sabato 29 settembre 2007

RINVIATA L'ADOZIONE DI UNA NUOVA RISOLUZIONE CONTRO IRAN



Secondo le informazioni diffuse dai mass media internazionali, i ministri degli esteri dell'America, dell'Inghilterra, della Francia, della Cina e della Russia( membri permanenti del Consiglio di Sicurezza), insieme a quello della Germania, chiamati 5+1, hanno deciso di rinviare a novembre le loro trattative sulla adozione del terzo ciclo di sanzioni contro l'Iran.

Nei miei precedenti articoli, sull'adozione delle sanzioni da parte del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, avevo ribadito che questo è un passo necessario e fondamentale nell'affrontare il programma atomico del regime fascist-religioso dei mullah. Senza le sanzioni generali( economico, militare, diplomatico, petrolifero), qualsiasi azione intrapresa contro Teheran è come " pestare l'acqua nel mortaio". Ogni secondo rimandato costerà alla comunità internazionale milioni e milioni di secondi e di vite umane. Ogni incertezza nell'affrontare il pericolo atomico iraniano costerà alla comunita internazionale molto e molto caro. Dall'insistenza e dall'intensità delle attività frenetiche del regime si può arrivare alle vere intenzioni del fascismo religioso iraniano. Qualche giorno fa, la resistenza iraniana, per bocca del loro responsabile della Commissione per la Pace, ing.Mehdi Abrishamchi, ha rivelato a Parigi, durante una conferenza stampa, che il regime di Teheran sta costruendo un nuovo sito:
Il sito segreto si trova a cinque chilometri a sud di Natanz vicino ad un piccolo villaggio denominato Abbas-Abad. Posizionato sotto la montagna chiamata Siah Kooh, circondata dalla catena montuosa di Karkas (Vulcher), si trova quindi in una posizione impossibile da attaccare sia da terra che dal cielo. Esso include una vastissima zona sotterranea nella quale sono stati costruiti due trafori paralleli di grandi dimensioni che collegano il sito con quello di Natanz. L’entrata dei trafori è larga sei metri.

Il sito è stato progettato due anni fa dalla sezione di ingegneria del Ministero della Difesa iraniano denominata Khatam-ol-Anbia, in pratica l’apparato di ingegneria del Corpo delle Guardie della Rivoluzione (IRGC) che ha poi iniziato segretamente la costruzione del sito nel 2006. Per garantire la veloce costruzione del nuovo sito, alti funzionari MOD (il Ministero della Difesa) si recano periodicamente a controllare i lavori, addirittura ogni due settimane il Gen. Sadrollah Pour-Barat, direttore della sezione di ingegneria del Ministero della Difesa, si reca personalmente a controllare l’avanzamento dei lavori. Il Ministero della Difesa ha affidato la responsabilità della costruzione del nuovo sito a Khatam-ol-Anbia, uomo di fiducia del presidente Ahmadinejad.
Ribadisco nuovamente che concedere anche un secondo di tempo al regime dei mullah, arrecchiamo un inestimabile danno all'umanità. Coloro che portano avanti la politica di accondiscendenza nei confronti del fondamentalismo e dell'integralismo islamico dovranno essere processati nei tribunali internazionali contro i grandi crimini commessi contro l'umanità. Ayattaollah Solana deve rispondere per quale motivo concede uno dopo altro enormi intervalli di tempo prima di adottare le vere e proprie sanzioni contro Teheran?
Mi auguro che la comunità internazionale a presto si torni sui suoi passi responsabili verso la sicurezza del mondo intero. E abbandoni la politica di accondiscendenza di cui l'unico privilegiato è esclusivamente il regime dei mullah.
Abbiamo già detto che il fondamentalismo e l'integralismo islamico è mille volte più pericoloso della sua bomba atomica. Questa espressione è il grido di allarme del popolo iraniano. Immaginatevi un giorno in cui questo fondamentalismo islamico riesca a costruire la sua bomba atomica. Mischiate allora questo prodotto con il terrorismo e la repressione basato sul fondamentalismo trainato dal fascismo religioso. Il prodotto finale? La distruzione certa dell'umanità e della civiltà. Non ci credete? Il futuro testimonierà la vericidità o la falsità di quanto dico e scrivo quotidianamente.
karimi davood

Nuova iniziativa di Gianluca Borghi e Paolo Nanni



Emilia-Romagna, data 29.09.2007, orario 07:52.

COOPERAZIONE - Mozione a favore dei diritti umani in Iran


BOLOGNA - E' firmata da Gianluca Borghi (ecodem) e Paolo Nanni (idv) una mozione, da sottoporre al vaglio dell'aula, nella quale si impegna la Giunta regionale ad intervenire presso il Governo per sollecitarlo ad adoperarsi affinchè sia dato ampio risalto informativo presso l'opinione pubblica alla questione iraniana e a chiedere al Governo iraniano che sia fatta luce sugli arresti indiscriminati e sulle esecuzioni sommarie delle ultime settimane. Nel documento si chiede anche che il Governo attivi tutte le nostre rappresentanze diplomatiche, affinchè sia posta con forza al Governo iraniano la questione del rispetto della vita umana e dei più elementari diritti sociali e civili, per ridare dignità alla vita quotidiana e alle scelte personali della popolazione iraniana.


In Iran, rilevano i firmatari della mozione, sono sempre più numerosi gli arresti indiscriminati di giovani, musicisti, presunti omosessuali e donne con l'accusa di non meglio identificati 'crimini sessuali', che si traducono spesso in condanne sommarie all'impiccagione o alla lapidazione. Alle venti persone arrestate nelle scorse settimane e già giustiziate, sei delle quali presunti omosessuali ma accusati di violenza su minori e su donne, si aggiunge un numero imprecisato di donne, giovani, uomini, musicisti, intellettuali, parrucchieri e, più in generale, di tutti coloro che trasgrediscono la 'nuova morale estetica' voluta dal regime iraniano.



Il ferreo controllo del regime di Teheran, proseguono i consiglieri, messo in atto per impedire di fatto che si sappia quello che sta accadendo, non riesce ad impedire che singole associazioni in esilio vengano messe al corrente della situazione e riportino all'attenzione dell'opinione pubblica internazionale le drammatiche notizie delle numerose condanne a morte eseguite o decretate. In questa direzione si è mossa anche l'associazione Lamanicatagliata, che ha lanciato nei giorni scorsi un appello nel quale si sottolinea, fra l'altro, la gravità della situazione, la necessità di arrivare al più presto ad una reale comprensione da parte del mondo occidentale della portata del fenomeno e la necessità di porre al centro dell'attenzione nazionale il dramma del popolo iraniano
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venerdì 28 settembre 2007

Esclusivo: scoperto un nuovo e segretissimo sito nucleare iraniano




Scritto da Watch International Team
Secondoprotocollo.org
venerdì 28 settembre 2007
Con una conferenza stampa tenutasi ieri a Parigi e della quale avevamo dato notizia nella giornata di mercoledì attraverso un comunicato stampa, il Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (CNRI) per bocca del suo presidente del comitato per la pace, Mehdi Abrishamchi, ha rivelato al mondo l’esistenza di un nuovo importantissimo sito nucleare iraniano, tenuto segreto persino all’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica(AIEA).

Il sito segreto si trova cinque chilometri a sud di Natanz vicino ad un piccolo villaggio denominato Abbas-Abad. Posizionato sotto la montagna chiamata Siah Kooh, circondata dalla catena montuosa di Karkas (Vulcher), si trova quindi in una posizione impossibile da attaccare sia da terra che dal cielo. Esso include una vastissima zona sotterranea nella quale sono stati costruiti due trafori paralleli di grandi dimensioni che collegano il sito con quello di Natanz. L’entrata dei trafori è larga sei metri.

Il sito è stato progettato due anni fa dalla sezione di ingegneria del Ministero della Difesa iraniano denominata Khatam-ol-Anbia, in pratica l’apparato di ingegneria del Corpo delle Guardie della Rivoluzione (IRGC) che ha poi iniziato segretamente la costruzione del sito nel 2006. Per garantire la veloce costruzione del nuovo sito, alti funzionari MOD (il Ministero della Difesa) si recano periodicamente a controllare i lavori, addirittura ogni due settimane il Gen. Sadrollah Pour-Barat, direttore della sezione di ingegneria del Ministero della Difesa, si reca personalmente a controllare l’avanzamento dei lavori. Il Ministero della Difesa ha affidato la responsabilità della costruzione del nuovo sito a Khatam-ol-Anbia, uomo di fiducia del presidente Ahmadinejad.

Questo sito, posto direttamente sotto il controllo del Ministero della Difesa, dimostra come il programma nucleare iraniano non sia affatto un programma civile, ma che punta direttamente alla dotazione di armamenti nucleari. A questo punto anche le parole pronunciate dal Gen. Mohammad Ali Jafari durante la parata militare di pochi giorni fa, assumono ben altra valenza. Il Gen. Jafari disse infatti che l’Iran era in possesso di tecnologia militare in grado di colpire ovunque e chiunque in qualsiasi parte del continente asiatico.

Nulla è trapelato per il momento dall’AIEA che da anni controlla il programma nucleare iraniano ma che non era stata in grado di scovare due dei principali siti, quelli di Arak e di Natanz, che solo grazie alle rivelazioni della Resistenza Iraniana si è potuto scoprire. Di certo questa è l’ennesima dimostrazione che il regime dei Mullah prende in giro sia l’AIEA che il mondo e che punta ad avere l’arma nucleare.

Le rivelazioni della Resistenza Iraniana, costate il sacrificio di molte persone, sono sempre state precise e verificate e anche in questo caso dimostrano l’inefficienza dei controlli dell’AIEA e la malafede del presidente Ahmadinejad che continua ad asserire che l’Iran non intende dotarsi di armi nucleari.

