Ottima notizia proveniente dalla Corea del Sud
Il Sole 24 Ore



La Corea del Sud ha annunciato che smetterà completamente di importare petrolio dall'Iran: una decisione che comporterà un'ulteriore, pesante riduzione delle entrate di Teheran. Seul era infatti tuttora un importante cliente per la Repubblica islamica, con circa 192mila barili al giorno acquistati nei primi cinque mesi dell'anno, il 16% in meno rispetto allo stesso periodo del 2011. Lo sforzo di riduzione dell'import (in maggio le forniture si erano limitate a 128mila bg) ha convinto gli Stati Uniti a esentare il Paese asiatico dalle sanzioni destinate a chi continua a fare affari con Teheran. Ma resta il problema di come assicurare il trasporto dall'Iran. L'Unione europea ha infatti confermato la piena entrata in vigore dal 1° luglio di tutte le sanzioni annunciate in gennaio e la Corea del Sud afferma di non avere le risorse per seguire l'esempio del Giappone, dove lo Stato si è assunto l'onere di garantire in caso di incidenti marittimi.
I trader stimano che già oggi le esportazioni di greggio dall'Iran siano scese a 1,2-1,3 milioni di barili al giorno, dai 2,2 mbg di un anno fa. La perdita dei clienti sudcoreani aggraverà la situazione per Teheran, che presto potrebbe essere costretta a limitare ulteriormente l'attività estrattiva: una decisione rischiosa dal punto di vista tecnico, perché tagli di produzione importanti e prolungati possono compromettere la "salute" dei giacimenti.
Il viceministro del Petrolio, Ahmad Ghalebani, ieri ha ammesso che da luglio le esportazioni iraniane potrebbero «gradualmente diminuire del 20-30%». Il motivo? Un programma dimanutenzione dei pozzi, che «forse» – così dice Ghalebani – è stato calendarizzato in coincidenza con l'avvio delle sanzioni Ue e che «nel breve termine» potrebbe costringere non solo la Corea del Sud, ma anche Cina, India e Sudafrica a diminuire gli acquisti.
Nell'ultimo bollettino Opec la produzione iraniana in maggio veniva stimata a 3,14 mbg in base a fonti secondarie, mentre le comunicazioni di Teheran la davano a 3,76 mbg. Un ulteriore calo sancirebbe il sorpasso da parte dell'Iraq, che proprio ieri ha comunicato di aver raggiunto un output di 3,07 mbg, il massimo da vent'anni (l'obiettivo di Baghdad è arrivare a 3,4 mbg entro fine anno e a 4 mbg nel giro di 2 anni).
I mercati petroliferi continuano intanto a trascurare l'avvicinarsi delle sanzioni contro l'Iran. Ieri a sostenere le quotazioni del Brent (che ha chiuso a 93,02 $/barile, +2,2%) era piuttosto l'aggravarsi dello sciopero dei lavoratori Statoil in Norvegia, che ha costretto la compagnia a sospendere la produzione di quattro giacimenti nel Mare del Nord, per un totale di 185mila barili di greggio e 14 milioni di metri cubi di gas al giorno.
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