martedì 29 giugno 2010

San Marino a fianco di Maryam Rajavi



27/06/2010


[San Marino] CRONACA - I consiglieri del Psd, Mirko Tomassoni e Giuseppe Morganti, hanno rappresentato San Marino a Taverny (Parigi) al fianco di Maryam Rajavi (movimento per la liberazione dell’Iran)

Maryam Rajavi, leader del movimento di opposizione al regime degli ayatollah di Khamenei, ha convocato a Taverny (Parigi) gli iraniani in esilio e i rappresentanti di quei parlamenti nel mondo che sostengono la lotta del movimento di liberazione dell’Iran.
Una marea umana, (la Cnn ha stimato oltre100.000 persone), si è riunita nello stadio alla periferia della capitale francese sabato pomeriggio per ascoltare gli interventi di coloro che si battono per rovesciare il regime dittatoriale dando pieno sostegno alla Rajavi, presidente del governo iraniano in esilio.

lunedì 28 giugno 2010

PARIGI, SABATO 26 GIUGNO, 120000 IRANIANI CONTRO IL REGIME DEI MULLAH








L'EX PREMIER SPAGNOLO JOSE' MARIA AZNAR PARTECIPA ALLA MANIFESTAZIONE DI 120000 IRANIANI A PARIGI


In piazza contro il regime di Teheran. Migliaia di persone, prevalentemente iraniani in esilio, si sono riunite sabato nei pressi di Parigi per partecipare al raduno annuale del Consiglio della resistenza iraniana, denunciando il presidente iraniano Ahmadinejad e chiedendo alla comunità internazionale misure più severe contro il programma nucleare del Paese.

“Pensiamo – ha dichiarato Shahin Gobadi – che le sanzioni siano giuste ma non siano abbastanza. La politica dovrebbe fare affidamento sul cambiamento in Iran tramite gli iraniani e la resistenza. Questo è il messaggio che vorremmo mandare alla comunità internazionale”.

Viola il colore scelto per la manifestazione. Tante le personalità presenti. Tra loro l’ex premier spagnolo Josè Maria Aznar: “La comunità internazionale ha perso un’occasione molto importante un anno fa quando non ha dato un supporto forte a coloro che combattevano per la libertà nelle strade iraniane”.

La presidente del Consiglio che ha organizzato
l’appuntamento, Maryam Radjavi, ha reso omaggio alle vittime del governo di Teheran, ritratte su immensi striscioni definendole “eroi caduti per la libertà”.

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mercoledì 23 giugno 2010

Iran: gia' 17 kg uranio arricchito a 20% Salehi, abbiamo capacita' per produrne cinque kg al mese

RIFLESSIONI DI DAVOOD KARIMI:


Nella foto Davood Karimi con Onorevole Carlo Ciccioli

NON BASTANO LE RISOLUZIONI, SONO NECESSARI ANCHE INIZIATIVE PARALLELE


Con la notizia di oggi diffusa dal capo dell'Organizzazione iraniana per l'energia atomica, Ali Akbar Salehi, il regime fondamentalista dei mullah ancora una volta ha sputato in faccia alla comunità internazionale e alle sue istituzioni democratiche quali il Consiglio di Sicurezza dell'ONU che di recente ha approvato la sua settima risoluzione contro la bomba atomica dei mullah. Con la dichiarazione di Salehi il mondo ancora una volta ha capito che il regime dei mullah considera la "carta straccia" qualsiasi iniziativa in seno alle istituzioni internazionali.Personalmente spero che, prima che sia tardi, l'ONU si renda conto della gravita della sua negligenza e l'oblia sulla questione atomica dei mullah.( tra il sesto e il settimo provvedimento sanzionatorio contro la bomba atomica dei mullah sono passati 27 mesi!!!). Secondo me sono necessari questi provvedimenti internazionali ma non sufficienti abbastanza per affrontare il pericolo atomico iraniano. L'unica via maestra che possa fare effetti eclatanti è quella di affiancare le iniziative restrittive con una politica di supporto e di incoraggiamento della popolazione in rivolta. Bisogna costruire un doppio binario con un unico treno e con unico carico: sanzioni generali affiancate dalla politica di sostegno al popolo iraniano. Ancora una volta devo sottolineare che qualsiasi iniziativa al di fuori di questa opzione o è condannata a fallire oppure porterebbe acqua nel mulino del terrorismo iraniano e sprofonderebbe il mondo in una inaudita violenza fondamentalista. Per esempio, nel caso di un attacco militare da parte delle forze stranieri, il regime dei mullah scatenerebbe sicuramente una grande organizzazione terroristica composta dai gruppi terroristici quali Hezbollah, hamas che immergeranno il medioriente in un bagno di sangue. Non parlo dell'Europa che è totalmente nelle mani dei sicari iraniani pronti ad agire simultaneamente in ogni angolo del vecchio Continente.
Concludo e sottolineo la natura disumana di un regime clericale che non mollerà la presa fino all'ultimo goccio del suo sangue e, ha dimostrato tutto ciò nella violenza e nella repressione adoperate contro le pacifiche manifestazioni del popolo iraniano. L'autostrada da scegliere per sradicare definitivamente il pericolo del terzo millennio è quella con cui le ragazze e i ragazzi iraniani si sono identificati nell'anno passato: cambio democratico del quadro attuale politico del paese attraverso il coinvolgimento diretto del popolo iraniano sostenendolo politicamente e moralmente sul piano internazionale isolando in ogni angolo del mondo il regime fondamentalista e terrorista dei mullah.

