venerdì 28 dicembre 2012

Intervista del giornalista Michele Cucuzza sulla tragedia siriana

lunedì 24 dicembre 2012

Buon Natale!

giovedì 13 dicembre 2012

Premio Sakharov a Nasrin Sotoudeh e Jafar Panahi



lunedì 10 dicembre 2012


Video Rai.TV - Cominciamo Bene Estate - L'Islam

www.rai.tv/.../ContentItem-2415e034-153f-4c73-920c...
13/set/2010
... di Sakineh con Shahrzad Sholeh presidente dell'Associazione Donne Democratiche Iraniane in

martedì 4 dicembre 2012

Viva le donne, viva Nasrin, il nostro orgoglio persiano!


 

Comunicato stampa
grande soddisfazione della comunità iraniana per la vittoria della signora Nasrin Sotoudeh

Viva le donne, viva il senso della maternità che è l'arma più potente del mondo con cui si può anche piegare la più brutale dittatura contemporanea, appunto quello del regime dei mullah che di fronte alla ferrea fermezza della nostra EROE non ha potuto fare altro che ritirarsi indietro e fare un passo indietro. questa è una vittoria per l'umanità e per tutte le donne che ingiustamente subiscono ogni tipo di violenza clericale e spesso e volentieri sono oggetti delle più inaudite violenze da parte di un sistema che è basato sui diritto agli uomini e doveri alle donne!
viva Nasrin e viva tutti coloro che l'hanno e ci hanno sostenuto in questi duri giorni di forti preoccupazioni per la sorte della nostra eroe e la speranza delle donne e dei minorenni e dei prigionieri politici condannati a morte!
un caloroso ringraziamento e tutte le amiche e amici di Fb che hanno seguito e contribuito a non far spegnere la speranza per una vittoria quanto gloriosa e umana di cui tutti noi dobbiamo esserne felici e onorati e ringraziare ancora Avvocato Nasrin che ci ha dato la possibilità e onore di accompagnarla in questo arduo e difficile sentireo della vita.
grazie e grazie e grazie Nasrin!
davood karimi, presidente dell'associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia

bellissima notizia:una bellisssima notizia: grazie alla campagna internazionale le pressioni interne ed esterne Avvocato Nasrin Sotoudeh ha vinto la sua e la nostra battaglia: ha rotto il sciopero della fame !

domenica 25 novembre 2012

Iran/Nucleare: Terzi, intervento militare Israele e' scenario possibile


Iran/Nucleare: Terzi, intervento militare Israele e' scenario possibile


23 Novembre 2012 - 14:50

(ASCA) - Roma, 23 nov - ''Una operazione militare'' di Israele contro Teheran ''e' uno scenario possibile'', ma ''speriamo che gli sviluppi'' che si registreranno nei colloqui 5+1 ''non lo rendano imminente''. Lo ha detto il ministro degli Esteri Giulio Terzi, nel corso di una conferenza stampa congiunta alla Farnesina con il capo della diplomazia dell'Anp, Riad Malki.

''La questione dell'armamento nucleare iraniano rimane in tutta la sua gravita''', ha aggiunto Terzi, ricordando che ''l'ultimo rapporto'' stilato dall'Aiea'' nel quale si denunciava lo smantellamento del sito militare di Parchin ''era poco rassicurante''.

Il tema, ha proseguito il ministro, ''e' di grande rilevanza per la sicurezza e la stabilita' nella regione'', contando che l'Iran ''si collega'' inoltre a ''teatri di crisi nei quali ha spazio di manovra''. Un esempio e' ''il conflitto siriano'', cosi' come ''la dichiarazione plateale di aver fornito armamenti'' alle cellule terroristiche di Hamas. La Repubblica islamica ''deve diventare una forza costruttiva di stabilita' anziche' di perturbazione'''', ha infine concluso Terzi.

