Afghanistan: Rauti (Pdl) a Kabul visita casa rifugio ong Hawaca, dal burqa alla libertà
«La questione femminile, sulla quale il presidente Karzai si è espresso anche in occasione della sua recente visita a Roma, resta un nodo centrale nel processo di transizione, che si concluderà nel 2014 con il totale controllo del governo afghano sul Paese », afferma Rauti. «Ma i recenti casi di Storay, uccisa dal marito perchè aveva partorito la terza femmina invece che un maschio, e di Sarah Gul, sposa-bambina di 15 anni, reclusa dalla famiglia in un seminterrato e torturata per mesi perché non voleva prostituirsi e, più in generale, la condizione delle donne, testimoniano che c’è ancora molto da fare in Afghanistan per garantire i diritti fondamentali.”
HAWCA, attiva dal 1999, lavora con molte organizzazioni umanitarie internazionali e con il nostro Ministero degli Affari Esteri; e in Afghanistan, la cooperazione internazionale gioca un ruolo fondamentale non solo nelle forme di assistenza oncreta ma anche nella formazione professionale delle donne e nel sostegno alla popolazione civile.
La Ong aderisce, inoltre, al progetto “Vite preziose” – sostenuto in Italia anche dal quotidiano l’Unità online – per l’adozione a distanza. Il progetto consente “la presa in carica” di donne in particolari condizioni di difficoltà, attraverso un sostegno economico mensile e della durata di almeno un anno. «I contributi degli sponsor – ha ribadito Selay Ghaffar nell’incontro con Rauti, che recentemente è diventata sponsor di Shafeya, giovane donna vittima di violenza domestica – sono uno strumento diretto ed efficace e producono un effetto immediato sulle condizioni di vita quotidiana delle donne dopo il periodo di accoglienza allo shelter».
Lo shelter, dove lavorano 17 specialisti, oggi ospita circa 45 donne vittime di violenze che arrivano alla casa protetta ed ai centri di aiuto della HAWCA attraverso i canali del ministero degli affari femminili, delle autorità giudiziarie , della polizia e della commissione per i diritti umani. «Proprio nella giornata di oggi è stato sottoscritto – racconta Selay Ghaffar – un importante accordo tra 12 attori istituzionali ed i 12 responsabili degli shelter, sparsi sul territorio afghano, per un regolamento comune che definisce il ruolo partecipativo e le responsabilità istituzionali ma anche l’organizzazione ed il funzionamento di tutti i centri».
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