domenica 25 novembre 2012

Iran/Nucleare: Terzi, intervento militare Israele e' scenario possibile


Iran/Nucleare: Terzi, intervento militare Israele e' scenario possibile


23 Novembre 2012 - 14:50

(ASCA) - Roma, 23 nov - ''Una operazione militare'' di Israele contro Teheran ''e' uno scenario possibile'', ma ''speriamo che gli sviluppi'' che si registreranno nei colloqui 5+1 ''non lo rendano imminente''. Lo ha detto il ministro degli Esteri Giulio Terzi, nel corso di una conferenza stampa congiunta alla Farnesina con il capo della diplomazia dell'Anp, Riad Malki.

''La questione dell'armamento nucleare iraniano rimane in tutta la sua gravita''', ha aggiunto Terzi, ricordando che ''l'ultimo rapporto'' stilato dall'Aiea'' nel quale si denunciava lo smantellamento del sito militare di Parchin ''era poco rassicurante''.

Il tema, ha proseguito il ministro, ''e' di grande rilevanza per la sicurezza e la stabilita' nella regione'', contando che l'Iran ''si collega'' inoltre a ''teatri di crisi nei quali ha spazio di manovra''. Un esempio e' ''il conflitto siriano'', cosi' come ''la dichiarazione plateale di aver fornito armamenti'' alle cellule terroristiche di Hamas. La Repubblica islamica ''deve diventare una forza costruttiva di stabilita' anziche' di perturbazione'''', ha infine concluso Terzi.

Iran - Scatta l'embargo totale


MEDIO ORIENTE
data articolo22 novembre 2012


Iran - Scatta l'embargo totale
Parigi - La tensione fra Occidente e Iran sta subendo in queste ore un escalation a causa della decisione delle banche francesi di bloccare tutti i conti correnti di aziende che commerciano nel settore petrolifero da e per l'Iran. E' la prima volta, negli ultimi sei anni, che si giunge ad una decisione drastica con l'applicazione di tutte le sanzioni possibili previste dalle Risoluzioni ONU, e addirittura in tempi più rapidi di quanto si fece qualche anno fa in occasione della guerra contro Saddam Hussein. Non pochi sospettano dietro la decisione degli istituti di credito transalpini, una sottile (ma neanche tanto) ispirazione da parte israeliana.
Le somme sui conti sequestrati e bloccati non sono esigibili fino a decisione da prendere in merito. Intanto si è venuto a sapere che anche le aziende e le cooperative che si occupano dell'importazione di datteri e alimenti  vari da colture biologiche iraniane si sono visti chiudere i conti con conseguente avvio delle procedure di sequestro, mentre containiers pieni di materiali ed alimenti rimangono bloccati nei porti intermedi.
Ufficialmente l'embargo totale è in vigore da 48 ore, e per la prima volta negli ultimi 30 anni, dai confini dell'Iran non uscirà più nulla legalmente, cosa che inevitabilmente causerà una impennata di contrabbando e mercato nero. Né è dato sapere quanto durerà la situazione, mentre è ben prevedibile l'effetto che tale decisione avrà sui mercati internazionali.
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sabato 10 novembre 2012

Maryam Rajavi si rivolge al Consiglio di Sicurezza dell’ONU perché fermi le esecuzioni e persegua i leaders del regime iraniano e tutti gli individui responsabili delle torture e delle esecuzioni