Iran - Scatta l'embargo totale


MEDIO ORIENTE
data articolo22 novembre 2012


Iran - Scatta l'embargo totale
Parigi - La tensione fra Occidente e Iran sta subendo in queste ore un escalation a causa della decisione delle banche francesi di bloccare tutti i conti correnti di aziende che commerciano nel settore petrolifero da e per l'Iran. E' la prima volta, negli ultimi sei anni, che si giunge ad una decisione drastica con l'applicazione di tutte le sanzioni possibili previste dalle Risoluzioni ONU, e addirittura in tempi più rapidi di quanto si fece qualche anno fa in occasione della guerra contro Saddam Hussein. Non pochi sospettano dietro la decisione degli istituti di credito transalpini, una sottile (ma neanche tanto) ispirazione da parte israeliana.
Le somme sui conti sequestrati e bloccati non sono esigibili fino a decisione da prendere in merito. Intanto si è venuto a sapere che anche le aziende e le cooperative che si occupano dell'importazione di datteri e alimenti  vari da colture biologiche iraniane si sono visti chiudere i conti con conseguente avvio delle procedure di sequestro, mentre containiers pieni di materiali ed alimenti rimangono bloccati nei porti intermedi.
Ufficialmente l'embargo totale è in vigore da 48 ore, e per la prima volta negli ultimi 30 anni, dai confini dell'Iran non uscirà più nulla legalmente, cosa che inevitabilmente causerà una impennata di contrabbando e mercato nero. Né è dato sapere quanto durerà la situazione, mentre è ben prevedibile l'effetto che tale decisione avrà sui mercati internazionali.
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sabato 10 novembre 2012

Maryam Rajavi si rivolge al Consiglio di Sicurezza dell’ONU perché fermi le esecuzioni e persegua i leaders del regime iraniano e tutti gli individui responsabili delle torture e delle esecuzioni

Venerdì 09 Novembre 2012 15:22

La macchina di morte della dittatura omicida in Iran sta continuamente perseguitando il popolo iraniano. Giovedi 8 Novembre, il regime teocratico ha impiccato cinque prigionieri nella città di Shiraz. Ieri, sedici prigionieri sono stati impiccati a Tehran, Shiraz, Zarand e Mashhad. Tutte le esecuzioni sono state eseguite con l’approvazione di Khamenei. Quindi, il numero delle esecuzioni in 18 giorni è arrivato a 45 e dall’inizio del 2012 ammontano almeno a 383. L’esecuzione dei prigionieri politici accusati di essere trafficanti di droga è ormai un metodo comune e ben noto utilizzato dal regime teocratico.
Contemporaneamente, la tortura e l’omicidio di prigionieri politici continua. Il 6 Novembre Sattar Beheshti, un prigioniero politico di 35 anni, è stato ucciso sotto tortura otto giorni dopo il suo arresto.
Maryam Rajavi, Presidente eletto della Resistenza Iraniana, si rivolge alla comunità internazionale, in particolare al Consiglio di Sicurezza dell’ONU affinché prenda misure urgenti per fermare il trend crescente delle esecuzioni di massa, i maltrattamenti e la tortura fino alla morte dei prigionieri politici. Maryam Rajavi ha anche richiesto la formazione di un tribunale internazionale per perseguire i leaders del regime teocratico e tutti gli individui responsabili delle esecuzioni e delle torture di questo regime medievale. Individui che hanno partecipato alle esecuzioni e al massacro di 120.000 prigionieri politici e alla persecuzione dei dissidenti dentro e fuori il paese sin dall’inizio del governo di questo regime teocratico.
Ha aggiunto: “Il silenzio e l’immobilismo di fronte al curriculum criminale del regime iraniano, che costituisce un chiaro caso di crimine contro l’umanità, equivale a calpestare i valori universali sui quali le Nazioni Unite sono fondate.”
Nel sottolineare che l’obbiettivo del regime teocratico è quello di creare, mediante queste esecuzioni criminali, un’atmosfera di paura e terrore e di impedire l’esplosione dello sdegno popolare, Maryam Rajavi si è rivolta al popolo iraniano, in particolare ai giovani, perché protestino contro queste esecuzioni brutali ed aiutino le famiglie delle vittime in modo da essere all’altezza della loro responsabilità nazionale e umanitaria.
Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana
8 Novembre 2012

