domenica 30 marzo 2008

UNA BREVE NOTA SUL FILM FITNA DEL PARLAMENTARE OLANDESE


Nella foto: la sig.ra Maryam Rajavi, presidente eletta dalla resistenza iraniana

Una scena del film Fitna


In questi giorni sono stato interpellato dai colleghi dei mass media sul film del deputato olandese Geert Wilders, Fitna. Ho ribadito ai miei interlocutori, in primiss, la mia massima solidarietà con il deputato olandese perchè sono un musulmano democratico e laico e rispettoso dei diritti di opinione e di espressione. Per noi iraniani, oppositori al regime dispotico e reazionario del regime dei mullah, la libertà di espressione e di opinione è un argomento intoccabile. Esattamente è da trentanni che combattiamo contro il regime liberticido dei mullah. Il popolo iraniano e la sua resistenza sono emblemi di un Islam democratico, anni luce lontani sia dall'Islam, rappresentato dal regime di Khomeini e sia da quello dimostraato dal politico olandese. Ma la diffeerenza tra noi e il regime di ahmadinejad si trova, anziprima, in questo quadro: noi siamo contrari all'unione della religione con lo stato e rispettiamo la libertà di scelta e di opinione e lottiamo purchè siano liberi tutti gli esseri umani ad esprimersi liberamente e senza persecuzioni, torture ed esecuzioni. Questa è la differenza tra Iran democratico e Iran reazionario. Noi di fronte a tali provocazioni, ammesso che possiamo chiamarlo cosi, rispondiamo con la ragione e la difesa assoluta dell'autore del film. Ma il fondamentalismo islamico risponde con le bombe e il terrorismo. Il caso del regista Theo van Gogh è emblematico e tipico della risposta integralista di cui la tana materna e paterna si trova a Teheran. Debbo ricordare che questa difesa del diritto di scelta e di opinione da parte nostra non ci impedisce di riservare delle critiche all'operato dell'ideatore del film. Ma questo è un fatto secodario. Importante e primario è la difesa assoluta della libertà di opinione e di espressione. Per le controversie ci sono a disposizione della democrazia svariati gradi di giudizio. Secondo noi, tali atti di provocazione non sono sistemi idonei di lotta al fomentalismo e al suo propagarsi. Anzi portano acqua al mulino dei regimi come quello iraniano che ne approfittano per impadronirsi della guida dell'Islam nel mondo dei poveri e di analfabeti del terzo mondo. Il regime dei mullah è il primo interessato a tali provocazioni perchè gli danno la possibilità di buttarsi in mezzo alla mischia e alzare la bandiera dell'Islam ed esibirsi di fronte alle povere masse musulmane del mondo islamico.
Nel caso recente di un noto giornalista arabo-italiano che si è convertito in cristianesimo ho ribadito la mia netta posizione che pur diffendendo la sua libertà di azione e di pensiero mi riservo il diritto di criticarlo. E l'ho fatto e pubblicato in questeo blog.
Concludo e ribadisco che la via di lotta al fondamentalismo passa attraverso il sostegno a coloro che lo combattono giorno e notte pagando un caro prezzo in vite umane: la resistenza iraniana diretta e guidata dal presidente Maryam Rajavi che da trentanno tenacemente denuncia e combatte gli aspetti disumani e antislamici del fondamentalismo islamico e terroristico dei mullah. Sottolineo e chiudo affermando che tali azioni aumentano solamente ed esclusivamente le tensioni già esistenti tra i musulmani ed i paesi ospitanti europei portando gratuitamente acqua nel mulino del fondamentalismo e del terrorismo internazionale ritardando enormemente il processo dell'integrazione di coloro che sono anni luce lontani dall'Islam reazionario. Facendo questa nota aggiungo che in questo momento delicato bisogna raccogliersi attorno all'autore del film aumentando la vigilanza sulla sicurezza di tutti i cittadini compreso il deputato in questione. Abbandonarlo nella furia degli islamici pro violenza, sarebbe un gravissimo errore imperdonabile. Non bisogna ripetere l'errore che fu fatto nei confronti del regista Theo van Gogh. Consiglio a chi di competenza massima attenzione e massima sorveglianza e vigilanza. Anchè perchè bisogna dare una risposta secca e netta. In Europa regna la legge e la libertà di opinione.
karimi davood

sabato 29 marzo 2008

IRAN/ AYATOLLAH LIBANESE: A TEHERAN SOLO UNA CRICCA DI CRIMINALI

AYATTOLAH LIBANESE, EL HUSSEINI HA CHIESTO ALLA COMUNITA' INTERNAZIONALE DI SOSTENERE LA RESISTENZA IRANIANA E IL SUO PRESIDENTE LA SIGNORA MARYAM RAJAVI


Nella foto: la sig.ra Maryam Rajavi, presidente eletta dalla resistenza iraniana

Roma, 29 mar. (Apcom) - L'autorità di Teheran è solo "una cricca di criminali" che arreca un grande danno all'Islam e rappresenta un "pericolo per tutta la comunità internazionale" a causa del suo programma nucleare. In un'intervista esclusiva ad Apcom, il grande Ayatollah libanese, Alsayed Mohamad Ali El Husseini, usa parole dure contro l'Iran, che a suo dire, sarebbe responsabile di ripetute ingerenze negli affari interni dei singoli paesi arabi.

"Quelli che stanno a Teheran, e che dicono di governare nel nome dell'Islam, non sono altro che una cricca di criminali che hanno fatto male all'Islam", afferma. Da quando è nato "il regime degli Ayatollah ha alimentato numerosi colpi di stato e rivolte, come in Bahrein, Kuwait, Yemen, Arabia Saudita e Iraq". E certamente, dice ancora il leader sciita, non si può dimenticare il Libano, dove Teheran "ha tessuto il suo potere come gli iraniani tessono i loro tappeti".

L'Iran però, secondo il leader del Consiglio Islamico Arabo, non rappresenta un pericolo solo per gli Stati arabi, ma lo sarebbe anche per l'occidente "se un domani Teheran dovesse dotarsi dell'arma atomica". Tutto ciò comunque non giustificherebbe l'intervento militare contro l'Iran. "Sono contro la violenza", conclude Husseini. "Esorto solo gli organismi internazionali e i vari stati a sostenere i democratici iraniani" come Miriam Rajawi, moglie dell'ex leader dei Mujaddin Khalq e leader del Consiglio Nazionale della Resistenza iraniana

venerdì 28 marzo 2008

UNA DELEGAZIONE DI DONNE IRACHENE DENUNCIA LA VIOLENZA E IL TERRORISMO IRANIANO IN IRAQ


Nella foto: la delegazione delle donne irachene insieme al presidente Maryam Rajavi durante la festa del capodanno iraniano Noorooz a Parigi

Nella foto la delegazione irachena insieme a Karimi, presidente associazione rifugiati politici iraniani in Italia


Negli ultimi due giorni, ho avuto il piacere di ospitare una delegazione di 5 donne irachene, rappresentanti di varie formazioni politiche, che combattono contro le interferenze terroristiche del regime dei mullah e per il rispetto e il ripristino dei diritti umani, in particolare i diritti delle donne e dei bambini in Iraq. Nella loro tappa romana, la delegazione delle donne antintegraliste ha avuto molti incontri con la stampa e con i rappresentanti politici italiani, in cui denunciavano con i documenti e le cifre in mano, la forte influenza e l'interferenza iraniana nella vita politica-sociale-economica del paese.
Tra i membri della delegazione si nota la presenza della signora Fa'ezeh Abidi, membro della leadership del movimento della concordia nazionale guidato dell'ex premier iracheno il dott. Ayad Allawi;
la signora Faten Abdolqader, membro del parlamento regionale e consigliera comunale della città Tikrit;
la signora Mona Adnan-Hossein,appartenente alla tribu Al Qeissi e di religione sunnita, madre di 6 figli di cui il marito è stato ucciso dai miliziani dell'esercito Mahdi( il gruppo appartenente al mulla Mughtada Sadr, filo Iraniano), di fronte ai suoi occhi;
la signora Amire Abdolkarim-alqabi, giornalista sciita di 51 anni appartenente alla tribu Al-Qabi ed esponente del movimento della concordia nazionale di Karkh.
La delegazione, durante le sue udienze poneva all'attenzione dei loro interlocutori tre cose di primarie importanza: il primo, l'interferenza iraniana attraverso i suoi uomini infiltratisi in tutti i settori della società irachena. Il secondo, il ruolo della resistenza iraniana e dei Mojahedin del popolo nel contrastare fortemente questa interferenza che fino ad oggi ha prodotto solamente morti, dolori e violenza ai danni della socità civlie irachena, e il terzo, la recente formazione di una l'alternativa per risanare questa situazione e riportare il paese in uno stato pacifico e democratico attraverso l'unità di tutte le forze democratiche e nazionaliste irachene che lottano per salvaguardare l'integratà del popolo e del territorio iracheno. A tal proposito, la delegazione delle donne irachene ha ribadito che in questa direzione, la società civile ha proposto un governo di unità nazionale gestito e diretto dal dott.Allawi come l'unica alternativa al governo di Almaleki, che ha sempre garantito gli interessi del governo iraniano. Le donne irachene hanno anche ribadito fortemente la loro solidarietà alle donne e agli uomini della resistenza iraniana presenti nel campo di Ashraf come l'unico ostacolo al propagarsi del fondamentalismo terroristico iraniano in Iraq. La delegazione ha anche ricordato che il popolo iracheno e il popolo iraniano hanno radici ben saldi nella storia, ed entrambi sono vittime del fondamentalismo islamico dei mullah e di conseguenza le loro sorti sono unite tra di loro ed entrambi soffrono di un unico nemico: il regime fondamentalista iraniano.

karimi davood
La notizia della presenza della delegazione irachena a Roma diffusa da "Ansa":Iran-Iraq: Attiviste 'concordia nazionale',Iran infiltra il paese
sabato 29 marzo 2008
(ANSA) - ROMA, 28 MAR - Sono venute in Italia per testimoniare le ''interferenze terroristiche iraniane'' in tutti campi della vita irachena - sociale, economico e politico - e chiedono un alla comunita' europea un ''intervento deciso'' a difesa dei diritti umani in Iraq, in particolare dei diritti delle donne.
A denunciare ''il terrore, le violenze e l'oscurantismo'' a cui i miliziani iraniani sottoporrebbero le donne irachene, sono cinque attiviste per i diritti umani, membri del Movimento della Concordia Nazionale guidato da Ayad Allawi, l'ex premier ad interim, che vorrebbe instaurare un governo di unita' nazionale composto dai partiti democratici e nazionalisti iracheni.

Provenienti da diverse citta' del Paese , Ashraf city, Baghdad, Tikrit e Bakuba - e di confessione sia sciita sia sunnita, denunciano, in un incontro con la stampa, ''una vera e
propria occupazione iraniana del Paese, ancora piu' pericolosa di quella americana''.

