lunedì 24 dicembre 2007

Iran smetterà di usare la violenza in Iraq? Un analisi approfondita




Didascalia l'impiccagione pubblica di un nipote e uno zio a Teheran: una domanda. Un regime che alle 9 e 50 minuti del mattino di un giorno qualsiasi agisce così barbaramente contro i giovani del suo paese, come si comporterà una volta che ha issato la bandiera dell'impero islamico sulla terra di Gerusalemme oppure di Washington? La risposta nell'articolo.





IRAQ: USA, IRAN HA RIDOTTO SOSTEGNO A MILIZIE SCIITI
(AGI) - Washington, 23 dic. - Gli Stati Uniti riconoscono per la prima volta che l'Iran sta giocando un ruolo decisivo per ridurre le violenze interconfessionali tra sciiti e sunniti in Iraq. L'ambasciatore a Baghdad Ryan Crocker ......






Commento: mi pare che ambasciatore americano sa benissimo che una prospettiva di pace e di sicurezza passa per l'amputazione totale di tutti gli organi iraniani infiltrartisi in Iraq. Ma allora perché queste dichiarazioni? Attribuire al regime dei mullah la creazione di una situazione relativamente calma e meno violenta è un errore strategico politico e militare. Il regime dei mullah ha di recente dichiarato tondo e rotondo che cosa aspetta da un eventuale negoziato con gli Stati Uniti d'America: annientamento totale fisico e politico dell'Organizzazione dei Mojahedin del Popolo Iraniano dislocato con i suoi 4 mila membri nel campo di Ashraf in Iraq, provincia di Diali: possibilmente attraverso la gru, in pubblico e l'ultimo mercoledì del mese, come si fa a Teheran. Ancora meglio se applicati contro ciascun membro 1000 frustate, in modo che nessuno osi più di ribellarsi al regime fascista religioso dei mullah. Ammesso che l'America voglia esaudire tale "sogno" dei mulla. Come la storia recente della guerra ha dimostrato, il giorno dopo si riprenderanno gli attacchi kamikaze con dei ritmi ancora Più micidiali su tutto il territorio iracheno in particolare contro gli stessi soldati americani. Se l'ambasciatore americano non ha capito questo concetto bisogna mandarlo a scuola per conoscere meglio politicamente e moralmente i mullah iraniani: la resistenza iraniana ha sempre ribadito che per "lottare contro i mullah iraniani non è sufficiente solamene la conoscenza e la preparazione militare. Ci vuole anche e in primo piano una profonda conoscenza morale e comportamentale dei mullah." In primo luogo nello stesso tempo che promettono una cosa, agiscono contemporaneamente contro esso. Durante la guerra contro Saddam Hossein, gli iraniani hanno promesso alle forze di coalizione di non intromettersi negli affari interni iracheni in cambio dell'eliminazione fisica dei Mojahedin del Popolo da parte delle forze alleate. Le forze di coalizione ha mantenuto la promessa: due settimane di intensi bombardamenti contro tutte le basi della resistenza iraniana con piu 60 morti e 200 feriti. Ma il regime dei mullah ha mantenuto la promessa? Sì. Ma la sua promessa: eliminare fisicamente uno per uno i soldati americani e far diventare il territoro iracheno una tomba e una palude e un fallimento per l'amministrazione Bush. esattamente comme avvenne con il Vietnam. Finora ha mantenuto egregiamente la sua promessa: i numeri dei morti, sia americani che civili iracheni parlano molto chiaro.
E la resistenza iraniana? Sempre con tanta fermezza e coraggio è ormai diventato una diga di fronte all'espansione del fondamentalismo islamico. Il popolo iracheno ne è la prova. Attorno alla base di Ashraf, simbolo della resistenza al fascismo religioso iraniano, si è aggregato piano piano tutta la popolazione irachena, convinti che in questo momento l'unico pericolo reale alla sicurezza nazionale proviene da parte iraniana e dai suoi sicari e agenti che oramai, grazie alla negligenza americana hanno conquistato gratuitamente il potere politico e militare in Iraq. Ormai non c'è un giorno che non venga fuori una manifestazione di solidarietà, un adesione politica oppure una testimonianza di affetto, in particolare da parte di tutte le formazioni politiche, sciiti, sunniti, curdi, cattolici ma specialmente da parte delle donne irachene verso la resistenza iraniana: Hanno unanimemente sostenuto e qualcuno pagato con il proprio sangue che "La vittoria per la sicurezza, per la democrazia e per per la serenità dell'Iraq non passa attraverso la politica di accondiscendenza verso gli iraniani bensì, passa, attraverso, in primo piano, la formazione di una forte e leale alleanza con la resistenza iraniana e in secondo piano attraverso il rovesciamento totale del regime dei mullah con le mani della stessa popolazione, senza interventi esterni di natura militare e politica."
Contro la morsa velenosa e micidiale dei mullah iraniani serve il siero marcato" Ashraf". Qualsiasi altro siero accelererà solamente l'arrivo della morte.
Nonostante la scoperta quotidiana di migliaia di casi di kamikazze e di auto bombe "made in Iran", se c'è ancora qualcuno che spera in clemenza dei mullah mi pare che non ha capito proprio nulla e nulla.
Un esempio:all'inizio degli anni ottanta, Ayatolah Gilani, giudice religioso dei mullah, ha personalmente rilasciato la sentenza di morte per i propri due figli. Addirittura si dice che ad entrambi sia stato lui stesso a sparare il primo colpo.
Mi rivolgo all'ambasciatore e faccio i miei migliori auguri. Mi auguro che le sue dichiarazioni abbiano un altro fine.
Rafsanjani, in una dichiarazione aveva sostenuto che la" sopravvivenza della repubblica islamica si garantisce sul teatro di guerra irachena"," l'esplosione di ogni autobomba allunga di un mese la vita della repubblica islamica".
In conclusione non posso che non fare i miei migliori auguri per il natale ed anno nuovo ai combattenti della resistenza iraniana che tenacemente lavorano e lottano per dimostrare un solo fatto: finché esiste questo regime esisterà la violenza e la guerra e il terrorismo: L'unico rimedio a tutto ciò è lasciare libera la resistenza iraniana per agire e cambiare la situazione iraniana. La nuova sentenza del tribunale del riesame londinese è la meritatissima risposta a tutti coloro che preferiscono la violenza dei mullah alla pace e serenità in medioriente. Il tribunale londinese ha sostenuto che è ingiusto l'inserimento del nome della resistenza iraniana nella lista delle organizzazioni proibite e ha ordinato al governo inglese di rimuoverla immediatamente.
Grazie alla giustizia inglese. E' per la seconda volta che i giudici inglesi danno la ragione al popolo iraniano: la prima volta al tempo di Mossadegh, per la nazionalizzazione del petrolio iraniano e la seconda volta oggi.
Auguri e buon Natale a tutti, in particolare ai soldati americani che spesso e volentieri diventano doppia vittima: prima volta del terrorismo e seconda volta della politica di certi politici del loro paese.
karimi davood

 
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