Michele Cucuzza:Siria: una voce fuori dal coro. Un mio pezzo sul Corriere dell'Umbria del 6 sett.
suggerisco alle mie care amiche e cari amici un articolo firmato dal notissimo giornalista dott. Michele Cucuzza sulla guerra in Siria. chiedo anche la condivisione da parte di chi cerca informazione utile per far capire cosa dicono gli oppositori siriani che giustamente si confessano anche contro intervento straniero. hanno ragione. chiedono il sostegno per immobilizzare un regime disumano, criminale che ha venduto la Siria al regime terroristico iraniano in cambio di una protezione. sappiamo anche che le forze armate iraniane in paarticolar modo la Sepah Passdaran gestiscono totalmente la situazione della guerra-grazie e buona lettura davood karimi
Padre Paolo Dall'Oglio, scomparso in Siria a fine luglio, è vivo, nelle mani di un gruppo armato qaidista iracheno, sostenuto dal regime di Assad, che opera in Iraq e nella parte nord-orientale della Siria in nome dell'instaurazione di uno 'Stato islamico del Levante'. Padre Dall'Oglio cercava di mediare fra questi estremisti e i curdi presenti in quell'area siriana: sta bene ma è forzatamente trattenuto, mentre sono in corso trattative tra i due contendenti.' Dall'inferno della Siria, con il mondo con il fiato sospeso in attesa dei bombardamenti americani, una storia che non parla di morte arriva ancora, riportata da un esule da molti anni nel nostro paese, Feisal Al Mohamad, ginecologo e medico di base, portavoce dell'Associazione 'Siria libera e democratica' e componente della coalizione politica anti-Assad, che - sul piano militare - è collegata con l''Esercito libero', il principale gruppo di opposizione armato, nato 2 anni fa per proteggere i manifestanti civili e sostenerli nella lotta per rovesciare il regime. Ancora buio, invece, sulla sorte dell'inviato della 'Stampa' Domenico Quirico, scomparso ad aprile, la cui ultima telefonata alla moglie risale a giugno. 'Un segnale comunque di speranza', riflette Al Mohamad: 'la chiamata di Quirico in Italia è successiva alla fine dei combattimenti per la riconquista della cittadina di Al Kusair, dove si trovava il giornalista, da parte del regime e degli alleati Hezbollah. I nostri ribelli si sono ritirati e sul luogo è tornata la calma.' Diversi parenti di Al Mohamad risiedono in Siria: i suoi contatti con il paese sono quotidiani e vanno oltre i rapporti strettamente politici: 'Nessun dubbio sull'utilizzo di gas nervini contro i ribelli da parte del regime. Assad l'aveva già fatto, l'avevamo denunciato, senza ottenere nessuna reazione. Inoltre i satelliti mostrano chiaramente che le armi chimiche sono state lanciate dai missili, di cui gli oppositori non dispongono, sui quartieri di Damasco controllati dai rivoltosi, che certamente non le avrebbero utilizzate contro se stessi. Non è neanche vero che l'esercito siriano stava prevalendo nella capitale, semmai il contrario: era programmato un assalto al palazzo presidenziale di Assad. Lo sterminio con i gas di più di 1400 civili, 400 dei quali bambini, doveva servire a ridare impeto alle truppe della repressione. Senza dimenticare l'importante testimonianza del capo del servizio medico legale di Aleppo, che presiedeva in quella città all'uso di queste armi terribili e che ha disertato: tra i suoi documenti, la conferma di un'altra strage con armi chimiche compiuta in precedenza dal regime proprio ad Aleppo, costata la vita a 250 persone.' Le opinioni pubbliche mondiali sono comunque generalmente contrarie ai bombardamenti americani: 'se c'è una strada diversa per cacciare Assad e il suo regime, ben venga. Nessuno vuole altri missili e altro sangue. Noi vorremmo che tutte le atrocità si fermassero, che fosse processato chiunque si è macchiato di delitti, ribelli compresi, e che fosse instaurato il potere della legge. Ma c'è ancora questa possibilità, dopo due anni e mezzo di massacri? Dopo i morti con i gas, non si è cessato di uccidere, le nuove vittime siriane sono state almeno 80 al giorno. La gente muore di fame perché se esce rischia di essere uccisa subito, il 70% delle città sono distrutte. Cosa dobbiamo aspettare ancora? Il regime di Assad ha commesso ormai troppe atrocità per retrocedere spontaneamente: dunque, la sua cacciata va imposta. Solo a quel punto la soluzione della 'questione Siria' sarà possibile. Non credo nemmeno al cosiddetto 'effetto domino': la Russia ha già dichiarato di non volersi impegnare in nessun eventuale conflitto, l'Iran, con l'economia a terra, alza la voce solo nella speranza di ottenere qualcosa nella trattativa sul nucleare.' Il digiuno del Papa di domani ha ottenuto adesioni in tutto il mondo. 'È un gesto bellissimo, un messaggio forte e inedito per la pace: purtroppo, nel mondo medio-orientale rischia di essere frainteso, quasi come un avallo al regime. Perché invocare la pace dopo tanti massacri, ci si chiede, solo ora che è minacciato un intervento militare che finirà inevitabilmente per dare il colpo fatale ad Assad?' L'occidente teme che si possa dar spazio così anche ad Al Qaida. 'Questa è una guerra e noi vogliamo che finisca al più presto : inevitabilmente, come in tutte le guerre, ci possono essere tentativi di infiltrazioni di bande criminali, di servizi segreti, di avventurieri che commerciano armi. Ma il prezzo che il mio popolo ha pagato è troppo alto: 150 mila morti, 400 mila disabili, 3 milioni di profughi, un milione di bambini rimasti senza famiglia, in giro per le strade. Non vogliamo la guerra, vogliamo abbattere un regime assassino che ha fatto della Siria un laboratorio di cavie per l'uso indiscriminato di qualsiasi tipo di armi, comprese quelle chimiche, da utilizzare sulla popolazione inerme.'
M.Cucuzza
alle 01:55