Tra gli esuli di Ashraf
nella foto: l'ingresso del campo di Ashraf, la roccaforte della resistenza iraniana, dove recentemente una delegazione dei politici italiani tra cui il vice sindaco di Cuneo, Giancarlo Boselli ha visitato e incontrao i residenti del Capo di Ashraf
Giancarlo Boselli, vice sindaco della città di Cuneo
Dal sito del vice sindaco di Cuneo Giancarlo Boselli
Domenica, Novembre 23rd, 2008 | Author: Giancarlo
Ho visto uomini rinchiusi in un campo cintato da filo spinato e da un fosso…sono i 3500 esuli di Ashraf che in questo spazio circoscritto hanno costruito la loro città verde, ordinata, organizzata con università ed ospedale. I Mojahedin del Popolo, principale partito dell’opposizione hanno costruito una città modello in cui vivere la loro condizione di esuli. Il campo di Ashraf è una spina nel fianco del regime iraniano dittatoriale e sanguinario dei mullah. E’ un modello di democrazia. Un esempio di come potrà essere l’Iran libero.Il campo è protetto dalla presenza di un battaglione di soldati statunitensi, ma c’è grande preoccupazione ad Ashraf e in Iran per i pericoli che la città potrebbe correre se gli Stati Uniti si ritirassero dall’Iraq abbandonando il ruolo di protezione del campo che passerebbe allo stato iracheno che al momento non garantisce la difesa di Ashraf. Con il Senatore alla Commissione Esteri Perduca abbiamo ascoltato e raccolto decine di testimonianze di donne e uomini che hanno subito torture in Iran. Saranno presentate in un rapporto dettagliato al Senato e alla Commissione europea. Durante il mio viaggio di ritorno molte e diverse le sesazioni che mi hanno accompagnato, tra queste anche l’orgoglio di essere parte dell’attuale amministrazione comunale, perchè Ashraf è stata dichiarata dal sindaco Valmaggia città sorella di resistenza, dopo che i Consigli comunale e provinciale hanno approvato mozioni di solidarietà. So che la resistenza democratica iraniana è molto grata al sindaco Valmaggia e al presidente Costa che parteciperanno all’incontro di stasera agli EXL di Cuneo per ribadire la loro vicinanza alla causa della resistenza per la democrazia e la libertà in Iran”.