sabato 30 giugno 2012

La Corea del Sud azzera l'import di greggio iraniano


Ottima notizia proveniente dalla Corea del Sud
Il Sole 24 Ore



La Corea del Sud ha annunciato che smetterà completamente di importare petrolio dall'Iran: una decisione che comporterà un'ulteriore, pesante riduzione delle entrate di Teheran. Seul era infatti tuttora un importante cliente per la Repubblica islamica, con circa 192mila barili al giorno acquistati nei primi cinque mesi dell'anno, il 16% in meno rispetto allo stesso periodo del 2011. Lo sforzo di riduzione dell'import (in maggio le forniture si erano limitate a 128mila bg) ha convinto gli Stati Uniti a esentare il Paese asiatico dalle sanzioni destinate a chi continua a fare affari con Teheran. Ma resta il problema di come assicurare il trasporto dall'Iran. L'Unione europea ha infatti confermato la piena entrata in vigore dal 1° luglio di tutte le sanzioni annunciate in gennaio e la Corea del Sud afferma di non avere le risorse per seguire l'esempio del Giappone, dove lo Stato si è assunto l'onere di garantire in caso di incidenti marittimi.
I trader stimano che già oggi le esportazioni di greggio dall'Iran siano scese a 1,2-1,3 milioni di barili al giorno, dai 2,2 mbg di un anno fa. La perdita dei clienti sudcoreani aggraverà la situazione per Teheran, che presto potrebbe essere costretta a limitare ulteriormente l'attività estrattiva: una decisione rischiosa dal punto di vista tecnico, perché tagli di produzione importanti e prolungati possono compromettere la "salute" dei giacimenti.
Il viceministro del Petrolio, Ahmad Ghalebani, ieri ha ammesso che da luglio le esportazioni iraniane potrebbero «gradualmente diminuire del 20-30%». Il motivo? Un programma dimanutenzione dei pozzi, che «forse» – così dice Ghalebani – è stato calendarizzato in coincidenza con l'avvio delle sanzioni Ue e che «nel breve termine» potrebbe costringere non solo la Corea del Sud, ma anche Cina, India e Sudafrica a diminuire gli acquisti.
Nell'ultimo bollettino Opec la produzione iraniana in maggio veniva stimata a 3,14 mbg in base a fonti secondarie, mentre le comunicazioni di Teheran la davano a 3,76 mbg. Un ulteriore calo sancirebbe il sorpasso da parte dell'Iraq, che proprio ieri ha comunicato di aver raggiunto un output di 3,07 mbg, il massimo da vent'anni (l'obiettivo di Baghdad è arrivare a 3,4 mbg entro fine anno e a 4 mbg nel giro di 2 anni).
I mercati petroliferi continuano intanto a trascurare l'avvicinarsi delle sanzioni contro l'Iran. Ieri a sostenere le quotazioni del Brent (che ha chiuso a 93,02 $/barile, +2,2%) era piuttosto l'aggravarsi dello sciopero dei lavoratori Statoil in Norvegia, che ha costretto la compagnia a sospendere la produzione di quattro giacimenti nel Mare del Nord, per un totale di 185mila barili di greggio e 14 milioni di metri cubi di gas al giorno.
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venerdì 29 giugno 2012

L’Iran che gli piace: torture e donne umiliate







Nella foto Ayattollay Beppe Ben Grillo, neo politico!!!! ed attuale  nuovo sponsor del regime fondamentalista e terrorista dei mullah iraniani  che negli ultimi anni hanno ucciso decine e decine dei soldati italiani che lavoravano in Iraq e in Afghanistan per mantenere la pace e la sicurezza

Naturalmente nulla è gratuita in questo mondo dei comici e bisogna vedere dietro quanti soldi il comico italiano ha accettato di vendere la sua immagine per la difesa la madre patria della consorte e del suocero che da anni hanno ottimi rapporti con ambienti di sicurezza e di politica del regime barbaro e misogino dei mullah. Naturalmente questo è il compito della magistratura di fare le sue indagini appropriate.
davood karimi

Nell'Eldorado del comico per un aperitivo si viene condannati a morte

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Riconosciamolo, anche in politica Grillo conserva la sua innata, strepitosa comicità. E la esprime con estro creativo e frizzante nell’intervista al quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth in cui spiega i miracoli dell’economia iraniana.

