sabato 30 maggio 2009

IRAN: ARRESTATO MEMBRO DEL MOVIMENTO PER LA LIBERAZIONE DELL'IRAN


2009-05-30 17:09
Iran: arrestato membro opposizione
E' accusato di propaganda contro il sistema
(ANSA) - TEHERAN, 30 MAG - Un esponente dell'opposizione islamico-liberale al regime iraniano, Emad Bahavar, e' stato arrestato per 'propaganda contro il sistema'. Bahavar appartiene al Movimento per la liberazione dell'Iran (Nehzat Azadi Iran), del quale faceva parte anche Mehdi Bazargan, capo del primo governo dopo la rivoluzione del 1979 e poi estromesso dalla leadership religiosa del Paese.

IRAN: IMPICCATE IN PUBBLICO TRE INNOCENTI UOMINI


A proposito dell'attentato di ieri avvenuto nella città di Zahedan il regime barbaro e terroristico dei mullah ha impiccato stamattina tre uomini gia arrestati molto tempo fa e spacciati per gli attentatori della Moschea di Zahedan.
La domanda è lecita: come mai non si può prevenire un attentato Kamikazze ma si può arrestare in poche ore gli attentatori e processarli e ucciderli nell'arco di poche ore? A questa dmanda dive rispondere il nostro ministro degli esteri Franco Frattini che non vede l'ora di arrivare a Teheran e farsi benedire dall'ayattollah Khamenei il respondabile numero uno del terrorismo e della repressione nonchè autore principale dell'uccisione dei soldati italiani a Nassiriah.
Condanniamo fermamente la nuova scalation della repressione che negli ultimi tempi ha portato alla morte numerosi uomini e donne tra cui alcune persone che al tempo del reato erano minorenni come Delara Darabi, impiccata il primo maggio scorso e Ali Jafari, impiccata 10 giorni fa nel carcere di Shiraz.
Karimi Davood, presidente dell'associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia

Iran, eseguite tre condanne a morte
Impiccati accusati attacco moschea
L'Iran ha giustiziato in pubblico tre uomini condannati per coinvolgimento nell'attentato di giovedì scorso, 28 maggio, alla moschea di Zahedan, nel sudest del Paese, che ha fatto 25 morti e 125 feriti. Lo ha reso noto l'agenzia di stampa ufficiale Irna. "Tre persone condannate per coinvolgimento nel recente attentato a Zahedan sono state impiccate in pubblico sabato mattina", scrive la Irna

mercoledì 27 maggio 2009

IRAN E COREA DEL NORD: una nuova e straordinaria rivelazione


Secondo le informazioni attendibili provenienti dalle fonti interne del regime dei mullah, nel mese di marzo c'è stato un incontro segrettissimo, in una località segreta vicino alla capitale della Corea del nord, in cui due altissimi generali della Sepah Passdaran hanno coordinato con le autorità governative della Corea del Nord, una strategia comune nell'affrontare le pressioni internazionali provenienti in particolare modo da parte dell'ONU. La Corea del Nord ha accettato la proposta iraniana dietro una grande ricompensa in materia finanziaria. L'obiettivo del regime dei mullah è stato quello di dirottare le attenzioni della comunità internazionale sulla Corea del Nord portando avanti indisturbato i suoi piani nucleari militari. All'inizio le autorità corane non erano d'accordo sulle immediate date ma successivamente e dopo giorni e giorni di trattative hanno accettato la proposta iraniana. Secondo la delegazione iraniana, dopo le prossime mosse nucleari coreane, la questione nucleare iraniana sarebbe scesa in secondo piano e avrebbe neutralizzato anche la legittimità e la possibilità di un prossimo attacco militare israeliano contro i siti nucleari del regime dei mullah.
Karimi davood, analista politico iraniano

martedì 26 maggio 2009

UN INTERESSANTE ARTICOLO PUBBLICATO SUL GIORNALE METRO





Il tempo è il nemico numero uno del Campo di Ashraf, a nord-est di Baghdad e a 70 km dal confine iraniano. Il secondo è l’indifferenza internazionale. Ogni giorno che passa per i 3.500 iraniani che ci vivono da oltre due decenni la sicurezza è sempre più a rischio. Non ci sono bambini, né famiglie, solo lavoratori, uomini e donne membri dell’Organizzazione dei Mojahedin del popolo iraniano (Pmoi), che dedicano la loro vita alla resistenza e all’opposizione del regime iraniano. «Il Pmoi si trasferì in Iraq nel 1986 - spiega Mahmoud Hakamian, del Consiglio nazionale della resistenza iraniana (Cnri) - in base ad un accordo ufficiale con il governo iracheno che prevedeva l’indipendenza ideologica e politica così come la libertà di movimento e di azione. Il campo è sempre stato autosufficiente, anche grazie agli aiuti che arrivavano dagli iraniani emigrati in tutto il mondo». Ma oggi è tutto cambiato: «All’inizio del 2009 l’amministrazione del Campo è stata trasferita dagli Usa (che l’avevano dal 2003, anno in cui i mojahedin avevano consegnato tutte le armi) all’Iraq - spiega Hakamian - Non è un segreto che nell’attuale governo iracheno ci siano molti esponenti filoiraniani. E infatti l’Iraq ha comunicato di volere chiudere il Campo di Ashraf. Cosa ne sarà dei suoi abitanti? Se dovessero tornare in Iran, sarebbero subito arrestati, torturati o uccisi». Già da ora, anche se è rimasto un presidio degli Stati Uniti, ai residenti è impedito di uscire e di recarsi negli ospedali. Le restrizioni sono sempre maggiori, anche per il trasferimento di beni e servizi, come cibo e medicine. Per questo Maryam Rajavi, presidente del Cnri, ha rivolto un appello al presidente degli Usa Obama affinché intervenga. (VALERIA BOBBI)

domenica 24 maggio 2009

Iran, pena di morte: giovane 20enne condannato, verrà impiccato


L'UNIONE SARDA.it
Un giovane di 20 anni, condannato a morte per un crimine commesso quando ne aveva 15, sarà impiccato mercoledì prossimo. Lo annuncia il legale del detenuto, precisando che la pena verrà eseguita nel carcere di Adel Abad, nel sud del Paese. Secondo l'avvocato, Mohammad Mostafai, il giovane, che si chiama Mohammad Reza Hadadi, "è stato arrestato con l'accusa di aver ucciso un uomo nell'agosto del 2003, quando aveva 15 anni. E' stato condannato a morte nel gennaio 2004". Secondo Mostafai, il giovane ha fornito una falsa confessione, e si è dichiarato colpevole dopo aver ricevuto la promessa da parte dei complici che la sua famiglia avrebbe ricevuto del denaro. Hadadi, dopo aver saputo che nessun pagamento era stato effettuato, riferisce ancora il legale, ha ritrattato la sua confessione. L'esecuzione di minorenni viola la Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia, che l'Iran ha ratificato nel 1994.

