lunedì 24 maggio 2010

Appello per fermare le esecuzioni in Iran: giustiziato fratello leader gruppo sunnita Jundullah

IL SILENZIO E' ASSENSO
L'Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia condanna fermamente la nuova ondata di esecuzioni dei prigionieri politici e lancia un appello doloroso al governo italiano e a tutto il mondo civile e in particolare alle istituzioni competenti in materia dei diritti umani di intervenire a favore dei prigionieri condannati a morte e accusati di essere" Mohareb"! L'unica colpa di questi giovani donne e uomini è stata quella di avere il coraggio di scendere in piazza e di protestare contro il regime dittatoriale dei mullah gridando la libertà e la democrazia. Il regime fondamentalista e terrorista dei mullah va fermato su ogni fronte compreso atomico, repressione e il terrorismo di cui recentemente siamo stati testimoni della tragica morte dei soldati italiani e americani in Afghanistan. Con l'avvicinarsi del mese giugno che ha dato vita ad una grande rivolta popolare in cui numerosi giovani tra cui Neda e molti altri sono stati uccisi, il regime di Ahmadinejad mettendo in atto questa nuova ondata di esecuzioni cerca di scoraggiare la popolazione di scendere nuovamente in piazza. Secondo noi l'assenza della voce di protesta della comunità internazionale incoraggia ulteriormente il regime di Teheran nel portare avanti i suoi progetti terroristici e repressivi.
Chiediamo ai semplici cittadini, alle organizzazioni umanitarie, alle istituzioni governative a in particolare al governo italiano di intervenire urgentemente per costringere il regime dei mullah di fermare il massacro dei giovani donne e uomini in Iran.
Davood Karimi, presidente dell'Associazione rifugiati politici iraaniani residenti in Italia



Teheran, 24 mag. - (Adnkronos/Aki) - Abdolhamid Righi, fratello del leader del gruppo armato sunnita iraniano denominato Jundullah, e' stato impiccato in Iran. Lo ha annunciato l'inviato della tv araba 'al-Jazeera'. Anche Abdolhamid era considerato un elemento di spicco del gruppo armato, attivo nella zona di confine con il Pakistan, ed e' stato giustiziato in una prigione della zona di Zahedan, a sud di Teheran.

 
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