IL PARLAMENTO EUROPEO CHIEDE LA RIMOZIONE DEL NOME DELL'ORGANIZZAZIONE DEI MOJAHEDIN DEL POPOLO IRANIANO DALLA LISTA NERA EUROPEA
-UNA NUOVA VITTORIA GIURIDICA E POLITICA DI IMPORTANZA STRATEGICA PER LA RESISTENZA IRANIANA
-NUOVA RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO CONTRO LA VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI IN IRAN
-DOPO QUESTA RISOLUZIONE E LA SENTENZA DELLA CORTE LONDINESE NON ESISTONO PIU' SCUSE PER TRATTENERE IL NOME DELLA RESISTENZA IRANIANA NELLA LISTA NERA EUROPEA
-E' ARRIVATO IL MOMENTO IN CUI RIMUOVERE IMMEDIATAMENTE IL NOME DEI MOJAHEDIN DEL POPOLO E INSERIRE IL NOME DELL'INTERO REGIME NELLA LISTA DEI TERRORISTI
-GRANDE SODISFAZIONE TRA GLI IRANIANI DISSIDENTI
UN CALOROSO AUGURIO E UN FORTE ABBRACCIO AI GIURISTI EUROPEI E AMERICANI CHE HANNO DIFESO IL GLORIOSO NOME DELLA RESISTENZA IRANIANA IN TUTTE LE SEDI GIURIDICHE E POLITICHE
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L'Iran collabori sul nucleare e garantisca i diritti umani
L'Iran deve sospendere l'arricchimento di uranio e riprendere i negoziati per una soluzione a lungo termine della questione nucleare.
Senza progressi in questi campi, ammonisce il Parlamento, niente accordo di cooperazione con l'UE.
Con 561 voti favorevoli, 52 contrari e 44 astensioni, il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione sostenuta da PPE/DE, PSE, ALDE e UEN sulle questioni relative alle attività nucleari e ai diritti umani in Iran.
Nucleare: negoziati, no azioni militari
Il Parlamento ribadisce che i rischi di proliferazione relativi al programma nucleare iraniano «continuano a rappresentare una fonte di grave preoccupazione per l'UE e la comunità internazionale» e si rammarica del fatto che l'Iran tuttora non rispetti i suoi obblighi internazionali concernenti la sospensione di tutte le attività connesse all'arricchimento e al ritrattamento. Esprime quindi il proprio appoggio all'iniziativa UE per trovare una soluzione negoziale di lungo termine e lancia nuovamente un appello all'Iran affinché ripristini la trasparenza del suo programma nucleare fornendo risposte «complete, chiare e credibili» all'AIEA.
Per i deputati, una soluzione all'attuale escalation sul tema nucleare «è possibile» e «non bisogna prendere in considerazione nessuna azione militare». Nell'appoggiare gli sforzi di Mohamed ElBaradei, Direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA), invitano quindi l'amministrazione USA e tutti gli altri attori coinvolti «a rinunciare a qualsiasi retorica sulle opzioni militari e su politiche che prevedano un cambiamento di regime contro l'Iran». Inoltre, ricordando che secondo la National Intelligence (NIE) statunitense l'Iran ha interrotto nel 2003 il proprio programma di armi nucleari, confermano la correttezza della politica UE «volta a convincere diplomaticamente l'Iran a aderire alla richiesta di abbandonare il potenziale nesso militare del programma civile in modo credibile e controllabile».Il Parlamento sollecita pertanto l'Iran ad avviare senza indugio un nuovo round di negoziati sul futuro orientamento del proprio programma nucleare e a sospendere tutte le attività relative all'arricchimento. Invita inoltre gli USA, a seguito del loro successo diplomatico nei negoziati con la Corea del Nord, a partecipare direttamente ai negoziati condotti in un quadro multilaterale gestito dall'AIEA. L'obiettivo deve essere di raggiungere un accordo globale con l'Iran - in cooperazione con USA, Russia, Cina e paesi non allineati - sulle sue strutture nucleari e su un loro uso che tenga conto delle preoccupazioni di sicurezza dell'Iran. L'accordo dovrebbe inoltre contribuire a definire un sistema di sicurezza regionale «sostenibile» che includa l'India, il Pakistan e altre potenze nucleari. Più in generale, i deputati chiedono «passi credibili verso un disarmo nucleare multilaterale» grazie ad un rafforzamento del Trattato di non proliferazione.
