Intervista del giornalista Michele Cucuzza sulla tragedia siriana

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Comunicato stampa
grande soddisfazione della comunità iraniana per la vittoria della signora Nasrin Sotoudeh
Viva le donne, viva il senso della maternità che è l'arma più potente del mondo con cui si può anche piegare la più brutale dittatura contemporanea, appunto quello del regime dei mullah che di fronte alla ferrea fermezza della nostra EROE non ha potuto fare altro che ritirarsi indietro e fare un passo indietro. questa è una vittoria per l'umanità e per tutte le donne che ingiustamente subiscono ogni tipo di violenza clericale e spesso e volentieri sono oggetti delle più inaudite violenze da parte di un sistema che è basato sui diritto agli uomini e doveri alle donne!
viva Nasrin e viva tutti coloro che l'hanno e ci hanno sostenuto in questi duri giorni di forti preoccupazioni per la sorte della nostra eroe e la speranza delle donne e dei minorenni e dei prigionieri politici condannati a morte!
un caloroso ringraziamento e tutte le amiche e amici di Fb che hanno seguito e contribuito a non far spegnere la speranza per una vittoria quanto gloriosa e umana di cui tutti noi dobbiamo esserne felici e onorati e ringraziare ancora Avvocato Nasrin che ci ha dato la possibilità e onore di accompagnarla in questo arduo e difficile sentireo della vita.
grazie e grazie e grazie Nasrin!
davood karimi, presidente dell'associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia
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| Venerdì 09 Novembre 2012 15:22 |
La macchina di morte della dittatura omicida in Iran sta continuamente perseguitando il popolo iraniano. Giovedi 8 Novembre, il regime teocratico ha impiccato cinque prigionieri nella città di Shiraz. Ieri, sedici prigionieri sono stati impiccati a Tehran, Shiraz, Zarand e Mashhad. Tutte le esecuzioni sono state eseguite con l’approvazione di Khamenei. Quindi, il numero delle esecuzioni in 18 giorni è arrivato a 45 e dall’inizio del 2012 ammontano almeno a 383. L’esecuzione dei prigionieri politici accusati di essere trafficanti di droga è ormai un metodo comune e ben noto utilizzato dal regime teocratico.Contemporaneamente, la tortura e l’omicidio di prigionieri politici continua. Il 6 Novembre Sattar Beheshti, un prigioniero politico di 35 anni, è stato ucciso sotto tortura otto giorni dopo il suo arresto. Maryam Rajavi, Presidente eletto della Resistenza Iraniana, si rivolge alla comunità internazionale, in particolare al Consiglio di Sicurezza dell’ONU affinché prenda misure urgenti per fermare il trend crescente delle esecuzioni di massa, i maltrattamenti e la tortura fino alla morte dei prigionieri politici. Maryam Rajavi ha anche richiesto la formazione di un tribunale internazionale per perseguire i leaders del regime teocratico e tutti gli individui responsabili delle esecuzioni e delle torture di questo regime medievale. Individui che hanno partecipato alle esecuzioni e al massacro di 120.000 prigionieri politici e alla persecuzione dei dissidenti dentro e fuori il paese sin dall’inizio del governo di questo regime teocratico. Ha aggiunto: “Il silenzio e l’immobilismo di fronte al curriculum criminale del regime iraniano, che costituisce un chiaro caso di crimine contro l’umanità, equivale a calpestare i valori universali sui quali le Nazioni Unite sono fondate.” Nel sottolineare che l’obbiettivo del regime teocratico è quello di creare, mediante queste esecuzioni criminali, un’atmosfera di paura e terrore e di impedire l’esplosione dello sdegno popolare, Maryam Rajavi si è rivolta al popolo iraniano, in particolare ai giovani, perché protestino contro queste esecuzioni brutali ed aiutino le famiglie delle vittime in modo da essere all’altezza della loro responsabilità nazionale e umanitaria.
Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana
8 Novembre 2012 |
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08:39
APPELLO AL MINISTRO DEGLI ESTERI ITALIANO SIGNOR GIULIO TERZI
Tenendo conto dell’uccisione sotto la tortura del blogger iraniano Sattar Beheshti, avvenuta all’inizio della settimana;
Tenendo conto dell’altissimo numero delle impiccagioni pubbliche e non in tutte le città iraniane (quasi 100 persone nell’ultimo mese);
tenendo conto della lapidazione di 4 giovanissime donne avvenuta in massima segretezza nella settimana passata a Teheran, nonostante le raccomandazioni del regime di aver sospeso tali criminali e disumani azioni;
tenendo conto della partecipazione attiva del regime iraniano nel terrorismo internazionale in particolar modo in Afganistan;
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DIBATTITO
"LA PERSIA IN ROSA" SABATO 10 NOVEMBRE 2012 ORE 15 Circolo dei Lettori Sala BibliotecaVia Bogino 9, Torino
Introduce: Giampiero Leo “ presidente dell'Associazione per il Tibet e i diritti umani del Consiglio Regionale del Piemonte
Relatori:
Emanuela Borgnino - antropologa, presidente di Earth Laws
Farideh Bozorgzad - esule iraniana in Italia
Enrica Giordano - avvocata, esperta di diritto iraniano
Angela Vitale - Amnesty International, Circoscrizione Piemonte e Valle d’Aosta Elisabetta Zamparutti - deputata radicale
Due rappresentanti (donne) del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (CNRI)
Modera: Davide Meinero, analista di politica internazionale
Durante la serata verrà proiettato il documentario sulla resistenza iraniana:
"La lunga strada", di Paolo Balmas, prodotto dalla Consulta Torinese per la Laicità delle Istituzioni e dall'Associazione Iran Libero e Democratico.
