Nella foto Sajjad insieme al suo avvocato sig. Houtan Kian
Potrebbero «chiedere asilo politico all'Italia» i due figli di Sakineh, l'iraniana condannata a morte, che temono per la loro «incolumità ». Lo ha detto il figlio della donna, Sajjad Ghadarzadeh, in un'intervista a Generazione Zero, lo spazio giovani di Annozero. «All'Italia chiedo di appoggiarci e sostenerci moralmente, anche perchè non abbiamo la sicurezza sull'incolumità mia e di mia sorella: la nostra vita è in pericolo. Per questo chiediamo all'Italia di attivarsi moralmente e giuridicamente», ha detto Sajad, spiegando che «nel caso la situazione diventasse critica e ci sentissimo più in pericolo, io e mia sorella chiederemo asilo politico all'Italia».
«Grazie agli sforzi internazionali, non è più in discussione il problema della lapidazione e questa sentenza è stata accantonata. Ma esiste la sentenza di morte per impiccagione e spero che attraverso i vostri sforzi riusciremo ad annullarla». È il nuovo appello all'Italia e agli italiani lanciato dal Sajad Ghadarzadeh, il figlio dell'iraniana condannata all'impiccagione per l'omicidio del marito, in un'intervista a Generazione Zero, lo spazio giovani di Annozero. «Al popolo italiano chiedo di restare al nostro fianco e di non lasciarci soli, di restare vigile e attivo come quando Sakineh rischiava la lapidazione, e di attivarsi maggiormente contro la pena di morte e di impiccagione di nostra madre», ha aggiunto Sajad.
Sessanta eurodeputati italiani hanno già firmato la lettera scritta dal vicepresidente del Parlamento europeo, Roberta Angelilli, a Sajjad e Sahideh, i figli di Sakineh, per riaffermare la mobilitazione in favore della loro mamma, che rischia di essere lapidata in Iran, e di tutte le persone che si trovano in situazioni analoghe. Il Parlamento europeo continua così il suo impegno in nome del rispetto dei diritti umani in Iran e in particolare sul diritto di Sakineh a un processo equo e imparziale. La missiva sarà consegnata ai figli di Sakineh grazie all'intermediazione di Aki - Adnkronos International. «Abbiamo accolto l'appello che avete lanciato attraverso Aki - Adnkronos International e potete essere certi che non vi abbandoneremo. In Europa ci sono donne e uomini, madri e padri, sorelle e fratelli e tanti amici che lottano con voi», si legge in un passaggio della lettera. All'iniziativa, che ha trovato il sostegno trasversale di tutte le forze politiche italiane rappresentate a Bruxelles e appoggio unanime da parte dei presidenti di Commissione e capi delegazione, si è associato fin da subito anche l'altro vicepresidente italiano del Pe, Gianni Pittella. Di seguito i firmatari lettera: Gabriele Albertini (Ppe), Luigi De Magistris (Alde), Erminia Mazzoni (Ppe), Paolo De Castro (S&D), Carlo Casini (Ppe), Mario Mauro (Ppe), David Sassoli (S&D), Francesco Enrico Speroni (Efd), Niccolò Rinaldi (Alde), Barbara Matera (Ppe), Raffaele Baldassarre (Ppe), Diego Milana (S&D), Lara Comi (Ppe) Debora Serracchiani (S&D), Rita Borsellino (S&D), Salvatore Tatarella (Ppe), Iva Zanicchi (Ppe), Licia Ronzulli (Ppe), Rosario Crocetta (S&D), Sonia Alfano (Alde), Crescenzio Rivellini (Ppe), Luigi Ciriaco De Mita (Ppe), Elisabetta Gardini (Ppe), Vito Bonsignore (Ppe), Vincenzo Iovine (Alde), Antonio Cancian (Ppe), Antonello Antinoro (Ppe), Potito Salatto (Ppe), Alfredo Antoniozzi (Ppe), Sergio Berlato (Ppe), Aldo Patriciello (Ppe), Magdi Cristiano Allam (Ppe), Clemente Mastella (Ppe), Oreste Rossi (Efd), Alfredo Pallone (Ppe), Giovanni Collino (Ppe), Salvatore Iacolino (Ppe), Patrizia Toia (S&D), Gianluca Susta (S&D), Silvia Costa (S&D), Pier Antonio Panzeri (S&D), Francesco De Angelis (S&D), Roberto Gualtieri (S&D), Luigi Berlinguer(S&D), Giancarlo Scottà (Efd), Giovanni La Via (Ppe), Carlo Fidanza (Ppe), Sergio Cofferati (S&D), Lorenzo Fontana (Efd), Cristiana Muscardini (Ppe), Mara Bizzotto (Efd), Paolo Bartolozzi (Ppe), Mario Pirillo (S&D), Amalia Sartori (Ppe), Marco Scurria (Ppe), Pino Alrlacchi (Alde), Herbert Dorfmann (Ppe) e Tiziano Motti (Ppe).