domenica 15 gennaio 2012

IRAN: ESEGUITE 12 IMPICCAGIONI A SHIRAZ


Iran, 12 detenuti impiccati nel sud, 7 di loro in pubblico

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Foto: LaPresse
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Teheran (Iran), 15 gen. (LaPresse/AP) - Dodici detenuti sono stati impiccati nella città di Shiraz, nel sud dell'Iran. Lo ha riferito il sito web della televisione di Stato. Sette di loro, condannati a morte per traffico di droga, sono stati uccisi all'interno di un carcere. Gli altri cinque sono invece stati impiccati in pubblico nei quartieri dove avevano commesso altri tipi di crimini. In Iran omicidio, stupro, rapina a mano armata, rapimento e traffico di droga sono punibili con la morte. L'Iran occasionalmente annuncia l'esecuzione di condannati, ma non pubblica ufficialmente dati complessivi. I gruppi internazionali per la difesa dei diritti umani criticano il Paese per l'aumento di impiccagioni, spesso eseguite in pubblico.
Pubblicato il 15 gennaio 2012

THERAN – Spinti giù da una rupe, impiccati con le gru, puniti con l’amputazione di una mano e di un piede. Le loro grida sono lacrime che trafiggono il cuore dell’umanità.
In Iran, dopo la rivoluzione Khomeinista del 1979, la Sharia è diventata la legge dello Stato e da allora si è messa in moto una macchina della morte che non si è più fermata. Secondo l’ultimo rapporto di Iran Human Rights, una rete internazionale di dissidenti iraniani, le esecuzioni capitali nel 2009 sono state 402, il 20% in più rispetto all’anno precedente. Negli ultimi giorni, anche il Consiglio nazionale della Resistenza Iraniana, gruppo d’opposizione alla Repubblica islamica, ha reso pubbliche le stime ufficiali del numero totale di esecuzioni, che ammonterebbero a 440 nell’ultimo anno. Il gruppo sottolinea anche il fatto che queste stime non includono il numero di vittime delle esecuzioni segrete, detenute abusivamente nelle carceri, in genere mandate a morte senza nemmeno essere processate, o delle persone uccise nelle strade dalle forze repressive. Nella maggior parte dei casi, non vengono neanche resi noti i nomi di tutti i condannati, né i crimini di cui sono accusati o le prove contro di loro.
Nel frattempo, il governo di Teheran ha annunciato che sabato avverrà l’esecuzione di otto prigionieri: una sorta di monito per intimidire quanti abbiano intenzione di partecipare alla manifestazione di protesta organizzata per il 16 marzo, giorno della festa persiana del Fuoco, preludio della celebrazione del capodanno persiano.
“La pena capitale non è solo un atto ma un processo, consentito dalla legge, di terrore fisico e psicologico che culmina con un omicidio commesso dallo Stato. A tutto questo deve essere posto fine”, ha affermato Irene Khan, Segretaria generale di Amnesty International.


 
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