Il dibattito è organizzato in collaborazione con l'Associazione per il Tibet e i diritti umani del Consiglio Regionale del Piemonte
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Sattar Beheshti
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la ripresa delle lapidazioni in Iran: secondo quanto ha rivelato pochi minuti fa il sito Iranpressnews nella medicina legale di Teheran ci sono i corpi martoriati di quattro donne lapidate nei giorni scorsi. non si hanno notizie sulle generalità di queste quattro vittime della violenza disumana del regime di Ahmadinejad.
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» 27/10/2012 09:52
IRAN - EU
Nasrin Sotoudeh è un avvocato che ha difeso attivisti dell'opposizione. Condannata a sei anni di prigione, le è impedito di vedere suo marito e i suoi figli. L'altro premiato è Jafar Panahi, regista, noto per i suoi film sulla vita in Iran. Dal 2010 è agli arresti domiciliari e gli è vietato girare film.
Strasburgo (AsiaNews/Agenzie) - Sono due dissidenti iraniani - Nasrin Sotoudeh e Jafar Panahi - i vincitori del premio Sacharov che l'Unione europea dal 1988 assegna ogni anno a chi si spende per la difesa dei diritti umani. I due attivisti divideranno il premio di 50mila euro che accompagna il riconoscimento.
Nasrin Sotoudeh è un avvocato che ha difeso attivisti dell'opposizione e difensori dei diritti umani, tra i quali Shirin Ebadi, premio Nobel per la pace nel 2003. Arrestata nel 2010 con l'accusa di propaganda e cospirazione contro lo Stato, sta scontando una pena di sei anni nel tristemente noto carcere di Evin. Recentemente ha proclamato uno sciopero della fame per protestare contro le vessazioni alle quali sono sottoposti suo marito e i suoi due figli.
"So - ha scritto in una lettera ai suoi figli - che avete bisogno di acqua, cibo, casa, amore dei vostri cari e di visitare vostra madre". Quest'ultima frase fa riferimento al divieto di ricevere visite anche familiari che le è stato imposto in seguito al suo rifiuto di indossare il chador.
L'altro premiato è Jafar Panahi, regista, noto per i suoi film sulla vita in Iran, dove sono vietati. Il suo documentario "This is Not a Film" è stato contrabbandato nel suo Paese in una chiavetta Usb nascosta in un dolce.
Dal 2010 è agli arresti domiciliari e gli è vietato girare film.
Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo, ha dichiarato che il premio, assegnato all'unanimità, "è un messaggio di solidarietà e di riconoscimento per un una donna e un uomo che non sono stati piegati dalla paura e dalle intimidazioni e che hanno deciso di porre la sorte del loro Paese prima della loro".
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un altro crimine contro l'umanità. l'uccisione di un ragazzino siriano da parte dei Passdaran iraniani dislocati nelle zone di combattimento tra i ribelli e le forze governative
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06:11
Salvare Sakineh dai sassi ricavati dal cuore di pietra del regime dei mullah è un compito umano oltre che storico di tutte le donne e gli uomini liberi.
Grazie alle numerose campagne internazionali a favore della signora Sakineh Ashtiani, tra cui quella organizzata dalle associazioni iraniane dei rifugiati politici, delle donne democratiche e dei giovani iraniani in Italia, il regime fondamentalista dei mullah si è tirato indietro ed attraverso la bocca del portavoce del ministero degli esteri ha comunicato che "nulla è ancora deciso sulla sorte della signora Ashtiani". Questo stesso fatto dimostra la natura disumana di un regime che da 5 anni tiene fra gli artigli la sorte di una giovane donna, la quale per giunta è madre di due figli. Naturalmente l'uscita del portavoce del regime terrorista e misogino dei mullah ha un solo obiettivo: quello di rasserenare gli animi e attenuare le pressioni internazionali e allo stesso modo consegnare nelle mani del boia la vita di Sakineh. Allora chiedo a tutti voi di mantenere alta la guardia e l'attenzione, di non cascare nella trappola iraniana e continuare a mantenere forte la pressione internazionale adoperando tutti i mezzi a disposizione per far sentire ai criminali di Teheran che il mondo civile non può tollerare una simile barbarie contro le donne iraniane. Una barbarie che è l'altra faccia del terrorismo internazionale iraniano che ha ucciso fino ad oggi migliaia di persone innocenti in Iraq, in America, in Afghanistan, in Israele, in Palestina e in ogni angolo della terra. Non dimentichiamoci i coraggiosi soldati caduti sotto le bombe iraniane in Iraq a Nassiriah e in Afghanistan. La condanna a morte di SAkineh è esattamente un altro aspetto del terrorismo iraniano. Dunque, mobilitarsi per Sakineh significa anche commemorare il ricordo degli eroici soldati italiani caduti cotto le bombe di Khatami, Ahmadienjad e Khamenei. Qui di seguito vi riporto alcuni numeri telefonici delle ambasciate del regime dei mullah e vi chiedo di dedicare una piccola parte del vostro tempo prezioso alla causa di Sakineh, chiamando l'ambasciata iraniana esprimendo le vostre preoccupazioni e il dissenso nei confronti della lapidazione e della pena di morte. Salvare Sakineh dai sassi ricavati dal cuore di pietra del regime dei mullah è un compito umano oltre che storico di tutte le donne e gli uomini liberi.
