.
Concludo e sottolineo che se è necessario intavolare dei dialoghi, secondo me bisogna farli con il popolo iraniano e non con il regime fondamentalsita dei mullah che non rappresenta assolutamente gli interessi della popolazione.Anzi è il nemico numero uno dell'intero mondo.
karimi davood, analista politico iraniano

domenica 1 febbraio 2009

IRAN: IMPICCATA UNA DONNA DI 33 ANNI


Nella foto: impiccagione pubblica di una donna a Teheran
Ho appena appreso che giovedì scorso è stata impiccata una giovanissima donna di 33 anni di cui 11 l'aveva già passati nel carcere della città di Rafsanjan. La donna di nome Massumeh Ghale Jahi, malata dell'asma cronica e dell'epilessia aveva ucciso 11 anni fa il suo marito durante un tentativo di violenza carnale.
Il suocero della donna è salito sul patibolo e ha stretto e ha messo il cappio attorno al collo della signora e l'ha gettato nel vuoto.
La vittima aveva sostenuto che durante un attacco di asma aveva visto addosso il marito e lei per allontanarlo avevao preso una pietra che si trovava in cucina e con il quale l'aveva colpito.
Nel regime dei mullah e nella costituzione islamica iraniana, per le donne non esiste la difesa dalla violenza carnale e in particolare non esiste assolutamente la difesa nell'ambito dei rapporti coniugali. La donna fa parte della proprietà del marito per cui in qualsiasi momento deve essere disponibile per le richieste coniugali.
Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia esprime il suo dolore e sdegno per questo ennesimo crimine commesso ai danni delle donne iraniane e chiede a tutte le forze politiche e in particolare alle donne italiane di solidarizzare con le loro sorelle iraniane esprimendo il loro dolore e rammarico verso questa ingiustizia chiamando l'ambasciata iraniana per formulare la loro protesta.
Per favore mandate una copia della vostra protesta all'indirizzo email: irandemocratico@yahoo.it
grazie
karimi davood

gli indirizzi di varie sedi del regime dei mullah in Italia:
AMBASCIATA REPUBBLICA ISLAMICA DELL`IRAN :

Via Nomentana 361/363 , 00162 ROMA
Tel. 06/86328485 - 86- 87 fax. 06/86328492

ufficio stampa
Via Nomentana 361/363 , 00162 ROMA
tel. 06/86328485-6-7-8
Sezione Consolare presso Ambasciata
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CONSOLATO GENERALE DELL`IRAN A MILANO
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