''Esiste - dice Faten Abdolqader, membro del Parlamento regionale e consigliera comunale di Tikrit - una collusione tra il governo iracheno e quello iraniano che consente ad almeno 30 parlamentari, che sono in realta' iraniani, di sedere nel Parlamento iracheno, proteggendo gli interessi e gli scopi dell'Iran nel nostro Paese''.
Spiega Fa'eze'h Abidi, responsabile del settore ''donne'' del Movimento della Concordia Nazionale, che ''gli iraniani si infiltrano in 'Iraq per ottenere il controllo sulle risorse petrolifere e sui luoghi sacri dell'Iraq. Inoltre occupano il Paese per scacciare dall'Iraq il movimento di resistenza iraniano che li' si e' rifugiato e da li' opera''.
Racconta Mona Adnan-Hossein, il cui padre e marito, sunniti, sono stati uccisi davanti ai suoi occhi dagli sciiti dell'Esercito del Mahdi, di come le donne irachene vivano nel terrore a causa delle milizie iraniane.''Noi donne - dice - non usciamo nemmeno piu' di casa per andare a lavorare perche' abbiamo paura di essere violentate e uccise. Circa un mese fa 10 donne sono state uccise a Bassora, il governo non ha fatto nulla per trovare i responsabili e ha persino represso una manifestazione pacifica che la gente aveva messo in atto in
strada per protestare contro questo eccidio senza motivazioni''.
Sostengono le attiviste di non aver avuto mai aiuto o sostegno dalle forze americane mentre rimpiangono il regime iracheno durante il quale ''la legge veniva rispettata da tutti e le donne non erano esposte a ogni genere di sorpruso''.
''Chiediamo dunque - concludono - che le organizzazioni internazionali che difendono i diritti umani ci aiutino a ricostruire le istituzioni e il sistema dei diritti e non ci abbandonino''. (ANSA).

mercoledì 26 marzo 2008

INTERVISTA A KARIMI DAVOOD


Nella foto: Karimi davood insieme al presidente Berluscono durante una manifestazione a roma in piazza SS.Apostoli.



In occasione della farse elezioni del regime dei mullah sono stato intervistato via e-mail dal sito Il Paroliere che pubblico volentieri.


12 marzo 2008
L’Iran ed il sogno democratico: intervista a Davood Karimi
D. A Marzo, anzi a breve ci saranno le elezioni parlamentari. Saranno elezioni libere? E soprattutto saranno le elezioni del consenso pieno verso il leader Ahmadinejad?
R. In un regime dispotico di matrice religiosa non esistono “le elezioni” libere, esistono invece delle denominazioni. La stessa nomina di Ahmadinejad a capo del potere esecutivo dimostra che il regime dei Mullah ha voluto militarizzare tutto il suo esecutivo. Ahmadinejad è stato nominato in una circostanza internazionale molto pericolosa per il potere religioso iraniano. Basti guardare anche la composizione del suo governo: quasi tutti i ministri sono degli ex generali e terroristi della Sepah Passdaran. Lo stesso Ahmadinejad è coinvolto in diversi atti terroristici avvenuti al di fuori del paese. Il popolo iraniano ha sempre boicottato questi show elettorali finalizzati a legittimare di fronte agli occhi degli stranieri il potere fascista-religioso dei Mullah. La stessa composizione delle istituzioni in questione dimostra che non vi possono essere libere scelte in un regime dittatoriale e repressivo. Ma esiste una guerra tra varie bande del potere che si sbranano tra di loro per acchiappare più pezzi del potere e null’altro. Il sistema del Velavate Faghih non permette assolutamente lo svolgimento di libere elezioni. E’ in contrasto con lo stesso principio del potere assoluto del leader supremo.
D. La gran parte degli iraniani hanno un concetto abbastanza ambiguo sulla pena di morte…e quindi anche una visione soggettiva sul rispetto dei diritti umani e delle libertà individuali. Sono realmente risentite tali esigenze dal popolo iraniano?
R:La maggioranza della popolazione iraniana è contraria a qualsiasi forma di repressione e di esecuzione. E’ interamento contro la pena di morte. Il popolo iraniano è rispettoso dei diritti umani e delle libertà individuali e ne esige la totale realizzazione. Il fatto che poche settimane fa il capo giudiziario dei mullah, Ayattolah Shahroudi, abbia ordinato il divieto delle esecuzioni pubbliche, dimostra questo concetto. La maggioranza della popolazione rifiuta fermamente sia la pena di morte che il regime dei mullah. La pena di morte si applica in Iran come uno strumento di repressione contro gli oppositori. E’ un mezzo repressivo e non preventivo, contro la delinquenza comune, di cui il regime dei mullah è la causa fondamentale, ma viene usato per prevenire le ribellioni e le sommosse popolari. Il popolo iraniano lotta per il ripristino del rispetto dei diritti dell’uomo in particolare i diritti delle donne discriminate fortemente dal sistema giudiziario dei mullah. Secondo la costituzione iraniana la donna vale la metà dell’uomo. Non credo che la meta della popolazione sia d’accordo con questo concetto! Non credo che le donne iraniane voti i suoi carnefici. Le donne sono le prime e privilegiate vittime del sistema giudiziario dei mullah.

D: Gli iraniani in Italia e nel mondo. Che cosa pensa l’iraniano medio, del suo paese al di fuori del paese? Che immagine ne ha?

R: L’iraniano, in generale, a differenza del ceto a cui appartiene, è legato a principi democratici e pacifici e desideroso di un Iran libero e democratico e pacifico con tutti i paesi vicini e lontani. Il cittadino iraniano che vive al fuori del paese ha un immagine triste dell’Iran: un popolo incatenato e represso che in soli 30 anni ha pagato un duro tributo di sangue. Più di 120.000 dei suoi migliori figli sono stati massacrati dal regime teocratico dei mullah. Un paese distrutto sia moralmente che materialmente con un altissimo tasso di disoccupazione, di corruzione e di prostituzione di cui l’ età media è scesa a 10 anni. Un paese in cui i ricchi sono diventati più ricchi ed i poveri e la povertà ha toccato i tassi più alti.. Più del 60% della popolazione vive sotto la soglia della povertà. Un paese in cui le donne non hanno nessun diritto di manifestazione e di merito. Dove valgono la meta dell’Uomo!
D. L’Iran e l’anti-semitismo e l’anti-americanismo. Perché l’Iran nutre questi sentimenti così astiosi nei confronti dei due popoli e così tanto sospetto verso l’Occidente e sono sentimenti che appartengono solo alla classe politica e religiosa oppure anche al popolo?
R:Il popolo iraniano è ben lontano dal sistema che vige nel paese. Noi non nutriamo nessun risentimento verso nessun popolo e paese. Il popolo iraniano desidera di essere in pace con tutti i popoli e paesi vicini e lontani. La politica di aggressione dell’Iran appartiene alla teocrazia dei mullah che stanno cercando di costituire ”l’impero islamico iraniano in Medio Oriente”, di cui il vettore portante e garante è la bomba atomica. La resistenza iraniana è ben lieta di essere stata la prima a denunciare tutto il programma atomica dei mullah, tenuto nascosto per ben 18 anni agli occhi del mondo civile e delle istituzioni competenti internazionali. Il regime iraniano approfitta delle situazioni di conflitto in Medio Oriente per finalità che ho appena accennato. Finanzia il terrorismo palestinese ed Hezbollah per destabilizzare tutta la regione. Da noi si dice che il regime dei mullah agita le acque per poter pescare. Il popolo iraniano attraverso i suoi rappresentanti legittimi e per bocca della sua presidente della repubblica eletta dalla resistenza iraniana, appunto la signora Maryam Rajavi ha dichiarato pubblicamente che ripudia fortemente la guerra e il terrorismo e la repressione, tre pilastri su cui regge l’intero sistema dei mullah iraniani.
D. L’Iran ed il nucleare. E’ più un’occasione (anche economica) oppure solo una minaccia volutamente costruita per l’area mediorientale?

R: Il programma nucleare iraniano è molto serio e pericoloso e bisogna prenderne atto. Trascurare le sue dimensioni è un grave errore. Basti immaginare un futuro Iran atomico e rendersi conto delle sue immense dimensioni tragiche. Per la prima volta è stata la resistenza iraniana a denunciare eroicamente la sua esistenza. Ha salvato il mondo da un grave pericolo atomico islamico. Anche di recente i Mojahedin del Popolo Iraniano hanno denunciato l’esistenza di altri due siti atomici in cui vengono costruite e esperimentate le testate nucleari: i siti Mojdeh e Khajir vicini a Teheran. La resistenza iraniana ha chiesto, in questa conferenza stampa, al direttore dell’agenzia per energia atomica di inviare i loro ispettori in questi siti, possibilmente accompagnati dagli stessi rappresentanti della resistenza iraniana.
Il popolo iraniano desidera la pace e la liberta e la democrazia e ripudia fortemente la bomba atomica che sarà uno strumento persuasivo e terroristico del regime iraniano, applicato in direzione della repressione della popolazione e della costruzione dell’impero islamico dei mullah nella regione.


D: L’Iran democratico. In cosa si può vedere l’Iran democratico dagli studenti universitari di Teheran ai riformisti di Khatami…Insomma esiste un’opposizione liberale e possibile in Iran?


R: L’Iran democratico esiste già. Ha un suo popolo e un suo governo in esilio e un suo presidente che si chiama Maryam Rajavi, eletta dalla resistenza iraniana che governerà per 6 mesi, appena caduta il regime dei mullah. L’Iran democratico è un paese in cui tutti hanno pari diritto a vivere pacificamente e senza discriminazioni. Non esiste una religione di stato. Tutte le religioni sono uguali. La religione rimane fuori le porte del potere. Il paese sarà governato da un governo eletto liberamente da tutta la popolazione iraniana a prescindere dalla razza e dalla religione ed etnia a cui appartiene. Un Iran in cui i mullah attuali che hanno governato sotto finte etichette “riformiste” non hanno più posto. Non bisogna dimenticare che il finto riformista Khatami ha governato per ben 8 anni come presidente dei mullah e per anni ha coperto il ruolo del ministro dell’educazione islamica del regime ed è stato autore del decreto governativo del tempo di guerra in cui si autorizzava l’invio dei ragazzini al fronte per “ pulire i campi minati” e chiamati “ monouso”. Per il popolo iraniano non esistono differenze fondamentali tra Ahmadinejad e Khatami. Sono entrambi responsabili della repressione e del terrorismo iraniano.

In Iran esiste un opposizione democratica e popolare intenta a ripristinare la democrazia e la libertà. Intenta a sradicare il tumore maligno chiamato repubblica islamica dell’Iran. Un’opposizione democratica e liberale che è diventata l’unica speranza per il popolo iraniano. Un’opposizione che ha presentato anche il suo programma per un futuro governo democratico, ben lontano dal terrorismo e dalla violenza applicata dall’attuale regime dei mullah. L’unica chiave della stabilità e della pace nella regione si trova nelle mani di questa opposizione. L’albero del male va colpito alla radice. Il regime dei mullah va colpito in tutte le sue forme: dalla A alla Z

Davood Karimi blogger e gestore di Agenzia Iran Democratico rifugiato politico da 25 anni, vive in Italia dal 1979. L' associazione “Rifugiati politici iraniani in Italia”, da lui fondata, raccoglie i rifugiati politici iraniani residenti in Italia attivi nel campo della propaganda anti khomeinista.

