venerdì 20 marzo 2009

ALLA VIGILIA DEL ANNO NUOVO IRANIANO IL REGIME BARBARO DEI MULLAH HA CONDOTTO ALLA MORTE UN DETENUTO POLITICO

APPELLO PER SALVARE LA VITA DEI DETENUTI POLITICI IRANIANI SOTTOPOSTI ALLE PIU' DISUMANE CONDIZIONI DI VITA'
NUMEROSI PRIGIONIERI VENGONO TENUTI DENTRO LE BARE O LE GABBIE MOLTO PIU' PICCOLE DELLA LORO STATURA FISICA
CHIEDO A TUTTE LE COSCIENZE VIVE DI MOBILITARSI E DI PROTESTARE CONTRO LE BARBARIE DEI MULLAH CHIEDENDO L'INTERVENTO IMMEDIATO DELLE AUTORITA' INTERNAZIONALI E ITALIANI




Nella foto: il blogger Reza Mir Sayyaf arrestato e incarcerato nel famigerato prigione di Evin e sottoposto alle più disumane misure restritive fisiche e psichiche. Il regime dei mullah chiedeva al blogger Mir sayyaf una dichiarazione di pentimento e un intervista televisiva in cambio di liberazione. ma lui ha resistito e ha preferito la morte in cambio di una vita "in ginocchio".


ANNO NUOVO PERSIANO IN SEGNO DI LUTTO
Ancora una volta il regime dei mullah ha cercato in tutti i modi di rendere il capodanno persiano un occasione da dimenticare. Ma nonostante tutto la popolazione ha accolto i vari appelli lanciati dalla resistenza iraniana e ha festeggiato nonostante tutti i divieti posti dalle autorità la festa di Charshanbesoori( l'ultimo mercoledi dell'anno viene festeggiato lungo le strade delle città con la sistemazione di enormi falò. la gente salta sulle fiamme e grida " il mio giallo a te e il tuo rosso a me").
Naturalmente la morte del Blogger reza Mir Sayaf ha segnato nel profondo del cuore della popolazione ma non ha scoraggiato la volontà popolare, in segno di protesta conro il regno dei mullah, di proseguire nei festeggiamenti e nelle visite tipiche di questa ricorrenza. Il sacrifico del nostro blogger dimostra che il regime dei mullah ha intrapreso una nuova strategia contro il dissenso popolare e contro i prigionieri politici rinchiusi nelle famigerate carceri del paese. Nei giorni scorsi ci sono stati altri casi del genere. Il regime dei mullah rende talmente duro le condizioni di vita del detenuto che non lascia altre scelte che togliersi la vita. Ma sicuramente nel caso di Mir sayyaf questa ipotesi può anche essere non vera. Di solito quando i detenuti vengono uccisi sotto la trotura il regime dei mullah subito dichiara la morte per suicidio e un medico legale complice dei torturatori dichiara il falso. Allora io al suicidio non ci credo e lancio un appello urgente a favore dei detenuti politici iraniani e chiedo alle istituzioni internazionali in particolare al governo italiano e al ministro degli esteri frattini di nominare un organo di controllo e di indagine per portare alla luce le cause della morte del blogger Mir Sayaff. Nella morte di questo craggioso Blogger vediamo chiaramente la mano del fondamentalsimo islamico iraniano come il vero nemico di tutta la umanità.
Le nostre profonde condoglianze alla madre e alla famiglia Mir sayyaf per la morte del loro caro figlio e altretanti auguri per l'anno nuovo sperando che la vita sacrificata di Sayaff porti ad un cambiamento totale del quadro politico iraniano e ripistini finalmente, come voleva lui, la libertà e la democrazia in Iran.karimi davood, presidente associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia
qui sotto vi riporto la notizia diffusa dal corriere della Sera


Un medico aveva denunciato il suo profondo stato di depressione
Iran: blogger muore suicida in carcere
Mir Sayafi era stato condannato a 30 mesi per insulti alla guida suprema, l'ayatollah Ali Khamenei

Mir Sayafi
TEHERAN - Il blogger iraniano Mir Sayafi, 25 anni, è morto mercoledì in prigione a Teheran, dove era detenuto dopo essere stato condannato per insulti nei confronti della guida suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei. Lo ha riferito giovedì il suo avvocato, Mohammad Ali Dadkhah.

SUICIDIO - «Non c'è ancora un rapporto ufficiale, ma i responsabili della prigione hanno dichiarato che Mir Sayafi si è suicidato», ha affermato Dadkhah, che ha chiesto «l'apertura immediata di un'inchiesta e l'autopsia per accertare le cause del decesso». L'avvocato ha aggiunto che un altro detenuto, il medico Hessam Firouzi, aveva già da tempo segnalato ai responsabili della prigione che lo stato di salute del blogger stava degenerando e che il giovane era in uno stato depressivo. Sayafi era stato condannato nel novembre scorso a 30 mesi di prigione per insulti contro Khamenei Khomeini e arrestato il 7 febbraio.

ARRESTI - Intanto gli organi d'informazione iraniani riportano di una serie di arresti, effettuati negli ultimi mesi, di persone legate a siti web. Secondo le autorità locali farebbero parte di un «complotto» sostenuto da potenze straniere contro l'Iran. Dopo la chiusura di molti giornali, in Iran i blog sono diventati la principale fonte d'informazione indipendente. Lo scorso novembre durante una visita a Teheran è stato arrestato Hossein Derakhshan, 33 anni, blogger che dal 2000 viveva a Toronto (Canada) dove aveva lanciato una serie di siti d'informazione. Dopo l'elezione del presidente Mahmud Ahmadinejad nel 2005, decine di siti internet sono stati oscurati in Iran.

 
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