martedì 11 dicembre 2007

UNA BUONA NOTIZIA DALL'IRAQ


Dopo la caduta dell'ex presidente iracheno, Saddam Hossein, il regime dei mullah si è infiltrata in massa in tutte le istituzioni e organi governativi iracheni dettando le sue direttive al governo di Maleki. Non bisogna trascurare il fatto che tutte le organizzazioni e gruppi che al tempo di Saddam Hossein si trovavano in Iran e sotto la diretta sorveglianza e ordinanza dei mullah iraniani adesso si trovano in tutti i settori governativi. Dalla A alla Z. In poche parole il governo attuale iracheno in qualche modo risponde solamente alle esigenze iraniane: coperture alle organizzazioni terroristiche, ai gruppi di fuoco, ai criminali che sgozzano le persone e gli oppositori, ai contrabbandieri di droga e di denaro per pagare lo stipendio dei suoi sicari in Iraq. Tempo fa il settimanale Panorama ha pubblicato un articolo firmato da Aldo Forbice su 32 mila uomini e agenti iracheno al soldo degli iraniani che si trovano al Parlamento, alla Polizia, al Governo nazionale e locali ecc.
In poche parole l'Iraq è stato regalato senza ricompensa al regime dei mullah.
Ma la buona notizia: recentemente siamo testimoni di una vasta mobilitazione delle forze irachene dai Sciiti ai sunniti, dai commercianti ai religiosi, dagli avvocati ai capi tribu.
Grazie al duro lavoro dei Mojahedin del Popolo svolto in questi 4 anni per smascherare e rivelare i piani di interferenza iraniana negli affari iracheni e grazie anche al quotidiano violenza alimentato dai mullah iraniani, la società irachena ha capito che oggi giorno il nemico numero uno del popolo iracheno non è americano bensì iraniano. Esattamento il regime terroristico dei mullah che sta cercando di far diventare dell'Iraq un altra repubblica islamica iraniana:repubblica islamica bis.
Dicevo che la società civile irachena, prendendo spinta dal messaggio del leader della resistenza iraniana è convinta che per ripristinare la democrazia e la libertà bisogna tagliare le mani al regime iraniano in Iraq. Come? Coagularsi attorno all'unica asse politico militare dell'opposizione iraniana che si trova attualmente in Iraq: Campo di Ashraf, dove risiedono attualmente 4 mila membri dei Mojaheidn del Popolo iraniano. Stanno arrivando quotidianamente adesioni all'unità politica lanciato dai Mojahedin del popolo come l'unica arma per disarmare il regime dei mullah dall'Iraq. L'anno scorso 5 milioni e 200 mila iracheni hanno firmato un appello a favore dei Mojahedin chiedendo la loro protezione e il loro riconoscimento politico in Iraq. Qualche giorno fa un appello dei capi tribu sciiti e poi sunniti e poi avvocati e ancora forze locali e nazionali. Tutti con un unico messaggio: oggi l'Iraq sta affrontando un pericolo che è mille volte piu pericolosa della bomba atomica. Cioè il regime teocratico dei mullah. Un regime che quotidianamente ha collocato le bombe tra la popolazione inerme e non ha esitato ha uccidere nemmeno i bambini che giocavano all'asilo. Hanno capito che la guerra è tra due alternative: la prima alternativa iraniana formata dalle forze politiche al soldo iraniano come Sepah Badr e Majles Allaye Iraqi e gruppi a loro dipendenti a l'altra alternativa formata dalle forze nazionali di varie provenienze sociali e religiose: sunniti, ecciti, curdi, cristiani e altre minoranze.
Si la buona notizia era quella che la seconda alternativa si sta coagulando attorno al campo di Ashraf e ai Mojahedin del Popolo proponendo come premier futuro dott. Allawi, ex premier iracheno.
Attorno alla sua figura esiste una grande coalizione politica religiosa. Naturalmente il regime dei mullah ha cercato in diverse occasioni di eliminarlo. La notizia di oggi è quella di aver fatto esplodere una bomba vicino alla sua residenza.
I miei migliori auguri al popolo iracheno e ai Mojahedin del popolo che oggi sono diventati una grande barriera di fronte alle interferenze iraniane in Iraq. Si. Oggi, se, i Mojahedin non fossero stati in Iraq, il regime dei mullah avrebbe già occupato e mangiato! interamente tutto il territorio iracheno avvicinandosi alla terra santa di Gerusalemme. Realizzando il sogno di Khomeini: Conquistare il Gerusalemme.
Il nostro compito: supportare il popolo iracheno e spingerlo verso la formazione di un governo nazional- pluralista e profondamente anti iraniano. In questa maniera si può sperare che le forze straniere lascino prima possibile il territorio iracheno. Diversamente abbiamo sempre guerra e spargimento di sangue in Iraq.
Auguri al popolo iracheno e per i suoi progetti futuri.

karimi davood

 
AID : AGENZIA IRAN DEMOCRATICO