lunedì 31 dicembre 2007


AUGURI PER UN FELICE ANNO NUOVO
2008

NUOVO FILMATO DI UN'IMPICCAGIONE COLLETTIVA E PUBBLICA

http://www.iranpressnews.com/media/video/62235212208.3gp


Clikkando su questo link potete vedere una barbara esecuzione di 5 giovani iranianai in una qualsiasi strada di una città dell'ovest dell'Iran.
Augurandovi un felice anno nuovo colgo occasione per fare gli auguri anche al regime fondamentalista e terrorista dei mullah iraniani: spero che sia un anno pieno di manifestazioni popolari, studentesche e operaie. Spero che anno 2008 sia un anno che ponga fine al più grande pericolo che corre tutto il globo. Appunto il regime teocratico iraniano. E alla fine un augurio per il popolo iraniano: che il mondo occidentale se ne renda conto dell'errore che sta commettendo nei confronti della popolazione iraniana e correga definitivamente la sua politica di accondiscendenza rimuovendo la resistenza iraniana dalla lista nera delle organizzazioni terroristiche.
Appunto clikkare su questo link si può testimoniare la ferocità e la pericolosità di un regime che si accanisce contro i giovani iraniani. Cosa farà una volta issata la sua maligna bandiera sulla terra degli stranieri? Non bisogna andare lontano. Basta guardare a quello che succede quotidianamente in Iraq e in Afghanistan. Ovunque si vede l'impronta iraniana esiste sangue e dolore e violenza.
AUGURI E BUON ANNO A TUTTI
karimi davood

domenica 30 dicembre 2007

PAKISTAN: IL FIGLIO BILAWAL NOMINATO SUCCESSORE DELLA BHUTTO

nella foto: Bilawal Zardari

IL FIGLIO DI BENAZIR A CAPO DEL PARTITO DEL POPOLO PAKISTANO
Dopo la lettura del testamento di Benzair Bhutto, tutti i presenti alzando la mano l'hanno approvato
Decisione unanime sulla scelta del suo successore: il figlio di 19 anni, studente dell'universita di Oxford

Dopo la sua nomina, il figlio di Benazir Bhutto, Bilawal Zardari, ha detto di essere orgoglioso di essere il nipote di Ali Bhutto e il figlio di Benazir Bhutto, che ha sacrificato la sua vita per la democrazia e la libertà del suo popolo.

I nostri migliori auguri per il figlio di Benazir Bhutto

venerdì 28 dicembre 2007

IL MESSAGGIO DI CORDOGNLIO DI MARYAM RAJAVI


LA SIG.RA RAJAVI CONDANNA IL BARBARO OMICIDIO DI BENAZIR BHUTTO

Giovedì, 27 Dicembre 2007

NCRI- La Sig.ra Maryam Rajavi, Presidente eletto della Resistenza iraniana, ha condannato con forza il criminale assassinio della Sig.ra Benazir Bhutto, ex Primo Ministro e capo del Partito del Popolo in Pakistan.

La Sig.ra Rajavi ha espresso le sue condoglianze a nome della popolazione iraniana e della Resistenza, alla nazione del Pakistan, al Partito del Popolo e alla famiglia della Sig.ra Bhutto per questa terribile tragedia.
Ha aggiunto che l'assenza della Sig.ra Bhutto, un capo politico di riguardo e una donna coraggiosa, sarà una perdita angosciante, dolorosa e insostituibile per il Pakistan e per il Mondo islamico.

La Sig.ra Rajavi ha sottolineato che la piovra misogina del terrorismo e del fondamentalismo, il cui cuore batte a Tehran, non avrebbero potuto tollerare la Sig.ra Bhutto come capo dell'opposizione in Pakistan.
La fonte principale del terrorismo, degli spargimenti di sangue e del terrore che opprimono i paesi della regione, dall'Afghanistan al Pakistan, Iraq, Libano e Palestina è il regime fondamentalista che governa l'Iran.

Il cuore del fondamentalismo è l'Iran sotto il governo dei mullah, col quale prosperano stragi. violenza e crisi.

Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza in Iran

giovedì 27 dicembre 2007

Benazir Bhutto uccisa

Nella foto: anno 1972, Benazir Bhutto insieme al padre Zolfaghar Ali e Indira Gandi, premier indiano

Nella foto: Benazir Bhutto, leader del partito del popolo pakistano pochi istanti prima dell'attentato kamikaze
CONDOGLIANZE DELLA SIGNORA MARYAM RAJAVI AL PARTITO DELLA BENAZI BHUTTO, ALLA FAMIGLIA E AL POPOLO PAKISTAN
Maryam Rajavi condanna l'attentato: il regime fondamentalista iraniano non avrebbe tollerato assolutamente la signora Bhutto al capo del partito dell'opposizione pakistana. Il centro della violenza e del terrorismo in tutta l'area del medioriente è il regime dei mullah.
La PIOVRA del fondamentalismo islamico ha colpito ancora
Uccisa perche' donna e anti fondamentalista
Uccisa perchè è stata la prima donna premier di un paese musulmano
Uccisa perchè il suo successo politico sarebbe stato considerato una freccia verso il cuore del fondamentalismo islamico iraniano
Uccisa perchè aveva osato di sfidare il fondamentalismo e l'integralismo islamico chiamando le donne del suo paese a scendere in campo a favore dei loro diritti
Eliminata una donna che avrebbe potuto sicuramente creare seri problemi al regime misogino dei mullah iraniani.
Per il Pakistan, i dirigenti dell'Iran preferiscono un uomo generale nemico che una donna da primo ministro. il perché' è molto evidente. In un paese in cui la donna non ha nessun diritto e ha solamente dei doveri, una donna da primo ministro in Pakistan avrebbe sicuramente creato seri problemi ai mullah. Il primo effetto immediato sarebbe stato la trasmissione di questo messaggio alle donne iraniane che anche loro possono e devono assumersi le loro responsabilità e di ribellarsi alle condizioni discriminatorie imposte dai mullah. Esattamente quello che avrebbe fatto Bhutto nel suo paese. I mullah iraniani sanno benissimo che militarmente non possono sconfiggere il Pakistan con tutto il suo arsenale atomico e il supporto logistico di cui gode da parte americana. E di conseguenza preferiscono un generale tipo Mosharaf alla signora Bhutto. I'Iran non gradisce assolutamente cambiamenti del genere e ci si oppone fortemente con l'uso del suo terrorismo internazionale: la Sepah Passdaran, divisione Qods è adibito a tali operazioni.
Il nostro cordoglio alla famiglia, al popolo pakistano e a tutti coloro che amano la pace e la serenità nella regione.



CITTADINI EBREI FUGGONO DALL'IRAN

Israele, 40 ebrei emigrati dall'Iran sono giunti a Tel Aviv
Sono sbarcati all'aereoporto Ben Gurion di Tel Aviv in quaranta. Una decina di famiglie e alcuni singoli. E' il più numeroso gruppo di ebrei iraniani emigrati in Israele da diversi anni. Un'operazione realizzata attraverso canali che restano riservati. Facile capire perché: il governo iraniano impedisce ai suoi cittadini di rendersi in Israele, un paese che il presidente Mahmoud Ahmadinejad vorrebbe veder sparire dalla carta geografica.Michael Jankenowitz, portavoce dell'Agenzia ebraica, un ente parastatale israeliano che ha preso parte all'organizzazione del viaggio, sostiene che ogni immigrato avrà accesso ad un prestito di dieci mila dollari concesso dal Fondo di Amicizia, un'associazione ebraico cristiana, oltre a vari aiuti statali per inserirsi nella nuova realtà.Nel corso del 2007, circa duecento ebrei iraniani sono arrivati alla spicciolata in Israele. Ma è la prima volta che un gruppo tanto nutrito riesce ad aggirare le limitazioni imposte da Teheran. Prima della rivoluzione islamica del 1979, la comunità ebraica iraniana contava 100mila persone, ridotte ora ad appena 25mila.