Davood Karimi, presidente dell'Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia
23 giugno, 13:03

(ANSA) - TEHERAN, 23 GIU - L'Iran ha prodotto finora 'piu' di 17 kg' di uranio arricchito al 20% e ha la capacita' di continuare a produrne 'cinque kg al mese'. Lo ha detto oggi il capo dell'Organizzazione iraniana per l'energia atomica, Ali Akbar Salehi, citato dall'agenzia Isna. L'ultima stima Aiea, di inizio aprile, fissava a 5,7 kg la quantita' di uranio arricchita dall'Iran al 20% da febbraio, all'inizio dell'attivita'. In precedenza i tecnici iraniani avevano arricchito solo fino al 3,5% il materiale fissile.

IN OCCASIONE DEL 20 GIUGNO, GLI STUDENTI DI TEXAS HANNO COSTRUITO IL RITRATTO DI NEDA

Iran/ Fini: Dubito che vogliano assecondare richieste dell'Onu "Ma non si può che continuare con pressioni e diplomazia"



Roma, 21 giu. (Apcom) - Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, dubita della volontà iraniana di assecondare "le richieste della comunità internazionale. Anch'io le dubito, ma, sinceramente, non vedo altra strada se non quella seguita fin'ora , pressioni diplomatiche accompagnate da sanzioni economiche. Credo che sia stato fatto un ulteriore passo avanti. Coloro che finora si sono astenuti dall'invitare l'Iran a fermarsi, oggi lo stanno facendo".
"L'Italia - spiega ancora Fini intervistato dal periodico israeliano Yediot Aharonot - continua a commerciare con l'Iran, è vero, ma i nuovi investimenti si sono fermati quasi completamente. Anche gli investimenti che sono già partiti sono stati ridotti. Ora i nostri interscambi con l'Iran sono molto più bilanciati".
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martedì 22 giugno 2010

domenica 20 giugno 2010

UNA VERGOGNOSA NOTIZIA. TRIESTE RICEVE LA DELEGAZIONE DEL TERRORISMO IRANIANO


Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia condanna fermamente la collaborazione tra il Trieste e il regime fondamentalista e terroristico dei mullah in un momento molto delicato e sensibile del paese. Il lato scandaloso e vergognoso della faccenda riguarda il momento in cui è avvenuto tale visita che avviene alla vigilia della morte di Neda Aghasoltan e a pochi giorni dall'approvazione di una dura risoluzione sanzionatoria contro il regime dei mullah da parte del Consiglio di Sicurezza dell'ONU che riguarda in particolar modo le attività navali del regime iraniano.
Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia condannando fermamente gli accordi formati coi rappresentanti di un regime illegittimo e terroristico che poche settimane fa ha ucciso barbaramente i sei soldati italiani in Afghanistan chiede al governo del presidente Berlusconi di intervenire a di applicare le sanzioni approvate del Consiglio di Sicurezza dell'ONU.
Il popolo iraniano non perdonerà mai coloro che nei momenti più tenebri della sua storia hanno soccorso e aiutato il regime terroristico e fondamentalista dei mullah. E naturalmente nell'Iran democratico di domani ne prenderanno atto di questi accordi che prolungheranno ulteriormente il dominio del regime dei mullah continuando a massacrare e reprimere un popolo che non chiede altro che la libertà e la democrazia.
Davood Karimi, presidente dell'associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia



PORTI: AP TRIESTE RICEVE DELEGAZIONE IRANIANA IN VISITA A SCALO


(AGI) - Trieste, 18 giu. -Una delegazione iraniana guidata dall'ambasciatore straordinario e plenipotenziario S. Mohammad Ali Hosseini della repubblica islamica dell'Iran e' stata accolta presso la sede dell'Autorita' Portuale di Trieste dal presidente Claudio Boniciolli e dal Segretario generale Martino Conticelli. L'incontro si e' svolto sui temi di possibili collaborazioni tra i porti di Bandar Abbas e l'isola di Kish e il porto di Trieste, collaborazione riguardante sia l'attivita' di trasporto merci che di passeggeri. L'ambasciatore ha sottolineato l'importanza della zona franca di Kish e delle sue agevolazioni fiscali per gli operatori che intendono investire.
E' stata poi esaminata la possibilita' di collaborazione fra armatori dei due paesi con particolare riguardo all'attivita' di trasporto merci, passeggeri e nel campo delle crociere.
L'ambasciatore iraniano ha sottolineato la crescente importanza dell'Iran nel campo turistico ed ha posto in particolare risalto le attrezzature ricettive dell'isola di Kish dotata di un aeroporto internazionale. L'incontro e' proseguito con uno scambio di informazioni sulla realta' economica italiana e iraniana e sull'ottimo clima di collaborazione esistente tra i due paesi. Ali Hosseini ha voluto anche sottolineare l'importanza di uno scambio di visite tra delegazioni specializzate nei vari settori portuali. (AGI) Cli/Ts

un interessante video clip sul terrorismo iraniano e i suoi alleati

20 giugno il primo anniversario della caduta di Neda, simbolo della resistenza della donna iraniana




