venerdì 28 marzo 2008

UNA DELEGAZIONE DI DONNE IRACHENE DENUNCIA LA VIOLENZA E IL TERRORISMO IRANIANO IN IRAQ


Nella foto: la delegazione delle donne irachene insieme al presidente Maryam Rajavi durante la festa del capodanno iraniano Noorooz a Parigi

Nella foto la delegazione irachena insieme a Karimi, presidente associazione rifugiati politici iraniani in Italia


Negli ultimi due giorni, ho avuto il piacere di ospitare una delegazione di 5 donne irachene, rappresentanti di varie formazioni politiche, che combattono contro le interferenze terroristiche del regime dei mullah e per il rispetto e il ripristino dei diritti umani, in particolare i diritti delle donne e dei bambini in Iraq. Nella loro tappa romana, la delegazione delle donne antintegraliste ha avuto molti incontri con la stampa e con i rappresentanti politici italiani, in cui denunciavano con i documenti e le cifre in mano, la forte influenza e l'interferenza iraniana nella vita politica-sociale-economica del paese.
Tra i membri della delegazione si nota la presenza della signora Fa'ezeh Abidi, membro della leadership del movimento della concordia nazionale guidato dell'ex premier iracheno il dott. Ayad Allawi;
la signora Faten Abdolqader, membro del parlamento regionale e consigliera comunale della città Tikrit;
la signora Mona Adnan-Hossein,appartenente alla tribu Al Qeissi e di religione sunnita, madre di 6 figli di cui il marito è stato ucciso dai miliziani dell'esercito Mahdi( il gruppo appartenente al mulla Mughtada Sadr, filo Iraniano), di fronte ai suoi occhi;
la signora Amire Abdolkarim-alqabi, giornalista sciita di 51 anni appartenente alla tribu Al-Qabi ed esponente del movimento della concordia nazionale di Karkh.
La delegazione, durante le sue udienze poneva all'attenzione dei loro interlocutori tre cose di primarie importanza: il primo, l'interferenza iraniana attraverso i suoi uomini infiltratisi in tutti i settori della società irachena. Il secondo, il ruolo della resistenza iraniana e dei Mojahedin del popolo nel contrastare fortemente questa interferenza che fino ad oggi ha prodotto solamente morti, dolori e violenza ai danni della socità civlie irachena, e il terzo, la recente formazione di una l'alternativa per risanare questa situazione e riportare il paese in uno stato pacifico e democratico attraverso l'unità di tutte le forze democratiche e nazionaliste irachene che lottano per salvaguardare l'integratà del popolo e del territorio iracheno. A tal proposito, la delegazione delle donne irachene ha ribadito che in questa direzione, la società civile ha proposto un governo di unità nazionale gestito e diretto dal dott.Allawi come l'unica alternativa al governo di Almaleki, che ha sempre garantito gli interessi del governo iraniano. Le donne irachene hanno anche ribadito fortemente la loro solidarietà alle donne e agli uomini della resistenza iraniana presenti nel campo di Ashraf come l'unico ostacolo al propagarsi del fondamentalismo terroristico iraniano in Iraq. La delegazione ha anche ricordato che il popolo iracheno e il popolo iraniano hanno radici ben saldi nella storia, ed entrambi sono vittime del fondamentalismo islamico dei mullah e di conseguenza le loro sorti sono unite tra di loro ed entrambi soffrono di un unico nemico: il regime fondamentalista iraniano.

karimi davood
La notizia della presenza della delegazione irachena a Roma diffusa da "Ansa":Iran-Iraq: Attiviste 'concordia nazionale',Iran infiltra il paese
sabato 29 marzo 2008
(ANSA) - ROMA, 28 MAR - Sono venute in Italia per testimoniare le ''interferenze terroristiche iraniane'' in tutti campi della vita irachena - sociale, economico e politico - e chiedono un alla comunita' europea un ''intervento deciso'' a difesa dei diritti umani in Iraq, in particolare dei diritti delle donne.
A denunciare ''il terrore, le violenze e l'oscurantismo'' a cui i miliziani iraniani sottoporrebbero le donne irachene, sono cinque attiviste per i diritti umani, membri del Movimento della Concordia Nazionale guidato da Ayad Allawi, l'ex premier ad interim, che vorrebbe instaurare un governo di unita' nazionale composto dai partiti democratici e nazionalisti iracheni.

Provenienti da diverse citta' del Paese , Ashraf city, Baghdad, Tikrit e Bakuba - e di confessione sia sciita sia sunnita, denunciano, in un incontro con la stampa, ''una vera e
propria occupazione iraniana del Paese, ancora piu' pericolosa di quella americana''.

''Esiste - dice Faten Abdolqader, membro del Parlamento regionale e consigliera comunale di Tikrit - una collusione tra il governo iracheno e quello iraniano che consente ad almeno 30 parlamentari, che sono in realta' iraniani, di sedere nel Parlamento iracheno, proteggendo gli interessi e gli scopi dell'Iran nel nostro Paese''.
Spiega Fa'eze'h Abidi, responsabile del settore ''donne'' del Movimento della Concordia Nazionale, che ''gli iraniani si infiltrano in 'Iraq per ottenere il controllo sulle risorse petrolifere e sui luoghi sacri dell'Iraq. Inoltre occupano il Paese per scacciare dall'Iraq il movimento di resistenza iraniano che li' si e' rifugiato e da li' opera''.
Racconta Mona Adnan-Hossein, il cui padre e marito, sunniti, sono stati uccisi davanti ai suoi occhi dagli sciiti dell'Esercito del Mahdi, di come le donne irachene vivano nel terrore a causa delle milizie iraniane.''Noi donne - dice - non usciamo nemmeno piu' di casa per andare a lavorare perche' abbiamo paura di essere violentate e uccise. Circa un mese fa 10 donne sono state uccise a Bassora, il governo non ha fatto nulla per trovare i responsabili e ha persino represso una manifestazione pacifica che la gente aveva messo in atto in
strada per protestare contro questo eccidio senza motivazioni''.
Sostengono le attiviste di non aver avuto mai aiuto o sostegno dalle forze americane mentre rimpiangono il regime iracheno durante il quale ''la legge veniva rispettata da tutti e le donne non erano esposte a ogni genere di sorpruso''.
''Chiediamo dunque - concludono - che le organizzazioni internazionali che difendono i diritti umani ci aiutino a ricostruire le istituzioni e il sistema dei diritti e non ci abbandonino''. (ANSA).

 
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