mercoledì 26 dicembre 2007

LA PROVA DELL'INTERFERENZA MILTAR-POLITICO IRANIANO IN AFGHANISTAN

Nella foto: Massoud Rajavi, leader storico della resistenza iraniana

Notizie Ansa

Canada: dall'Iran traffico d'armi
Chiesto aiuto a Teheran, esplosivo finisce a ribelli afgani
(ANSA) - MONTREAL, 25 DIC - Il ministro della difesa canadese Peter MacKay ha detto che dall'Iran provengono le armi impiegate dai ribelli afghani contro l'Isaf. 'Abbiamo chiesto agli iraniani di occuparsi di questa questione perche' e' molto difficile tagliare le linee di rifornimento quando ci sono in un altro Paese persone che procurano armi destinate ad essere impiegate contro le forze canadesi e degli altri Paesi' della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza a guida Nato, ha detto MacKay. 25 Dic 22:22
Commento: Finché in Iran vige il regime dei mullah non ci sarà mai la pace e la serenità ne per il popolo afghano e ne per quello iracheno. La sorte del regime iraniano si gioca nel teatro di guerra afgana e quella irachena. Lo stesso Rafsanjani, ha detto che con ogni bomba esplosa in Iraq ci si allunga la vita della repubblica islamica di un mese. I mullah iraniani hanno ben capito che una volta ristabilita la sicurezza e la serenità in questi due paesi, gli americani con maggior forza, sia quelli repubblicani che democratici, si occuperanno del caso Iran: Il che significa prendere per giacca l'intero regime e processarlo per diverse ragioni fondamentali tra cui la violazione dei diritti umani in Iran( più di 120000 persone fucilate), interferenza nella stabilità dei paesi del medioriente, interferenza nella questione palestinese alimentando il terrorismo internazionale, la questione atomica e la costruzione della bomba atomica...
Lo stesso consigliere di Khamenei ha detto" se noi ci arretriamo di un centimetro sulla questione nucleare loro ci porteranno fino al rovesciamento della repubblica islamica". Sì, ha ragione lui. Velayati sa benissimo che se il regime si ritirasse d una virgola, "LORO", cioè il popolo iraniano e la sua resistenza legittima lo consegneranno alla pattumiera della storia e poseranno una pietra tombale su cui scritto: Grazie al sacrificio di Più di 120000 mila giovani ragazze e ragazzi iraniani qui è stato tumulato il Più feroce regime della storia dell'umanità cacciando per sempre la p pericolosa ideologia che stava per sprofondare tutto il mondo nella terza guerra mondiale." Non è fantascienza. E' la realtà. Basta che il mondo occidentale toglie il nome della resistenza dalla lista nera delle organizzazioni terroristiche e sarete testimoni di quello che faremo con tutto il regime dei mullah. Sì, il vero pericolo è l'ideologia fondamentalista dei mullah e non la loro bomba atomica. Trascurare la loro ideologia e privilegiando uno dei suoi pericoli favorisce il regime. Il nostro presidente della repubblica, la signora Maryam Rajavi ha sostenuto che l'ideologia dei mullah è mille volte p pericolosa della loro bomba atomica. Basta guardare il terrorismo internazionale iraniano e ci si accorge automaticamente che l'Iran sta cercando di fare la bomba atomica per usarla come un mezzo deterrente nei confronti di grandi potenze e cosi coprire strategicamente il suo terrorismo internazionale. I mullah sanno che una volta arrivati a usare la bomba atomica il che significa che la loro vita è arrivata al termine. Ma il che non significa perché farla? La si fa appunto per allontanare una futura ed eventuale interferenza straniera negli affari interni del regime: appunto la guerra. L'ideologia iraniana è basata sull'espansione dell'Islam attraverso la guerra( in tutte le sue forme immaginabili e non ). Dal momento che la loro strategia prevede la formazione dell'impero islamico nel medioriente allora è necessario trovare anche una copertura strategica in difesa dello stesso obiettivo. Una specie di scudo spaziale in difesa della formazione dell'impero islamico in medioriente.
Il leader della resistenza iraniana, Massud Rajavi, nel suo ultimo messaggio ha ribadito: finché è in piedi questo regime ci sarà la violenza, il terrorismo internazionale, la guerra e la miseria e l'instabilità nella regione. L'appuntamento finale è con il popolo e la resistenza iraniana.
karimi davood

martedì 25 dicembre 2007

lunedì 24 dicembre 2007

Iran smetterà di usare la violenza in Iraq? Un analisi approfondita




Didascalia l'impiccagione pubblica di un nipote e uno zio a Teheran: una domanda. Un regime che alle 9 e 50 minuti del mattino di un giorno qualsiasi agisce così barbaramente contro i giovani del suo paese, come si comporterà una volta che ha issato la bandiera dell'impero islamico sulla terra di Gerusalemme oppure di Washington? La risposta nell'articolo.





IRAQ: USA, IRAN HA RIDOTTO SOSTEGNO A MILIZIE SCIITI
(AGI) - Washington, 23 dic. - Gli Stati Uniti riconoscono per la prima volta che l'Iran sta giocando un ruolo decisivo per ridurre le violenze interconfessionali tra sciiti e sunniti in Iraq. L'ambasciatore a Baghdad Ryan Crocker ......






Commento: mi pare che ambasciatore americano sa benissimo che una prospettiva di pace e di sicurezza passa per l'amputazione totale di tutti gli organi iraniani infiltrartisi in Iraq. Ma allora perché queste dichiarazioni? Attribuire al regime dei mullah la creazione di una situazione relativamente calma e meno violenta è un errore strategico politico e militare. Il regime dei mullah ha di recente dichiarato tondo e rotondo che cosa aspetta da un eventuale negoziato con gli Stati Uniti d'America: annientamento totale fisico e politico dell'Organizzazione dei Mojahedin del Popolo Iraniano dislocato con i suoi 4 mila membri nel campo di Ashraf in Iraq, provincia di Diali: possibilmente attraverso la gru, in pubblico e l'ultimo mercoledì del mese, come si fa a Teheran. Ancora meglio se applicati contro ciascun membro 1000 frustate, in modo che nessuno osi più di ribellarsi al regime fascista religioso dei mullah. Ammesso che l'America voglia esaudire tale "sogno" dei mulla. Come la storia recente della guerra ha dimostrato, il giorno dopo si riprenderanno gli attacchi kamikaze con dei ritmi ancora Più micidiali su tutto il territorio iracheno in particolare contro gli stessi soldati americani. Se l'ambasciatore americano non ha capito questo concetto bisogna mandarlo a scuola per conoscere meglio politicamente e moralmente i mullah iraniani: la resistenza iraniana ha sempre ribadito che per "lottare contro i mullah iraniani non è sufficiente solamene la conoscenza e la preparazione militare. Ci vuole anche e in primo piano una profonda conoscenza morale e comportamentale dei mullah." In primo luogo nello stesso tempo che promettono una cosa, agiscono contemporaneamente contro esso. Durante la guerra contro Saddam Hossein, gli iraniani hanno promesso alle forze di coalizione di non intromettersi negli affari interni iracheni in cambio dell'eliminazione fisica dei Mojahedin del Popolo da parte delle forze alleate. Le forze di coalizione ha mantenuto la promessa: due settimane di intensi bombardamenti contro tutte le basi della resistenza iraniana con piu 60 morti e 200 feriti. Ma il regime dei mullah ha mantenuto la promessa? Sì. Ma la sua promessa: eliminare fisicamente uno per uno i soldati americani e far diventare il territoro iracheno una tomba e una palude e un fallimento per l'amministrazione Bush. esattamente comme avvenne con il Vietnam. Finora ha mantenuto egregiamente la sua promessa: i numeri dei morti, sia americani che civili iracheni parlano molto chiaro.
E la resistenza iraniana? Sempre con tanta fermezza e coraggio è ormai diventato una diga di fronte all'espansione del fondamentalismo islamico. Il popolo iracheno ne è la prova. Attorno alla base di Ashraf, simbolo della resistenza al fascismo religioso iraniano, si è aggregato piano piano tutta la popolazione irachena, convinti che in questo momento l'unico pericolo reale alla sicurezza nazionale proviene da parte iraniana e dai suoi sicari e agenti che oramai, grazie alla negligenza americana hanno conquistato gratuitamente il potere politico e militare in Iraq. Ormai non c'è un giorno che non venga fuori una manifestazione di solidarietà, un adesione politica oppure una testimonianza di affetto, in particolare da parte di tutte le formazioni politiche, sciiti, sunniti, curdi, cattolici ma specialmente da parte delle donne irachene verso la resistenza iraniana: Hanno unanimemente sostenuto e qualcuno pagato con il proprio sangue che "La vittoria per la sicurezza, per la democrazia e per per la serenità dell'Iraq non passa attraverso la politica di accondiscendenza verso gli iraniani bensì, passa, attraverso, in primo piano, la formazione di una forte e leale alleanza con la resistenza iraniana e in secondo piano attraverso il rovesciamento totale del regime dei mullah con le mani della stessa popolazione, senza interventi esterni di natura militare e politica."
Contro la morsa velenosa e micidiale dei mullah iraniani serve il siero marcato" Ashraf". Qualsiasi altro siero accelererà solamente l'arrivo della morte.
Nonostante la scoperta quotidiana di migliaia di casi di kamikazze e di auto bombe "made in Iran", se c'è ancora qualcuno che spera in clemenza dei mullah mi pare che non ha capito proprio nulla e nulla.
Un esempio:all'inizio degli anni ottanta, Ayatolah Gilani, giudice religioso dei mullah, ha personalmente rilasciato la sentenza di morte per i propri due figli. Addirittura si dice che ad entrambi sia stato lui stesso a sparare il primo colpo.
Mi rivolgo all'ambasciatore e faccio i miei migliori auguri. Mi auguro che le sue dichiarazioni abbiano un altro fine.
Rafsanjani, in una dichiarazione aveva sostenuto che la" sopravvivenza della repubblica islamica si garantisce sul teatro di guerra irachena"," l'esplosione di ogni autobomba allunga di un mese la vita della repubblica islamica".
In conclusione non posso che non fare i miei migliori auguri per il natale ed anno nuovo ai combattenti della resistenza iraniana che tenacemente lavorano e lottano per dimostrare un solo fatto: finché esiste questo regime esisterà la violenza e la guerra e il terrorismo: L'unico rimedio a tutto ciò è lasciare libera la resistenza iraniana per agire e cambiare la situazione iraniana. La nuova sentenza del tribunale del riesame londinese è la meritatissima risposta a tutti coloro che preferiscono la violenza dei mullah alla pace e serenità in medioriente. Il tribunale londinese ha sostenuto che è ingiusto l'inserimento del nome della resistenza iraniana nella lista delle organizzazioni proibite e ha ordinato al governo inglese di rimuoverla immediatamente.
Grazie alla giustizia inglese. E' per la seconda volta che i giudici inglesi danno la ragione al popolo iraniano: la prima volta al tempo di Mossadegh, per la nazionalizzazione del petrolio iraniano e la seconda volta oggi.
Auguri e buon Natale a tutti, in particolare ai soldati americani che spesso e volentieri diventano doppia vittima: prima volta del terrorismo e seconda volta della politica di certi politici del loro paese.
karimi davood

