[San Marino] CRONACA - I consiglieri del Psd, Mirko Tomassoni e Giuseppe Morganti, hanno rappresentato San Marino a Taverny (Parigi) al fianco di Maryam Rajavi (movimento per la liberazione dell’Iran)
Maryam Rajavi, leader del movimento di opposizione al regime degli ayatollah di Khamenei, ha convocato a Taverny (Parigi) gli iraniani in esilio e i rappresentanti di quei parlamenti nel mondo che sostengono la lotta del movimento di liberazione dell’Iran. Una marea umana, (la Cnn ha stimato oltre100.000 persone), si è riunita nello stadio alla periferia della capitale francese sabato pomeriggio per ascoltare gli interventi di coloro che si battono per rovesciare il regime dittatoriale dando pieno sostegno alla Rajavi, presidente del governo iraniano in esilio.
In piazza contro il regime di Teheran. Migliaia di persone, prevalentemente iraniani in esilio, si sono riunite sabato nei pressi di Parigi per partecipare al raduno annuale del Consiglio della resistenza iraniana, denunciando il presidente iraniano Ahmadinejad e chiedendo alla comunità internazionale misure più severe contro il programma nucleare del Paese.
“Pensiamo – ha dichiarato Shahin Gobadi – che le sanzioni siano giuste ma non siano abbastanza. La politica dovrebbe fare affidamento sul cambiamento in Iran tramite gli iraniani e la resistenza. Questo è il messaggio che vorremmo mandare alla comunità internazionale”.
Viola il colore scelto per la manifestazione. Tante le personalità presenti. Tra loro l’ex premier spagnolo Josè Maria Aznar: “La comunità internazionale ha perso un’occasione molto importante un anno fa quando non ha dato un supporto forte a coloro che combattevano per la libertà nelle strade iraniane”.
La presidente del Consiglio che ha organizzato l’appuntamento, Maryam Radjavi, ha reso omaggio alle vittime del governo di Teheran, ritratte su immensi striscioni definendole “eroi caduti per la libertà”.
Nella foto Davood Karimi con Onorevole Carlo Ciccioli
NON BASTANO LE RISOLUZIONI, SONO NECESSARI ANCHE INIZIATIVE PARALLELE
Con la notizia di oggi diffusa dal capo dell'Organizzazione iraniana per l'energia atomica, Ali Akbar Salehi, il regime fondamentalista dei mullah ancora una volta ha sputato in faccia alla comunità internazionale e alle sue istituzioni democratiche quali il Consiglio di Sicurezza dell'ONU che di recente ha approvato la sua settima risoluzione contro la bomba atomica dei mullah. Con la dichiarazione di Salehi il mondo ancora una volta ha capito che il regime dei mullah considera la "carta straccia" qualsiasi iniziativa in seno alle istituzioni internazionali.Personalmente spero che, prima che sia tardi, l'ONU si renda conto della gravita della sua negligenza e l'oblia sulla questione atomica dei mullah.( tra il sesto e il settimo provvedimento sanzionatorio contro la bomba atomica dei mullah sono passati 27 mesi!!!). Secondo me sono necessari questi provvedimenti internazionali ma non sufficienti abbastanza per affrontare il pericolo atomico iraniano. L'unica via maestra che possa fare effetti eclatanti è quella di affiancare le iniziative restrittive con una politica di supporto e di incoraggiamento della popolazione in rivolta. Bisogna costruire un doppio binario con un unico treno e con unico carico: sanzioni generali affiancate dalla politica di sostegno al popolo iraniano. Ancora una volta devo sottolineare che qualsiasi iniziativa al di fuori di questa opzione o è condannata a fallire oppure porterebbe acqua nel mulino del terrorismo iraniano e sprofonderebbe il mondo in una inaudita violenza fondamentalista. Per esempio, nel caso di un attacco militare da parte delle forze stranieri, il regime dei mullah scatenerebbe sicuramente una grande organizzazione terroristica composta dai gruppi terroristici quali Hezbollah, hamas che immergeranno il medioriente in un bagno di sangue. Non parlo dell'Europa che è totalmente nelle mani dei sicari iraniani pronti ad agire simultaneamente in ogni angolo del vecchio Continente. Concludo e sottolineo la natura disumana di un regime clericale che non mollerà la presa fino all'ultimo goccio del suo sangue e, ha dimostrato tutto ciò nella violenza e nella repressione adoperate contro le pacifiche manifestazioni del popolo iraniano. L'autostrada da scegliere per sradicare definitivamente il pericolo del terzo millennio è quella con cui le ragazze e i ragazzi iraniani si sono identificati nell'anno passato: cambio democratico del quadro attuale politico del paese attraverso il coinvolgimento diretto del popolo iraniano sostenendolo politicamente e moralmente sul piano internazionale isolando in ogni angolo del mondo il regime fondamentalista e terrorista dei mullah.
Davood Karimi, presidente dell'Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia 23 giugno, 13:03
(ANSA) - TEHERAN, 23 GIU - L'Iran ha prodotto finora 'piu' di 17 kg' di uranio arricchito al 20% e ha la capacita' di continuare a produrne 'cinque kg al mese'. Lo ha detto oggi il capo dell'Organizzazione iraniana per l'energia atomica, Ali Akbar Salehi, citato dall'agenzia Isna. L'ultima stima Aiea, di inizio aprile, fissava a 5,7 kg la quantita' di uranio arricchita dall'Iran al 20% da febbraio, all'inizio dell'attivita'. In precedenza i tecnici iraniani avevano arricchito solo fino al 3,5% il materiale fissile.
Roma, 21 giu. (Apcom) - Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, dubita della volontà iraniana di assecondare "le richieste della comunità internazionale. Anch'io le dubito, ma, sinceramente, non vedo altra strada se non quella seguita fin'ora , pressioni diplomatiche accompagnate da sanzioni economiche. Credo che sia stato fatto un ulteriore passo avanti. Coloro che finora si sono astenuti dall'invitare l'Iran a fermarsi, oggi lo stanno facendo". "L'Italia - spiega ancora Fini intervistato dal periodico israeliano Yediot Aharonot - continua a commerciare con l'Iran, è vero, ma i nuovi investimenti si sono fermati quasi completamente. Anche gli investimenti che sono già partiti sono stati ridotti. Ora i nostri interscambi con l'Iran sono molto più bilanciati". Annunci Google
Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia condanna fermamente la collaborazione tra il Trieste e il regime fondamentalista e terroristico dei mullah in un momento molto delicato e sensibile del paese. Il lato scandaloso e vergognoso della faccenda riguarda il momento in cui è avvenuto tale visita che avviene alla vigilia della morte di Neda Aghasoltan e a pochi giorni dall'approvazione di una dura risoluzione sanzionatoria contro il regime dei mullah da parte del Consiglio di Sicurezza dell'ONU che riguarda in particolar modo le attività navali del regime iraniano. Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia condannando fermamente gli accordi formati coi rappresentanti di un regime illegittimo e terroristico che poche settimane fa ha ucciso barbaramente i sei soldati italiani in Afghanistan chiede al governo del presidente Berlusconi di intervenire a di applicare le sanzioni approvate del Consiglio di Sicurezza dell'ONU. Il popolo iraniano non perdonerà mai coloro che nei momenti più tenebri della sua storia hanno soccorso e aiutato il regime terroristico e fondamentalista dei mullah. E naturalmente nell'Iran democratico di domani ne prenderanno atto di questi accordi che prolungheranno ulteriormente il dominio del regime dei mullah continuando a massacrare e reprimere un popolo che non chiede altro che la libertà e la democrazia. Davood Karimi, presidente dell'associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia
PORTI: AP TRIESTE RICEVE DELEGAZIONE IRANIANA IN VISITA A SCALO
(AGI) - Trieste, 18 giu. -Una delegazione iraniana guidata dall'ambasciatore straordinario e plenipotenziario S. Mohammad Ali Hosseini della repubblica islamica dell'Iran e' stata accolta presso la sede dell'Autorita' Portuale di Trieste dal presidente Claudio Boniciolli e dal Segretario generale Martino Conticelli. L'incontro si e' svolto sui temi di possibili collaborazioni tra i porti di Bandar Abbas e l'isola di Kish e il porto di Trieste, collaborazione riguardante sia l'attivita' di trasporto merci che di passeggeri. L'ambasciatore ha sottolineato l'importanza della zona franca di Kish e delle sue agevolazioni fiscali per gli operatori che intendono investire. E' stata poi esaminata la possibilita' di collaborazione fra armatori dei due paesi con particolare riguardo all'attivita' di trasporto merci, passeggeri e nel campo delle crociere. L'ambasciatore iraniano ha sottolineato la crescente importanza dell'Iran nel campo turistico ed ha posto in particolare risalto le attrezzature ricettive dell'isola di Kish dotata di un aeroporto internazionale. L'incontro e' proseguito con uno scambio di informazioni sulla realta' economica italiana e iraniana e sull'ottimo clima di collaborazione esistente tra i due paesi. Ali Hosseini ha voluto anche sottolineare l'importanza di uno scambio di visite tra delegazioni specializzate nei vari settori portuali. (AGI) Cli/Ts