APPELLO AL MINISTRO DEGLI ESTERI ITALIANO SIGNOR GIULIO TERZI

APPELLO AL MINISTRO DEGLI ESTERI ITALIANO SIGNOR GIULIO TERZI 
Tenendo conto dell’uccisione sotto la tortura del blogger iraniano Sattar Beheshti, avvenuta all’inizio della settimana;
Tenendo conto dell’altissimo numero delle impiccagioni pubbliche e non in tutte le città iraniane (quasi 100 persone nell’ultimo mese);
tenendo conto della lapidazione di 4 giovanissime donne avvenuta in massima segretezza nella settimana passata a Teheran, nonostante le raccomandazioni del regime di aver sospeso tali criminali e disumani azioni;
tenendo conto della partecipazione attiva del regime iraniano nel terrorismo internazionale in particolar modo in Afganistan;

tenendo conto della crescente repressione contro i giovani donne e uomini che cercano la libertà e la democrazia;
tenendo conto del forte impegno del regime clericale nella costruzione della bomba atomica che inevitabilmente porterà la comunità internazionale in una catastrofica guerra di dimensioni mondiali;
ci appelliamo a Lei come il nostro ministro degli esteri di intraprendere delle azioni urgenti presso il governo e le istituzioni competenti interni ed esterni per condannare urgentemente la forte violazioni dei diritti umani in Iran e di costringere il regime dei mullah a rispettare la libertà e i diritti dell’uomo.
Le chiediamo anche di accogliere una delegazione delle associazioni iraniane che si occupano della denuncia delle violazioni dei diritti umani in Iran, per portare alla Sua conoscenza un quadro generale della situazione in cui vive terribilmente la popolazione iraniana.
Sh. Sholeh, presidente dell’Associazione Donne democratiche iraniane
Azar Karimi, presidente dell’Associazione Giovani iraniani
Davood Karimi, presidente dell’Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia
segreteria.terzi@esteri.it ;
per favore condividete e mandate appello all'indirizzo del ministro degli esteri Sig. Giulio Terzi

giovedì 8 novembre 2012

"LA PERSIA IN ROSA"


DIBATTITO
"LA PERSIA IN ROSA"
SABATO 10 NOVEMBRE 2012
ORE 15
Circolo dei Lettori   Sala BibliotecaVia Bogino 9, Torino
 
La Persia in rosa si racconta: sempre in prima linea contro la violazione dei diritti umani, le donne iraniane storicamente hanno svolto un ruolo fondamentale nella lotta per la libertà e la democrazia nel loro paese. Spesso se ne riconosce solo superficialmente il valore senza che venga permesso loro di raccontarsi e raccontare la propria storia. Queste donne ancora oggi non si sono perse d’animo: fiere e combattive, continuano a battersi per il riconoscimento dei loro diritti e ci portano la loro testimonianza di vita e di lotta contro l’assolutismo della Repubblica Islamica e il fondamentalismo religioso.    
 
IntroduceGiampiero Leo  “ presidente dell'Associazione per il Tibet e i diritti umani del Consiglio Regionale del Piemonte

Relatori
Emanuela Borgnino - antropologa, presidente di Earth Laws
Farideh Bozorgzad - esule iraniana in Italia
Enrica Giordano - avvocata, esperta di diritto iraniano
Angela Vitale - Amnesty International, Circoscrizione Piemonte e Valle d’Aosta
Elisabetta Zamparutti - deputata radicale 
Due rappresentanti (donne) del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (CNRI)
ModeraDavide Meinero, analista di politica internazionale
Durante la serata verrà proiettato il documentario sulla resistenza iraniana: 
"La lunga strada", di Paolo Balmas, prodotto dalla 
Consulta Torinese per la Laicità delle Istituzioni e dall'Associazione Iran Libero e Democratico.
 
Il dibattito è organizzato in collaborazione con l'Associazione per il Tibet e i diritti umani del Consiglio Regionale del Piemonte

mercoledì 7 novembre 2012

Iran- Sattar Beheshti died under torture

Irreland Dublin 02.11.2012 Protest for Nasrin Sotoudeh


IRAN

Muore in carcere per aver usato Facebook
l'attivista Beheshti difendeva i lavoratori

Il trentacinquenne ha subito una settimana di interrogatori e torture, si batteva per i diritti collettivi. Ad arrestarlo la Cyber polizia del regime, che ha invitato la famiglia a "Procurarsi una bara"

EVIN (IRAN) - Sattar Beheshti è morto in carcere, a 35 anni. Ai familiari è arrivata una telefonata dal penitenziario, con l'invito a "procurarsi una bara e non rilasciare interviste sull'accaduto". Succede in Iran nel 2012: un attivista viene arrestato dalla "Cyber Polizia" iraniana, quella che perlustra la Rete alla ricerca di oppositori del governo. E Sattar Beheshti era attivo, troppo, nella sua difesa elettronica dei diritti dei lavoratori iraniani. La Cyber Polizia l'ha arrestato e portato nel carcere di Evin, dove Beheshti è stato torturato. Fino a morire.