sabato 22 dicembre 2007

BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO




Iran: Mujaheddin a Ue, no al bando, Dopo una sentenza della magistratura a loro favore


venerdì 21 dicembre 2007
(ANSA) - BRUXELLES, 19 DIC - I Mujaheddin del popolo hanno chiesto all'Ue di essere rimossi dalla lista delle organizzazioni che hanno fini terroristici.In un comunicato emesso a Bruxelles, Maryam Rajavi, capo del movimento iraniano attivo in Europa giustifica la richiesta con una decisione in questo senso della magistratura britannica. Il ministro degli interni britannico ha annunciato dal canto suo di voler ricorrere in appello contro la decisione della magistratura.

venerdì 21 dicembre 2007

PROCURATORE GENERALE ARGENTINO ACCUSA IRAN

Nella foto: La sede dell' Amia, a Buenos Aires, distrutto dall'attentato dinamitardo del 1994 per cui la magistratura argentina accusa le più alte autorità iraniane di esserne responsabili. Ultimamente l'Interpol durante la sua ultima sessione tenutasi in Marocco, ha emesso 4 mandati di cattura internazionale contro le autorità del regime dei mullah.

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ALBERTO NIESMANN, PROCURATORE GENERALE DELL'ARGENTINA, PER LA PRIMA VOLTA HA DICHIARATO CHE L'ATTENTATO CONTRO LA SEDE DEGLI EBREI, AMIA, E' STATO DECISO IN UNA RIUNIONE A MASHAHD IN IRAN.


La decisione fu presa dalle più alte autorità iraniane.

Secondo quanto ha diffuso la rete televisiva americana Fox News, quando l'Argentina ha interrotto le sue collaborazioni in campo nucleare con l'Iran, il regime dei mullah si è arrabbiato e ha deciso di colpire l'ambasciata israeliana e la sede dell'Organizzazione di assistenza per gli ebrei, Amia avvenuta nel 1994. Il procuratore generale argentino intervenendo in una sessione del centro internazionale per la lotta contro il terrorismo ha detto: La decisione dell'attentato contro l'Amia è stata presa nell'agosto del 1993, durante una riunione tra le più alte autorità iraniane tenutasi nella città di Mashad, alla quale avevano preso parte Rafsanjani, presidente d'allora della repubblica, Fallahian, ministro dell'informazione e di sicurezza e alcuni ministri e comandanti militari. Niesmann, durante il suo intervento ha parlato di una telefonata minatoria ricevuta da parte del regime iraniano che lo aveva minacciato di morte. Il procuratore generale argentino ha chiesta alla comunità internazionale di premere sul regime iraniano affinché consegni alla giustizia le persone ricercate per questo attentato. Va ricordato che nell'attentato contro l'Amia sono state uccise 85 persone e ne sono rimaste ferite 200. Successivamente nell'attentato che segui contro l'ambasciata israeliana sono state uccise 29 persone. Va ricordato che è per la prima volta che un'alta autorità della magistratura argentina accusa il regime iraniano di essere coinvolto anche nell'attentato contro l'ambasciata israeliana.

giovedì 20 dicembre 2007

PARTITO DELLA MORATORIA SULLA PENA DI MORTE


A nome della mia associazione e della comunità dei rifugiati politici porgo i nostri migliori auguri per le prossime festività a tutti coloro che hanno lavorato e insistito faticosamente e coraggiosamente purché la moratoria venga presentata all'Assemblea dell'ONU per la sua approvazione definitiva. Qui non vorrei portare i nomi, anche perché si allungherebbe di molto questo breve testo di ringraziamento. Ma non posso non ringraziare il presidente Giorgio Napolitano che sicuramente è stato una delle persone che ha incoraggiato il governo italiano ad andare avanti in questa direzione.
grazie Presidente Napolitano.
Colgo occasione per fare anche i nostri migliori auguri al popolo italiano per le prossime festività.
Spero che anno venturo porti tanta pace e tanta serenità per voi e per tutto il mondo.
Dicevo che la moratoria, presentata dal governo italiano, nonostante ottimi rapporti diplomat-economici con il primo paese del mondo nel numero delle esecuzioni(compreso donne, minorenni, invalidi), che detiene il guinness della violenza e del terrore contro la popolazione iraniana, per noi ha un significato e importanza molto particolare. Perché con questa moratoria, approvata già dalla grande maggioranza dei membri delle Nazioni Unite, il popolo iraniano testimonia che è stato sparato un primo colpo alla macchina della repressione del regime dei mullah. Sì, uso la parola "sparato". Mi spiego meglio. Nel regime dei mullah, la pena di morte ha una grande valenza strategica. E' un provvedimento deterrente. Ma non contro il crimine, bensì contro la popolazione finalizzato a scoraggiarla di scendere in piazza e scandire slogan contro il regime e spazzare l'intero apparato governativo dei mullah nella pattumiera della storia. Finora i mullah hanno usato per ben 120000 il plotone di esecuzione contro le ragazze e i ragazzi iraniani. Ecco perché quasi tutti i giorni siamo testimoni di vari impiccagioni pubbliche nelle piazze iraniane. Perfino l'impiccagione di una donna avvenuta nella città di Tabriz. Alcune fonti di informazione hanno rivelato che la "donna impiccata era incinta". Ecco perché sostengo che questa moratoria mira in primo piano a colpire la macchina della repressione dei mullah. E' un primo mattone posato sulla coscienza dell'umanità. Sicuramente questo palazzo crescerà con il crescere della consapevolezza che la pena di morte, ormai è un mezzo di repressione, usato prevalentemente nei paesi dispotici ai fini repressivi come nel caso dell'Iran.
Il popolo iraniano, con questo provvedimento non si sente più sola e abbandonata e vede con i suoi occhi che ancora è viva la coscienza collettiva e la solidarietà del mondo civile che desidera vedere un giorno un Iran libero e democratico e laico.
Concludo e propongo la formazione di un comitato oppure un partito contro la pena di morte per seguire l'andamento di questo provvedimento dell'Onu. sarebbe un atto dovuto e intelligente verso coloro che rischiano tutti i giorni di finire tra il cappio di plastica appeso alle Gru.
Non basta festeggiare e gioire la sua approvazione da parte dell'Assemblea generale dell'ONU. E' più importante seguire questo neonato e portarlo avanti finché cresca sano e salvo. Altrimenti questo fanciullo finirà nelle mani sbagliate e diventerà un mezzo obsoleto e controproducente. Esattamente quello che desiderano i regime dispotici e dittatoriali.
Grazie l'Italia
karimi davood, presidente Associazione Rifugiati Politici Iraniani in Italia(Arpi)

Delta News sulla violazione dei diritti umani in Iran



DIRITTI UMANI. Iran: situazione sempre più drammatica, due settimane per salvare Raheleh Zamani. Mobilitiamoci!

(Teheran) Neanche nello storico giorno del voto sulla moratoria della pena di morte all’Onu, il boia ha fermato la sua mano.
Quattro persone sono morte ieri mattina nel famigerato carcere di Evin. Una delle vittime è Zahra Nazemian, gli altri, di cui si è avuta notizia solo ad esecuzione avvenuta sono: Qasem, 28, Reza ,28 and Erfan S, 27, tutti e tre condannati per omicidio.
È stata posticipata di due settimane, invece, l’esecuzione di Raheleh Zamani. I genitori del marito hanno deciso di concedere alla donna 14 giorni in più per trovare i soldi necessari a pagare il prezzo del sangue.
Ricordiamo che Raheleh Zamani uccise il marito due anni fa al culmine della disperazione per i continui abusi e violenze cui era sottoposta da anni e che il marito non le risparmiava neanche di fronte ai bambini.
Abbiamo due settimane per evitare che venga uccisa l’ennesima vittima della violenza. Bisogna inondare di lettere, di fax e di mail di protesta i recapiti dell’ambasciata iraniana in Italia.
Ma soprattutto bisogna scrivere ai parlamentari, al governo affinché siano i nostri rappresentanti a dare voce alla nostra indignazione. Oltretutto è ormai giunta l’ora, dopo quanto accaduto ieri, di lavorare seriamente affinché il dossier sui diritti umani in Iran venga discusso dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu. “Le proteste non aiutano più”- ha affermato Mahmood Amiry-Moghaddam, portavoce del sito Iran Human Rights, e vincitore del premio Amnesty International (sezione norvegese) per i diritti umani 2007- “è ora che il caso iraniano venga deferito al Consiglio di Sicurezza dell’ONU”...

