Il fisico del ruolo, Beppe Grillo, ce l'ha già. La chioma grigia, la barba incolta e lo sguardo (volutamente) luciferino e ieratico. Quella fissità tipica del santone.
Non per niente in molti, noi comrpesi, hanno iniziato a dargli del guru. Ci mancavano solo le dichiarazioni per trasformarlo in un profeta antiamericano. Ora ci sono anche quelle. E c'è già chi (
Dagospia) lo appella come un ayatollah. Partiamo dal principio.
Il nonpiùcomico odia i contraddittori e le interviste. Lui, che si spaccia per l'alfiere della comunicazione orizzontale, dell'iperdemocrazia e del web, ama concionare senza dare diritto di replica. Ama dire che il suo motto è uno vale uno, ma quello che gli calza meglio è il famoso epiteto del marchese del Grillo:
"Mi dispiace, ma io so' io e voi non siete un cazzo!". Bene, quanto odia i giornalisti italiani, ama quelli stranieri. Non per niente a Garbagnate Milanese, poco prima di salire sul palco e lanciare la sua fatwa contro i candidati a Cinque Stelle che avessero osato offrirsi ai media, si è era imboscato per un paio d'ore con una troupe della Cnn. In patria ha concesso solo due interviste: ha risposto alle domande di Gian Antonio Stella per Sette e ha fatto le fusa davanti alle
lusinghe di Marco Travaglio.
Questa volta il nonpiùcomico si è concesso, bontà sua, a
Yedioth Ahronot, il più diffuso quotidiano israeliano. E ha combinato un
casino planetario. Approssimazione, pregiudizi e castronerie. Quando Grillo si spinge oltre Genova Nervi fa più danni della grandine. Grillo, che si vanta di interpellare premi Nobel anche per annaffiare il giardino, per parlare di Medioriente va direttamente nel tinello e fa riferimento a suo suocero, il padre di Parvin Tadjk, la donna iraniana che Grillo ha impalmato nel 1996.
'I massacri in
Siria? "Ci sono cose che non possiamo capire. Non sappiamo se sia una vera guerra civile o si tratti d'agenti infiltrati nel Paese". L'Iran di
Ahmadinejad? "Un giorno ho visto impiccare una persona, su una piazza di Isfahan. Ero lì. Mi son chiesto: cos'è questa barbarie? Ma poi ho pensato agli Usa. Anche loro hanno la pena di morte: hanno messo uno a dieta, prima d'ucciderlo, perché la testa non si staccasse. E allora: che cos'è più barbaro?". E i diritti delle donne? "Mia moglie è iraniana. Ho scoperto che la donna, in Iran, è al centro della famiglia. Le nostre paure nascono da cose che non conosciamo". E' quanto riporta il
Corriere della Sera citando l'intervista rilasciata al quotidiano israeliano.
Il
Beppe Grillo geopolitico è inedito. Passa
"dal cugino che costruisce autostrade e dice che loro non sono preoccupati" perché economciamente l'Iran va bene, al suocero che gli racconta che i discorsi di
Bin Laden venivano tradotti male. E' un Grillo a "deduzione" familiare quello che racconta l'Arabia Felix vissuta attraverso le esperienze del suo parentado. Poi passa all'attacco di
Israele:
"Tutto quel che in Europa sappiamo su Israele e Palestina, è filtrato da un'agenzia internazionale che si chiama Memri. E dietro Memri c'è un ex agente del Mossad. Ho le prove: Ken Livingstone, l'ex sindaco di Londra, ha usato testi arabi con traduzioni indipendenti. Scoprendo una realtà mistificata, completamente diversa".
Il giudizio di Menachem Gantz, il giornalista israeliano che ha raccolto l'intervista, è molto severo: "Se un giorno Grillo farà parte del governo italiano, il suocero avrà un ruolo fondamentale nella politica estera. È confuso, prigioniero di pregiudizi: le sue idee su Israele si possono capire dai suoi show e dal suo blog".
In mattinata, forse stupito dalla eco che le sue dichiarazioni hanno avuto sulla stampa italiana, torna all'attacco dei giornalisti: "Il loro obiettivo è non informare. È come stare sotto un bombardamento dove dal cielo piove merda. Invece di scrivere, cagano". Se lo dice lui...