Venerdì 09 Novembre 2012 15:22

La macchina di morte della dittatura omicida in Iran sta continuamente perseguitando il popolo iraniano. Giovedi 8 Novembre, il regime teocratico ha impiccato cinque prigionieri nella città di Shiraz. Ieri, sedici prigionieri sono stati impiccati a Tehran, Shiraz, Zarand e Mashhad. Tutte le esecuzioni sono state eseguite con l’approvazione di Khamenei. Quindi, il numero delle esecuzioni in 18 giorni è arrivato a 45 e dall’inizio del 2012 ammontano almeno a 383. L’esecuzione dei prigionieri politici accusati di essere trafficanti di droga è ormai un metodo comune e ben noto utilizzato dal regime teocratico.
Contemporaneamente, la tortura e l’omicidio di prigionieri politici continua. Il 6 Novembre Sattar Beheshti, un prigioniero politico di 35 anni, è stato ucciso sotto tortura otto giorni dopo il suo arresto.
Maryam Rajavi, Presidente eletto della Resistenza Iraniana, si rivolge alla comunità internazionale, in particolare al Consiglio di Sicurezza dell’ONU affinché prenda misure urgenti per fermare il trend crescente delle esecuzioni di massa, i maltrattamenti e la tortura fino alla morte dei prigionieri politici. Maryam Rajavi ha anche richiesto la formazione di un tribunale internazionale per perseguire i leaders del regime teocratico e tutti gli individui responsabili delle esecuzioni e delle torture di questo regime medievale. Individui che hanno partecipato alle esecuzioni e al massacro di 120.000 prigionieri politici e alla persecuzione dei dissidenti dentro e fuori il paese sin dall’inizio del governo di questo regime teocratico.
Ha aggiunto: “Il silenzio e l’immobilismo di fronte al curriculum criminale del regime iraniano, che costituisce un chiaro caso di crimine contro l’umanità, equivale a calpestare i valori universali sui quali le Nazioni Unite sono fondate.”
Nel sottolineare che l’obbiettivo del regime teocratico è quello di creare, mediante queste esecuzioni criminali, un’atmosfera di paura e terrore e di impedire l’esplosione dello sdegno popolare, Maryam Rajavi si è rivolta al popolo iraniano, in particolare ai giovani, perché protestino contro queste esecuzioni brutali ed aiutino le famiglie delle vittime in modo da essere all’altezza della loro responsabilità nazionale e umanitaria.
Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana
8 Novembre 2012

APPELLO AL MINISTRO DEGLI ESTERI ITALIANO SIGNOR GIULIO TERZI

APPELLO AL MINISTRO DEGLI ESTERI ITALIANO SIGNOR GIULIO TERZI 
Tenendo conto dell’uccisione sotto la tortura del blogger iraniano Sattar Beheshti, avvenuta all’inizio della settimana;
Tenendo conto dell’altissimo numero delle impiccagioni pubbliche e non in tutte le città iraniane (quasi 100 persone nell’ultimo mese);
tenendo conto della lapidazione di 4 giovanissime donne avvenuta in massima segretezza nella settimana passata a Teheran, nonostante le raccomandazioni del regime di aver sospeso tali criminali e disumani azioni;
tenendo conto della partecipazione attiva del regime iraniano nel terrorismo internazionale in particolar modo in Afganistan;

tenendo conto della crescente repressione contro i giovani donne e uomini che cercano la libertà e la democrazia;
tenendo conto del forte impegno del regime clericale nella costruzione della bomba atomica che inevitabilmente porterà la comunità internazionale in una catastrofica guerra di dimensioni mondiali;
ci appelliamo a Lei come il nostro ministro degli esteri di intraprendere delle azioni urgenti presso il governo e le istituzioni competenti interni ed esterni per condannare urgentemente la forte violazioni dei diritti umani in Iran e di costringere il regime dei mullah a rispettare la libertà e i diritti dell’uomo.
Le chiediamo anche di accogliere una delegazione delle associazioni iraniane che si occupano della denuncia delle violazioni dei diritti umani in Iran, per portare alla Sua conoscenza un quadro generale della situazione in cui vive terribilmente la popolazione iraniana.
Sh. Sholeh, presidente dell’Associazione Donne democratiche iraniane
Azar Karimi, presidente dell’Associazione Giovani iraniani
Davood Karimi, presidente dell’Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia
segreteria.terzi@esteri.it ;
per favore condividete e mandate appello all'indirizzo del ministro degli esteri Sig. Giulio Terzi

giovedì 8 novembre 2012

"LA PERSIA IN ROSA"


DIBATTITO
"LA PERSIA IN ROSA"
SABATO 10 NOVEMBRE 2012
ORE 15
Circolo dei Lettori   Sala BibliotecaVia Bogino 9, Torino
 
La Persia in rosa si racconta: sempre in prima linea contro la violazione dei diritti umani, le donne iraniane storicamente hanno svolto un ruolo fondamentale nella lotta per la libertà e la democrazia nel loro paese. Spesso se ne riconosce solo superficialmente il valore senza che venga permesso loro di raccontarsi e raccontare la propria storia. Queste donne ancora oggi non si sono perse d’animo: fiere e combattive, continuano a battersi per il riconoscimento dei loro diritti e ci portano la loro testimonianza di vita e di lotta contro l’assolutismo della Repubblica Islamica e il fondamentalismo religioso.    
 