IL GIORNO DOPO LA MORATORIA

Il Giornale.it

Pena di morte, l’Iran risponde all’Onu con 4 impiccagioni

di Gian Micalessin - giovedì 20 dicembre 2007, 07:00


A Teheran il boia non aspetta. Quando ieri mattina quattro uomini vengono tirati fuori dalle celle del carcere di Evin e sospinti verso il cortile il sole è sorto da poco. Qualche ora prima, dall’altra parte del mondo, l’assemblea del Palazzo di vetro ha votato a stragrande maggioranza la moratoria sulla pena di morte. Per i carnefici della prigione-fortezza arroccata sulle montagna della capitale è come se quel voto non ci fosse mai stato. Controllano la lista dei morituri. La sera prima c’erano nove nomi, cinque sono stati depennati all’ultimo momento. Sono rimasti da giustiziare tre assassini e un violentatore. Annodano i cappi, li stringono al collo dei condannati, abbassano la leva, li guardano penzolare nel buio della botola.Quelle quattro esecuzioni, quei quattro colli spezzati non sono solo l’immagine di una giustizia e di un regime imperturbabili. Quel nuovo poker di morte esibito con perfetto tempismo è la dimostrazione della caparbia determinazione a proseguire sulla propria strada, a ignorare le accuse di chi definisce violazioni dei diritti umani le oltre 290 condanne messe a segno quest’anno nelle piazze e nelle prigioni della Repubblica islamica.La mattanza di Evin segue una perfetta e calcolata regia. Stavolta nelle mani dei carnefici non ci sono gay, non ci sono minorenni, non ci sono donne. Hossein, un 19enne condannato per aver ammazzato un coetaneo tre anni prima è fra i depennati. I genitori della sua vittima hanno rinunciato al tributo di sangue concedendo quel perdono previsto e accettato dai codici della Repubblica islamica. La grazia dei genitori della vittima salva all’ultimo minuto anche Rahele Zamani una donna per cui si erano mossi Amnesty international e tutte le principali organizzazioni per la difesa dei diritti umani. Depennati lei, Hussein e altri tre casi “impugnabili”, restano sulla lista solo quattro “barabba”. Tre sono degli assassini, il quarto è un maniaco sessuale per cui nessun iraniano muoverebbe un dito. Si chiama Qassem, ma l’hanno soprannominato la Tarantola per la subdola pervicacia con cui rapiva e violentava ragazzini.Qassem La Tarantola si travestiva da poliziotto entrava nelle scuole, convinceva i bambini a seguirlo e li costringeva a soggiacere ai suoi voleri. La Tarantola e i tre assassini sono il poker perfetto. Sono i quattro mostri da appendere al palo per esibire quella determinazione pretesa dal presidente Mahmoud Ahmadinejad e da quelle correnti integraliste che definiscono interferenze negli affari interni della Repubblica islamica le

mercoledì 19 dicembre 2007

IRAN: IL GIORNO DOPO LA MORATORIA


LA RISPOSTA DEL REGIME FASCIST-RELIGIOSA DEI MULLAH ALLA COMUNITA' INTERNAZIONALE

LA PENA DI MORTE E' UNA COLONNA PORTANTE DEL REGIME



Iran, 4 impiccati a Teheran
Esecuzioni il giorno dopo moratoria approvata dall'Onu(ANSA) - TEHERAN, 19 DIC - Quattro persone sono state impiccate nel carcere di Evin a Teheran, il giorno dopo la moratoria Onu sulle esecuzioni capitali. Lo ha detto all'Ansa una fonte informata che ha voluto mantenere l'anonimato. In un primo momento erano nove le esecuzioni in programma oggi, ma quattro sono state sospese e una annullata perche' il condannato, un ragazzo di 19 anni, riconosciuto colpevole di un omicidio commesso quando aveva 16 anni, ha ottenuto il perdono dei genitori della sua vittima. 19 Dic 15:00

ANSA: 4 ESECUZIONI A TEHERAN IL GIORNO DOPO LA MORATORIA

IRAN RISPONDE ALLA MORATORIA SULLA PENA DI MORTE, APPROVATA A LARGA MAGGIORANZA DALL'ASSEMBLEA GENERALE DELL'ONU




L'IRAN, IL PRIMO PAESE, CHE IL GIORNO DOPO LA MORATORIA HA IMPICCATO 4 PERSONE





RAHELE, LA DONNA CONDANNATA A MORTE, PER AVER UCCISO IL MARITO, NON E ' STATA IMPICCATA
I suoi avvocati sono riusciti a strappare un breve intervallo, per convincere i familiari del marito a perdonarla


All'alba di oggi, nel famigerato carcere di Evin di Teheran, sono stati consegnati al boia 7 uomini e una donna di nome Zahra, condannata a morte per aver ucciso il marito.


Alcuni giorni fa ho avuto una telefonata molto triste da Teheran che mi annunciava l'imminente esecuzione di una donna di nome Rahele, madre di due figli di appena 3 e 5 anni. Rahele era condannata a morte per aver ucciso il marito, colto in fragranza del reato. Un giorno Rahele tornando a casa trova il marito con un'altra donna. Nel litigio che segue questo evento il marito disse a Rahele che" dopo due figli partoriti non mi trasmetti più l'emozione e il godimento." In quel giorno, Rahele colpisce con un'asta di ferro il marito che perde la vita all'istante. La famiglia del marito, pur essendo i parenti della donna hanno chiesto l'applicazione della legge del taglione e l'hanno ottenuto. Alcuni giorni fa Rahele ha scritto una lettera ai suoi ex suoceri chiedendo il loro perdono per amore dei loro nipoti. Diceva nella sua missiva che" è dal giorno dell'arresto che non vede più i suoi figli e di non renderli due volte orfani. Prima con il padre e dopo con la madre". Le associazioni umanitarie che lavorano in favore delle donne condannate a morte hanno messo in moto una grande campagna a favore di Lei e dell'altra donna identificata con il nome di Zahra. Anche ella madre di due figli. Tra le attiviste che ha faticosamente lavorato per ottenere il perdono della famiglia si nota la famosa giornalista iraniana di nome Asieh Amini che sta mattina ha dato nel suo blog questa bella notizia che " Rahele non è stata impiccata. I suoi avvocati sono riusciti ad ottenere un intervallo per chiedere il perdono della famiglia del marito". Ma per gli altri detenuti condannati a morte, complessivamente 7 uomini e una donna, nulla è stata possibile da fare. Probabilmente sono stati consegnati al boia.
Chiedo a tutti coloro che hanno gioito per la moratoria approvata, a larga maggioranza, dall'Assemblea Generale dell'ONU di non fermarsi e di attivarsi presso il governo italiano, forte di questa grande vittoria, le istituzioni umanitarie, per chiedere di risparmiare la vita di Rahele.
Il caso di Kobra Rahmanpour, di cui la pena di morte è stata sospesa grazie alla campagna di Zapping, condotto dal Dott. Aldo Forbice ci ha insegnato che quando le voci si alzano i dittatori si ritirano. Aldo Forbice, che secondo me merita di essere chiamato amorevolmente la " mamma della moratoria", perchè l'idea è stato partorito piano piano dalle sue idee e dalle sue coraggiose campagne umanitarie in favore delle donne condannate a morte. Secondo me Aldo ha seminato con la pazienza e col coraggio, nella società italiana la consapevolezza che la pena di morte non è un deterrente ma uno strumento di repressione nelle mani dei tiranni e di conseguenza va abolita.
Concludo e esprimo la grande soddisfazione della comunità iraniana residente in Italia per l'approvazione della moratoria sulla pena di morte e ringrazio in prima piano il dott. Aldo Forbice e gli amici del partito radicale che hanno infaticabilmente lavorato per la sua approvazione. La resistenza iraniana ha sempre sostenuto che la pena di morte è una delle più importanti colonne portanti del regime dei mullah. Di conseguenza l'approvazione della moratoria stessa va letto in questo contesto. Con la sua approvazione è stata colpita la colonna vertebrale del regime fascista religioso iraniano.
Credo che il Quirinale e in prima persona il nostro presidente della repubblica Giorgio Napolitano devono prenderne atto di questa vittoria e di organizzare una grande festa per ringraziare le persone che in prima fila hanno portato avanti una campagna che inizialmente sembrava " una folle idea" e che invece si è rivelata una grande e enorme vittoria per tutta la umanità. E' da non trascurare questo lato della questione.
E' un primo passo ma come ho già scritto, è stato un necessario mattone da posare sulla coscienza dell'umanità e su cui posare uno dopo l'altro altri mattoni fino ad arrivare alla totale abolizione della disumana pena di morte.
Un caloroso auguri e ringraziamento ad Aldo Forbice, a Sergio D'Elia, a Marco Pannella e al ministro Emma Bonino.