In carcere, Beheshti è rimasto appena una settimana. Fatta di interrogatori e violenze disumane, fino al tragico epilogo. La Cyber polizia esiste dal 2011, le torture in carcere da sempre. E la famiglia conferma che Sattar godeva di ottima salute, "non prendeva neanche un'aspirina", mentre dal penitenziario si dichiara che l'attivista "soffriva di problemi di cuore". Il corpo è risultato pieno di escoriazioni e ferite, dalla testa ai piedi. Arrestato il 30 ottobre, lavorava a Robat Karim, a 15 chilometri da Teheran. 

La sua morte diventerà l'ennesimo simbolo del valore dei diritti umani in Iran. Sattar è morto per aver espresso e condiviso la sua battaglia su un social network, non è stato il primo e non sarà l'ultimo a farlo. La sorella ha denunciato al mondo il comportamento delle autorità iraniane. Rimane il dolore e un problema di sostentamento per la famiglia, per cui Sattar era l'unica fonte di reddito.

Sattar Beheshti

Iran blog

Iranian Facebook activist Sattar Beheshti feared dead in custody

Tehran under pressure to issue statement on 35-year-old blogger amid reports of his death under interrogation
Sattar Beheshti
Sattar Beheshti, seen with his mother, claimed to have received death threats
The family of an Iranian blogger taken into custody accused of opposition activism on Facebook fears that he has died under torture.
Police picked up Sattar Beheshti, 35, from his home in the city of Robat-Karim in the southwest of Tehran last week.
His relatives said on Wednesday they had received phone calls from the prison authorities asking them to collect Beheshti's dead body from the notorious Kahrizak detention center on Thursday.
Beheshti's alleged death cannot be independently confirmed but Baztab, a news website close to Mohsen Rezaei, a senior politician, reported that the blogger has lost his life during interrogations.
"Sattar Beheshti, who was arrested by Fata [cyber] police, has died while being interrogated," Baztab reportedIran is recently reported to have arrested a number of Facebook activists. Although Facebook is blocked in the country, millions of Iranians access it through proxy websites or virtual private networks.
Sahamnews, a website close to the opposition leader, Mehdi Karroubi, said Beheshti had died "under torture" during an interrogation session with security officials.
"They called us today and asked us to collect his dead body tomorrow from Kahrizak," a family member told Sahamnews.
Kahrizak is a detention centre where Iran imprisoned many of the opposition activists caught up in the protests that followed the country's disputed presidential elections in 2009.
Before his arrest, Beheshti wrote in his blog: "They threatened me yesterday that my mother would wear black because I don't shut my mouth."
Speaking to an Iranian journalist, , Beheshti's sister said: "Last Tuesday they raided into our house and took my brother with them … Today they called my husband and asked him to prepare me and my mother and buy a tomb for his dead body."
Commenting on reports about Beheshti's death, the UK's minister for theMiddle East and North Africa, Alistair Burt, said: "I am shocked at reports that Sattar Beheshti, a young Iranian citizen, may have died in detention in Iran. Beheshti's only crime appears to be advocating the defence of human rights on the internet.
"Tragically, we have seen many similar cases of Iranians being locked up and mistreated in prison for expressing such views. If these reports are true, this is yet another disgraceful attempt by the Iranian government to crush any form of free expression by its citizens. The Iranian authorities have full responsibility for Beheshti's welfare in prison and I call on Iran urgently to confirm what has happened to him."
Many protesters are believed to have been tortured to death in Kahrizak, and several claim to have been raped. An Iranian doctor who examined the victims of Kahrizak was shot dead in September 2010.
Kahrizak became a scandal for the regime when Mohsen Rouholamini, the son of a former senior adviser to the Revolutionary Guards, was named among prisoners who had died at the centre.