Ciao Neda tu sarai sempre nei nostri cuori


Oggi il 20 giugno piangiamo il primo anniversario della tragica morte di Neda AGHASOLTAN, uccisa barbaramente dalle mani del fondamentalismo islamico di matrice khomeinista. Neda rappresenta la volontà del popolo iraniano e in particolare le donne iraniane per un cambio democratico in Iran. L'Iran di oggi e di domani deve molto a Neda per aver aperto gli occhi del mondo intero su quanto avviene nel paese del sole e dell'amore dominato da trentanni da un regime tirannico clericale che è profondamente in guerra con qualsiasi criterio umano e democratico. Gli ultimi sguardi di Neda hanno affermato con il sangue che gli coprivano la ferrea volontà della donna iraniana che non si rassegnerà alle volontà di un regime disumano e dispotico che vuole imporre le disumane condizioni fondamentaliste all'intero mondo. Gli occhi di Neda hanno sottolineato e firmato con il rosso del suo sangue che pur arrivare ad un reale cambio democratico in Iran sono disposti anche a sacrificare la propria vita. Gli ultimi sguardi di Neda hanno gridato al gran voce che il regime iraniano non rappresenta la popolazione iraniano e rappresenta solamente un pericoloso tumore maligno al seno dell'intero mondo. Gli ultimi sguardi Neda hanno dimostrato l'innocenza di un popolo che vuole vivere in pace con tutti i paesi del mondo. Gli ultimi sguardi di Neda hanno dato questo prezioso messaggio che il regime dei mullah se ne andrà a presto e finirà nella pattumiera della storia e lascerà in pace intero mondo civile. Gli ultimi guardi di Neda hanno firmato la garanzia della vittoria del popolo iraniano attraverso una vera partecipazione del mondo femminile come l'unica garanzia per un cambio democratico in un Iran colpito fortemente dal virus del fondamentalismo islamico di matrice Khomeinista.
Viva il ricordo di Neda
viva il popolo iraniano, orgoglioso di aver educato ragazze come Neda!
Associazione rifugiati politici iraniani ricorda il primo anniversario della barbara uccisione di Neda con una promessa politica, patriottica di seguire fino all'ultimo della nostra vita le volontà espresse da lei negli ultimi istanti della Sua vita: abbattere il regime misogino e dittatoriale di Khamenei-Ahmadinejad sostituendo lo con un governo pluralista, laico e democratico.
Davood karimi, presidente dell'associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia

sabato 19 giugno 2010

Iran/ Casella (Iydu): Mantenere vivo ricordo di Neda




Iniziative in tante capitali per vittime dei regimi totalitari
APCOM

Domani ricorrerà il primo anniversario dell'uccisione di Neda Agha-Soltan, avvenuta a Teheran durante le proteste di piazza. Per mantenere viva l'attenzione del mondo sulla drammatica situazione iraniana, in particolare per gli studenti, il network globale giovanile di centrodestra l'IYDU, International Young Democrat Union, ha deciso di deporre un fiore in alcuni punti simbolici della città di Roma, Londra, Berlino, Varsavia, Stoccolma, Oslo, Larnaca, Washington, Miami, Wellington, Sidney e Taiwan. "I nostri rappresentanti - come spiega l'unico vicepresidente italiano dell'IYDU Marco Casella - porteranno vasi colmi di piccoli fiori azzurri dal nome evocativo "non ti scordar di me". Questi piccoli fiori sono stati scelti come "simbolo per non dimenticare tutte le vittime innocenti dei regimi totalitari". A Roma saranno lasciati fasci floreali al Colosseo, alla Farnesina e davanti all'ambasciata dell'Iran. Un'ultima pianta sarà consegnata nei prossimi giorni dal consigliere comunale Francesco De Micheli al Sindaco Alemanno perché il ricordo di Neda sopravviva nei giardini del Campidoglio. Tra gli esponenti politici del Popolo della Libertà che hanno aderito a questa iniziativa ci sono Antonio Martino, Giuseppe Moles, Giorgio Stracquadanio, ai consiglieri regionali del Lazio Carlo De Romanis e Francesco Pasquali, al consigliere della Provincia di Roma Enrico Folgori, al presidente dell'associazione rifugiati politici iraniani Davood Karimi. "Neda in persiano significa 'grido' - ricorda Casella - proprio quello che ha fatto questa ragazza, martire della libertà, uccisa per il suo grido contro la repressione. Nulla meglio delle sue parole pronunciate nei giorni prima di morire può esprimere il senso del nostro gesto 'se perdo la vita mia e vengo colpita, se il proiettile mi colpisce dritto al cuore ancora continuerò a gridare per la libertà e la mia patria'"