Stop alle esecuzioni, alla repressione e alla discriminazione delle minoranze
Il Parlamento esprime la propria «profonda preoccupazione» circa il deterioramento della situazione dei diritti umani in Iran nel corso degli ultimi anni, «specialmente dalle elezioni presidenziali del giugno 2005». Chiede quindi alle autorità iraniane di onorare i loro obblighi internazionali in materia, garantendo a tutte le persone il diritto di esercitare i propri diritti civili e le libertà politiche.
Più in particolare, il Parlamento condanna fermamente le sentenze capitali e le esecuzioni in Iran, in particolare quelle eseguite contro minorenni e sollecita le autorità iraniane a rispettare le garanzie normative riconosciute a livello internazionale per i minori, quali la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo. Invita inoltre l'Iran ad applicare la risoluzione adottata recentemente in sede ONU sulla moratoria a tutte le esecuzioni.
I deputati esortano poi le autorità iraniane ad eliminare, de jure e de facto, tutte le forme di tortura e le altre forme di trattamento e di pene crudeli, disumane e degradanti (tra cui la fustigazione e l'amputazione), a rispettare il diritto a un giusto processo e a cessare l'impunità per le violazioni dei diritti umani. Chiedono inoltre alle autorità iraniane di modificare con urgenza il codice penale «per trasformare la moratoria sulla lapidazione in un divieto definitivo».
Inoltre, profondamente preoccupato «dall'aumento drammatico» della repressione dei movimenti della società civile in Iran nel corso degli ultimi anni, il Parlamento condanna la repressione contro gli oppositori politici, gli attivisti per i diritti umani (come i promotori della campagna "Un milione di firme" contro la discriminazione delle donne), i giornalisti, i blogger, gli insegnanti, gli intellettuali, le donne, gli studenti e i sindacalisti. Deplora inoltre profondamente le recenti esecuzioni di attivisti politici, l'ultima delle quali è avvenuta durante la notte ai danni di Zamal Bawi. Sollecita quindi le autorità iraniane «a porre fine alle molestie, alle intimidazioni e alla persecuzione» ed a «liberare incondizionatamente tutti i prigionieri politici», compresi due giornalisti curdi condannati a morte. Nell'esprimere poi il proprio sostegno a tutte le forze politiche democratiche e della società civile, si attende dalle autorità iraniane che le prossime elezioni siano «libere e giuste».
Condanna inoltre «fermamente» l'attuale mancato rispetto dei diritti delle minoranze e chiede che queste possano esercitare tutti i diritti sanciti dalla Costituzione iraniana e dal Diritto internazionale. Sollecita quindi le autorità iraniane, a eliminare, de jure e de facto, tutte le forme di discriminazione contro le persone che appartengono a minoranze religiose, etniche, linguistiche o di altro genere, compresi gli arabi, gli azeri, i curdi, i baha'i, i cristiani, gli ebrei, i musulmani sufi e sunniti.
Senza progressi, niente accordo di cooperazione con l'UE Il Parlamento sottolinea che la possibile futura conclusione di un accordo di cooperazione e commercio tra l'UE e Iran «dipende dal miglioramento sostanziale della situazione dei diritti umani in Iran, dalla piena cooperazione dell'Iran con l'AIEA e dalla garanzia obiettiva fornita dall'Iran in merito alla natura pacifica del proprio programma nucleare».
Infine, nel prendere atto della decisione del Tribunale europeo di primo grado (in merito alla rimozione dell'Organizzazione dei Mujahidin del Popolo Iraniano, OMPI, dall'elenco delle organizzazioni terroristiche, ndr), invita la Commissione a istituire una delegazione in Iran al fine di promuovere il dialogo con le autorità e la società civile e di intensificare i colloqui riguardanti, in particolare, l'aiuto ai rifugiati e la lotta contro il traffico di stupefacenti.