sabato 23 maggio 2009

I MULLAH HANNO IMPICCATO ANCORA UNA DONNA, AVEVA SOLO 29 ANNI

Il regime barbaro e criminale dei mullah ha ancora impiccato una giovane donna di soli 29 anni
Anche lei vittima della violenza familiare
Più ci avviciniamo alle false elezioni presidenziali di giugno più si intensificano le azioni repressive contro la popolazione

IL MINISTRO FRATTINI DEVE SPIEGARE PERCHE' E PER QUALE MOTIVO SI STAVA RECANDO IN IRAN? PER IMPEDIRE ALTRE ESECUZIONI OPPURE PER LEGITIMIZZARE LA DURA REPRESSIONE APPLICATA CONTRO LE DONNE E I GIOVANI DISSIDENTI



2009-05-23 11:24
Iran: eseguite 4 condanne a morte
Impiccati tre uomini e una donna a Shiraz nel Sud del Paese
(ANSA) - TEHERAN, 23 MAG - Eseguite quattro condanne a morte a Shiraz nel Sud dell'Iran. Sono stati impiccati una donna e tre uomini.La donna, 29 anni, era stata condannata per avere ucciso 3 anni fa il marito con l'aiuto dell'amante. Gli altri impiccati sono un giovane, 20 anni, condannato per un omicidio commesso 3 anni fa, quando era forse minorenne, un trafficante di droga e un cittadino afghano per aver violentato una donna. Salgono cosi' a 123 le persone giustiziate dall'1 gennaio.

venerdì 22 maggio 2009

Iran,"missile può colpire Italia"

Iran,"missile può colpire Italia"
Esperti: "Arma a lunga gittata"
Il missile "Sajjil 2" lanciato dalle forze armate iraniane è potenzialmente in grado di colpire anche l'Italia. E' quanto denuncia una delle riviste più accreditata in materia di difesa, secondo cui si tratta di una versione migliorata del predecessore "Sajjil" lanciato il 12 novembre scorso con una gittata di 2.000 chilometri. Il razzo può essere trasportato su rampe mobili rendendo impossibile identificare le postazioni di lancio.

IRAN: GATES, AGGIORNATI PIANI MILITARI SU ORDINE DI OBAMA

Washington, 22 mag. - (Adnkronos/Dpa) - Il Pentagono ha aggiornato i piani per un eventuale ricorso alla forza militare contro l'Iran per ordine del presidente Obama. Lo ha detto il ministro della Difesa, Robert Gates, sottolineando che gli Stati Uniti non hanno escluso la possibilita' di un attacco militare nel caso che l'iniziativa diplomatica non dovesse riuscire a risolvere la disputa sul nucleare iraniano. "I presidenti sempre chiedono ai militari di avere a disposizione una serie di piani di emergenza" ha detto Gates in un'intervista alla Nbc.

mercoledì 20 maggio 2009

SALTATO IL VIAGGIO DEL MINISTRO FRATTINI CON IL LANCIO DEL MISSILE TERRA TERRA DEL REGIME DEI MULLAH

STRINGERE LE MANI DEI MULLAH SI DIVENTA AUTOMATICAMENTE COMPLICE DEI LORO CRIMINI COMMESSI QUOTIDIANAMENTE IN IRAN







Avevamo già ripetuto mille volte che il regime dei mullah sfrutta le visite diplomatiche dei rappresentanti stranieri in Iran in una chiave propagandistica e avevamo già messo in allarme i vari ministeri degli esteri dei paesi europei di stare attenti a questi viaggi che favorsicono solamente il regime dei mullah, la loro selvaggia repressione e le loro ambizioni terroristiche. Ma mi pare che il nostro ministro degli esteri Franco Frattini è assai poco attento allo stato d'animo del popolo iraniano e ogni volta ci casca con la testa nelle trappole tese dal regime dei mullah. Nonostante la nostra forte opposizione e il dissenso diffuso dei massa media americani ed europei On. Frattini ha voluto provare la sua fortuna e di fare non un mediatore come avevano chiesto gli americani ma come "domatore" dei mullah, i veri sponsor del terrorismo islamico sia nella regione che nel resto del mondo. Oggi prima di partire per Teheran, appena il signor ministro ha chiuso la valigetta, entusiasto di passare qualche ora in compagnia dei padrini del terrorismo internazionale ha sentito un grande boato. Il rumore era del lancio di un grande missile terra a terra con un raggio di azione di duemila km. Franco Frattini spaventato del rumore ha chiesto informazioni dai suoi collaboratori che gli hanno riferito dell'accaduto. Il ministro Frattini non sapendo che fare dell'accaduto ha cominciato di maledire i mullah iraniani per aver rovinato il suo entusiasmo e ha subito contattato il premier Berlusconi che gli avrebbe detto " ti avevo detto di non mischiarti nelle facende che non sono alla tua altezza e che coi mullah devi essere molto prudente". Il ministro Frattini restando immobile per alcune ore sull'aeromobile che avrebbe dovuto portarlo nella culla dei mullah chiede al comandante se poteva spegnere i motori dell'aereo perchè avrebbero disturbato le sue concentrazioni e la decisione che avrebbe dovuto prendere immediatamente. Anche perchè i mullah si stavano preparando per organizzare la cerimonia diplomatica di accoglienza con altri lanci dei missili!
Alla notizia della cancellazione del "viaggio di speranza" del ministro Frattini, Ahmadinejad ha reagito dicendo "ma come sono fifoni sti italiani, noi stavamo preparando dei fuochi d'artiicio per il ministro italiano coi missili made in China!"
A parte l'ironia la comunità iraniana è molto soddisfatto del mancato viaggio del ministro Frattini e ribadiamo ancora una volta che questo mostro islamico non si doma assolutamente con le buone maniere di un solo ministro degli esteri e va affrontato con una seria politica di fermezza basata sulle sanzioni generali addottate dalla comunita internazionale e supportate da una politica di sostegno al popolo iraniano. Solo in questa maniera possiamo evitare l'atomizzazione del regime dei mullah ed evitare una guerra catastrofica di dimensioni mondiali. Punto e basta.
Karimi davood, analista politico iraniano

venerdì 15 maggio 2009

USA: L'IRAN FINANZIA IL TERRORISMO CHE AMMAZZA SEMPRE PIU' MUSULMANI NEL MONDO


I dati del Dipartimento di Stato

di Costantino Pistilli
15 Maggio 2009
Dal 30 aprile è possibile consultare il Country Reports on Terrorism, il rapporto sul Terrorismo globale 2008 pubblicato dal Dipartimento di Stato USA. Il primo bilancio sul terrore dell’amministrazione Obama è stato preparato dal coordinatore dell’antiterrorismo Ronald D. Schlicher. Lo scopo del lavoro è creare una banca dati per avere il polso sulla situazione reale del terrorismo internazionale e della guerra all'Occidente.