Oggi il 20 giugno piangiamo il primo anniversario della tragica morte di Neda AGHASOLTAN, uccisa barbaramente dalle mani del fondamentalismo islamico di matrice khomeinista. Neda rappresenta la volontà del popolo iraniano e in particolare le donne iraniane per un cambio democratico in Iran. L'Iran di oggi e di domani deve molto a Neda per aver aperto gli occhi del mondo intero su quanto avviene nel paese del sole e dell'amore dominato da trentanni da un regime tirannico clericale che è profondamente in guerra con qualsiasi criterio umano e democratico. Gli ultimi sguardi di Neda hanno affermato con il sangue che gli coprivano la ferrea volontà della donna iraniana che non si rassegnerà alle volontà di un regime disumano e dispotico che vuole imporre le disumane condizioni fondamentaliste all'intero mondo. Gli occhi di Neda hanno sottolineato e firmato con il rosso del suo sangue che pur arrivare ad un reale cambio democratico in Iran sono disposti anche a sacrificare la propria vita. Gli ultimi sguardi di Neda hanno gridato al gran voce che il regime iraniano non rappresenta la popolazione iraniano e rappresenta solamente un pericoloso tumore maligno al seno dell'intero mondo. Gli ultimi sguardi Neda hanno dimostrato l'innocenza di un popolo che vuole vivere in pace con tutti i paesi del mondo. Gli ultimi sguardi di Neda hanno dato questo prezioso messaggio che il regime dei mullah se ne andrà a presto e finirà nella pattumiera della storia e lascerà in pace intero mondo civile. Gli ultimi guardi di Neda hanno firmato la garanzia della vittoria del popolo iraniano attraverso una vera partecipazione del mondo femminile come l'unica garanzia per un cambio democratico in un Iran colpito fortemente dal virus del fondamentalismo islamico di matrice Khomeinista. Viva il ricordo di Neda viva il popolo iraniano, orgoglioso di aver educato ragazze come Neda! Associazione rifugiati politici iraniani ricorda il primo anniversario della barbara uccisione di Neda con una promessa politica, patriottica di seguire fino all'ultimo della nostra vita le volontà espresse da lei negli ultimi istanti della Sua vita: abbattere il regime misogino e dittatoriale di Khamenei-Ahmadinejad sostituendo lo con un governo pluralista, laico e democratico. Davood karimi, presidente dell'associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia
Iniziative in tante capitali per vittime dei regimi totalitari APCOM
Domani ricorrerà il primo anniversario dell'uccisione di Neda Agha-Soltan, avvenuta a Teheran durante le proteste di piazza. Per mantenere viva l'attenzione del mondo sulla drammatica situazione iraniana, in particolare per gli studenti, il network globale giovanile di centrodestra l'IYDU, International Young Democrat Union, ha deciso di deporre un fiore in alcuni punti simbolici della città di Roma, Londra, Berlino, Varsavia, Stoccolma, Oslo, Larnaca, Washington, Miami, Wellington, Sidney e Taiwan. "I nostri rappresentanti - come spiega l'unico vicepresidente italiano dell'IYDU Marco Casella - porteranno vasi colmi di piccoli fiori azzurri dal nome evocativo "non ti scordar di me". Questi piccoli fiori sono stati scelti come "simbolo per non dimenticare tutte le vittime innocenti dei regimi totalitari". A Roma saranno lasciati fasci floreali al Colosseo, alla Farnesina e davanti all'ambasciata dell'Iran. Un'ultima pianta sarà consegnata nei prossimi giorni dal consigliere comunale Francesco De Micheli al Sindaco Alemanno perché il ricordo di Neda sopravviva nei giardini del Campidoglio. Tra gli esponenti politici del Popolo della Libertà che hanno aderito a questa iniziativa ci sono Antonio Martino, Giuseppe Moles, Giorgio Stracquadanio, ai consiglieri regionali del Lazio Carlo De Romanis e Francesco Pasquali, al consigliere della Provincia di Roma Enrico Folgori, al presidente dell'associazione rifugiati politici iraniani Davood Karimi. "Neda in persiano significa 'grido' - ricorda Casella - proprio quello che ha fatto questa ragazza, martire della libertà, uccisa per il suo grido contro la repressione. Nulla meglio delle sue parole pronunciate nei giorni prima di morire può esprimere il senso del nostro gesto 'se perdo la vita mia e vengo colpita, se il proiettile mi colpisce dritto al cuore ancora continuerò a gridare per la libertà e la mia patria'"
GRANDE MENZOGNA DEL REGIME DEI MULLAH Alla vigilia di grandi e storiche date e ricorrenze popolari, in cui milioni di persone si sono riversate nelle strade e in modo vulcanico hanno eruttato tutto il loro odio e sdegno contro l'intero sistema clericale del regime fondamentalista, misogino e terroristico dei mullah. Secondo me la nuova campagna del regime dei mullah mira ad intensificare e incrementare sia le azioni terroristiche contro i membri della resistenza iraniana che contro gli attivisti della grande rivolta popolare. Condivido in pieno la posizione dell'Organizzazione dei Mojahedin del Popolo che hanno denunciato questa disumana campagna rivolgendosi all'Onu per adottare le giuste misure protettive a favore dei membri del campo di Ashraf che si trova a 50 chilometri dal confine iraniano. Secondo le informazioni in mio possesso, il ministero dell'intelligence sta organizzando una serie di azioni terroristiche contro gli attivisti di opposizione sia all'intero che all'esterno del paese. In Iran stanno prendendo piede una serie di sparizioni e incidenti che colpiscono fondamentalmente le persone famose o coinvolte nelle azioni umanitarie. L'arresto del marito della premio Nobel, Shirin Ebadi e la trasmissione delle sue confessioni estorte sotto le barbarie torture dimostrano che il regime dei mullah è immerso in una gravissima crisi interna ed internazionale in particolare dopo l'approvazione della storica risoluzione dell'ONU che ha inferto un duro colpo alla maggior forza repressiva del regime: la Sepah Passdaran. A nome dell'Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia esprimo la mia piena solidarietà con l'Organizzazione dei Mojahedin del Popolo Iraniano condannando la terroristica campagna dell'Iran contro i membri del campo di Ashraf mettendo in guardia la comunità internazionale sui nuovi tentativi del regime di Ahmadinejad sul piano internazionale mirati a dirottare l'attenzione internazionale dagli eventi interni iraniani tra cui l'anniversario della grande rivolta popolare persiana. Gli ultimi eventi successi in prossimità di Gaza, secondo me fanno parte di questa campagna. Davood Karimi IRAN: INTELLIGENCE SVENTA ATTENTATO TERRORISTICO A TEHERAN!!!!!!!!!
(AGI) - Teheran, 16 giu. - E' stato sventato un attentato terroristico a Teheran: ad annunciarlo e' stato il ministro dell'Intelligence, Heydar Moslehi, che ha puntato il dito contro il gruppo Mujaeddin Khalq (Mko). Secondo la tv di Stato iraniana, alcuni membri dell'organizzazione sono stati arrestati prima che potessero far esplodere alcuni ordigni nella capitale. Ma il gruppo di opposizione in esilio ha negato che suoi membri siano stati arrestati e ha parlato di una campagna di disinformazione creata dal regime. "Accusando in modo falso che i fermati fossero entrati in Iran dall'Iraq, (il governo iraniano) sta preparando il campo per lanciare un attacco contro Campo Ashraf", in Iraq, hanno denunciato dall'Mko. Nel campo trovano rifugio migliaia di membri del movimento di opposizione che gli Stati Uniti considerano un'organizzazione terroristica.
Ieri raduni di protesta in varie parti della capitale 13 giugno, 12:30
(ANSA) - TEHERAN 13 GIU - Sono 91 le persone arrestate ieri nella sola Teheran in occasione del primo anniversario della contestata rielezione di Mahmud Ahmadinejad. Lo ha detto il capo della polizia della capitale. Ieri gli oppositori hanno dato vita a raduni di protesta, nonostante i loro leader avessero revocato una manifestazione precedentemente indetta. Il capo della polizia nega che vi siano stati scontri tra le forze di sicurezza e i manifestanti. Siti dell'opposizione e testimoni parlano invece di incidenti.