Questa nuova scoperta della Resistenza Iraniana apre nuovi scenari anche perché il sospetto è che il nuovo sito sia la parte finale del programma nucleare iraniano, quello cioè dedicato all’assemblaggio vero e proprio del futuro arsenale atomico iraniano. Ora aspettiamo di vedere come reagirà il regime ad un inevitabile controllo urgente dell’AIEA, anche se noi crediamo che non sarà mai concesso agli ispettori il permesso di entrare in questo nuovo sito.

Watch International Team

giovedì 27 settembre 2007

PARIGI: SMASCHERATO UN NUOVO SITO ATOMICO MILITARE IRANIANO



Ultima notizia:
Secondo quanto ha trasmesso la tv della resistenza iraniana, che si trasmette via satellite in Iran, in Europa e in America, stamatina, sig. Mehdi Abrishamchi, responsabile per la Commissione della Pace del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana, in una conferenza stampa ha rivelato un nuovo sito segreto atomico, addibito per la costruzione della bomba atomica.

ANCHE IL SENATO AMERICANO HA INSERITO LA SEPAH PASSDARAN NELLA LISTA NERA


Secondo quanto ha riferito oggi la radio Farda, trasmissione in persiano, anche il Senato americano, mercoledi ha votato a favore dell'inserimento della Sepah Passdaran nella lista nera degli Stati Uniti d'America: 76 voti favorevoli contro 22 contrari. Martedì scorso la Camera americana aveva votato una simile mozione con la maggioranza assoluta.

La comunità iraniana esprime la sua soddisfazione per l'approvazione da parte del Senato americano della mozione sull'inserimento della Sepah Passdaran nella lista nera . Ma ribadisce anche la necessità di accompagnare tali iniziative con delle azioni di incoraggiamento della popolazione. In primis, gli amricani devono rimuovere il nome della resistenza iraniana dalla loro lista nera. Nella stessa lista non c'è posto sia per il carnefice che per la vitima. E' contradditorio. E' ridicolo. Dimostra scarsa fermezza di fronte al terrorismo iraniano contro cui dobbiamo batterci uniti e con tanta prontezza, tanta fermezza e tanta determinazione. Se non riusciamo a dimostrare la nostra volontà di rimuovere il tumore del fondamentalismo e dell'integralismo islamico di matrice khomeinista dalla nostra società, qualsiasi azione, secondo la mia opinione, intrapresa contro essa, diventa controproducente e favorisce la crescita dello stesso male. Posso assomigliare un tale trattamento di accondiscendenza alle condizioni di un paziente colpito dal tumore al fegato che riceve tutti giorni una pasticca di Brufen o di Aulin(anti infiammatori). Dopo un mese il paziente sicuramente sarà assai peggio di prima dell'inizio del tratamento. E semplicemente muore prima del previsto. Invece se i medici adottano un trattamento più idoneo e più avvanzato e più scientifico si alza il grado di probabilità della guariggione del malato. Alla fine se il malato viene a mancare, possiamo dire che abbiamo tentato tutte le vie immaginabili e previste. Almeno abbiamo salvato la nostra coscienza. Ammesso che ne sia rimasta ancora qualche traccia.
karimi davood

mercoledì 26 settembre 2007

CARICATURA DI AHMADINEJAD DOPO IL RIFIUTO DELLA VISITA Al GORUND ZERO



In questa caricatura, l'autore,Badban, ha cercato di evidenziare una delle intenzioni di Ahmadinejad: rendere omaggio ai dirottatori islamici ucissi nel crollo delle torri gemelle.

la traduzione della prima caricatura: "non mi hanno dato il permesso di portare la corona di fiori offerta dal capo supremo( Khamenei.ndr), alle torri gemelle, centro commerciale internazionale di New York"

Nella seconda sequenza Ahmadinejad dice:" Volevo dedicarla a quei martiri e caduti musulmani di quei due aeroplani(i dirottatori kamikazze.ndr)>."

AHMADINEJAD ALLA COLUMBIA UNIVERSITY

AHMADINEJAD DURANTE IL SUO INTERVENTO ALL'ONU


Autore: Tofigh, rifugiato politico iraniano

USA, la Camera approva nuove sanzioni contro l'Iran


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Alla quasi unanimità i Deputati hanno votato misure punitive contro le filiali negli Stati Uniti delle multinazionali che fanno affari con la Repubblica islamica d'Iran. Il testo prevede anche il divieto di cooperare con i paesi che sostengono il programma nucleare iraniano e invita il governo statunitense a fare pressioni sugli altri paesi e sulle istituzioni bancarie affinche cessino d'investire in Iran.

Nella legge, che dovrà essere confermata al Senato, c'è anche la richiesta al Dipartimento di Stato di mettere i Guardiani della rivoluzione iraniani, i Pasdaran, sulla lista delle organizzazioni terroristiche. Washington accusa i Pasdaran di aiutare i gruppi ribelli sciiti in Iraq.

Commento: La comunità iraniana accoglie con la soddisfazione le decisioni prese dalla Camera americana e augura che a presto vengano acolte le sue richieste dall'amministrazione Bush. Ma allo stesso tempo chiede anche l'immediata rimozione del nome della resistenza iraniana dalla lista nera americana.
Non si può mantenere allo stesso tempo, nella sessa lista, la vittima insieme al suo carnefice. E' contraditorio. Significa scarsa credibilità. Vi assicro che il regime dei mllah teme di più la rimozione della resistenza iraniana dalla lista nera che l'inserimento del nome del suo organo repressivo chiamato Sepah Passdaran nella stessa lista nera. Allora, secondo noi benvengano le sanzioni generali contro il regime clericale e terrorista dei mullah e allo stesso ben vengano anche segnali di incoraggiamento alla popolazione.

karimi davood

martedì 25 settembre 2007

AHMADINEJAD E COLUMBIA UNIVERSITY



Il regime terroristico dei mullah, a proposito dell'invito della Columbia University rivolto al presidente terrorista Ahmadinejad, aveva cucito un sacco lunghissimo per la raccolta della frutta di questo intervento. Aveva fatto forti investimenti e pubblicità sul piano interno e sperava di poter farne un caso di successo mediatico per un cosidetto"professore, presidente" dell'Iran. Secondo le previsioni dello stesso Ahmadinejad, il suo intervento sarebbe stato un successo che averebbe messo all'angolo l'amministrazione di Bush e che l'avrebbe costretto a concedergli l'autorizzazione per poter visitare il Ground Zero di New York. Ma grazie all'introduzione del rettore dell'università, che ha riportato nel suo rapporto, quasi tutto il dossier criminale del regime dei mullah, a partire dalla violazione dei diritti umani e alla persecuzione dei Bahaii, dall'interferenza negli affari interni dei paesi musulmani al terrorismo iraniano in Iraq, dai tentativi di costruire la bomba atomica fino alla politica misogenica di Ahmadinejad, ha praticamento fatto diventare la festa di nozze immaginaria di Ahmadinejad in una cerimonia funebre per il fondamentalismo islamico iraniano. Bisognava vedere la faccia di ahmadinejad quando ha preso la parola:Cupo, nervoso, rosso in faccia a tal punto che se avesse avuto la possibilità avrebbe tirato fuori la sua arma e avrebbe scaricato addosso del rettore tutto il suo odio khomeinista. Ma per fortuna lui si trovava a New York e in una prestigiosa università americana. E non poteva fare altro che ingoiare il rospo e replicare quanto era possibile. Ha negato tutto. La costruzione della bomba atomica è diventato " ricerca per energia nucleare a fini pacifici e per non essere costretti domani a comprare da voi l'energia".A detta di lui "Iran è un paese democratico e tollerante e vittima del terrorismo. Dove le donne sono libere di fare tutto ciò che vogliono( per favore guardate la foto di pochi giorni fa, di una scuola femminile elementare. Guardate come hanno ridotto le bambine di 7-8 anni. Tutte costrette a presentarsi con Hejab islamico), e che gli omosessuali non esistono e che la pena di morte esiste perchè esiste anche in America e che si pratica contro i contrabandieri di droga e contro chi violenta e uccide le persone". Ha cercato di sfuggire alle domande sull'Israele e ha aggirato la risposta verso la comunità ebrea che vive in Iran. In poche parole l'Iran di Ahmadinejad è un paradiso. La festa di nozze di Ahamdinejad con la Columbi University è diventata la cerimonia funebre dove al posto di grandi applausi c'è stata una freddissima accoglienza e una serie di contestazioni sia all'interno della sala che fuori.I dolcetti sono diventati amari e al veleno.
Adesso la palla si trova nelle mani di quei cittadini iraniani e americani che hanno organizzato una grande manifestazione di protesta da tenere durante l'intervento di Ahmadinejad durante i lavori dell'Assemblea generale dell'ONU.Non si può negare l'evidenza. Non si può essere negazionisti e allo stesso tempo pretendere tappeto rosso alla Columbia University!

I miei sinceri e migliori auguri ai contestatori e ai manifestanti contro Ahmadinejad che si taerrà di fronte al palazzo di vetro di New York.
karimi davood

lunedì 24 settembre 2007

AHMADINEJAD A NEW YORK


24-SET-07 16:54
IRAN: TABLOID NEW YORK CONTRO AHMADINEJAD, IL PAZZO IRANIANO E' TRA NOI


New York, 24 set. (Adnkronos) - "Il pazzo iraniano cammina tra di noi", "Il male e' atterrato a New York", "Il pazzo presidente iraniano ospite di disonore" della Columbia university: e' questo il tenore dei titoli, tra l'oltraggiato e l'apocalittico, dei tabloid newyorkesi, come il Dailynews ed il New York Post, a commento della prima giornata newyorkese del presidente iraniano, atterrato ieri pomeriggio al Jfk Airport, per essere trasferito all'hotel Intercontinental Barclay, dove la polizia ha dovuto chiudere un'intera strada, la 49esima, al passaggio del suo corteo.