Sono circa 11.800 gli attacchi terroristici avvenuti in tutto il mondo nel corso del 2008 (il 9 per cento circa compiuto da donne shaid). Quasi 50.000 persone sono state uccise o ferite durante gli attacchi. Numeri importanti che traducono nella realtà una minaccia che, a volte, può apparire eterea o meno grave di quanto invece non sia (almeno agli occhi dei multilateralisti).

Il monitoraggio, le tipologie di eventi e l'analisi degli attacchi, aiutano a capire alcune importanti caratteristiche del fenomeno terroristico, compresa la distribuzione geografica delle azioni militari, il profilo degli attentatori, le notizie sulle vittime, e altri dettagli registrati dalla ricerca empirica.

L'intento del lavoro è di capire le motivazioni dei terroristi, scoprendo le nuove tendenze in atto. Anche se, rispetto al 2007, gli attacchi sono diminuiti del 30 per cento, il rapporto avverte che il terrore è una tattica utilizzata su molti fronti. Un monito che rimanda direttamente al paragrafo su Al Qaeda. La “Base”, infatti, è in grado di espandere la sua presenza nel mondo attraverso materiale di propaganda ed è favorita dalla diffusione dei new media e dalle avanzate innovazioni tecnologiche dell’Occidente.

Ma è l’Iran a restare in cima alla classifica delle nazioni sponsor del terrorismo. Teheran è il centro della rete jihadista globale. Il regime degli ayatollah è coinvolto nella programmazione e nel sostegno finanziario agli attacchi terroristici in Medio Oriente, in Europa e in Asia centrale. La funzione di raccordo è svolta dalle Brigate Qods, le forze elitarie che fanno parte delle Guardie della Rivoluzione islamica. I corpi d’élite del regime iraniano forniscono ai talebani afghani ogni tipo di addestramento, armi, munizioni, razzi, granate, mortai ed esplosivi plastici; nel report abbiamo anche le prove di una collaborazione fra iraniani e quei miliziani che in Iraq si oppongono al governo in carica.

L’Iran rifornisce anche Hamas, l’Hezbollah libanese, la Jihad islamica palestinese, il Fronte popolare per la liberazione della Palestina. “Più di 200 milioni di dollari per finanziare Hezbollah e addestrare circa tremila combattenti in Libano”, spiega il report.

E’ il Medio Oriente ad aver conosciuto il maggior numero di attacchi terroristici e, dal 2005, un numero considerevole di vittime sono stati musulmani sciiti e sunniti. Cifre e numeri significativi che fanno a pugni con la strategia del dialogo inseguita da Obama.

FINALMENTE FUORI PERICOLO LA GIORNALISTA IRANO-AMERICANA ROXANNA SABERI


ROXANNA SABERI INSIEME AI SUOI GENITORI AL LORO ARRIVO ALL'AEROPORTO DI VIENNA

lunedì 11 maggio 2009

LIBERATA ROXANNA SABERI. GRAZIE ALLE PROTESTE INTERNAZIONALI CONTRO L'IMPICCAGIONE DI DELARA IRAN E' STATO COSTRETTO A LIBERARE LA GIORNALISTA



LA GIOVANE PITTRICE IRANIANA DELARA DARABI, IMPICCATA BARBARAMENTE IL PRIMO MAGGIO SCORSO HA PAGATO CON LA PROPRIA VITA IL PREZZO DELLA LIBERAZIONE DI ROXANNA SABERI, GIORNALISTA IRANO-AMERICANA, ARRESTATA NEL GENNAIO SCORSO CON L'ACCUSA DI SPIONAGGIO A FAVORE DEGLI USA.
LE IMMENSE PROTESTE INTERNAZIONALI SOLLEVATE DOPO L'UCCISIONE DI DELARA DARABI HANNO COSTRETTO IL REGIME DEI MULLAH A RITIRARE LE INGIUSTE ACCUSE CONTRO LA ROXANNA SABERI CHE ALTRIMENTI NON SI SPIEGHEREBBE COME MAI GLI 8 ANNI DI CARCERE PER SPIONAGGIO A FAVORE DELLA GRANDE SATANA SI RIDUCHINO A 2 ANNI CON LA CONDIZIONALE E ALL'IMPROVVISO GLI STATI UNITI D'AMERICA, FINO AD IERI IL NEMICO NUMERO UNO, DIVENTINO LA NAZIONE "NON OSTILE"?

lA GRANDE SODDISFAZIONE DELLA COMUNITà IRANIANA PER IL RILASCIO DELLA GIORNALISTA IRANO-AMERICANA ROXANNA SABERI
MA, ATTENZIONE NELLE CARCERI IRANIANE CI SONO MIGLIAIA E MIGLIAIA DI ROXANNA E DELARA.
LA LIBERAZIONE DI ROXANNA DIMOSTRA CHE DOBBIAMO CONTINUARE A PROTESTARE E PREMERE SUI GOVERNI EUROPEI PER CONDIZIONARE LE LORO RELAZIONI DIPLOMATICHE E COMMERCIALI AL RISPETTO DEI DIRITTI UMANI IN IRAN
LA STORIA CI INSEGNA CHE SENZA LE PROTESTE INTERNAZIONALI LA GIORNALISTA IRANO- AMERICANA AVREBBE FATTO LA STESSA FINE DELLA GIORNALISTA IRANO-CANADESE ZAHARA KASEMI, ARRESTATA DURANTE LA PRESIDENZA DI KHATAMI, DI FRONTE AL CARCERE DI EVIN E UCCISA SOTTO TROTURA DAL PROCURATORE DI TEHERAM MORTAZAVI
ALLORA NON DIMENTICHIAMO LE MIGLIAIA DI DONNE CONDANNATE A MORTE E ALLA LAPIDAZIONE E CONTINUIAMO A PROTESTARE E PROTESTARE. QUESTA E' LA LIBERA COSCIENZA.
GRAZIE
Karimi Davood