Link: (http://irandemocraticoweb.blogspot.com/

CONFERENZA STAMPA DI 5 DONNE ANTINTEGRALISTE IRACHENE A SIENA


Nella foto: le donne irachene insieme al presidente Maryam Rajavi durante la loro visita parigina

Nella foto la signora Maryam Rajavi, presidente eletta dalla resistenza iraniana a gestire il periodo transitorio di 6 mesi subito dopo la caduta del regime dei mullah organizzando il famoso plebiscito per la scelta del sistema governativo iraniano.

COMUNICATO DELL'ASSOCIAZIONE DONNE DEMOCRATICHE IRANIANE IN ITALIA
L'Associazione Donne Democratiche Iraniane, organizza per domani alle 15.00 presso la sala stampa dell'Amministrazione Provinciale di Siena, una conferenza stampa con una delegazione di donne rappresentative della società civile, democratica e anti-integralista dell'Iraq.

Per il comune impegno contro l'integralismo religioso, l'ADDI voleva presentare la delegazione irachena di passaggio a Siena, anche al nostro territorio.

Le cinque signore irachene sono: una giornalista, una docente universitaria, un'operatrice televisiva, una eletta in un parlamento regionale e consigliera comunale di Khales (150 km a est di Baghdad), una membro del consiglio di leadership di un movimento di ricostruzione nazionale dell'Iraq.

Donne che attivamente in Iraq si battono affichè la cultura democratica non venga completamente sopraffatta dall'ingerenza integralista che minaccia il paese.


Iva Monciatti
(Responsabile Associazione Donne Democratiche Iraniane - Centro Italia)



Una breve riflessione: Il ruolo delle donne in qualsiasi società chiusa e oppressiva è stato sempre un lato indispensabile e complementare del ruolo svolto dagli uomini nella lotta contro la violenza e il dispotismo. UN doppio peso. il Peso di sopportare i sacrifici dei figli e mariti oltre alla loro attiva partecipazione. La resistenza italiana è piena di storie delle coraggiose ed erioche donne che hanno sacrificato le loro vite per il ripristinio della libertà e della democrazia.
A volte, per esempio nel caso iraniano, addirittura le donne hanno sorpassato il ruolo degli uomini acquistando il comando e la leadership del movimento: il presidente della resistenza è una corragiosa donna di nome Maryam Rajavi; tutta la leadership dell'Organissazione dei Mojahedin del Popolo è composta dalle donne; il campo di Ashraf in Iraq è gestito totalmente dalle donne, il 30 % delle persone uccise sotto la tortura dal regime dei mullah è di sesso femminile ecc... Ormai le donne hanno acquisito, con la loro tenacia e sacrifici, un ruolo innegabile nella gestione della loro sorte mirata a riportare la pace e la liberta e la democrazia in Iran. Con i denti e le unghie hanno scavato nella roccia un loro posto da protagonista attiva e non rappresentativa. Idem in Iraq. Le donne irachene sono le più ambite vittime del fanatismo e dell'integralismo khomeinista. Ma la repressione e la quotidiana violenza del regime di Ahmadinejad in Iraq non le ha intimorite e rese passive, anzi le ha rese piu combattive e piu protagoniste nella loro vita sociale e politica. Sono nate migliaia di associazione femminili che hanno come il primo obiettivo quello di combattere la violenza dell'integralismo iraniano che ha insanguinato l'Iraq raccogliendosi intorno alle donne combattenti iraniane che si trovano nel campo di Ashraf. Le donne irachene hanno preso come l'insegnamento l'esempio iraniano e hanno costituito migliaia di organizzazioni politcio-sociali con un unico obiettivo: diffendere l'unità nazionale e l'identità democratica del popolo iracheno attraverso la lotta contro le interferenze terroristiche iraniane in Iraq. Le cinque donne di cui si parla nel comunicato "dell'associazione" sono esempi emblematici di questa coraggiosa ed eroica rappresentazione femminile irachena. In questo momento assai difficile per la stabilità e per la pace mondiale, l'unica via è quella di racogliersi attorno a quelli uomini e in particolare a quelle donne che in prima linea combattono il fondamentalismo islamico iraniano pagandone il prezzo con il proprio sangue.
Io domani ci sarò a fianco di queste eroiche donne e desidero vedere in tanti i rappresentatnti dei mass media che hanno il difficile dovere di informazione corretta e responsabile e sentire direttamente i dolori afflitti loro dalle squadre di morte del regime di Ahmadienjad. Addirittura una di loro ha assisstito l'uccisione del marito da parte dei terroristi finanziati e gestiti da Ahmadinejad.
karimi davood

Per ulteriori informazioni telefonare gentilmente ai seguenti numeri: 3387862297-
3349775554

lunedì 24 marzo 2008

Il battesimo di Magdi Cristiano Allam. una riflessione.


Stamattina dopo aver appreso e vista in Tv la conversione di Magdi Allam in cattolicesimo e il suo battesimo da parte del Papa Benedetto XVI, gli ho mandato un messaggio di auguri specificando pur non condividendo la sua scelta ma lo ammiro per il suo coraggio e lealtà. E' una scelta meditata come lo sostiene lui. Secondo me Magdi avrebbe dovuto restare musulmano e combattere il fanatismo islamico dall'interno del mondo stesso e non abbandonarlo nelle mani dei fanatici che non desiderano altro che " chi non ci condivide meglio che se ne vada". Non è giusto lasciare nelle mani dei terroristi e dei fanatici la sorte di milioni e milioni di musulmani che non condividono assolutamente il fanatismo religioso e anzi lo combattono con ogni forza. Basti guardare il popolo iraniano che è colpito da trent'anni dal tumore del fanatismo islamico di matrice khomeinista e tuttora combatte con tutte le sue forze l'esistenza di questo male pagando un caro prezzo in vite umane( 120.000 ragazzi e ragazze uccise sotto tortura di cui molti di loro hanno anche ricevuto il colpo di grazia dal presidente del regime dei mullah, Ahmadinejad).
In questo mondo, posso affermare con tanto orgoglio, che il popolo iraniano insieme al popolo iracheno sono gli unici che stanno resistendo a questo violento urto pagando un pesantissimo prezzo in vite umane e non. Il fanatismo religioso khomeinista ha distrutto l'intera popolazione e ha mandato al macero tutte le sue tradizioni e aspirazioni democratiche e sta facendo altrettanto, con le sue interferenze terroristiche, anche in Iraq. Basti guardare al numero dei morti di oggi e di ieri in questo martoriato paese: centinaia di morti e feriti. La mia domanda è questa: è giusto abbandonare il campo della battaglia e lasciare le masse musulmane in ballia del terrorismo islamico? Nella lotta al fanatismo islamico khomeinista Magdi Allam è più efficace e più penetrante da Magdi Allam o da Magdi Cristiano Allam? Come esperto della materia del fondamentalismo islamico con cui sono in guerra da trent'anni, conoscendo la natura del fondamentalismo islamico, ribadisco che Magdi Allam sarebbe stato molto più efficace da Magdi Allam e non oggi da Magdi Cristiano Allam.
Sono convinto che il fondamentalismo islamico va combattuto dall'interno stesso dell'Islam. Anche perchè Islam, lo dico da una persona laica, non è quello che suona con le bombe e con spargimento di sangue degli innocenti. Questo è antislam. Islam moderato esiste e la sua madre patria è l'Iran, paese degli iraniani democratici e desiderosi di convivere in pace e fraternità con tutti i popoli vicini e lontani.
Caro Magdi Cristiano Allam adesso mi rivolgo direttamente a te. In questi anni ho cercato molto di avvicinarti per dimostrati che con quale tenacia il popolo iraniano e la sua resistenza combattono dall'iterno dell'Islam il fondamentslismo islamico naturalmente sempre pagando con il sangue. Ma tu sempre hai rifiutato.
Ribadisco e concludo che nonostante tutto, pur non condividendo la tua scelta, essendo una decisione maturata da una persona adulta e cosciente, difenderò la tua scelta fino all'estremo delle mie forze.
Bisogna avere coraggio di ammettere che abbiamo perso un soldato. Ma dal momento che ti sei rifugiato nelle buone mani, non mi preoccuperei più di tanto.
Magdi Cristiano Allam tantissimi auguri per te e per la tua famiglia.
karimi davood, presidente Associazione Rifugiati Politici Iraniani in Italia

domenica 23 marzo 2008

IRAN/ IDENTIFICATO IL PADRE DEL NUCLEARE, UN DOCENTE DI FISICA


Nella foto: Maryam Rajavi, presidente eletta dalla resistenza iraniana per gestire i primi 6 mesi del periodo di transizione subito dopo la caduta del regime teocratic-fascista dei mullah

Qui in alto il libro scritto dal dott: Ali Reza Jafarzadeh e pubblicato dalla casa editrice Guerini con la prefazione del dott. Aldo Forbice


Roma, 23 mar. (Apcom) - Un alto ufficiale della Guardia rivoluzionaria è stato identificato come il padre del programma nucleare iraniano. Si tratta di Mohsen Fakhrizadeh-Mahabadi, docente di fisica all'Università Imam Hussein di Teheran, ritenuto l'equivalente iraniano di AQ Khan, lo scienziato che guidò la corsa al nucleare del Pakistan contro l'India.

Stando a quanto riportato oggi dal Sunday Times, sono stati i dissidenti del Consiglio nazionale della resistenza iraniana i primi a identificare Fakhrizadeh, 47 anni, come una figura di primo piano del programma di sviluppo nucleare del Paese. Quindi, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) lo ha indicato come l'uomo da interpellare sulle ambizioni nucleari iraniane, precisando di aver sempre ottenuto rifiuti alla sua richiesta di incontrarlo. Infine, nei documenti mostrati il mese scorso all'Aiea dall'intelligence Usa, Fakhrizadeh viene definito come l'uomo a cui è stata affidata la gestione del programma, tanto da definire i finanziamenti per la ricerca e stabilire le regole che gli scienziati devono rispettare nelle discussioni con i colleghi sul programma.