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Un’economia coi fiocchi a sentire il nostro guru dove grazie all’olio di gomito dei persiani tutto fila per il meglio. La battuta non è male, ma rischia di far infuriare i pochi imprenditori iraniani costretti a fare i conti non solo con le sanzioni internazionali, ma anche con il monopolio delle bonyads, le fondazioni religiose che controllano il 20 per cento della produzione iraniana sfornando auto, palazzi e pannolini senza pagare un riyal di tasse.
I guai delle bonyads son però poca cosa rispetto ai disastri della presidenza di Mahmoud Ahmadinejad. Le ricette economiche del presidente hanno fatto schizzare al cielo i prezzi di tutti i beni di consumo creando una situazione di povertà diffusa tra il ceto medio e facendo toccare all’inflazione livelli molto più alti del 21 per cento annuo ammesso ufficialmente dal governo. Ma il problema più grosso dell’Iran resta la maledizione del petrolio, l’incapacità di trovare alternative a quella ricchezza facile e remunerativa. Pur contando sulla terza riserva mondiale di greggio e su estrazioni quotidiane per oltre 4mila milioni di barili gli oltre 70 milioni di iraniani devono accontentarsi di stipendi medi da 400 euro al mese pari cioè a quelli di un cittadino serbo, rumeno o algerino. Anche con queste paghe da fame il dieci per cento della popolazione attiva non riesce, secondo i dati ufficiali, a trovar un lavoro. Dati che salgono fin il 20 per cento se a maneggiarli è l’opposizione.
Ma il paradosso più strabiliante di quest’economia del petrolio, 17ma al mondo per prodotto nazionale lordo, è la sua incapacità di diversificarsi. A 33 anni dalla rivoluzione Teheran non s’è ancora dotata delle raffinerie sufficienti a far fronte alla domanda interna e importa il 40% della benzina consumata nel paese. Ma nell’Eldorado di Grillo non si rischia solo di morire di fame. Per capirlo il nostrano profeta della democrazia digitale può provare a digitare su Google il nome Mehdi Karzali. Scoprirà che questo blogger iraniano, condannato a quattro anni e mezzo di galera per aver «diffuso propaganda contro il sistema», è arrivato ad un passo dalla morte dopo 40 giorni di sciopero della fame nel carcere di Evin. Destino gramo, ma condiviso con decine di altri attivisti digitali finiti in galera e torturati per aver postato su internet qualche critica al regime.
Grillo può anche leggersi i regolamenti che intimano agli internet cafè di riprendere con telecamere interne tutti i frequentatori e consegnare i loro dati alla neo nata «cyber-polizia». Se non ci crede può telefonare a Mehdi Karroubi e Mir Hossein, due signori che dopo aver fatto la rivoluzione e aver ricoperto le più alte cariche dello Stato hanno avuto la balzana idea di contestare il regime e si ritrovano da due anni agli arresti domiciliari. Se non rispondono può navigare il sito di Amnesty International dove si ricorda che «centinaia di prigionieri di coscienza e prigionieri politici risultano detenuti o imprigionati». Oppure dove basta essere sorpresi a bere alcolici (per la terza volta) per essere condannati alla pena capitale. La condanna, convalidata dalla Corte Suprema, per due uomini della provincia di Khorasan-e Razavi già puniti con 80 frustate in due occasioni.
Quanto alle donne «centro della famiglia» Grillo non ha tutti i torti. Il matrimonio con una donna iraniana deve avergli regalato l’opportunità di farsi una sciatina sui monti Alborz a Nord di Teheran. Su quelle piste, dove il genere femminile si godeva gli ultimi scampoli di libertà, sono arrivate, lo scorso inverno, le regole dell’autorità religiosa e le donne hanno finalmente calato il velo e abbandonato la pessima abitudine di presentarsi in pista senza la compagnia di padri fratelli e mariti.

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Anche lì insomma tutto finalmente fila liscio e le donne sono, proprio come sostiene Grillo, solidamente e obbligatoriamente al centro della famiglia.
Quanto agli omosessuali, sul cui possibile matrimonio il nostro deve ancora riflettere, qualcuno in Iran sembra già aver preso una decisone. Il 16 aprile scorso l’ayatollah Abdollah Javadi-Amoli, affrontando nella città santa di Qom il tema dell’omosessualità e della tendenza dell’Occidente a legalizzarla, ha chiarito quale sia il ruolo degli omosessuali. «Secondo il Corano le loro vite sono ad un livello più basso di quelle degli animali. Neppure cani e maiali commettono i loro atti odiosi».