domenica 10 maggio 2009

LA FONDAZIONE DELARA DARABI







Nella prima festa della mamma, dopo la tragica e barbara uccisione della giovane pittrice iraniana, Delara Darabi, impiccata il primo maggio dal regime fondamentalista e misogino dei mullah, nonostante avesse ottenuto due mesi di tempo per ottenere la clemenza della famiglia della vittima,abbiamo deciso di tenere vivo il ricordo della Delara come simbolo della ingiustizia iraniana e delle numerose donne che vivono in condizioni di vita disumane nelle carceri iraniane attendendo la loro ultima alba!L'obiettivo della Fondazione si traduce in soccorso a loro favore sensibilizzando il mondo sulle loro condizioni di vita organizzando anche delle campagne mirate sui singoli.
Delara il giorno primo della sua impiccagione aveva visitato la mamma e le aveva chiesto: "mamma noi abbiamo accettato tutte le condizioni della famiglia della vittima perchè non si fanno vivi per firmare la clemenza?". Delara aveva intuito qualcosa?
Non sappiamo ma conoscendo la natura dei mullah e vivendo per ben 6 anni nelle disumane condizioni di vita del carcere di Rasht non si fidava molto delle loro promesse. Aveva ragione a non fidarsi.
Numerose volte i responsabili del carcere di Rasht l'avevano picchiata minacciandola di anticpare la sua esecuzione se avesse continuato a dipingere i suoi quadri, ma nonostante tutto Delara continuava e denunciare la sua e le condizioni di vita delle donne detenute. La speranza è l'unico elemento che si nota nelle sue opere anche in quelle più tristi. Delara aveva fiducia negli uomini e nelle donne che si solidarizzavano con lei, dalle varie regioni del paese.
Infatti la prima mostra che venne fatta nell'estate scorsa aveva suscitato un grande successo tanto che il regime dei mullah non autorizzò più le mostre successive.
La fondazione Delara Darabi si occupa prevalentemente nell'organizzare campagne a favore delle donne detenute e condannate a morte a prescindere dal reato che hanno commesso. Siamo convinti che loro siano le principali vittime del regno nefasto e fondamentalista del regime khomeinista che ha un solo messaggio: violenza, vendetta, odio e distruzione.
A nome di Delara ringrazio tutti coloro che si sono mobilitati per la sua liberazione e ribadisco che bisogna guardare al futuro, imparando la lezione dal caso DELARA ed incentivare maggiormente il nostro impegno a favore di coloro che ci guardano ed attendono una nostra risposta.
Delara sarà viva in quei istanti e momenti che noi risponderemo si alla nostra coscienza e ci mobilitiamo a loro favore come abbiamo fatto per il caso di Kobra Rahmanpour. In quel caso grazie al programma radiofonico Zapping condotto dal Dott. Forbice il mondo è venuto a conoscienza della storia di Kobra, mobilitandosi mandando oltre 100.000 firme alla redazione di Zapping che puntualmente le consegnava all'Ambasciata iraniana a Roma. Le esperienze non ci mancano.
Và ribadito che il regime dei mullah è scatenato contro il mondo femminile e non perde occasione per accanirsi contro le donne quando gli è possibile. Anche perchè nel mondo femminile vede la propria fine.
Nell'attesissima giornata finale nella lotta del popolo iraniano per la libertà e la democrazia saranno le donne e le mamme iraniane che daranno il colpo finale sulla testa degli ayattollah mandandoli tutti nella pattumiera della storia.
Vivo il ricordo di Delara Darabi
Fondazione Delara Darabi
Roma, 10 maggio, giornata della festa della mamma

I MIEI MIGLIORI AUGURI A TUTTE LE MAMME DEL MONDO IN PARTICOLARE ALLA MAMMA DI DELARA DARABI



UN'ALTRA OPERA DI DELARA DARABI

giovedì 7 maggio 2009

REAZIONI DEL MONDO POLITICO CONTRO LA DISUMANA ESECUZIONE DELLA GIOVANE PITTRICE IRANIANA DELARA DARABI



Anche il mondo politico italiano è stato scosso dalla notizia della barbara esecuzione della giovane pittrice Delara Darabi e fin dall'arrivo della triste notizia numerosi parlamentari italiani tra cui On. Angela Napoli, On. Suad sbai, On. Jole Santelli, On. Silvana Mura e altri politici hanno espresso il loro sdegno nei confronti del regime misogino e articia dei mullah condannando fermamente l'esecuzione della Delara Darabi. Anche Amnesty International che già aveva avviata una campagna per la sua liberazione è stato fortemente addolorato per la tragica perdita di Dealra organizzando una serie di manifestazioni in tutta l'Europa tra cui l'Italia.Ieri a Roma, alla manifestazione organizzata di fronte all'ambascita dei mullah, sono arrivati migliaia di fiori bianchi inviati dai semplici cittadini di tutta Italia. Sui biglietti inviati dai cittadini si leggeva la forte commozione e dolore degli italiani.
A nome di Delara e della sua famiglia desidero ringraziare tutti coloro che si sono mobilitati contro questo atto disumano e senza precedenti nella storia contemporanea. Dealara è stata uccisa in un momento in cui tutto il mondo compreso Lei e la sua famiglia aspettavano un atto di clemenza da parte della famiglia della vittima che tra l'altro son parenti del padre di Delara. Ma dal momento che l'ideologia della vendetta e dell'odio del regime khomeinista è fortemente contrario alla diffusione della pacificazione e della convivenza tra la popolazione, il capo supremo del regime dei mullah, ayattollah Ali khamenei ha anticipato l'esecuzione di Delara nonostante fosse già sospeso vigilacamente per un periodo di due mesi. La notte prima dell'esecuzione Delara non sapeva che il giorno dopo sarebbe finito nelle mani sanguinari del boia che attraverso lo spargimento del sangue mantiene in piedi un regime totalitario e medievale. Si, khomeini attraverso la sua nefasta ideologia della violenza e della morte si è resuscitato e come un serpente si è attorcigliato attorno al collo di Delara e con tutto suo odio si è accanito contro una giovane donna inerme trascinando l'intero mondo in un dolore immenso e inimmaginabile.
Desidero scrivere anche sul comportamento tenutosi dalle donne di sinistra che in questo tragico caso hanno scelto la via del silenzio approvando la feroce repressione delle donne iraniane.
Delara era un simbolo ed rimane nei nostri cuori come un simbolo della innocenza e della DONNA.
Delara tu sei con noi e ti promettiamo che terremo viva il tuo ricordo e nel tuo nome non ci fermeremo mai di fronte alla violenza perpetrata da un regime che ti ha privato della tua voglia di vivere e di sorridere.
karimi davood, presidente dell'associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia

SANTANCHE' SULLA DISUMANA ESECUZIONE DI DELARA DARABI


nella foto: Daniela Santanchè, leader del movimento per l'Italia che ringrazio di cuore per le sue dure posizioni contro il regime barbaro e medievale dei mullah
Iran, botta e risposta Frattini- Santanchè “via l’Ambasciatore”
(Ansa)

“Più fermezza e più costanza e il richiamo dell’ambasciatore è il minimo che si possa fare.” Così Daniela Santanchè Leader del Movimento per l’Italia, replica al Ministro Frattini che oggi sul Corriere della Sera ha risposto ad una sua lettera aperta chiedendo il ritiro dell’Ambasciatore in Iran a seguito dell’impiccagione di Delara Darabi. “Tra qualche giorno a Teheran verranno giustiziati altri due ragazzi per crimini tutti da dimostrare e di cui si sarebbero macchiati quando erano ancora minorenni. Capisco e apprezzo la preoccupazione del ministro Frattini di conciliare fermezza e senso di responsabilità quando si affronta con paesi come l’Iran il tema “incendiario” dei più elementari diritti cui dovrebbe godere ogni essere umano. Ma continuo a domandarmi - conclude Santanchè - fino a che punto in casi come questi che si ripetono a centinaia ogni anno, l’imperativo morale di far pesare la voce del nostro paese attraverso gesti simbolici forti come il richiamo per chiarimenti del nostro ambasciatore a Teheran, debba costantemente cedere il passo all’esigenza di un dialogo fondato sul compromesso politico e sulle mediazioni al ribasso di valori che non dovrebbero essere negoziabili”.