Davood Karimi, presidente Associazione rifugiati politici iraniani residenti in italia
Australia +61 (02) 62907000
Austria: +43 1 712 2650
Belgio:+32 2 762 3745 (2 762 3771)
Brasile: 61-3242-5733 / 5124 / 5874 / 5915
Canada: 613- 235 4726
Danimarca: +39 1 60071
Finlandia: +358 9 6845391
Francia: +33 1- 4069 7900 (4069 7971/ 4069 7914 / 4069 7916 / 4069 7966)
Germania: +49 (30) 84353399
Giappone: +81 – 3-3446-8011
Gran Bretagna: + 44 (20) 7 225 3000 – centralino
Grecia: +30 2106741436
India: +91-11- 332 9600 (332 9601 / 332 9602 / 332 0491)
Irlanda: +353 – 1 188 5881 (1-288 0252 / 1-288 2967)
Italia: +39 (06) 86328485 / 86328486
Messico: +52 55 9172 2699
Nuova Zelanda:+64 4 386 2976
Norvegia:+47 22 552 409
Portogallo: + 351 21 304 1850
Sud Africa: +27-12- 342 5881
Spagna: + 34 91 345 01 12 (91 345 01 16 / 91 345 06 52)
Stati Uniti: +1 (202) 965-4990
Svezia:+46 8 765 0829 (765 3174 / 767 7929)
Svizzera:+41 31- 351 0801 (351 0802)
Turchia: +90 312- 468 2821

ARRIVANO NOTIZIE PREOCCUPANTI SULLA SORTE DELLE PERSONE ARRESTATE DURANTE LE MANIFETSAZIONI
E' STATA PRESENTATA AL PARLAMENTO UN DOCUMENTO DI MODIFICA DELLA LEGGE PER ABBREVIARE I TEMPI DI ESECUZIONE DELLA PENA CAPITALE DA 20 A 5 GIORNI
Negli ultimi giorni il regime dei mullah, attraverso il suo speaker del parlamento, il ministro per l'informazione, il procuratore generale e numerosi altri esponenti di spicco, ha minacciato di morte qualsiasi persona che venga arrestata durante le manifestazioni di protesta. All'inizio della settimana, 36 deputati del parlamento hanno presentato un documento di modifica della legge sulla pena capitale, secondo cui i tempi di esecuzione della pena di morte si riduce da 20 a soli 5 giorni. Secondo questo documento, chiunque venga arrestata viene riconosciuto, alla base di una Fatwa rilasciato da Khomeini nel 1988, "Mohareb" e di conseguenza viene passato per le armi. Secondo la costituzione della repubblica islamica Mohareb è colui che "è contro il Dio" e chi è contro Dio è "degno della morte"!
Attualmente nelle carceri iraniane ci sono migliaia di ragazze e ragazzi arrestati dopo le manifestazioni post-elettorali e rischiano seriamente la vita. Secondo le informazioni in nostro possesso esistono serie intenzioni di convertire la legge e di abbreviare i tempi di esecuzione. Nel caso che passase questa legge migliaia di persone rischiano veramente la vita. Questa misura è stata adottata durante il consiglio di sicurezza nazionale e dietro la esplicita richiesta del capo supremo del regime dei mullah Ali Khamenei.
Noi, Associazione Donne democratiche, Associazione giovani iraniani e Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia ci rivolgiamo al governo italiano, alla Camera dei Deputati , al Senato della repubblica, alle istituzioni e organizzazioni competenti in materia della difesa dei diritti umani, ai semplici cittadini di condannare questa nuova misura repressiva che mira ad eliminare migliaia di vite umane e terrorizzare coloro che scendono in piazza per protestare contro la repressione e la violenza in Iran. Il popolo iraniano e in particolar modo le ragazze e i ragazzi della protesta nazionale hanno seriamente bisogno della solidarietà della comunità internazionale.
Il popolo iraniano non dimenticherà mai coloro che lo hanno sostenuto nei momenti più bui della sua storia.
E' assai vicina l'aurora della libertà e della democrazia in Iran.
Associazione Donne Democratiche iraniane,
Associazione Giovani iraniani,
Associazione Rifugiati politici iraniani residenti in Italia
Roma, 6 gennaio 2010