IntroduceGiampiero Leo  “ presidente dell'Associazione per il Tibet e i diritti umani del Consiglio Regionale del Piemonte

Relatori
Emanuela Borgnino - antropologa, presidente di Earth Laws
Farideh Bozorgzad - esule iraniana in Italia
Enrica Giordano - avvocata, esperta di diritto iraniano
Angela Vitale - Amnesty International, Circoscrizione Piemonte e Valle d’Aosta
Elisabetta Zamparutti - deputata radicale 
Due rappresentanti (donne) del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (CNRI)
ModeraDavide Meinero, analista di politica internazionale
Durante la serata verrà proiettato il documentario sulla resistenza iraniana: 
"La lunga strada", di Paolo Balmas, prodotto dalla 
Consulta Torinese per la Laicità delle Istituzioni e dall'Associazione Iran Libero e Democratico.
 
Il dibattito è organizzato in collaborazione con l'Associazione per il Tibet e i diritti umani del Consiglio Regionale del Piemonte

mercoledì 7 novembre 2012

Iran- Sattar Beheshti died under torture

Irreland Dublin 02.11.2012 Protest for Nasrin Sotoudeh


IRAN

Muore in carcere per aver usato Facebook
l'attivista Beheshti difendeva i lavoratori

Il trentacinquenne ha subito una settimana di interrogatori e torture, si batteva per i diritti collettivi. Ad arrestarlo la Cyber polizia del regime, che ha invitato la famiglia a "Procurarsi una bara"

EVIN (IRAN) - Sattar Beheshti è morto in carcere, a 35 anni. Ai familiari è arrivata una telefonata dal penitenziario, con l'invito a "procurarsi una bara e non rilasciare interviste sull'accaduto". Succede in Iran nel 2012: un attivista viene arrestato dalla "Cyber Polizia" iraniana, quella che perlustra la Rete alla ricerca di oppositori del governo. E Sattar Beheshti era attivo, troppo, nella sua difesa elettronica dei diritti dei lavoratori iraniani. La Cyber Polizia l'ha arrestato e portato nel carcere di Evin, dove Beheshti è stato torturato. Fino a morire.

In carcere, Beheshti è rimasto appena una settimana. Fatta di interrogatori e violenze disumane, fino al tragico epilogo. La Cyber polizia esiste dal 2011, le torture in carcere da sempre. E la famiglia conferma che Sattar godeva di ottima salute, "non prendeva neanche un'aspirina", mentre dal penitenziario si dichiara che l'attivista "soffriva di problemi di cuore". Il corpo è risultato pieno di escoriazioni e ferite, dalla testa ai piedi. Arrestato il 30 ottobre, lavorava a Robat Karim, a 15 chilometri da Teheran. 

La sua morte diventerà l'ennesimo simbolo del valore dei diritti umani in Iran. Sattar è morto per aver espresso e condiviso la sua battaglia su un social network, non è stato il primo e non sarà l'ultimo a farlo. La sorella ha denunciato al mondo il comportamento delle autorità iraniane. Rimane il dolore e un problema di sostentamento per la famiglia, per cui Sattar era l'unica fonte di reddito.

Sattar Beheshti

Iran blog

Iranian Facebook activist Sattar Beheshti feared dead in custody

Tehran under pressure to issue statement on 35-year-old blogger amid reports of his death under interrogation
Sattar Beheshti
Sattar Beheshti, seen with his mother, claimed to have received death threats
The family of an Iranian blogger taken into custody accused of opposition activism on Facebook fears that he has died under torture.
Police picked up Sattar Beheshti, 35, from his home in the city of Robat-Karim in the southwest of Tehran last week.
His relatives said on Wednesday they had received phone calls from the prison authorities asking them to collect Beheshti's dead body from the notorious Kahrizak detention center on Thursday.
Beheshti's alleged death cannot be independently confirmed but Baztab, a news website close to Mohsen Rezaei, a senior politician, reported that the blogger has lost his life during interrogations.
"Sattar Beheshti, who was arrested by Fata [cyber] police, has died while being interrogated," Baztab reportedIran is recently reported to have arrested a number of Facebook activists. Although Facebook is blocked in the country, millions of Iranians access it through proxy websites or virtual private networks.
Sahamnews, a website close to the opposition leader, Mehdi Karroubi, said Beheshti had died "under torture" during an interrogation session with security officials.
"They called us today and asked us to collect his dead body tomorrow from Kahrizak," a family member told Sahamnews.
Kahrizak is a detention centre where Iran imprisoned many of the opposition activists caught up in the protests that followed the country's disputed presidential elections in 2009.
Before his arrest, Beheshti wrote in his blog: "They threatened me yesterday that my mother would wear black because I don't shut my mouth."
Speaking to an Iranian journalist, , Beheshti's sister said: "Last Tuesday they raided into our house and took my brother with them … Today they called my husband and asked him to prepare me and my mother and buy a tomb for his dead body."
Commenting on reports about Beheshti's death, the UK's minister for theMiddle East and North Africa, Alistair Burt, said: "I am shocked at reports that Sattar Beheshti, a young Iranian citizen, may have died in detention in Iran. Beheshti's only crime appears to be advocating the defence of human rights on the internet.
"Tragically, we have seen many similar cases of Iranians being locked up and mistreated in prison for expressing such views. If these reports are true, this is yet another disgraceful attempt by the Iranian government to crush any form of free expression by its citizens. The Iranian authorities have full responsibility for Beheshti's welfare in prison and I call on Iran urgently to confirm what has happened to him."
Many protesters are believed to have been tortured to death in Kahrizak, and several claim to have been raped. An Iranian doctor who examined the victims of Kahrizak was shot dead in September 2010.
Kahrizak became a scandal for the regime when Mohsen Rouholamini, the son of a former senior adviser to the Revolutionary Guards, was named among prisoners who had died at the centre.

