ANSA: 4 ESECUZIONI A TEHERAN IL GIORNO DOPO LA MORATORIA
IRAN RISPONDE ALLA MORATORIA SULLA PENA DI MORTE, APPROVATA A LARGA MAGGIORANZA DALL'ASSEMBLEA GENERALE DELL'ONU
L'IRAN, IL PRIMO PAESE, CHE IL GIORNO DOPO LA MORATORIA HA IMPICCATO 4 PERSONE
RAHELE, LA DONNA CONDANNATA A MORTE, PER AVER UCCISO IL MARITO, NON E ' STATA IMPICCATA
I suoi avvocati sono riusciti a strappare un breve intervallo, per convincere i familiari del marito a perdonarla
All'alba di oggi, nel famigerato carcere di Evin di Teheran, sono stati consegnati al boia 7 uomini e una donna di nome Zahra, condannata a morte per aver ucciso il marito.
Alcuni giorni fa ho avuto una telefonata molto triste da Teheran che mi annunciava l'imminente esecuzione di una donna di nome Rahele, madre di due figli di appena 3 e 5 anni. Rahele era condannata a morte per aver ucciso il marito, colto in fragranza del reato. Un giorno Rahele tornando a casa trova il marito con un'altra donna. Nel litigio che segue questo evento il marito disse a Rahele che" dopo due figli partoriti non mi trasmetti più l'emozione e il godimento." In quel giorno, Rahele colpisce con un'asta di ferro il marito che perde la vita all'istante. La famiglia del marito, pur essendo i parenti della donna hanno chiesto l'applicazione della legge del taglione e l'hanno ottenuto. Alcuni giorni fa Rahele ha scritto una lettera ai suoi ex suoceri chiedendo il loro perdono per amore dei loro nipoti. Diceva nella sua missiva che" è dal giorno dell'arresto che non vede più i suoi figli e di non renderli due volte orfani. Prima con il padre e dopo con la madre". Le associazioni umanitarie che lavorano in favore delle donne condannate a morte hanno messo in moto una grande campagna a favore di Lei e dell'altra donna identificata con il nome di Zahra. Anche ella madre di due figli. Tra le attiviste che ha faticosamente lavorato per ottenere il perdono della famiglia si nota la famosa giornalista iraniana di nome Asieh Amini che sta mattina ha dato nel suo blog questa bella notizia che " Rahele non è stata impiccata. I suoi avvocati sono riusciti ad ottenere un intervallo per chiedere il perdono della famiglia del marito". Ma per gli altri detenuti condannati a morte, complessivamente 7 uomini e una donna, nulla è stata possibile da fare. Probabilmente sono stati consegnati al boia.
Chiedo a tutti coloro che hanno gioito per la moratoria approvata, a larga maggioranza, dall'Assemblea Generale dell'ONU di non fermarsi e di attivarsi presso il governo italiano, forte di questa grande vittoria, le istituzioni umanitarie, per chiedere di risparmiare la vita di Rahele.
Il caso di Kobra Rahmanpour, di cui la pena di morte è stata sospesa grazie alla campagna di Zapping, condotto dal Dott. Aldo Forbice ci ha insegnato che quando le voci si alzano i dittatori si ritirano. Aldo Forbice, che secondo me merita di essere chiamato amorevolmente la " mamma della moratoria", perchè l'idea è stato partorito piano piano dalle sue idee e dalle sue coraggiose campagne umanitarie in favore delle donne condannate a morte. Secondo me Aldo ha seminato con la pazienza e col coraggio, nella società italiana la consapevolezza che la pena di morte non è un deterrente ma uno strumento di repressione nelle mani dei tiranni e di conseguenza va abolita.
Concludo e esprimo la grande soddisfazione della comunità iraniana residente in Italia per l'approvazione della moratoria sulla pena di morte e ringrazio in prima piano il dott. Aldo Forbice e gli amici del partito radicale che hanno infaticabilmente lavorato per la sua approvazione. La resistenza iraniana ha sempre sostenuto che la pena di morte è una delle più importanti colonne portanti del regime dei mullah. Di conseguenza l'approvazione della moratoria stessa va letto in questo contesto. Con la sua approvazione è stata colpita la colonna vertebrale del regime fascista religioso iraniano.
Credo che il Quirinale e in prima persona il nostro presidente della repubblica Giorgio Napolitano devono prenderne atto di questa vittoria e di organizzare una grande festa per ringraziare le persone che in prima fila hanno portato avanti una campagna che inizialmente sembrava " una folle idea" e che invece si è rivelata una grande e enorme vittoria per tutta la umanità. E' da non trascurare questo lato della questione.
E' un primo passo ma come ho già scritto, è stato un necessario mattone da posare sulla coscienza dell'umanità e su cui posare uno dopo l'altro altri mattoni fino ad arrivare alla totale abolizione della disumana pena di morte.
Un caloroso auguri e ringraziamento ad Aldo Forbice, a Sergio D'Elia, a Marco Pannella e al ministro Emma Bonino.
Nella foto: Aldo Forbice con la foto di Kobra Rahmanpour, di fronte all'ambasciata iraniana, durante la seconda fiaccolata organizzata ad ottobre scorso.