05 2009
Iraniana uccisa: Santanchè, via da Roma Ambasciatore di Teheran
(Agi)

Via dall’Italia l’ambasciatore iraniano e via dall’Iran il nostro rappresentante diplomatico. E’ la richiesta che Daniela Santanche’,
segretario nazionale per il Movimento per l’Italia, rivolge al ministro degli Esteri Franco Frattini. In una lettera al titolare della Farnesina, Santanche’, chiede che non passi sotto silenzio l’impiccagione della giovane donna Delara Darabi accusata
di aver commesso un crimine quando aveva solo 17 anni. E’ la 42esima giovane vittima della sharia, la legge islamica in vigore in Iran. Una morte che, sottolinea Santanche’, “fa parte della catena infinita di atrocita’ e di orrori perpetrati dal
governo iraniano”. Un gesto, quello che chiede la ex parlamentare, “simbolico”, ma abbastanza forte da essere di esempio e da convincere altri governi europei a seguire l’esempio dell’Italia. “E anche con gesti e formule diplomatiche come queste che la comunita’ internazionale puo’ sperare di darsi una coscienza credibile. Mostrarsi vicina alle vittime dell’oppressione islamica. E tornare a parlare di civilta’ e giustizia dei popoli senza timore di perdere la faccia”, scrive ancora l’ex parlamentare che a
Frattini ricorda i “buoni motivi” - le posizioni assunte dal ministro verso la conferenza dell’Onu a Ginevra sul razzismo e nei confronti della decisione del presidente Karzai di reintrodurre in Afghanistan una legge “che minaccia di ripiombare le donne in un inferno di sottomissione e violenza” - per confidare in una risposta del ministro che dia prova “della stessa coerenza e chiarezza di intenti nell’affrontare l’ultimo drammatico capitolo della strage dei diritti della persona che si e’ appena consumata a Teheran”. Dopo “processi farsa si impiccano a decine ogni anno donne (anche incinte), minorenni e omosessuali, si incarcerano e si sottopongono a torture tutti quelli che si oppongono al potere”, si legge ancora nella lettera indirizzata a Frattini, nella quale ci si chiede “si puo’ essere eternamente spettatori di quanto accade sotto i nostri occhi senza diventarne in qualche modo complici?” per rispondere che e’ venuto il momento di agire. Delara Darabi, giovane pittrice iraniana, di soli 23 anni, e’ stata impiccata il 2 maggio scorso. E’ stata condannata a morte in Iran per un omicidio commesso all’eta’ di 17 anni, e’ stata portata al patibolo nel carcere della citta’ settentrionale di Rasht. A nulla sono serviti gli appelli della comunita’ internazionale affinche’ le autorita’ di Teheran annullassero la sua esecuzione. La ragazza, poco prima di muovere i suoi ultimi passi, ha fatto un’ultima tragica telefonata ai genitori: “Tra poco mi impiccano, aiutatemi”. Un ultimo grido di speranza rimasto inascoltato. Secondo il quotidiano locale Etemad, Delara e’ stata impiccata “senza che i suoi genitori ne’ il suo avvocato venissero informati dell’esecuzione”. A condannare duramente Teheran era scesa in campo anche la presidenza ceca dell’Unione europea che aveva chiesto di “evitare l’esecuzione di ragazzi”. “Queste violazioni dei diritti umani corrodono il terreno del dialogo tra l’Iran e l’Unione europea”, aveva affermato la presidenza di turno dell’Ue in un comunicato. Darabi, in carcere da cinque anni, aveva inizialmente confessato l’omicidio poiche’ credeva di essere perdonata per averlo commesso quando era minorenne. Poi, si era invece dichiarata innocente. Dal 1990, l’Iran ha portato al patibolo 42 giovani, sette nel 2007. Secondo la sharia, la legge islamica in vigore in Iran, omicidio, stupro, adulterio, rapina a mano armata, traffico di droga e apostasia sono reati punibili con la pena di morte

FORTE REAZIONE DEI PARLAMENTARI ITALIANI CONTRO LA BARBARA ESECUZIONE DI DELARA DARABI

Fermiamo il genocidio in Iran. Basta con la pena di morte!


Nella foto: On. Suad Sbai del Popolo della Libertà

Nella foto: On. Jole Santelli del Popolo della Libertà

Nella foto: Silvana Mura

Fonte: Delta News


(Roma) Nell'aula della Camera, ieri, ricordando la morte di Delara Darabi - la pittrice iraniana 22enne, uccisa lo scorso primo maggio - Souad Sbai, deputata del Popolo della Libertà, ha lanciato un appello a tutti i colleghi e le colleghe affinché simili episodi non accadano più

Sbai nel corso del suo intervento alla Camera durante la discussione del disegno di legge per la ratifica dell'accordo di Prum, ha chiesto ai colleghi e alle colleghe di denunciare con forza questo genocidio. "Questo Trattato, che rappresenta un forte richiamo ai diritti umani, giunge al voto allorché lo scorso primo maggio si è consumato un fatto grave e odioso per le donne e per la diplomazia internazionale - ha affermato la Sbai - Delara Darabi, è stata impiccata all'alba, nel silenzio e nell'indifferenza, senza che la famiglia e l'avvocato difensore fossero a conoscenza dell'esecuzione". "Si tratta di un fatto illegittimo sul piano dell'etica e del diritto internazionale che non può essere taciuto - ha proseguito -. L'Iran ha sottoscritto la Convenzione internazionale sui diritti civili e politici e quella sui diritti dei bambini che non consentono al suo governo di mandare a morte uomini e donne per crimini commessi quando erano minorenni".

La parlamentare di origine marocchina, che su questo ha inviato un atto ispettivo al ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha definito il regime di Teheran "razzista, xenofobo e intollerante che, nonostante gli impegni presi, ha confermato la sua chiusura in sede Onu, attraverso le odiose dichiarazioni del presidente Mahmoud Ahmadinejad. Vorrei inoltre ricordare che ieri mattina Abdolsamad Khorramshahi, avvocato difensore di Delara - ha concluso - è stato arrestato senza alcuna spiegazione?".

Intanto nella Repubblica Islamica non si placa l'ondata di esecuzioni: ieri, alle prime ore dell'alba nel famigerato carcere di Evin, vicino Teheran, una donna e tre uomini sono stati impiccati, ha reso noto l 'Iran Human Rights', un'organizzazione che si batte per i diritti umani della popolazione iraniana. La donna impiccata, la 28enne Zeynab Nazarzadeh, è stata condannata a morte per aver ucciso suo marito. 'Iran Human Rights', rifacendosi alle notizie diffuse dalla radio e dalla televisione iraniane, avanza anche l'ipotesi che siano in tutto dieci le condanne a morte eseguite ieri questa mattina. Intanto, il blogger iraniano e attivista per i diritti umani, Asieh Amini, ha dichiarato di essere a conoscenza che le condanne a morte di due minori, Safar Angooti e Amir Khaleghi, previste per ieri, non sono ancora state eseguite.