sabato 3 novembre 2012

la ripresa delle lapidazioni in Iran:

la ripresa delle lapidazioni in Iran: secondo quanto ha rivelato pochi minuti fa il sito Iranpressnews nella medicina legale di Teheran ci sono i corpi martoriati di quattro donne lapidate nei giorni scorsi. non si hanno notizie sulle generalità di queste quattro vittime della violenza disumana del regime di Ahmadinejad.

venerdì 2 novembre 2012

Iran: Amnesty, 9 detenute in sciopero fame contro trattamenti degradanti



02 Novembre 2012 - 11:53

(ASCA) - Roma, 2 nov - Nove prigioniere politiche e di coscienza detenute nel carcere di Evin, nella capitale iraniana Teheran, hanno intrapreso uno sciopero della fame per protestare contro i trattamenti degradanti e le perquisizioni corporali cui sono sottoposte dal personale femminile della prigione, che ha anche sequestrato effetti personali. Lo annuncia, in una nota, Amnesty International.

Le nove detenute intendono proseguire lo sciopero della fame fino a quando la direzione del carcere non presentera' scuse formali, garantira' che trattamenti del genere non si ripeteranno e restituira' i loro effetti personali.

Amnesty International ha chiesto alle autorita' iraniane di proteggere tutti i detenuti dalle vessazioni e dai trattamenti degradanti, indagare sulle denunce delle nove donne e chiamare a rispondere i responsabili.

Un altro sciopero della fame e' intanto in corso nella prigione di Evin. Nasrin Sotoudeh, avvocata per i diritti umani condannata a sei anni di carcere, rifiuta il cibo dal 17 ottobre per protestare contro il divieto di incontrare i parenti, compresi i suoi due figli, senza vetro divisorio, e di fare telefonate alla famiglia.

''Le autorita' iraniane devono annullare il divieto di visite dirette in carcere e non adottare misure punitive nei confronti delle detenute in sciopero della fame, che hanno diritto a cure mediche fornite da personale medico competente in accordo coi principi di etica medica relativi alla confidenzialita', all'autonomia decisionale e al consenso informato'', ha dichiarato Ann Harrison, vicedirettrice del Programma Medio Oriente e Nordafrica di Amnesty International.

Tra le detenute in sciopero della fame, vi sono Bahareh Hedayat, Zhila Bani Ya'ghoub, Shiva Nazar Ahari, Mahsa Amrabadi e Zhila Karamzadeh-Makvandi.

''Queste donne sono in carcere solo per aver esercitato pacificamente i loro diritti alla liberta' d'espressione, riunione e associazione. Non solo non dovrebbero subire trattamenti degradanti, ma non dovrebbero neanche stare in prigione. Devono essere rilasciate immediatamente e senza condizioni'', ha commentato Harrison.

Iran: Hollande, programma nucleare e' minaccia inaccettabile



31 Ottobre 2012 - 15:14

(ASCA-AFP) - Parigi, 31 ott - Il programma nucleare di Teheran ''e' una minaccia'' che la Francia ''non puo' accettare''. Lo ha dichiarato il presidente francese Francois Hollande, nel corso di una conferenza stampa congiunta con il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, dicendosi ''pronto a sostenere nuove sanzioni'' internazionali contro la Repubblica islamica.

rba/sam/ss

sabato 27 ottobre 2012

A due dissidenti iraniani il premio Sacharov per la difesa dei diritti umani

» 27/10/2012 09:52
IRAN - EU

Nasrin Sotoudeh è un avvocato che ha difeso attivisti dell'opposizione. Condannata a sei anni di prigione, le è impedito di vedere suo marito e i suoi figli. L'altro premiato è Jafar Panahi, regista, noto per i suoi film sulla vita in Iran. Dal 2010 è agli arresti domiciliari e gli è vietato girare film.


