venerdì 29 ottobre 2010

Marco Pannella: sciopero della fame e della sete contro esecuzione Tarek Aziz



(IAMM) "Come con Saddam vogliono strozzarlo per impedirgli di parlare. Passo immediatamente allo sciopero totale della fame e della sete perché non si passi all'esecuzione di Tarek Aziz". E' quanto dichiara Marco Pannella, dopo aver appreso della notizia della condanna a morte di Tarek Aziz.


"Chiedo - prosegue Pannella - a Silvio Berlusconi, che quasi ossessivamente afferma di avere per amici, e non solo complici, i potenti della Terra e in particolare Bush, Blair, Putin e Gheddafi, di dimostrarcelo in questa occasione, ne ha il dovere essendo stato fra i principali responsabili della guerra in Iraq scoppiata per impedire l'esilio di Saddam e la pace, in quel caso ingannando il Parlamento e il popolo italiano". Dal 2 ottobre Marco Pannella è in sciopero della fame per ottenere Giustizia nella carceri italiane e per arrivare a ricostruire la tremenda verità storica che c'è dietro lo scoppio della guerra in Iraq.

Il figlio e l'avvocato di Sakineh torturati in carcere


Il figlio di Sakinej, Sajjad insieme all'avvocato
13:47 - ESTERI- 28 OTT 2010



Arrestati il 10 ottobre insieme a due giornalisti tedeschi
Roma, 28 ott. (Apcom) - Sajjad Ghaderzadeh e Houtan Kian, figlio e avvocato di Sakineh Ashtiani, la donna condannata alla lapidazione in Iran per cui si è mobilitata la comunità internazionale, "sono stati torturati in carcere". Lo comunicano oggi gli International Committees against stoning and executions, i due comitati che si battono per l'abolizione della lapidazione e delle esecuzioni capitali. I due iraniani sono stati arrestati insieme a due giornalisti tedeschi il 10 ottobre, durante un'intervista. Le autorità iraniane hanno poi confermato solo il fermo dei due stranieri, che sarebbero entrati in Iran con un visto turistico, senza essere in possesso di documenti per provare la loro professione. Kian e i due stranieri "sono stati trasferiti nella prigione di Tabriz il 26 ottobre. Non si hanno notizie su dove si trovi ora il figlio di Sakineh. Sajjad, in particolare, è stato sottoposto a pesanti torture". I due iraniani, spiegano i comitati, "sono stati interrogati soprattutto sui loro contatti con i media stranieri".

giovedì 28 ottobre 2010

Iran: impiccati 5 trafficanti di droga a Teheran

IRAN:CONTINUANO LE ESECUZIONI SOMMARIE SOTTO IL FALSO NOME DELLA LOTTA AI NARCOTRAFFICI!
Oggi è toccato a noi e domani sicuramente toccherà coloro che hanno scelto la strada del silenzio.
Associazione
rifugiati politici iraniani residenti in Italia condanna fermamente la nuova ondata di esecuzioni sommarie dei cittadini sotto il falso nome della lotta ali narcotraffici e rivela che il capo supremo del regime fondamentalista dei mullah ha dato ordini precise di proseguire sulla strada della repressione della dissidenza attraverso le impiccagioni quotidiane e pubbliche. Secondo le fonti attendibili interne il regime dei mullah sta preparando il terreno per una vasta campagna di esecuzioni nella città di Mashad dove sono a rischio di immediate esecuzioni all'incirca 600 detenuti. Associazione rifugiati politici iraniani mette in guardia la comunità internazionale sulla nuova iniziativa iraniana e chiede intervento di tutte le istituzioni internazionali di denunciare e prendere posizione contro la politica repressiva iraniana.
davood Karimi
28 ottobre, ore 09:06


Teheran, 28 ott. - (Adnkronos/Aki) - Cinque persone, accusate di traffico di droga, sono state impiccate a Teheran negli ultimi giorni. Lo ha riferito il procuratore capo della capitale iraniana, Abbas Jafari Dowlatabadi, citato dall'agenzia d'informazione 'Isna', che non ha rivelato le identita' dei condannati. "Durante gli ultimi 2-3 giorni, cinque persone sono state impiccate a Teheran perche' accusate di traffico di droga", ha affermato Dowlatabadi, il quale ha precisato che "le autorita' iraniane continueranno la loro lotta al narcotraffico".

