IL RAPPORTO ANNUALE
In Iran 488 esecuzioni nel 2011
solo per reati legati alla droga
In totale, nel 2011, tra dati ufficiali e non, Amnesty International ha contato circa 600 esecuzioni; l'81 per cento per reati di droga. Uno Stato "morte dipendente", così l'organizzazione ha definito l'Iran, denunciando l'incontrollato aumento del numero delle persone messe a morte, molte delle quali povere, per reati di droga. Nella lotta agli stupefacenti, le autorità iraniane hanno eseguito un numero impressionante di condanne
ROMA - L'organizzazione per i diritti umani Amnesty International 1 ha pubblicato il rapporto annuale sulla pena di morte. E' allarme: 600 esecuzioni quest'anno, di cui l'81 per cento per reati legati allo spaccio o al consumo di stupefacenti. Quasi 500 condanne a morte in Iran, nel 2011, per reati di droga. È l'inaccettabile bilancio denunciato da Amnesty international, nell'ultimo rapporto sulla pena capitale. Sul sito dell'organizzazione internazionale per i diritti umani, si legge che "le esecuzioni per reati di droga sono state almeno 488, quest'anno. Quasi tre volte in più rispetto a due anni prima", quando l'Ong aveva registrato 166 esecuzioni, dello stesso genere.L'Iran, "Stato mortedipendente". In totale, nel 2011, unendo i dati ufficiali con i non ufficiali, Amnesty ha contato circa 600 esecuzioni; l'81 per cento per reati di droga. Uno Stato "morte dipendente". Così l'organizzazione ha definito l'Iran, denunciando l'incontrollato "aumento del numero delle persone, molte delle quali povere, messe a morte per reati di droga". "Per contrastare la piaga degli stupefacenti, le autorità iraniane hanno eseguito un numero impressionante di condanne a morte. Il tutto, in assenza di qualsivoglia prova che le esecuzioni prevengano il traffico di droga più efficacemente di altre sanzioni", ha dichiarato Ann Harrison, vicedirettore per il Medio Oriente e l'Africa del Nord di Amnesty international.
Processi iniqui. "In quasi tutti i casi - spiega l'organizzazione - le esecuzioni fanno seguito a processi gravemente iniqui e le famiglie e gli avvocati ricevono scarso preavviso, o addirittura vengono tenuti all'oscuro del fatto che la sentenza sta per essere eseguita. Le persone provenienti dai gruppi emarginati, tra cui i più poveri, le minoranze etniche discriminate e gli stranieri, in particolare gli afgani, corrono un rischio maggiore di essere mandati a morte per reati di questo tipo". Sempre secondo dati forniti dall'organizzazione internazionale, l'Iran ha il quarto tasso di mortalità per droga del mondo, 91 persone su un milione di persone tra i 15 e i 64 anni, ed è uno dei principali Paesi di transito delle rotte del traffico di stupefacenti. Negli ultimi anni, l'Iran ha ricevuto assistenza internazionale, da diversi paesi europei come dalle Nazioni Unite, per cercare di controllare l'ingresso della droga nel territorio, ma evidentemente non sono stati sufficienti.