Iran: Terzi, inaccettabili frasi antisemite Teheran



28 Giugno 2012 - 14:37

(ASCA) - Roma, 28 giu - Il ministro degli Esteri Giulio Terzi definisce ''sconcertanti e assolutamente inaccettabili'' le frasi antisemite del primo vice presidente iraniano Mohammad Reza Rahimi, pronunciate due giorni fa a Teheran durante una Conferenza sul contrasto al traffico di stupefacenti, organizzata dalle Nazioni Unite e dalle stesse Autorita' iraniane in occasione della Giornata Internazionale per la lotta all'abuso di droga.

''Si tratta di affermazioni inusitate che ci preoccupano e che condanniamo fermamente'' prosegue il titolare della Farnesina, secondo il quale ''la Comunita' Internazionale deve mantenere altissima la guardia contro ogni espressione di razzismo e antisemitismo''.

Il ministro Terzi ha infine espresso l'auspicio che i vertici della Repubblica islamica ''si dissocino al piu' presto da dichiarazioni che violano i piu' elementari principi di rispetto e tolleranza tra le religioni''.

lunedì 25 giugno 2012

Comunicato stampa di tre associazioni della comunità iraniana residenti in Italia sulle dichiarazioni del noto comico italiano sul regime dei mullah



Forte sgomento e preoccupazione della comunità iraniana sulle dichiarazioni di Beppe Grillo: " sono una offesa alla dignità delle donne e degli uomini che lottano per la libertà e la democrazia in Iran"

Abbiamo appreso con enorme dispiacere, attraverso la stampa, le ultime dichiarazioni del nuovo uomo politico, Beppe Grillo, sull'Iran e sulla sua leadership politica. Tre anni fa di questi tempi cadde sotto i colpi dell'arma da fuoco del fondamentalismo islamico una grande donna di nome Neda Aghasoltan di cui abbiamo celebrato il 20 giugno scorso il terzo anniversario della sua tragica morte. L'immagine di Neda  ha aperto gli occhi dell'intero mondo sulla situazione iraniana e sulla resistenza e la dissidenza della popolazione contro il regime fondamentalista e clericale degli ayattollah. In quell'occasioni milioni di cittadini iraniani scesero in piazza contro le barbarie del regime iraniano e per porre fine alla tragica situazione della popolazione che da oltre tre decenne vive sotto la repressione e la discriminazione costante e feroce dei mullah. Negli ultimi decenni migliaia e migliaia di giovani donne e uomini sono stati torturati e uccisi nel nome di Dio perchè oppositori oppure non in sintonia  con le direttive islamiche del regime dei mullah.
Secondo noi queste dichiarazioni sono da condannare fermamente perchè offendono la dignità della popolazione iraniana e in particolare delle donne che lottano duramente contro l'intero sistema clericale che regna in paese da oltre trent'anni. Se il comico italiano cerca uno sponsor valido crediamo che ha scelto la strada peggiore ascoltando consorte, suocero e cugino! Investire sul regime iraniano in cambio di una sponsorizzazione significa  pestare acqua nel mortaio e porterà sicuramente esiti negativi al nuovo movimento del signor Beppe Grillo.
 Il 23 giugno scorso oltre 100.000 cittadini iraniani hanno partecipato ad una grande manifestazione politica organizzata a Parigi dalla resistenza iraniana a cui hanno partecipato numerosi personaggi politici americani ed europei tra cui il vice presidente del senato italiano Emma Bonino, Sen. Lucio Malan, delegazioni della regione Lazio e numerosi parlamentari italiani.
Concludendo ribadiamo ancora una volta la nostra forte preoccupazione per l'infiltrazione del fondamentalismo islamico nel tessuto sociale politico italiano. Infine è doveroso porgere  un saluto ai militari italiani caduti sotto i colpi del terrorismo iraniano nelle loro missioni di pace in Iraq e in Afghanistan.
Forse sarebbe meglio che il comico italiano per essere ben informato si rivolga ai centri specializzati e non ai legami parentali con oscuri legami con centri di potere dei mullah, responsabili della morte di migliaia di persone di ogni razza e colore.
Associazione donne democratiche iraniane
Associazione Giovani iraniani
Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia




OSAMA BIN GRILLO?


Grillo, intervistato da un giornale israeliano, le spara grosse: "In Iran? Si sta bene". Poi cita il suocero iraniano: "Mi ha detto che in Occidente traducevano male i discorsi di Bin Laden". E attacca la stampa italiana: "Non scrivono, cagano"

di  - 
Il fisico del ruolo, Beppe Grillo, ce l'ha già. La chioma grigia, la barba incolta e lo sguardo (volutamente) luciferino e ieratico. Quella fissità tipica del santone.