Strasburgo (AsiaNews/Agenzie) - Sono due dissidenti iraniani - Nasrin Sotoudeh e Jafar Panahi - i vincitori del premio Sacharov che l'Unione europea dal 1988 assegna ogni anno a chi si spende per la difesa dei diritti umani. I due attivisti divideranno il premio di 50mila euro che accompagna il riconoscimento.
Nasrin Sotoudeh è un avvocato che ha difeso attivisti dell'opposizione e difensori dei diritti umani, tra i quali Shirin Ebadi, premio Nobel per la pace nel 2003. Arrestata nel 2010 con l'accusa di propaganda e cospirazione contro lo Stato, sta scontando una pena di sei anni nel tristemente noto carcere di Evin. Recentemente ha proclamato uno sciopero della fame per protestare contro le vessazioni alle quali sono sottoposti suo marito e i suoi due figli.
"So - ha scritto in una lettera ai suoi figli - che avete bisogno di acqua, cibo, casa, amore dei vostri cari e di visitare vostra madre". Quest'ultima frase fa riferimento al divieto di ricevere visite anche familiari che le è stato imposto in seguito al suo rifiuto di indossare il chador.
L'altro premiato è Jafar Panahi, regista, noto per i suoi film sulla vita in Iran, dove sono vietati. Il suo documentario "This is Not a Film" è stato contrabbandato nel suo Paese in una chiavetta Usb nascosta in un dolce.
Dal 2010 è agli arresti domiciliari e gli è vietato girare film.
Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo, ha dichiarato che il premio, assegnato all'unanimità, "è un messaggio di solidarietà e di riconoscimento per un una donna e un uomo che non sono stati piegati dalla paura e dalle intimidazioni e che hanno deciso di porre la sorte del loro Paese prima della loro".

mercoledì 24 ottobre 2012

“La dittatura di Teheran usa il nucleare per sopravvivere politicamente


la stampa.it


ESTERI
22/10/2012 - 22/10/2012



La voce della dissidenza Norouzi “Il regime sponsorizza i terroristi,ma il popolo ha voglia di cambiare”

CARLA RESCHIA

Cancellato ufficialmente dalla lista nera delle organizzazioni terroriste dagli Usa dopo che anche l’Europa alcuni anni fa l’aveva sdoganato, il movimento dissidente iraniano dei Mujaheddin del popolo finisce nel mirino delle rimostranze di Teheran per quella che  Norouzi, vice presidente della commissione esteri della resistenza iraniana, definisce la “rimozione al maggior ostacolo per arrivare a un cambio di regime”. 

Alla fine di settembre Hillary Clinton ha annunciato la sua decisione di togliere il Movimento dei Mujaheddin dalla celebre “lista nera”. In che modo questa decisione tanto attesa cambierà la politica e l’azione del movimento?  
«E’ stata una grande vittoria per il nostro movimento. Dopo una battaglia legale e politica durata 15 anni finalmente quell’etichetta così ingiusta, terroristi, è stata cancellata dall’immagine del più grande movimento di legittima opposizione al regime iraniano. Com’è stato riconosciuto da decine di ex funzionari degli Stati Uniti, l’inclusione era stata una concessione politica per ingraziarsi il brutale regime teocratico da parte dell’Occidente in generale e degli Stati Uniti in particolare. La fallacia di un simile approccio è evidente. 
Inoltre è stata il maggior ostacolo a un cambiamento democratico in Iran e ha fatto il gioco dei mullah, prolungando il loro dominio. Come ha sottolineato Maryam Rajavi, Presidente eletto del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana nel suo discorso al Parlamento europeo il 3 ottobre scorso, la cancellazione del nostro movimento dalla lista dei terroristi è stata la più grande sconfitta dei mullah sulla scena internazionale degli ultimi tre decenni. Politicamente parlando, ha molto danneggiato l’immagine del regime. Ora questa decisione, tra l’altro, dovrebbe impedire al governo iracheno di attaccare di nuovo, su istigazione dell’Iran,i membri del movimento che vivono a Campo Ashraf, e Camp Liberty in Iraq. In passato, nel 2009 e poi nel 2011 queste azioni sono costate la vita a 49 civili indifesi tra cui 8 donne e hanno causato oltre 1000 feriti. Infine, noi speriamo che ora il regime dei mullah non possa più utilizzare questo pretesto per reprimere il popolo iraniano che chiede democrazia e libertà e che questa nostra vittoria serva a dare nuova forza alla lotta per rovesciare la dittatura religiosa e creare in Iran una repubblica democratica e pluralista che rispetti la separazione della chiesa dallo stato, la parità di genere, i diritti delle minoranze etniche e religiose e rinunci al nucleare. 