mercoledì 16 giugno 2010

NUOVA CAMPAGNA TERRORISTICA DEL REGIME CONTRO LA RESISTENZA IRANIANA

GRANDE MENZOGNA DEL REGIME DEI MULLAH
Alla vigilia di grandi e storiche date e ricorrenze popolari, in cui milioni di persone si sono riversate nelle strade e in modo vulcanico hanno eruttato tutto il loro odio e sdegno contro l'intero sistema clericale del regime fondamentalista, misogino e terroristico dei mullah. Secondo me la nuova campagna del regime dei mullah mira ad intensificare e incrementare sia le azioni terroristiche contro i membri della resistenza iraniana che contro gli attivisti della grande rivolta popolare. Condivido in pieno la posizione dell'Organizzazione dei Mojahedin del Popolo che hanno denunciato questa disumana campagna rivolgendosi all'Onu per adottare le giuste misure protettive a favore dei membri del campo di Ashraf che si trova a 50 chilometri dal confine iraniano. Secondo le informazioni in mio possesso, il ministero dell'intelligence sta organizzando una serie di azioni terroristiche contro gli attivisti di opposizione sia all'intero che all'esterno del paese. In Iran stanno prendendo piede una serie di sparizioni e incidenti che colpiscono fondamentalmente le persone famose o coinvolte nelle azioni umanitarie. L'arresto del marito della premio Nobel, Shirin Ebadi e la trasmissione delle sue confessioni estorte sotto le barbarie torture dimostrano che il regime dei mullah è immerso in una gravissima crisi interna ed internazionale in particolare dopo l'approvazione della storica risoluzione dell'ONU che ha inferto un duro colpo alla maggior forza repressiva del regime: la Sepah Passdaran.
A nome dell'Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia esprimo la mia piena solidarietà con l'Organizzazione dei Mojahedin del Popolo Iraniano condannando la terroristica campagna dell'Iran contro i membri del campo di Ashraf mettendo in guardia la comunità internazionale sui nuovi tentativi del regime di Ahmadinejad sul piano internazionale mirati a dirottare l'attenzione internazionale dagli eventi interni iraniani tra cui l'anniversario della grande rivolta popolare persiana. Gli ultimi eventi successi in prossimità di Gaza, secondo me fanno parte di questa campagna.
Davood Karimi
IRAN: INTELLIGENCE SVENTA ATTENTATO TERRORISTICO A TEHERAN!!!!!!!!!


(AGI) - Teheran, 16 giu. - E' stato sventato un attentato terroristico a Teheran: ad annunciarlo e' stato il ministro dell'Intelligence, Heydar Moslehi, che ha puntato il dito contro il gruppo Mujaeddin Khalq (Mko). Secondo la tv di Stato iraniana, alcuni membri dell'organizzazione sono stati arrestati prima che potessero far esplodere alcuni ordigni nella capitale. Ma il gruppo di opposizione in esilio ha negato che suoi membri siano stati arrestati e ha parlato di una campagna di disinformazione creata dal regime. "Accusando in modo falso che i fermati fossero entrati in Iran dall'Iraq, (il governo iraniano) sta preparando il campo per lanciare un attacco contro Campo Ashraf", in Iraq, hanno denunciato dall'Mko. Nel campo trovano rifugio migliaia di membri del movimento di opposizione che gli Stati Uniti considerano un'organizzazione terroristica.

domenica 13 giugno 2010

Iran: 12 giugno, 91 arresti a Teheran


Ieri raduni di protesta in varie parti della capitale

13 giugno, 12:30

(ANSA) - TEHERAN 13 GIU - Sono 91 le persone arrestate ieri nella sola Teheran in occasione del primo anniversario della contestata rielezione di Mahmud Ahmadinejad. Lo ha detto il capo della polizia della capitale. Ieri gli oppositori hanno dato vita a raduni di protesta, nonostante i loro leader avessero revocato una manifestazione precedentemente indetta. Il capo della polizia nega che vi siano stati scontri tra le forze di sicurezza e i manifestanti. Siti dell'opposizione e testimoni parlano invece di incidenti.

Iran: "Comunità internazionale sostenga popolo iraniano"


"La situazione in Iran è sempre più inquietante e drammatica. L'invio a tappeto di sms di minaccia a migliaia di cellulari di attivisti politici, di giovani e di studenti iraniani dimostra ancora una volta l'arroganza e la violenza del regime di Teheran. Oggi più che mai condivido le parole del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama quando invita ad essere realmente vicini ai cittadini iraniani”. Lo dichiara il Ministro per le Politiche Europee, Andrea Ronchi.

"È finito il tempo della solidarietà di facciata. Oggi – continua Ronchi - bisogna mettere mano alle sanzioni, renderle effettive ed efficaci. Solo così la comunità internazionale potrà dare un segno tangibile di vicinanza al popolo iraniano. Ancora una volta preoccupa il silenzio dell'Unione Europea. Ci domandiamo dove siano le iniziative politiche contro il regime di Teheran. Per questo ci attendiamo che la signora Ashton, compia dei passi ben precisi in questa direzione. Lunedì - conclude il Ministro per le Politiche Europee - porrò la questione al Consiglio Affari Generali dell'UE nella speranza che l'Europa, nella sua unità, dia un segnale forte e interrompa questo intollerabile silenzio".