Fakhrizadeh sarebbe anche a capo del "Progetto 111", il tentativo iraniano di fabbricare una testata nucleare capace di esplodere a 600 metri di altezza, causando devastazioni su vasta scala. Secondo l'intelligence Usa, la testata verrebbe usata sui missili iraniani Shahab-3 e Israele sarebbe il probabile obiettivo.
NDR: nell'articolo si riferisce alla fonte di questa notizia come" i dissidenti del Consiglio Nazionale della resistenza iraniana". Specifico che a denunciare il nome del passdar Fakhrizadeh è stato il presidente della commissione esteri del Consiglio Nazionale della resistenza iraniana dott. Mohaddessin e il dott. Ali Reza Jafarzadeh che pochi giorni prima dell'approvazione della terza risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU hanno denunciato, in una conferenza stampa a Bruxell,oltre al nome del passdar Fakhrizadeh come il responsabile del progetto atomico militare anche i nomi di altri due siti in cui vengono costruite e esprimentate le testate che dovrebbero essere dotate di bombe atomiche: I siti "Mojdeh e Khajir". Entrambi a Teheran. Durante la conferenza sono state presentate ai giornalisti un dettagliato documento correlato con una serie di fotografie satellitari dei suddetti siti atomici. Il sig. Mohaddessin duranete la conferenza ha chiesto al direttore dell'Agenzia per l'energia atomica dell'ONU di mandare immediatamente i suoi ispettori per controllare questi due siti e interrogare il Passdar Fakhrizadeh. Mohaddessin ha anche proposto la disponibilità della resistenza iraniana ad affiancare gli ispettori dell'Onu con i rappresentanti della resistenza onde evitare gli imbrogli del regime dei mullah.
Grazie sig. Mohaddessin per questa denuncia che ha ulteriormente smascherato i piani diabolici per la costruzione della bomba atomica islamica e ha contribuito ad allontanare un serio pericolo che incombe su tutto il mondo.
Il Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana è costituito da una serie di organizzazioni e personalità politiche che si oppongono al regime dei mullah, tra cui l'Organizzazione dei Mojahedin del Popolo che sostengono la sostituzione totale del regime teocratic-fascista di Tehran con un governo laico, pluralista e democratico ben lontano dalla religione di stato che difenda la libertà e la democrazia in Iran. Un governo composto da tutti i rappresentanti della popolazione a prescindere dalla razza, dalla religione e dal numero anagrafico. Per 6 mesi verrà costituito un governo provvisorio diretto dalla presidente Maryam Rajavi, che ha come il compito primario, quello di organizzare entro questo termine un grande plebiscito popolare per " la scelta del tipo di governo che la popolazione desidera di avere". Successivamente verranno organizzate delle elezioni politiche. A quel giorno.

karimi davood

sabato 22 marzo 2008

IL VIAGGIO DI DICK CHENEY IN MEDIORIENTE. E' IL PRIMO SEGNALE DELL'IMMINENTE GUERRA CONTRO I MULLAH?


nella foto: Maryam rajavi che ha lanciato la sua proposta per risolvere la questione iraniana: terza via.Non alla guerra; Non alla politica di accondiscendenza; Si al popolo iraniano per un cambio democratico in Iran

nella foto: il vice presidente degli Stati Uniti d'America Dick Cheney in viaggio in medioriente. Alcuni analisti vedono il suo ultimo viaggio in medioriente una prima segnale di un imminente attacco militare americano contro i siti nucleari iraniani.
E' vero? vediamo nell'articolo.

La risposta è si. Dall'Iran e dall'America arrivano molti segnali di guerra.Ultimamente l'Amerika ha licenziato in tronco ammiraglio William Fallon, comandante in capo di tutte le forze militari statutinesi in medioriente che veniva considerato dallo stesso amministrazione come uno stacolo all'attacco militare ai mullah.Ieri è arrivato anche la notizia del dirottamento di un sottomarino americano verso il golfo persico. E l'ultimo è stato il messaggio del presidente Bush lanciato attraverso la radio Farda che si trasmette in persiano ed è molto seguito dalla popolazione. Il messaggio era indirizzato al popolo iraniano in occasione dell'arrivo della festa nazionale NOOROOZ che coincide con il cambio dell'anno persiano. Nel suo messaggio il presidente Bush ha appoggiato tutti gli sforzi della popolazione per arrivare alla democrazia in Iran sostenendo che questo paese non merita di avere un governo come quello attuale. Alcuni analisti l'hanno considerato una palese dichiarazione di guerra ai mullah. Tradizionalmente, in questo occasione solo Capo supremo Khamenei e il presidente del regime lanciano messaggi di auguri alla popolazione e nessun altro potrà e oserà di farlo. Il messagio era molto forte e rassicurante e anche lungo. Questi sono segnali molto forti che vengono dall'America.
E dall'Iran? Ahmadinejad, quando ha dichiarato che " il treno atomico iraniano è senza freni e senza marcia indietro", non scherzava e sapeva esttamente quali conseguenze avrebbe avuto nelle decisioni degli organismi competenti in materia nucleare iraniano. Le ultime farse" elezioni" del Majles dimostrano e confermano l'atmosfera molto tesa tra Iran e la comunità internazionale. Il regime dei mullah, con le ultime elezioni ha chiuso ulteriormente la cinghia intorno al suo regime eliminando elementi deboli e privo di motivazioni politico-ideologiche iniettando al parlamento dei mullah, una fortissima dose degli ex generali del Corpo della Sepah Passdaran fedeli al capo supremo e in linea con i passi del governo di Ahmadinejad. Gli ultimi avvenimenti, compreso le ultime dichiarazioni del presidente sull'eliminazione dell'Israele, e l'insistenza sull'arricchimento dell'uranio dimostrano che Teheran si sta preparando velocemente ad affrontare un imminente guerra estera. secondo le informazioni provenienti dall'interno dello stabilishment dei mullah, l'America attacchera i siti iraniani entro il luglio prossimo. La loro convinzione è pari a 100%. Naturalmente un attacco militare ai siti nucleari significherà, per i mullah, un attacco alla soppravvivenza e all'esistenza dei dirigenti di Teheran. Di conseguenza tale evento darà il corpo ad uno sfrenato attacco terroristico in tutto il mondo contro l'occidente e contro tutti coloro che lo sostengono. In questo articolo vorrei ribadire ancora una volta che considero il responsabile di tutto ciò la "politica accondiscendente dell'occidente" che ha portato avanti un'atteggiamento assai fraterno con i mullah iraniani consentendo loro di ingrandirsi e di crescere sia politicamente che militarmente. L'occidente deve scegliere tra il popolo iraniano e i suoi interessi di breve e medio raggio. Se prende la parte della popolazione naturalmente perde gli interessi di breve e medio raggio guadagnando gli interessi di lungo raggio che sono esattamente quelli della pace, della libertà e della democrazia in Iran e in tutto il mondo.
Il nostro presidente della resistenza la signora Maryam Rajavi nello scorso anno, durante un suo intervento al parlamento europeo ha dichiarato: "Non alla guerra; Non alla politica di accondiscendenza; Si al popolo iraniano". tradotto in lingua piu semplice significa che" noi siamo fortemente contrari a qualsiasi guerra estera come contrari anche alla politica di accondiscendnza europea che favorisce solamente l'aumento della pericolosità dei mullah". Si sta ripetendo lo stesso sbaglio che ha portato il mondo, 60 anni fa ad una sanguinosa e tragica seconda guerra contro Hitler, padre politico del passdar Ahmadinejad.
Considero il regime di Teheran il responsabile della prossima guerra insieme a quella parte di Europa che ha acconsentito a Teheran di portare avanti la sua politica atomica militare portando il mondo di fronte ad una unica scelta: "la guerra".
Il treno atomico militare iraniano corre a fortissima velocità verso il treno del mondo civile che si trova sullo stesso binario. l'urto sarà inevitabile e tragico e catastrofico. Quando? non lo so ma è molto vicino. Ormai il tempo di fermarla non c'è più. Ma una via di scampo ancora esiste: la comunità internazionale deve rimuovere immediatamente il nome della resistenza iraniana dalla lista delle organizzazioni terroristiche lasciando via libera al popolo iraniano di cambiare radicalmente la situazione politica del paese allontanando definitivamente il pericolo atomico e terroristico iraniano instaurandoci la libertà e la democrazia. Due elementi indispensabili per garantire la pace e la convvivenza civile nella regione in particolare tra i palestinesi e gli israeliani. Senza questi due elementi in Iran,la regione mediorienale non vedrà mai e mai la pace e sarà sempre più immerso nella violenza e nel terrorismo.
Auguri e buona pasqua a tutti.
karimi davood

AHMADINEJAD E I SUOI DISCORSI FATTI NELLO SCORSO ANNO


E' già iniziato anno nuovo persiano con l'impiccagione di un ragazzo che all'epoca del compimento del'omicidio di una persona aveva soli 16 anni. I mullah di Teheran hanno aspettato il passaggio dall'anno vecchio all'anno nuovo per stringergli attorno al collo la loro corda di odio e di violenza e di dispregio nei confronti del popolo iraniano e delle sue tradizioni che sono tutte prevalentemente portatrici dei messaggi di pace e di fratellanza. La mancanza di rispetto per le tradizioni e dei periodi di festività, tra cui la più importante, "Eide Noorooz", che porta con sè la primavera e la gioia tra la popolazione, nasce dalla natura disumana e medievale del regime dei mullah che negli ultimi anni ha cercato di sostituire le tradizioni festive con cerimonie funebri e commemorative dei "santi e martiri". Addiritura ha fatto diventare le università come luoghi di santuari dei martiri di guerra, seppellendoci i corpi putrefatti dei caduti di guerra. Numerosi gruppi di studenti e di profesori si sono opposti a questa politica di "santificazione dei luoghi di scienza" ma senza alcun successo. Il dispregio del regime di Ahmadienjad ha colpito anche le istituzioni scentifiche come tutta la società iraniana. La resistenza iraniana in una recente dichiarazione ha detto" la nomina di Ahmadinejad alla presidenza della repubblica del regime è stato un atto di guerra al popolo iraniano e a tutto il mondo civile".
Comunque tornando alla nostra vignetta, disegnata dal famoso caricaturista persiano Dariush, si vede uscire, come una valanga, dalla bocca del presidente Passdar Ahmadinejad, famoso come uomo di "mille colpi di grazia", solamente parole di minaccia, di insulti e di elogio al terrorismo e alla violenza ecc...La vignetta si riferisce ai discorsi fatti da Ahmadinejad nello scorso anno persiano 1386.
Traduzione delle parole: Animale, sporco, criminale, terrore, morte, eliminazione, nemico, tragedia, selvaggio, corrotto ecc...
karimi davood

venerdì 21 marzo 2008

Impiccato un ragazzo all'alba di ieri, durante il passaggio dall'anno vacchio a quello nuovo



All'alba di ieri, nel carcere di Isfahan, Iran centrale, quando la gente si stava preparando per l'arrivo dell'anno nuovo, 1387, i boia del carcere centrale hanno trascinato a forza nel cortile di esecuzioni, un ragazzo che all'età di 16 anni aveva ucciso un uomo e lo hanno ferocemente impiccato. A quell'ora, tutta la popolazione iraniana si stava preparando per il passaggio dell'anno che era prevvisto per le 7 e trenta. IL fatto spiega da soli che nemmeno durante la tradizionale e antica festa persiana i boia del regime del passdar Ahmadineajd possano emettere di fomentare la violenza e il terrore tra la popolazione. Questa esecuzione è un chiaro ltraggio del regime dei mullah alla dignità del popolo iraniano e alle sue antiche tradizioni civili. E' un ennessimo atto di dispreggio del regime nei confronti della storia e della civiltà persiana. Per il governo di Teheran non esistono feste e festività. In ogni modo cerca di spruzzare il suo odioso dispregio negli occhi delle persone che hanno atteso dopo un anno di lavoro e sofferenza questa bellissima festa che equivale alla festa di capodanno italiano, con tredici giorni di festa.
Questa esecuzione un un solo messaggio sia per il popolo iraniano che per il mondo esterno: "Affrinterò qualsiasi tentativo di rovesciamento del regime islamico con la violenza e il terrorismo". E' un avvertimento che bisogna ignorare. E' un gesto che nasce dalla paura di ribellioni e sommosse popolari. E' un atto di terrore e di terrorismo.
karimi davood