"La situazione in Iran è sempre più inquietante e drammatica. L'invio a tappeto di sms di minaccia a migliaia di cellulari di attivisti politici, di giovani e di studenti iraniani dimostra ancora una volta l'arroganza e la violenza del regime di Teheran. Oggi più che mai condivido le parole del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama quando invita ad essere realmente vicini ai cittadini iraniani”. Lo dichiara il Ministro per le Politiche Europee, Andrea Ronchi.
"È finito il tempo della solidarietà di facciata. Oggi – continua Ronchi - bisogna mettere mano alle sanzioni, renderle effettive ed efficaci. Solo così la comunità internazionale potrà dare un segno tangibile di vicinanza al popolo iraniano. Ancora una volta preoccupa il silenzio dell'Unione Europea. Ci domandiamo dove siano le iniziative politiche contro il regime di Teheran. Per questo ci attendiamo che la signora Ashton, compia dei passi ben precisi in questa direzione. Lunedì - conclude il Ministro per le Politiche Europee - porrò la questione al Consiglio Affari Generali dell'UE nella speranza che l'Europa, nella sua unità, dia un segnale forte e interrompa questo intollerabile silenzio".
Esattamente un anno fa, in occasione delle farse elezioni presidenziali, il regime dei mullah, attraverso una complessa e minuziosa e capillare ingegneria elettorale ha nuovamente nominato il passdar Ahmadinejad per il secondo mandato. In tal occasione l'intero mondo ha potuto testimoniare direttamente e grazie all'internet l'esplosione della rabbia popolare che ha riversato tutto il suo odio e sdegno verso la casa del capo supremo, Ayattolterrore, mullah Ali khamenei e il suo sicario, il famoso uomo di 1000 colpi di grazia Ahmadinejad( nei primi anni ottanta, Ahmadinjead fu uno degli uomini del plotone di esecuzione del carcere di Evin, dove in quel periodo sono stati passati per le armi molte decine di migliaia di ragazze e ragazzi e perfino donne incinte. In quei periodi fu proprio Ahmadinejad che sparava i colpi di grazia ai detenuti). La data del 12 giugno ha segnato l'inizio della fine e del crollo dell'intero regime e ha definitivamente ha chiuso nella tomba qualsiasi idea di riformismo e di risanamento di un regime clericale e dispotico basato su tre colonne fondamentali: la repressione, il terrorismo come la base della politica estera e la bomba atomica come la garanzia della sopravvivenza della repubblica islamica di matrice khomeinista. Negli ultimi anni, in particolare nel periodo della presidenza di Khatami, ci sono stati tantissimi tentativi euroamericani per portare il regime iraniano su un binario accettabile.In tal senso sono stati offerti gratuitamente del tempo prezioso al regime per complementare il suo progetto atomico militare e per prolungare e consolidare il suo maligno regno in medioriente. Sono stati offerti ai mullah numerosi pacchetti incentivi e portati avanti la politica del bastone e della carota( le carote hanno riempito la pancia dei mullah e i bastoni sono finiti sulla testa della popolazione!). Un altro esito di questa giornata storica è stato la spaccatura della testa del regime che ha portato l'intero vertice del clero e del governo in uno stato di irreversibilità assoluta. Tale situazione ha avuto anche suoi effetti fisiologici all'interno dell'apparato militare e statale dove il regime di Ahmadinejad ha dovuto fare una grande e minuziosa depurazione. Tutto ciò è stato accompagnato da una dura repressione delle manifestazioni popolari. Migliaia di persone sono state arrestate e torturate, violentate e uccise. Il capo supremo, Ali Khamenei ha ordinato una politica di dura contrazione di tutti gli apparati statali e non. Ha licenziato tutti coloro che non erano in linea con la nuova situazione e ha perpetrato una dura e feroce campagna denigratorio contro gli stessi uomini che fino a pochi giorni fa facevano ufficialmente parte dell'intero corpo governativo. Ma allo stesso tempo, la popolazione ha continuato a scendere in piazza e ha reclamare i suoi diritti negati da trentanni. Ogni occasione e ricorrenza è stata sfruttata per scendere in piazza e chiedere il ripristino dello stato di diritto. Il 20 giugno, giornata dei caduti e dei prigionieri politici è stata barbaramente uccisa Neda, simbolo della resistenza popolare iraniana. Il culmine della protesta è stato evidenziato nella giornata della Ashura dove milioni di persone si sono riversate nelle strade iraniane manifestando e scontrandosi con i Passdaran. L'intero paese si è sprofondato in una guerra. In quell'occasione i Passdaran hanno aperto il fuoco sui manifestanti e hanno ucciso centinaia di giovani regazze e ragazzi. Anche questa data è rimasta impressa nella storia della lotta per la libertà e la democrazia. La popolazione ha potuto constatare che questo regime non ha intenzioni e non può assolutamente dare uno spazio pur minimo all'espressione del dissenso. la battaglia ha preso un indirizzo più netto e più radicale dove anche gli slogan hanno cambiato la natura e il significato: Wher in my vote è diventato Morte a Khamenei. E tutto ciò è continuato ininterrottamente fino ai giorni nostri. La manifestazioni sono state continuate in ogni angolo del paese e hanno toccato tutti i ceti sociali ed economici. La spaccatura si è allargata e ha reso ancora più debole il regno duo Khamenei-Ahmadinejad. La data del 12 giugno ha evidenziato ancora una volta un altro aspetto della società iraniana che merita una grande attenzione dell'intero mondo: il ruolo delle donne. Al contrario della rivoluzione del 1979 che gli uomini riempivano tutte le piazze, invece questa volta abbiamo visto, grazie all'internet, una grande partecipazione delle donne come i veri pionieri della libertà e della democrazia e secondo me sono loro i veri garanti della vittoria finale contro il fondamentalismo islamico di matrice khomeinista. Saranno le donne iraniane che sferreranno il colpo mortale sulla testa del regime dei mullah. Tutto ciò ha una sua logica: In questi trentanni del regno del fondamentalismo la donna è stata maltrattata e discriminata in ogni settore. E' stata legalmente riconosciuta come elemento secondaria con enormi doveri e pochissimi diritti. Colgo occasione di ringraziare a nome del popolo iraniano e a tutti i caduti coloro che hanno sostenuto questa grande battaglia per la libertà e la democrazia in Iran e per la sicurezza in tutto il mondo. Nei prossimi giorni ancora testimonieremo il grande coraggio e determinazione del popolo iraniano per liberare l'Iran dalle tenaglie del regime dei mullah. Davood Karimi
Shahrzad Sholeh durante la premiazione del festival film Rossellini
Fonte:CNRmedia
Il 12 giugno del 2009 Ahmadinejad è stato confermato alla guida dell'Iran. Ad un anno di distanza, in tutto il mondo ci saranno manifestazioni di protesta. A CNRmedia il commento di Sharzad Sholeh, Presidente donne iraniane in Italia.
In tutto il mondo, dall'Europa al Giappone, passando per Stati Uniti e Canada si preparano manifestazioni contro il regime iraniano per sabato 12 giugno, ad un anno dall'elezione "truccata" di Ahmadinejad. Da Teheran, invece, i leader dell'opposizione Moussavi e Karrubi invitano a non andare in piazza per non rischiare ritorsioni. "Speriamo che anche Karroubi e Moussavi decidano di stare dalla parte del popolo fino alla fine, perchè almeno così si spargerà meno sangue". Così Sharzad Sholeh, Presidente donne iraniane in Italia, commenta a CNRmedia le parole dei due leader politici, che considera parte dell'establishment iraniano. "E' stata la gente che è scesa nelle strade per protestare subito dopo l'elezione di un anno fa a tirarsi dietro sia Karroubi che Moussavi", prosegue Sholeh. "Loro hanno detto che dobbiamo rispettare le leggi attuali, ma la gente ormai vuole una vera democrazia. Siamo sicuri che anche questa volta in moltissimi scenderanno in piazza a protestare, anche se ormai sa che si rischia di essere uccisi. Il popolo iraniano, però, andrà avanti lo stesso". Le sanzioni inflitte ieri dall'Onu al Teheran: "Sono state un passo molto importante per il popolo iraniano", spiega Sholeh. "Dopo 30 anni di regime, la gente non ha niente da perdere e queste misure non colpiranno il popolo iraniano ma proprio la classe politica - aggiunge - . Dal presidente Obama, però, ci aspettavamo almeno un atteggiamento più vicino alla gente. Speriamo che sia l'America e sia l'Unione Europea appoggino il popolo, che ne ha veramente bisogno".