Senatore De Gregorio chiama in causa l'Iran


«L’ombra dell’Iran dietro il sequestro»
Fonte: Giornale.it

Molti tengono la bocca chiusa sul delicato caso dei militari italiani rapiti in Afghanistan, ma il presidente della commissione Difesa del Senato, Sergio De Gregorio, non ha peli sulla lingua e chiama in causa l’Iran. Il parlamentare racconta anche della proposta di «non belligeranza» in zone di crisi come l’Afghanistan e il Libano, dove sono impegnati i nostri soldati, offerta all’Italia da un importante generale di Teheran.

Che missione stavano svolgendo i due militari italiani scomparsi?

«Da quanto mi ha detto il ministro della Difesa Parisi si tratta di due sottufficiali che svolgevano funzioni di relazione con le autorità istituzionali afghane e la popolazione civile della provincia di Herat. Gli uomini che fanno questo lavoro sono militari addestrati anche a recepire informazioni e svolgono un compito che può dirsi vicino a quello dell’intelligence. In ogni caso vorrei sottolineare che non credo nella casualità dell’evento».

Vuole dire che non si tratta di un rapimento da parte di clan etnici in guerra fra loro, ma di qualcosa di più grave?

«È evidente che la zona dove sono scomparsi è vicino al confine iraniano. Fonti afghane riferiscono dell’ipotesi che sarebbero in mano a clan locali per chiedere un riscatto. Per quello che so dell’area, immagino che pure se fossero stati intercettati da banditi probabilmente finiranno in mano a gruppi ben più organizzati. In questo momento la rete di Al Qaida e le fazioni talebane sono quelle che hanno maggiori mezzi e controllo sul territorio».

Sta dicendo che verranno passati di mano?

«Finiranno in mani accorte e attente che trasformeranno questa vicenda in un caso politico. Chi le dice che l’Iran non abbia interesse a sollevare una crisi, anche in termini mediatici sul rapimento, per allontanare l’attenzione dal nodo nucleare nel momento in cui anche un Paese europeo (la Francia, nda) ha parlato di guerra contro Teheran? Il fatto che gli iraniani possono contare su un controllo e un’influenza molto forte sulla regione (l’Afghanistan occidentale, nda) lascia immaginare che non si lasceranno sfuggire l’occasione di gestire la situazione. Non basterà pagare un riscatto per superare questa crisi».

domenica 23 settembre 2007

Afghanistan, scomparsi due italiani al confine con l'Iran


sei in 25ore, data 23.09.2007, orario 12:40.




KABUL – Due italiani risultano dispersi in Afghanistan. La notizia è stata diffusa dalla polizia afghana, che ha detto di essere alla ricerca di due nostri connazionali di cui si sono perse le tracce nella zona ovest del paese, al confine con l’Iran. Da accertamenti in corso emerge che potrebbe trattarsi di due militari italiani, con i quali da qualche ora si sono interrotti i contatti. Smentita la voce che tra i due rapiti ci sarebbe stato anche un giornalista.

Commento: Pochi giorni fa il terrorismo iraniano si è scatenato contro i francesi, perchè avevano dichiarato, per bocca del loro ministro degli esteri, che il mondo deve preparasi alla guerra contro l'Iran. Oggi, il terrorismo iraniano ha toccato gli italiani. Perchè? La risposta è semplice. Gli iraniani, intendo dire il regime dei mullah, stanno costruendo un cerchio di sicurezza, attraverso azioni terroristiche che hanno come obiettivo mettere in guardia tutti i paesi interessati, in particolare quelli occidentali, da un loro eventuale coinvolgimento nelle azioni belliche preparate dagli americani. Ultimamente tutti i dirigenti iraniani, militari e non, avevano pubblicamente minacciato tutti i paesi che averebbero messo a disposizione, i loro territori, degli americani per facilitare le loro operazioni contro Iran. Si sa che l'Italia è uno di quei paesi che da sempre ha messo a disposizione degli americani le sue basi e aeroporti militari.
Non bisogna andare lontano. E' l'Iran, secondo la mia opinione dietro tale azione terroristico. Bisogna prenderlo per collo e stringerlo fin quando non libera gli ostaggi. Bisogna dimostrare la prontezza, la fermezza e la determinazione. Altrimenti il terrorismo iraniano si avvanza come un buldozzer.
In futuro ne parlerò di più.


sabato 22 settembre 2007

CARICATURA: AHMADINEJAD A NEW YORK


Fonte: blog Badban
Autore cerca di collegare il tragico crollo delle torri gemelli di New York alla mossa propagandistica di Ahmadinejad che ha chiesto di poter visitare il Ground Zero e porre una corona di fiori in memoria dei caduti del 11 settembre 2001.

Il presidente del regime terroristico dei mullah aveva demagogicamente espresso il desiderio di visitare il Ground Zero, ma le autorità locali della città ferita violentemente nell'anima e nel corpo dal terrorismo alimentato dal fondamentalismo islamico di cui il regime di Khomeini a detta di Bush è il maggior sponsor sul piano internazionale, hanno detto NO, difendendo la memoria dei caduti delle torri gemelli. Ancora una volta ribadisco la soddisfazione della comunità iraniana per tale decisione delle autorità americane. Chiediamo anche ai responsabili della Columbia universuty di fare altrettanto e vietare l'ingresso di Ahmadinejad su suolo della prestigiosa università New Yorkese.
la domanda che pongo è questa: perché oggi Ahmadinejad chiede di visitare il Ground Zero? quali sono gli obiettivi? La risposta è semplice. Il regime dei mullah sempre ha giovato delle divergenze esistenti all'interno della comunità internazionale per portare avanti i suoi piani distruttivi e dannosi per il mondo intero. Con tale mossa avrebbe potuto ancora imbrogliare quelli ambienti che coscientemente o incoscientemente appoggiano il regime iraniano. Avrebbe dato un'arma in più a quei ambienti di accondiscendenza che accusano l'amministrazione americana a voler scatenare un'altra guerra inutile contro il regime iraniano. Ahmadinejad, sicuramente durante la sua visita avrebbe fatto anche un discorso lungo e doloroso denunciando tutto il mondo a volere schiacciare un paese inocuo e vittima del terrorismo interno ed internazionale. Avrebbe inscenato un vittimismo degno solamente dei dirigenti iraniani.( Si sa che solo gli iraniani sono capaci a mettere le bombe tra la popolazione e arrivare immediatamente in soccorso delle loro stesse vittime. Il caso della città di Kirkuk iracheno è emblematico quando sono arrivati subito dopo gli attentati con le ambulanze e le telecamerre).
Durante il suo discorso avrebbe sostenuto che amministrazione americana vuole mandare a morte migliaia di giovani americani e in tal maniera avrebbe portato la società americana in un incubo di guerra con dei scenari catastrofici. In poche parole avrebbe messo all'angolo amministrazione americano e in particolare Bush riversando la responsabilità del crollo delle torri gemelli sulle spalle dei loro governanti. Avrebbe pianto come ha pianto durante i funerali del suo padre commuovendo tutta la comunità americana.
Se ciò fosse avvenuto sarebbe stata una grande vincita per il terrorismo internazionale e allo stesso tempo sarebbe stato uno schiaffo alla memoria di quei caduti del 11 settembre che hanno perso la loro vita a causa dell'odio fomentato dal padre ideologico del fondamentalismo islamico. Riferisco a Khomeini, il più feroce boia del secolo passato e padre ideologico, politico, economico del fondamentalismo e dell'integralismo di oggi. E Ahmadinejad è il suo figlio legittimo. Ancora complimenti con amministrazione locale e soddisfazione per questao schiaffo ricevuto da Ahmadinejad dal popolo americano. Grazie America. Al resto ci pensano gli iraniani nazionalisti e patriottici che faranno sentire la rabbia e la voce della popolazione e di quei giovani impiccati in pubblico da Ahmadinejad nelle strade di Teheran e di altre città iraniane. Sicuramente il popolo new yrkese sarà a fianco degli iraniani che durante la permanenza del capo del "regime sponsor del terrorismo internazionale" porteranno in tutte le piazze lo sdegno e la disapprovazione e la rabbia di un popolo che ama la pace, la libertà e la democrazia e al contrario del regime dei mullah sogna di convvivere pacificamente con tutti i soui vicini e lontani.
Dimostrare la prontezza di azione, la fermezza nella risposta e la determinazione nel difendere i santi principi della democrazia, con tutti mezzi a disposizione è un atto umano e dovuto.
karimi davood, presidente associazione rifugiati politici iraniani in Italia

