Quelle che seguono sono le dichiarazioni del ministro degli Esteri Giulio Terzi, raccolte da David Carretta per “Radio Radicale” realizzata il 23 gennaio scorso a Bruxelles. Il tema centrale dell'intervista: la crisi con l'Iran, l'embargo e le possibili ripercussioni sull'economia italiana.
La Russia ha detto che le sanzioni sono una mossa unilaterale, l'Iran continua a minacciare di chiudere lo stretto di Hormuz. Le sanzioni sono la strada giusta?
“Le sanzioni sono la strada giusta e l'Unione Europea ne è convinta. Non c'è nessuna incrinatura del fronte europeo su questo, tutti i paesi membri ritengono che la possibilità di riportare la leadership iraniana al tavolo del negoziato sia esattamente quella di proseguire nella strategia duale, cioè incrementare la pressione sull'economia iraniana e questo aspetto sta avendo degli effetti. Si è convenuto in una valutazione comune che è emersa al Consiglio oggi che le difficoltà che si avvertono al vertice del sistema politico iraniano e allo stesso tempo l'azione molto intensa da parte iraniana per convincere alcuni paesi esterni all'Unione Europea, esterni al nucleo di paesi che stanno portando avanti il regime sanzionatorio, sia una dimostrazione che le sanzioni stanno mordendo. D'altra parte lo vediamo anche dai dati economici del PIL iraniano, e dalle difficoltà che ci sono su vari fronti dell'economia interna”.
Ministro, avete già valutato quelle che saranno le eventuali difficoltà economiche per l'Italia dopo questo embargo?
“Noi riteniamo che l'Italia abbia delle fonti in aumento di differenziazione come approvvigionamenti. Due giorni fa eravamo in visita con il Presidente del Consiglio ed è emerso chiaramente che l'approvvigionamento dalla Libia sta aumentando e abbiamo altre fonti di approvvigionamento. Comunque i contratti in essere non sono messi in alcun modo in discussione e nello stesso impianto c'è anche la possibilità di proseguire gli approvvigionamenti dallo stesso Iran. Di conseguenza, l'impatto per l'economia italiana dovrebbe essere assolutamente trascurabile, vorrei dire veramente nullo. Ci sono naturalmente delle solidarietà che noi condividiamo con gli altri paesi europei ed aspettiamo che gli iraniani rispondano alla lettera che l'Alto Rappresentante Ashton ha inviato in Ottobre. Ci sono delle indicazioni che forse una risposta potrebbe arrivare; confidiamo nei contatti che comunque- a livello di funzionari- sono in atto fra Bruxelles e Teheran”.
Ministro, il Console Vattani tornerà in Italia?
“Sta tornando in queste ore per presentarsi con le sue deduzioni alla commissione di disciplina che io ho investito della vicenda. Mi farebbe tuttavia piacere che d'ora in poi - essendo un procedimento interno ed assolutamente rispettoso dell'ordinamento per i funzionari dello Stato - si riuscisse a guardare al ministero ed ai diplomatici italiani nelle loro qualità nei grandi episodi. In Libia ho incontrato il Console Se Santis, che si è recato a Bengasi nel momento più difficile dell'insorgenza della città, a rischio della sua vita ed attraversando in modo abbastanza avventuroso un tratto di mare. E sono tante altre le cose che potrei dire sulla diplomazia italiana, quindi mi farebbe piacere che si guardasse anche agli aspetti di grande risalto, grande dignità ed efficacia del nostro mondo diplomatico”.