venerdì 11 giugno 2010

12 GIUGNO, IL PRIMO ANNIVERSARIO DELLA GRANDE RIVOLTA POPOLARE IRANIANA

Esattamente un anno fa, in occasione delle farse elezioni presidenziali, il regime dei mullah, attraverso una complessa e minuziosa e capillare ingegneria elettorale ha nuovamente nominato il passdar Ahmadinejad per il secondo mandato. In tal occasione l'intero mondo ha potuto testimoniare direttamente e grazie all'internet l'esplosione della rabbia popolare che ha riversato tutto il suo odio e sdegno verso la casa del capo supremo, Ayattolterrore, mullah Ali khamenei e il suo sicario, il famoso uomo di 1000 colpi di grazia Ahmadinejad( nei primi anni ottanta, Ahmadinjead fu uno degli uomini del plotone di esecuzione del carcere di Evin, dove in quel periodo sono stati passati per le armi molte decine di migliaia di ragazze e ragazzi e perfino donne incinte. In quei periodi fu proprio Ahmadinejad che sparava i colpi di grazia ai detenuti). La data del 12 giugno ha segnato l'inizio della fine e del crollo dell'intero regime e ha definitivamente ha chiuso nella tomba qualsiasi idea di riformismo e di risanamento di un regime clericale e dispotico basato su tre colonne fondamentali: la repressione, il terrorismo come la base della politica estera e la bomba atomica come la garanzia della sopravvivenza della repubblica islamica di matrice khomeinista. Negli ultimi anni, in particolare nel periodo della presidenza di Khatami, ci sono stati tantissimi tentativi euroamericani per portare il regime iraniano su un binario accettabile.In tal senso sono stati offerti gratuitamente del tempo prezioso al regime per complementare il suo progetto atomico militare e per prolungare e consolidare il suo maligno regno in medioriente. Sono stati offerti ai mullah numerosi pacchetti incentivi e portati avanti la politica del bastone e della carota( le carote hanno riempito la pancia dei mullah e i bastoni sono finiti sulla testa della popolazione!).
Un altro esito di questa giornata storica è stato la spaccatura della testa del regime che ha portato l'intero vertice del clero e del governo in uno stato di irreversibilità assoluta. Tale situazione ha avuto anche suoi effetti fisiologici all'interno dell'apparato militare e statale dove il regime di Ahmadinejad ha dovuto fare una grande e minuziosa depurazione.
Tutto ciò è stato accompagnato da una dura repressione delle manifestazioni popolari. Migliaia di persone sono state arrestate e torturate, violentate e uccise. Il capo supremo, Ali Khamenei ha ordinato una politica di dura contrazione di tutti gli apparati statali e non. Ha licenziato tutti coloro che non erano in linea con la nuova situazione e ha perpetrato una dura e feroce campagna denigratorio contro gli stessi uomini che fino a pochi giorni fa facevano ufficialmente parte dell'intero corpo governativo. Ma allo stesso tempo, la popolazione ha continuato a scendere in piazza e ha reclamare i suoi diritti negati da trentanni. Ogni occasione e ricorrenza è stata sfruttata per scendere in piazza e chiedere il ripristino dello stato di diritto. Il 20 giugno, giornata dei caduti e dei prigionieri politici è stata barbaramente uccisa Neda, simbolo della resistenza popolare iraniana. Il culmine della protesta è stato evidenziato nella giornata della Ashura dove milioni di persone si sono riversate nelle strade iraniane manifestando e scontrandosi con i Passdaran. L'intero paese si è sprofondato in una guerra. In quell'occasione i Passdaran hanno aperto il fuoco sui manifestanti e hanno ucciso centinaia di giovani regazze e ragazzi. Anche questa data è rimasta impressa nella storia della lotta per la libertà e la democrazia. La popolazione ha potuto constatare che questo regime non ha intenzioni e non può assolutamente dare uno spazio pur minimo all'espressione del dissenso. la battaglia ha preso un indirizzo più netto e più radicale dove anche gli slogan hanno cambiato la natura e il significato: Wher in my vote è diventato Morte a Khamenei. E tutto ciò è continuato ininterrottamente fino ai giorni nostri. La manifestazioni sono state continuate in ogni angolo del paese e hanno toccato tutti i ceti sociali ed economici. La spaccatura si è allargata e ha reso ancora più debole il regno duo Khamenei-Ahmadinejad.
La data del 12 giugno ha evidenziato ancora una volta un altro aspetto della società iraniana che merita una grande attenzione dell'intero mondo: il ruolo delle donne. Al contrario della rivoluzione del 1979 che gli uomini riempivano tutte le piazze, invece questa volta abbiamo visto, grazie all'internet, una grande partecipazione delle donne come i veri pionieri della libertà e della democrazia e secondo me sono loro i veri garanti della vittoria finale contro il fondamentalismo islamico di matrice khomeinista. Saranno le donne iraniane che sferreranno il colpo mortale sulla testa del regime dei mullah. Tutto ciò ha una sua logica: In questi trentanni del regno del fondamentalismo la donna è stata maltrattata e discriminata in ogni settore. E' stata legalmente riconosciuta come elemento secondaria con enormi doveri e pochissimi diritti.
Colgo occasione di ringraziare a nome del popolo iraniano e a tutti i caduti coloro che hanno sostenuto questa grande battaglia per la libertà e la democrazia in Iran e per la sicurezza in tutto il mondo.
Nei prossimi giorni ancora testimonieremo il grande coraggio e determinazione del popolo iraniano per liberare l'Iran dalle tenaglie del regime dei mullah.
Davood Karimi

SHAHRZAD SHOLEH: "IL POPOLO IRANIANO ANDRA' IN PIAZZA, SARANNO TANTISSIMI"



Shahrzad Sholeh durante la premiazione del festival film Rossellini

Fonte:CNRmedia

Il 12 giugno del 2009 Ahmadinejad è stato confermato alla guida dell'Iran. Ad un anno di distanza, in tutto il mondo ci saranno manifestazioni di protesta. A CNRmedia il commento di Sharzad Sholeh, Presidente donne iraniane in Italia.