Iran: gli Usa si ritirino dall'Iraq. Presentato nuovo missile a lunga gittata


Ahmadinejad "Se vogliono risolvere i loro problemi", gli Usa hanno una sola via: "Ritirare le truppe dalla regione, e specialmente dall'Iraq". Lo ha detto oggi il presidente iraniano, Mahmud Ahmadinejad, parlando alla parata militare con la quale ogni anno a Teheran viene commemorato l'inizio della guerra con l'Iraq, nel 1980. "La presenza delle forze straniere - ha aggiunto Ahmadinejad - e' la fonte di tutta l'insicurezza, le discordie e le minacce. Accusare gli altri non risolverà' alcun problema". Il riferimento e' alle accuse rivolte da Washington a Teheran di fomentare la violenza in Iraq.L'Iran ha presentato per la prima volta un nuovo missile a lunga gittata, il 'Ghadr', nel corso di una parata militare. Il missile puo' colpire un obiettivo a 1.800 chilometri di distanza. Secondo il commentatore ufficiale della parata, un esemplare di missile e' stato presentato insieme a uno 'Shahab-3", che ha una gittata di 1.300 chilometri. Il 'Ghadr' sembra essere una versione aggiornata dello 'Shahab-3'. In passato, i responsabili militari iraniani avevano affermato che la gittata di quest'ultimo missile era stata aumentata fino a 2mila chilometri.
COMMENTO: Di recente ho sostenuto che per combattere il terrorismo ci vogliono tre elementi essenziali senza i quali qualsiasi attività intrapresa in tal senso sarebbe come " pestare l'acqua nel mortaio"( un famoso proverbio persiano). I tre elementi sono: prontezza, fermezza e determinazione. In mancanza di uno dei quali non si può sperare di raggiungere risultati prefissati e desiderati. Questi tre fattori sono interdipendenti e di importanza strategica. Per esempio oggi in mancanza di questi tre pecularietà, vediamo il rislutato: Ahmadinejad porta in piazza vari missili e allo stesso tempo reclama la Jiahad contro infedeli e ordina agli americani di lasciare l'area mediorientale. In poche parole dismostra i denti minacciando i soldat americani di mandarli a casa non in verticale bensì in orizzzontale. Leggendo la notizia sopprariportata ci si capisce benissimo che in mancanza di una politica unita e seria e determinata il presidente del regime dei terroristi si permete ad avvanzare le sue richieste nefaste e malignie. Lasciare 'Iraq nelle mani del terrorismo.
Ma la domanda che pongo è questo: e' giusto che la comunità internazionale si dimostri cosi debole e divisa di fronte ad un pericolo che ha una portata mondiale? la mia risposta è no. In questo momento dobbiamo abbandonare tutte le nostre convinzioni ideologiche e politiche e capire bene quale è il reale pericolo della società civile e di conseguenza agire nel interesse generale del mondo intero. Ci sarà del tempo necessario per poi intavolare discussioni ideologiche e politiche. Una volta soppressa il pericolo reale l'atmosfera sarà più rilassata e più disponibile. Ma per capire questo concetto ci vuole una mentalita aperta politica intelligente. Bisogna denudarci dai dogmi e aprire gli occhi. Il tempo stringe e il pericolo è sempre più vicino. Bisogna essere pronti ad agire e a dimostrare la fermeza nel combattere il pericolo e determinati a usare tutti i mezzi consentiti a usare onde debellare questo tumore mortale. In questo caso è legittimo ricorrere a qualsiasi mezzo che ci consenta di vincere il nemico. Dobbiamo dimostrare che siamo uniti e fermi e pronti ad agire. In questo caso il regime dei mullah ci pensa due volte prima di dire che "bisogna cancellare l'Israele dalla faccia della terra". Oppure " gli americani devono abbandonare l'Iraq. Sono loro la causa di tutta la violenza in questo paese." Se oggi siamo testimoni di tutta questa aggressività il fatto è dovuto alla mancanza di quei tre fattori che vi ho elencato prima. In sintesi dobbiamo dimostrare che per combattere il terrorismo noi siamo più fermi, più decisi e più determinati a difendere i nostri sacri valori per cui i nostri genitori hanno sacrificato la loro vita e con il loro sangue hanno irrigato l'albero della vita democratica, tollerante e prosperoso.
karimi davood

venerdì 21 settembre 2007

DICHIARAZIONI DI KUSHNER E LA REAZIONE DELL'IRAN




Secondo le informazioni giunte da varie agenzie di stampa, stamattina a Kabul, èstato esploso un autobomba lungo il tragitto di una caravana dei militari francesi appartenenti all'Isaf. Un morto e molti feriti tra i militari.


La domanda che nasce spontanea è questa: che rapporto esiste tra le dichiarazioni di guerra del ministro francese Kuchner e questa autobomba?


la risposta è semplice: é una risposta militare ad una dichiarazione, sccessivamente rimangiata, di guerra contro i piani atomici militari iraniani.


Il regime dei mullah è molto tempestivo e fulminea nel rispondere ai tuoni della guerra. Anche perche ci vede la sua soppravvivenza. Non si fermerà sicuramente ad una sola operazione e provvederà a rispondere in mille altri modi. E' immprevedibile. Si rifugia sotto ombrello del terrorismo perchè lo considera l'unico modo con cui potrà scoraggiare la comunità internazionale a desistere da un eventuale attacco alle sue installazioni militari atomiche nascoste in mille sotterranei. Al regime iraniano bisogna dimostrare i tre fondamentali fattori che ci garantiscono la continuità della vita democratica: prontezza, fermezza e determinazione. Ad ogni attacco bisogna rispondere con mezzi idonei con la fermezza ferrea e con la determinazione di volere diffendere i sacri principi della democrazia.


karimi davood

giovedì 20 settembre 2007

Iran: Bush," Ground Zero off limits per Ahmadinejad"



»set 17:11 Iran: Bush, "Ground Zero off limits per Ahmadinejad"
NEW YORK - Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad non ha diritto di recarsi a Ground Zero: ''Non e' posto per lui, leader di uno stato che fiancheggia il terrorismo''. Sono parole del presidente americano George W Bush in conferenza stampa a New York. Bush si riferisce all'opportunita' di far visitare ad Ahmadinejad il luogo dell'attacco alle Torri Gemelle. Parlando della crisi iraniana, il Capo della Casa Bianca ha affermato di voler lavorare con gli alleati "per risolvere la crisi nucleare in maniera pacifica". (Agr)
Commento: Secondo noi, il governo americano tenendo conto della natura terroristica e del passato di Ahmadinejad nell'occupazione dell'ambasciata americana a Teheran non avrebbe dovuto concedergli il visto di ingresso in America.
A nome della comunità iraniana esprimo la nostra soddisfazione per il rifiuto della visita di Ahmadinejad a Ground Zero. Sarebbe stato uno schiaffo a quelle persone che a causa del fondamentalismo islamico si sono polverizzate nel crollo delle torri gemelli. Approviamo in pieno tale decisione e chiediamo più fermezza nella lotta a chi è abituato a collocare le bombe tra la popolazione e poi arrivare sul luogo del crimine con ambulanze e le telecamere e fare finta di soccorere le vittime. Il recente caso degli atti terroristici avvenutisi nella città di Kirkuk iracheno sono esempi più evidenti di tale politica demagogica khomeinista. In quel caso le ambulanze iraniane sono arrivate dopo le esplosioni e hanno portato negli ospedali di alcune città iraniane le vittime di quelle esplosioni. Con tanto di telecamere e servizi vari. Di nuovo i nostri migliori auguri all'amministrazione New yorkese che ha rifiutato categoricamente la visita del capo di uno stato che a detta di Bush è il maggior sponsor del terrorismo internazionale.
karimi davood

mercoledì 19 settembre 2007

GUERRA IRAN-COMUNITA' INTERNAZIONALE






















INIZIATO IL CONTO ALLA ROVESCIA ?






NE ANNUNCIA L'INIZIO IL MINISTRO DEGLI ESTERI FRANCESE NONOSTANTE LA SMENTITA SUCCESSIVA
COSA BISOGNA FARE?
E' SUFFICIENTE LA SOLANATERAPIA?
OPPURE BISOGNA RICORRERE AllA TERAPIA DELLA GUERRA?

