lunedì 21 novembre 2011

Iran:Programma nucleare, l'Occidente alza la voce con Teheran. La City chiude le porte della finanza

Davood Karimi: un'ottima notizia ma non ancora sufficiente a fermare le aspirazioni espansionistiche e terroristiche del regime dei mullah. Bisogna anche riconoscere al popolo iraniano il diritto di cambiare il quadro politico attuale del paese che è alla base di tutta la mala situazione del paese. Un paese ridotto alla fame, alla miseria alla prostituzione, alla violenza grazie ai piu di 32 anni della politica di accondiscendenza dell'occidente.

Programma nucleare, l'Occidente alza la voce con Teheran. La City chiude le porte della finanza. Nella foto il ministro degli Esteri britannico William Hague (AFP Photo)
Un muro tra l'Occidente e Teheran sembra alzarsi rapido e compatto. Con un'azione coordinata l'Occidente si mobilita per esercitare nuove e vigorose pressioni sull'Iran nel tentativo di frenare il suo programma nucleare. Il via l'ha dato Londra con una decisione senza precedenti: sbarrare l'ingresso per l'Iran alla City troncando ogni legame finanziario. Seguono a ruota gli Stati Uniti annunciano l'arrivo di «nuove sanzioni», l'Ue pronta a nuovi provvedimenti già da martedì e Parigi che lancia un appello per il congelamento immediato dei beni della banca centrale di Teheran e lo stop all'acquisto del petrolio iraniano.

La nuova stretta su Teheran, una mossa «coordinata» come ha sottolineato lo stesso ministro degli Esteri britannico William Hague, coincide con l'avvio a Vienna della conferenza organizzata dall'Aiea (l'Agenzia Onu per l'energia atomica) sulla eventuale nascita di un'area denuclearizzata in Medio Oriente e alla quale l'Iran, invitato, non partecipa ritenendo l'evento uno «spettacolo» privo di significato.

Ancora una volta il dito puntato è contro Israele: «Il regime sionista non è un firmatario del Trattato di non proliferazione nucleare e le sue installazioni nucleari non sono controllare dagli ispettori dell'Agenzia. Fin tanto che il regime sionista non avrà aderito al Trattato e non collaborerà con le organizzazioni e le istanze internazionali, questo genere di conferenza non avrà alcuna utilità e non potrà riuscire», ha tuonato il rappresentante iraniano presso l'Aiea, Ali Asghar Soltanieh.

«Riteniamo - ha dichiarato oggi a Londra il Cancelliere dello Scacchiere George Osborne annunciando le misure - che le azioni del regime iraniano rappresentino una minaccia significativa alla sicurezza nazionale britannica e alla comunità internazionale». Osborne ha poi spiegato che le banche iraniane giocano «un ruolo cruciale» nel facilitare il programma nucleare del Paese e che negare loro accesso alla piazza di Londra «rappresenta un duro colpo alle ambizioni del regime». Lo stop assicurerebbe poi che gli istituti britannici non vengano usati per transazioni legate alla proliferazione di armamenti nucleari. «Il rapporto dell'Aiea della scorsa settimana ha fornito prove dettagliate e credibili delle dimensioni militari del programma nucleare iraniano», ha aggiunto Hague.

Mentre si attendono in serata i dettagli sulle sanzioni degli Stati Uniti, che saranno illustrati dal capo del Dipartimento di Stato e dal titolare del Tesoro americano, Timothy Gheitner, a Bruxelles si apprende che già domani i 27 dell'Ue potrebbero raggiungere un accordo preliminare per aggiungere 190 tra persone ed entità alla lista di nomi per i quali sono già in vigore sospensione dei visti e dei beni. L'approvazione finale del nuovo pacchetto è prevista al consiglio esteri della Ue, il prossimo primo dicembre. Da Parigi è invece partita una lettera, indirizzata ai leader di Germania, Canada, Usa, Giappone, Regno Unito e Ue, con un appello affinchè vengano congelati «da subito» i beni della banca centrale di Teheran e si interrompa l'acquisto del petrolio iraniano. (ANSA)

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