M.O./ Nigeria, scoperto carico di armi iraniano diretto a Gaza

IL TERRORISMO IRANIANO:
Tredici container di "materiale da costruzione"
postato 2 ore fa da APCOM
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Roma, 28 ott. (Apcom) - I servizi segreti nigeriani hanno scoperto tredici container con del materiale bellico provenienti dall'Iran e diretti probabilmente verso la Striscia di Gaza: è quanto pubblica il quotidiano israeliano Ha'aretz.
I container si trovavano a bordo di una nave iraniana fermatasi nel porto di Lagos per il tempo strettamente necessario a scaricarli per poi ripartire: la bolla di accompagno descriveva il contenuto come "materiale da costruzione".
Secondo i servizi israeliani la vicenda avrebbe permesso di scoprire una nuova rotta per il contrabbando di armi iraniane verso la Striscia di Gaza: dato il maggiore controllo internazionale sulle navi iraniane, Teheran preferirebbe evitare l'usuale rotta attraverso il Mar Rosso.

Iran/ Resistenza iraniana condanna invito in Italia vice Mottaki



Ali Ahani "è un noto terrorista"


Roma, 26 ott. (Apcom) - Le principali organizzazioni della "Resistenza iraniana" in Italia "condannano fermamente l'invito rivolto dalla Commissione esteri del Senato italiano al noto terrorista iraniano" Ali Ahani, vice ministro degli Esteri iraniano responsabile dei rapporti con l'Unione europea.
In un comunicato pubblicato sul blog irandemocratico, l'Associazione dei rifugiati politici iraniani residenti in Italia, l'Associazione delle donne democratiche iraniane e l'Associazione dei giovani iraniani in Italia definiscono Ahani un "noto terrorista iraniano".
Secondo i tre gruppi, che fanno capo al Consiglio nazionale della resistenza iraniana (Cnri), il vice di Manoushehr Mottaki "per lunghissimi anni ha gestito e gestisce tutt'ora una vasta rete terroristica che agisce in tutta l'Europa". Nel comunicato si chiede al presidente del Senato, Renato Schifani, "di annullare gli appuntamenti odierni di Ahani con i responsabili della Commissione esteri e di espellerlo quanto prima dal territorio italiano".

martedì 26 ottobre 2010

ALI AHANI, NOTO TERRORISTA IRANIANO A ROMA!!!!

Comunicato stampa:

Associazione rifugiati politici insieme all'Associazione donne democratiche e Associazione giovani iraniani in Italia condannano fermamente l'invito rivolto dalla commissione esteri del Senato della Repubblica italiana al noto terrorista iraniano, Ali Ahani,Vice Ministro degli Esteri per gli affari europei della Repubblica terroristica e fondamentalista dell'Iran. pochi giorni fa i responsabili per l'estero dell'Unione Europea avevano adottato dure misure restrittive contro i viaggi diplomatici dei responsabli del regime fondamentalista e terrorista dei mullah iraniani. Una domanda nasce spontanea: come mai Ahani, uno dei massimi responsabili del terrorismo iraniano viene invitato dalla commissione esteri del senato? Quali sono gli obiettivi di tale visita?
Ali Ahani per lunghissimi anni ha gestito e gestisce tuttora una vasta rete terroristica che lavora ininterrotamente in tutta l'Europa.
Chiediamo al presidente del Senato della Repubblica Il senatore Schifani di annullare immediatamente gli appuntamenti odierni di Ahani coi responsabili della commissione esteri e di espellerlo quanto prima dal territorio italiano.
Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia
Associazione donne democratiche iraniane in Italia
Associazione giovani iraniani in Italia

domenica 17 ottobre 2010

Ahmadinejad come Hitler. Marcia choc sul Libano


Il Giornale, 15 ottobre 2010
di Fiamma Nirenstein

Il presidente iraniano: "I sionisti non dureranno a lungo". E i leader di Beirut si prostrano davanti a lui, ricordando l’Austria dell’Anschluss

Shimon Biton guarda sconsolato nella sera, che in Medio Oriente arriva prima, le luci rutilanti che il villaggio di Maroun a Ras spara per fare onore a Ahmadinejad in visita sul confine del Libano con Israele. Il villaggio è a pochi centinaia di metri, dalla guerra del 2006 gli agricoltori libanesi ostaggio degli Hezbollah, non sono più venuti, spiega Biton. Shimon con la sua maglietta a striscia insieme ai suoi compagni del moshav (una specie di kibbutz) di Revivim cerca di lanciare nel vento qualche pallone bianco e blu: ha beccato sulla testa insieme alla sua famiglia e i suoi compagni, con morti e feriti, le aggressioni missilistiche degli Hezbollah per decenni. Adesso guarda da lontano le luci, e non può credere che esse stiano illuminando proprio colui che progetta e proclama ogni giorno la distruzione di Israele, lo sterminio degli ebrei, che nega lo shoah; è stupefatto che sia venuto quasi in casa sua di fatto a ispezionare l’avamposto meglio armato dell’Iran, il Libano di Nasrallah, con i suoi 40mila missili: «Io non l’ho visto, se lo vedessi gli direi complimenti, qui ormai le bandiere del Libano non si vedono più da nessuna parte, ci sono solo le tue insieme a quelle gialle degli Hezbollah. Hai ucciso il Libano».

