giovedì 20 dicembre 2007

PARTITO DELLA MORATORIA SULLA PENA DI MORTE


A nome della mia associazione e della comunità dei rifugiati politici porgo i nostri migliori auguri per le prossime festività a tutti coloro che hanno lavorato e insistito faticosamente e coraggiosamente purché la moratoria venga presentata all'Assemblea dell'ONU per la sua approvazione definitiva. Qui non vorrei portare i nomi, anche perché si allungherebbe di molto questo breve testo di ringraziamento. Ma non posso non ringraziare il presidente Giorgio Napolitano che sicuramente è stato una delle persone che ha incoraggiato il governo italiano ad andare avanti in questa direzione.
grazie Presidente Napolitano.
Colgo occasione per fare anche i nostri migliori auguri al popolo italiano per le prossime festività.
Spero che anno venturo porti tanta pace e tanta serenità per voi e per tutto il mondo.
Dicevo che la moratoria, presentata dal governo italiano, nonostante ottimi rapporti diplomat-economici con il primo paese del mondo nel numero delle esecuzioni(compreso donne, minorenni, invalidi), che detiene il guinness della violenza e del terrore contro la popolazione iraniana, per noi ha un significato e importanza molto particolare. Perché con questa moratoria, approvata già dalla grande maggioranza dei membri delle Nazioni Unite, il popolo iraniano testimonia che è stato sparato un primo colpo alla macchina della repressione del regime dei mullah. Sì, uso la parola "sparato". Mi spiego meglio. Nel regime dei mullah, la pena di morte ha una grande valenza strategica. E' un provvedimento deterrente. Ma non contro il crimine, bensì contro la popolazione finalizzato a scoraggiarla di scendere in piazza e scandire slogan contro il regime e spazzare l'intero apparato governativo dei mullah nella pattumiera della storia. Finora i mullah hanno usato per ben 120000 il plotone di esecuzione contro le ragazze e i ragazzi iraniani. Ecco perché quasi tutti i giorni siamo testimoni di vari impiccagioni pubbliche nelle piazze iraniane. Perfino l'impiccagione di una donna avvenuta nella città di Tabriz. Alcune fonti di informazione hanno rivelato che la "donna impiccata era incinta". Ecco perché sostengo che questa moratoria mira in primo piano a colpire la macchina della repressione dei mullah. E' un primo mattone posato sulla coscienza dell'umanità. Sicuramente questo palazzo crescerà con il crescere della consapevolezza che la pena di morte, ormai è un mezzo di repressione, usato prevalentemente nei paesi dispotici ai fini repressivi come nel caso dell'Iran.
Il popolo iraniano, con questo provvedimento non si sente più sola e abbandonata e vede con i suoi occhi che ancora è viva la coscienza collettiva e la solidarietà del mondo civile che desidera vedere un giorno un Iran libero e democratico e laico.
Concludo e propongo la formazione di un comitato oppure un partito contro la pena di morte per seguire l'andamento di questo provvedimento dell'Onu. sarebbe un atto dovuto e intelligente verso coloro che rischiano tutti i giorni di finire tra il cappio di plastica appeso alle Gru.
Non basta festeggiare e gioire la sua approvazione da parte dell'Assemblea generale dell'ONU. E' più importante seguire questo neonato e portarlo avanti finché cresca sano e salvo. Altrimenti questo fanciullo finirà nelle mani sbagliate e diventerà un mezzo obsoleto e controproducente. Esattamente quello che desiderano i regime dispotici e dittatoriali.
Grazie l'Italia
karimi davood, presidente Associazione Rifugiati Politici Iraniani in Italia(Arpi)

 
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