sabato 3 novembre 2012

la ripresa delle lapidazioni in Iran:

la ripresa delle lapidazioni in Iran: secondo quanto ha rivelato pochi minuti fa il sito Iranpressnews nella medicina legale di Teheran ci sono i corpi martoriati di quattro donne lapidate nei giorni scorsi. non si hanno notizie sulle generalità di queste quattro vittime della violenza disumana del regime di Ahmadinejad.

venerdì 2 novembre 2012

Iran: Amnesty, 9 detenute in sciopero fame contro trattamenti degradanti



02 Novembre 2012 - 11:53

(ASCA) - Roma, 2 nov - Nove prigioniere politiche e di coscienza detenute nel carcere di Evin, nella capitale iraniana Teheran, hanno intrapreso uno sciopero della fame per protestare contro i trattamenti degradanti e le perquisizioni corporali cui sono sottoposte dal personale femminile della prigione, che ha anche sequestrato effetti personali. Lo annuncia, in una nota, Amnesty International.

Le nove detenute intendono proseguire lo sciopero della fame fino a quando la direzione del carcere non presentera' scuse formali, garantira' che trattamenti del genere non si ripeteranno e restituira' i loro effetti personali.

Amnesty International ha chiesto alle autorita' iraniane di proteggere tutti i detenuti dalle vessazioni e dai trattamenti degradanti, indagare sulle denunce delle nove donne e chiamare a rispondere i responsabili.

Un altro sciopero della fame e' intanto in corso nella prigione di Evin. Nasrin Sotoudeh, avvocata per i diritti umani condannata a sei anni di carcere, rifiuta il cibo dal 17 ottobre per protestare contro il divieto di incontrare i parenti, compresi i suoi due figli, senza vetro divisorio, e di fare telefonate alla famiglia.

''Le autorita' iraniane devono annullare il divieto di visite dirette in carcere e non adottare misure punitive nei confronti delle detenute in sciopero della fame, che hanno diritto a cure mediche fornite da personale medico competente in accordo coi principi di etica medica relativi alla confidenzialita', all'autonomia decisionale e al consenso informato'', ha dichiarato Ann Harrison, vicedirettrice del Programma Medio Oriente e Nordafrica di Amnesty International.

Tra le detenute in sciopero della fame, vi sono Bahareh Hedayat, Zhila Bani Ya'ghoub, Shiva Nazar Ahari, Mahsa Amrabadi e Zhila Karamzadeh-Makvandi.

''Queste donne sono in carcere solo per aver esercitato pacificamente i loro diritti alla liberta' d'espressione, riunione e associazione. Non solo non dovrebbero subire trattamenti degradanti, ma non dovrebbero neanche stare in prigione. Devono essere rilasciate immediatamente e senza condizioni'', ha commentato Harrison.

Iran: Hollande, programma nucleare e' minaccia inaccettabile



31 Ottobre 2012 - 15:14

(ASCA-AFP) - Parigi, 31 ott - Il programma nucleare di Teheran ''e' una minaccia'' che la Francia ''non puo' accettare''. Lo ha dichiarato il presidente francese Francois Hollande, nel corso di una conferenza stampa congiunta con il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, dicendosi ''pronto a sostenere nuove sanzioni'' internazionali contro la Repubblica islamica.

rba/sam/ss

 
AID : AGENZIA IRAN DEMOCRATICO