Che ne pensa dell’idea di un deputato di estrema destra di tentare con qualche cecchino? Scuote la testa: «Non dimentichiamoci, dice, come cominciò la prima guerra mondiale». Ma qui viene da pensare non alla prima, ma alla seconda guerra, a Hitler e alla sua marcia di conquista che cominciò con l’Anschluss dell’Austria. Non ha usato mezze parole Arieh Eldad, deputato del partito dell’opposizione di destra Unione Nazionale, che ha proposto di approfittare della visita per assassinare Ahmadinejad. «Alla vigilia della seconda guerra mondiale, se un uomo avesse ammazzato Hitler, avrebbe cambiato il corso della storia», ha commentato.

Ed è stata davvero una triste Anschluss la marcia trionfale che Ahmadinejad ha compiuto in questi due giorni fino a Bid Jbeil, a Maroun a Ras e a Kfar Qana sul confine di Israele con i suoi tremila guardiani della rivoluzione al fianco degli Hezbollah. L’esercito libanese è risultato cancellato, anche se gode di tanti finanziamenti internazionali; l’UNIFIL non ha competenze che possano fermare l’Iran. Tutti i leader libanesi moderati e onorevoli, quelli che dovrebbero semplicemente schivare, spingere lontano Ahmadinejad per avere preso il Libano prigioniero, invece sotto la minaccia costante delle armi di Nasrallah, lo hanno in questi giorni incontrato, dal presidente Michel Suleiman al primo ministro Sa’ad Hariri. Le foto li mostrano contratti, tristi.

Ahmadinejad, che ha ripetuto di sentirsi proprio a casa sua facendo impallidire Suleiman, ha chiesto a Hariri di bloccare l’Alta Corte che a dicembre altrimenti dichiarerà che suo padre Rafik è stato ucciso dagli Hezbollah. Ad Hariri Ahmadinejad ha chiesto di dichiarare che il tribunale è corrotto e che Israele ha tramato contro Hariri. Il figlio dell’ucciso dovrebbe farlo per impedire una guerra sanguinosa fra sciiti, sunniti, cristiani e drusi. Il presidente dell’Iran ha dimostrato con la sua richiesta che l’obiettivo immediato del viaggio è il salvataggio della milizia che è la sua migliore amica che altrimenti verrà prossimamente giudicata e delegittimata.

La scena di Ahmadinejad nel sud del Libano è paradossale per la facilità con cui una evidente rappresentazione di violenza e antisemitismo genocida può oggi avere luogo senza che nessuno batta ciglio. A sessanta anni dalla shoah il leader di un grande Paese come l’Iran, fra la folla plaudente di un Paese straniero ha urlato verso Israele, a duecento metri di distanza: «i sionisti sono responsabili per la crisi economica e l’inquinamento nel mondo»; «i sionisti non dureranno a lungo»; che «il mondo deve sapere che i sionisti sono destinati a sparire che non hanno altra scelta che arrendersi e tornare nei loro Paesi d’origine»; gli uomini di Dio stanno arrivando e l’ingiustizia finirà» dato che «i sionisti sono i nemici dell’umanità» e la lotta dei palestinesi può essere vinta solo con la forza. La mattina, mentre gli assegnavano una laurea honoris causa, Ahmadinejad accusava l’Occidente di aver bloccato gli altri Paesi dall’accesso alla tecnologia nucleare pacifica, di uccidere civili innocenti in Afghanistan con la scusa di combattere il terrorismo, e ha aggiunto che «investire speranze in Inghilterra, Usa e altri paesi è inutile, perché hanno aiutato a fondare il sionismo».

Un gruppo di 250 politici, avvocati, attivisti in questo terribile panorama ha trovato il notevole coraggio di mandare una lettera aperta a Ahmadinejad: «Il tuo discorso che invita le forze di resistenza in Libano a spazzare via Israele dalla mappa fa sembrare che la tua visita sia quella di un comandante alla linea del fronte». Eh già, la linea avanza, altrimenti a che serve un’Anschluss?

venerdì 15 ottobre 2010

Iran, l'ex avvocato di Sakineh: ''Voglio vedere il Papa, mi aiuti sui diritti umani''


