venerdì 7 dicembre 2007

IRAN ESPELLE AMBASCIATORE CANADESE DALL'IRAN

La Stampa.it
Canada contro Iran, è guerra degli ambasciatori


Ottawa rifiuta la candidatura di diplomatici coinvolti nell’attacco all’ambasciata Usa del 1979, Teheran risponde espellendo l’ambasciatore canadese
Nuova fase di stallo per i già difficili rapporti fra Iran e Canada. A far scendere il gelo fra i due paesi è l’apparentemente impossibile scambio di rappresentanze diplomatiche. Il ministro degli esteri canadese Maxime Bernier ha annunciato oggi l’espulsione dall’Iran di John Mundy, ambasciatore canadese a Teheran: una mossa “completamente ingiustificata”, afferma Bernier, e che si presenta come un gesto di ripicca da parte del governo iraniano. Nei giorni scorsi Ottawa ha infatti rifiutato la candidatura di due diplomatici iraniani che, in qualità di militanti della rivoluzione islamica di Khomeini, potrebbero essere coinvolti nel sequestro di 52 americani, durante l’attacco all’ambasciata Usa a Teheran del 1979. “Ciò che il ministro canadese per gli affari esteri ha fatto non si accorda con l’abituale orientamento seguito nella nomina degli ambasciatori”, aveva sottolineato - subito dopo la decisione del Canada - il portavoce del ministero degli esteri iraniano Muhammad-Ali Hosseini, condannando l’“approccio unilaterale alla questione”. Quanto all’espulsione di Mundy, Teheran si difende affermando di non aver ancora ricevuto le credenziali necessarie ad avallare l’impegno del diplomatico canadese in Iran. La crisi diplomatica si innesta su una situazione di tensione latente: sul rapporto fra i due paesi grava infatti la morte di Zahara Kazemi, giornalista canadese di origine iraniana, uccisa nel 2003 dalle percosse ricevute durante la detenzione in un carcere di Teheran. Da allora, il Canada non ha mai mancato di mettere in luce di fronte alle Nazioni Unite lo scarso rispetto dei diritti umani di cui l’Iran si sarebbe reso colpevole in quella e in altre occasioni. La crisi ora potrebbe influire negativamente proprio sul caso Kazemi: Teheran aveva infatti annunciato di recente la volontà di riaprire le indagini sulla morte della giornalista.

 
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