"Questa continua operazione, soprattutto sulle donne, sembra quasi una provocazione - commenta Jole Santelli, parlamentare pdl - un'accelerazione dello scontro" da parte di Ahamdinejad "per arroccarsi su posizioni interne difensive basate sull'integralismo"con una violazione dei diritti umani che consiste nel "calpestarli totalmente".Per Santelli, bisogna "porre il problema in termini europei per assumere una posizione decisa verso l'Iran al di là dei rapporti di interesse economico e commerciale, distinguendo quello che è il Paese Iran dal suo Governo".

"Casi come quello della morte di Delara Darabi devono suscitare la rivolta delle coscienze di tutte le donne e gli uomini che credono nella libertà e nella democrazia perché non si può assistere inermi alla violazione dei diritti umani”, aggiunge Silvana Mura deputata dell'Idv. "L'Iran ha firmato dei trattati internazionali e convenzioni, come quella che impedisce la pena di morte per crimini commessi da minorenni, che poi non rispetta. Se si aggiunge che la povera Delara è stata giustiziata senza alcun preavviso, mantenendo all'oscuro la famiglia e il suo avvocato, è evidente la mostruosità di questa esecuzione". E' "compito di uno stato che crede nella libertà, come l'Italia, fare tutto quello che è in suo potere a tutela dei diritti umani, mi auguro - conclude Mura - dunque che il caso di Delara sia motivo di una protesta formale da parte del governo italiano e che il Parlamento approvi una mozione di censura nei confronti dell'Iran per bloccare le esecuzioni di donne e uomini per crimini commessi nella minore età, che purtroppo si continuano a verificare e per chiedere la liberazione della giornalista Roxana Saberi”.

Amnesty International nel suo Rapporto ''Condanne a morte ed esecuzioni nel 2008'', sui paesi in cui sono state emesse condanne a morte al termine di processi iniqui, spesso nei confronti di persone povere o appartenenti a minoranze etniche o religiose, evidenzia come il maggior numero di esecuzioni nel 2008 è stato riscontrato in Asia, dove 11 paesi continuano a ricorrere alla pena di morte: Afghanistan, Bangladesh, Cina, Corea del Nord, Giappone, Indonesia, Malaysia, Mongolia, Pakistan, Singapore e Vietnam. Il secondo maggior numero di esecuzioni, 508, è stato registrato nella regione Africa del Nord - Medio Oriente. In Iran sono state messe a morte almeno 346 persone, tra cui otto minorenni al momento del reato, con metodi che comprendono l'impiccagione e la lapidazione. In Arabia Saudita, le esecuzioni sono state almeno 102, solitamente tramite decapitazione pubblica seguita, in alcuni casi, dalla crocifissione.

Sono almeno 2.390 le persone messe a morte, in 25 paesi, tra gennaio e dicembre dello scorso anno e sono almeno 8.864 le condanne alla pena capitale emesse in 52 paesi.

''Solo in Cina – sottolinea il rapporto - hanno avuto luogo quasi tre quarti delle esecuzioni su scala mondiale, 1718 su 2.930, dati che si teme potrebbero essere più elevati poiché le informazioni sulle condanne a morte e le esecuzioni restano un segreto di stato''.Per contrasto, in Europa solo un paese ricorre ancora alla pena di morte: la Bielorussia. ''La pena di morte è la punizione estrema. E' crudele, inumana e degradante. Nel XXI secolo non dovrebbe esserci più posto per decapitazioni, sedie elettriche, impiccagioni, iniezioni letali, fucilazioni e lapidazioni'' sottolinea Amnesty International, che ieri pomeriggio ha deposto simbolicamente fiori bianchi davanti ai cancelli delle rappresentanze diplomatiche iraniane a Roma e Milano e in altri paesi del modo per commemorare Delara Darabi.

Nel continente americano solo gli Stati Uniti d'America hanno continuato a ricorrere con regolarità alla pena di morte, con 37 esecuzioni portate a termine lo scorso anno, la maggior parte delle quali in Texas.

In occasione della pubblicazione dei dati relativi al 2008, Amnesty International ha lanciato il rapporto ''Ending executions in Europe: Towards abolition of the death penalty in Belarus'' e un'azione on line per fermare le esecuzioni in Bielorussia. Nell'Africa sub-sahariana, infine, secondo dati ufficiali, sono state eseguite solo due esecuzioni ma le condanne a morte sono state almeno 362. Quest'area ha registrato un passo indietro, con la reintroduzione della pena di morte in Liberia per i reati di rapina, terrorismo e dirottamento.

Contro la pena di morte si è espresso ieri il Consiglio regionale della Toscana che ha approvato all’unanimità una mozione di condanna per l'esecuzione capitale di Delara Darabi.

La mozione, presentata dal consigliere Severino Saccardi (Pd), chiede al Governo nazionale e all'Unione europea l'assunzione di atteggiamenti conseguenti nei confronti della Repubblica islamica iraniana, fondati sulla ricerca del dialogo ma anche sulla pressante richiesta di inequivoci passi in avanti in tema di diritti umani. La mozione, inoltre, impegna la Giunta regionale a rendersi partecipe di iniziative tese a promuovere e a sostenere un'evoluzione della realtà iraniana in direzione del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, con particolare riferimento, nell'immediato, allo specifico caso della richiesta di liberazione della giornalista Roxana Saberi, detenuta perché accusata di spionaggio.

Ma a Teheran il boia non si ferma



Un quadro di Delara darabi
Dal Quotidiano.net

di Aldo Forbice
L’IMPICCAGIONE della giovane pittrice Delara Darabi a Teheran ha suscitato un’ondata di emozione in Iran e in Occidente. Aveva 23 anni ed era stata condannata per un omicidio che avrebbe commesso a 17 anni. Ma la sua colpevolezza non era stata provata, anche perché la confessione (per salvare il fidanzato maggiorenne) era stata ritrattata. L’Iran continua a essere l’unico Paese a mandare a morte i minorenni: da due anni anche gli Usa hanno cancellato la pena capitale per chi è sotto i 18 anni. Ma ora il regime teocratico si è irrigidito e le impiccagioni si susseguono (11 negli ultimi tre giorni, fra cui un uomo lapidato per adulterio).



Nei primi quattro mesi di quest’anno si contano 164 esecuzioni, il doppio dello stesso periodo 2008 (356 in tutto l’anno). Senza contare le vittime per tortura. Del resto il regime iraniano è stato condannato dai diversi organismi Onu ben 55 volte per la continua violazione dei diritti umani.



Ma la repressione è diventata più spietata. Nella gran parte dei casi, le esecuzioni colpiscono giovani dissidenti accusati di reati legati a droga e adulterio. Il crescente malcontento di donne, studenti e lavoratori disoccupati che contestano il regime religioso è documentato anche dalle manifestazioni di protesta (8000 nel 2008), che si concludono quasi sempre con brutali interventi dei "guardiani della rivoluzione" e della polizia. Nella politica di repressione gli hajatollah non risparmiano il campo di Ashraf, cittadina irachena abitata da esuli e dissidenti iraniani (i mojahedin del popolo), presidiata dagli americani.