Nella foto: Aldo Forbice con la foto di Kobra Rahmanpour, di fronte all'ambasciata iraniana, durante la seconda fiaccolata organizzata ad ottobre scorso.

martedì 18 dicembre 2007

ULTIMA NOTIZIA


L'Onu approva la moratoria contro la pena di morte
Esulta la Bonino, D'Alema al Palazzo di vetro
15 dicembre 2007: una data storica.

L'Assemblea generale dell'Onu ha approvato la risoluzione per la moratoria contro la pena di morte nel mondo con 104 voti a favore, 54 contro e 29 astenuti. Il sì è giunto alle 11.45, ora di New York. È stato un successo del partito pro-moratoria - in prima fila l'Italia - che ha conquistato 5 voti in più rispetto al pronunciamento della terza Commissione in novembre.


COMMENTO: tanti grazie all'Italia e in particolare ai suoi infatticabili promotori del partito radicale, Pannella, sergio D'Elia ed Emma Bonino e a tutti coloro che lo hanno sostenuto.
Speriamo che prima possibile diventi un provedimento vincolante per tutti gli stati membri dell'ONU.
karimi davood
Il link del sevizio di Skytg24news

LEGISLATURA ISLAMICA IRANIANA: LE DONNE VALGONO MENO DI UN TESTICOLO SINISTRO DI UN UOMO

UNA PICCOLA PANORAMICA DELLA LIGISLATURA DELL’ITEGRALISMO ISLAMICO MISOGINO IRANIANA

IL CODICE PENALE ISLAMICO


Seconda parte: la quantità del “ Die” ( prezzo del sangue per gli uomini e le donne musulmani)
Punto 297: Il prezzo del sangue dell’uomo musulmano consiste nei sei punti seguenti di cui l’assassino è libero a sceglierne uno.
1- 100 cammelli sani e senza handicap e non molto magri
2- duecento mucche sane e senza handicap e non molte magre
3- 1000 pecore sane e senza handicap e non molte magre
4- …
5- ….
6- ….
Punto 300: Il prezzo del sangue della donna musulmana, uccisa accidentalmente o volontariamente è la metà del prezzo del sangue dell’uomo musulmano

Sezione 14:il prezzo del sangue del testicolo

Punto 435: Amputazione di entrambi i testicoli comporta “ il pagamento dell’intero” Die”, prezzo del sangue.
Amputazione del testicolo sinistro comporta il pagamento di due terzi del “Die”, prezzo del sangue. E l’amputazione del testicolo destro comporta il pagamento di un terzo del “Die”, prezzo del sangue di un uomo musulmano( in questa normativa non esistono differenze tra i giovani, vecchi, bambini, grandi, invalidi e i sani).


Fonte: http://www.dadkhahi.net/law/Ghavanin/Ghavanin_Jazaee/gh_mojazat_eslami.htm

Palestina-Israele: Conferenza per aiutare i palestinesi a Parigi


Con grande soddisfazione, la signora Maryam Rajavi, presidente eletta dalla resistenza iraniana ha accolto la solidarietà internazionale espressa a favore della questione palestinese durante la conferenza parigina per la raccolta di aiuti a favore della popolazione. Il presidente Sarkozi ha espresso la speranza che entro 2008 si arrivi ad un governo democratico ed indipendente. La signora Matyam Rajavi congratulandosi con il presidente francese Sarkozi e con il presidente palestinese ha detto:" è un passo coraggioso a favore della pace e della sicurezza e della democrazia di cui l'unico nemico è il regime fascist-religioso e terrorista dei mullah iraniani."
La presa di posizione del presidente della resistenza iraniana in questo delicato momento è molto significativo: Secondo noi, più tardi si arrivi ad un accordo è più soddisfatto il regime dei mullah. Anche perché è l'unica parte che sempre si è opposto a qualsiasi idea della pace tra entrambe parti e quando ha potuto ha gettato la benzina sul fuoco della guerra: la presa degli ostaggi, commissionata dal leader supremo iraniano Ali Khamenei, nei territori palestinesi e nei territori libanesi che causarono 33 giorni di guerra e di violenza senza arrivare a nulla di buono. Di quelli ostaggi non ne sappiamo nulla.
Di recente è apparso anche la notizia del siluramento di Nassrallah da parte dei mullah iraniani che non sono soddisfatti del suo operato. Comunque per il popolo iraniano prima si arrivi ad una pace tra i palestinesi e gli israeliani meglio è. E sarà un motivo di gioia e di soddisfazione come ha dichiarato il nostro presidente della resistenza, la creazione di uno stato palestinese indipendente e democratico e pacifico sarebbe come tagliare una mano e una gamba al regime dei mullah in medioriente. Sarebbe una grande gioia. Sarebbe come togliere il terreno fertile al fondamentalismo islamico e bruciare con il fuoco della pace tutti i nidi dove si annidano i mullah iraniani che mirano a costituire l'impero islamico in medioriente a partire appunto dalla Palestina. Secondo me se Israele vuole veramente combattere il regime iraniano e allontanare il suo pericolo deve iniziare appunto da casa sua ed eliminare tutti i fattori che danno la possibilità a crescere e vivere l'ideologia della morte fomentata da Khomeini che per primo ha lanciato lo slogan: "la conquista di Ghods passa per Karbala". Israele se veramente vuole reagire al pericolo atomico prima deve reagire alla ideologia integralista iraniana che è mille volte più pericolosa della sua bomba atomica: basti guardare i suoi kamikaze seminati in tutto il territorio Israele e palestinese. Allora bisogna incoraggiare Israele a adottare delle iniziative coraggiose ed eroiche mirate a colpire non militarmente Iran e i Mullah ma ideologicamente e psicologicamente . Bisogna togliere i fattori di crescita del fondamentalismo islamico iraniano in territori interessati.
E' difficile? Non credo. Ci vuole coraggio e determinazione e anche un po di ironia. Perchè ironia? Perchè ironia funziona da lubrificante e serve per non far inceppare il motore della grande iniziativa.
In bocca al lupo sia ai palestinesi che agli israeliani.
I miei migliori auguri al popolo palestinese e al popolo israeliano per la creazione di due stati pacifici, democratici, indipendenti e laici e lontani dal fondamentalismo islamico e religioso.
karimi davood

lunedì 17 dicembre 2007

APPELLO URGENTE


Guardate qusta foto!

Cosa vi sembra?

Che la giovane donna chiede l'elemosina all'altra donna?

Oppure chiede alla signora anziana, sua suocera, di perdonarla e risparmiarla dall'impiccagione prevvista per prossimo mercoledi nel carcere di Evin di Teheran?

Se avete optate per il secondo, per favore, non perdete tempo e fate una telefonata oppure scrivete al vostro governo, ai vostri parlamentari, ai vostri partiti e all'Amnesty International e mandate un email anche all'ambasciata iraniana e protestate contro questa violenza religiosa che si chiama la "legge del taglione" che di conseguenza, consegna la chiave della vita delle persone che hanno volontariamente o involontariamente commesso un crimine, ai familiari dell'ucciso. Come nel caso di Rahele che alcuni anni fa uccise il marito, assai violento, che non la risparmiava nemmeno di fronte ai suoi piccoli bambini. I suoi figli attualmente hanno 5 e 3 anni, rispettivamente femmina e maschio. Rahele chiede alla famiglia del marito di risparmiarla dall'impiccagione per i suoi due piccoli che tra l'altro sono i loro nipoti e unici ricordi del loro figlio, e di non renderli due volte orfani.

Rahele stessa è vittima delle violenza domestica praticata prevalentemente da parte dei mariti e dei padri contro le loro donne e figlie. Rahele ha ucciso il marito perchè non sapeva più sopportare la sua violenza fisica e morale.

Facciamo qualche cosa per amore dei suoi figli e perchè no anche per amore verso di lei.

Speriamo che non arrivi mai quel mercoleì. Si l'ultimo mercoledì di ogni mese il carcere di Evin divventa uficialmente ilmattatoio per le vittime del regime fondamentalista e integralista islamico dei mullah.