Ecco, appunto, il nucleare. Le sanzioni si moltiplicano ma finora senza alcun risultato apprezzabile. Perché secondo lei?  
«Le sanzioni sono parte integrante e passaggio essenziale di una corretta politica per impedire al regime di dotarsi di armi nucleari. Quindi dovrebbero essere ancora intensificate così come dovrebbero essere smascherati tutti i sistemi messi in atto dal regime per aggirarle. Ma, per avere risultati tangibili, bisogna innanzitutto capire che disporre di armi nucleari fa parte della strategia messa in atto dalla dittatura religiosa per sopravvivere e quindi l’opzione non sarà mai abbandonata spontaneamente. Pertanto, come ha ribadito la nostra presidente, le sanzioni globali sono un elemento essenziale e indispensabile per fermare il progetto nucleare del regime dei mullah ma la soluzione ultima e definitiva può essere solo un cambio di regime con la fine del fascismo religioso e l’instaurazione della democrazia». 

Una “primavera araba” anche per l’Iran? Ma, se questo accadrà, si andrà verso una democrazia intesa secondo gli standard occidentali o il fondamentalismo è troppo radicato?  
«Sicuramente sì. Soffiano i venti del cambiamento e spazzeranno via il regime. La manifestazione antigovernativa del 3 ottobre che ha scosso il Bazaar di Teheran e il centro della capitale è stata una chiara indicazione del fatto che nonostante il giro di vite e le quotidiane esecuzioni pubbliche, la mobilitazione popolare è più profonda e vigile che mai . È molto significativo che i manifestanti abbiano chiesto il rovesciamento del regime gridando “Abbasso Khamenei, abbasso i mullah” e che il regime abbia reagito accusando il Movimento dei Mujaheddin del popolo di aver organizzato la manifestazione usando la sua rete di contatti all’interno del paese». 
Siete stati tra i primi a mettere in guardia il mondo contro il programma nucleare iraniano. Pensa che sia davvero un pericolo? E cosa si può fare per scongiurarlo? L’attacco militare è un’opzione?  
«Dall’agosto 2002 abbiamo divulgato più di 80 rapporti, rivelando i diversi aspetti del programma segreto dell’Iran per dotarsi di armi nucleari. E non solo. Questo regime è lo sponsor più attivo del terrorismo internazionale. Questa è la prospettiva più temibile, il regime più pericoloso equipaggiato con l’arma più pericolosa. Ma la soluzione non sta né nella condiscendenza né in un intervento militare straniero. C’è una terza opzione, rovesciare questo regime e stabilire la democrazia grazie alla determinazione e al sostegno internazionale al popolo iraniano e alla sua resistenza organizzata». 


sabato 20 ottobre 2012

Forte sdegno della comunità iraniana per incontro tra il Sindaco di Verona e agente dell'ambasciata iraniana



Calpestati e umiliati i ricordi di centinaia di soldati e carabinieri italiani caduti sotto le bombe iraniane in Iraq e in Afghanistan dove tutt'ora ci sono numerosi uomini dell'esercito italiano sotto il tiro del terrorismo iraniano

