Caso Sakineh: l’esecuzione è imminente!
Non è la prima volta che una possibile esecuzione della donna sia annunciata come imminente e poi si rivela infondata. Coincidenza vuole che oggi però il figlio di Sakineh, Sajjad abbia dichiarato pubblicamente che la madre è colpevole e ne ha chiesto l'applicazione della pena.
Si teme per la vita di Sakineh Mohammadi-Ashtiani. Si tratta della donna iraniana condannata nel 2006 alla lapidazione per adulterio e a morte per il suo coinvolgimento nell'omicidio del marito. Ricorsa in appello, nel 2007 la condanna per complicità nell’omicidio del marito è stata ridotta a dieci di reclusione, ma quella alla lapidazione è stata confermata. Nel luglio scorso però, la condanna alla lapidazione è stata sopsesa in attesa di un nuovo esame del fascicolo. Sakineh attualmente è detenuta nel carcere di Tabriz, nell'Iran nord-occidentale in attesa di esecuzione della sentenza. Per chiedere salva la vita della donna si è mobilitata l’opinione pubblica mondiale. Finora le autorità iraniane si sono destreggiate tra un altalenate annuncio e smentita di una possibile esecuzione della condanna a morte della donna. I timori però, stavolta sono più forti anche perché il regime degli Ayatollah non è nuovo ad esecuzioni a sorpresa e in segreto. Questi nuovi timori nascono dalle diverse indiscrezioni che giungono dal lontano Paese Mediorientale. Preoccupazioni avvallate anche dalla rivelazione fatta stamani da Davood Karimi, presidente associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia. Davood ha affermato di essere in possesso di un documento segretato pervenutigli oggi direttamente dall’Iran. Un documento che attesta che lo scorso 29 dicembre l'Ayatollah Ali Khamenei, Guida Suprema dell’Iran, in risposta ad una domanda della procura generale di Tabriz sul da farsi in merito al caso Sakineh, ha risposto per iscritto, con tanto di suo timbro, dando il suo 'nulla osta' per l’esecuzione della donna. Khamenei si è però, raccomandato di non rendere pubblica la notizia dell'esecuzione e consigliato il periodo festivo della prima settimana del 2011 come il più indicato. Di fatto, secondo la rivelazione di Davood l’Iran punta sull'elemento sorpresa della comunità internazionale per giustiziare la donna. Non è la prima volta che una possibile esecuzione di Sakineh sia annunciata come imminente. Un allarme finora sempre rivelatosi infondato, ma questa volta c’è una variante. Coincidenza vuole infatti, che giusto oggi il figlio di Sakineh, Sajjad Ghaderzadeh ha dichiarato pubblicamente la madre colpevole dell'omicidio del padre. Al tempo stesso però, il giovane ha chiesto che la pena stabilita per la madre, la lapidazione, venga commutata in impiccagione. L’occasione gli è stata data nel corso di una conferenza stampa a Tabriz organizzata dalle autorità giudiziarie iraniane. Un fatto questo che collegato al resto porta a pensare che le autorità iraniane si stiano preparando il terreno per agire. E’ questo infatti, il modus operandi di Teheran per bypassare le pressioni che vengono dall’esterno in merito a casi come la vicenda della donna rea confessa di adulterio e complicità nell’omicidio del marito.
Ferdinando Pelliccia