Per favore scrivete e telefonate anche al vostro primo ministro, Prodi e il ministro degli esteri, D'Alema chiedendo di intervenire a favore di Rahele e i suoi due piccoli.

karimi davood



domenica 16 dicembre 2007

Iran: Il POAC rigetta il ricorso del governo inglese riguardo alla proscrizione dell' OMPI


Maryam Rajavi: il rifiuto del POAC al ricorso del Ministero dell'Interno inglese rende evidente che è ancora più urgente attuare il verdetto della corte e l'ordine al Ministero dell'Interno di togliere dalla lista il PMOI

CNRI, 14 dicembre - Oggi, la Commissione per i Ricorsi delle Organizzazioni Proscritte (POAC) ha riaffermato la decisione presa il 30 Novembre che ordina di rimuovere l'Organizzazione dei Mojahedin del Popolo Iraniano(PMOI) dalla lista delle organizzazioni proscritte.
Ha rifiutato la richiesta di ricorso contro la sentenza avanzata dal Ministro dell'interno. continua

Iran - Nucleare: diplomatico espulso da Germania, Spiegel

Swissinfo, 15 dicembre - BERLINO - Scoperto mentre cercava di acquistare componenti utili anche per il controverso programma nucleare iraniano un diplomatico di Teheran a luglio scorso, per la prima volta dopo diversi anni, è stato espulso dalla Germania, secondo quanto riferisce oggi il settimanale tedesco Der Spiegel.

La decisione di espellere il diplomatico, identificato solo come l'addetto consolare a Berlino Mohraramali D., è stata presa dopo che il diplomatico si era messo in contatto con una ditta specializzata della Baviera per comprare strumenti essenziali per il controllo del processo di arricchimento dell'uranio.

L'Iran, che da aprile 2006 ha messo in funzione l'impianto di arricchimento dell'uranio di Natanz, sempre sostenuto che il suo programma nucleare mira esclusivamente ad obiettivi civili, mentre la comunità internazionale teme che Teheran riesca a procurarsi la bomba nucleare.

Sulla notizia non c'é stata finora nessuna presa di posizione da parte dei portavoce del governo tedesco.

venerdì 14 dicembre 2007

EUROPARLAMENTO E LA VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI IN IRAN

Esteri
L'esponente di Rifondazione Comunista contro le esecuzioni capitali: ''Fra i condannati anche minorenni''
Iran, Agnoletto: ''Grave peggioramento sui diritti umani''L'europarlamentare al rientro da una missione di Bruxelles a Teheran esprime forti preoccupazioni su tutti i fronti: donne, sindacati e libertà di espressione: ''Si torna al diritto arcaico''

Bruxelles, 13 dic. - (Aki) - La situazione dei diritti umani in Iran è chiaramente peggiorata, un po' su tutti i fronti: donne, sindacati, libertà di espressione. E' quanto ha potuto constatare una missione del Parlamento Europeo a Teheran appena conclusasi, cui hanno partecipato esponenti di tutti i gruppi politici rappresentati a Strasburgo. Tra loro c'era l'eurodeputato della Sinistra Unitaria Vittorio Agnoletto, che è anche membro della Commissione Esteri del Parlamento e membro della sottocommissione per i diritti umani.La delegazione ha comunque potuto avere incontri ai massimi livelli: con il ministro degli Esteri Manouchehr Mottaki, e il presidente del Parlamento Gholam Ali Haddad-Adel, nonché quelli della Commissione Esteri e della Camera di commercio, ma anche varie associazione dei diritti umani, leader studenteschi, famiglie degli arrestati, sindacati. Agnoletto parla di una ''buona cooperazione'' con le autorità. Quando ad esempio è stato chiesto alla delegazione quali leader studenteschi o quali donne o sindacalisti avrebbero incontrato, dice ad Adnkronos International, ''noi ci siamo rifiutati di dare i nomi. E alla fine questo è stato accettato". Un fatto positivo che tuttavia nulla toglie al quadro preoccupante del paese. "Abbiamo constatato - riferisce Agnoletto - un netto peggioramento della situazione dei diritti umani in Iran. I nostri interlocutori ci hanno chiesto di non appoggiare la proposta del Canada di far condannare l'Iran in sede di Commissione dei diritti umani dell'Onu, ma abbiamo opposto un netto rifiuto".Agnoletto snocciola una serie di esempi. Ad esempio la questione delle donne. ''E' stata depositata in Parlamento - dice - una proposta di riforma del diritto di famiglia, con forti incentivi alla poligamia e sposta verso la figura paterna la giurisdizione e affido dei figli. Si torna al diritto arcaico pre-1968, quando ci volle un regime dittatoriale, quello dello scià, per modernizzarlo". Non solo, l'eurodeputato afferma di aver registrato affermazioni preoccupanti del tipo: il 60% degli studenti universitario sono donne, ancora più alta la percentuale tra i laureati, bisogna fare una legge per "riequilibrare".Preoccupante è anche secondo Agnoletto il fronte sindacale. ''Continuano ad essere incarcerati numerosi sindacalisti - afferma il parlamentare - anche se la Costituzione riconosce il diritto di sciopero. E infatti l'accusa impiegata in questi casi è sempre quella di 'turbamento dell'ordine pubblico'".Proseguono, come noto le esecuzioni capitali. L'eurodeputato ha ricordato di aver criticato che tra i condannati a morte vi siano minorenni. "Secondo gli iraniani - ha raccontato - vi è una moratoria da quattro anni, ma ancora di recente sono stati condannati ragazzi per fatti commessi quando avevano 13 anni". Infine, vi è il lungo capitolo che riguarda le attività studentesche. ''Il 7 dicembre - dice Agnoletto - in Iran si celebra il ricordo di 3 studenti uccisi nel 1943 per aver protestato contro l'eccessiva penetrazione straniera. Ebbene, tra il 2 e il 4 dicembre scorsi sono stati arrestati 42 studenti per promozione di eventi non autorizzati, di cui 28 ancora in carcere, senza sapere dove sono né quali sono le accuse esatte. Altri quattro sono stati arrestati nei giorni successivi''. L'eurodeputato ricorda inoltre la sospensione di numerosi professori universitari.Tutte critiche che gli iraniani respingono al mittente, citando il G8 di Genova, Abu Ghraib o Guantanamo. Unica critica ammessa dalle controparti di Teheran, ha concluso Agnoletto, "è stata quella alla libertà di stampa. Peccato che però sui giornali iraniani dei nostri rilievi non vi fosse alcuna traccia".

giovedì 13 dicembre 2007

ARRESTATE 5 STUDENTESSE IN IRAN


La fonte: Bollettino studentesco dell'università "Amir Kabir" di Teheran
Mercoledì 12 dicembre.

ARRESTATE 5 STUDENTESSE IN IRAN

Ieri è stata arrestata Sara Khadami, studentessa della facoltà di sociologia dell’università di Mazanderan, nell’Iran settentrionale.
Anche la studentessa Sahar Yazdani Pour, membro dell’Associazione islamica delle università di Shiraz e delle scienze mediche è stata arrestata dalle forze dell’ordine e trasferita in carcere.
Nei giorni precedenti sono state arrestate altre tre studentesse: Nassim Soltan Beigi, dell’università di Allame Tabatabai; Anoushe Azadfar, dell’università di Teheran e Ilnaz jamshidi, dell’università libera.

PROTESTE DEGLI STUDENTI IRANIANI


scritto da Karimi Azar, presidente associazione giovani studenti iraniani residenti in Italia
Come ben sapete l'Iran è un paese con una età storica che risale a 2500 anni fà.
Dopo la caduta dello Shah, è salito al potere Khomeini, il quale ha portato con sè oltre al potere, anche il fondamentalismo religioso e la dittatura.
Tutto è iniziato col suo arrivo.
Ora Khomeini non c'è più, fortunatamente, ma comunque è rimasta la sua ideologia.
Gli studenti iraniani sono parte attiva di questo popolo e da molti anni hanno e stanno lottando per riportare la democrazia nel loro paese.
In questo ultimo anno ci sono state centinaie di manifestazioni giornaliere
in tutto il paese, a partire dal nord fino al sud.
le manifestazioni degli studenti hanno luogo principalmente nelle
zone universitarie.
E con ogni manifestazione c'è sempre un bilancio spaventoso degli arresti,
di cui per la maggior parte delle volte non si hanno più notizie degli arrestati.
I coraggiosissimi studenti sfruttano ogni occasione per condannare questo regime totalitario, ed infatti come è successo più volte in questo lungo anno, le manifestazioni sono avvenute durante i discorsi che Ahmadinjad tiene nelle immense aulee universitarie, dove gli studenti oltre a condannarlo, urlano slogan come: Morte al Dittatore per la quale ci vuole molto coraggio, anche perchè bisogna sapere
che tutti coloro che partecipano a manifestazioni in Iran, vengono arrestati
ma soprattutto rischiano la vita, in quanto se finiscono "tra le mani" di questo
regime, c'è da dire che o vengono dati per dispersi o vengono torturati fino alla loro successiva morte.
Concludo col dire che in questo ultimo anno non è cambiato nulla,
ma soprattutto gli studenti non smetteranno mai di combattere
per ciò che è un diritto fondamentale dell'uomo, ossia la libertà
e la democrazia.