L'albero del fondamentalismo islamico iraniano è stato impiantato nella terra persiana l'11 febbraio del 1979 grazie alla rivoluzione popolare che incoscientemente ha affidato la sua sorte nelle mani di Khomeini. Ammetto che anche io facevo parte di quei giovani del '79 che affidammo il nostro destino a quel mostro che successivamente ha conquistato il guinness della violenza e della criminalità tanto che gli è stato riconosciuto, da parte del popolo iraniano, l'appellativo del più grande boia del secolo. Non ha avuto pietà né per i bambini né per gli anziani e nemmeno per le donne. Ha passato per le armi i minorenni di appena 10 anni fino agli anziani di 75-80 anni. Ha dato ordine di sterminare chiunque fosse simpatizzante dei Mojahedin del popolo, perfino le donne incinte. Ha dato fatwa religiose contro gli stranieri tra cui è emblematico il caso di Salman Rushdi. Nei 30 anni del suo regime ha registrato, sul piano interno, la cifra di 120.000 persone uccise. Sul piano internazionale il suo dossier è ancora più distruttivo. Ha sferrato i più sanguinosi attacchi contro le persone inermi e indifese tra cui il caso Iraq è molto significativo. Nell'arco di 4 anni non ha risparmiato nemmeno un giorno per mietere vittime tra la popolazione. Non ho cifre esatte ma si parla di migliaia e migliaia di persone uccise con le bombe iraniane. Se dovessi riportare in pieno il dossier del regime di Khomeni mi ci vorranno anni e anni di scrittura esattamente pari agli anni che ha regnato e tuttora regna in Iran. Anche perché ogni giorno del suo regime è equivalso ad un giorno di atti di violenza contro l'umanità intera. Allora ci vorranno esattamente 30 anni per completare il suo curriculum. Ha retto in piedi grazie alla repressione interna e al terrorismo esterno. Entrambi sono andati avanti come se fossero un binario su cui si regge il treno. Lo stesso Ahmadinejad ha detto che" il treno del regime iraniano ha perso sia i freni che la marcia indietro" . Ha sostenuto ripetutamente che" il programma nucleare iraniano non torna indietro." Ha ripetutamente minacciato di "cancellare dalla faccia della terra Israele". Ha fatto vedere i suoi denti aguzzi a chiunque si sia opposto al suo regime. Perfino ha sterminato gli scrittori e gli intellettuali che ogni tanto alzavano la testa per dire che
"ci siamo anche noi in questo paese e che abbiamo anche noi il diritto di vivere".
In poche parole il regime di Khomeini ha tagliato il respiro a chiunque fosse contrario al suo operato. Ha usato in modo sfrenato la carta del terrorismo per ricattare la comunità internazionale ai fini di scoraggiare qualsiasi azione contro il suo regno e portare avanti i suoi progetti maligni tra cui la costruzione della bomba atomica, chiamata dallo stesso Khomeini "la garanzia per la sopravvivenza dell'Islam". ( leggi il regime dei mullah). Ha usato contemporaneamente la politica di accondiscendenza offertagli dagli europei e dagli americani al fine di coprire le sue mani sanguinanti e cementificare le basi dell'integralismo islamico. Grazie alla quale ha avuto il tempo necessario per la formazione e maturazione di una serie di gruppi e partiti islamici( sciiti e sunniti), che a prescindere dalla loro nazionalità prendono ordini dal regime iraniano: Hezbollah, Hamas, Sepah Badr iracheno, Majles Superiore iracheno di Hakim ecc.. L'esempio più eclatante è stata la guerra tra Hezbollah e Israele. A detta degli analisti militari internazionali, l'Iran è stato il vero vincitore di quella guerra. Non parlo di quattro anni di bombe e auto bombe che tutti i giorni insanguinano le vie irachene uccidendo prevalentemente bambini e donne. Sul piano interno i numeri parlano chiaro: prostituzione, povertà, violenza domestica e sociale, criminalità e corruzione, mancanza di libertà e di democrazia sono i segni piu evidenti del regno di questo male del nuovo millennio.
Allora? Cosa bisogna fare? Quale è la cura? La cura del tipo Solanaterapia risponderà? La guerraterapia? O popoloterapia?
Per rispondere a queste domande debbo tornare indietro quando il popolo iraniano sacrificando il suo sangue ha incoscientemente contribuito alla formazione di questo regno del male.
La politica di Solanaterapia ha avuto 16 anni di tempo per poter guarire il male che affligge l'Iran. Inizialmente con Rafsanjani e poi con Khatami: 8 più 8 uguale a 16 anni dei governi moderati". Il risultato della Solanaterapia è stato la nascita di un mostro di nome Ahmadinejad con i denti più affiliati e artigli sempre fuori e pronte ad attaccare e cancellare dalla mappa del mondo chiunque gli vada contro. Allora, secondo me questa politica è fallita. Il capo della resistenza iraniana, Massoud Rajavi, all'epoca dell'inizio della politica di accondiscendenza ha dichiarato pubblicamente che " la vipera non partorisce colombo". Il senso della sua dichiarazione : l'inutilità dell'investimento nelle fazioni interne sperando che dall'interno del regime esca un colombo salvatore che possa dirigere il paese verso un governo sopportabile e tollerabile!. Fallimento totale di questa politica. l'unico risultato è stato la crescita e la maturità e l'aggressività ulteriore del soggetto. E' stato dato il tempo per spuntare i denti al mostro del fondamentalismo islamico iraniano tanto da poter mordere chiunque gli si avvicini( basti guardare l'attuale situazione iracheno in cui il maggior numero delle vittime americane sono quelle cadute per l'esplosione delle bombe costruite dagli iraniani e passate nelle mani della guerriglia irachena. Le parole del generale Petraus sul coinvolgimento iraniano negli atti terroristici in Iraq è molto significativo. L'odio iraniano verso gli americani presenti in Iraq ha una doppia motivazione: il primo perché hanno occupato un paese mirato fin dal 79 dallo stesso Khomeini per cui scatenò una sanguinosa guerra per conquistarlo. Il secondo è che oggi il regime dei mullah vede e sente le forze militari del Pentagono al suo fianco per parecchi migliaia chilometri. Per dirla nei termini commerciali si può assomigliare la questione al fatto che la Guardia di Finanzia installasse una stazione fissa di fronte al negozio di un onesto commerciante per controllare i suoi movimenti. Lui, pur essendo una persona per bene, dopo una settimana si ammala di tremori, parkinson, Alzehaimer e anche malattia della mucca pazza e tante altre cose di cui non posso elencare i nomi.( secondo me ironia è lo zucchero che addolcisce un articolo lungo e noioso quale mio). In poche parole, il regime di Khomeini non si rassegnerà all'idea di avere il Pentagono addosso. Di conseguenza sempre ricorrerà al terrorismo per convincere gli americani di andare via e lasciare l'Iraq nelle mani iraniane. Ahmadinejad di recente ha detto" se gli americani vanno via noi colmeremo il vuoto lasciato da loro". Se gli americani abbandonano l'Iraq il che significa commettere il più grave errore strategico militare della storia dell'umanità( in Iraq è in corso una guerra tra due alternative: La prima di matrice khomeinista fondamentalista tipo iraniano e l'altra di matrice nazionalista, popolare, democratica e pluralista. Nel caso della vincita della seconda si può sperare che gli americani abbandonino il paese. Ma solo e solo in questo caso). Sarebbe come abbandonare un bambino nella gabbia di un branco di lupi affamati. Dopo un Po non ci rimarrà nemmeno un pezzo di osso sui cui piangere e fare i funerali. All'improvviso avremmo un Iran ingrandito fino all'Israele. Vi assicuro che in quel momento gli israeliani devono scappare prima che vi fossero cacciati a suon di bombe e di missili. In quel caso saremmo già entrati in una guerra da cui uscire è assai difficile. Solo l'uso dell'esempio di Hiroshima potrà salvare il salvabile. Vedete come è dannoso la politica di accondiscendenza dell'Ayatollah Solana? Vedete come ci ha condotto verso una guerra di cui la fine è molto oscuro e imprevedibile? Un fatto scontato è ciò che la comunità internazionale non potrà accettare un Iran dotato di bomba atomica. I progressi ottenuti dal regime lungo la via di ricerca atomica è dovuto esclusivamente all'esistenza di questa politica chiamata da noi " ACCONDISCENDENZA". Camminando su questa strada io vedo il futuro molto annebbiato e tortuoso. Coloro che oggi parlano dei rischi della guerra e hanno paura di un milione di morti di oggi e non si sentono responsabili di 100 milioni di morti di domani devono spiegarci quali garanzie ci offrono per il domani proseguendo questa strada che sicuramente porterà alla guerra la comunità internazionale contro il regime dei mullah. Ormai la terapia di Solana and company è scaduta. E' arrivato il tempo che ne prendano atto di tutto il male che la loro politica ha afflitto sia al popolo iraniano che alla sua resistenza nonché alla comunità internazionale.
La terapia giusta: Come ho sostenuto molte volte la terapia giusta e senza rischi( per la comunità internazionale intendo), è quella di affidare al popolo iraniano e alla sua resistenza il destino dell'IRAN. Togliendo la resistenza iraniana dalla lista nera dell'Unione europea e americana è un atto dovuto e intelligente che incoraggerà la popolazione a scendere in piazza e pretendere i suoi diritti sacrosanti: la libertà e la democrazia. La resistenza iraniana ha ripetutamente ha dichiarato che non ha bisogno ne di armi ne di soldi. Basta togliere il bastone messa tra le sue ruote. A spingere la macchina saranno i figli, i nipoti, gli amici e i parenti di questi 120.000 giovani, donne, bambini, anziani che hanno sacrificato la loro vita per la libertà e la democrazia in Iran più un popolo in ferventi e ferito e tradito da trenta anni di violenza di guerra e di repressione. Sì, a spingere il motore della resistenza iraniana sarà l'intera popolazione.
Concludo e ribadisco che dalle tre alternative esistenti ( la politica di accondiscendenza, la guerra esterna e la terza via di Maryam Rajavi), la prima è stata violentemente fallita e sconfitta e affidata alla pattumiera della storia. Ci rimangono altre due. La prima è la guerra americana e la seconda la terza via di Maryam rajavi. Secondo me la prima è molto rischiosa e pericolosa. Potrebbe scatenare il terrorismo internazionale alimentato dei mullah e mettere a ferro e fuoco l'intero mondo. Non ci giurerei sul suo successo. Il suo rischio è altissimo. Si è vero di fronte al fuoco dell'esercito americano nessuno resiste. Ma il regime iraniano non è il regime di Saddam Hossein. L'Iraq di fronte alla guerra americana ha difeso il suo paese scrupolosamente e solamente all'interno dei suoi confini nazionali. Ma il regime dei mullah non farà altrettanto. Si difenderà su tutto i l pianeta. A meno che gli americani prima di sferrare un attacco portino avanti una campagna di potatura delle ramificazioni di questo albero che ormai ha raggiunto quasi tutto il pianeta mandando giù anche delle radici. In questo caso si alza il grado di successo dell'operazione. Ma specifico e ribadisco che qualsiasi operazione militare sferrato contro Teheran se non è sostenuto dalla popolazione interna ed esterna avrà la vita assai dura. In tal caso bisogna dimostrare che l'obiettivo dell'operazione non è la popolazione interna. Allora, a maggior ragione, oggi stesso bisogna rimuovere il nome della resistenza iraniana dalla lista nera europea e americana. Concludo e torno sulla mia convinzione politica e strategica . Il problema iraniano si risolve solamente e solamente con la terza via proposta dalla presidente Maryam Rajavi: in questo caso l'Europa e l'America non rischiano di rimanere vittime del terrorismo iraniano. Non rischiano di perdere nulla. No rischiano di perdere i loro interessi tattici e strategici. L'unico beneficio che avranno, oltre alla tranquillità e serenità e pace, è, che all'improvviso si troveranno in una situazione in cui saranno costretti a mandare a un lungo riposo i loro addetti alla sicurezza, interni ed esterni. Forse a questo danno si possa rimediare con qualche spostamento di ufficio.
Con la terza via di Maryam Rajavi, toccherà ancora al popolo iraniano di pagare il grande tributo di sangue per togliere chirurgicamente questo tumore maligno e in avanzato stato di metastasi. Riusciremo a superare anche questa prova di civiltà degno del popolo persiano? Sì, sicuramente sì. Ma in questo cammino abbiamo anche bisogno del supporto morale e politico della comunità internazionale. Non bisogna scordare che l'obiettivo del regime di Khomeini è di portare e di diffondere l'islam fanatico e fondamentalista anche in Italia e in Europa e sostituire l'altare della patria con tre gru uno adibito all'impiccagione dei minorenni, l'altro all'esecuzione dei giovani, e l'ultima per dare esempio ai genitori colpevoli di aver educato figli non idonei ai principi dell'islam fanatico.
Il regime dei mullah ha puntato tutte le sue forze sulla costruzione dell'impero islamico. Nella sua Costituzione esiste un articolo che stanzia e devolve tutte le sue forze dalla A alla Z alla realizzazione di tale sogno.
Riuniamoci intorno al popolo iraniano prima che sia troppo tardi. Al regime iraniano esiste una buona e sicura e provata alternativa ed è anche a buon mercato. Si chiama Il Consiglio Nazionale della resistenza Iraniana presieduto dal Sig. Massoud Rajavi.
Il conto alla rovescia è già iniziato. E' significativo il fatto che un personaggio come ministro degli esteri francese, storicamente di origine umanitaria e pacifista, ne annunci l'inizio del conto alla rovescia. Allora tocca a noi riflettere e domandare dove e come hanno sbagliato i nostri politici? E naturalmente anche prepararci a ricevere gli scheggi delle bombe.
A questo punto mi domando perché la comunità internazionale prende la strada statale quando l'autostrada è libera, gratuita e sicura? l'auto strada si chiama " la terza via di Maryam Rajavi".
karimi davood