In tutto il mondo, dall'Europa al Giappone, passando per Stati Uniti e Canada si preparano manifestazioni contro il regime iraniano per sabato 12 giugno, ad un anno dall'elezione "truccata" di Ahmadinejad. Da Teheran, invece, i leader dell'opposizione Moussavi e Karrubi invitano a non andare in piazza per non rischiare ritorsioni.
"Speriamo che anche Karroubi e Moussavi decidano di stare dalla parte del popolo fino alla fine, perchè almeno così si spargerà meno sangue". Così Sharzad Sholeh, Presidente donne iraniane in Italia, commenta a CNRmedia le parole dei due leader politici, che considera parte dell'establishment iraniano.
"E' stata la gente che è scesa nelle strade per protestare subito dopo l'elezione di un anno fa a tirarsi dietro sia Karroubi che Moussavi", prosegue Sholeh. "Loro hanno detto che dobbiamo rispettare le leggi attuali, ma la gente ormai vuole una vera democrazia. Siamo sicuri che anche questa volta in moltissimi scenderanno in piazza a protestare, anche se ormai sa che si rischia di essere uccisi. Il popolo iraniano, però, andrà avanti lo stesso".
Le sanzioni inflitte ieri dall'Onu al Teheran: "Sono state un passo molto importante per il popolo iraniano", spiega Sholeh. "Dopo 30 anni di regime, la gente non ha niente da perdere e queste misure non colpiranno il popolo iraniano ma proprio la classe politica - aggiunge - . Dal presidente Obama, però, ci aspettavamo almeno un atteggiamento più vicino alla gente. Speriamo che sia l'America e sia l'Unione Europea appoggino il popolo, che ne ha veramente bisogno".

CNRmedia - 10/06/2010

mercoledì 9 giugno 2010

APPROVATA LA QUARTA RISOLUZIONE SANZIONATORIA DELL'ONU

Comunicato stampa

GRANDE SODDISFAZIONE DELLA COMUNITA' IRANIANA
CON 12 VOTI A FAVORE E' STATA APPROVATA LA RISOLUZIONE CONTRO IL PROGRAMMA ATOMICO DI TEHERAN
Con 12 voti a favore e' stata approvata da parte del Consiglio di Sicurezza dell'Onu la quarta risoluzione che mira a colpire il braccio destro del fondamentalismo e del terrorismo iraniano: la Sepah Passdaran.
Questa risoluzione e' il frutto di un grande lavoro senza sosta della resistenza iraniana che ha portato alla luce il problema atomico del regime fondamentalista di Ahmadinejad grazie al quale oggi il mondo e' piu' sicuro di prima. Devo sottolineare che la comunita' internazionale deve un grande ringraziamento al popolo iraniano e alla sua leggittima resistenza che al costo del sacrificio del loro sangue hanno smascherato il diabolico piano atomico iraniano. Un piano strategico di importanza vitale per i mullah. Tanto vero che lo stesso Rafsanjani l'ha chiamato l'unica garanzia per la soppravvivenza della repubblica islamica.
esprimendo la mia grande gioia e soddisfazione devo anche ribadire che le sanzioni e le risoluzioni non sono gli unici mezzi efficaci contro il regime dei mullah. Per renderli penetranti e effettivi e taglienti devono essere accompagnati anche da un forte sostegno al popolo iraniano che in questi giorni si sta muovendo per ricordare e commemorare il primo anniversario della grande rivolta popolare in Iran. Il mese di giugno e' colmo di grandi date importanti dove la popolazione intende ricordarle, come il 20 giugno, anniversario del martirio di Neda, simbolo della resistenza della donna iraniana e la giornata dei caduti e dei prigionieri politici .
A nome della comunita' iraniana e dei dissidenti ringrazio tutti coloro, in particolare l'Italia e il governo del presidente Berlusconi, che hanno inninterrotamente lavorato per arrivare all'approvazione di questa strategica risoluzione che puo' aiutare il popolo iraniano ad organizzare al meglio la sua grande rabbia ed a scatenare un diluvio di sdegno e di odio verso Ahmadinejad e il suo capo supremo il mullah Ali Khamenei. In conclusione aggiungo che l'unica via per allontanare definitivamente il pericolo atomico e terroristico iraniano, come l'ha ribadito la signora Maryam Rajavi, e' un cambio democratico del regime fondamentalista dei mullah.
Con l'augurio che questa risoluzione accelleri la caduta del regime iraniano e allontani per sempre dalla faccia della terra la minaccia del fondmanetalismo islamico di matrice khomeinista.

Davood Karimi, presidente dell'associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia

mercoledì 2 giugno 2010

M.O./ Europarlamento, fallisce operazione propaganda di Mottaki Min. Esteri Iran inchiodato da domande su abusi regime Teheran