IL LIBRO " L'ATOMICA DI TEHERAN"



Consiglierei a tutti coloro che vorrebbero conoscere Ahmadinejad e il sistema di gestione del regime dei mullah e il programma atomico iraniano di leggere questo libro. E' un libro da insegnare e da insegnamento. Leggendolo ci si impara tante cose sul regime dei mullah e sul passato del personaggio " Passdar Ahmadinejad", famoso come "l'uomo di 1000 colpi di grazia". Sì, nel suo curiculum criminale, oltre alla sua partecipazione alla gestione del terrorismo iraniano e al suo passato nella Forza terroristica Ghods della Sepah Passdaran, come comandante, si vede anche il suo coinvolgimento attivo nello sparare dei" colpi di grazia ai più di mille prigionieri politici" condannati a morte e fucilati in varie carceri iraniane in particolare in quello del famigerato EVIN di Teheran.
Un libro proposto e curato dall'infatticabile giornalista del programma radiofonico Zapping, dott. Aldo Forbice.
Un mio personale ringraziamento a Lui che in questi ultimi anni ha condotto e si è impegnato coraggiosamente in diverse campagne a favore dei diritti umani in Iran in particolare a favore delle donne condannate a morte.
Buona lettura
karimi davood

Jafarzadeh Alireza - L' atomica di Teheran. Ahmadinejad e la terza guerra mondiale

Autore Alireza Jafarzadeh
Dati
2007, 334 p., brossura
Curatore
Forbice. A
Editore
Guerini e Associati

Dalla resistenza iraniana una raccolta di documenti e testimonianze sulla corsa all'armamento nucleare in cui il governo teocratico sta trascinando la repubblica iraniana. Ahmadinejad è oggi braccio armato dei mullah che gli hanno affidato la missione di trasformare l'Iran in una potenza atomica, per egemonizzare l'intera regione del Golfo Persico e intensificare il controllo politico ed economico dell'ex nemico storico, l'Iraq. Gli Stati Uniti e le altre potenze occidentali minacciano la guerra. Ma occidentali sono molte delle imprese che forniscono all'Iran tecnologie avanzate e semilavorati, collaborando di fatto al programma atomico. La minaccia nucleare iraniana può essere davvero bloccata solo con la guerra? Non sarebbe meglio invece - come sostiene l'autore - che Stati Uniti ed Europa si adoperassero per dare voce e forza a coloro che si battono per una vera democrazia nel loro paese?

mercoledì 12 dicembre 2007

NUOVA ONDATA DI VIOLENZA IN MEDIORIENTE


Gli ultimi tre giorni della settimana in corso sono stati bersagliati violentemente dalla furia dell'integralismo islamico di matrice iraniana. In Algeria l'esplosione di due bombe ha causato centinaia di morti e feriti colpendo anche i cittadini stranieri e i corpi diplomatici in particolare il palazzo dell'ONU. In Libano è stato eliminato fisicamente Francois Elhajj, comandante operazioni militari del Libano con una violenta esplosione. oggi in Iraq in due attentati kamikaze sono stati uccisi più di 160 donne e uomini innocenti che non si rassegnano alla violenza del regime dei mullah e resistono eroicamente all'invasione e all'interferenza iraniana in Iraq.
L'episodio di Algeria è stato quello che sorpreso di Più gli addetti ai lavori. Si dice che Alqaed ha preso la paternità delle bombe esplose tra la gente inerme!
Oggi pomeriggio, mio figlio, commentando la nuova ondata di violenza mi domandava " che cosa successo che il regime si è scatenato cosi violentemente contro tutti? Mi spieghi per favore il perché? Ho risposto che l'Iran dei mullah non risponde a nessuna logica. La sua esistenza è legata alla violenza e allo spargimento del sangue degli innocenti. Inoltre si può trovare una risposta nella reazione poco positiva del mondo politico internazionale alla relazione dei sevizi segreti americani. Ahmaddinejad in una prima reazione aveva considerato tale relazione come un dono divino a favore dell'Iran pretendendo che, anche il mondo politico internazionale la considerasse in tal misura. Ma visto che le speranze iniziali sono caduti nel vuoto e il presidente Bush è riuscito con qualche apparizione pubblica a neutralizzare gli effetti negativi della relazione, l'Iran ha di nuovo ripreso violentemente il suo lavoro abituale. Anche la resistenza iraniana dopo alcuni giorno di silenzio sulla relazione dei servizi segreti americani, ha preso la posizione ribadendo che la presunta interruzione dei lavori della bomba atomica è stata effetta di primo piano delle sue rivelazioni sui 18 anni di segretezza del progetto atomico militare. Anche oggi a Brussel, la Resistenza dell'Iran ha rivelato in una conferenza stampa che il regime ha ripreso nel 2004 il suo progetto atomico militare: la costruzione della bomba atomica.
Concludo e ribadisco che l'Iran non si fermerà nelle stragi di Algeria o del Libano e dell'Iraq. Espanderà il suo raggio di azione. Il tempo sta andando contro i suoi interessi strategici. Oggi Sarkozi ha preso una nuova posizione parlando sempre della guerra all'Iran.
Bush ha ripetutamente ribadito che il regime dei mullah era, è, e sarà un pericolo per tutto il mondo.
E l'opposizione democratica insiste a dire che il regime va rimosso come va rimosso un tumore pericoloso per il corpo umano. Però il chirurgo deve essere "il popolo e la sua resistenza legittima" altrimenti l'operazione fallirà e causerà spargimenti di sangue da tutte le parti del mondo.
karimi davood

martedì 11 dicembre 2007

UNA BUONA NOTIZIA DALL'IRAQ


Dopo la caduta dell'ex presidente iracheno, Saddam Hossein, il regime dei mullah si è infiltrata in massa in tutte le istituzioni e organi governativi iracheni dettando le sue direttive al governo di Maleki. Non bisogna trascurare il fatto che tutte le organizzazioni e gruppi che al tempo di Saddam Hossein si trovavano in Iran e sotto la diretta sorveglianza e ordinanza dei mullah iraniani adesso si trovano in tutti i settori governativi. Dalla A alla Z. In poche parole il governo attuale iracheno in qualche modo risponde solamente alle esigenze iraniane: coperture alle organizzazioni terroristiche, ai gruppi di fuoco, ai criminali che sgozzano le persone e gli oppositori, ai contrabbandieri di droga e di denaro per pagare lo stipendio dei suoi sicari in Iraq. Tempo fa il settimanale Panorama ha pubblicato un articolo firmato da Aldo Forbice su 32 mila uomini e agenti iracheno al soldo degli iraniani che si trovano al Parlamento, alla Polizia, al Governo nazionale e locali ecc.
In poche parole l'Iraq è stato regalato senza ricompensa al regime dei mullah.
Ma la buona notizia: recentemente siamo testimoni di una vasta mobilitazione delle forze irachene dai Sciiti ai sunniti, dai commercianti ai religiosi, dagli avvocati ai capi tribu.
Grazie al duro lavoro dei Mojahedin del Popolo svolto in questi 4 anni per smascherare e rivelare i piani di interferenza iraniana negli affari iracheni e grazie anche al quotidiano violenza alimentato dai mullah iraniani, la società irachena ha capito che oggi giorno il nemico numero uno del popolo iracheno non è americano bensì iraniano. Esattamento il regime terroristico dei mullah che sta cercando di far diventare dell'Iraq un altra repubblica islamica iraniana:repubblica islamica bis.
Dicevo che la società civile irachena, prendendo spinta dal messaggio del leader della resistenza iraniana è convinta che per ripristinare la democrazia e la libertà bisogna tagliare le mani al regime iraniano in Iraq. Come? Coagularsi attorno all'unica asse politico militare dell'opposizione iraniana che si trova attualmente in Iraq: Campo di Ashraf, dove risiedono attualmente 4 mila membri dei Mojaheidn del Popolo iraniano. Stanno arrivando quotidianamente adesioni all'unità politica lanciato dai Mojahedin del popolo come l'unica arma per disarmare il regime dei mullah dall'Iraq. L'anno scorso 5 milioni e 200 mila iracheni hanno firmato un appello a favore dei Mojahedin chiedendo la loro protezione e il loro riconoscimento politico in Iraq. Qualche giorno fa un appello dei capi tribu sciiti e poi sunniti e poi avvocati e ancora forze locali e nazionali. Tutti con un unico messaggio: oggi l'Iraq sta affrontando un pericolo che è mille volte piu pericolosa della bomba atomica. Cioè il regime teocratico dei mullah. Un regime che quotidianamente ha collocato le bombe tra la popolazione inerme e non ha esitato ha uccidere nemmeno i bambini che giocavano all'asilo. Hanno capito che la guerra è tra due alternative: la prima alternativa iraniana formata dalle forze politiche al soldo iraniano come Sepah Badr e Majles Allaye Iraqi e gruppi a loro dipendenti a l'altra alternativa formata dalle forze nazionali di varie provenienze sociali e religiose: sunniti, ecciti, curdi, cristiani e altre minoranze.
Si la buona notizia era quella che la seconda alternativa si sta coagulando attorno al campo di Ashraf e ai Mojahedin del Popolo proponendo come premier futuro dott. Allawi, ex premier iracheno.
Attorno alla sua figura esiste una grande coalizione politica religiosa. Naturalmente il regime dei mullah ha cercato in diverse occasioni di eliminarlo. La notizia di oggi è quella di aver fatto esplodere una bomba vicino alla sua residenza.
I miei migliori auguri al popolo iracheno e ai Mojahedin del popolo che oggi sono diventati una grande barriera di fronte alle interferenze iraniane in Iraq. Si. Oggi, se, i Mojahedin non fossero stati in Iraq, il regime dei mullah avrebbe già occupato e mangiato! interamente tutto il territorio iracheno avvicinandosi alla terra santa di Gerusalemme. Realizzando il sogno di Khomeini: Conquistare il Gerusalemme.
Il nostro compito: supportare il popolo iracheno e spingerlo verso la formazione di un governo nazional- pluralista e profondamente anti iraniano. In questa maniera si può sperare che le forze straniere lascino prima possibile il territorio iracheno. Diversamente abbiamo sempre guerra e spargimento di sangue in Iraq.
Auguri al popolo iracheno e per i suoi progetti futuri.