GRANDE SODDISFAZIONE DELLA COMUNITA' IRANIANA CON 12 VOTI A FAVORE E' STATA APPROVATA LA RISOLUZIONE CONTRO IL PROGRAMMA ATOMICO DI TEHERAN Con 12 voti a favore e' stata approvata da parte del Consiglio di Sicurezza dell'Onu la quarta risoluzione che mira a colpire il braccio destro del fondamentalismo e del terrorismo iraniano: la Sepah Passdaran. Questa risoluzione e' il frutto di un grande lavoro senza sosta della resistenza iraniana che ha portato alla luce il problema atomico del regime fondamentalista di Ahmadinejad grazie al quale oggi il mondo e' piu' sicuro di prima. Devo sottolineare che la comunita' internazionale deve un grande ringraziamento al popolo iraniano e alla sua leggittima resistenza che al costo del sacrificio del loro sangue hanno smascherato il diabolico piano atomico iraniano. Un piano strategico di importanza vitale per i mullah. Tanto vero che lo stesso Rafsanjani l'ha chiamato l'unica garanzia per la soppravvivenza della repubblica islamica. esprimendo la mia grande gioia e soddisfazione devo anche ribadire che le sanzioni e le risoluzioni non sono gli unici mezzi efficaci contro il regime dei mullah. Per renderli penetranti e effettivi e taglienti devono essere accompagnati anche da un forte sostegno al popolo iraniano che in questi giorni si sta muovendo per ricordare e commemorare il primo anniversario della grande rivolta popolare in Iran. Il mese di giugno e' colmo di grandi date importanti dove la popolazione intende ricordarle, come il 20 giugno, anniversario del martirio di Neda, simbolo della resistenza della donna iraniana e la giornata dei caduti e dei prigionieri politici . A nome della comunita' iraniana e dei dissidenti ringrazio tutti coloro, in particolare l'Italia e il governo del presidente Berlusconi, che hanno inninterrotamente lavorato per arrivare all'approvazione di questa strategica risoluzione che puo' aiutare il popolo iraniano ad organizzare al meglio la sua grande rabbia ed a scatenare un diluvio di sdegno e di odio verso Ahmadinejad e il suo capo supremo il mullah Ali Khamenei. In conclusione aggiungo che l'unica via per allontanare definitivamente il pericolo atomico e terroristico iraniano, come l'ha ribadito la signora Maryam Rajavi, e' un cambio democratico del regime fondamentalista dei mullah. Con l'augurio che questa risoluzione accelleri la caduta del regime iraniano e allontani per sempre dalla faccia della terra la minaccia del fondmanetalismo islamico di matrice khomeinista.
Davood Karimi, presidente dell'associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia
m.o./ europarlamento, ministro esteri… iran,a bruxelles quasi rissa per mottaki i Bruxelles, 1 giu. (Apcom) - Il ministro degli Esteri iraniano, Manouchehr Mottaki, non è riuscito - come si temeva - a trasformare il suo atteso intervento alla commissione Affari esteri dell'Europarlamento oggi a Bruxelles, in una ribalta da cui accusare strumentalmente Israele invece di rispondere alle accuse al regime degli ayatollah di Teheran. Prima Mottaki è stato accolto, al suo arrivo, da una manifestazione di protesta organizzata dagli italiani del Pdl e dai conservatori britannici; poi, durante la discussione in commissione Affari esteri tutte le domande degli eurodeputati presenti, di tutte le forze politiche, sono state focalizzate sui problemi di democrazia e le violazioni dei diritti umani in Iran, o sul programma nucleare di Teheran, senza che nessuno abbia mai offerto al ministro il desco per attaccare lo Stato ebraico, dopo quanto è accaduto ieri al largo di Gaza. Così che, a parte una dichiarazione iniziale sull'attacco 'barbaro' di Isaele alla flottiglia pacifista, Mottaki ha dovuto passare il resto dell'audizione a tentare, invano, di accreditare la tesi secondo cui in Iran ci sarebbe "rispetto dei diritti umani e civili, libertà di espressione e grande democrazia". Questo, almeno, è quanto hanno riferito ai cronisti il presidente della commissione Affari esteri, Gabriele Albertini, e il capodelegazione del Pdl a Strasburgo, Mario Mauro, visto che la stampa non era ammessa alla riunione. L'audizione si è svolta a porte chiuse su richiesta dello stesso Europarlamento, proprio per evitare che Mottaki la trasformasse in uno show mediatico di propaganda "trasmesso in diretta in Iran, magari con qualche domanda di contorno scelta fra quelle meno dure contro il regime di Teheran, come ha osservato Albertini. Durante l'intervento di Mottaki, in effetti, un cameramen della Tv di Stato iraniana era entrato, non si sa come, nella sala della commissione Esteri, ma è stato subito individuata da Mauro e cacciato da Albertini, secondo il racconto dei due europarlamentari. Gli eurodeputati del Pdl, inoltre, hanno lasciato l'aula quando il ministro iraniano, riferendosi a una foto di Neda (la studentessa uccisa simbolo della rivolta di giugno contro il regime e i brogli elettorali), ha detto che lei non era una manifestante e che non era stata la polizia a ucciderla. In precedenza, molti interventi avevano chiesto conto di arresti di dissidenti politici ed esecuzioni capitali, mentre Potito Salatto (Pdl/Ppe) ha sollecitato Mottaki a promuovere una moratoria della pena di morte in Iran, come condizione preliminare e necessaria per l'avvio del dialogo con il Parlamento europeo. All'uscita, Mottaki si è fermato un attimo a salutare i cronisti che lo aspettavano, dicendo loro che la discussione era stata "molto franca e, in qualche modo, amichevole", e che risponderà alle domande durante una conferenza stampa domani, sempre a Bruxelles, senza aggiungere nient'altro.
02 giu 2010 Europarlamentare Salvatore Tatrella "Lei é un mentitore. La sua presenza é un'offesa per il Parlamento". E´ esplosa violenta l'indignazione dell'on. Salvatore Tatarella, che, insieme agli altri parlamentari italiani del PPE, in segno di protesta, ha abbandonato l'aula della Commissione esteri del Parlamento europeo, mente parlava il Ministro degli esteri iraniano Manouchehr Mottaki. I deputati italiani, guidati dall'on. Mario Mauro, avevano accolto il Ministro iraniano esibendo le foto della studentessa Nada Agha Soltan, assassinata dalla polizia iraniana durante una manifestazione di protesta. Durante l'audizione il deputato Potito Salatto ha chiesto una moratoria delle esecuzioni capitali in Iran, senza avere alcuna risposta dal Ministro iraniano, che, invece, si é esibito in una incredibile apologia del suo paese, rappresentato come "una democrazia rispettosa delle minoranze e dell´opposizione". "Abbiamo ascoltato solo un cumulo di menzogne- ha commentato l'on. Tatarella - da un signore che ha solo abusato della nostra ospitalità".
(AGI) - Bruxelles, 31 mag. - L’Europarlamento non puo’ permettersi di offrire “una tribuna o una vetrina” per “un’esibizione antisraeliana” da parte del ministro degli Esteri iraniano Manouchehr Mottaki, oggi in visita a Bruxelles dove sara’ ricevuto dalla Commissione Esteri. Secondo l’eurodeputato Pdl Mario Mauro, infatti, il rischio e’ che dopo i gravi fatti di ieri la visita di Mottaki sia “ulteriormente strumentalizzata”. “La visita - ha spiegato Mauro, mostrando le foto-simbolo di Neda, la ragazza uccisa durante le manifestazioni dell’anno scorso - non e’ inusuale: porremo al ministro domande centrate sulla violazione dei diritti umani in un paese in cui crediamo ci sia un regime antidemocratico”. (AGI) Ven
Iran,a Bruxelles quasi rissa per Mottaki Eurodeputati anche del Pdl mostrano foto con vittime di Teheran 01 giugno, 16:41 ANSA (ANSA) - BRUXELLES, 1 GIU - Il ministro degli Esteri iraniano Mottaki arriva al Parlamento Europeo ed e' quasi rissa tra le sue guardie del corpo e alcuni deputati. Tra questi ultimi anche gli italiani Mario Mauro, Barbara Matera, Giovanni Lavia e Potito Salatto. I deputati del Pdl aspettavano l'arrivo di Mottaki fuori dall'Aula mostrando foto delle vittime degli scontri avvenuti a Teheran lo scorso anno. Le guardie del corpo di Mottaki hanno forzato il cordone degli eurodeputati, costretti a indietreggiare. AGI (AGI) - Bruxelles, 1 giu. - Visita contestata a Bruxelles per il ministro degli Esteri iraniano Manouchehr Mottaki. Al suo arrivo all'Europarlamento, dove era stato invitato dalla Commissione Esteri, ha trovato ad accoglierlo alcuni deputati conservatori (fra i quali Mario Mauro e alcuni altri esponenti del Pdl) che mostravano le foto di Neda, la ragazza uccisa durante le proteste dell'anno scorso e diventata il simbolo dell'opposizione al regime di Ahmadinejad. EURONEWS Contestazione all’Europarlamento del ministro degli Esteri iraniano Mottaki. Alcuni deputati di Bruxelles, tra cui esponenti italiani del Pdl, hanno insultato il rappresentante del governo di Teheran, sfiorando la rissa con le sue guardie del corpo.
