Il 10 e l’11 Maggio scorso si è svolto in Canada il “Global Dialogue on the Future of Iran”, un evento organizzato dalla
Munk School of Global Affairs di Toronto, con il sostegno del Dipartimento Affari Esteri e Commercio Internazionale del Governo canadese.
Obiettivo dell’evento è stato quello di dare voce agli attivisti iraniani che, con estremo coraggio, cercano di lottare quotidianamente per la libertà dell’Iran e l’istituzione di un Governo democratico in sostituzione della fondamentalista Repubblica Islamica. Il Canada, lo ricordiamo, ha da mesi rotto le relazioni diplomatiche con il regime iraniano e, proprio in questi giorni, ha deciso di chiudere anche i canali commerciali in protesta contro le violazioni dei diritti umani e delle normative internazionali che
Teherancommette quotidinamente.
In occasione del Global Dialogue ha parlato anche il Ministro degli Esteri canadese John Baird. Il suo discorso di 15 minuti, molto probabilmente, racchiude tutta la lotta del popolo iraniano e tutto quello che gli attivisti vorrebbero messo in atto da parte della Comunità Internazionale. Nelle parole del Ministro canadese, infatti, viene espresso l’amore per la parola “Azadi”, ovvero Libertà, una parola che – ormai da troppi anni – è stata strappata al popolo iraniano.
Il discorso del Ministro Braid, però, non è stato solamente un classico “speech” buono per le telecamere. No, al contrario ha coraggiosamente indicato una strada per sostenere l’opposizione iraniana attivamente e concretamente. Un percorso incentrato su tre punti, semplici e precisi:
1- pressioni sul Governo iraniano per ottenere una reale libertà di voto per il popolo già dalle prossime elezioni presidenziali e pretendere il rilascio dei prigionieri politici;
2- sostegno politico, diplomatico e economico diretto all’opposizione iraniana all’interno della Repubblica Islamica;
3- appoggio agli attivisti per i diritti umani presenti in Iran, con una politica che li renda noti al pubblico e quindi maggiorimente protetti.
Quello del Minstro Baird è un discorso coraggioso, che non ammette compromessi. Soprattutto, è un discorso che finalmente rompe la stupida retorica della differenza fra il livello politico e quello economico. Quella retornica che sostiene la legittimità degli scambi commerciali con il regime iraniano, al fine di “rafforzare la classe media”. Questa politica, purtroppo, ha solamente rafforzato gli Ayatollah e – troppe volte – è stata la bandiera dietro la quale gli Stati che volevano avere a che fare con il regime iraniano si sono mascherati.
Rendiamo onore, quindi, al Governo canadese e al suo Ministro degli Esteri. Se solo il loro coraggio fosse seguito da tutti gli altri Stati del mondo, la parola Azadi, per il popolo iraniano, non sarebbe una chimera, ma una solida realtà!
IL CORAGGIOSO DISCORSO DEL MINISTRO BRAID (ENG)