karimi davood

STUDENTI IN PIAZZA: " AHMADINEJAD E' COME PINOCHET"

Studenti in piazza: "Ahmadinejad è come Pinochet"
di Gian Micalessin - lunedì 10 dicembre 2007, 07:00

La minaccia americana sembra acqua passata, ma ora il presidente Mahmoud Ahmadinejad - o meglio Ahmadi-Pinochet come iniziano a chiamarlo i suoi studenti - deve fare i conti con la nuova imprevista rivolta delle università. Cova da settimane, esplode in tutta la sua rabbia ieri a mezzogiorno quando un migliaio di giovani si raccoglie davanti all’ateneo di Teheran. Gli slogan parlano chiaro, gli studenti pretendono la liberazione di tre compagni arrestati lo scorso maggio, esigono il ritorno all’insegnamento di numerosi professori allontanati dalle loro cattedre per aver espresso idee liberali.La rabbia aumenta ancora di più davanti a un cancello inaspettatamente chiuso. «Ahmadi-Pinochet l’Iran non diventerà un nuovo Cile», urlano i megafoni. Una catena umana preme sulla cancellata che trema, sussulta, si piega. La torma di quasi mille studenti invade le strade dell’ateneo, dispiega striscioni con le immagini dei compagni arrestati, urla gli slogan della nuova protesta. «Vivere liberi o morire», recita il più acclamato. Tutt’attorno si bruciano copie di Khayan, il quotidiano espressione degli ambienti più integralisti del regime. Dietro agli studenti s’infiltrano altri giovani e un bel po’ di passanti.Alle due del pomeriggio i portavoce del Consolidamento dell’Unità, l’organizzazione riformista che organizza la dimostrazione, annunciano la presenza di oltre mille e cinquecento persone. «Vogliamo la fine delle politiche oppressive, più diritti per tutti gli iraniani e la libertà per i nostri compagni in carcere», dichiara Mehdi Arabshahi, uno dei leader del Consolidamento dell’Unità. La manifestazione è la più affollata dell’ultimo anno, ma la polizia si tiene alla larga. L’assalto ai cancelli dell’università arriva dopo la protesta inscenata la scorsa settimana per chiedere la liberazione dei tre leader universitari incarcerati da maggio. Lo scorso ottobre i tre sono stati condannati a pesanti pene detentive con l’accusa di aver stampato immagini anti-islamiche sui giornali universitari. I gruppi riformisti hanno definito una farsa il processo e hanno lanciato una campagna per l’immediata scarcerazione.

venerdì 7 dicembre 2007

LA POSIZIONE DELLA RESISTENZA IRANIANA SULLA RELAZIONE DEI SERVIZI SEGRETI AMERICANI



A SEGUITO DEL RAPPORTO NIE LA RESISTENZA IRANIANA METTE IN GUARDIA DAGLI INGANNI DEI MULLAH


07 dic 2007

La garanzia di sopravvivenza per il regime dei mullah sta nell'ottenere armi nucleari e non hanno intenzione di abbandonare tale progetto; la minaccia è reale sia per l'Iran che per il mondo intero. Il rapporto contiene informazioni che dimostrano la nefasta intenzione dei mullah di ottenere la bomba nucleare.
NCRI, 6 Dicembre 2007 - La Commissione di Strategia e Difesa del Consiglio Nazionale della Resistenza iraniana (NCRI), che ha rivelato per la prima volta i luoghi segreti del nucleare a Nataz e Arak nell'Agosto del 2002, ha fornito una relazione dettagliata sul rapporto NIE. La relazione dice in parte: _" Si avverte che la falsità, l'occultamento e i tentativi di trarre in inganno i servizi segreti delle comunità sono tattiche tipiche del regime religioso. I mullah vedono l'ottenimento della bomba nucleare come l'assicurazione della loro sopravvivenza. Di conseguenza, non hanno mai abbandonato questa idea e mai lo faranno in futuro. Il regime iraniano rimane una potenziale minaccia nucleare per la popolazione iraniana e per il mondo intero.
Diversamente, non ci sarebbe stata la necessità per il confronto e l'intransigenza del regime religioso con la comunità internazionale e le conseguenti decisioni prese dal Consiglio di Sicurezza delle N.U. Nel “NIE“, che rappresenta l'accordo delle 16 agenzie dei servizi segreti, si è definito con grande sicurezza che " fino alla fine del 2003, le entità militari iraniane stavano lavorando sotto la direzione del governo per sviluppare le armi nucleari", e sono state successivamente costrette a diminuire le loro attività a seguito delle rivelazioni della Resistenza Iraniana e dell' aumento delle indagini e della pressione internazionale". In altre parole, se non fosse stato per queste rivelazioni, i mullah sarebbero arrivati ancora più vicini all'ottenimento delle armi nucleari e sarebbe stata molto più probabile una catastrofe nucleare, e di conseguenza sarebbe stata inevitabile una guerra contro questo regime. La Commissione dell'CNRI ripete il fatto che il rapporto NIE comprende alcune informazioni che mostrano il crescente inganno del regime religioso e gli infausti tentativi di ottenere armi nucleari. Il rapporto NIE aggiunge: -" Accertiamo con modica certezza che Tehran non abbia riavviato i suoi programmi nucleari come a metà 2007, ma non sappiamo se attualmente intenda continuare a sviluppare armi nucleari." In un'altra parte del rapporto, si afferma esplicitamente che, nonostante alcuni vuoti lasciati dai servizi segreti, non si può affermare con certezza che ci sia stato un arresto dell'intero programma nucleare iraniano. Fa emergere correttamente che " le entità del regime religioso stanno continuando a sviluppare una serie di capacità tecniche che potrebbero essere utilizzate per produrre armi nucleari, se si prenderà la decisione di farlo". In aggiunta, il regime religioso sta valutando varie "tecniche " per espandere le sue attività nucleari in occasioni adatte, a meno che non " venga intensificato il controllo e la pressione internazionale", che potrebbero fermare i capi del regime e "tenere lontano l'Iran dalla produzione di armi nucleari.". Ricorda che fin dall'ascesa al potere di Ahmadinejad, il regime ha ricominciato le sue attività creando più centrifughe e " facendo dei progressi significativi nel 2007, quando ha installato delle centrifughe a Natanz.". Ripete esplicitamente che il regime religioso "vorrebbe probabilmente usare delle facilitazioni di copertura- anzichè i suoi siti nucleari dichiarati- per produrre grosse quantità di uranio. Un crescente aumento di indagini dimostra che l'Iran era coinvolto in attività segrete volte alla conversione dell'uranio e all'arricchimento di uranio.". Come risultato, è chiaro che fino a quando questo regime rimarrà al potere, la minaccia delle armi nucleari sarà costante sia per la popolazione iraniana che per il mondo intero. La Sig.ra Maryam Rajavi, Presidente eletto della Resistenza iraniana, ha detto:" La guerra dichiarata da questo regime alla popolazione iraniana e alla comunità mondiale non si limita ai progetti nucleari o all’ingerenza dei mullah in Iraq. La guerra riguarda la totalità del fascismo religioso che governa l'Iran, la cui cultura e storia, è in una sola parola, aggressione e violenza contro l'onore, la dignità e i diritti delle donne e degli uomini iraniani, o meglio di tutti gli iraniani. Questo è il motivo per cui proponiamo la terza opzione, quella cioè di un cambiamento del regime nel suo complesso ad opera della popolazione e della Resistenza iraniana. Il cambiare il regime è un dovere insito nelle capacità e nelle abilità della popolazione e della Resistenza iraniana. Per fare tutto ciò è necessario rimuovere le restrizioni e le limitazioni che sono state imposte a questa Resistenza per ordine dei mullah". Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana 5 Dicembre 2007

 
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