Ad attenderlo fuori dall’aula della commissione esteri era schierata una decina di eurodeputati che teneva in mano le foto di Neda, la studentessa uccisa durante la repressione delle proteste seguite alle presidenziali iraniane dello scorso anno.
“Abusano delle donne. Giustiziano donne, bambini e uomini. Giustiziano prigionieri politici. Giustiziano manifestanti pacifici. Voglio chiedergli – dice Struan Stevenson, membro del Parlamento europeo -quante persone hanno giustiziato questa settimana. Questo è un uomo che, venendo qui disonora il Parlamento”.
L’intervento di Mottaki si è poi svolto a porte chiuse. Il ministro degli Esteri iraniano, nelle prossime ore, dovrebbe commentare quanto accaduto a Bruxelles.
COMUNICATO STAMPA Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia condannando la visita inopportuna del ministro degli esteri del regime fondamentalista e terrorista di Ahmadienjad al Parlamento Europeo esprime la sua soddisfazione e gratitudine per la coraggiosa manifestazione di numerosi europarlamentari tra cui On. Salatto, On. Matera, On. Tattarella, On. Mauro che a nome delle vittime del regime iraniano hanno duramente contestato la visita di Mottaki. Durante la quale i parlamentari italiani, inglesi e spagnoli hanno innalzato la foto di Neda Aghasoltan e hanno gridato contro la visita propagandistica di Mottaki. A nome del popolo iraniano e della famiglia di Neda e di numerose altre vittime del regime fondamentalista dei mullah ringrazio di cuore tutti gli europarlamentari che a nome del popolo iraniano hanno dimostrato che non è tollerabile la visita del rappresentante di un regime che all'interno del paese uccide i giovani e all'estero con le sue bombe aggredisce ferocemente i soldati stranieri coinvolti nelle operazioni di pace in Afghanistan e in Iraq. Il popolo iraniano è orgoglioso di questi rappresentanti del popolo italiano e non dimenticherà mai coloro che nei momenti più bui della sua storia l'hanno sostenuto nelle rappresentanze istituzionali internazionali. Un caloroso ringraziamento va anche all'europarlamentare del Pdl Gabriele Albertini che non ha permesso al ministro iraniano di portare al termine il suo progetto di propaganda trasmettendo in diretta l'intervento di Mottaki in Iran. Davood Karimi, presidente dell'associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia
Un breve filmato della protesta degli europarlamentari italiani contro la visita di Mottaki al Parlamento europeo
Nelle foto si notano alcuni europarlamentari italiani tra cui Potito Salatto che protestano contro la presenza del ministro degli esteri del regime terroristico dei mullah al Parlamento Europeo
01 giu 2010 Min. Esteri Iran inchiodato da domande su abusi regime Teheran
Bruxelles, 1 giu. (Apcom) - Il ministro degli Esteri iraniano, Manouchehr Mottaki, non è riuscito - come si temeva - a trasformare il suo atteso intervento alla commissione Affari esteri dell'Europarlamento oggi a Bruxelles, in una ribalta da cui accusare strumentalmente Israele invece di rispondere alle accuse al regime degli ayatollah di Teheran. Prima Mottaki è stato accolto, al suo arrivo, da una manifestazione di protesta organizzata dagli italiani del Pdl e dai conservatori britannici; poi, durante la discussione in commissione Affari esteri tutte le domande degli eurodeputati presenti, di tutte le forze politiche, sono state focalizzate sui problemi di democrazia e le violazioni dei diritti umani in Iran, o sul programma nucleare di Teheran, senza che nessuno abbia mai offerto al ministro il desco per attaccare lo Stato ebraico, dopo quanto è accaduto ieri al largo di Gaza. Così che, a parte una dichiarazione iniziale sull'attacco 'barbaro' di Isaele alla flottiglia pacifista, Mottaki ha dovuto passare il resto dell'audizione a tentare, invano, di accreditare la tesi secondo cui in Iran ci sarebbe "rispetto dei diritti umani e civili, libertà di espressione e grande democrazia". Questo, almeno, è quanto hanno riferito ai cronisti il presidente della commissione Affari esteri, Gabriele Albertini, e il capodelegazione del Pdl a Strasburgo, Mario Mauro, visto che la stampa non era ammessa alla riunione. L'audizione si è svolta a porte chiuse su richiesta dello stesso Europarlamento, proprio per evitare che Mottaki la trasformasse in uno show mediatico di propaganda "trasmesso in diretta in Iran, magari con qualche domanda di contorno scelta fra quelle meno dure contro il regime di Teheran, come ha osservato Albertini.
IL LEONE CON IL SOLE UNA GARANZIA PER LA VITTORIA DEL POPOLO IRANIANO CONTRO IL FONDAMENTALISMO
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Simaye Azadi, TV della Resistenza Iraniana
lezioni di vita!
François-Marie Arouet, Voltaire : "Io combatto la tua idea, che è diversa dalla mia, ma sono pronto a battermi fino al prezzo della mia vita perchè tu, la tua idea, possa esprimerla liberamente."
manifestazione contro la lapidazione
Roma: Manifestazione contro la violazione dei diritti umani in Iran 07 set 2010 FERMIAMO LA LAPIDAZIONE IN IRAN Mercoledì 15 settembre Ore:14 Piazza di Monte Citorio No alla pratica anti islamica e disumana della lapidazione! No alla pena di morte! No alla dittatura religiosa al potere in Iran! La comunità iraniana in Italia lancia l’appello per una manifestazione di protesta contro la ferocia della repressione in Iran, per impedire l’ondata di impiccagioni dei prigionieri politici e per l’abolizione della barbara pratica della lapidazione in Iran.
Salvare Sakineh dai sassi ricavati dal cuore di pietra del regime dei mullah è un compito umano oltre che storico di tutte le donne e gli uomini liberi. Grazie alle numerose campagne internazionali a favore della signora Sakineh Ashtiani, tra cui quella organizzata dalle associazioni iraniane dei rifugiati politici, delle donne democratiche e dei giovani iraniani in Italia, il regime fondamentalista dei mullah si è tirato indietro ed attraverso la bocca del portavoce del ministero degli esteri ha comunicato che "nulla è ancora deciso sulla sorte della signora Ashtiani". Questo stesso fatto dimostra la natura disumana di un regime che da 5 anni tiene fra gli artigli la sorte di una giovane donna, la quale per giunta è madre di due figli. Naturalmente l'uscita del portavoce del regime terrorista e misogino dei mullah ha un solo obiettivo: quello di rasserenare gli animi e attenuare le pressioni internazionali e allo stesso modo consegnare nelle mani del boia la vita di Sakineh. Allora chiedo a tutti voi di mantenere alta la guardia e l'attenzione, di non cascare nella trappola iraniana e continuare a mantenere forte la pressione internazionale adoperando tutti i mezzi a disposizione per far sentire ai criminali di Teheran che il mondo civile non può tollerare una simile barbarie contro le donne iraniane. Una barbarie che è l'altra faccia del terrorismo internazionale iraniano che ha ucciso fino ad oggi migliaia di persone innocenti in Iraq, in America, in Afghanistan, in Israele, in Palestina e in ogni angolo della terra. Non dimentichiamoci i coraggiosi soldati caduti sotto le bombe iraniane in Iraq a Nassiriah e in Afghanistan. La condanna a morte di SAkineh è esattamente un altro aspetto del terrorismo iraniano. Dunque, mobilitarsi per Sakineh significa anche commemorare il ricordo degli eroici soldati italiani caduti cotto le bombe di Khatami, Ahmadienjad e Khamenei. Qui di seguito vi riporto alcuni numeri telefonici delle ambasciate del regime dei mullah e vi chiedo di dedicare una piccola parte del vostro tempo prezioso alla causa di Sakineh, chiamando l'ambasciata iraniana esprimendo le vostre preoccupazioni e il dissenso nei confronti della lapidazione e della pena di morte. Salvare Sakineh dai sassi ricavati dal cuore di pietra del regime dei mullah è un compito umano oltre che storico di tutte le donne e gli uomini liberi. Davood Karimi, presidente Associazione rifugiati politici iraniani residenti in italia
