martedì 4 marzo 2008

APPROVATA LA TERZA RISOLUZIONE CONTRO I MULLAH DI TEHERAN


Nella foto: la signora Maryam Rajavi, presidente eletta dalla resistenza iranianao che si è congratulata con il Consiglio di Sicurezza dell'ONU per l'apporovazione della terza risoluzione

Nella vignetta c'è scritto in persiano: terzo round, crisi atomica, riferendosi alla terza risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU


Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato ieri a larga maggioranza (14 sì con l'astensione della sola Indonesia) una nuova risoluzione, la n.1803, contro il programma nucleare dell'Iran che prevede una terza ondata di sanzioni, dopo il rifiuto di Teheran di sospendere i processi d'arricchimento dell'uranio.
Il "giro di vite" contenuto nella terza risoluzione passa da tre elementi nuovi: la possibilità di esercitare maggior «vigilanza sulle attività finanziarie delle banche domiciliate in Iran come la Melli e la Saderat»; consente agli Stati membri dell'Onu di ispezionare i carghi in arrivo e in partenza per l'Iran dell'Iran Air Cargo e dell'Islamic Republic of Iran Shipping Line se sospetti di trasportare materiale proibito e, infine, chiede di «vigilare sui finanziamenti con soldi pubblici su «crediti all'export e forme di assicurazioni e garanzie per il commercio con l'Iran».
Commento: Finalmente è arrivata anche la terza risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU contro la bomba atomica dei mullah fondamentalisti iraniani. Un atto dovuto ma in ritardo nei confronti della velocità con cui il regime dei mullah porta avanti il suo progetto atomico militare come un primo ed esenziale passo per la costruzione dell'impero islamico iraniano in medioriente. La distanza tra la seconda e la terza è lunga. Non esiste nessuna giustificazione che tenga. La comunità internazionale è troppa lenta ed accondiscendente. Il regime dei mullah grazie alla sua abilità clericale tipico esclusivo dei dirigenti iraniani è riuscito a temporeggiare e ingannare ancora per parecchio tempo le istituzioni internazionali. Tutto mirato ad acquisire ulteriori tempi per complementare il suo progetto militare nucleare. Ma, in questa faccenda la resistenza iraniana non è rimasta ferma è andata avanti con la velocità ultrasonica, e ha smascherato pochi giorni prima del rapporto di quell'egiziano capo dell'Agenzia Atomica dell'ONU, tutti i programmi e progetti e siti nascosti agli occhi degli ispettori dell'ONU chiedendo immediato soppraluogo degli ispettori in questi siti accompagnati dagli stessi componenti della resistenza iraniana che hanno fatto tali rivelazioni. Piu trasparente di cosi credo che ci sia in giro solo ACQUA!
La presidente della resistenza iraniana Maryam Rajavi si è congratulato con il Consiglio di Sicurezza dell'ONU per l'adozione della terza risoluzione chiedendo anche il riconoscimento dei diritti del popolo iraniano a cambiare democraticamente la situazione politica del paese oltre all'adozione delle sanzioni generali, in tutti i campi, contro l'intero regime dei mullah. Grazie signora Presidente.
Concludo e ribadisco ancora una volta che non bastano solo le risoluzioni bisogna anche reagire materialmente sul campo. Altrimenti finiremo in un altra guerra senza prospettive buone e spranzose. Bisogna che la comunità internazionale accompagni tali risoluzioni e le sanzioni con il riconoscimento del diritto del popolo iraniano per poter decidere liberalmente il suo destino politico. Altrimenti tali risoluzioni, come sostenne di recente lo stesso presidente passdar Ahmadienjad( autore di 1000 colpi di grazie sparati ai prigionieri politici), diventano " carta straccia". Bisogna anche rimuovere la resistenza iraniana dalla lista nera americana ed europea e porgendo un caloroso ringraziamento al presidente Maryam Rajavi e alla sua resistenza per quanto hanno fatto nel prevenire una catastrofe umana. Appunto smascherando un progetto atomico militare che andava avanti per 19 anni, a dispetto dell'intelligenza dei servizi segreti del mondo, e nel segreto e nel silenzio assoluto. Sì, solo la resistenza iraniana è stato capace a penetrare nella profondità di questo diabolico e pericoloso mega progetto dei mullah. Naturalmente a loro rischio della vita. Tipica pecularietà della resistenza iraniana.
Viva il ricordo di quei giovani donne e uomini che hanno perso le loro vite in questo cammino. Domani saranno ricordati da tutto il mondo civile. Anceh se oggi lo stesso mondo li tiene nella lista nera delle organizzazioni terroristiche.
Anche il presidente francese Miterrand e e il presidente italiano Pertini venivano chiamati " terroristi".
karimi davood

 
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