UN'ALTRA PROVA DI INTERFERENZA TERRORISTICA DEL REGIME DEI MULLAH NEI PAESI ISLAMICI
FONTE:
Il no di Sanaa e le accuse ai media iraniani per la copertura del conflitto
Il governo yemenita ha respinto l'offerta di tregua avanzata dai ribelli sciiti che operano nel nord del paese.
"Annunciamo una iniziativa per fermare la guerra in modo che le strade vengano riaperte, si concluda la mobilitazione armata e si ritorni alla situazione precedente", si leggeva nella dichiarazione rilasciata dal capo dei ribelli, Abdel-Malik al-Houthi.
Il governo, che il mese scorso aveva a sua volta chiesto un cessate-il-fuoco, ha respinto l'offerta: "Nella loro proposta non c'è nulla di nuovo", recita un'informativa rilascata all'agenzia di stampa da un ufficiale dell'esercito
Per l'esecutivo di Sanaa, i ribelli offrono troppo poco: per raggiungere qualche risultato gli uomini di al Houti dovrebbero riaprire le strade, rimuovere le mine, lasciare gli edifici amministrativi, scendere dai rifugi nelle montagne, consegnare le apparecchiature rubate, rilasciare gli ostaggi e interrompere tutte le forme di interferenza nelle amministrazioni locali.
I ribelli della setta sciita Zaydi chiedono una maggiore autonomia e l'istituzione di scuole Zaydi nella loro zona. Si oppongono alla crescente influenza del fondamentalismo musulmano sunnita di ispirazione saudita e sostengono di difendere i loro villaggi contro l'oppressione del governo.
Il governo sostiene invece che l'obiettivo dei ribelli è il ripristino dello stato sciita rovesciato nel 1960 e punta il dito contro l'Iran e i media della Repubblica islamica per la squilibrata copertura mediatica che fanno del conflitto in corso nel paese. Ieri l'ambasciatore iraniano è stato convocato per la presentazione di una formale protesta.