Beppe Grillo
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Non per niente in molti, noi comrpesi, hanno iniziato a dargli del guru. Ci mancavano solo le dichiarazioni per trasformarlo in un profeta antiamericano. Ora ci sono anche quelle. E c'è già chi (Dagospia) lo appella come un ayatollah. Partiamo dal principio.
Il nonpiùcomico odia i contraddittori e le interviste. Lui, che si spaccia per l'alfiere della comunicazione orizzontale, dell'iperdemocrazia e del web, ama concionare senza dare diritto di replica. Ama dire che il suo motto è uno vale uno, ma quello che gli calza meglio è il famoso epiteto del marchese del Grillo: "Mi dispiace, ma io so' io e voi non siete un cazzo!". Bene, quanto odia i giornalisti italiani, ama quelli stranieri. Non per niente a Garbagnate Milanese, poco prima di salire sul palco e lanciare la sua fatwa contro i candidati a Cinque Stelle che avessero osato offrirsi ai media, si è era imboscato per un paio d'ore con una troupe della Cnn. In patria ha concesso solo due interviste: ha risposto alle domande di Gian Antonio Stella per Sette e ha fatto le fusa davanti alle lusinghe di Marco Travaglio.
Questa volta il nonpiùcomico si è concesso, bontà sua, a Yedioth Ahronot, il più diffuso quotidiano israeliano. E ha combinato un casino planetario. Approssimazione, pregiudizi e castronerie. Quando Grillo si spinge oltre Genova Nervi fa più danni della grandine. Grillo, che si vanta di interpellare premi Nobel anche per annaffiare il giardino, per parlare di Medioriente va direttamente nel tinello e fa riferimento a suo suocero, il padre di Parvin Tadjk, la donna iraniana che Grillo ha impalmato nel 1996.
'I massacri in Siria? "Ci sono cose che non possiamo capire. Non sappiamo se sia una vera guerra civile o si tratti d'agenti infiltrati nel Paese". L'Iran di Ahmadinejad? "Un giorno ho visto impiccare una persona, su una piazza di Isfahan. Ero lì. Mi son chiesto: cos'è questa barbarie? Ma poi ho pensato agli Usa. Anche loro hanno la pena di morte: hanno messo uno a dieta, prima d'ucciderlo, perché la testa non si staccasse. E allora: che cos'è più barbaro?". E i diritti delle donne? "Mia moglie è iraniana. Ho scoperto che la donna, in Iran, è al centro della famiglia. Le nostre paure nascono da cose che non conosciamo". E' quanto riporta il Corriere della Sera citando l'intervista rilasciata al quotidiano israeliano.

Il Beppe Grillo geopolitico è inedito. Passa "dal cugino che costruisce autostrade e dice che loro non sono preoccupati" perché economciamente l'Iran va bene, al suocero che gli racconta che i discorsi di Bin Laden venivano tradotti male. E' un Grillo a "deduzione" familiare quello che racconta l'Arabia Felix vissuta attraverso le esperienze del suo parentado. Poi passa all'attacco di Israele"Tutto quel che in Europa sappiamo su Israele e Palestina, è filtrato da un'agenzia internazionale che si chiama Memri. E dietro Memri c'è un ex agente del Mossad. Ho le prove: Ken Livingstone, l'ex sindaco di Londra, ha usato testi arabi con traduzioni indipendenti. Scoprendo una realtà mistificata, completamente diversa".
Il giudizio di Menachem Gantz, il giornalista israeliano che ha raccolto l'intervista, è molto severo: "Se un giorno Grillo farà parte del governo italiano, il suocero avrà un ruolo fondamentale nella politica estera. È confuso, prigioniero di pregiudizi: le sue idee su Israele si possono capire dai suoi show e dal suo blog".

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In mattinata, forse stupito dalla eco che le sue dichiarazioni hanno avuto sulla stampa italiana, torna all'attacco dei giornalisti: "Il loro obiettivo è non informare. È come stare sotto un bombardamento dove dal cielo piove merda. Invece di scrivere, cagano". Se lo dice lui...