APPELLO URGENTE PER SALVARE LA VITA DEI PRIGIONIERI
ARRIVANO NOTIZIE PREOCCUPANTI SULLA SORTE DELLE PERSONE ARRESTATE DURANTE LE MANIFETSAZIONI E' STATA PRESENTATA AL PARLAMENTO UN DOCUMENTO DI MODIFICA DELLA LEGGE PER ABBREVIARE I TEMPI DI ESECUZIONE DELLA PENA CAPITALE DA 20 A 5 GIORNI
Negli ultimi giorni il regime dei mullah, attraverso il suo speaker del parlamento, il ministro per l'informazione, il procuratore generale e numerosi altri esponenti di spicco, ha minacciato di morte qualsiasi persona che venga arrestata durante le manifestazioni di protesta. All'inizio della settimana, 36 deputati del parlamento hanno presentato un documento di modifica della legge sulla pena capitale, secondo cui i tempi di esecuzione della pena di morte si riduce da 20 a soli 5 giorni. Secondo questo documento, chiunque venga arrestata viene riconosciuto, alla base di una Fatwa rilasciato da Khomeini nel 1988, "Mohareb" e di conseguenza viene passato per le armi. Secondo la costituzione della repubblica islamica Mohareb è colui che "è contro il Dio" e chi è contro Dio è "degno della morte"! Attualmente nelle carceri iraniane ci sono migliaia di ragazze e ragazzi arrestati dopo le manifestazioni post-elettorali e rischiano seriamente la vita. Secondo le informazioni in nostro possesso esistono serie intenzioni di convertire la legge e di abbreviare i tempi di esecuzione. Nel caso che passase questa legge migliaia di persone rischiano veramente la vita. Questa misura è stata adottata durante il consiglio di sicurezza nazionale e dietro la esplicita richiesta del capo supremo del regime dei mullah Ali Khamenei. Noi, Associazione Donne democratiche, Associazione giovani iraniani e Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia ci rivolgiamo al governo italiano, alla Camera dei Deputati , al Senato della repubblica, alle istituzioni e organizzazioni competenti in materia della difesa dei diritti umani, ai semplici cittadini di condannare questa nuova misura repressiva che mira ad eliminare migliaia di vite umane e terrorizzare coloro che scendono in piazza per protestare contro la repressione e la violenza in Iran. Il popolo iraniano e in particolar modo le ragazze e i ragazzi della protesta nazionale hanno seriamente bisogno della solidarietà della comunità internazionale. Il popolo iraniano non dimenticherà mai coloro che lo hanno sostenuto nei momenti più bui della sua storia. E' assai vicina l'aurora della libertà e della democrazia in Iran. Associazione Donne Democratiche iraniane, Associazione Giovani iraniani, Associazione Rifugiati politici iraniani residenti in Italia Roma, 6 gennaio 2010
MANIFESTAZIONE DI SOLIDARIETA' CON IL POPOLO IRANIANO DI FRONTE ALL'AMBASCIATA DEI MULLAH A ROMA
Associazione Laureati e specialisti, Associazione Donne democratiche, Associazione Giovani iraniani insieme all'Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia organizzano una manifestazione di protesta contro il massacro del popolo iraniano che si terra' giovedi 7 a Roma, di fronte all'ambasciata del regime fondamentalista dei mullah. Chiediamo la partecipazione e la soldiarieta' di tutti coloro che condividono le nostre preoccupazioni circa la brutale repressione delle donne e degli uomini che scendono in piazza per reclamare i loro diritti e per ripristinare la liberta' e la democrazia in Iran. Secondo le ultime notizie provenienti dall'Iran, il regime dei mullah ha seri intenzioni di condannare a morte i migliaia di giovani che sono stati arrestati durante le recenti manifestazioni di protesta. Pertanto chiediamo ai partiti politici e alle organizzazioni umanitarie la massima partecipazione e solidarieta' con la rivolta del popolo iraniano.
APPELLO: ORGANIZZIAMO UNA GRANDE MANIFESTAZIONE DAVANTI ALL'AMBASCIATA DEL REGIME DEI MULLAH
UNA GLORIOSA TESTIMONIANZA SULLA RIVOLTA DEL POPOLO IRANIANO
GLI OCCHI DI NEDA, SIMBOLO DELLA DONNA NELLA RESISTENZA IRANIANA
lA RICHIESTA DI AIUTO PER LA RIVOLTA POPOLARE IN IRAN
ASSOCIAZIONE RIFUGIATI POLITICI IRANIANI RESIDENTI IN ITALIA LANCIA UN APPELLO A TUTTE LE AMICHE E GLI AMICI DI UN IRAN LIBERO E DEMOCRATICO PER PARTECIPARE AD UNA SOTTOSCRIZIONE A FAVORE DI COLORO CHE LOTTANO QUOTIDIANAMENTE CONTRO IL REGIME DEI MULLAH. SONO GRADITI TUTTI I TIPI DI AIUTI. IN QUESTO MOMENTO STORICO, LA GRANDE RIVOLTA DEL POPOLO IRANIANO HA BISOGNO DEL VOSTRO SOSTEGNO PER POTER ACCELLERARE IL PIU' POSSIBILE IL PERCORSO OBBLIGATORIO CHE INESORABILEMTE CI CONDURRA' VERSO L'AURORA DELLA LIBERTA' E DELLA DEMOCRAZIA IN IRAN. Per contattare e contribuire scrivere all'email: irandemocratico@yahoo.it oppure chiamare 3387862297
NEDA SIMBOLO DELLA RESISTENZA DI UN POPOLO IN RIVOLTA
Neda, 26 anni, uccisa barbaramente dal regime dei mullah durante una pacifica manifestazione di protesta
DELARA SEI VIVA E VIVI CON NOI
UNA DELLE OPERE DI DELARA
L'ADESIONE DELLO SCULTORE IRANIANO REZA OLIA ALL'APPELLO LANCIATO AL SINDACO DI ROMA
Caro Sindaco di Roma On. Gianni Alemanno A nome dell'Associazione intelletuali e artisti iraniani desidero comunicarLe il mio profondo dolore per la barbara esecuzione della giovane pittrice Delara Darabi e per aderire all'appello lanciato dall'Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia per dedicare una piazza o una via o un museo alla giovanissima Delara Darabi, uccisa barbaramente dal regime articida e misogina e fondamentalista dei mullah. A questa disumana esecuzione bisogna rispondere con tanta fermezza e determinazione. Il regime dei mullah commetendo tale crimine e togliendo la vita ad una giovane donna che amava la vita e l'arte ha ucciso infatti l'arte, l'intelligenza e la voglia di vivere. Mi fido della sua sensibilità umana e politica nell'accogliere questa richiesta che rappresenta anche un grido d'aiuto da parte del popolo iraniano di cui i figli vengono consegnati nelle mani del boia prima ancora di fiorire.La mia associazione è a suo fianco e La sosterrà in qualsiasi situazione e sede istituzionale. Al regime dei mullah o si dà una seria risposta o si assisterà ancora ad ulteriori crimini contri i giovani iraniani. Signor Sindaco Lei come rappresentante di una grande città europea è chiamato a rispondere positivamente alla coscienza della Roma e dei suoi cittadini.In fedeReza Olia, scultore e presidente dell'Associazione intelletuali e artisti iraniani
COMUNICATO STAMPA DELL'oN. SUAD SBAI SULL'IMPICCAGIONE DI DELARA DARABI
Iran: Sbai (PdL), esecuzione Delara Darabi grave e odioso Roma, 2 mag. (Adnkronos) - ''E' un fatto grave e odioso quello di cui si e' macchiato il governo iraniano sotto Ahmadinejad. Un fatto illegittimo sul piano dell'etica e del diritto internazionale che non puo' essere taciuto: l'esecuzione di Delara Darabi e' l'epilogo di una storia di inganni e soprusi tristi in cui i giudici hanno agito senza scrupoli'' Lo dice Souad Sbai, deputata del Pdl. “L'Iran, nonostante la sottoscrizione della Convenzione Internazionale per i Diritti del Fanciullo -prosegue Sbai continua a non rispettare gli accordi presi e si conferma un regime estremista, razzista, intollerante e patriarcale, capace di macchiarsi giorno dopo giorno di sangue innocente, soprattutto di donne. Mi chiedo che valore abbia la sottoscrizione di diversi trattati da parte di uno stato come l'Iran il cui presidente ha fatto dichiarazioni incontestabilmente estremiste in sede internazionale. Non ci resta che fare appello a tutti gli studenti, uomini e donne, a ribellarsi, ad alzare la voce, a non stare zitti. La morte di Delara deve essere ricordata e commemorata. E dopo il lutto bisogna agire: non e' piu' accettabile, accettare questo genocidio femminile”.