CERIMONIA TRADIZIONALE DEL PASSAGIO DELL'ANNO NUOVO PERSIANO, EIDE NOOROOZ, DI FRONTE AL FAMIGERATO CARCERE DI EVIN


Nella tradizione persiana, il pasaggio dall'anno vecchio all'anno nuovo viene festeggiato con grande cura ed entusiasmo. Il passaggio coincide con il primo giorno della primavera. La festa dura 13 giorni in cui le scuole sono chiuse e la maggior parte delle istituzioni statali e private entrano in un certo letargo. La gente torna nei paesi di origine e si inizia un lungo pellegrinaggio presso i parenti e le persone malate o bisognose di cure morali e materiali. I ragazzi e le ragazze indossano i vestiti nuovi acquistati per l'occasione. E la gente, molti giorni prima dell'inizio anno, inizia e pulire a fondo tutta la casa specialmente i tappeti che vanno lavati. Nelle case si gira una aria nuova di attesa per l'arrivo dell'anno nuovo. I ricchi e i poveri si riuniscono, per una sola volta, nei festeggiamenti riservati alla festa dell'EIDE NOOROOZ.( tradotto in italiano significa "festa del nuovo giorno"). Poi, dopo la festa, i ricchi fanno i ricchi e i poveri, più del 60% della popolazione, fanno i poveri. Durante i 13 giorni della festa, la gente scambia le visite presso i familiari e i conoscenti, regalando prevalentemente la nuove bancanote stampate in occasione. I ragazzi e le ragazze fanno vedere con entusiasmo e orgoglio le bancamonete ricevute, come "EIDI", dai parenti. Al termine della festa, al tredicesimo giorno, la gente fa una scampagnata di massa e si reca nelle campagne dove già è cresciuta abbondantemente l'erba fresca e i fiori della primavera. Questa scursione festiva si chiama "Sizdebedar"( tradotto significa "espelli tredici", che nella cultura popolare è un numero poco amato.) Tradizionalmente è obbligatoria che la popolazione passi la tredicesima giornata di festa "NOOROOZ" fuori di casa e in mezzo alla campagna, dove oltre a mangiare si balla, si canta e si riallaccianno nuove conoscenze e relazioni. Una cosa molto curiosa è la famosa tradizione di "l'annodatura d'erba" da parte delle ragazze che cercano marito: si prendono due fili di erba lunga e facendo l'annodatura esprimono un solo desiderio: " prossimo anno a casa del marito"!. Le ragazze si divertono molto a praticare questa tradizione in mezzo alle bellissime risate e gesti molto femminili con degli sguardi che secondo me scioglierebbero anche le piu tenace cuori maschili.
Sizdebedar è una bellissima festa popolare. Anche se il regime dei mullah, attraverso i suoi Passdaran, donne e uomini, vigilano e controllano ll comportamento della gente, restringendo fortemente il campo della festività e della gioia.
Ho cercato di trascinare i miei interlocutori nell'atmosfera della festa dell'Eide Noorooz, per dare una bellissima notizia ricevuta stammattina, secondo cui i familiari degli studenti arrestati e incarcerati nel famigerato prigione di Evin di Teheran, hanno passato il passaggio dell'anno nuovo, 1387, di fronte al cancello del carcere apparrecchiando un aqngolo della strada con gli ingredieni tradizionali della festa: il famoso tavolo di Haft Sin( composto da 7 cose di cui i nomi in persiano iniziano con la S: 1-Sir, aglio. 2- Sib, mela. 3-Sabzi, erba. 4- Samanu, un dolce ricavato dai germogli del grano. 5- Senjed, un frutto speciale persiano. 6 Sekke, la moneta persiano. 7- Somagh, una spezia squizita persiana+ uno specchio e una copia del Corano), su cui ogni famiglia aveva posto la foto del figlio, festeggiando l'arrivo dell'anno nuovo vicini ai loro cari, detenuti oltre le altissime mura dell'Evin. Nella foto in alto si vede il "Sofreye Haft Sin" dei familiari dei detenuti che hanno chiesto la liberazione dei loro figli e di tutti i prigionieri politici detenuti in varie carceri iraniane.
Oggi, risparmio i commenti anche perchè sia la notizia che la foto parlano da soli di questa coraggiosa manifestazione dei parenti dei detenuti studenti. Aggiungo solamente i miei migliori auguri per un anno nuovo pieno di successo, di manifestazioni popolari, di proteste e di grandi vittorie e conquiste in campo della libertà e di democrazia, per tutto il popolo iraniano e in particolare per i nostri studenti che sono diventati una grande forza di protesta contro il regime teocratic-fascista dei mullah iraniani.
karimi davood

giovedì 20 marzo 2008

IRAN/ FINISCE L'ANNO PERSIANO, PROTESTE DEI GIOVANI IN STRADA


I MIEI MIGLIORI AUGURI AGLI IRANIANI E A TUTTI COLORO CHE AMANO LA LIBERTA' E LA DEMOCRAZIA IN IRAN
ANCHE AL NOSTRO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, LA SIGNORA MARYAM RAJAVI VA UN NOSTRO AFFETTUOSO AUGURIO E RINGRAZIAMENTO PER QUANTO HA FATTO NELL'ANNO PAASSATO PER LA RESISTENZA IRANIANA E PER I RAGAZZI E RAGAZZE CHE CORAGGIOSAMENTE HANNO MANTENUTO ALTA LA TESTA DELLA DIGNITA' PERSIANA E DEL CAMPO DI ASHRAF IN IRAQ CHE E' LA VERA DIGA DI FRONTE ALL'AVVANZAMEENTO E ALLA METASTASI DEL FONDAMENTALISMO ISLAMICO IN IRAQ E IN TUTTA LA REGIONE.
SPERIAMO CHE ANNO NUOVO, APPENA INIZIATO CON L'ARRIVO DELLA PRIMAVERA, PORTI LA VERA PRIMAVERA DEL POPOLO IRANIANO: LA CADUTA DEL REGIME TEOCRATIC-TERRORISTA DEI MULLAH. LA VERA STABILITA' NELLA REGIONE MEDIORIENTALE E LA VERA PACE TRA I POPOLI ISRAELO-PALESTINESI SI REALIZZERANNO QUANDO IL POPOLO IRANIANO VEDRA' LA SUA VERA PRIMAVERA, QUANDO SBOCCERANNO I FIORI DELL'AMICIZIA E DELLA CONVIVENZA CIVILE E MANDERANNO ALLA PATUMIERA DELLA STORIA L'INTERO REGIME DEI MLLAH E LA LORO MALIGNA IDEOLOGIA CHE E' IL FONDAMENTALISMO ISLAMICO MISOGENICO IN PARTICOLARE E DISUMANO IN GENERALE, E IL RITORNO DEI SORRISI SULLE LABBRA DELLE RAGAZZE E DEI RAGAZZI E INEVITABILMENTE IL RITORNO DELLE RONDINI EMIGRATE PROVVISORIAMENTE ALL'ESTERO.
IN QUEL GIORNO IL MONDO FARA' UN GRAN SOSPIRO DI SOLLIEVO. A QUEL GIORNO.
karimi davood




Roma, 19 mar. (Apcom) - "Morte ad Ahmadinejad": lo hanno gridato i giovani iraniani, che ieri notte hanno festeggiando in strada la fine dell'anno persiano, ballando e cantando attorno ai falò. Come riporta Ynet, l'edizione online dello Yedioth Ahronoth, la festa si è trasformata presto in uno sfogo di rabbia contro le autorità di Teheran e contro il presidente ultraconservatore Mahmoud Ahmadinejad.

Le leggi iraniane vietano a uomini e donne di farsi vedere insieme in pubblico. Ma i giovani hanno sfidato questo divieto e in diverse città del Paese hanno festeggiato tutti insieme attorno ai falò l'inizio del nuovo anno.

Ad Ahvaz i ragazzi della minoranza araba hanno affermato: "La libertà è un nostro diritto legittimo". A Sanandaj, nell'ovest del Paese, i giovani curdi hanno a loro volta gridato: "morte ad Ahmadinejad". Ci sono stati anche scontri con le forze di sicurezza, riferisce Ynet. A Teheran sono state rafforzate le misure di sicurezza, e nella capitale si registra almeno un caso di violenze, con i ragazzi che hanno lanciato dei petardi contro degli uffici.

mercoledì 19 marzo 2008

ANGELA MERKEL E LA QUESTIONE NUCLEARE MILITARE IRANIANA


Nella foto Angela Merkel insieme al presidente francese Nicola Sarkozy. Sull'Iran, entrambi leader europei hanno trovato una visione molto omogeneo sulla bomba atomica dei mullah. La Francia e la Germania hanno denunciato anche l'irregolarietà delle ultime elezioni in Iran.

"Non e' la comunita' internazionale che deve dimostrare che l'Iran vuole la bomba atomica e l'Iran che deve dimostrare che non la vuole", ha detto la Merkel in un discorso davanti alla Knesset.

Delegazione israeliana a Washington per convincere gli Usa che l’Iran sviluppa armi atomiche




Israele ha inviato un gruppo di funzionari della propria intelligence
negli Stati Uniti per convincere i colleghi di Washington del fatto che l’Iran
starebbe ancora provando a dotarsi dell’arma atomica. E’ quanto si legge sul
quotidiano israeliano Haaretz, che ricorda come i servizi segreti americani, nei
giorni scorsi, abbiano assicurato che Teheran ha sospeso la costruzione
dell’arma nucleare nel 2003.
La delegazione israeliana avrebbe portato con se’ un’ampia documentazione
sull’attivita’ iraniana, di cui al momento non si conoscono i contenuti.

martedì 18 marzo 2008

UNA BUONA NOTIZIA DI PASQUA. IL REGIME DEI MULLAH CEDE ALLE PRESSIONI INTERNAZIONALI

IRAN: LIBERA CON IL FIGLIO LA DONNA CONDANNATA A MORTE

AID: TORNA A VOLARE UNA DONNA CONDANNATA ALLA LAPIDAZIONE. PIENA SODDISFAZIONE DELLA COMUNITA' IRANIANA. UNA VITTORIA PER LE ORGANIZZAZINI CHE SI BATTONO CONTRO LA LAPIDAZIONE E PER IL RISPETTO DEI DIRITTI DELLE DONNE IN IRAN.
I NOSTRI MIGLIORI AUGURI ALLA SIGNORA MOKARRAME E AI DUE PICCOLI FIGLIOLI DI 4 E 11 ANNI.


(AGI) - Teheran, 18 mar. - In Iran e' stata liberata Mokarrameh Ebrahimi, la donna condannata alla lapidazione per adulterio e al centro di una battaglia internazionale dopo che nel luglio scorso il suo amante era stato giustiziato a colpi di pietra.
La donna, rimasta in carcere per un totale di 11 anni, ha lasciato il penitenziario di Qavzin, nel nord-ovest della repubblica islamica, insieme al figlio di quattro anni nato dalla relazione adulterina con Jafar Kiani. L'ordine di scarcerazione e' arrivato dalla commissione giudiziaria per l'amnistia, ha riferito l'avvocato della donna, Shadi Sadr, sottolineando che si tratta di una "rara sentenza" di clemenza per l'Iran. Mokarrameh e' tornata a vivere con la sua famiglia nel nord e "ancora non riesce creder di essere stata graziata", ha spiegato il legale. La lapidazione in teoria e' ancora in vigore per l'adulterio in Iran, anche se nel 2002 fu decisa una moratoria. La sua applicazione (nonostante una sospensione della pena) per Kiani aveva suscitato dure reazioni internazionali e a gennaio Amnesty aveva lanciato un appello per Mokarrameh e per altre otto donne e due uomini condannati alla lapidazione.