!!!

lunedì 17 settembre 2007

LA FRANCIA E L'IRAN


















Parigi: «Prepariamoci alla guerra con l’Iran»


di Alberto Toscano
- lunedì 17 settembre 2007,
07:00

da Parigi
«Dobbiamo prepararci al peggio», ha dichiarato ieri in un’intervista radio-tv il ministro degli Esteri francese Bernard Kouchner a proposito del nucleare iraniano. Stupito dalla frase di Kouchner, uno degli intervistatori gli ha chiesto che cosa possa significare l’idea di quel «prepararsi al peggio». Il titolare del Quai d’Orsay ha dato con molta calma, soppesando bene le parole, una risposta impressionante: «Prepararsi al peggio vuol dire prepararsi alla guerra». Ormai è chiaro: la Francia di Sarkozy prende in considerazione l’idea di un intervento militare contro l’Iran per impedirgli l’accesso all’arma nucleare.

Una linea in sintonia con gli Usa: indiscrezioni di stampa hanno affermato che Washington sta mettendo a punto i piani di un eventuale attacco all’Iran, volto a distruggerne il potenziale nucleare prima che questo possa diventare operativo.

Nel suo discorso di fine agosto agli ambasciatori francesi, Sarkozy aveva lanciato un monito all’Iran: «Speriamo si possa evitare – aveva detto – una situazione gravissima, in cui la comunità internazionale dovrebbe scegliere tra due possibilità ugualmente terribili: ammettere che l’Iran disponga di armi nucleari o lanciare operazioni militari per impedirlo».

Ieri Kouchner ha precisato che la Francia «intende perseguire la via del negoziato» per portare l’Iran a più miti consigli. Tuttavia ha voluto lanciare due ben precisi segnali agli iraniani: 1) se continuano nel loro programma nucleare militare, pagheranno un prezzo elevato anche in termini economici; 2) la preparazione dei piani militari va avanti in fretta («Si stanno mettendo a punto piani militari che costituiscono una prerogativa degli Stati maggiori», ha detto). Infine Kouchner ha precisato che l’eventuale iniziativa militare «non è per domani».

Anche a Berlino c’è aria di tensione. Proprio ieri il ministro della Difesa tedesco Franz-Joseph Jung ha detto che – malgrado la Costituzione della Repubblica federale non lo preveda – la Germania sarebbe pronta ad abbattere aerei dirottati dai terroristi e utilizzabili come bombe volanti

COMMENTO: Abbiamo sempre sostenuto e ribadito fino alla nausea, e ne siamo fieri e non ci stancheremo nemmeno oggi a ripeterlo ripetutamente, che il comportamento del regime di Khomeini porterà alla guerra sicura e non altro. Naturalmente aggiungo anche il complice di guesta guerra è anche la politica di accondiscendenza europea nei confronti del regime di Teheran. Il secondo, volontariamente o involontariamente, incoraggia il primo a proseguire i suoi maglini piani atomici a scopi militari e di conseguenza è cooresponsabile di un eventuale scoppio della guerra. esattamente come quelle forze che hanno contribuito, al tempo pre seconda guerra mondiale, a Hitler di diventare il vero Hitler che la storia, per conoscerlo, ha dovuto pagare un altissimo prezzo sul piane delle vite umane. La mia previsione era che , con tale ritmo di lavoro di persuasione adottato dall'Ayattolah Solana, il regime iraniano proseguiro tranquillamente a portare avanti le sue ricerche finalizzate a costruire la bomba atomica" la garanzi per la soppravvivenza dell'Islam"(leggilo del regime dei mullah). Purtroppo si sta realizzando le mie previsioni e si stanno arrivano i tuoni della guerra. E' il momento che i movimenti pacifisti si schierino a fianco dei paesi che stanno cercando di fermare i piani atomici dei mullah e non a fianco del regime di Teheran scandendo slogan contro la guerra.
Questa volta il pacifismo passa attraverso la lotta contro la causa scattenante della guerra. Sì è strano ma questa volta dobbiamo schierarci a fianco dei paesi che si stanno esponendo militarmente contro le ambizioni atomici dei dirigenti di Teheran. I pacifisti mondiali non devono a nadare a manifestare davanti alla Casa Bianca ma devono andare a manifestare davanti alla ambasciata del regime dei mullah. Questa volta la colpa non è degli americani. Non vorrei fargli abluzione di sacralità. Pure loro hanno le loro colpe. Ma in questa faccenda, il pericolo atomico iraniano, dobbiamo tutti essere uniti contro i diabolici e catastrofici piani atomici militari di Teheran. La via della pace passa attraverso l'opposizione al regime guerrafondaio dei mullah iraniani. Solo in questa maniera possiamo allontanare la prospettiva della guerra.
Comunque ribadisco ancora che per me la guerra è iniziata nel 2003 e adesso tocca a noi evitare lo scontro frontale di entrambi schieramenti. Possiamo? la risposta a voi.
Io personalmente una risposta c'èl'ho. NO. E' arrivato il tempo di prepararci al peggio. In quel momento vorrei sapere dove si rifugia Ayatolah Solana: sul fronte della guerra o dietro i palazzi blindati del potere?
karimi davood

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domenica 16 settembre 2007

Maryam Rajavi:" la chiave della soluzione della crisi del medioriente è il cambiamento in Iran"





Come sostiene la presidente della repubblica della resistenza iraniana, nulla cambierà in medioriente se prima non fosse cambiato radicalmente e politicamente la situazione attuale in Iran. Questa tesi è matematica e non è un concetto lanciato a caso e senza fondamenta. 2più 2 fa 4 anche se qualcuno c'e lo vuole spacciare per 90!!!
Non è assolutamente possibile augurare la guarigione del malato abbandonandolo nelle mani delle streghe sperando nelle forze occulte. Il tumore maligno in particolare quello invasivo e fulminea si avvanza cosi velocemente che mette a ko qualsiasi tentativo di difesa e di strategia di cura. Basti prestare un minimo di attenzione alla situazione attuale irachena. Il terrorismo usato dal regime di Khomeini ha messo in ginocchio le forze armate di una grande potenza militare esistente sulla terra. E non è finito qui. Questo tipo di tumore non solo uccide chi lo ospita bensi ha un tale potere di trasmissione che non risparmia nemmeno quelli che ci si trovano nei d'intorni. Ha un metastasi rapida e violenta. E' insaziabile. Non ha pietà. Nè per i giovani nè per gli anziani e nemmeno per i bambini. Basti guardare la composizione delle vittime delle esplosioni quotidiane irachene. Le sue vittime predilette sono bambini e donne. Nel fondamentalismo islamico questi due elementi, (il primo il futuro dell'umanità e il secondo lo specchio di Dio), non godono dei diritti. Al tempo della guerra Iran-Iraq, gli attuali dirigenti del regime dei mullah costringevqano i bambini a camminare sui campi minati per pulirli dalle mine piazzate dagli iracheni. E gli chiamavano " MONOUSO". Non parliamo delle donne. La loro storia in Iran non ha bisogna di commenti o spiegazioni.
In poche parole la tana del male si trova a Teheran. Finchè non si decide la sorte di questo mostro non si può aspettare miracoli e miglioramenti in medioriente. Il tumore va tolto, prima che sia troppo tardi, chirurgicamente, e attraverso il popolo iraniano e la sua resistenza e non attraverso interventi militari stranieri. Nel primo caso il risultato è scontato ma nel secondo caso sono molto scettico del risultato sperato. Il problema iraniano va risolto con il contributo e tributo del popolo iraniano. Se in questo caso arrivano anche aiuti morali e politici ben vengano. E' da anni che noi auspichiamo un cambio della rotta da parte della comunità internazionale in senso positivo: sostenendo la popolazione iraniana e la sua resistenza togliendola dalla lista nera dell'Unione Europea e dell'America. Investire in questo affare politico secondo me è la cosa più intelligente al mondo. I beneficiari saranno di sicuro le prossime generazioni. Quando non ci sarà più l'incubo del terrorismo e del fondamentalismo islamico iraniano.
Man mano che andiamo avanti si evidenzia di più la terza via presentata dalla presidente Maryam Rajavi: Non alla guerra da parte delle forze straniere; non alla politica di accondiscendenza da parte della Comunità internazionale; Si al cambiamento democratico da parte del popolo iraniano sostenuto politicamente e moralmente da parte del mondo intero.
karimi davood

sabato 15 settembre 2007

ALGHAED METTE SU UNA TAGLIA PER CHI UCCIDE IL VEGNETTISTA SVEDESE


In questa vignatta Ayattollah Solana, supplica il rappresentante del regime terrorista iraniano, Ali Larijani a mettersi per bene al tavole delle trattative.