Ora, con la complicità di una parte del parlamento iracheno (filo iraniano), Teheran esercita forti pressioni per smantellare questo campo e deportare in Iran una parte di questi dissidenti per arrestarli e fucilarli, mentre l’altra parte dovrebbe trovare accoglienza in Europa. Finora l’Ue ha risposto duramente alla minaccia, però i cittadini di Ashraf sono prigionieri nel loro villaggio. Maryam Rajavi,la coraggiosa presidente della resistenza iraniana, è intervenuta più volte al parlamento Ue e alle Nazioni Unite. Si è rivolta a Barack Obama, al Consiglio di sicurezza dell’Onu e alla Croce rossa internazionale. Forse gli Usa, alla vigilia dell’apertura di un negoziato con gli uomini di Khamenei e Ahmadinejad, dovrebbero mettere sul tavolo anche il caso Ashraf.

mercoledì 6 maggio 2009

LA MANIFESTAZIONE ORGANIZZATA DALL'AMNESTY INTERBATIONAL CONTRO LA BARBARA ESECUZIONE DELLA GIOVANE PITTRICE DELARA DARABI







MIGLIAIA DI FIORI BIANCHI ARRIVATI DA TUTTA ITALIA PER DELARA DARABI, UCCISA BARBARAMENTE DAL REGIME ARTICIDA E MISOGINA DEI MULLAH
CENTINAIA DI DONNE E UOMINI PROVENIENTI DA TUTTA ITALIA TRA CUI LA COMUNITA' MAROCCHINA PER ESPRIMERE LO SDEGNO VERSO IL REGIME DEI MULLAH
INTERVENTO DELL'ON. SUAD SBAI ALLA CAMERA CONTRO IL REGIME FONDAMENTALISTA IRANIANO CHE CONTINUA A MASSACRARE I GIOVANI, DONNE E UOMINI, ANCHE MINORENNI, NONOSTANTE LA FORTE PROTESTA DELLA COMUNITA' INTERNAZIONALE

A NOME DELLA COMUNITA' IRANIANA E DELLA FAMIGLIA DI DELARA RINGRAZIO AMNESTY INTERNATIONAL PER LA SUA VICINANZA CON LA FAMILIA DELARA DARABI E PER LE LORO CAMPAGNE INTERNAZIONALI CONTRO LA PENA DI MORTE IN IRAN







Per protestare contro la disumana impiccagione di Delara Darabi, alle ore 16 manifestazione di protesta di fronte all'ambasciata del regime dei mullah



Amnesty Internationale, sezione italiana ha organizzato per oggi pommeriggio alle ore 16 una manifestazione di protesta di fronte all'ambasciata del regime terrorista dei mullah dove i manifestanti depositeranno un fiore bianco in ricordo della giovanissima pittrice iraniana Delara Darabbi, uccisa barbaramente il primo maggio scorso nel carcere della città di Rasht.
Chiedo a chi legge questa notizia di raggiungerci e di rispondere alla grida di Delara Darabi che attraverso le sue opere ha denunciato la forte discriminazione femminile nella società e nelle carceri iraniane. Delara fino all'ultimo momento ha sperato nella forza della clemenza ignaro del fatto che l'ideologia del fondamentalismo islamico di matrice khomeinista è arrivato in Iran con l'unico e eccezionale obiettivo: uccidere la coscienza umana e sostituirla con la violenza e vendetta e spargimento di sangue degli innocenti. Aggiungo che pure stamattina sono stati impiccati tre uomini e una donna. Questa serie di esecuzioni fanno parte della campagna di terrorizzazione della popolazione e finalizzata a paralizzare la gente e scoraggiarla da qualsiasi atto di protesta. E' il nostro dovere scendere in piazza e dimostrare la nostra solidarietà alla famiglia della giovanissima pittrice Delara Darabi e ribadire ancora una volta che finchè regge in piedi questo regime barbaro e medievale il mondo non vedrà mai e mai un giorno di pace e di tranquilità. Uno dei tre pilastri fondamentali su cui il regime dei mullah regge è appunto la repressione interna.
Ringrazio a nome della famiglia di Delara Darabi tutti coloro che parteciperanno a questa iniziativa dell'Amnesty International.
karimi davood, presidente dell'associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia

martedì 5 maggio 2009

IRAN:DOPO L'IMPICCAGIONE DI DELARA DARABI IL REGIME TERRORISTA DEI MULLAH HA LAPIDATO UN UOMO NELLA CITTA' DI RASHT


Una delle opere di Delara Darabi


IL REGIME LIBERTICIDA E DISUMANO DEI MULLAH HA LAPIDATO UN ALTRO UOMO PER EMARGINARE E STRONCARE LE PROTESTE INTERNAZIONALI CONTRO L'IMPICCAGIONE DI DELARA DARABI

Ancora una volta le mani criminali e teroristiche del regime fondamentalista e medievale dei mullah hanno lapidato un giovane uomo accusato di aver amato una donna.
Questo ennesimo crimine è la conseguenza logica dell'indifferenza totale della comunità internaziionale. Esige urgentemente
una forte presa di posizione dell'Unione Europea con la convocazione urgente di tutti gli ambasciatori accreditati in Iran. Al regime dei mullah bisogna dare una dura risposta e comportarsi in modo tale da costringerlo a rispettare i trattati firmati e gli impegni presi con l'ONU e con la comunita internazionale. Ribadisco che il regime iraniano sta lanciando ,attraverso l'impennata delle esecuzioni, un doppio messaggio al mondo occidentale in previsione di un prossimo attacco militare contro le sue installazioni atomiche. Ma non bisogna lasciarsi cadere nella sua trappola terroristica e abbandonarsi alla paura e al terrore. Bisogna reagire per diffendersi in futuro. Bisogna adottare delle misure sanzionatorie, attraverso L'ONU e l'UE per far capire ai mullah che la comunità internazionaqle non è più disposta a subire tali umiliazioni ed è disposta arivedere tutti i loro impegni presi con il regime dei mullah.
Nell'assenza di tali misure e nel perdurare l'oblia della comunità internazionale testimonieremo costantemente la danza dei nostri figli appesi ai grù.
A nome della comunità iraniana chiedo al governo italiano di condannare fermamente sia l'impiccagione di Delara Darabi che la lapidazione di questo uomo, avvenuti entrambi nella città di Rasht, e di richiamare immediatamente l'ambasciatore italiano a Teheran e di espellere dal territorio nazionale il rappresentante diplomatico del regime terroristico dei mullah accreditato a Roma.
Karimi Davood, presidente dell'associazione rifugiati politici iraniani in Italia

