martedì 23 settembre 2008

Ahmadinejad? Assolto da Abraham Yehoshua. Berlusconi? “maleducato”


Ho trovato un interessante articolo sulle pagine web dell'Opinione.it a proposito dell'intervista dello scrittore israeliano con la Stampa di Torino. Condivido le preoccupazioni e le osservazioni del collega Modignani quando dice che Yehoshua "non capisce niente di politica". Appunto questa è la linea del governo iraniano di pubblicare più possibile le opinioni di coloro che hanno una fama mondiale e allo stesso tempo sono anche degli "ignoranti politici". Attraverso questo canale mediatico il regime dei mullah e in particolare i suoi servizi segreti riescono a mobilitare molta gente che è totalmente allo scuro degli obiettivi del regime e involontariamente diventano " i soldati senza paga di Dio Khomeini". Secondo me è molto grave l'azione di questi intellettuali che pur finire sui giornali siapprestano per pochi spiccioli o addirittura per nulla. E' il mio dovere sottolineare questo lato della questione. Perchè li conosco e conosco anche coloro che si prestano e si vendono volontariamente e coscientemente a questo sporco gioco dei mullah. Dopo ogni apparizione di tali interviste, i mass media del regime riservano un grande spazio a queste osservazioni spacciandole per "l'opposizione al Sionismo" dirottando l'attenzione del pubblico verso altre questioni scaricando la responsabilità della guerra di domani sulle spalle degli israeliani. Chiudendo la mia breve osservazione chiedo a coloro che conoscono il grande scrittore israeliano Yehoshua di informarlo degli maligni intenzioni iraniane e di stare più attento a dire alcune cose che possono essere usate dal regime terroristico di Ahmadienjad contro il popolo ebraico e israeliano. Iran ogni anno spende milioni e milioni di dollari per finanziare il terrorismo dinamitardio e mediatico: a pari passo porta avanti entrambi, usando i terroristi fanatici di varie nazionalità, la sua politica di interferenza negli affari interni dei paesi islamici e non( vedi l'Iraq e Afghanistan), e allo stesso tempo sfrutta pienamente i suoi canali esistenti nei mass media per diffondere la sua politica propagandistica.
A voi l'articolo paubblicato dal Opinione.it di Modignani
I miei complimenti a Alessandro Litta Modignani
Karimi Davood, analista politico e conoscitore del fondamentalismo islamico iraniano




Iran, per chi non suona la campana di allarme

di Alessandro Litta Modignani

Opinione.it
In un mondo alla rovescia, lo scrittore Abraham Yehoshua dichiara a La Stampa che l’Iran non è un pericolo per Israele. In un mondo alla rovescia, è il regime iraniano, che minaccia di “cancellare l’entità sionista”, a rimproveranza una “mancanza di stile” a Silvio Berlusconi. Perché ha paragonato indirettamente il presidente di Teheran a Hitler. E lo stesso Ahmadinejad, oratore all’Onu, parla dello sviluppo dei popoli. Abraham Yehoshua è sicuramente un grande scrittore, ma di politica capisce assai poco. Nell’intervista pubblicata ieri sul quotidiano La Stampa, lo scrittore israeliano non solo mostra di sottovalutare la minaccia iraniana, ma sembra anche voler preventivamente rimproverare a Israele alcune scelte che lo Stato ebraico potrebbe essere costretto a compiere, suo malgrado, nel prossimo futuro. Il titolo stesso del pezzo (“Teheran non è un pericolo per Israele”) è tutto un programma. “Ahmadinejad non è Hitler, perché non ha altrettanto potere ed è consapevole che Israele può distruggere l’Iran”. Forse Yehoshua non conosce quanta irrazionalità vi fosse nel nazismo e in Hitler? E quanta ve ne sia oggi nel fondamentalismo islamico? Egli dimostra di non aver riflettuto abbastanza sulla natura intrinsecamente folle del fanatismo religioso, del quale i kamikaze rappresentano solo il tragico epifenomeno. Sulla base di questo argomento, non sarebbe mai potuta scoppiare la II Guerra Mondiale, un’autentica apoteosi di irrazionalità anche sul piano militare.

L’Iran, sostiene Yehoshua, rappresenta una minaccia assai più per i paesi del Golfo che per Israele. Ma questo non significa nulla: una minaccia non esclude l’altra, anzi la rafforza. E’ vero, l’Iran punta all’atomica, ammette ancora lo scrittore, ma perché teme un’aggressione americana come quella all’Iraq. Sulla base di questa giustificazione, tutti i paesi del mondo dovrebbero possedere l’atomica, poiché “minacciati” dai soli 8 che attualmente ne dispongono. E la Corea del Nord, allora? E La Corea del Sud, di conseguenza? E tutti gli altri, perché no? Yehoshua definisce “inaccettabile” il modo in cui Ahmadinejad parla di Israele, ma ritiene che sia l’Occidente a doversi fare carico del problema. “L’Iran non è affar nostro”, arriva a dire: parole degne di uno sprovveduto. Un attacco trasformerebbe l’Iran da nemico “passivo” (quale sarebbe ora) ad attivo, pertanto gli israeliani non devono fare la guerra, “soprattutto non per primi”, ammonisce il letterato pacifista. Ma se l’Iran avrà la bomba, solo chi attacca per primo avrà speranza di sopravvivere. Nell’analisi di Yehoshua, Israele deve continuare a mantenere la calma ai suoi confini. Il pensiero che Iran, Hezbollah e Hamas attaccheranno al momento opportuno, neppure lo sfiora. “Non dobbiamo buttare benzina sul fuoco... Non è nostro dovere attaccare l’Iran” è la conclusione. Il fatto che la minaccia iraniana non sia ancora pronta, caro professore, non significa che non sia reale. Al contrario, significa che quando sarà pronta, sarà troppo tardi. Forse un attacco preventivo non sarà il “dovere” di Israele, come dice Yehoshua, ma certo è un suo diritto. Nel frattempo, per avere implicitamente paragonato Ahmadinejad a Hitler, una nota diplomatica iraniana accusa Silvio Berlusconi di “atteggiamento non equilibrato e al di fuori delle regole protocollari per un capo di governo europeo”. Senti chi parla. Per un capo di governo iraniano, evidentemente, queste stesse regole non valgono. Ieri notte “Hitler” parlava all’Onu. Chissà che lezione di stile.

 
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