ESTERI
postato 21 ore fa da APCOM

m.o./ europarlamento, ministro esteri…
iran,a bruxelles quasi rissa per mottaki
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Bruxelles, 1 giu. (Apcom) - Il ministro degli Esteri iraniano, Manouchehr Mottaki, non è riuscito - come si temeva - a trasformare il suo atteso intervento alla commissione Affari esteri dell'Europarlamento oggi a Bruxelles, in una ribalta da cui accusare strumentalmente Israele invece di rispondere alle accuse al regime degli ayatollah di Teheran.
Prima Mottaki è stato accolto, al suo arrivo, da una manifestazione di protesta organizzata dagli italiani del Pdl e dai conservatori britannici; poi, durante la discussione in commissione Affari esteri tutte le domande degli eurodeputati presenti, di tutte le forze politiche, sono state focalizzate sui problemi di democrazia e le violazioni dei diritti umani in Iran, o sul programma nucleare di Teheran, senza che nessuno abbia mai offerto al ministro il desco per attaccare lo Stato ebraico, dopo quanto è accaduto ieri al largo di Gaza. Così che, a parte una dichiarazione iniziale sull'attacco 'barbaro' di Isaele alla flottiglia pacifista, Mottaki ha dovuto passare il resto dell'audizione a tentare, invano, di accreditare la tesi secondo cui in Iran ci sarebbe "rispetto dei diritti umani e civili, libertà di espressione e grande democrazia".
Questo, almeno, è quanto hanno riferito ai cronisti il presidente della commissione Affari esteri, Gabriele Albertini, e il capodelegazione del Pdl a Strasburgo, Mario Mauro, visto che la stampa non era ammessa alla riunione. L'audizione si è svolta a porte chiuse su richiesta dello stesso Europarlamento, proprio per evitare che Mottaki la trasformasse in uno show mediatico di propaganda "trasmesso in diretta in Iran, magari con qualche domanda di contorno scelta fra quelle meno dure contro il regime di Teheran, come ha osservato Albertini.
Durante l'intervento di Mottaki, in effetti, un cameramen della Tv di Stato iraniana era entrato, non si sa come, nella sala della commissione Esteri, ma è stato subito individuata da Mauro e cacciato da Albertini, secondo il racconto dei due europarlamentari.
Gli eurodeputati del Pdl, inoltre, hanno lasciato l'aula quando il ministro iraniano, riferendosi a una foto di Neda (la studentessa uccisa simbolo della rivolta di giugno contro il regime e i brogli elettorali), ha detto che lei non era una manifestante e che non era stata la polizia a ucciderla. In precedenza, molti interventi avevano chiesto conto di arresti di dissidenti politici ed esecuzioni capitali, mentre Potito Salatto (Pdl/Ppe) ha sollecitato Mottaki a promuovere una moratoria della pena di morte in Iran, come condizione preliminare e necessaria per l'avvio del dialogo con il Parlamento europeo.
All'uscita, Mottaki si è fermato un attimo a salutare i cronisti che lo aspettavano, dicendo loro che la discussione era stata "molto franca e, in qualche modo, amichevole", e che risponderà alle domande durante una conferenza stampa domani, sempre a Bruxelles, senza aggiungere nient'altro.

Tatarella (Pdl): Parlamento europeo, la protesta degli italiani contro il ministro degli esteri iran




02 giu 2010
Europarlamentare Salvatore Tatrella
"Lei é un mentitore. La sua presenza é un'offesa per il Parlamento". E´ esplosa violenta l'indignazione dell'on. Salvatore Tatarella, che, insieme agli altri parlamentari italiani del PPE, in segno di protesta, ha abbandonato l'aula della Commissione esteri del Parlamento europeo, mente parlava il Ministro degli esteri iraniano Manouchehr Mottaki.
I deputati italiani, guidati dall'on. Mario Mauro, avevano accolto il Ministro iraniano esibendo le foto della studentessa Nada Agha Soltan, assassinata dalla polizia iraniana durante una manifestazione di protesta. Durante l'audizione il deputato Potito Salatto ha chiesto una moratoria delle esecuzioni capitali in Iran, senza avere alcuna risposta dal Ministro iraniano, che, invece, si é esibito in una incredibile apologia del suo paese, rappresentato come "una democrazia rispettosa delle minoranze e dell´opposizione".
"Abbiamo ascoltato solo un cumulo di menzogne- ha commentato l'on. Tatarella - da un signore che ha solo abusato della nostra ospitalità".

M.O.: MAURO (PPE), EUROPARLAMENTO NON SIA TRIBUNA PER MOTTAKI



(AGI) - Bruxelles, 31 mag. - L’Europarlamento non puo’ permettersi di offrire “una tribuna o una vetrina” per “un’esibizione antisraeliana” da parte del ministro degli Esteri iraniano Manouchehr Mottaki, oggi in visita a Bruxelles dove sara’ ricevuto dalla Commissione Esteri. Secondo l’eurodeputato Pdl Mario Mauro, infatti, il rischio e’ che dopo i gravi fatti di ieri la visita di Mottaki sia “ulteriormente strumentalizzata”. “La visita - ha spiegato Mauro, mostrando le foto-simbolo di Neda, la ragazza uccisa durante le manifestazioni dell’anno scorso - non e’ inusuale: porremo al ministro domande centrate sulla violazione dei diritti umani in un paese in cui crediamo ci sia un regime antidemocratico”. (AGI) Ven

IRAN: MOTTAKI CONTESTATO DA EUROPARLAMENTARI A BRUXELLES

Iran,a Bruxelles quasi rissa per Mottaki
Eurodeputati anche del Pdl mostrano foto con vittime di Teheran
01 giugno, 16:41
ANSA
(ANSA) - BRUXELLES, 1 GIU - Il ministro degli Esteri iraniano Mottaki arriva al Parlamento Europeo ed e' quasi rissa tra le sue guardie del corpo e alcuni deputati. Tra questi ultimi anche gli italiani Mario Mauro, Barbara Matera, Giovanni Lavia e Potito Salatto. I deputati del Pdl aspettavano l'arrivo di Mottaki fuori dall'Aula mostrando foto delle vittime degli scontri avvenuti a Teheran lo scorso anno. Le guardie del corpo di Mottaki hanno forzato il cordone degli eurodeputati, costretti a indietreggiare.
AGI
(AGI) - Bruxelles, 1 giu. - Visita contestata a Bruxelles per il ministro degli Esteri iraniano Manouchehr Mottaki. Al suo arrivo all'Europarlamento, dove era stato invitato dalla Commissione Esteri, ha trovato ad accoglierlo alcuni deputati conservatori (fra i quali Mario Mauro e alcuni altri esponenti del Pdl) che mostravano le foto di Neda, la ragazza uccisa durante le proteste dell'anno scorso e diventata il simbolo dell'opposizione al regime di Ahmadinejad.
EURONEWS
Contestazione all’Europarlamento del ministro degli Esteri iraniano Mottaki. Alcuni deputati di Bruxelles, tra cui esponenti italiani del Pdl, hanno insultato il rappresentante del governo di Teheran, sfiorando la rissa con le sue guardie del corpo.