Un manifesto per Sakineh
Bruxelles - (Adnkronos/Aki) - Il messaggio lanciato da Mohammad Mostafaei attraverso Aki-Adnkronos International: ''Ue e Italia intervengano con tutti i mezzi a disposizione''. "In manette il figlio e l'avvocato di Sakineh". Angelilli al Parlamento europeo legge la lettera dei figli ad AKI . I figli: ''Asilo in Italia''. Il procuratore: "Sarà impiccata''. Bardem, Totti e Rosella Sensi aderiscono all'appello di Aki. Fiori dai municipi di Roma
Bruxelles, 14 ott. (Adnkronos/Aki) - "Vorrei incontrare il Papa, sua santità Benedetto XVI, per poter parlare con lui della situazione dei diritti umani in Iran e in altri paesi, e promuovere il loro rispetto e la pace nel mondo". E' il messaggio lanciato attraverso AKI-ADNKRONOS INTERNATIONAL dall'ex avvocato di Sakineh Ashtiani, la donna iraniana condannata a morte, e attivista per i diritti umani Mohammad Mostafaei, oggi a Bruxelles per partecipare a un dibattito al Parlamento europeo.


La situazione di Sakineh, ha rassicurato il legale, sarebbe "migliore" grazie alla campagna internazionale lanciata per aiutarla. "Il Papa potrebbe chiedere un ruolo più sostanziale dei diritti umani nel mondo e della pace, a cui il rispetto di questi è legata - ha affermato Mostafaei - Sarei quindi interessato ad incontrare personalmente Sua santità Benedetto XVI per parlargli di questo, ci sono infatti molte persone nel mondo che lo sostengono e lo ascoltano, e il suo messaggio sarebbe sicuramente ascoltato".


La situazione in Iran, infatti, è sempre più grave, e per l'avvocato la questione della minaccia nucleare iraniana è legata a quella dei diritti umani. "I diritti umani sono più importanti rispetto alla questione nucleare, perché se un paese che calpesta così i diritti della propria popolazione significa che non ha rispetto neanche per nessuna altro paese al mondo e che è quindi capace di commettere crimini contro l'umanità", ha ammonito l'ex avvocato di Sakineh.


"E' poi importante che l'Unione europea e l'Italia intervengano attivamente sulla questione iraniana con tutti gli strumenti e i mezzi di cui dispongono", ha detto da Bruxelles Mostafaei. In particolare, "l'Ue dovrebbe mettere un embargo sugli individui specifici , sulle personalità iraniane di spicco perché non possano spostarsi liberamente nei paesi democratici così come ha già fatto il presidente degli Stati Uniti Barak Obama, e l'Italia dovrebbe fare agire in modo simile", ha continuato l'attivista per i diritti umani iraniano ora rifugiato in Norvegia.


Infatti "dalla situazione generale in Iran dipende anche la sorte di Sakineh, dei suoi figli, del suo avvocato e di tutte le altre persone vittime" del regime che si trovano in carcere, ha avvertito l'ex avvocato, sottolineando però che la loro liberazione "ora come ora mi sembra difficile vista la situazione". Mostafaei ha quindi confermato che il figlio di Sakineh Sajjad, il suo avvocato e i due giornalisti tedeschi "sono stati arrestati, i telefoni cellulari sequestrati e anche le telecamere, ma non sappiamo dove sono esattamente". L'accusa, secondo l'ex avvocato di Sakineh, sarebbe quella di "collusione e legami con il partito comunista, ma la situazione non è per niente chiara", ha ammesso l'uomo a Bruxelles, aggiungendo che "si tratta probabimente di un lavoro svolto dall'intelligence iraniana".


Mostafaei non esclude che i quattro arrestati siano presto "obbligati a confessare sotto tortura e davanti alle telecamere", estorcendo loro false dichiarazioni come è già avvenuto per Sakineh. Sakineh, però, per il suo ex avvocato, "si trova ora in una posizione più sicura e in buone condizioni grazie al sostegno internazionale e alle campagne lanciate per salvarla". Secondo le informazioni di cui è in possesso Mostafaei, per ora la sentenza di esecuzione capitale è tuttora "sospesa" e "non sono state prese altre decisioni" in merito.

giovedì 14 ottobre 2010

VA CONDANNATO IL VIAGGIO DI aHMADINEJAD IN LIBANO

il viaggio del mostro Ahmadinejad in Libano va condannato fermamente. Il che significa che ormai, grazie all'incapacità della comunità internazionale, il regime dei mullah gioca con le carte scoperte e senza timore. Se non va fermato a breve avremmo una terza guerra mondiale!

sabato 9 ottobre 2010

LE NOSTRE PROFONDE CONDOGLIANZE PER LA MORTE DEI SOLDATI ITALIANI IN AFGHANISTAN

Comunicato stampa:

Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia condannando fermamente questo ennesimo atto di violenza organizzato dal regime iraniano esprime le sue profonde condoglianze alle famiglie dei soldati caduti oggi in Afghanistan, al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e al Premier Silvio Berlusconi.
La responsabilità di questo atto terroristico va cercato nel regime fondamentalista dei mullah che da anni finanzia e rifornisce di armi i gruppi terroristici afghani al fine di destabilizzare il paese vicino e cacciare via i soldati delle forze della coalizione.
Davood Karimi, presidente dell'associazione rifugiati politici iraniani residenti in italia

giovedì 7 ottobre 2010

Iran: attacco a poliziotti, 5 morti Due uomini armati aprono il fuoco, ci sono anche 9 feriti

07 ottobre, 21:54

(ANSA) - TEHERAN 7 OTT - Cinque persone, tra cui quattro poliziotti, sono rimaste uccise in Iran da due uomini armati che hanno aperto il fuoco contro una pattuglia. L'attacco, avvenuto nella provincia di Kordestan, ha provocato anche nove feriti. Un portavoce della polizia ha detto che l'agguato e' stato messo in atto da due uomini appartenenti a 'gruppi contro-rivoluzionari'.

Oltre ai quattro agenti, a cadere sotto il fuoco degli aggressori e' stato un passante.

VENERDI, PIAZZA CAMPO DEI FIORI CON SAKINEH

mercoledì 6 ottobre 2010

CONCERTO DI SOLIDARIETA' CON SAKINEH A PALERMO



SAKINEH: CONCERTO DI SOLIDARIETA' AL POLITEAMA DI PALERMO



(AGI) - Palermo, 6 ott. - Un concerto di solidarieta' per Sakineh Mohammadi Ashtiani, la vedova di 43 anni accusata di adulterio e complicita' in omicidio, che rischia la pena di morte in Iran. Ad organizzarlo e' la Fondazione Orchestra sinfonica siciliana in collaborazione con il Cerisdi, il Centro ricerche e studi direzionali, per sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema della pena di morte e sulla condizione femminile nel mondo. Sabato 9, alle 21.15, il Politeama Garibaldi ospitera' il concerto diretto da Francesco Di Mauro, con la partecipazione dei pianisti Alessandra Mascellaro La Franca e Marco Giliberti. Il programma prevede l'esecuzione del Concerto per pianoforte e orchestra n.17 in sol maggiore K452, del Concerto n.20 in re minore K466 e della Sinfonia n.29 in la maggiore K201 di Mozart. Il concerto e' gratuito e gli inviti possono essere ritirati presso il botteghino del Politeama Garibaldi dal 7 al 9 ottobre (dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19) fino a esaurimento posti. (AGI) Mrg
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(AGI) - Palermo, 6 ott. - Un concerto di solidarieta' per Sakineh Mohammadi Ashtiani, la vedova di 43 anni accusata di adulterio e complicita' in omicidio, che rischia la pena di morte in Iran. Ad organizzarlo e' la Fondazione Orchestra sinfonica siciliana in collaborazione con il Cerisdi, il Centro ricerche e studi direzionali, per sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema della pena di morte e sulla condizione femminile nel mondo. Sabato 9, alle 21.15, il Politeama Garibaldi ospitera' il concerto diretto da Francesco Di Mauro, con la partecipazione dei pianisti Alessandra Mascellaro La Franca e Marco Giliberti. Il programma prevede l'esecuzione del Concerto per pianoforte e orchestra n.17 in sol maggiore K452, del Concerto n.20 in re minore K466 e della Sinfonia n.29 in la maggiore K201 di Mozart. Il concerto e' gratuito e gli inviti possono essere ritirati presso il botteghino del Politeama Garibaldi dal 7 al 9 ottobre (dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19) fino a esaurimento posti. (AGI) Mrg

TERRORISMO INTERNAZIONALE IRANIANO:

Esteri | 06/10/2010 | ore 19.53 »
Kabul, 6 ott. (Adnkronos) - Le forze di sicurezza afgane hanno trovato e sequestrato nella parte sudoccidentale del paese 19 tonnellate di ordigni ed esplosivi giunti in Afghanistan attraverso il confine con l'Iran. Una persona e' stata catturata, ha riferito Abdul Jabar Purdel, il capo della polizia di Nimroz, al confine con Iran e Pakistan.