INFORMAZIONE CULTURALE: LA “FUGA” DI BACH NELLE MANI DEL GRANDE PIANISTA RAMIN BAHRAMI


Nella foto: Ramin Bahrami di cui il padre è stato torturato e ucciso nel famigerato carcere di Evin.
Martedì 18 marzo 2008
Monfalcone (GO), c/o Teatro Comunale

Il grande pianista iraniano Ramin Bahrami al Comunale di Monfalcone interpreta “L’arte della fuga” di Johann Sebastian Bach. Nato a Teheran nel 1976, nel tragico clima del conflitto tra Iran e Iraq, Ramin Bahrami è oggi una giovane ma riconosciuta stella del pianoforte il cui nome è indelebilmente legato alle interpretazioni di Johann Sebastian Bach. Appena adolescente Ramin è costretto a fuggire dal suo paese e trova in ITALIA la sua seconda patria: a Milano Bahrami si diploma con Piero Rattalino, che ne riconosce lo splendido talento, e successivamente si perfeziona all’Accademia Pianistica “Incontri col Maestro” di Imola. Studia poi, tra gli altri, anche con e András Schiff, Robert Levin e in particolare con Rosalyn Tureck, pianista che lo stesso Bahrami definisce “la voce di Bach” e che lega il suo nome agli studi, alle interpretazioni e alla diffusione delle opere del grande genio bachiano.
L’artista inizia la sua intensa attività concertistica poco più che ventenne, e il successo ottenuto al suo debutto al Teatro Bellini di Catania è tale che gli viene conferita la cittadinanza onoraria. Negli anni seguenti numerose sono le sue esibizioni presso le maggiori istituzioni e i più importanti festival musicali italiani e tedeschi.Il nome di Bahrami e le sue sublimi interpretazioni si identificano con l’opera di Johann Sebastian Bach (tanto da far guadagnare al pianista l’importante appellativo di “nuovo Glenn Gould”): un pianismo “preciso, logico ma anche febbrile” (A. Foletto) definisce lo stile delle magistrali interpretazioni di Bahrami, immortalate dalla Decca nelle incisioni delleVariazioni Goldberg (2004), delle 7 Partite (2005), e nella sua nuova registrazione de L’arte della fuga di Bach.
Ed è proprio quest’ultimo capolavoro l’oggetto del programma del concerto monfalconese: L’Arte della fuga è un’opera immensa dalla storia controversa. La data di essa non è nota, così come non sono specificati l’organico né l’uso cui l’opera è destinata. Tuttavia, al di là delle possibili ipotesi, ciò che più rende universale questo capolavoro è la sublime tecnica della composizione, la vitalità delle forme e dei colori musicali, l’intensità della sua espressione: L’arte della fuga è un’opera “infinita”, che non si lascia afferrare e scava verso l’intimo, l’essenziale.
Una riflessione: sono molto onorato e contento che un rifugiato politico iraniano abbia avuto un grande successo e visibilità. E' un onore per la nostra comunità e per la dissidenza iraniana. Vorrei che un giorno, il nostro Ramin, dedichi un suo concerto, in memoria del padre, caduto sotto la tortura del regime di Ahmadinejad, al popolo iraniano e alla comunità dissidente che risiede in Italia. Ramin appartiene alla nostra comunità e al nostro popolo che lo ha prestato provvisoriamente nelle mani dei grandi maestri contemporanei. Sicuramente, l'Iran democratico di domani pretenderà la resituzione sua e delle sue opere alla terra dove il padre di Ramin ha sacrificato la sua vità per il bene della nazione e dei suoi cari. Se oggi noi qui in Italia e nel mondo civile possiamo godere dei privilegi in campo del diritto di asilo politico è anche merito del padre di Ramin.

Colgo occasione per augurare un felice capodanno persiano al nostro pianista Ramin Bahrami sperando che le prossime festività di capodanno portino lui e la sua orchestra nella grande piazza della libertà di Teheran, dove Ramin sicuramente dedicherà la sua prima opera al padre e ai padri di tutti i ragazzi e ragazze che nelle sue condizione e età infantile sono state private dagli affetti e amori paterni e materni.
In questo momento ci troviamo all'alba del cambiamento desiderato e a poco avremmo anche i raggi della libertà e della democrazia che illuminerà tutto il popolo iraiano a prescindere dalla razza, dalla religione, dal colore della pelle e dalla etnia.
Viva il ricordo di tutti coloro che come padre di Ramin hanno sacrificato la loro vita per la libertà e la democrazia in Iran
karimi davood

lunedì 17 marzo 2008

IL VOTO PER IL RINNOVO DEL PARLAMENTO


Fonte:AGI
L'Unione Europea ha espresso la sua preoccupazione per come si sono svolte le elezioni per il rinnovo del parlamento in Iran, e ha definito il voto di venerdi' scorso "non libero' ne' equo". L'Unione europea, si legge nella nota diffusa dalla presidenza di turno slovena, "esprime la sua profonda preoccupazione perche' il voto nella Repubblica Islamica dell'Iran si e' svolto senza le procedure richieste dagli standard internazionali e il processo elettorale non ha consentito una vera competizione elettorale". "A tal proposito, (l'Ue) esprime la sua profonda disapprovazione per il fatto che un terzo dei candidati potenziali non abbiano potuto presentarsi ai blocchi di partenza; il che non ha consentito agli iraniani di scegliere liberamente tra le diverse opzioni politiche". Nel voto di venerdi' scorso, i conservatori hanno ottenuto due terzi dei 290 seggi al Majlis, il Parlamento monocamerale di Teheran; ma i riformisti hanno fatto registrare risultati migliori del previsto, soprattutto tenuto conto che il regime aveva invalidato le loro migliori candidature. (AGI) - Bruxelles, 16 marzo -

Commento: siamo contenti che anche l'Unione Europea, finalmente si è espresso negativamente sulla natura delle cosidette elezioni del regime dei mullah. Importanza di queste nuove posizioni va letto e confermato e sottolineato nella lettura degli ultimi avvenimenti che hanno portato il Consiglio di sicurezza dell'Onu all'approvazione della terza risoluzione contro la costruzione della bomba atomica dei mullah. Anche il mondo che fino a ieri è stato assai accondiscendente con il regime di Teheran sta prendendo la coscienza che con il regime dei mullah la carota non ha funzionato e solamente l'ha fatto piu grossa e pericolosa. Io chiamo tale coscienza una conquista per il popolo iraniano e per la sua legittima resistenza rappresentata dalla signora Maryam Rajavi. Finora l'Unione Europea aveva mantentuto una posizione assai morbida favorendo involontariamente o volontariamente( dipende da quale occhi guardiamo alla questione iraniana), la costruzione
della bomba atomica islamica. Va ribadito che il regime dei mullah è sorretto da tre colonne portani di cui la terza, cioè quella atomica militare è di importanza strategica. Altre due sono la repressione interna e il terrorismo praticato all'estero contro gli americani, italiani, israeliani, palestinesi ecc...La lista è lunga. Per dimostrare il rapporto interseco tra queste tre colonne, basta tornare indietro per alcuni anni, quando la resistenza iraniana in un atto eroico e di valore umano e internazionale si è esposto ulteriormente al pericolo del terrorismo iraniano denunciando l'esistenza del progetto per la costruzione della bomba atomica aprendo una via tortuosa e assai difficile verso il deferimento della questione iraniano al Consiglio di Sicurezza dell'ONU. Parlo di una strada difficile perchè il mondo occidentale non è stato clemente con la resistenza iraniana a causa della loro politica di accondiscendenza con i mullah. Ma la
resistenza è andata avanti con tanta convinzione ed eroismo pagando sulla sua pelle il prezzo di questa denuncia. In questo cammino, numerosi simpatizzanti dei Mojahedin del Popolo sono stati arrestati e fucilati. Ma la volontà del popolo iraniano non ha smesso di denunciare e di disarmare il pericolo atomico militare islamico dei mullah. Il mondo civile deve un ringraziamento ai figli del popolo iraniano.
Tornando alla tema principale, volevo sottolineare che il regime dei mullah, quando ha trovato il suo progetto smascherato e visto traballare la sua "colonna atomica", per ammortizzare questa sconfitta ha messo il piede sull'accelleratore della repressione e del terrorismo, intensificando il lavoro dei suoi boia interni ed esterni. Basti guardare il numero delle persone impiccate in Iran e uccise all'estero. All'interno del paese ha preso di mira sia persone sessualmente "diverse" che le donne. Ha impiccato in piazza numerosi adolescenti e donne condannate a morte. Non ha risparmiato nessuna scusa onde intensificare la repressione interna e idem all'estero. Alla vigilia della prima risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU ha scatenato attraverso il gruppo terroristico hezbollah la guerra dei 33 giorni contro Israele. E ha gettato ulteriormente la benzina sulla questione palestinese mettendo a disposizione della Hamas miliardi e armi.
Concludo e ribadisco la nostra soddisfazione per la nuova posizione dell'Unione Europea che in qualche modo conferma la tesi della resistenza secondo cui queste cosidette "elezioni" non sono altro che una messa in scena elettorale finalizzata a leggittimizzare la maligna soppravvivenza del regime di Ahmadinejad e allo stesso tempo depurare gli elementi del regime che rislutano vecchi, deboli e non di fiducia assoluta verso la Velayate faghih di Khamenei e non compatibili con le nuove circostanze internazionali in cui è intrappolato Teheran.
karimi davood

sabato 15 marzo 2008

UNA RIFLESSIONE SU KHATAMI E AHMADINEJAD


Nella foto: Maryam rajavi, presidente eletta dalla resistenza iraniana per i primi 6 mesi del governo post repubblica islamica dei mullah

Maryam rajavi: " il fondamentalismo islamico iraniano è mille volte più pericoloso della sua bomba atomica".