Ad attenderlo fuori dall’aula della commissione esteri era schierata una decina di eurodeputati che teneva in mano le foto di Neda, la studentessa uccisa durante la repressione delle proteste seguite alle presidenziali iraniane dello scorso anno.

“Abusano delle donne. Giustiziano donne, bambini e uomini. Giustiziano prigionieri politici. Giustiziano manifestanti pacifici. Voglio chiedergli – dice Struan Stevenson, membro del Parlamento europeo -quante persone hanno giustiziato questa settimana. Questo è un uomo che, venendo qui disonora il Parlamento”.

L’intervento di Mottaki si è poi svolto a porte chiuse. Il ministro degli Esteri iraniano, nelle prossime ore, dovrebbe commentare quanto accaduto a Bruxelles.

martedì 1 giugno 2010

Grazie agli europarlamentari italiani fallisce visita di Mottaki al Parlamento Europeo



COMUNICATO STAMPA
Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia condannando la visita inopportuna del ministro degli esteri del regime fondamentalista e terrorista di Ahmadienjad al Parlamento Europeo esprime la sua soddisfazione e gratitudine per la coraggiosa manifestazione di numerosi europarlamentari tra cui On. Salatto, On. Matera, On. Tattarella, On. Mauro che a nome delle vittime del regime iraniano hanno duramente contestato la visita di Mottaki. Durante la quale i parlamentari italiani, inglesi e spagnoli hanno innalzato la foto di Neda Aghasoltan e hanno gridato contro la visita propagandistica di Mottaki.
A nome del popolo iraniano e della famiglia di Neda e di numerose altre vittime del regime fondamentalista dei mullah ringrazio di cuore tutti gli europarlamentari che a nome del popolo iraniano hanno dimostrato che non è tollerabile la visita del rappresentante di un regime che all'interno del paese uccide i giovani e all'estero con le sue bombe aggredisce ferocemente i soldati stranieri coinvolti nelle operazioni di pace in Afghanistan e in Iraq. Il popolo iraniano è orgoglioso di questi rappresentanti del popolo italiano e non dimenticherà mai coloro che nei momenti più bui della sua storia l'hanno sostenuto nelle rappresentanze istituzionali internazionali.
Un caloroso ringraziamento va anche all'europarlamentare del Pdl Gabriele Albertini che non ha permesso al ministro iraniano di portare al termine il suo progetto di propaganda trasmettendo in diretta l'intervento di Mottaki in Iran.
Davood Karimi, presidente dell'associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia

M.O./ Europarlamento, fallisce operazione propaganda di Mottaki


Un breve filmato della protesta degli europarlamentari italiani contro la visita di Mottaki al Parlamento europeo



Nelle foto si notano alcuni europarlamentari italiani tra cui Potito Salatto che protestano contro la presenza del ministro degli esteri del regime terroristico dei mullah al Parlamento Europeo

01 giu 2010
Min. Esteri Iran inchiodato da domande su abusi regime Teheran

Bruxelles, 1 giu. (Apcom) - Il ministro degli Esteri iraniano, Manouchehr Mottaki, non è riuscito - come si temeva - a trasformare il suo atteso intervento alla commissione Affari esteri dell'Europarlamento oggi a Bruxelles, in una ribalta da cui accusare strumentalmente Israele invece di rispondere alle accuse al regime degli ayatollah di Teheran.
Prima Mottaki è stato accolto, al suo arrivo, da una manifestazione di protesta organizzata dagli italiani del Pdl e dai conservatori britannici; poi, durante la discussione in commissione Affari esteri tutte le domande degli eurodeputati presenti, di tutte le forze politiche, sono state focalizzate sui problemi di democrazia e le violazioni dei diritti umani in Iran, o sul programma nucleare di Teheran, senza che nessuno abbia mai offerto al ministro il desco per attaccare lo Stato ebraico, dopo quanto è accaduto ieri al largo di Gaza. Così che, a parte una dichiarazione iniziale sull'attacco 'barbaro' di Isaele alla flottiglia pacifista, Mottaki ha dovuto passare il resto dell'audizione a tentare, invano, di accreditare la tesi secondo cui in Iran ci sarebbe "rispetto dei diritti umani e civili, libertà di espressione e grande democrazia".
Questo, almeno, è quanto hanno riferito ai cronisti il presidente della commissione Affari esteri, Gabriele Albertini, e il capodelegazione del Pdl a Strasburgo, Mario Mauro, visto che la stampa non era ammessa alla riunione. L'audizione si è svolta a porte chiuse su richiesta dello stesso Europarlamento, proprio per evitare che Mottaki la trasformasse in uno show mediatico di propaganda "trasmesso in diretta in Iran, magari con qualche domanda di contorno scelta fra quelle meno dure contro il regime di Teheran, come ha osservato Albertini.

 
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