Cristiani perseguitati in tutto il mondo
Camera dei Deputati
On.le Alessandro Pagano
“Gli Approfondimenti”
E’ sempre la solita storia da duemila anni a questa parte! Il cristianesimo si conferma una religione scomoda e quindi da eliminare a tutti i costi. Già Tacito la dichiarava “perniciosa”; un decreto Senatoriale del 35 d.C., “strana ed illecita” ; Svetonio “malefica” ; Minucio, “tenebrosa e nemica della luce” ; Tacito, “detestabile”.
Per tutti questi motivi, da sempre è stata posta fuori legge e perseguitata. Solo nel XX° secolo si sono registrati 45 milioni di martiri, più di quanti ne abbiano fatti i 19 precedenti secoli messi assieme.
Oggi i maggiori persecutori dei cristiani sono gli islamici, i quali dichiarano senza timore di voler conquistare il mondo nel lungo periodo e di voler distruggere il Cristianesimo in Terra Santa e Medio Oriente nel breve periodo.
E’ un fatto talmente evidente, con migliaia di morti in tutto il mondo e con centinaia di migliaia di esuli, che chi continua a negare ciò dimostra solo di essere in mala fede.
Il perché di queste persecuzioni risiede nel fatto che la cultura cristiana è una autentica diga alle mire espansionistiche dell’Islam. Una volta eliminate le minoranze cristiane, per il fondamentalismo le porte del mondo occidentale si spalancherebbero.
I cristiani, tra l’altro, sono scomodi anche perché spesso sono gli artefici dello sviluppo culturale dei loro Paesi. Essi sono strumento vitale di modernità, ma la parte più numerosa dell’Islam è contraria a qualsiasi processo di modernizzazione.
L’Islam, statistiche alla mano, risulta rispettoso delle altre religioni quando esse sono numericamente maggioritarie, oppure quando sono forti culturalmente. Viceversa quando le altre religioni sono minoritarie, esso diventa prevaricante.
In questo momento l’Islam ha capito di avere di fronte un Occidente debole e diviso, incapace di difendere se stesso e gli altri, e coerentemente con la propria ideologia e con lo stesso Corano, rilancia sempre di più. Solo in Iraq dal 2004 ad oggi si è passati da 1 milione di cristiani a quattrocentomila. 600mila persone sono state quindi costrette ad un vero e proprio esodo verso altre nazioni.
Da qui la necessità di sostenere i cristiani perseguitati attraverso un sostegno concreto e non attraverso sterili chiacchiere.
Le reazioni dopo la strage di fine anno in Egitto sono infatti un termometro che l’epoca delle chiacchiere deve finire. Persino il Santo Padre, che all’Angelus del 2 gennaio 2011 aveva detto una ovvietà e cioè che “in atto vi è una strategia di violenza che ha di mira i cristiani”, è stato malamente strapazzato dall’ Imam del Cairo, Ahmed al-Tayeb. E dire che al-Tayeb è considerato un Imam tra i più moderati.
La cosa non è strana! Nell’Islam, come è risaputo, manca qualsiasi senso di autocritica. Magari in privato è disponibile ad ammettere qualche colpa, ma in pubblico ogni intervento è apologetico.
Giorni fa un importante giornale egiziano ha pubblicato sessanta interventi sulla strage. Tutti gli interventi hanno sostenuto che l’attentato non aveva niente a che fare con l’Islam e che semmai vi era stata la solita mano di Israele e Stati Uniti.
Nel frattempo abbiamo assistito ad un salto di qualità. Gli attacchi terroristici hanno assunto una connotazione religiosa sempre più marcata e sono giunti ad un livello di violenza sempre più efferato, al punto di puntare ad uccidere gente inerme dentro le Chiese mentre prega, cioè nel momento di maggiore debolezza, e sempre durante le feste religiose più importanti, al fine non soltanto di colpire le vite umane, ma anche di scoraggiare psicologicamente queste genti.
Nigeria, Pakistan, Iraq, Filippine, Egitto, Libano e così via… ormai la lista è impressionante. Il totale dei perseguitati raggiunge i 200 milioni di persone. Certo! Non tutte le violenze sono riconducibili al fondamentalismo islamico, ma la stragrande maggioranza dei casi sì.
Benedetto XVI nel Messaggio dell’Angelus del 2 gennaio 2011 è andato oltre. Con grande lucidità ha spiegato che il pericolo non viene solo dal fondamentalismo, ma anche dal laicismo. IL Pontefice ha ragione perché entrambi sono due forme di totalitarismo.
Infatti il fondamentalismo è una dittatura palese e aperta, perchè vuole imporre la religione con la forza della violenza. Ma anche il laicismo è una dittatura che però è subdola perché relega la religione ad una sfera privatistica (al limite credi in ciò che vuoi dicono i laicisti purché non lo si manifesti, non lo si testimoni e non lo si condivida con altri).
Ecco perché le tragedie del fondamentalismo vengono sfruttate dal laicismo, il quale sostiene altresì che tutte le religioni producono solo scontri e violenza.
Per questi motivi abbiamo sostenuto in Parlamento una mozione del PDL che poi è stata unificata a quella degli altri partiti. La Camera all’unanimità ha chiesto che il nostro Governo si impegni, attraverso pressioni diplomatiche ed economiche, affinchè nei Paesi dove i cristiani sono perseguitati, il diritto alla libertà religiosa sia e completamente garantito.
Perché è risaputo sin dalla notte dei tempi che la libertà religiosa è la madre di tutte le libertà.
Alessandro Pagano