A proposito delle farse elezioni del majles dei mullah, sono stato interpellato da molti colleghi della stampa che mi chiedevano che cosa pensavo della corrente "riformista" di Khatami. E' stato difficile spiegare a tutti il nostro punto di vista su varie fazioni che formano il sistema dittatoriale del regime fascist-religioso dei mullah. A prescindere dagli interessi economici dei paesi europei che li lega al regime dei mullah e li rende indirettamente cooresponsabili di tutti i mali interni ed esterni(la repressione e il terrorismo), se non abbiamo una profonda conoscenza della natura morale e materiale del mullah non possiamo assolutamente arrivare ad un giudizio imparziale e lungimirante. Per entrare in qualsiasi contatto, economico oppure bellico, bisogna prima di tutto conoscere il fenomeno mullah. Altrimenti già perdiamo sicuramente 80 per cento dei nostri diritti. E alla fine dobbiamo faticare per non perdere il restante 20%. Cioè una vera sconfitta. Per esempio, il fatto di ammettere che nel regime iraniano ci sono diverse anime su cui si possa giocare per arrivare a certe riforme oppure certi cambiamenti politici è una pura illusione. E' un miraggio su cui i mullah iraniani hanno investito e investono tuttora tutto il oro futuro. Proiettano il miraggio,leggilo Khatami, per poi portare avanti, indisturbati e silenziosi, il loro programma nucleare per la costruzione della bomba atomica. In questa maniera, il regime dei mullah per 8 anni ha portato avanti in una strusciante e silenziosa politica, sia l'esportazione del suo fondamentalismo che la costruzione della sua bomba atomica islamica. Massud Rajavi, leader della resistenza iraniana, due decenni fa in una storica dichiarazione ha detto: "la vipera non partorisce colombo!" Non è una affermazione uscita per caso dalla bocca di rajavi. E' stato il frutto di anni di convivenza con i mullah nelle carceri dello Scià prima e anni di lotta contro i mullah dopo la caduta dello Scià. Il regime di teheran è irriformabile. Khatami e Ahmadinejad sono entrambi la stessa faccia della moneta marcata la repubblica islamica iraniana. Dirò di più, il mullah Khatami è mille volte peggio del Passdar ahmadinejad. Se Ahmadinejad, oggi rappresenta la faccia della bomba atomica, il mullah khatami rappresenta legittimamente il fondamentalismo islamico di matrice khomeinista.La signora maryam rajavi il nostro presidente della repubblica eletta dalla resistenza iraniana, in una storica affermazione ha detto:" il fondamentalismo islamico iraniano è mille volte più pericoloso della sua bomba atomica". Sottoscrivo totalmente e ribadisco che il passdar Ahmadinejad, famoso come uomo di 1000 colpi di grazia( quando fu addetto alle interrogazioni dei prigionieri politici nel carcere di Evin a Teheran, oltre ad essere uomo torturatore, era anche incaricato, per la sua fedeltà verso Khomeini, a sparare colpi di grazia ai detenuti giustiziati è un agente e funzionario del regime, che da un momento ad altro potrebbe entrare nel mirino del leader supremo Ali Khamenei e essere cacciato immediatamente. Ma khatami è un uomo di spicco della teocrazia e figlio legittimo e ideologico dello stesso leader fondatore della repubblica islamica iraniana, Khomeini. Concludo e ribadisco che Ahmadinejad rappresenta la faccia feroce e atomica dell'Iran e Khatami la faccia piu pericolosa e ideologica. La seconda, è un miliardo di volte più pericolosa della prima. Ma entrambi indispensabili per portare avanti la macchina politica e guerrafondaia iraniana. In questa macchina Ahmadinejad fungerebbe da carrozzeria e Khatami il motore e il sistema motrice. Ecco perchè consideriamo il Corpo della Sepah passdaran, colonna portante dell'intero regime dei mullah. Senza il quale, il popolo iraniano distruggerebbe in pochi secondo l'intero apparato governativo, seppellendolo interamente, con tutte le sue fazioni e raggruppamenti, dalla A alla Z, nella pattumiera della storia dell'umanità.
karimi davood

FINITE LE FARSE ELEZIONI DEI MULLAH. Il commento.


In questa vignetta,l'autore dariush trasmette abilmeente la risposta del popolo iraniano al capo supremo dei mullah, Ali Khamenei

In questa vignetta Dariush dimostra la falsità del parlamento dei mullah disegnando il capo supremo, Ali Khamenei che con il guinzaglio in mano porta al Majles, i vari mostri che rappresentano i diversi gruppi che formano il regime teocratico e fanatico dei mullah.


Comunque, ieri sera sono state chiuse con tre ore di ritardo!!!, causa la massiccia partecipazione della popolazione!!!le urne dei mullah. Una messa in scena costata milioni e milioni di dollari per soli usi esterni del regime dei mullah. la resistenza iraniana aveva giustamente boicottato la partecipazione popolare al questa messa in scena. Lo stesso mullah Khamenei aveva già deciso la nomina di tutti i deputati, prevalentemente collegati alla fazione pro-governo di Ahmadinejad. E' stata una operazione di "stringimento della cinghia", in previsione della prossima guerra americana contro i mullah iraniani. Anche questa volta, i dirigenti del regime hanno prescelto e nominato prevalentemente gli uomini legati al corpo della Sepah Passdaran a cui appartiene lo stesso Ahmadinejad. In questa operazione, i responsabili iraniani stanno cercando di riparare e di otturare tutte le creppe apertesi dopo le ripetute risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'ONU. In questa maniera, il mullah khamenei sta cercando di omogeneizzare tutti gli organi istituzionali tra cui, il governo, il parlamento e la magistratura inserendo e iniettando con la forza una massiccia dose degli ex generali della Sepah Passdaran. In poche parole, Khamenei ha scosso violentemente l'albero gerarchico dei responsabili, facendo cadere le foglie gialle e malate. Secondo, le affermazioni degli stessi strateghi iraniani, tra cui ex ministro degli esteri Velayati, senza una giusta e intelligente e capillare schieramento militare e politico, il regime islamico non potrebbe assolutamente resistere ad un eventuale attacco proveniente dall'estero. Di conseguenza bisognerebbe costituire un apparato forte e preparato e disponibile a rischiare di ricevere e di reagire a qualsiasi opzione militare che si manifesterà in futuro. Allarme rossa è stata già lanciata. Senza seri e capillari provvedimenti, sia sul piano interno che esterno, il regime dei mullah crollerebbe al primo impatto fisico. Si sa benissimo che la popolazione, repressa per 30 anni dal regime dispotico dei mullah non verrà di sicuro in soccorso al regime e di conseguenza diventerebbe un serio problema e pericolo nel caso di un attacco estero. Il che spiega benissimo il perchè i mullah hanno messo al commando della sicurezza interna i piu feroci uomini resi responsabili in passato delle piu afferrate crimini contro la popolazione interna. Idem per quanto riguarda la parte esterna. Il numero delle vittime del terrorismo in Iraq, in Afghanistan e in palestina e nel resto del mondo parla da solo.
Comunque chi aspetta rose e fiori dalle urne resterà anche questa volta deluso e con il "naso bruciato"( è un espressione persiana). Finchè esisterà questo regime esisteranno anche la violenza e il terrorismo e anche la bomba atomica. Nel connubio tra due elementi di cui le loro pecularietà sono identici nella DNA(il terrorismo,la repressione e la bomba atomica), non si può aspettare la nascità di un essere biondo, bello e con gli occhi azzurri. Nascerà sicuramente un mostro con mille bracci e tentacoli. Ahmadinejad+khatami=ahmakhatdinejamiad= Il capo supremo, Ali Khamenei.
La fine della storia? Avremo un governo composto dagli ex generali della Sepah pasdaran, un parlamento composto dagli ex generali della Sepah Passdaran, entrambi nelle mani del leader supremo khamenei che proseguirà con piu rigore e vigore il programma atomico militare per la costruzione della bomba atomica islamica e di conseguenza piu accanimenti repressivi all'interno, piu accanimenti nelle azioni terroristiche all'esterno e più debolezza nella posizione della pace e della stabilità nella regione mediorientale. E naturalmente il mondo sarà molto piu vicino alla catastrofica guerra contro la bomba atomica dei mullah.
karimi davood



Comunicato informativo della resistenza iraniana sullo svolgimento delle farse elezioni dei mullah
venerdì 14 marzo 2008
Farse elezioni del Majlis

Teheran: 13.00

Le informazioni che provengono da seggi di voti a Teheran ed in provincia rivelano un boicottaggio immenso delle elezioni da parte della popolazione iraniana. Il numero di elettori non ha superato una o due persone in molti punti di voto della capitale, come a scuola della Mosquée Emam Mohammad Ghazali, al centro Ghasr, a Abbas-Abbad, Yaft-Abad e Teheran-Del nord. Nella città di Ardebil, nell'ovest, gli abitanti hanno preferito lasciare la città per non dovere votare.



Dalla mattina, il regime dei mullah prova ad esercitare pressioni sui seggi di voto per fare eleggere i candidati che ha designato. Nella città di Sanandaj, nell'ovest, uno dei candidati incoraggiava scolari a votare per lui ne che promette loro buone note e telefoni portatili. Ha anche stampato un corano con il suo ritratto dietro e distribuisce dei prodotti alimentari. Tutto sommato, nessuno non sembra volere votare a Sanandaj.

Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana

venerdì 14 marzo 2008

UCCISO IN IRAQ MONSIGNOR PAULOS FARAJ RAHHO.


Monsignor Rahho( Afp)
Esteri BENEDETTO xvi: «profondamente addolorato»
Iraq: morto il vescovo rapito a Mosul
Papa: «Ora impegno comune per la pace»
Nessun segno di violenza. Rapito il 29 febbraio all'uscita dalla chiesa. Tre accompagnatori erano stati uccisi
MOSUL - È stato trovato morto monsignor Paulos Faraj Rahho, l'arcivescovo caldeo rapito a Mosul lo scorso 29 febbraio. Lo ha detto mons. Shlemon Warduni, vescovo ausiliare di Bagdad. «Lo abbiamo ritrovato privo di vita nei dintorni di Mosul. I rapitori lo avevano sepolto», ha riferito alla agenzia Sir della Conferenza episcopale italiana. «I rapitori già mercoledì ci avevano detto che mons. Rahho stava molto male, poi ci hanno detto che era morto», ha detto mons.
La comunità dei rifugiati politici iraniani esprime le sue condoglianze ai familiari del monsignor Rahho e alla chiesa a cui apparteneva. Monsignor rahho è stato ennesima vittima della violenza perpetrata dal fondamentalismo iraniano che cerca di fomentare una forte guerra tra le etnie e le religioni in Iraq. E il fatto di riccorere ad assassinare un alto e molto caro esponente della chiesa, dimostra il fallimento totale di questa strategia portata avanti dal regime dei mullah fin dall'occupazzione dell'Iraq. La chiesa caldea e Arcivescovo Rahho sempre si sono distinti per la loro totale opposizione alle interferenze iraniane in Iraq sostenendo la tesi della resistenza iraniana secondo cui in Iraq esistono due alternative: uno di matrice fondamentalista e filo iraniana e l'altra, composta dalle forze democratiche e nazionaliste contrarie ad ogni interferenza straniera.
Le più sentite condoglianze anche alla chiesa italiana e al Papa.
karimi davood

RISULTATO FINALE DELLE ELEZIONI!!!!



Il mio carissimo amico Badban, poeta e vignettista persiano, ha voluto anticipare, con la sua bellissima espressione artistica, il risultato finale delle farse elezioni di stamattina: dalle urne usciranno solamente i plotoni di esecuzione, il terrorismo, la bomba atomica e la violenza. Chi aspetta altro sarà deluso sicuramente.
grazie bandban

ULTIME INFORMAZIONE DALLE URNE DI TEHERAN


Nella vignetta, l'autore, dariush traccia benissimo la risposta della popolazione iraniana al regime dei mullah: Non alla repressione, non al terrorismo rappresentati dal leader supremo del regime dei mullah, Ali Khamenei

Nella foto: la presidente Maryam Rajavi che ha lanciato a nome della resistenza iraniana l'appello per boicottaggio delle farse elezioni di oggi chiedendo alla popolazione di disertare le urne dei mullah.



