lunedì 16 giugno 2008

IL GRUPPO 5+1 NELLA TRAPPOLA DEI MULLAH


Leggendo la notizia dell'Ansa diffusa da Teheran, dall'inviato Alberto Zancato, si capisce benissimo in che trappola è caduto il gruppo 5+1. Il mullah Khamenei, capo supremo religioso del regime, dopo 5 anni di fruttuosi colloqui( naturalmente per Teheran che è riuscito ad acquisire tempo necessario a complementare il suo progetto atomico militare), ha trascinato in trappola oltre a Solana anche l'intero gruppo 5+1. Attraverso un gioco straordinario di carte, Khamenei è riuscito a neutralizzare tutte le mosse politiche e militari. Attraverso uno spostamento dei ruoli ha mandato in aria tutti i gli sforzi del gruppo di Solana. Tanto vero che quando è arrivato il passdar Jalili, nuovo segretario generale del Consiglio di Sicurezza Nazionale, ha subito negato e rifiutato tutto quello che Solana aveva fatto con Larijani, allora il responsabile delle trattative sul nucleare ed ex segretario del Consiglio Nazionale di sicurezza. Leggendo la notizia di Zancato che non è certamente uno oppositore al regime dei mullah, ci si rende conto dell'esattezza di quello che la resistenza iraniana va dicendo da anni: " il regime dei mullah, compreso tutti i suoi dirigenti, dalla A alla Z, da Hashemi Rafsanjani, a Khatami, da Larijani a Jalili e Khamenei tutti sono uguali e sono anche pezzi di un puzzle micidiale e pericoloso chiamato" la repubblica islamica iraniana". Ognuno di questi elementi gioca uno specifico ruolo assegnatogli dal leader Khamenei( attraverso il Consiglio Superiore per la Sicurezza Nazionale), e hanno responsabilità diretta sia nella conduzione del terrorismo internazionale che nella repressione interna. Allora vanno spazzati nella pattumiera della storia insieme a tutto il regime dei mullah"
Vi lascio la notizia dell'Ansa scrittop dall'inviato Zanconato.
IRAN PRENDE TEMPO, MA E' 'NO' A SOSPENSIONE
di Alberto Zanconato
Ansa.it
TEHERAN - L'Iran ha risposto con una serie di dichiarazioni dal tono diverso alle proposte delle grandi potenze sul contenzioso nucleare. Ma dal labirinto delle prese di posizione emerge ancora una volta un rifiuto alla sospensione dell'arricchimento dell'uranio, che il gruppo dei '5+1' ha riproposto come condizione alle trattative. Il pacchetto presentato ieri a Teheran dal responsabile per la politica estera comune dell'Unione europea, Javier Solana, sarà studiato "tenendo ferma la 'linea rossa' della non accettazione della sospensione", ha detto un influente deputato iraniano, Alaeddin Borujerdi, presidente della commissione Esteri del Parlamento di Teheran, rimasto in carica fino al mese scorso. E comunque, ha aggiunto Borujerdi, "l'Iran non ha fretta di rispondere alle proposte" illustrate da Solana a nome di Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania. Il presidente del Parlamento iraniano, Ali Larijani, fino all'autunno scorso capo negoziatore sul nucleare, ha detto che l'assemblea studierà il documento e "difenderà in modo accorto i diritti nucleari della nazione". Il ministro degli Esteri iraniano, Manuchehr Mottaki, dopo l'incontro con Solana, aveva detto ieri che la risposta di Teheran dipendeva da quella che le grandi potenze avrebbero dato a un contro-pacchetto presentato dall'Iran il mese scorso con l'intento dichiarato di risolvere i grandi "problemi mondiali", compreso il nucleare. Molto più chiaro era stato, in contemporanea con l'inizio del colloquio fra Mottaki e Solana, il portavoce del governo di Teheran, Gholamhossein Elham, che aveva affermato che la sospensione dell'arricchimento dell'uranio "non è accettabile". Il complesso delle reazioni che arrivano da Teheran hanno fatto parlare alcuni diplomatici europei e statunitensi di una volontà della Repubblica islamica di perdere tempo - dopo un braccio di ferro durato già cinque anni - per poter continuare con le attività nucleari più controverse. E di conseguenza dell'eventualità che l'Occidente adotti nuove sanzioni contro Teheran, soprattutto nel campo bancario, che vadano al di là di quelle, blande, introdotte dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu con le ultime tre risoluzioni. A fare dubitare dell'eventualità che l'Iran faccia marcia indietro sono anche i duri commenti riservati dalla stampa vicina ai vertici del regime, come il quotidiano 'Keyhan', secondo il quale Solana "é venuto a Teheran non per avere trattative, ma per minacciare l'Iran e costringerlo ad accettare richieste illegali, con un ricatto da parte degli Stati Uniti e dei loro alleati".

 
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