I: Grillo/ Confederazione Marocchini: “Conosce qualche iraniano ma non l’Iran”


Riceviamo e volentieri diffondiamo appello della comunità marocchina contro le più riprovevoli dichiarazioni dell'Ayattollah Beppe Ben Grillo il noto comico fallito in cerca di sponsor per il suo neonato movimento politico di matrice khomeinista e fondamentalista

“Siamo sbalorditi dalle capacità divinatorie del sig. Grillo, che afferma di conoscere ciò che alberga nella mente del dittatore iraniano Ahmadinejad. Ci sorprende che non sia ancora stato nominato Segretario delle Nazioni Unite, visto che ha le traduzioni vere di Bin Laden, che noi non abbiamo capito essere un alfiere della libertà. Dissertare di Islam e di cose iraniane solo perché si hanno una moglie e un suocero iraniani, non è certo sintomo di conoscenza di un universo talmente complesso da apparire difficile anche agli arabi stessi. Grillo ci dovrebbe spiegare di quale Islam parla, wahabita, sciita, salafita, malakita o mille altri”.

Così la Confederazione dei Marocchini commenta le parole di Beppe Grillo relativamente all’Islam e all’Iran.

“Dato che ultimamente piace molto ai media e all’opinione pubblica infiammata dalla lotta anti-casta propagandare immagini di diritti negati, facciamo presente che da tempo in rete circolano le foto di uomini e donne iraniani dissidenti impiccati o massacrati nelle galere. Evidentemente – proseguono – a Grillo è sfuggito che nel weekend a Parigi si sono riuniti migliaia di iraniani per denunciare che il popolo di Teheran è oggetto di repressione selvaggia con lapidazioni e carcerazioni indiscriminate, oppure che in Egitto ha vinto Mursi, esponente dell’Islam politico dei Fratelli Musulmani, liberticida e femminicida. Che nemmeno ha fatto in tempo ad essere eletto che già cercava Ahmadinejad per accordi. Evidentemente Grillo non conosce la realtà del potere qatarita e wahabita saudita che oggi sovvenziona tutti, alcuni occidentali compresi, ma quella – concludono – evidentemente è una casta diversa da quella che lui combatte, che paga bene, e dato che massacra donne e oppositori può anche non interessare a nessuno o essere oggetto di giudizi superficiali e lesivi di un popolo intero”.
Confederazione Marocchini in Italia
Musulmani Moderati
 

domenica 24 giugno 2012

23 giugno, grande manifestazione della resistenza iraniana a Parigi

Nella foto mia figlia Azar con la toga dell'avvocato saluta Maryam Rajavi, presidente eletta dal Consiglio Nazionale della resistenza iraniana durante la grande manifestazione organizzata nella sala expo di Villepinte di Parigi a cui hanno partecipato oltre cento mila persone provenienti da ogni angolo della terra!

mercoledì 20 giugno 2012

Nel terzo anniversario della morte di Neda, simbolo della donna della rivolta anti fondamentalista e orgoglio delle donne iraniane

Nel terzo anniversario della morte di Neda i suoi familiari e parenti attorno alla sua dimora eterna; il cuore del popolo iraniano.

martedì 5 giugno 2012

«L'Iran ha uranio per parecchie bombe» L'allarme Usa: «è per scopi militari»


IRAN E NUCLEARE - ALLARME AIEA


L'Aiea: «Non c'è altra ragione che giustifichi l'arricchimento». E intanto viene ripulito un sito per l'arrivo degli ispettori

Il presidente Ahmadinejad a una cerimonia in un impianto di arricchimento dell'uranio(AP)Il presidente Ahmadinejad a una cerimonia in un impianto di arricchimento dell'uranio(AP)
MILANO - «L'Iran ha accelerato la sua produzione di uranio a bassa percentuale di arricchimento sufficiente, se ulteriormente raffinato, a realizzare diversi ordigni nucleari». È l'allarme lanciato dall'inviato Usa all'Aiea (l'agenzia internazionale per l'energia atomica), Robert Wood. Sempre secondo Wood, «non c'è alcuna ragione che giustifichi l'accelerazione», impressa da Teheran, «al processo di arricchimento dell'uranio», che non sia per apparenti scopi militari. Wood ha anche aggiunto di aver saputo che i tecnici iraniani hanno ripulito il sito militare di Parchin, l'ultimo per l'arricchimento dell'uranio di cui si è avuta notizia, che gli ispettori Aiea vogliono visitare e su cui Teheran sta temporeggiando. Un altro allarme era stato lanciato in febbraioquando l'Aiea rese noto che l'Iran aveva triplicato le sua capacità di arricchire l'uranio. E sempre a fine gennaio, gli ispettori dell'Aiea si erano visti negare il permesso di entrare nel sito nucleare di Parchin.

 
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