FRANCIA, PARIGI, 17 GIUGNO 2003, GIORNATA DI ONORE E DI ORGOGLIO PER IL POPOLO IRANIANO
Un ritratto significativo delle due donne, Neda e Seddighe, che hanno protestato contro l'arresto del presidente Maryam Rajavi, alimentando la fiamma della loro rabbia con la loro carne ed ossa.
I tre giudici della Corte di Appello di Londra che hanno rilasciata la storica sentenza sulla rimozione del nome della resisetnza iraniana dalla lista nera britannica
Il testo:il 17 giugno 2003 è una data storica per la resistenza iraniana e per la sua indipendenza economica e politica. All'alba di questo giorno, più di 300 elementi delle forze speciali francesi hanno aggredito violentemente tutti gli uffici pubblici della resistenza iraniana compreso la residenza abituale del nostro presidente della repubblica la Signora Maryam Rajavi, arrestandoli e portandoli nelle carceri francesi. In quel giorno la repubblica francese ha segnato nella sua storia una pagina nera e vergognosa che non farà onore alla grande patria della libertà e della democrazia nonchè la terra dei rifugiati politici. Il governo francese del presidente Chirac ha commesso il più grave errore della sua presidenza cedendosi al regime degli ayattolah. Infatti, l'operazione del 17 giugno è stata elaborata nei minimi dettagli con la collaborazione dei servizi segreti del regime dei mullah che avevano in qualche modo ingannato i loro colleghi francesi consegnadoli false informazioni. A parte di tutto ciò, l'operazione di Auver Soir Oise, che a detta degli analisti francesi era senza precedenti nella storia recente, fu portata avanti con l'obiettivo di decapitare la resistenza iraniana ignorando un fattore assai importante e innegabile: la volontà e la determinazione del popolo iraniano nella lotta al regime dei mullah. Subito dopo la diffusione della notizia, io ho appreso dalla Radio Rai 1 quando accompagnavo mio figlio a scuola, tutti gli iraniani simpatizzanti della resistenza iraniana hanno abbandonato il lavoro, la casa, la famiglia, le cure mediche, l'ospedale riversandosi nella città di Auver Soir Oise in periferia parigina. In poche ore, la risposta dei simpatizzanti è stata una massiccia prersenza attorno alla residenza del presidente Rajavi che si trova tuttora in questa piccola cittadina che tra l'altro ospita anche le spoglie dl famoso pittore olandese Van Gog. L'operazione francese aveva un significato molto particolare e puntava a decapitare per sempre la dirigenza politica del movimento facendo un favore politico ai mullah in cambio di straordinari contratti economici con grandi compagnie nazionali. Ma il popolo iraniano aveva letto le carte di entrambi i protagonisti dell'operazione. Ha reagito egregiamente a questa senza precedente violenza organizzata, scandendo un unico slogan: liberate il presidente della repubblica della resistenza iraniana la signora Maryam Rajavi. Le strade europee sono state testimoni dei grandi sacrifici che l'umanità abbia mai potuto testimoniare. Contro questa ingiustizia ed oltraggio al popolo iraniano molti cittadini, in varie parti del mondo, da Roma, a Londra, da Parigi a Teheran, da Berlino ai paesi bassi, si sono immolati di fronte alle ambasciate francesi dimostrando la loro forte rabbia verso questa sporca operazione del tipo Buisness-politico. Nel frattempo, anche la popolazione francese è scesa in piazza prendendo le distanze dal suo governo, condannado questa ingiustizia e scendendo a fianco degli iraniani che avevano già iniziato uno sciopero della fame di massa attorno alla residenza del presidente Rajavi. Un ringraziamento particolare ai cittadini di questo piccolo paese che si trova in periferia di Parigi e al suo Sindaco Peirre che instancabilmente hanno lavortao per aiutare gli ospiti iraniani venuti da quattro angoli della terra. Ci sono stati momenti indimenticabili ed emozionanti che rimarrano nella storia e nella memoria del popolo iraniano. Non dimenticheremo mai coloro che in questa tenebra notte hanno rischiato e non hanno rifiutato il nostro grido di aiuto. Il presidente Chirac rimarrà nella storia per quello che ha fatto ma ormai per noi lui si trova già nel dimenticatoio del popolo iraniano. Qui debbo ricordare doverosamente due ragazze, due coraggiose e giovanissime donne che hanno perso la vita alimentando la fiamma della loro rabbia con la loro carne e ossa: Neda Hassani e Seddighe Mojaveri, due donne di 25 e 45 anni che con la loro rabbia hanno duramente protestao l'operato del governo francese. Grazie alle quali la resistenza iraniana è riuscita ad illuminare la tenebra notte della politica e ha dimostrato al mondo stesso che la sua battaglia è mirata contro il regime dei mullah e nulla di più. Una battaglia per la libertà e la democrazia in Iran.