Gii ordigni erano contenuti in 337 casse chiuse in un container. Nei mesi scorsi, un alto funzionario della Difesa americana aveva citato nuovi rapporti di intelligence secondo cui l'Iran pianificava il trasferimento di nuovi carichi di armi in Afghanistan. Le informazioni erano arrivate da "una fonte iraniana". Teheran ha sempre negato di appoggiare gruppi che si battono contro il governo afgano.

martedì 5 ottobre 2010

UN BREVE FILMATO SULLA MANIFESTAZIONE A NEW YORK CONTRO AHMADINEJAD

La questione dei diritti umani in Iran e Bruxelles

Bruxelles, 5 ott. (Adnkronos/Aki) - La questione dei diritti umani in Iran sara' messa presto sul tavolo del Consiglio degli affari esteri dell'Ue in quanto ci sono diversi casi di violazioni, oltre a quello di Sakineh e dei suoi figli che hanno chiesto oggi asilo politico all'Italia. E' quanto ha assicurato ad AKI-ADNKRONOS INTERNATIONAL Maja Kocijancic, la portavoce dell'Alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza comune Catherine Ashton.

IRAN: POLVERINI, GOVERNO ACCOLGA APPELLO FIGLI SAKINEH

05-10-2010
INEH

(ASCA) - Roma, 5 ott - ''Il governo italiano accolga l'appello dei figli di Sakineh che temono di essere arrestati''. Lo dichiara il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini. ''L'importante mobilitazione per la giovane donna iraniana, che ha visto in prima linea anche la Regione Lazio, ha consentito di sospendere la pena per lapidazione.

L'allarme lanciato oggi dai figli di Sakineh (con richiesta di asilo politico - ndr) dimostra, pero',- spiega - che non bisogna abbassare la guardia. Proprio nel nostro Paese una donna pakistana Begm Shnez e' stata uccisa dal marito per aver difeso la liberta' della figlia aggredita dal padre e dal fratello. Sono violenze inaccettabili, frutto del mancato rispetto di diritti fondamentali di cui Sakineh e' diventata emblema e contro cui dobbiamo continuare a batterci tutti''.

I due figli hanno chiesto asilo politico all'Italia per sfuggire alle persecuzioni di Teheran


Nella foto: Sajjad
Secondo il legale di Sakineh, Javid Hutan Kian, i figli della donna, che rischia la lapidazione per omicidio, sarebbero in pericolo. "La Procura di Tabriz sta escogitando un tranello per arrestarli", ha dichiarato Kian all'agenzia Adnkronos International. "Secondo le mie fonti gli agenti dell'intelligence avrebbero messo sotto pressione due prigionieri politici a Tabriz affinché questi confessino il falso, accusando i figli di Sakineh di essere loro complici, avendo distribuito, su loro ordine, manifesti politici antigovernativi".

Il legale si è poi detto "molto preoccupato" per i figli di Sakineh. "Secondo la mia esperienza prevedo che possano essere arrestati con la falsa accusa di aver svolto attività politica antigovernativa".

I due ragazzi hanno perciò chiesto asilo politico all'Italia nel caso in cui il governo di Teheran cerchi di rinchiuderli in carcere. "La nostra condizione continua a diventare sempre più difficile e sentiamo il pericolo di essere arrestati. Pertanto, considerata anche la grande attenzione del governo e del popolo italiano nei confronti della nostra causa, chiediamo al Premier italiano, Silvio Berlusconi, asilo politico".

Dalla Farnesina fanno sapere che la richiesta deve essere valutata in ambito europeo. "Nel caso specifico di una richiesta di asilo da parte dei figli di Sakineh", ha dichiarato Maurizio Massari, portavoce del ministro degli Esteri Franco Frattini, "visti l'interesse e la partecipazione provocata dalla vicenda in tutta Europa, riteniamo che una tale richiesta debba essere esaminata con altri partner europei nell'ambito dei rapporti complessivi Ue-Iran".

Parole chiave: sakineh, asilo, tabriz, figli

lunedì 4 ottobre 2010

Iran: arrestati otto dissidenti, fra cui ex ministro Esteri Yazdi


Nella foto dott. Ibrahim Yazdi, ex ministro degli esteri del governo di Mehdi Bazargan ed uno degli uomini più fidati dell'amministrazione americana di allora del governo di Carter
Il cappio della repressione ha toccato pure i sostenitori filo americani del regime dei mullah
Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia condanna fermamente la nuova ondata di arresti effettuati alcuni giorni fa durante le celebrazioni funerarie di uno dei membri del "Movimento della libertà", di cui Ebrahim Yazdi uno dei massimi dirigenti. Durante l'irruzione delle forze di sicurezza nella moschea dove si tenevano le celebrazioni, i passdaran hanno picchiato e malmenato tutti i presenti arrestandone una decina tra cui dott. Yazdi.
L'arresto di Yazdi e dei suoi amici del movimento è il segno della irreversibilità della situazione politica di oggi che sta stringendo il cappio al collo dei più innocui elementi della scena politica del paese che naturalmente porterà ad ulteriori provvedimenti repressivi da parte del regime di Khamenei-Ahmadinejad.
Davood Karimi