 Sig. Sindaco di Verona
Mi chiamo Davood Karimi, presidente dell'associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia  e sono un attivista impegnato per la tutela dei diritti umani in Iran. sono anche esperto in materia del terrorismo e del fondamentalismo che è stata la causa fondamentale della morte dei soldati italiani caduti sotto la furia delle bombe iraniane e poi infangati di recente quando Lei ha stretto la mano del loro assassino.
Ho letto dell’incontro, a Palazzo Barbieri, con noto terrorista e agente dei servizi segreti iraniani spacciato per il  console della Repubblica del terrore islamica. Un incontro che ha portato a nuovi rapporti di collaborazione tra un comune civile e un regime terrorista e per giunto autore della morte dei soldati italiani. Ho appreso del maligno intenzione di organizzare a Verona una settimana della cultura iraniana, cioè uno spettacolo-show terroristico per dimostrare che cosa? per portare nelle piazze veronesi i patiboli e le gru che dalla mattina alla sera mettono in scena l'impiccagione dei giovani che lottano per la libertà e la democrazia in Iran? oppure per dimostrare come si fa a costringere le ragazze adolescenti a portare chador nelle strade di Teheran e come si può piantare una bomba lungo le strade afghane dove  i soldati italiani   vengono colpiti ferocemente e uccisi barbaramente? 
 In Iran avvocati, giornalisti, blogger e cittadini subiscono condannate ingiuste e torture fisiche e psicologiche.
Nasrin Sotoudeh è un importante avvocato dei diritti umani iraniana. Ha rappresentato attivisti imprigionati dall'opposizione iraniana a seguito delle contestate elezioni presidenziali avvenute a  giugno 2009. Ha difeso prigionieri condannati a morte per reati commessi quando erano ancora minorenni. La Signora Sotoudeh è stata arrestata nel settembre del 2010 con l'accusa di diffusione di propaganda e cospirazione. È stata imprigionata in isolamento nel carcere di Evin.
 Non  Le chiedo la  solidarietà con noi e con avvocato Sotoudeh  ma il rispetto per la morte dei soldati italiani uccisi dal terrorismo iraniano di cui il rappresentante ufficiale in Italia le ha stretto la mano. Le chiedo, prima di tutto, l'annullamento di qualsiasi programma e iniziativa tra il vostro comune e la repubblica del terrore e della morte in tutto il mondo oltre a condannare in una nota ufficiale la repressione del popolo iraniano che da trent'anni soffre uno dei più barbari regime clericali del mondo e tuttora è sottoposto a svariati misure di repressione e di miseria a causa della costruzione della maledetta bomba atomica islamica iraniana.
cordiali saluti 
Davood Karimi,presidente dell'associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia

domenica 7 ottobre 2012

Siria, l'uccisione di un ragazzino durante la fuga



un altro crimine contro l'umanità. l'uccisione di un ragazzino siriano da parte dei Passdaran iraniani dislocati nelle zone di combattimento tra i ribelli e le forze governative

il nuovo logo dell'Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia


Maryam Rajavi al Parlamento Europeo

giovedì 4 ottobre 2012

E la Ronzulli incontra l'eroina anti regime




On. Lucia  Ronzulli insieme al presidente Maryam Rajavi al parlamento Europeo



il Giornale.it


Redazione Gio, 04/10/2012 - 07:09
Il regime iraniano si combatte soprattutto con la diplomazia. Ieri l'europarlamentare Licia Ronzulli ha visto a Bruxelles Maryam Rajavi, la più fiera avversaria di Mahmoud Ahmadinejad. La leader del Consiglio nazionale di resistenza iraniano è in Europa per promuovere la democrazia e la laicità nel suo Paese: «Eleggere un presidente con regole democratiche - ha detto la Rajavi - restituirebbe all'Iran credibilità internazionale e stabilizzerebbe il Medioriente, con ricadute per tutta l'area». Dopo l'incontro la Ronzulli si è detta entusiasta: «Stimo il suo grande coraggio, Maryam sta sostenendo uno sforzo incredibile per far uscire il suo Paese dal giogo medioevale a cui è ancora


Iran: Rajavi, Ue metta fine a politica di 'appeasement'

03 Ottobre 2012 - 16:20

(ASCA-AFP) - Bruxelles, 3 ott - L'Unione europea deve cessare la sua  politica di ''appeasement'', ovvero di accondiscendenza, verso l'Iran, ''alleato e complice'' del regime siriano di Bashar al-Assad. Lo ha detto il presidente del Consiglio nazionale della resistenza iraniana, Maryam Rajavi.

''Vogliamo la fine definitiva della politica di accondiscendenza con le autorita' criminali in Iran e il riconoscimento della resistenza del popolo iraniano contro il fascismo religioso, per la liberta' e la democrazia'', ha detto la signora Rajavi al Parlamento europeo che ha ospitato il ''Gruppo di Amici di un Iran Libero'' che riunisce circa 200 deputati. ''Questa e' l'unica risposta a un regime - ha aggiunto la Rajavi - che e' alleato e complice di Bashar al-Assad, che conduce massacri quotidiani in quel paese''


 
AID : AGENZIA IRAN DEMOCRATICO