NUOVA IMPICCAGIONE PER UN MINORENNE
Nella foto Soheila Ghadiri, impiccata stamattina nel carcere di Evin
Nella foto il minorenne Safar Angooti di cui l'impiccagione è stato rimandato fra un mese grazie alla mobilitazione interna ed internazionale a su favore
DOPO LE ESECUZIONI DI Behnoud Shojaee E Delara Darabi
Iran, ventenne condannato a morte
Sarà impiccato mercoledì per l'omicidio di un rivale in amore durante una rissa in strada: allora aveva 17 anni
Safar Angooti
MILANO - Meno di una settimana dopo l’esecuzione di Behnoud Shojaee, è prevista mercoledi 21 ottobre a Teheran l’impiccagione di un altro ragazzo iraniano, Safar Angooti, 20 anni, anche lui condannato a morte per un crimine commesso quando era minorenne. Lo ha annunciato il suo avvocato Mohammad Mostafaei, che aveva difeso anche Behnoud Shojaee e Delara Darabi (la pittrice impiccata lo scorso maggio), come pure molti altri minorenni che si trovano nel braccio della morte in Iran.
L'OMICIDIO A 17 ANNI - È una violazione della Convenzione Onu dei diritti dell’infanzia, di cui l’Iran è firmatario, che proibisce di infliggere la pena di morte per crimini commessi prima dei 18 anni. L’Iran punisce però come adulti i bambini a partire dai 15 anni e le bambine dai 9 anni. Angooti è stato condannato a morte per l’omicidio di un rivale in amore, un ragazzo di nome Mehdi Rezaee, durante una rissa in strada all’età di 17 anni. Secondo il quotidiano iraniano Etemad, Safar vide Mehdi che parlava con una ragazza che piaceva anche a lui. Mehdi era in moto e si sarebbe diretto verso Safar, il quale avrebbe tirato fuori un coltello puntandolo contro il rivale. Safar ha ammesso di aver ucciso Mehdi nella rissa, ma non intenzionalmente. È stato condannato a morte. Doveva essere impiccato lo scorso 6 maggio ma, grazie agli sforzi del suo avvocato e all’attenzione internazionale sul caso, l’esecuzione era stata rimandata (per la seconda volta). È stato trasferito dalla prigione di Rajaee Sahhr (a ovest di Teheran) a Evin, dove si trova in cella di isolamento in attesa dell’esecuzione mercoledi mattina.
Soheila
GLI ALTRI CONDANNATI - È prevista nello stesso giorno anche l’impiccagione di altre cinque persone, quattro uomini e una donna. Lo afferma l’agenzia iraniana Isca. La donna di 30 anni si chiamerebbe Soheila e sarebbe stata condannata tre anni fa per l’omicidio del figlio neonato. In sua difesa, Soheila avrebbe detto: «Sono fuggita di casa e a 16 anni mi sono sposata con il ragazzo che amavo. È morto in un incidente e ho cominciato a prostituirmi e ad assumere stupefacenti, diventandone dipendente. Quando il mio bambino è nato, l’ho ucciso perché non volevo che subisse il mio stesso destino».
PRESSIONI INTERNAZIONALI - «È bene che le Nazioni Unite e l’Unione Europea condannino le esecuzioni dei minori, ma questo non influenza le azioni del regime iraniano – afferma l’associazione per i diritti umani Iran Human Rights -. La comunità internazionale deve esercitare una pressione sostenuta sul regime iraniano, se vuole salvare i 130 minorenni che attualmente si trovano nel braccio della morte».
Viviana Mazza
20 ottobre 2009