lunedì 7 febbraio 2011

Hossein Ronaghi, condannato a 15 anni per aver protestato su Internet. Dev'essere operato ai reni, ma gli negano il permesso per l'ospedale

6/2/2011 - Malato in carcere, rischia la morte

Sos per il blogger iraniano







Gli amici della pagina Facebook Progetto Iran: Informare per non dimenticare mi segnalano in tema di Iran una storia minore, se si vuole, rispetto alle condanne a morte e al loro uso "politico", ma significativa del clima che regna nel Paese. E' la storia del blogger iraniano Hossein Ronaghi-Maleki.
E' un giovane, uno dei tanti, che ha sperato di poter usare internet per denunciare il regime e far conoscere al mondo la realtà in cui vive. Questo gli è costato, nel dicembre 2009, l'arresto e una reclusione in regime di massima sicurezza - nessun contatto, nessun compagnoa di cella, nessuna telefonata - nella famigerata prigione di Evin. dovrà scontare 15 anni di carcere per aver usato internet per propaganda antiregime e per aver insultato il leader supremo e il presidente iraniani. Secondo the Human Rights House of Iran non ha avuto un processo regolare nè diritto a una vera difesa. Ma il maggior problema di Hossein in questo momento è sanitario: necessita di una urgente operazione ai reni ma le autorità iraniane non hanno autorizzato l'uscita dal carcere per il tempo necessario e intendono asportare l'intero rene infetto facendolo operare in carcere quando, secondo i medici, basterebbe una operazione al laser in un ospedale attrezzato per risolvere il problema.
Quante di queste storie accadono ogni giorno in Iran, e altrove? E alla fine quello che resta sui giornali è solo quello che fa clamore: la rivolta, la devastazione, i grandi sommovimenti politici. Come se nascessero dal nulla invece che dal sopruso quotidiano.

 
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