ADESIONE DELL'ON. ANGELA NAPOLI
Onorevole Sindaco, mi associo all’appello lanciato dall’Associazione Rifugiati Politici Iraniani residenti in Italia, per far dare l’intitolazione ad una piazza o una via o una sala di qualche museo romano, alla giovane pittrice iraniana DELARA DARABI, fatta impiccare, questa mattina nella città di Rasht dal regime dei mullah, nonostante i numerosi appelli profusi per salvarle la vita. Conoscendo la Tua sensibilità so che troverai il modo per far sì che la città di Roma possa ricordare sempre questa giovane vita spezzata dall’odio e dalla vendetta. On. Angela Napoli
LETTERA DI DOLORE DELL'ON. ANGELA NAPOLI
Sono affranta dal dolore per la triste notizia dell'avvenuta impiccaggione della giovane pittrice DELARA DARABI. Non ho parole per esprimere ciò che continuano a provocare in me l'odio e la vendetta del regime dei mullah. E' davvero inaccettabile che integralismo e violenza possano continuare ad abbattere la vita di tante giovani donne, pur di fronte agli appelli della numerosissima gente che si batte davvero per il diritto alla sacralità della vita.Anche io mi unisco al dolore della famiglia di Delara ed a quello del sano popolo iraniano, augurando che il diritto alla vita possa entrare a far parte di coloro che quotidianamente provocano morte e dolore. on. Angela Napoli
IL TESTO INTEGRALE DELLA RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO APPROVATO IERI
Il seguente testo è la risoluzione adottata dal Parlamento Europeo Venerdi 24 Aprile 2009, con la quale si chiede alle autorità irachene di "proteggere le vite e l'integrità fisica e morale dei residenti di Camp Ashraf "- dove ci sono i membri dell'Organizzazione dei Mojahedin del Popolo iraniano(PMOI/MEK) in Iraq- e di "trattarli secondo le obbligazioni assunte con la Quarta Convenzione di Ginevra, in particolare contro le deportazioni forzate, le espulsioni o i rimpatri in violazione del principio di non -refoulement".
LA RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
TESTI APPROVATI nella seduta di venerdì 24 aprile 2009 P6_TA-PROV(2009)04-24 EDIZIONE PROVVISORIA PE 425.4 P6_TA-PROV(2009)0311Situazione umanitaria dei residenti di Camp Ashraf Risoluzione del Parlamento europeo del 24 aprile 2009 sulla situazione umanitaria dei residenti di Camp Ashraf Il Parlamento europeo, – viste le Convenzioni di Ginevra e, in particolare, l'articolo 27 della IV Convenzione di Ginevra sulla protezione delle persone civili in tempo di guerra,– visti la Convenzione di Ginevra del 1951 relativa allo status dei rifugiati e il Protocollo aggiuntivo del 1967,– visto l'Accordo sullo status delle forze armate tra il governo degli Stati Uniti e il governo iracheno firmato nel novembre 2008,– viste le sue risoluzioni del 12 luglio 2007 sulla situazione umanitaria dei rifugiati iracheni e del 4 settembre 2008 sulle esecuzioni capitali in Iran che contengono riferimenti ai residenti di Camp Ashraf, che hanno uno status giuridico di persone protette nel quadro della IV Convenzione di Ginevra,– visto l'articolo 115, paragrafo 2, del suo regolamento,A. considerando che Camp Ashraf, nell'Iraq settentrionale, è stato creato durante gli anni 80 per i membri del gruppo di opposizione iraniano "Organizzazione dei Mujaheddin del popolo dell'Iran" (PMOI), B. considerando che nel 2003 le forze statunitensi in Iraq hanno disarmato i residenti di Camp Ashraf accordando loro protezione, dal momento che tali residenti sono stati designati "persone protette" ai sensi delle Convenzioni di Ginevra,C. considerando che l'Alto commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite in una lettera datata 15 ottobre 2008 ha esortato il governo iracheno a proteggere i residenti di Camp Ashraf dalla deportazione, espulsione o rimpatrio forzati in violazione del principio di non respingimento e ad astenersi da qualsiasi azione che potrebbe mettere in pericolo la loro vita o sicurezza,D. considerando che, dopo l'Accordo Stati Uniti/Iraq sullo status delle forze armate, Camp Ashraf è tornato sotto il controllo delle forze di sicurezza irachene a partire dal 1° gennaio 2009,E. considerando che secondo recenti dichiarazioni rilasciate, a quanto viene riferito, dal Consigliere iracheno per la sicurezza nazionale, le autorità intendono rendere gradualmente "intollerabile" la presenza permanente dei residenti di Camp Ashraf e considerando che, a quanto pare, ha fatto riferimento alla loro espulsione/estradizione e/o alla loro dislocazione forzata all'interno dell'Iraq, 1. esorta il primo ministro iracheno ad assicurare che le autorità irachene non adottino alcuna azione in violazione dei diritti umani dei residenti di Camp Ashraf e a chiarire le intenzioni del governo iracheno nei loro confronti; invita le autorità irachene a proteggere la vita e l'integrità fisica e morale dei residenti di Camp Ashraf e a trattarli conformemente agli obblighi nel quadro delle Convenzioni di Ginevra, in particolare a non dislocarli, deportarli, espellerli o rimpatriarli con la forza in violazione del principio di non respingimento; 2. nel rispetto dei desideri individuali di ogni persona che vive a Camp Ashraf per quanto attiene al proprio futuro, ritiene che coloro che vivono a Camp Ashraf e altri cittadini iraniani che attualmente risiedono in Iraq e che hanno lasciato l'Iran per ragioni politiche potrebbero essere a rischio di gravi violazioni dei diritti umani se venissero rimpatriati contro la loro volontà in Iran, e insiste che nessuna persona dovrebbe essere rimpatriata, direttamente o attraverso un paese terzo, in una situazione in cui si troverebbe a rischio di tortura o di altri gravi abusi dei diritti umani;3. invita il governo iracheno a porre fine al blocco del campo e a rispettare lo status giuridico dei residenti di Camp Ashraf quali "persone protette" ai sensi delle Convenzioni di Ginevra, e ad astenersi da qualsiasi azione che potrebbe mettere a rischio la loro vita o sicurezza e pertanto ad accordare pieno accesso al cibo, all'acqua, all'assistenza e alle forniture mediche, al carburante, ai familiari e alle organizzazioni umanitarie internazionali; 4. invita il Consiglio, la Commissione e gli Stati membri congiuntamente con i governi iracheno e statunitense, l'Alto commissario per i rifugiati delle Nazioni Unite e il Comitato internazionale della Croce rossa a lavorare insieme per trovare uno status giuridico soddisfacente a lungo termine per i residenti di Camp Ashraf; 5. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, all'Alto commissario per i rifugiati delle Nazioni Unite, al Comitato internazionale della Croce rossa, al governo degli Stati Uniti e al governo e al parlamento dell'Iraq.
LA GIORNALISTA IRANO-AMERICANA HA INIZIATO SCIOPERO DELLA FAME
Iran- Usa: Saberi in sciopero fame Tra un mese la sentenza di appello dopo al condanna otto anni (ANSA) - TEHERAN, 25 APR - Roxana Saberi, la giornalista irano-americana condannata a otto anni di spionaggio a Teheran, e' in sciopero della fame da 5 giorni. Lo ha detto il suo avvocato, precisando di avere appreso la notizia dal padre della donna. L'avvocato ha poi aggiunto che dovrebbe essere emessa ''all'incirca tra un mese'' la sentenza d'appello nei confronti della giornalista irano-americana, condannata a Teheran in primo grado a otto anni di reclusione per spionaggio in favore degli Usa.
L'ADESIONE DELL'ON. ANGELA NAPOLI ALLA CAMPAGNA PER LA SCARCERAZIONE DELLA PITTRICE DELARA DARABI
Ringrazio tutti gli onorevoli che mi hanno mandato le loro adesioni tra cui on: Angela Napoli che è stata il primo a chiamarmi e mandarmi la sua lettera di adesione. A nome della Delara vi ringrazio tutti. Karimi Davood
CONTINUA LA CAMPAGNA PER SALVARE LA VITA DELLA PITTRICE DELARA DARABI
DELLARA DARABI, LA GIOVANISSIMA PITTRICE IRANIANA, ACCUSATA DI OMICIDIO DELLA CUGINA DEL PADRE, FU ARRESTATA ALL'ETA' DI 16 ANNI E PER SALVARE IL FIDANZATO DALLA CONDANNA A MORTE HA RIVENDICATO L'OMICIDIO DELLA CUGINA DEL PADRE SENZA SAPERE A QUALE RISCHIO SAREBBE ANDATA INCONTRO. IL FIDANZATO, AMIR HOSSEIN SE L'HA CAVATA CON 10 ANNI E LEI CONDANNATA A MORTE. IN SEGUITO ALLA CONDANNA LEI SI è RESA CONTO DELLA GRAVITà DELLE SUE DICHIARAZIONI E HA RITRATTATO MA INUTILE. PER IL REGIME BARBARO DEI MULLAH L'ANELLO DEBOLE DELLA SOCIETA' E' LA DONNA.