Sabato 15 settembre
Agenzia governativa Isna

Secondo quanto ha diffuso sta mattina l'agenzia governativa Isna, “il leader di Alghaed in Iraq ha stanziato un premio per chi uccide il caricaturista svedese”


Inoltre secondo quanto ha diffuso agenzia Associated Press, Abu Omar Albaghdadi, leader di Alghaed in Iraq, in una cassetta di mezz’ora ha dichiarato:” Noi annunciamo l’ordine della morte di Lares Wiks, caricaturista svedese che ha oltraggiato il profeta e stabiliamo un premio pari a 100000 dollari per chi lo porta a termine.”
Il leader di Alghaed ha aggiunto il premio arriverà a 150000 dollari se Il caricaturista Wilks viene sgozzato come una pecora. Inoltre ha messo un altro taglio di 50000 per chi uccide il direttore del giornale che ha pubblicato le vignette.

Commento: Consiglierei a sostituire, in questa notizia, la parola "Alghaed" con "Iran" e poi rileggerlo.
E' da anni che il regime dei mullah porta avanti i suoi piani terroristici grazie ad un sistema di "appalto"!in particolare con le organizzazioni terroristiche arabe. Attenzione! Dove non può apparire tira fuori dalla cassetta organizzazione opportuna e appropriata per quel tipo di azione. Comunque vogliamo riconoscergli la maternità di tutte le organizzazioni terroristiche? Questo è il minimo. Coloro che ne mettono in dubbio tale realtà più chiara e più trasparente della luce del sole sono complici e cooresponsabili dei crimini commessi dal regime dei mullah. Sia in Iran che in America, in Europa, in Iraq, in Algeria, in Egitto, in Africa, in Yemen, in estremo oriente ecc...La lista è lunga e i politici fanno finta di non vedere.
karimi davood

IRAN: IN VISTA DELLE PROSSIME DECISIONI DELL'ONU.


SI O NO ALL'INASPRIMENTO DELLE SANZIONI DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU?

In questo articolo vorrei analizzare le posizioni di entrambi gli schieramenti che oggi si confrontano sul problema iraniano. Da una parte ci sono i paesi che si sono attivati nell'inasprire le sanzioni e dall'altra si sono attivati anche degli ambienti che reclamano il rinvio del dossier atomico di Teheran presso l'Agenzia atomica competente del caso.
Nel primo caso, noi iraniani, vittime di trenta anni di violenza khomeinista con un paese distrutto dalla guerra e dalla repressione, siamo solidali con coloro che auspicano le nuove e piu dure sanzioni contro il programma atomica di Teheran. Secondo noi, se il regime dei mullah riuscisse ad arrivare alla bomba atomica, diventera' ancora piu dura e piu violenta non solo nei confronti della popolazione iraniana ma anche contro il mondo intero. Basti pensare a quelo che fino ad oggi ha combinato, naturalmente senza avere la bomb, e non sarà difficile immaginare quello che farà una volta dotato della bomba atomica. Saranno sangue e dolore per tutta la umanità.
Ma per quanto riguarda la seconda posizione, debbo dire che la loro responsabilità nelle tragedie future è assai superiore dalle responsabilità dello stesso regime di Teheran. Spiego meglio. Queste forze e paesi amici di Teheran, in qualche modo funzionano come un buldozzer che spiana la strada alle ambizioni atomiche dei mullah e incoraggiano loro ad andare avanti. Invece se al posto di loro ci fosse una posizione più saggia e ferma il regime iraniano non si sente incoraggiato e allora avrà una strada molta tortuosa e insormontabile. Non esagero se considero la politica di accondiscendenza un disastro per l'umanità e per la storia contemporanea. Si sta succedendo esattamente quello che è successo con Hitler.
Ribadisco ancora una volta che il popolo e la resistenza iraniana auspicano più prontezza, pù fermezza e più determinazione nella lotta al regime terroristico e integralista dei mullah. Non bisogna trascurare il fatto che l'ideologia islamica itegralista di Khomeini è mille volte più pericolosa dalla bomba atomica. Ne sanno qualche cosa i militari americani che vivono quotidianamente il pericolo integralista nelle strade irachene e ne pagano il prezzo con il loro sangue. Vorrei ricordare per coloro che hanno la memoria corta che 11 settembre è ancora viva. Non è archiviata. Non è caduta in prescrizione. L'integralismo islamico è il maggior pericolo del secolo e del nuovo millennio. Attualmente il regime dei mullah è l'unica fonte in assoluto di approvvigionamento dell'integralismo e del fondamentalismo islamico. La resistenza Iraniana è l'antitesi di questo tumore maligno e fulminante. Coloro che auspicano e diffondono la speranza di poter domare questo mostro ne fanno parte integrale e complementare. Bisogna combattere entrambi. Questo è un lato molto trascurato. Bisogna darne attenzioni necessarie.
Bisogna affiancare le sanzioni con un ateggiamento incoraggiante nei confronti della popolazione. Adottare le sanzioni da solo non porta nessun messaggio alla popolazione. Il regime ne approffitta per fare la vittima e il vittimismo. Bisogna dare un messaggio tranquilizzante a chi vive da trenta anni nella violenza piu assoluta della storia persiana. Bisogna dire alla popolazione che noi siamo al vostro fianco e l'obiettivo nostro non è colpire voi bensì il vostro regime repressivo e terrorista. Bisogna rimuovere il nome della resistenza iraniana e i Mojahedin dalla lista nera europea e americana e correggere una politica sbagliata fondata dal governo Clinton, quando dietro un accordo politico con i mullah iraniani inserì il nome dei Mojahedin nella lista terroristica americana. Poi l'Europa ha seguito l'esempio. Da noi si dice se il primo mattone viene collocato storto tutto il palazzo va avanti storto e alla fine crollerà. Bisogna vedere che questo palazzo mal messa su chi è caduto. Sicuramente non sulla testa di Clinton. Questa volta la nazionalità delle vittime del terrorismo fondata dall'integralismo islamico di matrice khomeinista non è iraniana.
Noi a rischio della nostra vita diciamo le cose come sono messe. A voi riflettere. Ma chi risponderà poi ai familiari delle vittime del terrorismo? Noi o Voi? Sicuramente non noi.
Alora sì alle nuove e più forti sanzioni generali accompagnati dal riconoscimento del diritto del popolo iraniano a cambiare democraticamente l'attuale situazione politica, e non alla politica di accondiscendenza guidata dall'Ayattolah Solana.
karimi davood

IRAN: IN VISTA DELLE PROSSIME DECISIONI DELL'ONU.

venerdì 14 settembre 2007

VIGNETTA DEL PICCHIO


FONTE: BADBAN

IRAN: IMPICCATI TRE CONDANNATI PER SABOTAGGIO


13-SET-07 19:11



Teheran, 13 set. (Adnkronos/Dpa)- Tre uomini condannati per "sabotaggio" sono stati impiccati oggi ad Avhaz, nella provincia sud occidentale iraniana del Khuzestan, riferisce l'agenzia stampa di stato, Irna. I tre sono stati condannati per l'esplosione di due bombe che, nell'ottobre 2005, uccise quattro persone e ne feri' 70 nel centro commerciale di questa citta'.

Commento:
La repressione e il terrorismo sono due colonne portanti del regime dei mullah. Vanno a pari passo come se fossero un binario. Le atività terroristiche in Iraq e in tutto il medioriente e le immagini che arrivano dall'Iran ci possono aiutare a comprendere le ragioni per cui il regime iraniano insiste ferocemente sulla costruzione della bomba atomica, pur andando incontro alle sanzioni dell'ONU. La bomba atomica è la chiave della soppravivenza del regime di Teheran. Con la bomba si chiude a chiave la porta del potere dei mullah alla quale nessuno oserà di avvicinarsi. Ma intanto che la bomba non c'è allora è necessario colmare il suo vuoto con la repressione e il terrorismo.Credo che il concetto sia comprensibile. Ma sia chiaro che non voglio dire che una volta costruita la bomba allora spariscono la repressione e il terrorismo. No assolutamente. Bensì cambieranno gli aspetti e le modalità anche la strategia dei mullah. Usciranno dalla regione del medioriente e punteranno sull'Europa e sull'America. Non ci credete aspettate e vedrete.
La politica di accondiscendenza è cooresponsabile dello spargimento del sangue dei giovani iraniani costretti, a spese della loro vita, a fare " la danza per la libertà", appesi ai grù.
Spero che la comunità internazionale in particolare Ayattolah Solana, responsabile della politica estera della Comunità Europea, si sveglino prima possibile e aprino gli occhi. Anche perchè domani i figli e i nipoti e pronipoti ci malediranno per quanto abbiamo commesso in cambio di un misero pugno di petrodollari.
Vorrei invitare i politici italiani a riflettere su quanto avviene in questi giorni in Iran.
Ieri, Maryam Rajavi, il presidente della repubblica eletta dal Consiglio Nazionale della resistenza Iraniana, denunciando la nuova ondata delle esecuzioni dei giovani , ha criticato il silenzio adottato coscientemente da parte della comunità internazionale nei confronti della violazione dei diritti umani in Iran. Mi associo al grido di allarme e di aiuto della presidente Maryam Rajavi e chiedo l'adozione dei passi necessari, sul piano internazionale, da parte degli organismi competenti onde evitare lo sterminio dei giovani iraniani da parte dei mullah di Teheran.
karimi davood

giovedì 13 settembre 2007

VENTI DI GUERRA? Un interessante articolo di MAURIZIO MOLINARI


Fonte: LA STAMPA.it
Guerre segrete di Bush
in Iran, Siria e Kurdistan





"Colpite da Israele forniture nucleari di Pyongyang a Damasco"


CORRISPONDENTE DA NEW YORK

Elicotteri iraniani abbattuti, bombardamenti sui villaggi curdi in Iraq, raid di commandos peshmerga nell’Azerbaijan occidentale, centinaia di profughi in fuga dalle rappresaglie di Teheran e un blitz terra-aria israeliano contro una base siriana ai confini turchi dove l’Iran stava accumulando materiale top secret arrivato dalla Corea del Nord.