La presidente Rajavi, dopo 16 giorni di prigionia nel carcere parigino ha dichiarato che nel suo pensiero aveva messo sul conto tutto meno che quello di essere incarcerato in un paese come la Francia terra dei diritti civili e terra di asilo politico.
Grazie alle manifestazioni e alla mobilitazione della popolazione francese e le sue rappresentani politici e sindacali, e anche grazie alla giustizia francese il governo di Chirac si è visto costretto a scarcerare la presidente Rajavi dopo 16 giorni di prigionia rilasciando anche gli altri un pò alla volta. Nel corso di questi anni, la giustizia francese ha rilasciato una serie di sentenze che hanno condannato l'operato del governo scartando qualsiasi ipotesi di terrorismo alla resistenza iraniana. Le sentenze dei tribunali francesi sono diventati una solida base giuridica per le cause intraprese dalla resistenza contro l'inserimento del suo nome nella lista nera europea di cui l'ultima vittoria risale ad alcune settimane fa quando la Corte di Appello di Londra ha sentenziato l'innocenza dell'Organizzazione dei Mojahedin del Popolo Iraniano ordinando al governo britannico di rimuovere definitivamente e immediatamente il loro nome dalla lista e di non provare più a fare il ricorso contro questa sentenza! Un doveroso ringraziamento al signor Giudice Niccolas Addison Philips capo della Corte di Appello di Londra.
Dopo 5 anni passati tra varie attività politiche e giuridiche la resisetnza iraniana è riuscita a dimostrare la sua innocenza dalle accuse terroristiche formulategli contro sulla base di una serie di interessi economici e politici che sono le fondamenta della politica di accondiscenza europea verso il regime fondamentalista e terroristica dei mullah.
Dopo questa vergognosa parentesi di ingiustizia al goiverno francese di Chirac è rimasta eternamente lo sdegno e la umiliazione di aver ceduto al regime dei mullah in cambio dei contratti economici e alla resistenza iraniana è rimasta una data a cui facciamo rifermineto ed onore tutti gli anni e la celebriamo puntualmente raccogliendoci nella cittadina di Auver Soir Oise, la residenza abituale della presidente Rajavi, dimostrando la nostra eterna solidarietà a chi rappresenta la libertà, la democrazia, il pluralismo e la laicità dello stato futuro della repubblica iraniana. Questo anno abbiamo scelto la data 28 giuno per celebrare una serie di riccorrenze compresa il 17 giugno 2003.
Adesso guardando al passato possiamo osservare quanti giganti passai abbiamo potuto fare e quanti conquiste e riconoscimenti politici e giuridici abbiamo avuto grazie a quella vergognosa e disumana operazione che è stata una dura offesa alla dignità del mio popolo. Siamo riusciti a trascinare nelle stanze giudiziarie il regime dei mullah e i suoi sostenitori, come ayattolah Chirac e dimostrare al mondo civile la nostra innocenza. Le numerose sentenze dei tribunali francesi confermano ciò che vi ho appena raccontato. La sentenza della Corte di Giustizia Lussemburgese e la Corte di Appello di Londra dimostrano che la giustizia è da parte di chi subisce l'ingiustizia in particolare quella peggiore: politica.
karimi davood