Iran: Amnesty, 9 detenute in sciopero fame contro trattamenti degradanti
02 Novembre 2012 - 11:53
Le nove detenute intendono proseguire lo sciopero della fame fino a quando la direzione del carcere non presentera' scuse formali, garantira' che trattamenti del genere non si ripeteranno e restituira' i loro effetti personali.
Amnesty International ha chiesto alle autorita' iraniane di proteggere tutti i detenuti dalle vessazioni e dai trattamenti degradanti, indagare sulle denunce delle nove donne e chiamare a rispondere i responsabili.
Un altro sciopero della fame e' intanto in corso nella prigione di Evin. Nasrin Sotoudeh, avvocata per i diritti umani condannata a sei anni di carcere, rifiuta il cibo dal 17 ottobre per protestare contro il divieto di incontrare i parenti, compresi i suoi due figli, senza vetro divisorio, e di fare telefonate alla famiglia.
''Le autorita' iraniane devono annullare il divieto di visite dirette in carcere e non adottare misure punitive nei confronti delle detenute in sciopero della fame, che hanno diritto a cure mediche fornite da personale medico competente in accordo coi principi di etica medica relativi alla confidenzialita', all'autonomia decisionale e al consenso informato'', ha dichiarato Ann Harrison, vicedirettrice del Programma Medio Oriente e Nordafrica di Amnesty International.
Tra le detenute in sciopero della fame, vi sono Bahareh Hedayat, Zhila Bani Ya'ghoub, Shiva Nazar Ahari, Mahsa Amrabadi e Zhila Karamzadeh-Makvandi.
''Queste donne sono in carcere solo per aver esercitato pacificamente i loro diritti alla liberta' d'espressione, riunione e associazione. Non solo non dovrebbero subire trattamenti degradanti, ma non dovrebbero neanche stare in prigione. Devono essere rilasciate immediatamente e senza condizioni'', ha commentato Harrison.