LETTERA DELL'ON. ANGELA NAPOLI A KARIMI DAVOOD
Gentile Presidente, sento vivo il dovere morale di unirmi all'appello per salvare la vita della Giovanissima Pittrice Iraniana DELARA DARABI. Appare ormai improcrastinabile l'intervento del nostro Ministro per gli Affari Esteri, on. Frattini, per bloccare quei criminali che stanno abbattendo le vite di persone innocenti, quale appunto quella di Delara DARABI. Occorre far presto, occorre unirsi, perchè non è più accettabile che si possa continuare ad assistere impassibili a questi crimini, che attentano vittime innocenti. La mia incondizionata solidarietà on. Angela Napoli
APPELLO URGENTE PER SALVARE DELARA DARABI
FRA TRE GIORNI SE NON RIUSCIAMO A FERMARE LE MANI CRIMINALI DEL REGIME DEI MULLAH NON CI SARA' TRA DI NOI LA GIOVANISSIMA PITTRICE DELARA DARABI: SCRIVERE PER FAVORE AL MINISTRO FRATTINI ALL'INDIRIZZO EMAIL:http://www.esteri.it/MAE/IT/Ministero/Servizi/Italiani/Sportello_Info/DomandeFrequenti/FAQRichiestaInfo.htm. Hanno aderito gli onorevoli: Angela Napoli, Barbara Pollastrini,Alessandro Pagano, Alessia Mosca, Capitanio Santolini, Boccuzzi Antonio, Rita Bernardini, Maria Luisa Gnecchi, Nicola Cristaldi, Ivano Strizzolo, Susanna Cenni, Donatella Mattesini, Saltamartini Barbara...
APPELLO PER SALVARE ROXANNA SABERI
In questa santa giornata di Pasqua è legittimo ricordare coloro che a causa della politica del terrore sono illegalmente detenuti nei famigerati e medievali carceri iraniane: migliaia di donne e uomini che hanno avuto il coraggio di manifestare contro l'oppressore e la classe politica e fondamentalista iraniana. In particolare vorrei ricordare la giornalista irano-americana Roxanna Saberi, arrestata con infamante accusa di "spionaggio" e altre due donne che di recente si sono convertite in cattolicesimo e arrestate e sottoposte alle più brutali torture e che rischiano la vita. Senza dimenticare i pionieri della libertà e della democrazia, punto di diamante del dissenso e dell'opposizione al regime dei mullah, appunto gli studenti che si sono scesi nuovamente in piazza dopo le feste di capo d'anno persiano e arrestati di recente.
LA PORTA DELLA CITTA' DI ASHRAF
LA CITTA' DI ASHRAF DOVE RISIEDONO 3500 TRA DONNE E UOMINI CORAGGIOSI CHE COMBATTONO CONTRO LA DIFFUSIONE DEL FONDAMENTALISMO ISLAMICO IRANIANO E SOTTOPOSTI ALLE DURE MISURE RESTRITTIVE DEL GOVERNO IRACHENO
MARYAM RAJAVI, L'ANTITESI DEL FONDAMENTALISMO ISLAMICO DI MATRICE KHOMEINISTA
MARYAM RAJAVI LA VERA CHIAVE DELLA STABILITA', DELLA PACE E DELLA CONVIVENZA CIVILE NELLA REGIONE E NEL MONDO.
TRE PILASTRI FONDAMENTALI SU CUI REGGE IL REGIME FONDAMENTALISTA DI MATRICE KHOMEINISTA:
1-la repressione, costante violazione dei diritti uman in in Iran 2-il terrorismo, espansione mondiale del fondamentalismo islamico di matrice khomeinista 3-la bomba atomica, ombrello strategico sotto cui il regime dei mullah cerca di ripararsi da qualsiasi attacco e aggressione estera
MASSUD RAJAVI LEADER STORICO E INDISCUSSO DELLA RESISTENZA IRANIANA
Massud Rajavi raccoglie tutte le speranze del popolo iraniano per un Iran libero, democratico, pluralista e senza discriminazioni ne raziali ne etnici, dove tutte le donne e gli uomini a differenza della loro colore di pelle e fede religioso sono uguali uni ad altri. Nell'Iran di domani guidato da Massud Rajavi lo stato è anni luce lontano da qualsiasi religione e tutte le religioni hanno pari diritto di manfestazione ed espressione. Ogni cittadino sceglierà liberamente il modo divivere e di vestire secondo la sua fede religiosa e scelta personale. Dove le donne non saranno più costrette a subire la violenza dello stato e la discriminazione istituzionalizzata degli uomini. Dove la giustizia giudica i reati commessi alla base del codice penale e civile democratica del paese e non alla base dell'ordinamento religioso. Dove a fianco di ogni moschea costruiremo una chiesa e una sinagoga. Dove amore, passione, poesia, crescita sociale, libertà di espressione e di opinione sostituiranno l'odio e la violenza khomeinista. Dove i fiori fioriranno e spargeranno il loro profumo in tutto il mondo. Dove non esisterà mai e mai più la pena di morte, la tortura e maltrattamenti fisici. Dove le donne e gli uomini hanno pari diritti e doveri. Dove a differenza di altre società evolute la DONNA dimostrerà le sue straordinarie capacità di gestione e di amministrazione. Una grande conquista sia per le donne che per gli uomini. Secondo me dove la donna comanda la guerra non ha più ragion di essere. Grazie presidente Rajavi per averci insegnato di come vivere liberi e di come pensare da liberi uomini.
APPELLO DEI DI BLOGGER DEMOCRATICI A FAVORE DEI DIRITTI LEGITTIMI DEI RIFUGIATI DEL CAMPO DI ASHRAF
IL FONDAMENTALISMO ISLAMICO KHOMEINISTA PIU' LO CONOSCI PIU' LO EVITI
Il fondamentalismo islamico iraniano è il nuovo male del terzo millennio, iniziato con l'avvento del grande dittatore della storia persiana, ayattollah Khomeini. Il fondamentalismo islamico khomeinista è basato sulla misoginia, sulla violenza, sul terrorismo e sulla demagogia religiosa. E' un mostro che non ha pietà per nessun genere di essere vivente. Le sue vittime prelibate sono bambini e donne. Il suo principale vettore su cui avvanza è la violenza e la guerra. Mira a costruire un impero islamico che va dal medioriente all'America. E' disposto a sacrificare tutte le sue risorse ai fini di raggiungere le sue mete diaboliche. Vedi la bomba atomica e le attuali vicende di Gaza. Versa le lacrime da coccodrillo per le vittime della sua politica guerrafondaia. Il fondamentalismo islamico khomeinista è un mostro con migliaia e migliaia di tentacoli. Colpisce sempre la parte grigia del cervello. Distrugge qualsiasi segno di civiltà, del secolarismo e dell'intellettualismo. Ha abitudine di usare le cose e gli uomini come materiale di usa e getta. E' un virus letale. L'unica via disponibile attualmente per affrontarlo è l'incremento del sistema immunitario sociale e una vasta campagna di vaccinazione oltre alla forte resistenza e lotta per sconfiggerlo definitivamente seppellendolo nella pattumiera della storia. Il fondamentalismo islamico più lo conosci più lo eviti! karimi davood
Maryam Rajavi, la speranza del popolo iraniano
Maryam Rajavi, presidente eletta dal Consiglio Nazionale della resistenza iraniana per gestire il governo provvisorio di 6 mesi subito dopo la caduta del regime teocratic-dittatoriale dei mullah
we want democracy
Le donne iraniane in particolare le studentesse avranno il privilegio di sferrare il colpo di grazia alla testa della piovra del fondamentalismo islamico di matrice khomeinista e terrorista
RITRATTO DELLA DONNA IRANIANA: ANTITESI AL FONDAMENTALISMO ISLAMICO
UNA RECENTE MANIFESTAZIONE DEGLI STUDENTI A TEHERAN DOVE APPUNTO LE RAGAZZE SONO A CAPO DEL CORTEO CONTRO IL REGIME FONDAMENTALISTA DEI MULLAH.
ASPETTANDO LA PRIMAVERA DELLA LIBERTA' DEL POPOLO IRANIANO
Agenzia irandemocratico
Agenzia Iran Democratico, AID è la casa di informazione di coloro che amano la libertà e la democrazia in Iran. E' la casa di coloro che che vedono nella figura del presidente Maryam Rajavi la fine della misoginia, della repressione del popolo iraniano e della fine del terrorismo internazionale che finora ha mietuto migliaia e migliaia di vittime innocenti in tutto il mondo compreso Iraq e Afghanistan, dove anche il popolo italiano ha pagato un alto contributo in vite umane. In poche parole AID è la casa di tutto il popolo iraniano e di tutti coloro che lo sostengono in questa tortuosa e dura strada che, inesorabilmente e sicuramente ci condurrà all'appuntamento finale: Irandemocratico email: irandemocratico@yahoo.it
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