» 2009-05-05 13:21
Pena morte: Iran, uomo lapidato
Era colpevole di adulterio
(ANSA) - TEHERAN, 5 MAG - Un uomo e' stato messo a morte in Iran con il supplizio della lapidazione perche' riconosciuto colpevole di adulterio. Sale cosi' a 5 il numero delle persone lapidate negli ultimi due anni in Iran, nonostante il capo della magistratura avesse ordinato dal 2002 una sospensione di queste esecuzioni. L'ultima lapidazione e' avvenuta in segreto a Rasht,nel marzo scorso. Dell'uomo si sa solo l'iniziale del nome, V.,che aveva 30 anni e lavorava per il ministero del Commercio.

sabato 2 maggio 2009

NEL NOME DI DELARA: LA MOSTRA DELLE SUE OPERE



Delara non c'è tra di noi ma vive con noi. I suoi appelli al mondo, le sue opere, la sua tenacia e la sua infinita voglia di vivere dimostrati nei tracciati colorati dei suoi quadri chiamati da lei stessa " il prigioniero dei colori" ci dicono che DELARA è con noi, è tra di noi, cammina con noi con le mani nelle mani e ci invita a correre lungo le spiagge della sua città, come tante volte aveva detto a suo padre: "papà voglio corrrere lungo la spiaggia e salutami il mare". Adesso quel mare affidatoci da Delara come un "prestito" ci sta guardando e ci sta riflettendo sulla nostra capacità di reagire contro questo grave crimine commesso dal regime barbaro e medievale di Khomeini. Quelle spiagge di cui Delara parlava con il padre ci guardano e attendono una risposta degna di un regime violento e misogino che ha strappato immaturamente un pugno della sua sabbia. E il vento della sua città, come l'unico canale messaggero che arrivava indisturbato dal mare e accarezzava i capelli, gli occhi, le labbra, le mani di Delara riportando con se verso il mare il suo profumo da "prigioniera dei colori" è colmo di odio e di sdegno. Attende anche lui la nostra risposta. E alla fine la terra. Quella terra che ha aperto il suo ventre per accoglierla come una madre che abbraccia suo figlio appena nato. Avrà detto a noi esseri viventi sulla terra chiamati"uomini" che non l'avremo meritato che sarebbe stata meglio che tornasse da LEI e disegnasse per LEI. Adesso la mia Delara e la sua terra si sono abbracciati come due amanti eterni.
Piangere è inutile. Le lacrime corrono e devono diventare la rabbia. La rabbia di Delara che negli ultimi momenti della sua vita ha gridato fortemente "sono io la prigioniera dei colori"!
Delara tu sei con noi, rimarrai con noi e sarai la luce che ci condurrà nella tenebre notte imposta dalla maledetta ideologia della vendetta e dell'odio dettato dalla piu feroce dittatuta khomeinista, verso un Iran nuovo, libero e democratico. Sicuramente quel giorno ballerai con noi. Lo so che hai paura del ballo perchè l'ultimo che ti hanno fatto fare ti ha fatto tanto male!
Nel tuo nome e con tuo permesso pubblico il link del sito dove la gente ti può vedere e ammirare.
Delara a questo punto meglio che tu vai a riposrae. Dormi fogliola. Dormi figliola. Delara,Il tuo giorno arriverà e arriverà eccome. E quel giorno la tua rabbia e le tue grida usciranno inevitabilmente dai tuoi " prigionieri dei colori" e insieme alla furia del popolo iraniano spazzeranno via tutto il male che ha invadso il tuo paese. E tu volerai libera e spensierata sopra la spiaggia e il mare della tua città come un gabbiano invitandoci a volare con te sempre in alto libera e spensierata e con i capelli al vento. A quel giorno.
Un bacio a te e perdonaci ancora.
karimi davood


NB. All'inizio del video si apre una pagina nera con alcune scritte in persiano e una finestra del carcere a fianco del quale è un quadrato in bianco con una parola in persiano. Clikkate qui e si apre una altra pagina nera con le parole di Delara scritte in persiano che vi traduco qui:
" SAPETE CHE COSA E' IL PRIGIONIERA DEI COLORI? SIGNIFICA DELARA!
IO DALL'ETA DI 4 ANNI HO CONDIVISO LA MIA VITA CON I COLORI. aLLA VIGLIA DI 17 ANNI LI HO PERSI. IL ROSSO SCARLATO E' STATO CONCEPITO PER VIOLA! AL POSTO DEL COLORE DEL CIELO HO GETTATO IL COLORE GRIGIO!
IO HO PERSO I COLORI!
ED OGGI, IL MURO E' L'UNICA FIGURA CHE TUTTI I GIORNI MI CI APPARE DI FRONTE
IO DELARA DARABI, DI ANNI 20, ACCUSATA DI OMICIDIO, CONDANNATA ALL'IMPICCAGIONE,E' DA ANNI CHE MI DIFENDO ATTRAVERSO I COLORI E LE PAROLE CON LA SPERANZA CHE I COLORI MI RIPORTINO NUOVAMENTE IN VITA
DA DIETRO IL MURO SALUTO COLORO CHE SONO VENUTI A VISITARE LE MIE OPERE E VI DO' IL BENVENUTO"

Dopo dovete clikkare in basso sulla parola start che si vede poco.

per vedere le opere di Delara fatte copia incolla su questo link.
http://www.pouyashome.com/flashtest/delara/titr.htm

JulieNews.it. Iraniani in Italia: dedichiamo una piazza a Delara




02/05/2009, ore 15:45 - La proposta al sindaco di Roma

Iraniani in Italia: dedichiamo una piazza a Delara
di: Redazione

Parte da Roma la proposta di dedicare a Delara Darabi, la pittrice giustiziata in Iran il 1 maggio, una piazza, un museo o una strada della capitale. Questa è la richiesta fatta dall'Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia al sindaco Gianni Alemanno, che aveva firmato la petizione di Amnesty International per salvare la 23enne condannata a morte per un omicidio che avrebbe commesso quando era ancora minorenne, nel 2003. "Queste deve essere un gesto di protesta per la morte della giovane artista" - scrivono gli iraniani nel loro appello.
La morte di Delara Darabi ha suscitato tante polemiche. La ragazza è stata giustiziata venerdì, un giorno sacro per gli islamici, senza che la sua famiglia ed il suo avvocato sapessero niente. Inizialmente l'impiccaggione era prevista per il 20 aprile ma, data la mobilitazione nazionale ed internazionale per salvare la giovane, il capo della magistratura di Teheran, l'ayatollah Mahmud Hashemi Shahrudi, aveva concesso una sospensione per permettere alla famiglia della vittima di riflettere sulla richiesta di perdono fatta dai genitori di Delara. Ma, dopo soli dieci giorni, la pittrice è stata uccisa.
Il presidente dei Rifugiati politici iraniani in Italia, Davood Karimi, esprime il suo dolore e la sua vicinanza alla famiglia della giustiziata. Inoltre invita chiunque volesse aderire alla loro richiesta, di scrivere al sindaco di Roma (ld.gabinetto@comune.roma.it) e mandarne una copia a irandemocratico@yahoo.it

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