IRAN: ANCORA ESECUZIONI DI MASSA. IMPICCATI 22 PERSONE
LA VERA FACCIA DEL FONDAMENTALISMO KHOMEINISTA:
NELLA FOTO: L'IMPICCAGIONE PUBBLICA DI UN DETENUTO FERITO DURANTE UNA SPARATORIA SULLE MONTAGNE DEL KURDISTAN E PORTATO IN PIAZZA E IMPICCATO DI FRONTE AGLI OCCHI SPAVENTATI DELLA GENTE
APPELLO URGENTE DEL PRESIDENTE MARYAM RAJAVI
Esecuzioni di massa di 10 detenuti nel carcere di Evin.
Maryam Radjavi lancia un appello alla Comunità internazionale per condannare l'ondata d’esecuzioni in Iran, sottolineando la necessità di una moratoria urgente per fare cessare questa campagna di terrore
CNRI - All’alba del 21 gennaio, i boia del regime dei mullah hanno nuovamente proceduto ad un'esecuzione collettiva di dieci prigionieri nella prigione d’Evin. Secondo le informazioni ricevute, martedì 20 gennaio, undici prigionieri di cui Ardalan Nabi'i 38 anni, della sezione 2 della prigione di Gohardacht, e Nasser Mehrani della sezione 6 di questa prigione, sono stati trasferiti ad Evine per la loro esecuzione. Mercoledì, uno dei prigionieri di nome d’Ali Punj Ganj, è stato riportato nella sua cella dopo avere assistito alla scena terribile d'esecuzione di dieci prigionieri, e sarà impiccato tra un mese.
Secondo l'AFP, tre prigionieri di nome Hassan, Ali-Reza e Mohammad-Hassan, sono stati giustiziati il 21 gennaio nella prigione di Yazd. I boia del regime avevano già impiccato altri 6 prigionieri nella stessa prigione. Con l'impiccagione del prigioniero Gholam, alla prigione di Gohardacht a Karadj (sobborgo di Teheran), e di altri due, Reza Mohammadi, 25 anni, e Djan Mohammad Mohammadi, 40 anni, alla prigione di Dastguerd ad Ispahan il 20 gennaio, il numero d’impiccagioni si monta a 22 nello spazio di 24 ore.
La morte sospetta di un prigioniero politico di nome Hachem Ramezani, nella prigione d’Oroumieh e la condanna a morte a Kermanchah (ovest) di un'altra detenuta d'opinione, la signora Zeinab Jalalian di anni 27, originaria della città di Makou (Nord-ovest), è da aggiungere ai crimini commessi dai mullah in questi ultimi giorni.
Secondo lìappello lanciato dalla signora Maryam Radjavi, presidente eletta dalla resistenza iraniana, le ondate d’esecuzioni collettive e d’assassini di prigionieri dimostra la reazione della dittatura religiosa contro l’impennata dell'insoddisfazione, del dissenso, delle proteste e delle manifestazioni degli studenti e dei giovani. I mullah al potere in Iran, ha dichiarato la signora Rajavi, non possono restare al potere un solo giorno senza esecuzioni, tortura, uccisioni e la repressione.
La sig.ra Radjavi ha aggiunto: la politica d’accondiscendenza dell'occidente con il regime dei mullah e la sua passività di fronte alle continue violazioni delle convenzioni internazionali da parte dei mullah iraniani, li ha incoraggiato ad intensificare e sviluppare i loro crimini.
Signora Rajavai ha chiesto alla Comunità internazionale di condannare l'ondata disumana d’esecuzioni ed ha sottolineato la necessità di adottare misure urgenti e costrittive per fare cessare questi crimini selvaggi.
In conclusione il presidente Rajavi Ha anche chiesto la denuncia del dossier delle violazioni dei diritti dell'uomo del regime presso il Consiglio di sicurezza dell'ONU.
Segretariato del Consiglio nazionale della resistenza iraniana.
Il 21 gennaio 2009