Teheran, 4 ott. (Adnkronos/dpa) - Otto dissidenti sono stati arrestati in Iran. Lo riferisce l'agenzia stampa ufficiale Irna, citando proprie fonti. Gli arrestati fanno parte di un movimento liberale, il Partito della Liberta', che e' stato messo al bando in Iran. Fra i fermati figurano il leader del partito e il suo vice, Ebrahim Yazdi e Hashem Sabaqian. Yazdi, ex ministro degli Esteri, e Sabaqian sono stati trasferiti in carcere a Teheran, mentre gli altri sei sono detenuti a Isfahan, la citta' dove sono stati tutti arrestati nei giorni scorsi.

venerdì 1 ottobre 2010

NUOVO APPELLO DEL FIGLIO DI SAKINEH

SAKINEH: RIFUGIATI IRANIANI, INTERVENGANO PAPA E GOVERNO ITALIANO
(AGI) - Roma, 28 set. - Sakineh e' in grave pericolo di vita. Secondo informazioni dell'Associazione dei rifugiati politici iraniani il regime dei mullah avrebbe gia' ordinato l'esecuzione della pena di morte attraverso l'impiccagione. In una nota l'associazione ha condannato la decisione del capo della Giustizia iraniana Ayattolah Larijani, che agisce sul ordine del capo supremo Mullah Ali Khamenei, e si e' unita all'appello lanciato dai figli di Sakineh chiedendo "un immediato intervento del Santo Padre, Papa Benedetto XVI e del governo italiano per fermare l'esecuzione della condanna a morte di Sakineh". "Inoltre - prosegue la nota del presidente Davood Karimi - ci rivolgiamo a tutte le forze politiche italiane di intervenire attraverso le azioni di protesta contro pena di morte per fermare le mani del boia". (AGI) Red/Tig




Mohammad Reza Heydari, ex console iraniano a Oslo, su Al Aan TV: “La politica estera iraniana punta a scatenare conflitti nei Paesi arabi e...

01 Ottobre,
Mohammed Reza Heydari, il diplomatico iraniano disertore, ha dichiarato che per soddisfare i propri interessi, la diplomazia estera iraniana punta a creare una situazione di crisi mondiale, in particolare nei paesi limitrofi e in Medio Oriente. Heydari ha rilasciato le sue dichiarazioni durante il programma di attualità Akthar Min Anwan, in onda ogni settimana su Al Aan TV, il canale satellitare panarabo con sede a Dubai.

Mohammed Reza Heydari, l’ex console iraniano a Oslo che si è dimesso nel gennaio 2010, ha dichiarato che “a causa dei suoi metodi totalitari, il governo sta trasformando l’Iran in un’enorme prigione.” Ha puntualizzato che gli iraniani “sono privati soprattutto della libertà di stampa, condizione questa che colloca l’Iran al secondo posto fra i paesi responsabili dell’arresto di giornalisti e della limitazione della loro libertà.”

Nel corso dell’intervista, Mohammad Reza Heydari ha rivelato di essere in costante contatto con altri esponenti antigovernativi e con funzionari del regime.

Blogger iraniano condannato a 19 anni di carcere Per aver criticato il regime degli ayatollah sul proprio blog.


Nella foto il famoso blogger iraniano che ha portato, per la prima volta in Iran, la cultura del blogger.

01-10-2010]


Hossein Derakhshan, 35 anni, blogger iraniano con passaporto anche canadese. è stato condannato a più 19 anni di reclusione. Lo riporta il sito conservatore Mashreghnews.

Il tribunale lo ha riconosciuto colpevole di "promuovere cellule controrivoluzionarie e di insultare personalità religiose", oltre che aver collaborato con gli Usa. A breve è previsto l'appello.

Nel 2006 e nel 2007, Derakhshan si era recato, con passaporto canadese, in Israele e aveva descritto il viaggio sul suo blog; per questo è stato arrestato nel novembre del 2008 al suo ritorno da Israele.

Derakhshan, nickname Hoder, ha realizzato un sito web contro la censura in Iran chiamato Stop censoring us.

Su Facebook è stato creato un gruppo che ne chiede subito la liberazione.

SAKINEH, I FIGLI: "PRONTI A CHIEDERE ASILO A ITALIA"



Nella foto Sajjad insieme al suo avvocato sig. Houtan Kian





Potrebbero «chiedere asilo politico all'Italia» i due figli di Sakineh, l'iraniana condannata a morte, che temono per la loro «incolumità ». Lo ha detto il figlio della donna, Sajjad Ghadarzadeh, in un'intervista a Generazione Zero, lo spazio giovani di Annozero. «All'Italia chiedo di appoggiarci e sostenerci moralmente, anche perchè non abbiamo la sicurezza sull'incolumità mia e di mia sorella: la nostra vita è in pericolo. Per questo chiediamo all'Italia di attivarsi moralmente e giuridicamente», ha detto Sajad, spiegando che «nel caso la situazione diventasse critica e ci sentissimo più in pericolo, io e mia sorella chiederemo asilo politico all'Italia».