Secondo le informazioni appenna raggiuntemi da Teheran, il regime di Ahmadinejad ha messo a disposizione del corpo della polizia e della Basiji, corpo paramilitare, migliaia di autobus per spostare la gente da un seggio ad altro. Secondo quanto ha dichiarato una nota tv americana, i seggi sono vuoti. Anche all'epoca della nominazione del passdar terrorista Ahmadinejad, i ragazzi Basiji sono entrati in azione all'ultimo momento e hanno riempito le urne con i voti a favore di Ahmadienjad.
Il motivo per cui la gente ha disertato le urne sono la condizione socio-politico della popolazione che si è visto gravemente impoverito con il regime dei mullah. La resistenza iraniana e tutte le forze democratiche hanno boicottato queste farse elezioni chiamando la gente a non partecipare a questa messa in scena elettorale finalizzato a legittimizzare un regime interamente dittatoriale e repressivo e terrorista: Basti guardare il numero delle persone fucilate fin dal 79 che ammontano a 120000 e il numero dei cittadini straanieri morti negli atti terroristici iraniani compiuti all'estero in particolare in Iraq e in Afghanistaan dove è forte la presenza dei soldati italiani e stranieri. Le vedove di Nassiriah sono il segno tangibile del terrorismo iraniano. Lo affermano anche i servizi segreti italiani.
Concludo e ribadisco che questa messa in scena dei mullah iraniani ha due fondamentali obiettivi: il primo è l'esclusione definitiva e la depurazione completa del regime dei mullah dagli elementi deboli e poco fidabili e la totale militarizzazione del sistema in previsione di un eventuale attacco militare dall'estero, ritenuto dagli stessi dirigenti e analisti iraniani molto probabile a causa della prosecuzione del progetto atomico militare, e la seconda, acquisire la legitimizzazione del regime agli occhi dell'occidente.
Ma il popolo iraniano ha già letto le mani del regime dei mullah ecco perchè ha rifiutato di sporcare le sue mani con le urne dei mullah terroristi e carnefici dei migliori figli dell'Iran.
Dalle urne usciranno solamente gli elementi "eletti" dal leader supremo, il mullah ALI KAMENEI, detto Ali GADA, tradotto in italiano: Ali mendicante, riferendosi al passato del leader supremo del regime. Chi aspetta rose e fiori o è un incompetente in materia dei mullah e della teocrazia iraniana e del loro regime oppure ha interessi specifici nel mantenere in vita un regime dispotico e terrorista che a detta della resistenza iraniana a breve costituirà la sua prima bomba atomica islamica.
karimi davood

giovedì 13 marzo 2008

Farse elezioni del Majles dei mullah



L'autore della vignetta vuole trasmettere al suo interlocutore la falsità delle prossime elezioni del Majles dei mullah. Nella vignetta si vede il capo supremo Ayattolah Khamenei che porta al parlamento con il guinzaglio in mano i deputati scelti e nominati da lui stesso.

Alla vigilia delle farse elezioni del parlamento dei mullah, i giovani iraniani hanno inscenato a Teheran una serie di manifestazioni spettacolari in cui appiccavano il fuoco e poi gettavano i ritratti dei capi mullah tra le fiamme gridando "viva la libertà, viva la libertà". E in contrapposizione allo slogan dei mullah che parlano del diritto alla energia atomica i giovani gridavano " la libertà è il nostro diritto".
Venerdì prossimo si svolgerà ancora una volta una messa in scena chiamato " elezioni", in cui Ayattolah Khamenei porterà al fantomatico parlamento tutti i suoi uomini fidati vicini alla Sepah Passdaran di Ahmadinejad. In vista dell'accanimento delle istituzioni internazionali contro il programma atomica militare iraniano, il regime di Ahmadienjad ha deciso di chiudersi ancora di piu' e di portare la omogeneità tra il parlamento e il governo nominando appunto uomini molto vicini al leader supremo e alle forze della Sepah Passdaran. E' un'operazione assai sensibile e di importanza strategica chiamato da me " operazione di omogenizzazione degli organi del potere". E' un'azione di esclusione degli elementi deboli e malati, iniziata subito dopo la prima risoluzione approvata dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU. Molti elementi militari e politici sono stati licenziati in tronco tra cui il piu noto è stato Rahim Safavi, ex comandante generale della Sepah Passdaran.E non è finito qua. Sicuramente proseguirà anche dopo le nominazioni parlamentari. Piu' andiamo avanti piu si accanisce la lotta di potere tra varie fazioni che pretendono di essere i veri "eredi" di Khomeini. La lotta che oggi è in corso non è una lotta per il bene del paese e della popolazione: è una lotta tra i vari branchi dei lupi che si sbranano tra di loro per acchiappare piu pezzi di carne della preda che in questo caso è il popolo iraniano e tutta la sua ricchezza saccheggiata dai mullah iraniani: dalla A allla Z. Da Khatami a Rafsanjani a khamenei e Ahmadinejad. Uno è peggio dell'altro. Investire sul futuro dei mullah iraniani in particolare sulla figura di Khatami sarebbe come costruire un grattaciello su un terreno palludoso e fragile. Crollerà sicuramente e investirà prima di tutti i suoi costruttori: basti guardare il numero delle vittime stranieri di cui i propri governi sono tra gli investitori sul futuro dei mullah. Invece secondo me bisogna investire coraggiosamente sulla voglia della libertà e della democrazia del popolo iraniano: oltre ad un ritorno fruttuoso avrete anche il gradimento e il ringraziamento sincero del popolo iraniano. Diversamente avrete ancora delle vedove a casa vostra e il ricatto quotidiano di un regime atomico e fondamentalista che vi rubera il sonno oltre che la vostra coscienza.
Il popolo iraniano ha già deciso e ha boicottato le farse elezioni di venerdi. Pretende altrettanto anche da parte di coloro che possono fare qualchecosa onde evitare una catastrofe umana.
karimi davood

IRAN: MAURO, UE CONCEDA ASILO A MEDHI KAZEMI



Flash di AdnKronos
Esteri

Bruxelles, 12 mar. (Adnkronos/Aki) - "Mi appello alle istituzioni nazionali e sovranazionali europee perche' concedano asilo a Medhi Kazemi". E' quanto afferma in una nota Mario Mauro, vice presidente del Parlamento europeo, in merito al caso del diciannovenne gay iraniano che potrebbe essere deportato in Iran. "Si chiede l'applicazione dell'articolo 19 contenuto nella Carta dei Diritti fondamentali dell'Unione europea - sottolinea Mauro - per il quale e' proibita l'espulsione di persone verso paesi in cui rischiano la condanna a morte o la tortura".


Rifugiato iraniano espulso dall’Olanda
martedì 11 marzo 2008
Seyed Mehdi Kazemi, diciannovenne iraniano membro del Gruppo EveryOne che rischia la morte per omosessualità in Iran, verrà estradato dall’Olanda dove aveva cercato rifugio. L’aspetta l’invio nel Regno Unito entro 72 ore e il possibile rimpatrio. Il suo gruppo ha chiesto l’intervento del premier Gordon Brown per una mediazione col governo di Teheran.


125 deputati europei firmano risoluzione d'urgenza dei radicali

mercoledì 12 marzo 2008
125 i deputati europei hanno firmato la risoluzione d'urgenza, presentata dai deputati radicali Marco Cappato e Marco Pannella nell'ambito della mobilitazione per Medhi Kazemi, il gay iraniano di 21 anni che rischia la deportazione in Iran, dopo che ieri le autorità olandesi hanno respinto la sua richiesta di asilo.

Appare pertanto certo il rientro del giovane in Gran Bretagna che in passato ha già deciso del suo rimpatrio in Iran dove lo attende la pena di morte con l'accusa si sodomia.

Domani al Parlamento Europeo riunito in seduta plenaria a Strasburgo, verrà votata la Risoluzione d'urgenza firmata a questo momento da 125 deputati: tra gli altri hanno finora firmato Daniel Cohn-Bendit e Monica Frassoni, co-Presidenti del Gruppo dei Verdi, Nicole Fontaine, già Presidente del Parlamento Europeo, Michel Rocard, già Primo Ministro francese, Pasqualina Napolitano, Vice Presidente del Gruppo Pse, Luisa Morgantini, Vice Presidente del Parlamento Europeo.

Oggi, presso l'Ambasciata di Gran Bretagna a Roma si è svolto un incontro tra Elisabetta Zamparutti tesoriere di Nessuno Tocchi Caino e Sergio Rovasio, Segretario dell'Associazione radicale Certi Diritti, con Sir Christopher Layden, Consigliere politico della rappresentanza britannica il quale non ha nascosto che da un punto di vista giuridico Kazemi rischia seriamente l'espulsione e che da un punto di vista politico può essere presa una decisione diversa.

Il Consigliere ha assicurato che le autorità britanniche seguono la vicenda con attenzione per le pressioni che stanno giungendo da vari paesi europei e anche grazie all'attenzione dei media inglesi e internazionali.

mercoledì 12 marzo 2008

IRAN: PER FINANZIARE IL TERRORISMO E' STATO AVVIATO IL SITO "GHESAS", LA LEGGE DEL TAGLIONE



Il Passdar, Rahim Safavi, ex comandante generale della Sepah passdaran durante la presentazione del francobollo di Mughanieh a Teheran


Il regime del passdar Ahmadinejad, dopo la violenta morte del noto terrorista libano-iraniano Moghanieh, ucciso nell'esplosione della sua auto nelle vicinanze dell'ambasciata iraniana e in una zona super controllata dai servizi di sicurezza siriani, ha avuto delle forti convulsioni: il colpo è stato assai duro e ha colpito il cuore del terrorismo iraniano. Secondo alcuni analisti della politica iraniana, il terrorismo iraniano, con l'uccisione di Mughanieh è stato decapitato. Proprio ieri, il regime dei mullah ha stampato in onore di Mughanieh un francobollo che da ora in poi manderà in tutto il mondo. Ma dal momento che le azioni di Hezbollah costano e non sono gratuite, il regime di Ahmadinejad demagogicamente si è rivolto alla popolazione costituendo un sito ufficiale, chiamato Ghesas, la legge del taglione, con cui ha chiesto la raccolta di fondi per premiare colui che ucciderà i leader politici israeliani: il minimo premio è pari ad un milione di dollari.
A tal proposito il sito dell'agenzia di stampa governativa Fars del 10 marzo, ha diffuso questa notizia: " Alla fine della cerimonia del" Ghesas Jalut" e in direzione della Ghesas(vendetta), contro i capi del regime sionista è stato fondato il sito Ghesas.
Nella notizia dell'agenzia fars oltre ad alcuni slogan per l'eliminazione dell'Israele si afferma: " gli interessati con l'atto di iscrizione al sito, dichiarano la loro disponibilità per regalare un loro rene per garantire il finanziamento del minimo premio di un milione di dollari a favore di colui che eseguirà la fucilazione rivoluzionaria dei capi sionisti".

Commento: la notizia si commenta da sola. Lasciamo al presidente D'Alema la giustificazione di questo disumano atto del regime terroristico dei mullah. Sicuramente troverà parole piu diplomatiche potrà dire in futuro che "Sì, infatti nel regime dei mullah ci sono alcune frange di estremisti che distrugono tutto quello che seminiamo insieme ad Ahmadinejad e ai riformisti. Sì, ecco perchè bisogna sostenere coloro che vogliono modernizzare il paese."!!!!Tradotto in italiano significa che questa gente( i moderati), sta passando dal finanziamento pubblico al finanziamento privato, anche perchè è in vista nuove risoluzioni internazionali contro il terrorismo iraniano.
karimi davood

 
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