Non si tratta di una simulazione della «war room» del Pentagono né di un romanzo di Le Carré bensì di quanto avvenuto nelle ultime settimane in un Medio Oriente attraversato da un crescendo di combattimenti segreti che nessuna delle parti ha interesse a rivelare perché descrivono un aumento di tensione capace di degenerare in un ampio conflitto regionale fra alleati di Washington e di Teheran.

L’area dove gli scontri sono più duri è il confine fra Kurdistan iracheno e Iran occidentale, dove a combattersi sono i guerriglieri curdi del Pjak (Partito per la vita libera del Kurdistan) e le Guardie della rivoluzione iraniana. Il Pjak nasce da una costola del Pkk curdo, è composto da volontari curdi iraniani e tedeschi, ha le basi sulle montagne irachene del Qandil e si batte per l’autonomia del Kurdistan iraniano, sconfinando con i suoi attacchi nella provincia di Kermanshah abitata in prevalenza da azeri. La guerriglia del Pjak è vecchia di 10 anni, ma dalla metà del 2006 è diventata più aggressiva grazie all’addestramento ricevuto da consiglieri americani e britannici così come al sostegno logistico del Pdk (Partito democratico del Kurdistan) di Massud Barzani, co-gestore del Kurdistan iracheno dopo la caduta di Saddam. Da febbraio gli scontri si sono intensificati: i pasdaran iraniani hanno perso uomini, mezzi, elicotteri e anche il comandante regionale Saeed Qahhari. Teheran ha risposto creando la base «Hamza» a ridosso del confine, da dove i Guardiani della Rivoluzione sconfinano in Iraq e bombardano i villaggi civili. Non esistono stime ufficiali delle vittime ma secondo Amir Taheri, direttore di Politique Internationale, la «guerra iraniana contro i curdi» avrebbe già causato centinaia di morti su entrambi i fronti. Fra i caduti anche il «dottor Meraat», come veniva chiamato il comandante curdo di origine tedesca di alcune unità del Pjak. A inizio settembre i bombardamenti iraniani in territorio iracheno sono stati a tal punto pesanti da spingere il ministro degli Esteri di Baghdad, Hoshyar Zebari, a recapitare a Teheran una protesta formale in ragione delle «centinaia di profughi in fuga». Fra le notizie filtrate anche un blitz curdo fin dentro Kermanshah, capitale provinciale dell’Azerbaigian occidentale, e la presenza a fianco del Pjak di uomini del Pkk turco e del gruppo ex comunista anti-ayatollah dei Komalah.

La guerriglia irredentista curda serve a Washington e Baghdad per tenere sotto pressione l’Iran, accusato dal generale David Petraeus di sostenere attivamente i gruppi terroristici sciiti e sunniti che destabilizzano l’Iraq, ma Teheran combatte con basso profilo per evitare di trasformare i propri 4,5 milioni di curdi in un caso internazionale.

Sull’altro lato del Kurdistan iracheno, in territorio siriano, si è svolto la scorsa settimana un inedito blitz di terra e aria da parte delle truppe israeliane sul quale è stato il «New York Times» a sollevare il velo, grazie alle informazioni raccolte in ambienti del Pentagono. Si è trattato, secondo queste fonti, di un attacco notturno contro una base segreta siriana dove l’Iran stava accumulando materiale militare top secret acquistato dalla Nord Corea. Secondo le fonti Usa «gli israeliani pensano che Pyongyang stia vendendo a Siria e Iran quanto rimasto» dei programmi missilistici e nucleari e dunque il blitz - concluso con successo e avvenuto con la conoscenza di Washington - avrebbe distrutto sul nascere un centro di smistamento e uso di pericolose armi destinate agli Hezbollah libanesi oppure a rimanere nascoste nel deserto. Il perdurante silenzio di Gerusalemme sul raid, le dure proteste di Damasco e Pyongyang, l’avallo di Washington e il basso profilo di Ankara confermano che la notte di guerra in Siria - con impiego anche di truppe di terra, secondo la Cnn - ha lasciato il segno, accrescendo ulteriormente la pressione militare nei confronti dell’Iran di Mahmud Ahmadinejad alleato di Hamas ed Hezbollah. Ma non è tutto: la III divisione di fanteria dell’Us Army si appresta a costruire in Iraq una base militare ai confini con l’Iran al fine di intercettare e bloccare il flusso di armi ai miliziani di Baghdad. «Sarà una minaccia contro di noi, non permetteremo che venga costruita» ha avvertito l’inviato di Teheran, Alì Larijani

mercoledì 12 settembre 2007

IRAN: NUOVE SANZIONI



Iran: Onu, "Nuove misure contro Teheran per nucleare"
NEW YORK - Saranno presto varate nuove misure contro l'Iran, che rifiuta di rinunciare ai propri programmi nucleari. Lo ha riferto il rappresentante permanente degli Usa alle Nazioni Unite, Zalmay Khalilzad, confermando che Washington preme per ''ulteriori misure in modo da aumentare la pressione sull'Iran con l'obiettivo di ottenere una maggiore collaborazione'' da Teheran. (Agr)

COMMENTO: Intanto ben vengano nuove e pesanti sanzioni ma non bastano da soli per scoraggiare il regime dei mullah di abbandonare l'idea della costruzione della bomba atomica. Secondo quanto noi abbiamo appreso dall'interno del regime dei mullah, la bomba atomica viene considerata " la garanzia per la soppravvivenza" del'islam e del regime dei mullah. Allora secondo me è assai difficile che i dirigenti del regime mollino la presa cosi facilemnte. Allora, cosa bisogna fare? Prima di tutto bisogna far capire ai mullah che la comunità internazionale è seria e determinata a impedire la costruzione della bomba atomica. Poi bisogna accompagnare le sanzioni dell'Onu con una serie di provvedimenti che dimostrino che l'obiettivo delle sanzioni non è il popolo iraniano bensi il regime dei mullah. Quali? Prima di tutto riconoscere alla popolazione il diritto di cambiare le cose democraticamente e con le sue proprie capacità. Successivamente rimuovere il nome della reistenza iraniana, i Mojahedin del popolo, dalle liste nere degli Stati Uniti d'America e dell'Unione Europea. Cioè bisogna dare un degnale forte. Altrimenti come si dice in Iran " è pestare l'acqua nel mortaio"! Per combattere il piano atomico militare del regime dei mullah prima di tutto ci vogliono tre elementi essenziali: prontezza. fermezza e determinazione. Aggiungo che il regime dei mullah, prima di entrare nel progetto atomico militare si è dotato abbondantemente di questi tre elementi. A questo punto la mia domanda è qusto. Possiamo combattere il progetto atomico iraniano senza dotarce anche noi di questi tre elementi?
La risposta a voi.
karimi davood

martedì 11 settembre 2007

Iran: Chi è il nuovo capo dei Corpi della Guardia della Rivoluzione Iraniana?



Il nuovo comandante della Sepah Pasdaran, Jafari

martedì 11 settembre 2007
CNRI- Mohammad Ali (Aziz) Jafari, il nuovo capo dei Corpi della Guardia Rivoluzionaria iraniana (IRGC) è uno dei membri più anziani dell’IRGC. Tra i suoi compagni è meglio conosciuto come Aziz le cui tattiche non convenzionali erano famose durante la guerra Iran-Iraq. Non bisogna confonderlo con il Brig. Gen. Mohammad Jafari Sahraroudi, uno dei più pericolosi comandanti della Forza Quds.

Jafari fu designato, inizialmente, comandante dei fronti meridionali dell’IRGC ma subito, grazie alle sue eccezionali capacità, fu trasferito ai fronti di nordest caratterizzati da un terreno molto più difficile. Prima degli ultimi giorni del conflitto, ha assunto il comando per un breve periodo del Presidio della Forza Quds nel Kurdistan iraniano.



Dal 1990 al 1993, nel ruolo di comandante delle foze di terra dell’IRGC, s’iscrisse all’università dell’IRGC, Imam Hossein per completare gli studi in tattiche di combattimento e di battaglia.
L’8 agosto del 2000 era al comando della Base Sarallah di Teheran, uno dei due stabilimenti dell’IRGC più vitali per la sicurezza del regime nel caso di sommosse popolari. È ampiamente riconosciuto che il Leader supremo Ali Khamenei stesso seguì da vicino le attività dei due presidi militari.


Per la seconda volta, dal 1995 al 2005, prese il comando delle forze di terra dell’IRGC.
Nell’agosto del 2005, su ordine diretto di Khamenei, Jafari fu trasferito al Centro Strategico dell’IRGC.
Aziz Jafari nella gerarchia è secondo solo al Comandante supremo delle forze IRGC, Rahim Safavi. In seguito alla gerra Iran Iraq, Khamenei promosse solo 19 comandanti dell’IRGC. Aziz Jafari fu tra il primo gruppo di quelli che ricevettero la promozione.
Cosa implica la promozione di Jafari a comandante dell’IRGC è una domanda che riguarda il futuro.
Quello che è certo, comunque è il fatto che la Forza diventa sempre più brutale in Iraq e altrove.

 
AID : AGENZIA IRAN DEMOCRATICO