«Grazie agli sforzi internazionali, non è più in discussione il problema della lapidazione e questa sentenza è stata accantonata. Ma esiste la sentenza di morte per impiccagione e spero che attraverso i vostri sforzi riusciremo ad annullarla». È il nuovo appello all'Italia e agli italiani lanciato dal Sajad Ghadarzadeh, il figlio dell'iraniana condannata all'impiccagione per l'omicidio del marito, in un'intervista a Generazione Zero, lo spazio giovani di Annozero. «Al popolo italiano chiedo di restare al nostro fianco e di non lasciarci soli, di restare vigile e attivo come quando Sakineh rischiava la lapidazione, e di attivarsi maggiormente contro la pena di morte e di impiccagione di nostra madre», ha aggiunto Sajad.

Sessanta eurodeputati italiani hanno già firmato la lettera scritta dal vicepresidente del Parlamento europeo, Roberta Angelilli, a Sajjad e Sahideh, i figli di Sakineh, per riaffermare la mobilitazione in favore della loro mamma, che rischia di essere lapidata in Iran, e di tutte le persone che si trovano in situazioni analoghe. Il Parlamento europeo continua così il suo impegno in nome del rispetto dei diritti umani in Iran e in particolare sul diritto di Sakineh a un processo equo e imparziale. La missiva sarà consegnata ai figli di Sakineh grazie all'intermediazione di Aki - Adnkronos International. «Abbiamo accolto l'appello che avete lanciato attraverso Aki - Adnkronos International e potete essere certi che non vi abbandoneremo. In Europa ci sono donne e uomini, madri e padri, sorelle e fratelli e tanti amici che lottano con voi», si legge in un passaggio della lettera. All'iniziativa, che ha trovato il sostegno trasversale di tutte le forze politiche italiane rappresentate a Bruxelles e appoggio unanime da parte dei presidenti di Commissione e capi delegazione, si è associato fin da subito anche l'altro vicepresidente italiano del Pe, Gianni Pittella. Di seguito i firmatari lettera: Gabriele Albertini (Ppe), Luigi De Magistris (Alde), Erminia Mazzoni (Ppe), Paolo De Castro (S&D), Carlo Casini (Ppe), Mario Mauro (Ppe), David Sassoli (S&D), Francesco Enrico Speroni (Efd), Niccolò Rinaldi (Alde), Barbara Matera (Ppe), Raffaele Baldassarre (Ppe), Diego Milana (S&D), Lara Comi (Ppe) Debora Serracchiani (S&D), Rita Borsellino (S&D), Salvatore Tatarella (Ppe), Iva Zanicchi (Ppe), Licia Ronzulli (Ppe), Rosario Crocetta (S&D), Sonia Alfano (Alde), Crescenzio Rivellini (Ppe), Luigi Ciriaco De Mita (Ppe), Elisabetta Gardini (Ppe), Vito Bonsignore (Ppe), Vincenzo Iovine (Alde), Antonio Cancian (Ppe), Antonello Antinoro (Ppe), Potito Salatto (Ppe), Alfredo Antoniozzi (Ppe), Sergio Berlato (Ppe), Aldo Patriciello (Ppe), Magdi Cristiano Allam (Ppe), Clemente Mastella (Ppe), Oreste Rossi (Efd), Alfredo Pallone (Ppe), Giovanni Collino (Ppe), Salvatore Iacolino (Ppe), Patrizia Toia (S&D), Gianluca Susta (S&D), Silvia Costa (S&D), Pier Antonio Panzeri (S&D), Francesco De Angelis (S&D), Roberto Gualtieri (S&D), Luigi Berlinguer(S&D), Giancarlo Scottà (Efd), Giovanni La Via (Ppe), Carlo Fidanza (Ppe), Sergio Cofferati (S&D), Lorenzo Fontana (Efd), Cristiana Muscardini (Ppe), Mara Bizzotto (Efd), Paolo Bartolozzi (Ppe), Mario Pirillo (S&D), Amalia Sartori (Ppe), Marco Scurria (Ppe), Pino Alrlacchi (Alde), Herbert Dorfmann (Ppe) e Tiziano Motti (Ppe).

ARRESTAO E TORTURATO IL CANTANTE ARIA ARAMNEJAD, AUTORE DI QUESTA VIDEO MUSICA PERSIANA

 
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